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Dal punto di vista dell’economia aziendale non interessa lo status giuridico dell’azienda.
L’importante è definire la natura pubblica o privata dell’istituto. Ma la rapida evoluzione dei
processi economici rende sempre più difficile inquadrare le aziende in specifiche tipologie. Per
esempio, la produzione di un certo servizio pubblico può essere realizzata attraverso l’attività
economica di impresa il cui capitale è detenuto integralmente o in maggioranza da
un’amministrazione pubblica. In questo caso, l’obbiettivo principale dell’impresa è quello di
realizzare particolari politiche e perseguire finalità di interesse generale attraverso la produzione
diretta di beni e servizi. Il particolare obbiettivo non esclude la necessità che l’impresa pubblica
produca valore economico.
Nuove attività imprenditoriali come le imprese sociali possono coniugare il fine della remunerazione
dei conferenti di capitale-risparmio (utili prodotti dall’impresa che servono a finanziarla) con quello
del perseguimento di fini sociali di carattere generale.
L’assetto istituzionale
Fa riferimento all’insieme dei soggetti primari per i quali l’attività aziendale esiste, agli interessi di
cui essi sono portatori e dei contributi che essi apportano ma anche alle regole del gioco per
mantenere in equilibrio le relazioni che derivano tra diversi soggetti e aspettative reciproche.
Per ogni azienda è identificabile un insieme ampio di persone con interessi di varia natura e di varia
criticità. Queste persone sono definite soggetti portatori di interesse o stakeholders.
Gli interessi hanno una duplice natura:
- Economica
- Non economica
Gli interessi possono far riferimento a soggetti diversi. In relazione ai diversi interessi si distinguono
due casi:
- L’insieme dei soggetti portatori di interessi economici e non per i quali l’attività dell’istituto
viene messa in atto per soddisfare i loro interessi. Per la famiglia e le istituzioni non profit
sono le persone e i membri costitutivi, per le amministrazioni pubbliche sono tutti i cittadini,
per l’impresa sono i soci conferenti capitale-risparmio. I loro interessi hanno quindi natura
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istituzionale e sono definiti soggetti di istituto. Ad essi spettano le responsabilità
massime di governo.
- L’insieme dei soggetti portatori di interessi rilevanti ma privi del carattere istituzionale e
che quindi possono essere definiti come soggetti esterni all’istituto. Prendendo in
considerazione l’attività d’impresa, sono soggetti portatori di interessi non istituzionali la
collettività in senso lato, i clienti, i fornitori e gli stessi concorrenti nei confronti della stessa.
Un sottoinsieme particolare di persone appartenenti al soggetto di istituto assume la qualifica di
soggetto economico, che è composto dalle persone che sono principalmente interessate al fatto
che l’azienda esista e prosperi, perché da questa condizione dipende totalmente la capacità di
soddisfare i propri bisogni economici. Il soggetto economico e il soggetto di istituto coincidono
quando tutti i membri dell’istituto portano sia interessi economici sia non economici istituzionali
nelle famiglie, nelle imprese, nelle amministrazioni pubbliche. Nella famiglia sono membri del
soggetto economico tutti i membri che la compongono; nelle imprese sono membri del soggetto
economico i conferenti di capitale proprio e i prestatori di lavoro; nelle amministrazioni pubbliche
sono membri del soggetto economico tutti i membri della collettività politico-amministrativa e i
prestatori di lavoro. In alcuni istituti non profit manca un soggetto economico in senso proprio.
Da ciò discende che tutti e soltanto i membri del soggetto economico hanno la responsabilità di
esercitare il governo economico dell’azienda ovvero le scelte fondamentali che riguardano lo
sviluppo della struttura aziendale nel tempo. Governare vuol dire:
- decidere l’oggetto della gestione,
- la struttura degli organi rappresentativi del soggetto economico
- le modalità di nomina dei loro componenti,
- le modalità di funzionamento degli organi di governo economico,
- la grandezza del capitale proprio,
- le forme di remunerazione del capitale proprio e del lavoro,
- le politiche di gestione,
- le variazioni della struttura aziendale,
- l’estinzione dell’azienda.
Accade che un insieme ristretto di persone, interne o esterne all’azienda, esercitino per propri fini le
prerogative spettanti solo ai membri del soggetto economico, dando luogo ad un soggetto
economico improprio. Questa situazione può portare al perseguimento di interessi particolari a
danno degli interessi unitari e pregiudicare lo sviluppo aziendale.
Spesso, specie nelle imprese e negli istituti pubblici territoriali, i membri del soggetto economico
sono molti e per questo motivo non possono partecipare tutti all’esercizio del governo economico.
Nascono così dei gravi problemi per l’individuazione delle modalità idonee a garantire il
contemperamento degli interessi dei vari membri del soggetto economico. Questi problemi fanno
riferimento alla governance aziendale oppure, nel caso delle imprese, alla corporate governance.
Nell’esercizio del governo economico si ricorre ad una varietà di configurazioni di strutture
istituzionali. Nelle aziende composte pubbliche tale aspetto fa riferimento al configurarsi delle
funzioni e del trasferimento di risorse tra diversi livelli di governo e ai rapporti e alle regole che
definiscono tra Assemblee elettive di rappresentanza e Assemblee elettive-esecutive. Tali relazioni
condizionano lo spazio di azione e gli interessi su ciascuna azienda pubblica.
Lo studio della natura degli elementi (persone, strumenti, risorse) e delle relazioni che lo
compongono aiuta alla comprensione dei problemi legati al suo governo. L’approccio sistemico
mette in evidenza come esistano relazioni di causa-effetto e relazioni di complementarietà
caratterizzate dal fatto che i soggetti entrano in relazione per concorrere ai risultati del sistema. Ciò
che entra nell’azienda-sistema non è solo una certa quantità di risorse ma è anche un insieme di
condizioni di contesto, di aspettative, di pressioni e di valori sociali. Quindi l’azienda contribuisce a
sua volta a influenzare l’ambiente di riferimento. Inoltre è da considerare la centralità della
persona.
Conseguenze dell’approccio sistemico:
- Le diverse persone e le diverse attività possono essere analizzate isolatamente o per sotto-
sistemi ma devono sempre essere messe in relazione con il contesto specifico in cui sono
inserite e con i fini istituzionali.
- La specificità di ogni azienda si manifesta nell’impossibilità di uniformare e standardizzare
gli elementi in ingresso del sistema, al fine di garantire il raggiungimento di particolari
risultati da parte dell’azienda.
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- Raggiungimento effettivo dei fini aziendali, che è subordinato alle caratteristiche delle
persone in azienda e ai relativi comportamenti.
