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L’assetto istituzionale
Fa riferimento all’insieme dei soggetti primari per i quali l’attività aziendale esiste, agli interessi di cui essi
sono portatori e dei contributi che essi apportano ma anche alle regole del gioco per mantenere in
equilibrio le relazioni che derivano tra diversi soggetti e aspettative reciproche.
Per ogni azienda è identificabile un insieme ampio di persone con interessi di varia natura e di varia
criticità. Queste persone sono definite soggetti portatori di interesse o stakeholders.
Gli interessi hanno una duplice natura:
- Economica
- Non economica
Gli interessi possono far riferimento a soggetti diversi. In relazione ai diversi interessi si distinguono due casi:
- L’insieme dei soggetti portatori di interessi economici e non per i quali l’attività dell’istituto viene
messa in atto per soddisfare i loro interessi. Per la famiglia e le istituzioni non profit sono le persone
e i membri costitutivi, per le amministrazioni pubbliche sono tutti i cittadini, per l’impresa sono i
soci conferenti capitale-risparmio. I loro interessi hanno quindi natura istituzionale e sono definiti
soggetti di istituto. Ad essi spettano le responsabilità massime di governo.
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- L’insieme dei soggetti portatori di interessi rilevanti ma privi del carattere istituzionale e che quindi
possono essere definiti come soggetti esterni all’istituto. Prendendo in considerazione l’attività
d’impresa, sono soggetti portatori di interessi non istituzionali la collettività in senso lato, i clienti, i
fornitori e gli stessi concorrenti nei confronti della stessa.
Un sottoinsieme particolare di persone appartenenti al soggetto di istituto assume la qualifica di soggetto
economico, che è composto dalle persone che sono principalmente interessate al fatto che l’azienda
esista e prosperi, perché da questa condizione dipende totalmente la capacità di soddisfare i propri
bisogni economici. Il soggetto economico e il soggetto di istituto coincidono quando tutti i membri
dell’istituto portano sia interessi economici sia non economici istituzionali nelle famiglie, nelle imprese,
nelle amministrazioni pubbliche. Nella famiglia sono membri del soggetto economico tutti i membri che
la compongono; nelle imprese sono membri del soggetto economico i conferenti di capitale proprio e i
prestatori di lavoro; nelle amministrazioni pubbliche sono membri del soggetto economico tutti i membri
della collettività politico-amministrativa e i prestatori di lavoro. In alcuni istituti non profit manca un
soggetto economico in senso proprio.
Da ciò discende che tutti e soltanto i membri del soggetto economico hanno la responsabilità di
esercitare il governo economico dell’azienda ovvero le scelte fondamentali che riguardano lo sviluppo
della struttura aziendale nel tempo. Governare vuol dire:
- decidere l’oggetto della gestione,
- la struttura degli organi rappresentativi del soggetto economico
- le modalità di nomina dei loro componenti,
- le modalità di funzionamento degli organi di governo economico,
- la grandezza del capitale proprio,
- le forme di remunerazione del capitale proprio e del lavoro,
- le politiche di gestione,
- le variazioni della struttura aziendale,
- l’estinzione dell’azienda.
Accade che un insieme ristretto di persone, interne o esterne all’azienda, esercitino per propri fini le
prerogative spettanti solo ai membri del soggetto economico, dando luogo ad un soggetto economico
improprio. Questa situazione può portare al perseguimento di interessi particolari a danno degli interessi
unitari e pregiudicare lo sviluppo aziendale.
Spesso, specie nelle imprese e negli istituti pubblici territoriali, i membri del soggetto economico sono molti
e per questo motivo non possono partecipare tutti all’esercizio del governo economico. Nascono così
dei gravi problemi per l’individuazione delle modalità idonee a garantire il contemperamento degli
interessi dei vari membri del soggetto economico. Questi problemi fanno riferimento alla governance
aziendale oppure, nel caso delle imprese, alla corporate governance. Nell’esercizio del governo
economico si ricorre ad una varietà di configurazioni di strutture istituzionali. Nelle aziende composte
pubbliche tale aspetto fa riferimento al configurarsi delle funzioni e del trasferimento di risorse tra diversi
livelli di governo e ai rapporti e alle regole che definiscono tra Assemblee elettive di rappresentanza e
Assemblee elettive-esecutive. Tali relazioni condizionano lo spazio di azione e gli interessi su ciascuna
azienda pubblica.
Lo studio della natura degli elementi (persone, strumenti, risorse) e delle relazioni che lo compongono
aiuta alla comprensione dei problemi legati al suo governo. L’approccio sistemico mette in evidenza
come esistano relazioni di causa-effetto e relazioni di complementarietà caratterizzate dal fatto che i
soggetti entrano in relazione per concorrere ai risultati del sistema. Ciò che entra nell’azienda-sistema
non è solo una certa quantità di risorse ma è anche un insieme di condizioni di contesto, di aspettative,
di pressioni e di valori sociali. Quindi l’azienda contribuisce a sua volta a influenzare l’ambiente di
riferimento. Inoltre è da considerare la centralità della persona.
Conseguenze dell’approccio sistemico:
- Le diverse persone e le diverse attività possono essere analizzate isolatamente o per sotto-sistemi
ma devono sempre essere messe in relazione con il contesto specifico in cui sono inserite e con
i fini istituzionali.
- La specificità di ogni azienda si manifesta nell’impossibilità di uniformare e standardizzare gli
elementi in ingresso del sistema, al fine di garantire il raggiungimento di particolari risultati da
parte dell’azienda.
- Raggiungimento effettivo dei fini aziendali, che è subordinato alle caratteristiche delle persone
in azienda e ai relativi comportamenti.