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Le condizioni generali di contesto comprendono le variabili politico-istituzionali, socio-culturali e
tecnologiche.
Nell’ambito dell’ambiente economico si individuano i settori e i mercati, la domanda e l’offerta di
lavoro, di beni e capitali, le politiche economiche e finanziarie attuate dalle amministrazioni
pubbliche.
I mercati sono composti dall’insieme delle negoziazioni omogenee di approvvigionamento e
cessione di beni e/o capitali da parte delle singole aziende.
Il settore è un insieme di aziende che operano negli stessi mercati con processi economici simili e
legate da intense e dinamiche relazioni di concorrenza o di altro tipo. Il settore condiziona i
comportamenti aziendali e i risultati economici. I settori si classificano in settore primario, settore
secondario, settore terziario e settore terziario avanzato.
Questo insieme di svariate condizioni e
manifestazioni del modo di operare di
singole aziende o di insiemi di aziende
può essere indagato prendendo come
riferimento diversi ambiti:
- La struttura giuridica formale
dell’azienda
- La singola azienda nel suo
complesso o una parte di essa
- I settori e i mercati
- I gruppi e gli aggregati di aziende.
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- Le prestazioni di lavoro rese dai membri delle famiglie e le relative remunerazioni ottenute
presso imprese, amministrazioni pubbliche e istituzioni non profit.
Con riferimento all’amministrazione pubblica queste relazioni particolari fanno riferimento allo
scambio di non mercato, ovvero al rapporto con la comunità amministrata a fronte dei tributi
richiesti. Rientra in questa fattispecie l’erogazione di beni e servizi pubblici dalle amministrazioni
pubbliche verso le altre aziende e i relativi flussi monetari.
In questo caso, anche se vi fosse la formazione di prezzi, essi non sarebbero il risultato di un
processo di scambio o di convenienza particolare tra sacrifici e utilità ma rifletterebbero anche le
finalità di interesse generale.
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- Criterio di organizzazione del lavoro nelle aziende non profit prevale il principio di
coinvolgimento e partecipazione; nelle aziende profit prevale il principio razionale di
divisione del lavoro.
- Motivazioni dell’apporto del lavoro nelle aziende non profit la condizione di
produzione di autoregolamenta e trova la propria remunerazione nel suo svolgimento in
quanto fine a se stesso; nelle aziende profit lo svolgimento è il mezzo per soddisfare
bisogni di reddito o di altro genere.
- Struttura dei costi nelle aziende non profit è molto più flessibile.
- Contenuto dello scambio con l’ambiente esterno nelle aziende non profit lo
scambio è condizione di esternalizzazione dell’utilità creata da soggetti che
autonomamente intervengono sui bisogni altrui; nelle aziende profit lo scambio è
condizione di internalizzazione delle utilità create da condizioni esterne.
- Patrimonio nelle aziende non profit non esiste il concetto di patrimonio.
- Fonti di finanziamento le aziende non profit sono finanziate dalla collettività e da
enti pubblici coerentemente con la natura di pubblica utilità delle funzioni svolte.
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CAP. 2 – LE COMBINAZIONI ECONOMICHE
Accadimenti e azioni
Le combinazioni economiche sono gruppi di accadimenti ovvero rappresentano azioni e
fenomeni svolti dalle persone che partecipano all’azienda. Gli accadimenti sono i fenomeni
elementari dell’attività economica di azienda. Essi rappresentano le unità più piccole in cui
scomporre e analizzare le combinazioni pianificate e promosse dal soggetto economico. Gli
accadimenti variano a seconda dei diversi settori economici, delle diverse aziende, della volontà o
dell’azione degli organi di azienda o delle differenze ambientali.
Esempi di accadimenti: scrivere una fattura, assemblare un componente, analizzare dei dati.
Le operazioni economiche
Una categoria di OPERAZIONI accadimenti è
rappresentata dalle operazioni.
L’attività economica di un’impresa si
articola in operazioni elementari.
L’operazione è OPERAZIONI DI OPERAZIONI DI un’unità
relativa che può GESTIONE EXTRA-GESTIONE essere
composta da più azioni
elementari strettamente
collegate. OPERAZIONI DI SCAMBI L’operazione è
quindi la più piccola GESTIONE MONETARI O IN parte che si
dovrà analizzare per INTERNA NATURA giungere
all’analisi dell’intero sistema
economico-aziendale.
Il sistema delle operazioni è il sistema delle attività o azioni svolte dalle persone che
compongono l’organismo personale d’azienda.
Esempi di operazioni sono le operazioni di acquisto, vendita, negoziazione di un prestito.
Le operazioni possono essere classificate in modalità differenti.
Secondo Zappa le operazioni si dividono in atti di scambio e atti di gestione interna. Gli scambi
possono essere frutto di operazioni di gestione o extra-gestione. Gli atti di gestione interna sono i
fatti che non hanno manifestazione diretta in operazioni di scambio.
Processi aziendali
Processo insieme di più operazioni della stessa specie e/o con medesimo oggetto.
I processi aziendali devono avere tre caratteristiche:
1. Relazioni temporali tra attività che devono seguire un preciso ordine di accadimento
2. Relazioni di complementarietà tra attività che concorrono al medesimo fine
3. Relazioni di uniformità tra attività che soddisfano un requisito comune.
Se i processi sono della stessa specie, ovvero godono del criterio di uniformità tecnica, essi trovano
completa attuazione all’interno di una singola funzione o coordinazione parziale. Alcuni processi,
però, non vengo svolti completamente in una singola funzione ma sono cross-funzionali in quanto
attraversano più funzioni. Questi processi sono molto importanti per l’impresa perché sono in grado
di creare maggior valore rispetto alla somma delle singole azioni che li compongono in capo alle
diverse funzioni.
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Attività aziendali e attività generatrici di valore
Secondo Johnson e Kaplan con il termine attività si identificano classi di operazioni svolte secondo
una successione e inquadrate in una logica fornitore/cliente.
Porter realizza una delle più importanti classificazioni di attività. Egli identifica nell’ambito
dell’analisi della strategia competitiva e della catena del valore le attività generatrici di valore.
Per Porter ogni azienda è un insieme di attività che vengono svolte per progettare, produrre,
vendere, consegnare e assistere i suoi prodotti. Secondo questa definizione, quindi, le attività
possono essere sia gruppi di operazioni sia singole operazioni o azioni.
Porter sottolinea che ci sono attività identificate come generatrici di valore che si presentano come
tecnologicamente e strategicamente distinte. Quando si compete in un qualsiasi settore industriale
sono coinvolte nove categorie generiche di attività divise in cinque attività primarie e quattro
attività di supporto.