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L’ambiente e le influenze sull’azienda
Le decisioni economiche dell’azienda e i relativi risultati sono influenzate dall’insieme delle condizioni e
dei fenomeni presenti nell’ambiente esterno di riferimento. Per tale motivo l’economia aziendale studia
anche l’ambiente degli istituti e le relazioni di influenza reciproca tra istituti e ambiente.
Le condizioni di ambiente che influenzano le aziende sono riconducibili alle variabili:
- Politiche e istituzionali
- Sociali e culturali
- Economiche
- Tecnologiche
Molti fattori esterni non sono influenzabili dall’azienda e rappresentano quindi dei vincoli rispetto alle
scelte aziendali. Per esempio le normative in materia di inquinamento ambientale definite dalle
amministrazioni pubbliche per regolare l’attività delle imprese rappresentano un vincolo esterno alle
decisioni del management. Tale vincolo aumenta i costi di produzione per l’utilizzo di particolari
tecnologie e processi non inquinanti, controlli interni per la riduzione dei rischi, ecc. Tuttavia le condizioni
esterne possono rappresentare delle opportunità e consentire lo sviluppo dell’attività aziendale e il
successo nel raggiungimento dei fini. Se prendiamo in considerazione l’impresa, l’adozione di una nuova
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Nell’ambito dell’ambiente economico si individuano i settori e i mercati, la domanda e l’offerta di lavoro,
di beni e capitali, le politiche economiche e finanziarie attuate dalle amministrazioni pubbliche.
I mercati sono composti dall’insieme delle negoziazioni omogenee di approvvigionamento e cessione di
beni e/o capitali da parte delle singole aziende.
Il settore è un insieme di aziende che operano negli stessi mercati con processi economici simili e legate
da intense e dinamiche relazioni di concorrenza o di altro tipo. Il settore condiziona i comportamenti
aziendali e i risultati economici. I settori si classificano in settore primario, settore secondario, settore
terziario e settore terziario avanzato.
Questo insieme di svariate condizioni e manifestazioni del modo di operare di singole aziende o di insiemi
di aziende può essere indagato prendendo come riferimento diversi ambiti:
- La struttura giuridica formale
dell’azienda
- La singola azienda nel suo
complesso o una parte di essa
- I settori e i mercati
- I gruppi e gli aggregati di aziende.
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- Finalità istituzionali le imprese sono incaricate di realizzare valore economico per remunerare
le condizioni di produzione; le amministrazioni pubbliche sono incaricate di realizzare valore
extraeconomico da raggiungere conseguendo le funzioni pubbliche assegnate loro dalla
società.
- Soggetto economico il soggetto economico di impresa sono i portatori delle condizioni di
produzione che trovano nell’attività di impresa una convergenza di interessi; il soggetto
economico delle amministrazioni pubbliche è la collettività.
- Funzioni-obiettivo per l’impresa le funzioni convergono nella realizzazione del successo
economico; le amministrazioni pubbliche devono ottenere consenso senza perdere credibilità,
producendo valore sociale senza trascurare gli interessi generali. Questa molteplicità di funzioni-
obiettivo implica la necessità di utilizzare modalità di azione fondate sulla coesistenza di interessi
particolari che ostacolano l’adozione di una pura razionalità economica.
- Effetto di ritorno l’impresa concentra nel successo economico la sua fonte di sopravvivenza;
le amministrazioni pubbliche devono ottenere consenso e credibilità dalla collettività, il che
implica la promozione degli interessi generali disomogenei e divergenti.
La scelta legata all’evoluzione del ruolo e delle funzioni delle amministrazioni pubbliche è stata quella di
rivalutare il ruolo e il peso dei soggetti economici privati nella realizzazione delle funzioni istituzionali.
Questo ha condotto a:
- Esternalizzazione di alcuni servizi. Esternalizzare conferire ad una società esterna la produzione
di un proprio prodotto o la fornitura di un servizio.
- Privatizzazione formale e sostanziale trasformazione della società di capitali delle unità
aziendali che si occupavano della produzione di servizi pubblici con eventuale entrata di
soggetti privati nel capitale e nella gestione
- Ritorno di alcuni settori alla logica di mercato che viene regolato dai soggetti pubblici per
assicurare la garanzia degli interessi pubblici
- Sviluppo di una capacità di interazione per la promozione dello sviluppo economico sociale.
In generale questo processo ha portato alla revisione delle modalità di relazione tra soggetti pubblici e
privati. Nascono forme contrattuali (esternalizzazione), nuove forme organizzative miste tra pubblico e
privato (società miste), nuove forme di programmazione negoziata (piani strategici per lo sviluppo).
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- Motivazioni dell’apporto del lavoro nelle aziende non profit la condizione di produzione di
autoregolamenta e trova la propria remunerazione nel suo svolgimento in quanto fine a se stesso;
nelle aziende profit lo svolgimento è il mezzo per soddisfare bisogni di reddito o di altro genere.
- Struttura dei costi nelle aziende non profit è molto più flessibile.
- Contenuto dello scambio con l’ambiente esterno nelle aziende non profit lo scambio è
condizione di esternalizzazione dell’utilità creata da soggetti che autonomamente intervengono
sui bisogni altrui; nelle aziende profit lo scambio è condizione di internalizzazione delle utilità
create da condizioni esterne.
- Patrimonio nelle aziende non profit non esiste il concetto di patrimonio.
- Fonti di finanziamento le aziende non profit sono finanziate dalla collettività e da enti pubblici
coerentemente con la natura di pubblica utilità delle funzioni svolte.
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CAP. 2 – LE COMBINAZIONI ECONOMICHE
Accadimenti e azioni
Le combinazioni economiche sono gruppi di accadimenti ovvero rappresentano azioni e fenomeni svolti
dalle persone che partecipano all’azienda. Gli accadimenti sono i fenomeni elementari dell’attività
economica di azienda. Essi rappresentano le unità più piccole in cui scomporre e analizzare le
combinazioni pianificate e promosse dal soggetto economico. Gli accadimenti variano a seconda dei
diversi settori economici, delle diverse aziende, della volontà o dell’azione degli organi di azienda o delle
differenze ambientali.
Esempi di accadimenti: scrivere una fattura, assemblare un componente, analizzare dei dati.
Le operazioni economiche
Una categoria di accadimenti è
OPERAZIONI
rappresentata dalle operazioni.
L’attività economica di un’impresa si
articola in operazioni elementari.
L’operazione è OPERAZIONI DI OPERAZIONI DI un’unità relativa
che può essere GESTIONE EXTRA-GESTIONE composta da
più azioni elementari strettamente
collegate. L’operazione è
quindi la più piccola OPERAZIONI DI SCAMBI parte che si
dovrà analizzare per GESTIONE MONETARI O IN giungere
all’analisi dell’intero INTERNA NATURA sistema
economico- aziendale.
Il sistema delle operazioni è il sistema delle attività o azioni svolte dalle persone che compongono
l’organismo personale d’azienda.
Esempi di operazioni sono le operazioni di acquisto, vendita, negoziazione di un prestito.
Le operazioni possono essere classificate in modalità differenti.
Secondo Zappa le operazioni si dividono in atti di scambio e atti di gestione interna. Gli scambi possono
essere frutto di operazioni di gestione o extra-gestione. Gli atti di gestione interna sono i fatti che non
hanno manifestazione diretta in operazioni di scambio.
Processi aziendali
Processo insieme di più operazioni della stessa specie e/o con medesimo oggetto.
I processi aziendali devono avere tre caratteristiche:
1. Relazioni temporali tra attività che devono seguire un preciso ordine di accadimento
2. Relazioni di complementarietà tra attività che concorrono al medesimo fine
3. Relazioni di uniformità tra attività che soddisfano un requisito comune.
Se i processi sono della stessa specie, ovvero godono del criterio di uniformità tecnica, essi trovano
completa attuazione all’interno di una singola funzione o coordinazione parziale. Alcuni processi, però,
non vengo svolti completamente in una singola funzione ma sono cross-funzionali in quanto attraversano
più funzioni. Questi processi sono molto importanti per l’impresa perché sono in grado di creare maggior
valore rispetto alla somma delle singole azioni che li compongono in capo alle diverse funzioni.
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Attività aziendali e attività generatrici di valore
Secondo Johnson e Kaplan con il termine attività si identificano classi di operazioni svolte secondo una
successione e inquadrate in una logica fornitore/cliente.
Porter realizza una delle più importanti classificazioni di attività. Egli identifica nell’ambito dell’analisi della
strategia competitiva e della catena del valore le attività generatrici di valore.
Per Porter ogni azienda è un insieme di attività che vengono svolte per progettare, produrre, vendere,
consegnare e assistere i suoi prodotti. Secondo questa definizione, quindi, le attività possono essere sia
gruppi di operazioni sia singole operazioni o azioni.
Porter sottolinea che ci sono attività identificate come generatrici di valore che si presentano come
tecnologicamente e strategicamente distinte. Quando si compete in un qualsiasi settore industriale sono
coinvolte nove categorie generiche di attività divise in cinque attività primarie e quattro attività di
supporto.
Le cinque attività primarie sono:
- Logistica interna ovvero gestione del magazzino di input. Le attività comprese in essa
riguardano il rifornimento di materie prime, parti, componenti, semilavorati e la gestione e il
controllo dei magazzini e la programmazione e gestione dei trasporti.
- Produzione/operations comprende la produzione in officina, i processi di assemblaggio, la
manutenzione dei macchinari, il collaudo, la stampa e la gestione degli impianti.
- Logistica esterna comprende l’immagazzinamento e la distribuzione fisica dei prodotti finiti, la
gestione dei vettori di consegna, l’elaborazione degli ordini, la programmazione delle spedizioni.
- Marketing e vendite comprende la gestione della forza di vendita, il controllo dei canali
distributivi, la pubblicità, la promozione e la determinazione dei prezzi.
- Servizi attività di fornitura di servizi per migliorare o mantenere il valore del prodotto.
Le attività di supporto sono:
- Approvvigionamento attività di acquisto delle materie prime, dei ricambi e di altri materiali
consumabili oltre che beni a lento ciclo di utilizzo come macchinari, impianti, macchine per
ufficio e fabbricati.
- Sviluppo della tecnologia attività di sviluppo e di gestione del patrimonio tecnologico
aziendale.
- Gestione delle risorse umane attività come la ricerca, il reclutamento e la selezione del
personale, l’addestramento e la formazione, lo sviluppo delle politiche retributive e la mobilità di
tutti i tipi di personale.
- Attività infrastrutturali attività quali la direzione generale, la pianificazione, l’amministrazione,
la finanza, le pubbliche relazioni con enti e la gestione della qualità.
Ogni attività generatrice di valore è composta da altre attività che possono essere di tipo diretto, indiretto
o di assicurazione della qualità. Tali attività sono presenti in tutte le nove attività generatrici.
Nell’ambito dello sviluppo della tecnologia, per esempio, i gruppi di lavoro nel laboratorio sono attività
diretta,
l’amministrazione della ricerca
attività indiretta e l’ispezione e il
collaudo del nuovo prodotto
sono assicurazione della qualità.