Le cinque attività primarie sono:
- Logistica interna ovvero gestione del magazzino di input. Le attività comprese in essa
riguardano il rifornimento di materie prime, parti, componenti, semilavorati e la gestione e
il controllo dei magazzini e la programmazione e gestione dei trasporti.
- Produzione/operations comprende la produzione in officina, i processi di
assemblaggio, la manutenzione dei macchinari, il collaudo, la stampa e la gestione degli
impianti.
- Logistica esterna comprende l’immagazzinamento e la distribuzione fisica dei prodotti
finiti, la gestione dei vettori di consegna, l’elaborazione degli ordini, la programmazione
delle spedizioni.
- Marketing e vendite comprende la gestione della forza di vendita, il controllo dei canali
distributivi, la pubblicità, la promozione e la determinazione dei prezzi.
- Servizi attività di fornitura di servizi per migliorare o mantenere il valore del prodotto.
Le attività di supporto sono:
- Approvvigionamento attività di acquisto delle materie prime, dei ricambi e di altri
materiali consumabili oltre che beni a lento ciclo di utilizzo come macchinari, impianti,
macchine per ufficio e fabbricati.
- Sviluppo della tecnologia attività di sviluppo e di gestione del patrimonio tecnologico
aziendale.
- Gestione delle risorse umane attività come la ricerca, il reclutamento e la selezione
del personale, l’addestramento e la formazione, lo sviluppo delle politiche retributive e la
mobilità di tutti i tipi di personale.
- Attività infrastrutturali attività quali la direzione generale, la pianificazione,
l’amministrazione, la finanza, le pubbliche relazioni con enti e la gestione della qualità.
Ogni attività generatrice di valore è composta da altre attività che possono essere di tipo diretto,
indiretto o di assicurazione della qualità. Tali attività sono presenti in tutte le nove attività
generatrici.
Nell’ambito dello sviluppo della tecnologia, per esempio, i gruppi di lavoro nel laboratorio sono
attività diretta, l’amministrazione della ricerca attività indiretta e l’ispezione e il collaudo del nuovo
prodotto sono
assicurazione della qualità.
Funzioni aziendali
Funzione attività determinata
da mansioni specifiche
connesse a una carica, a un
ufficio, a un reparto. Nell’analisi
per funzioni si aggregano
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una serie di operazioni omogenee, assegnandole a soggetti o gruppi di soggetti, dotati di risorse
per il loro completamento.
Una delle modalità per aggregare le operazioni aziendali è l’approccio per aree funzionali. Con
questo approccio si identificano i sottosistemi operativi in base all’omogeneità delle operazioni da
un punto di vista tecnico e di conoscenza/competenza degli operatori che se ne occupano.
Marchi classifica le funzioni in:
- Funzioni operative caratteristiche sono direttamente rivolte al perseguimento degli
obiettivi della gestione aziendale. Si dividono in:
- Ricerca e sviluppo
- Marketing e vendite
- Produzione e approvvigionamenti
- Funzioni ausiliarie o integrative o di supporto fondamentali come ausilio alle operazioni
caratteristiche e come strumento di governo aziendale. Si dividono in:
- Finanza
- Gestione delle risorse umane
- Amministrazione e sistemi informativi
- Pianificazione e controllo.
Questa prima classificazione ha il fine di aggregare operazioni aziendali o processi al fine di
identificare una serie di soggetti o gruppi che svolgono la propria mansione all’interno dell’impresa
perseguendo determinati compiti e responsabilità.
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La gestione caratteristica è composta dall’insieme delle operazioni di gestione che identificano
la funzione economico-tecnica tipica di ciascuna azienda. Risultato della gestione caratteristica è il
reddito operativo ovvero la differenza tra i ricavi ottenuti a fronte della vendita di beni o servizi
oggetto dell’attività dell’azienda e i costi sostenuti per realizzarli.
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Le operazioni di trasformazione sono operazioni di gestione interna, ovvero vengono compiute
internamente all’azienda senza scambi di denaro o in natura con terzi. Tali operazioni non generano
flussi economici né finanziari con l’ambiente esterno. Le operazioni si trasformazione consistono
nella modifica di materie prime e semilavorati all’interno delle varie fasi del processo di produzione,
al fine di ottenere il prodotto finito da porre sul mercato.
Le operazioni di costituzione sono le operazioni che vengono effettuate all’inizio della vita di
un’azienda. Sono le operazioni di finanziamento inziali volte alla costituzione del capitale sociale, in
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grado di fornire all’azienda i mezzi monetari e finanziari iniziali per poter svolgere le operazioni di
gestione.
Esistono poi delle operazioni definite straordinarie che si possono verificare più volte o mai
all’interno di un’impresa. Queste sono:
- La trasformazione giuridica riguarda la trasformazione di un’impresa da una forma
giuridica ad un’altra
- La fusione unione tra due o più imprese in una sola
- La scissione aziendale la divisione di un’unica azienda in due o più imprese.
Operazioni di organizzazione
Le operazioni di organizzazione riguardano l’assetto organizzativo e l’organismo personale.
Includono processi di ricerca, di selezione, di addestramento e formazione del personale…
Operazioni di rilevazione
Le operazioni di rilevazione hanno per oggetto la produzione, la trasformazione e la rilevazione
dei dati e delle informazioni che alimentano il sistema conoscitivo aziendale. Le finalità di queste
operazioni sono la predisposizione di dati e di informazioni destinati alle persone che operano
all’interno dell’impresa e alle persone e agli istituti che portano interessi nei confronti dell’impresa.
Operazioni di rivalutazione
Le operazioni di rivalutazione rappresentano valutazioni di componenti del capitale di
funzionamento dell’azienda in momenti di manifestazione di fenomeni che fanno cambiare il
significato dei dati e delle informazioni presenti in azienda.
Attività primarie
Le attività primarie riguardano la trasformazione degli input in output o prodotti/servizi utili per il
cliente. Sono:
- Logistica in entrata
- Produzione
- Logistica in uscita
- Marketing e vendite
- Servizi
La gestione delle scorte è utile al fine di minimizzare il costo di mantenimento a magazzino delle
scorte. La scorta è una quantità di un singolo prodotto, materia prima o semilavorato accumulata
all’interno dei magazzini per essere messa a disposizione del consumatore o utilizzatore.
Il miglior livello di scorte viene determinato in base alla politica di stoccaggio definita dall’impresa:
con una politica push, ovvero accumulando scorte in base alle decisioni di produzione prese a
monte, o con una politica pull, ovvero con il ripristino delle scorte a seguito della richiesta della
clientela direttamente a valle.