Funzioni aziendali
Funzione attività determinata
da mansioni specifiche
connesse a una carica, a un
ufficio, a un reparto. Nell’analisi
per funzioni si aggregano
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una serie di operazioni omogenee, assegnandole a soggetti o gruppi di soggetti, dotati di risorse per il
loro completamento.
Una delle modalità per aggregare le operazioni aziendali è l’approccio per aree funzionali. Con questo
approccio si identificano i sottosistemi operativi in base all’omogeneità delle operazioni da un punto di
vista tecnico e di conoscenza/competenza degli operatori che se ne occupano.
Marchi classifica le funzioni in:
- Funzioni operative caratteristiche sono direttamente rivolte al perseguimento degli obiettivi
della gestione aziendale. Si dividono in:
- Ricerca e sviluppo
- Marketing e vendite
- Produzione e approvvigionamenti
- Funzioni ausiliarie o integrative o di supporto fondamentali come ausilio alle operazioni
caratteristiche e come strumento di governo aziendale. Si dividono in:
- Finanza
- Gestione delle risorse umane
- Amministrazione e sistemi informativi
- Pianificazione e controllo.
Questa prima classificazione ha il fine di aggregare operazioni aziendali o processi al fine di identificare
una serie di soggetti o gruppi che svolgono la propria mansione all’interno dell’impresa perseguendo
determinati compiti e responsabilità.
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- Il processo di approvvigionamento gestione degli ordini dei fornitori e gestione contabile delle
fatture d’acquisto
- Il processo di vendita e commerciale gestione degli ordini e gestione contabile delle fatture
di vendita
- Il processo di acquisizione o utilizzo del fattore lavoro predisposizione della documentazione
del rapporto di lavoro e gestione contabile dei costi riferiti alle risorse umane.
Obiettivo prefissato:
- Processo insieme di azioni volte ad ottenere un determinato scopo
- Funzione insieme di attività uguali per natura
Confrontando queste due definizioni è chiaro come all’interno dei processi ci sia omogeneità di fine
rispetto all’output da realizzare. Cosa che manca nelle funzioni. La maggior parte delle attività/azioni
aggregate in funzioni sono volte a:
- Migliorare l’efficienza aziendale attraverso una riduzione dei costi e dei tempi di produzione
- Aumentare la specializzazione dei compiti attraverso una precisa ripartizione degli stesso con
l’obiettivo di incrementare il coordinamento e la programmazione delle attività/operazioni
aziendali.
Nell’evoluzione della dottrina economica sono stati preferiti i processi alle funzioni. I principali benefici
che si hanno aggregando le operazioni/azioni per processi sono:
- Maggior rapidità nelle modifiche in base alle esigenze della clientela
- Riduzione dei livelli gerarchici dati dalle funzioni
- Maggior coordinamento e pianificazione grazie alla collaborazione orizzontale di più unità
funzionali.
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La gestione caratteristica è composta dall’insieme delle operazioni di gestione che identificano la
funzione economico-tecnica tipica di ciascuna azienda. Risultato della gestione caratteristica è il reddito
operativo ovvero la differenza tra i ricavi ottenuti a fronte della vendita di beni o servizi oggetto
dell’attività dell’azienda e i costi sostenuti per realizzarli.
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La gestione tributaria consiste nelle attività di accertamento e di liquidazione dei tributi.
Le operazioni di investimento sono costituite dalle attività di acquisizione delle immobilizzazioni materiali,
immateriali e finanziarie, delle materie e merci e delle prestazioni di lavoro. Gli investimenti si possono
dividere in:
- Investimenti tecnici, rappresentati dall’acquisizione di fattori a lento ciclo di utilizzo (terreni,
fabbricati…) e fattori a veloce ciclo di utilizzo (materie prime, materiali di consumo)
- Investimenti finanziari, rappresentati dall’acquisizione di titoli, obbligazioni, crediti e
partecipazioni in altre società.
È possibile effettuare operazioni di investimento solo grazie ai finanziamenti posseduti. L’acquisto di fattori
produttivi è possibile con la concessione di mezzi monetari ottenuti dai finanziamenti oppure pagamenti
successivi ai fornitori, facendo nascere debiti commerciali.
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Le operazioni di trasformazione sono operazioni di gestione interna, ovvero vengono compiute
internamente all’azienda senza scambi di denaro o in natura con terzi. Tali operazioni non generano flussi
economici né finanziari con l’ambiente esterno. Le operazioni si trasformazione consistono nella modifica
di materie prime e semilavorati all’interno delle varie fasi del processo di produzione, al fine di ottenere il
prodotto finito da porre sul mercato.
Le operazioni di rimborso e remunerazione si dividono in quattro azioni principali che riguardano due
figure di finanziatori differenti: i soci (conferenti di capitale-risparmio) e i terzi. È necessario parlare di:
- Remunerazione dei soci è rappresentata dall’utile. È necessario, perché si possa procedere
alla remunerazione dei soci, che si ottenga un risultato economico positivo. Nel caso in cui il
risultato economico non fosse positivo non sarà possibile pagare il dividendo al socio ovvero la
sua parte di utile.
- Remunerazione dei terzi è rappresentata dagli interessi. I terzi prestano denaro alle aziende al
fine di ottenerne in cambio quantità maggiori.
- Rimborso ai soci è rappresentato dalla restituzione del suo finanziamento ovvero della quota
apportata per contribuire al finanziamento dell’azienda.
- Rimborso ai terzi è rappresentato dalla restituzione del finanziamento, ovvero del mutuo nel
caso di un istituto bancario.
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Le operazioni di costituzione sono le operazioni che vengono effettuate all’inizio della vita di un’azienda.
Sono le operazioni di finanziamento inziali volte alla costituzione del capitale sociale, in grado di fornire
all’azienda i mezzi monetari e finanziari iniziali per poter svolgere le operazioni di gestione.
Esistono poi delle operazioni definite straordinarie che si possono verificare più volte o mai all’interno di
un’impresa. Queste sono:
- La trasformazione giuridica riguarda la trasformazione di un’impresa da una forma giuridica
ad un’altra
- La fusione unione tra due o più imprese in una sola
- La scissione aziendale la divisione di un’unica azienda in due o più imprese.
Operazioni di organizzazione
Le operazioni di organizzazione riguardano l’assetto organizzativo e l’organismo personale. Includono
processi di ricerca, di selezione, di addestramento e formazione del personale…
Operazioni di rilevazione
Le operazioni di rilevazione hanno per oggetto la produzione, la trasformazione e la rilevazione dei dati
e delle informazioni che alimentano il sistema conoscitivo aziendale. Le finalità di queste operazioni sono
la predisposizione di dati e di informazioni destinati alle persone che operano all’interno dell’impresa e
alle persone e agli istituti che portano interessi nei confronti dell’impresa.
Operazioni di rivalutazione
Le operazioni di rivalutazione rappresentano valutazioni di componenti del capitale di funzionamento
dell’azienda in momenti di manifestazione di fenomeni che fanno cambiare il significato dei dati e delle
informazioni presenti in azienda.
Attività primarie
Le attività primarie riguardano la trasformazione degli input in output o prodotti/servizi utili per il cliente.
Sono:
- Logistica in entrata
- Produzione
- Logistica in uscita
- Marketing e vendite
- Servizi
La logistica è l’insieme delle attività organizzative, gestionali e strategiche che governano nell’azienda i
flussi di materiali e delle relative informazioni dalle origini presso i fornitori fino al magazzino in entrata e
dal magazzino in uscita alla consegna dei prodotti finiti al cliente. La logistica riguarda il trasferimento di
beni da un luogo ad un altro e il loro immagazzinamento. Si compone principalmente di due attività quali
il trasporto e l’immagazzinamento.
Obbiettivi della logistica sono la riduzione dei costi e il miglioramento del servizio.
La riduzione dei costi riguarda la strategia di minimizzazione dei costi variabili associati alla
movimentazione e allo stoccaggio dei materiali e può riguardare:
- Una riduzione dei costi di trasporto
- Una riduzione dei costi di stoccaggio
Esempi di strategia di riduzione dei costi sono:
- La scelta di una localizzazione dei magazzini materie prime vicino ai fornitori o dei magazzini
prodotti finiti vicino ai clienti per ridurre il costo dei trasporti
- La scelta di un mezzo di trasporto meno costoso
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- L’utilizzo della tecnica del just in time ovvero l’acquisto di materie prime solo nel momento
dell’ordine del cliente
- La spedizione diretta al cliente evitando l’immagazzinamento
- L’affitto del magazzino
- L’esternalizzazione a terzi
La strategia di miglioramento del servizio ha l’obiettivo di aumentare il livello di servizio offerto attraverso:
- Un aumento del livello di immagazzinamento
- Un aumento del livello di trasporto
Esempi di strategie di miglioramento del servizio sono:
- Un alto livello di scorte dislocato in pochi magazzini, così da riuscire a soddisfare sempre e nel
minor tempo possibile la clientela
- Un minor tempo di consegna grazie alla scelta del mezzo più adatto.
L’azienda dovrà scegliere se perseguire una strategia del miglior livello di servizio o del minor costo.
L’azienda avrà raggiunto un vantaggio competitivo quando riuscirà a perseguire l’eccellenza logista
ovvero la capacità di erogare un servizio ai livelli più elevati e/o con costi inferiori alla concorrenza.
La gestione delle scorte è utile al fine di minimizzare il costo di mantenimento a magazzino delle scorte.
La scorta è una quantità di un singolo prodotto, materia prima o semilavorato accumulata all’interno dei
magazzini per essere messa a disposizione del consumatore o utilizzatore.
Il miglior livello di scorte viene determinato in base alla politica di stoccaggio definita dall’impresa: con
una politica push, ovvero accumulando scorte in base alle decisioni di produzione prese a monte, o con
una politica pull, ovvero con il ripristino delle scorte a seguito della richiesta della clientela direttamente
a valle.
Il material handling riguarda la movimentazione e lo stoccaggio dei materiali all’interno del magazzino.
Esso ha lo scopo di rendere disponibile una certa quantità di un certo materiale nel posto giusto. Le
principali attività operative del material handling sono:
- Il trasporto interno al magazzino
- Lo stoccaggio
- Il prelievo frazionato
- Lo smistamento o raggruppamento
- L’indirizzamento
- L’alimentazione
- Il posizionamento.
Le dimensioni della spedizione, ovvero il tipo di unità di carico che rappresenta il numero di materiali
disposti o contenuti in modo da essere prelevati e spostati come un solo oggetto, può essere:
- Unità di traffico intermondiali come container, casse mobili o semirimorchi
- Pallet
- Scatole.
Le due principali attività di immagazzinamento e trasporto si condizionano tra loro infatti il valore medio
e la variabilità del tempo di transito incidono sui livelli delle scorte.
L’outsourcing o third party logistics è il processo attraverso il quale le aziende assegnano stabilmente a
fornitori esterni la gestione operativa della logistica. Questo servizio può essere realizzato in house o gestito
totalmente da un operatore esterno. Nel caso del servizio in house l’azienda si avvale delle competenze
specifiche dell’operatore logistico esterno all’interno della propria impresa. Nel caso dell’affidamento
delle merci presso la sede dell’operatore logistico è consentito a quest’ultimo di attivare tutte le leve di
miglioramento e ottimizzazione in suo possesso. Un corretto sviluppo del processo di outsourcing logistico
prevede di instaurare un rapporto di partnership duratura.