Le dimensioni della spedizione, ovvero il tipo di unità di carico che rappresenta il numero di
materiali disposti o contenuti in modo da essere prelevati e spostati come un solo oggetto, può
essere:
- Unità di traffico intermondiali come container, casse mobili o semirimorchi
- Pallet
- Scatole.
Le due principali attività di immagazzinamento e trasporto si condizionano tra loro infatti il valore
medio e la variabilità del tempo di transito incidono sui livelli delle scorte.
L’outsourcing o third party logistics è il processo attraverso il quale le aziende assegnano
stabilmente a fornitori esterni la gestione operativa della logistica. Questo servizio può essere
realizzato in house o gestito totalmente da un operatore esterno. Nel caso del servizio in house
l’azienda si avvale delle competenze specifiche dell’operatore logistico esterno all’interno della
propria impresa. Nel caso dell’affidamento delle merci presso la sede dell’operatore
logistico è consentito a quest’ultimo di attivare tutte le leve di miglioramento e ottimizzazione in
suo possesso. Un corretto sviluppo del processo di outsourcing logistico prevede di instaurare un
rapporto di partnership duratura.
I rischi più frequenti nel caso di esternalizzazione del servizio logistico sono:
- Perdita di know-how sui processi logistici
- Perdita del controllo sulla qualità e sul livello del servizio.
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La produzione o operations
La produzione industriale è l’insieme delle attività relative alla trasformazione di materie prime,
energie e informazioni, in beni di consumo. È la combinazione di fattori di produzione (input) per
realizzare dei prodotti (output). Ogni trasformazione richiede un insieme correlato e finalizzato di
processi che costituiscono un sistema di produzione. I procedimenti di trasformazione possono
riguardare:
- La formatura del materiale
- La trasformazione
- L’unione
- La separazione
- Il trattamento di superficie
- La modifica delle caratteristiche fisiche
A tali procedimenti può seguire l’assemblaggio.
L’attività di produzione ha subito delle evoluzioni con il passare dei secoli. Si è passarti da una
produzione artigianale fino alla fine dell’800 ad una produzione industriale di massa agli inizi del
900. La produzione di massa favoriva una domanda altamente prevedibile e controllabile da
parte dell’offerta, una diminuzione dei prezzi, un controllo dei tempi di svolgimento delle stesse e
massimizzazione dei ritmi di lavoro, un aumento della produttività ed elevate scorte di sicurezza.
Dalla produzione di massa nascono altre ramificazioni:
- La produzione a lotti in cui la produzione di massa è differenziata per operazioni
omogenee
- La produzione in linea in cui la produzione è organizzata in modalità sequenziata a
seconda della tecnologia del prodotto
- La produzione continua dove il flusso di materiali è continuo, il prodotto viene
trasformato in elevati volumi per periodi indeterminati.
Agli inizi degli anni ’70, a causa dell’aumento della complessità dell’ambiente e di nuove esigenze
del consumatore, viene introdotta la produzione di varietà che comprende:
- La lean production o produzione snella creata per rimediare all’instabilità della
domanda e all’eterogeneità dei bisogni. Chiamata in questo modo perché c’è un minor
impiego di tutto.
- La flexibile production o produzione flessibile per gestire la complessità aziendale
utilizzando tecnologie informatiche e nuovi sistemi di gestione delle informazioni. Con essa
si punta alla flessibilità strategica e all’integrazione dei processi con i fornitori e i clienti, tra
produzione e progettazione, tra strategia e produzione.
La produzione di varietà coniuga i vantaggi della produzione artigianale con quella di massa, ovvero
gli operai sono multispecializzati, l’automazione è flessibile e l’azienda riesce a produrre elevate
quantità di prodotti con elevata varietà. I principi base di questa produzione si preoccupano di
identificare che cosa crea valore per il cliente eliminando sprechi e riducendo i difetti.
Il marketing e le vendite
Per marketing si intente l’insieme delle decisioni legate alla scelta dei mercati obiettivo, con lo
scopo di conquistare, mantenere e far screscere i consumatori attraverso la creazione, la diffusione
e la comunicazione di un valore superiore.
Per vendita si intende il trasferimento della proprietà di un bene o di un servizio ad altre aziende in
cambio del pagamento di un prezzo.
Queste due attività rientrano nell’attività generatrice di valore ovvero l’attività che, attraverso
ricerche di mercato, pubblicità e propaganda, soddisfa il consumatore finale mediante la vendita
del prodotto o servizio fornito all’impresa.
Analizziamo l’aspetto operativo e strategico: dal punto di vista strategico il marketing può essere
definito come la formula distintiva e caratteristica che l’impresa sceglie di adottare per conquistare
la preferenza del cliente/consumatore rispetto ai concorrenti. La strategia di marketing si basa
sull’analisi dei bisogni delle persone che compongono il mercato dei clienti acquisiti e di quelli
potenziali. Il marketing strategico ha un ruolo fondamentale nel determinare le aree di business
dell’impresa e si occupa anche id contribuire alla definizione della mission aziendale. Uno degli
obiettivi primari della strategia a lungo termine è la crescita aziendale e di conseguenza
l’incremento del fatturato. All’interno della pianificazione anche il marketing e le vendite trovano
una collocazione fondamentale perché possono contribuire a questo obiettivo.
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Esempio
Obiettivi a Linee
Contributo di marketing e vendite
lungo termine generali
continuità nella attenzione ai cambiamenti sul mercato, nuove richieste dai
Mission aziendale gestione consumatori
priorità a
attività supportate dal ruolo del marketing al fine di venire
Mercato produzione e
incontro alle richieste della clientela
vendita
analisi delle nuove caratteristiche del prodotto/servizio
Innovazione evoluzione dall'analisi della concorrenza e delle nuove esigenze del
tecnologica consumatore
massimizzazion sfruttamento dei diversi canali di vendita e soprattutto del
Politica di vendita
e dei volumi Web
contributo
di marketing e vendite
Dal piano di marketing si passa alla definizione del piano marketing di prodotto dove viene
analizzato nel dettaglio come il singolo prodotto debba raggiungere gli obiettivi aziendali e
realizzare le strategie previste soffermandosi sull’analisi di mercato, dei consumatori, del prodotto,
della concorrenza, degli obiettivi e delle strategie.
Altri aspetti del marketing strategico riguardano:
- La gestione della gamma dei prodotti offerti
- L’analisi del posizionamento competitivo e l’attrattività di mercato per ognuno dei prodotti
della gamma offerti
- La valutazione della concorrenza
- L’analisi della quattro strategie concorrenziali di base ovvero leadership dei costi,
differenziazione del prodotto, segmentazione di mercato e acquisizione
- La salvaguardia dell’immagine aziendale e l’utilizzo del marchio.