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I rischi più frequenti nel caso di esternalizzazione del servizio logistico sono:
- Perdita di know-how sui processi logistici
- Perdita del controllo sulla qualità e sul livello del servizio.
La produzione o operations
La produzione industriale è l’insieme delle attività relative alla trasformazione di materie prime, energie e
informazioni, in beni di consumo. È la combinazione di fattori di produzione (input) per realizzare dei
prodotti (output). Ogni trasformazione richiede un insieme correlato e finalizzato di processi che
costituiscono un sistema di produzione. I procedimenti di trasformazione possono riguardare:
- La formatura del materiale
- La trasformazione
- L’unione
- La separazione
- Il trattamento di superficie
- La modifica delle caratteristiche fisiche
A tali procedimenti può seguire l’assemblaggio.
L’attività di produzione ha subito delle evoluzioni con il passare dei secoli. Si è passarti da una produzione
artigianale fino alla fine dell’800 ad una produzione industriale di massa agli inizi del 900. La produzione
di massa favoriva una domanda altamente prevedibile e controllabile da parte dell’offerta, una
diminuzione dei prezzi, un controllo dei tempi di svolgimento delle stesse e massimizzazione dei ritmi di
lavoro, un aumento della produttività ed elevate scorte di sicurezza. Dalla produzione di massa nascono
altre ramificazioni:
- La produzione a lotti in cui la produzione di massa è differenziata per operazioni omogenee
- La produzione in linea in cui la produzione è organizzata in modalità sequenziata a seconda
della tecnologia del prodotto
- La produzione continua dove il flusso di materiali è continuo, il prodotto viene trasformato in
elevati volumi per periodi indeterminati.
Agli inizi degli anni ’70, a causa dell’aumento della complessità dell’ambiente e di nuove esigenze del
consumatore, viene introdotta la produzione di varietà che comprende:
- La lean production o produzione snella creata per rimediare all’instabilità della domanda e
all’eterogeneità dei bisogni. Chiamata in questo modo perché c’è un minor impiego di tutto.
- La flexibile production o produzione flessibile per gestire la complessità aziendale utilizzando
tecnologie informatiche e nuovi sistemi di gestione delle informazioni. Con essa si punta alla
flessibilità strategica e all’integrazione dei processi con i fornitori e i clienti, tra produzione e
progettazione, tra strategia e produzione.
La produzione di varietà coniuga i vantaggi della produzione artigianale con quella di massa, ovvero gli
operai sono multispecializzati, l’automazione è flessibile e l’azienda riesce a produrre elevate quantità di
prodotti con elevata varietà. I principi base di questa produzione si preoccupano di identificare che cosa
crea valore per il cliente eliminando sprechi e riducendo i difetti.
Il marketing e le vendite
Per marketing si intente l’insieme delle decisioni legate alla scelta dei mercati obiettivo, con lo scopo di
conquistare, mantenere e far screscere i consumatori attraverso la creazione, la diffusione e la
comunicazione di un valore superiore.
Per vendita si intende il trasferimento della proprietà di un bene o di un servizio ad altre aziende in cambio
del pagamento di un prezzo.
Queste due attività rientrano nell’attività generatrice di valore ovvero l’attività che, attraverso ricerche
di mercato, pubblicità e propaganda, soddisfa il consumatore finale mediante la vendita del prodotto
o servizio fornito all’impresa.
Analizziamo l’aspetto operativo e strategico: dal punto di vista strategico il marketing può essere definito
come la formula distintiva e caratteristica che l’impresa sceglie di adottare per conquistare la preferenza
del cliente/consumatore rispetto ai concorrenti. La strategia di marketing si basa sull’analisi dei bisogni
delle persone che compongono il mercato dei clienti acquisiti e di quelli potenziali. Il marketing strategico
ha un ruolo fondamentale nel determinare le aree di business dell’impresa e si occupa anche id
contribuire alla definizione della mission aziendale. Uno degli obiettivi primari della strategia a lungo
termine è la crescita aziendale e di conseguenza l’incremento del fatturato. All’interno della
pianificazione anche il marketing e le vendite trovano una collocazione fondamentale perché possono
contribuire a questo obiettivo.
Obiettivi a Linee
Contributo di marketing e vendite
lungo termine generali
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Esempio continuità nella attenzione ai cambiamenti sul mercato, nuove richieste dai
contributo Mission aziendale gestione consumatori
di priorità a
attività supportate dal ruolo del marketing al fine di venire
marketing Mercato produzione e
incontro alle richieste della clientela
e vendite vendita
analisi delle nuove caratteristiche del prodotto/servizio
Innovazione evoluzione dall'analisi della concorrenza e delle nuove esigenze del
tecnologica consumatore
massimizzazione
Politica di vendita sfruttamento dei diversi canali di vendita e soprattutto del Web
dei volumi
Dal piano di marketing si passa alla definizione del piano marketing di prodotto dove viene analizzato
nel dettaglio come il singolo prodotto debba raggiungere gli obiettivi aziendali e realizzare le strategie
previste soffermandosi sull’analisi di mercato, dei consumatori, del prodotto, della concorrenza, degli
obiettivi e delle strategie.
Altri aspetti del marketing strategico riguardano:
- La gestione della gamma dei prodotti offerti
- L’analisi del posizionamento competitivo e l’attrattività di mercato per ognuno dei prodotti della
gamma offerti
- La valutazione della concorrenza
- L’analisi della quattro strategie concorrenziali di base ovvero leadership dei costi,
differenziazione del prodotto, segmentazione di mercato e acquisizione
- La salvaguardia dell’immagine aziendale e l’utilizzo del marchio.
Il marketing operativo si occupa invece si gestire la forza di vendita, il controllo dei canali distributivi e il
marketing mix. È orientato al breve-medio periodo e consiste nel definire alcuni aspetti più operativi come
il posizionamento del prodotto, ovvero il modo in cui vogliamo che il consumatore lo percepisca, e gli
elementi del marketing mix ovvero il prodotto, il prezzo, la promozione e la distribuzione.
Altre caratteristiche rilevanti nell’ambito del marketing operativo riguardano la comunicazione
pubblicitaria, la gestione della rete di vendita, il costumer relationship managemente (CRM) e il web
marketing.
Il CRM è un sistema manageriale volto ad individuare le modalità migliori per l’azienda di consolidare la
fedeltà dei loro clienti più profittevoli, riducendo i costi e incrementando le interrelazioni, riuscendo a
massimizzare i profitti. Le principali fasi da sviluppare sono:
- Identificazione dei clienti
- Analisi ed interpretazione delle informazioni raccolte
- Segmentazione dei clienti
- Offerta per i clienti più profittevoli
- Gestione della relazione
- Personalizzazione di prodotti e servizi
- Fidelizzazione del cliente
- Feedback
Il web marketing è l’insieme delle attività di marketing volte a utilizzare il canale web per studiare il
mercato e sviluppare i rapporti commerciali. Racchiude diverse attività tra le quali:
- Marketing promozionale on-line
- E-commerce
- Extranet con i clienti.
PRODOTTO
- esigenze della clientela
- caratteristiche
- caratteristiche del prodotto
corrente
PREZZO PROMOZIONE
- esigenze dei clienti - tipologie di messaggi
- sensibilità del cliente al marketing promozionali
prezzo mix
- canali
- prezzo concorrenza - promozione dei competitor
DISTRIBUZIONE
- luoghi - esigenze della
clientela 20
- identificazione migliori canali
distributivi
- distribuzione concorrenti
I servizi
I servizi rappresentano l’attività generatrice di valore predisposta al fine di fornire servizi post-vendita alla
clientela. L’assistenza post-vendita permette di preservare il rapporto fiduciario con i clienti e di mantere
una buona impressione dell’azienda e del brand. L’assistenza post-vendita è una serie di attività
progettate per aumentare il livello di soddisfazione del cliente. Esempi di servizi post-vendita sono:
- Assistenza tecnica
- Addestramento
- Installazione del prodotto
- Riparazione del prodotto
- Regolazione del prodotto
- Fornitura di ricambi.
I vantaggi per l’impresa di un servizio post-vendita efficace sono:
- Maggior fiducia dei clienti
- Raccolta di informazioni dai clienti
- Riduzione dei contenziosi.
Attività di supporto
Le attività di supporto sono attività poste a sostegno delle attività primarie e in grado di contribuire a una
maggior specializzazione delle attività e dei processi. Si dividono in:
- Approvvigionamento
- Sviluppo della tecnologia o gestione dello sviluppo tecnologico
- Sviluppo delle risorse umane o gestione delle risorse umane
- Attività infrastrutturali.
Approvvigionamento
L’approvvigionamento si occupa dell’acquisizione di un bene, una materia prima, un prodotto o un
servizio acquistato da fornitori esterni. Prevede alcune fasi:
- Marketing d’acquisto, attività svolta dal buyer al fine di individuare i migliori materiali/fattori
produttivi e i migliori fornitori.
- Programmazione dei fabbisogni, per cui l’attività primaria di produzione definisce per ogni
singolo prodotto le quantità necessarie per la produzione dei diversi materiali e le tempistiche.
Deve tenere conto dei fabbisogni interni, dei tempi dei fornitori e dei livelli di scorta già presenti.
- Selezione dei fornitori.
- Acquisto,
- Acquisto, attività tipica di acquisizione dei materiali e beni necessari al processo di produzione.
L’attività di approvvigionamento deve anche controllare il livello delle scorte.
21
- Il ROI (return on investment) rappresenta il ritorno all’investimento. Consente di calcolare il
rendimento economico di un investimento a confronto con la reddittività d’impresa
ROI=E/U
P=U/E
𝐹𝑡
VAN: ∑𝑛𝑡=1 − 𝐼0
(𝑖+1)𝑛
- Il tasso interno di rendimento TIR (internal rate of return IRR) tasso di rendimento che consente
di eguagliare i flussi di cassa in entrata scontati agli investimenti
𝐹𝑡 𝐼
IRR: ∑𝑛𝑡=1 = ∑𝑛𝑡=1 (𝑖+1)
𝑛
(𝑖+1)𝑛 𝑛
22
Le attività infrastrutturali
Sono le attività svolte dalla struttura aziendale ovvero dalla direzione e includono la direzione generale,
la direzione amministrativa e finanziaria, la pianificazione, la finanzia, l’amministrazione, gli affari generali
e legali e la gestione della qualità.
23
I fenomeni di comunanza spazio-temporale che si verificano durante l’arco amministrativo derivano dal
rapporto di comunanza che lega le varie operazioni aziendali che contraddistinguono la gestione
aziendale come coordinazione produttiva.