Il marketing operativo si occupa invece si gestire la forza di vendita, il controllo dei canali
distributivi e il marketing mix. È orientato al breve-medio periodo e consiste nel definire alcuni
aspetti più operativi come il posizionamento del prodotto, ovvero il modo in cui vogliamo che il
consumatore lo percepisca, e gli elementi del marketing mix ovvero il prodotto, il prezzo, la
promozione e la distribuzione.
Altre caratteristiche rilevanti nell’ambito del marketing operativo riguardano la comunicazione
pubblicitaria, la gestione della rete di vendita, il costumer relationship managemente (CRM) e il web
marketing.
Il CRM è un sistema manageriale volto ad individuare le modalità migliori per l’azienda di
consolidare la fedeltà dei loro clienti più profittevoli, riducendo i costi e incrementando le
interrelazioni, riuscendo a massimizzare i profitti. Le principali fasi da sviluppare sono:
- Identificazione dei clienti
- Analisi ed interpretazione delle informazioni raccolte
- Segmentazione dei clienti
- Offerta per i clienti più profittevoli
- Gestione della relazione
PRODOTTO
- esigenze della clientela
- caratteristiche
- caratteristiche del prodotto
corrente
PREZZO PROMOZIONE
- esigenze dei clienti - tipologie di messaggi
- sensibilità del cliente al marketing promozionali
prezzo mix
- canali
- prezzo concorrenza - promozione dei competitor
DISTRIBUZIONE
- luoghi - esigenze della 20
clientela
- identificazione migliori
canali distributivi
- distribuzione concorrenti
- Personalizzazione di prodotti e servizi
- Fidelizzazione del cliente
- Feedback
Il web marketing è l’insieme delle attività di marketing volte a utilizzare il canale web per studiare
il mercato e sviluppare i rapporti commerciali. Racchiude diverse attività tra le quali:
- Marketing promozionale on-line
- E-commerce
- Extranet con i clienti.
I servizi
I servizi rappresentano l’attività generatrice di valore predisposta al fine di fornire servizi post-
vendita alla clientela. L’assistenza post-vendita permette di preservare il rapporto fiduciario con
i clienti e di mantere una buona impressione dell’azienda e del brand. L’assistenza post-vendita è
una serie di attività progettate per aumentare il livello di soddisfazione del cliente. Esempi di servizi
post-vendita sono:
- Assistenza tecnica
- Addestramento
- Installazione del prodotto
- Riparazione del prodotto
- Regolazione del prodotto
- Fornitura di ricambi.
I vantaggi per l’impresa di un servizio post-vendita efficace sono:
- Maggior fiducia dei clienti
- Raccolta di informazioni dai clienti
- Riduzione dei contenziosi.
Attività di supporto
Le attività di supporto sono attività poste a sostegno delle attività primarie e in grado di contribuire
a una maggior specializzazione delle attività e dei processi. Si dividono in:
- Approvvigionamento
- Sviluppo della tecnologia o gestione dello sviluppo tecnologico
- Sviluppo delle risorse umane o gestione delle risorse umane
- Attività infrastrutturali.
Approvvigionamento
L’approvvigionamento si occupa dell’acquisizione di un bene, una materia prima, un prodotto o un
servizio acquistato da fornitori esterni. Prevede alcune fasi:
- Marketing d’acquisto, attività svolta dal buyer al fine di individuare i migliori
materiali/fattori produttivi e i migliori fornitori.
- Programmazione dei fabbisogni, per cui l’attività primaria di produzione definisce per
ogni singolo prodotto le quantità necessarie per la produzione dei diversi materiali e le
tempistiche. Deve tenere conto dei fabbisogni interni, dei tempi dei fornitori e dei livelli di
scorta già presenti.
- Selezione dei fornitori.
- Acquisto,
- Acquisto, attività tipica di acquisizione dei materiali e beni necessari al processo di
produzione.
L’attività di approvvigionamento deve anche controllare il livello delle scorte.
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- Il criterio dell’economicità, ovvero la differenza algebrica tra i flussi di cassa positivi
(ricavi conseguiti grazie all’investimento) e i flussi di cassa negativi (costi per l’acquisto
e per il funzionamento nel tempo dell’oggetto dell’investimento)
- Il criterio della reddittività, ovvero il recupero ottenuto nel tempo con il capitale
investito
- Il criterio della rapidità del rientro del capitale, ovvero la valutazione degli
investimenti in base alla rapidità di rientro del capitale sul tempo di recupero.
ROI=E/U
P=U/E
n
F
VAN: ∑ (i+1)t n −I 0
t =1
- Il tasso interno di rendimento TIR (internal rate of return IRR) tasso di rendimento
che consente di eguagliare i flussi di cassa in entrata scontati agli investimenti
n n
Ft In
IRR: ∑( n
=∑
( i+1 )n
t =1 i+ 1 ) t =1
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Quando è effettuata internamente viene gestita dal direttore delle risorse umane che si dovrà
occupare di:
- Raccogliere informazioni biografiche, educazionali e comportamentali dei candidati
- Affiancare le loro caratteristiche al profilo richiesto
- Prendere una decisione
- Comunicare la decisione ai candidati
L’analisi delle candidature comincia con l’analisi dei curriculum dei candidati, successivamente si
procede a colloquio con il responsabile della selezione e infine il colloquio con il responsabile che
lavorerà con la nuova risorsa.
Quando non viene svolta internamente ma esternalizzata, il lavoro di selezione del personale viene
effettuato da agenzie internali.
Il periodo di formazione del neo assunto può iniziare subito e probabilmente si estenderà all’intero
percorso lavorativo dell’individuo.
Le attività infrastrutturali
Sono le attività svolte dalla struttura aziendale ovvero dalla direzione e includono la direzione
generale, la direzione amministrativa e finanziaria, la pianificazione, la finanzia, l’amministrazione,
gli affari generali e legali e la gestione della qualità.
UTILE DI ESERCIZIO
TOTALE DARE TOTALE AVERE
Determinare la struttura del reddito equivale a formulare la seguente equazione nell’ipotesi in cui i
ricavi siano superiori ai costi
Cn+U=Cp
Nell’ambito dei componenti positivi di natura reddituale i ricavi esercitano un valore segnaletico
fondamentale in quanto risultano essere l’espressione del grado di preferenza e di soddisfazione
dimostrato dalla clientela e del grado di penetrazione dell’azienda sul mercato.
I ricavi costituiscono inoltre l’indicatore sintetico della capacità dell’azienda di consolidare la propria
posizione sul mercato e di saper sfruttare i trend del mercato e le fasi di crescita della domanda che
si verificano nell’ambito degli specifici settori industriali in cui le aziende si trovano ad operare.
I valori presenti nel Conto Economico e sintetizzati nel valore del reddito non devono però essere
valutati singolarmente ma è consigliato un confronto di natura temporale con i valori presenti nei
conti economici di esercizi precedenti e una comparazione di natura spaziale con i conti economici
di aziende operanti negli stessi settori economici in una logica di benchmarking.
SEZIONE SEZIONE
DARE AVERE
Elementi Elementi
attivi passivi
Capitale netto
TOTALE TOTALE AVERE
DARE
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Lo Stato Patrimoniale dimostra la correlazione esistente tra gli elementi attivi e passivi che
concorrono insieme alla determinazione del capitale di funzionamento in termini di investimenti dal
lato delle attività e di finanziamenti dal lato delle passività.
La valutazione del capitale di funzionamento è diversa dalla valutazione atomistica dei singoli
elementi patrimoniali dell’azienda dal momento che il totale degli elementi attivi sicuramente non
coincide con la sommatoria dei singoli elementi dell’attivo. La determinazione del capitale di
funzionamento è finalizzata ad individuare il contributo che ciascun elemento ha apportato alla
gestione dell’azienda in funzionamento e con prospettiva di continuità nel tempo mentre il valore di
scambio sul mercato dei singoli beni può essere utilizzato solo come parametro utile per supportare
un maggior rigore logico nella valutazione. La prospettiva corretta è quindi quella di valutare il
contributo che ciascun elemento considerato in combinazione con gli altri (n-1) è in grado di offrire
alla gestione complessiva dell’azienda in un’ottica sistemica.
Il capitale proprio o capitale netto emerge quindi da un processo valutativo che si ispira a criteri
e logiche di funzionamento piuttosto che di liquidazione.
Il capitale economico è espressione del valore dell’azienda concepito in funzione della redditività
prospettica dell’azienda e del rischio che caratterizza il funzionamento del complesso aziendale e
degli elementi che in genere non risultano adeguatamente rappresentati in bilancio. Il concetto di
capitale economico risulta quindi influenzato dalle prospettive di reddito future mentre il capitale di
funzionamento è un valore derivato dal processo di quantificazione del risultato economico di
esercizio, che esprime la sintesi del sistema delle rilevazioni contabili ispirate ai principi di
competenza e di prudenza piuttosto che a considerazioni di natura prospettica in merito
all’andamento reddituale.
Il capitale di funzionamento viene posizionato nello Stato Patrimoniale dove i singoli valori sono
espressione di dati stock che compongono il patrimonio aziendale in un determinato istante
temporale, mentre i valori presenti nel Conto Economico sono espressione di dati flusso relativi ad
un determinato arco temporale.
Ex. prendiamo in considerazione un’azienda di produzione. Per poter affermare che un dato ricavo
sia di competenza dell’esercizio è possibile effettuare la rilevazione contabile in differenti momenti
del ciclo produttivo. La competenza economica può sussistere sia nella fase iniziale ovvero al
momento in cui si ha la previsione della vendita mediante il ricevimento dell’ordine del cliente, sia
nella fase finale al momento della riscossione del prezzo di vendita. Nelle fasi intermedie come
la produzione, l’ottenimento del bene, la consegna, l’incasso del corrispettivo, il concetto di
competenza è sempre più presente fino al momento in cui non si verifica l’incasso monetario
effettivo.
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I ratei sono una voce contabile utilizzata per imputare all’esercizio in corso quote di ricavi/costi che
pur non avendo avuto manifestazione numeraria nell’esercizio sono di sua competenza. La
rilevazione contabile consentirà di integrare la contabilità con valori che devono essere
contabilizzati al fine di rendere la determinazione del reddito e del capitale conforme
all’applicazione del principio di competenza. I rateo rappresentano una rata ovvero una quota di
crediti (ratei attivi) e di debiti (ratei passivi) riferibile rispettivamente a quote di ricavi/costi di
competenza dell’esercizio, ma che provocheranno una variazione della liquidità solo nell’esercizio
successivo. Di conseguenza dovranno essere imputati a Stato Patrimoniale valori riferibili a conti
finanziari ovvero numerari in senso stretto e a Conto Economico valori riferibili a conti economici
di reddito.
I risconti sono costi/ricavi che pur manifestandosi nel corso dell’esercizio devono essere
parzialmente sospesi e rinviati all’esercizio futuro. Se si parla di risconti attivi si parla di
rimanenze di servizi ovvero di cui la manifestazione numeraria è già avvenuta ma la prestazione
di servizio non è ancora stata completamente ottenuta. La contabilizzazione avverrà mediante una
rettifica delle operazioni precedentemente rilevate in base al momento di manifestazione
numeraria dell’operazione.
Il principio di prudenza si basa sulla regola secondo la quale profitti non realizzati non devono
essere contabilizzati, mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente accertate, devono
essere imputate in bilancio. L’applicazione del principio di prudenza non deve causare una
riduzione del reddito e del patrimonio ma deve condurre ad una valutazione dei rischi e delle
incertezze che gravano sull’attività aziendale.
L’informativa di bilancio
L’esigenza di tenere a memoria le operazioni che avvenivano nelle aziende e nelle realtà produttive
risale alla fine del 300. Dalla nascita della partita doppia avvenuta in Italia con la pubblicazione
della Summa di Fra Luca Pacioli nel 1494 il documento principale in grado di offrire una valida
sintesi delle operazioni di business aziendale è il bilancio. Fin dalla metà del 900 il bilancio ha
assunto un ruolo centrale nell’ambito del sistema delle rilevazioni contabili svolgendo una funzione
di sintesi dei valori economici e finanziari generati dalla successione delle operazioni di gestione
avvenute nell’arco del periodo amministrativo.
Il bilancio indicato come sistema di valori rappresenta un sistema organizzato e affidabile di
informazioni che viene utilizzato non solo come comunicazione verso l’esterno ma anche come
strumento interno a vari livelli decisionali. Questa caratteristica di strumentalità informativa
consente di qualificare il bilancio come l’elemento indispensabile del sistema informativo aziendale.
Il bilancio riflette le stesse caratteristiche della contabilità sia in termini postivi che in termini
negativi: l’accezione maggiormente negativa ereditata riguarda il fatto che quando si parla di
questo report si fa riferimento a un documento espressione di dati e informazioni relativi a periodi
conclusi. Da ciò consegue che il bilancio non è in grado di fornire informazioni a carattere
prospettico (forward-looking) sulll’andamento futuro dell’azienda.
Altro limite scaturisce dal fatto che i valori contabili sono espressi in unità monetarie e non tutti gli
aspetti di un’azienda possono essere rappresentati in questo modo.
Per quanto riguarda lo Stato Patrimoniale il Codice Civile regolamenta la struttura e lo schema
prevedendo una forma a due sezioni divise e contrapposte per attività e passività dove le varie
voci contabili vengono riepilogate in vari livelli di articolazione identificati da lettere alfabetiche,
numeri romani e numeri arabi.
La prima voce classe A riguarda i crediti verso soci per quanto riguarda la sottoscrizione di quote di
capitale sia in fase di costruzione che di aumento successivo per le quali non è stato ancora
effettuato il conferimento. Le classi B e C riguardano le Immobilizzazioni e l’Attivo Circolante. Nelle
Immobilizzazioni vengono accolte le voci contabili che si riferiscono a beni caratterizzati da un uso
durevole (anno amministrativo.
Per quanto riguarda la Passività le voci sono state elencate in base al criterio della natura delle fonti
di finanziamento in cui la prima classe riguarda il Patrimonio Netto, ovvero le risorse finanziarie
apportate a titolo di capitale di rischio mentre le altre fanno riferimento prevalentemente al capitale
attinto da terzi finanziatori.
L’OIC 12 ha riportato alcune modifiche riguardo allo Stato Patrimoniale:
- Eliminazione di due voci contabili incluse nelle immobilizzazioni immateriali, i costi di
ricerca e i costi di pubblicità
- Inserimento di una nuova voce contabile, gli strumenti derivati attivi e passivi
- L’eliminazione dell’aggio e del disaggio di emissione relativo all’emissione del prestito
obbligazionario.
Attivo Passivo
A) Credito verso soci per versamenti ancora A) Patrimonio netto
dovuti con separata indicazione della parte I. Capitale sociale
già richiamata II. Riserva da sovrapprezzo azioni
B) Immobilizzazioni con separata indicazione di III. Riserva di rivalutazione
quelle concesse in locazione finanziaria IV. Riserva legale
C) Attivo circolante V. Riserve statuarie
D) Ratei e risconti VI. Altre riserve, distintamente
indicate
VII. Riserva per operazioni di
copertura dei flussi finanziari
attesi
VIII. Utile portati a nuovo
IX. Utile dell’esercizio
X. Riserva negativa per azioni
proprie in portafoglio
B) Fondi per rischi e oneri
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro
subordinato
D) Debiti con separata indicazione degli
importi esigibili oltre l’esercizio successivo
E) Ratei e risconti
In merito al Conto Economico i componenti sono rappresentati dai costi e dai ricavi ovvero dai
componenti reddituali di natura negativa e positiva. La forma adottata dal nostro ordinamento
contabile è scalare. Ciò implica che le voci sono elencate in base a due livelli, in cui il primo è
identificato dalla lettera A e qualifica i componenti positivi di reddito distinti in cinque classi, mentre
il secondo livello è identificato dalla lettera B e accoglie i relativi costi ovvero i componenti negativi
di reddito suddivisi in base ad una classificazione per natura dove il costo viene riepilogato in base
alla natura del bene o del servizio a cui si riferisce.
La differenza A-B rappresenta un primo indicatore di natura reddituale di come si sia svolta la
gestione aziendale nell’arco temporale considerato, in termini di risultato operativo globale.
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La voce C individua i componenti reddituali relativi alla gestione dei finanziamenti e delle attività
finanziarie a utili/perdite relative a cambi di valuta.
La voce D rappresenta i componenti reddituali attinenti a rettifiche di valore intervenute in
riferimento ad attività finanziarie in termini di rivalutazioni e svalutazioni, applicate in riferimento ai
criteri di valutazione indicati dal legislatore. Quindi le voci C e D esprimono il risultato reddituale
relativo alla gestione dei finanziamenti e delle attività finanziarie condotte dall’azienda.
La classe E chiamata area straordinaria è stata eliminata a seguito dell’OIC 12. Includeva
componenti straordinari di reddito ovvero costi e ricavi non attinenti alla gestione ordinaria
dell’azienda.
Dalla lettura dei dati riclassificati di stato patrimoniale è possibile introdurre un’analisi degli
investimenti e finanziamenti che si può focalizzare su
- Destinazione economica
- Pertinenza gestionale
- Liquidità ed esigibilità
- Criterio finanziario e onerosità dei finanziamenti
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Sottraendo dal MOL il costo degli ammortamenti, accantonamenti, svalutazioni e gli oneri diversi
digestione interni, si ottiene il reddito operativo. Dal risultato operativo si giunge al risultato
d’esercizio sommando algebricamente il risultato della gestione finanziaria e straordinaria e le
imposte di competenza dell’esercizio.
attivo immobilizzazioni
capitale investito
Un valore attorno a 0,5 esprime una posizione di equilibrio. Valori più vicini a 1 evidenziano una
maggior rigidità aziendale e valori più vicini allo 0 manifestano una più elevata flessibilità
aziendale.
attivo corrente
capitale investito
Un valore attorno a 0,5 esprime una posizione di equilibrio. Valori più vicini all’1 evidenziano una
maggiore flessibilità dell’azienda mentre valori più vicini allo 0 indicano una più elevata rigidità.
capitale permanente
totale delle fonti
Un indice superiore a 0,4 mostra una buona condizione di equilibrio. La situazione aziendale è tanto
migliore quanto l’indice tende a 1 e l’elasticità del capitale di terzi tende a 0.
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capitale diterzi
totale delle fonti
L’azienda risulta in equilibrio quando l’indice tende a 0,5 ovvero metà delle fonti proviene da terzi e
metà dai soci o da autofinanziamento aziendale.
patrimonio netto
attivo immobilizzato
Un valore superiore a 0,5 rappresenta un buon punto di equilibrio. Un indice vicino a 1 o superiore
rappresenta una struttura solida.
capitale permanente
attivo immobilizzato
Deve essere superiore a 1 per esprimere un buon equilibrio. Se è inferiore a 1 evidenzia una
situazione critica.
patrimonio netto
capitale sociale
È in equilibrio se superiore a 1. Un indice inferiore a 1 indica che vi sono perdite che hanno eroso il
capitale sociale aziendale. Un indice superiore a 1 evidenzia una buona capacità aziendale di
trattenere gli utili conseguiti aumentando l’autofinanziamento e la solidità aziendale.
patrimonio netto
totale delle fonti
L’azienda risulta in equilibrio quando l’indice tende a 0,5 ovvero metà delle fonti proviene da terzi e
metà dai soci o da autofinanziamento aziendale. Più l’indice tende a 1 maggiore è il grado di libertà
dell’azienda dai vincoli di investimento imposti dai finanziatori di fondi a titolo di debito.
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Esprime l’evidenza a valore della copertura della passività di breve termine con le liquidità
aziendali disponibili a breve termine. La posizione di equilibrio richiede un margine >0 o non
negativo.
- Margine di struttura
Evidenzia la possibilità dell’azienda di far fronte con il proprio attivo a breve termine alle
passività a breve termine. La posizione di equilibrio richiede un margine >0 o non negativo.
Un margine <0 rileverebbe un allarme criticità in quanto si evidenzierebbe un’incapacità
dell’azienda di far fronte rapidamente con il proprio attivo corrente ai debiti di breve
periodo.
liquidità immediate
passivo corrente
Sebbene, per essere in equilibrio, questo indice debba essere maggiore di 1, difficilmente si
troveranno casi in cui le liquidità immediate possono coprire le passività a breve termine
aziendali. Per questo l’azienda non è detto che esprima criticità soprattutto se l’indice di
liquidità è positivo.
- Indice di disponibilità
attivo corrente
passivo corrente
Indica la possibilità dell’azienda di far fronte ai debiti a breve termine con tutto il suo attivo
corrente. Il punto di equilibrio è raggiunto quando l’indice è superiore a 1. Se è inferiore a 1
si manifestano le stesse criticità del capitale circolante netto negativo.
- Grado di indebitamento
totale attivo
patrimonio netto
Rappresenta in quale misura gli impieghi siano stati finanziati con il patrimonio netto. Per
essere in equilibrio deve essere pari o inferiore a 2 ovvero a fronte di un investimento di 2,
almeno 1 deve essere finanziato con capitale proprio.
fatturato totale
totale attivo medio
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Consente di esprimere un giudizio sull’efficienza finanziaria ovvero la capacità di gestire in
modo efficace l’attivo totale piuttosto che l’attivo corrente. Il fatturato totale sono i ricavi
comprensivi di IVA mentre il totale attivo medio è dato da
consumi
magazzino medio
Indica quante volte il magazzino ruota a causa delle vendite. Può essere calcolato sia per le
materia prime, sia per le merci, sia per i prodotti finiti.
I consumi sono calcolabili come acquisti +/- variazione rimanenze mentre il magazzino
medio è calcolabile come (rimanenze iniziali + rimanenze finali)/2.
Un valore auspicabile è almeno pari a 1.
- Indice di durata dei crediti
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aziendale. Infatti, a parità di risultato d’esercizio, aziende con alto grado di
patrimonializzazione hanno un RoE inferiore rispetto ad aziende maggiormente indebitate.
Per determinare se il RoE sia soddisfacente è necessario rapportarlo alla redditività di un
investimento a rischio zero aumentata del rischio imprenditoriale.
RI 0
Ro E s=
1−r
RoES = RoE per soddisfare il socio
RI0 = rendimento di un investimento a rischio 0
r = misura percentuale del rischio imprenditoriale
reddito operativo
capitaleinvestito (totale attivo)
Esprime la redditività operativa aziendale ovvero la redditività operativa rapportata agli
investimenti effettuati.
- RoS (return on sales)
redditooperativo
ricavi di vendita
Esprime il margine percentuale per ogni unità di prodotto/servizio venduta.
- Grado di incidenza extragestione
La determinazione delle fonti di finanziamento e degli impieghi di liquidità non sempre rappresenta
un effettivo movimento di flussi di fondi, ma sono variazioni dovute alle tecniche contabili
sottostanti o alla rappresentazione in bilancio del valore della voce dell’attivo o del passivo di stato
patrimoniale. Sono pertanto inquadrabili nelle operazioni di no-funds transactions ovvero
operazioni che generano delle fonti e degli impieghi di capitale che non movimentano flussi di
cassa. Per le variazioni di alcune voci di bilancio si deve quindi prestare attenzione affinchè siano
depurate dalle no-funds transactions.
Alcune delle principali voci interessate dalle rettifiche alle variazioni grezze sono:
- Rivalutazioni e svalutazione di immobilizzazione che alterano la variazione dei beni
immobilizzati
- Vendite di immobilizzazioni
- Utilizzi e accantonamenti dei fondi di svalutazione
- Utilizzi e accantonamenti del trattamento di fine rapporto dei dipendenti
- Trattamento contabile dell’utile dell’esercizio precedente
- Incrementi di voci di patrimonio netto senza apporti di denaro fresco
Al termine delle operazioni di determinazione delle variazioni dei fondi e aver calcolato le fonti e gli
impieghi totali netti, è possibile redigere il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità (cash
flow statement).
Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità (RF) o cash flow statement focalizza
l’attenzione sui flussi di cassa ovvero sulle entrate e sulle uscite, cercando di identificarne le
causalità economiche o finanziarie.
Può essere predisposto secondo una metodologia analitica o una metodologia sintetica.
La metodologia analitica richiede di ricostruire il cash flow statement partendo dai ricavi e dai
costi monetari e determinandone le variazioni nei crediti e nei debiti correlati. Questo consente di
avere esposti nel RF i valori relativi ai ricavi incassati e ai costi pagati, con determinazione finale
delle disponibilità liquide generate (cash flow positivo) o consumate (cash flow negativo).
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La sua determinazione consente di avere i valori di entrata/uscita correlati. Nell’applicazione
effettiva si riscontrano notevoli difficoltà tecniche e di conseguenza è raramente applicato.
La metodologia sintetica perde l’informazione della natura economica del flusso finanziario e
mantiene la natura finanziaria delle fonti e degli impieghi:
Fonti:
- Fonti di liquidità generate dalla gestione reddituale
- Realizzi (vendite) di investimenti
- Assunzione di finanziamenti passivi
- Incasso di finanziamenti attivi
- Aumenti di capitale proprio
Impieghi:
- Investimenti
- Rimborsi di finanziamenti passivi
- Concessione di finanziamenti attivi
- Diminuzione di capitale proprio
Nell’ultima parte dello schema di RF vengono indicati i valori delle disponibilità di cassa e banca
di inizio e fine esercizio, oltre a determinare il saldo algebrico tra le fonti di liquidità e gli impieghi di
liquidità. La differenza tra le fonti di liquidità e gli impieghi di liquidità rappresenta la creazione o
distruzione di liquidità che si è operata in azienda nell’esercizio.
Se si strutturano le cosi della posizione finanziaria netta a breve come segue:
- + saldo (+/-) di cassa, banca, posto al netto dei c/c bancari passivi, a inizio esercizio
- +/- la differenza tra fondi e impieghi
- = saldo (+/-) di cassa, banca, posto al netto dei c/c bancari passivi a fine esercizio
si otterrà il valore finale della posizione finanziaria netta a breve che deve essere pari a quanto
risulta dalla contabilità aziendale e alle corrispondenti voci riportate del bilancio d’esercizio.
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