Per comunanza temporale si intende la partecipazione dei componenti reddituali alla formazione di
redditi di più esercizi che deriva dall’esistenza di cicli operativi ultra-annuali. L’esistenza di tali cicli si
collega ad un carattere distintivo della gestione aziendale, il concetto del going concern ovvero
all’evidente continuità operativa dell’azienda in chiave prospettica la quale in un determinato esercizio
tende ad avviare processi operativi che saranno destinati ad operare e quindi a concorrere alla
formazione del reddito di differenti esercizi amministrativi.
Per comunanza spaziale si fa riferimento alla possibilità di utilizzare uno stesso fattore produttivo in
differenti processi operativi, rispetto a un determinato periodo.
La complessa natura del reddito di esercizio rende necessario esplicitare analiticamente i componenti
reddituali positivi e negativi. Questi componenti hanno una classificazione per natura dove i costi sono
riferiti al titolo originario della loro acquisizione mentre i ricavi fanno riferimento al titolo di realizzo.
Il reddito di esercizio trova la sua prima e naturale collocazione nell’ambito del Conto Economico, che è
lo strumento informativo-contabile atto a dimostrarne la struttura, la formazione e la composizione.
Queste informazioni sono indispensabili per gli users al fine di poter formulare un giudizio sull’entità,
regolarità e adeguatezza del reddito prodotto nell’esercizio.
UTILE DI ESERCIZIO
TOTALE DARE TOTALE AVERE
Determinare la struttura del reddito equivale a formulare la seguente equazione nell’ipotesi in cui i ricavi
siano superiori ai costi
Cn+U=Cp
I valori presenti nel Conto Economico e sintetizzati nel valore del reddito non devono però essere valutati
singolarmente ma è consigliato un confronto di natura temporale con i valori presenti nei conti economici
di esercizi precedenti e una comparazione di natura spaziale con i conti economici di aziende operanti
negli stessi settori economici in una logica di benchmarking.
Il capitale di funzionamento
Capitale netto
TOTALE DARE TOTALE AVERE
Lo Stato Patrimoniale dimostra la correlazione esistente tra gli elementi attivi e passivi che concorrono
insieme alla determinazione del capitale di funzionamento in termini di investimenti dal lato delle attività
e di finanziamenti dal lato delle passività.
La valutazione del capitale di funzionamento è diversa dalla valutazione atomistica dei singoli elementi
patrimoniali dell’azienda dal momento che il totale degli elementi attivi sicuramente non coincide con
la sommatoria dei singoli elementi dell’attivo. La determinazione del capitale di funzionamento è
finalizzata ad individuare il contributo che ciascun elemento ha apportato alla gestione dell’azienda in
funzionamento e con prospettiva di continuità nel tempo mentre il valore di scambio sul mercato dei
singoli beni può essere utilizzato solo come parametro utile per supportare un maggior rigore logico nella
valutazione. La prospettiva corretta è quindi quella di valutare il contributo che ciascun elemento
considerato in combinazione con gli altri (n-1) è in grado di offrire alla gestione complessiva dell’azienda
in un’ottica sistemica.
Il capitale proprio o capitale netto emerge quindi da un processo valutativo che si ispira a criteri e logiche
di funzionamento piuttosto che di liquidazione.
Il capitale economico è espressione del valore dell’azienda concepito in funzione della redditività
prospettica dell’azienda e del rischio che caratterizza il funzionamento del complesso aziendale e degli
elementi che in genere non risultano adeguatamente rappresentati in bilancio. Il concetto di capitale
economico risulta quindi influenzato dalle prospettive di reddito future mentre il capitale di
funzionamento è un valore derivato dal processo di quantificazione del risultato economico di esercizio,
che esprime la sintesi del sistema delle rilevazioni contabili ispirate ai principi di competenza e di prudenza
piuttosto che a considerazioni di natura prospettica in merito all’andamento reddituale.
Il capitale di funzionamento viene posizionato nello Stato Patrimoniale dove i singoli valori sono
espressione di dati stock che compongono il patrimonio aziendale in un determinato istante temporale,
mentre i valori presenti nel Conto Economico sono espressione di dati flusso relativi ad un determinato
arco temporale.
Ex. prendiamo in considerazione un’azienda di produzione. Per poter affermare che un dato ricavo sia
di competenza dell’esercizio è possibile effettuare la rilevazione contabile in differenti momenti del ciclo
produttivo. La competenza economica può sussistere sia nella fase iniziale ovvero al momento in cui si
ha la previsione della vendita mediante il ricevimento dell’ordine del cliente, sia nella fase finale al
momento della riscossione del prezzo di vendita. Nelle fasi intermedie come la produzione, l’ottenimento
del bene, la consegna, l’incasso del corrispettivo, il concetto di competenza è sempre più presente fino
al momento in cui non si verifica l’incasso monetario effettivo.
Il principio di prudenza si basa sulla regola secondo la quale profitti non realizzati non devono essere
contabilizzati, mentre tutte le perdite, anche se non definitivamente accertate, devono essere imputate
in bilancio. L’applicazione del principio di prudenza non deve causare una riduzione del reddito e del
patrimonio ma deve condurre ad una valutazione dei rischi e delle incertezze che gravano sull’attività
aziendale.
L’informativa di bilancio
L’esigenza di tenere a memoria le operazioni che avvenivano nelle aziende e nelle realtà produttive
risale alla fine del 300. Dalla nascita della partita doppia avvenuta in Italia con la pubblicazione della
Summa di Fra Luca Pacioli nel 1494 il documento principale in grado di offrire una valida sintesi delle
operazioni di business aziendale è il bilancio. Fin dalla metà del 900 il bilancio ha assunto un ruolo centrale
nell’ambito del sistema delle rilevazioni contabili svolgendo una funzione di sintesi dei valori economici e
finanziari generati dalla successione delle operazioni di gestione avvenute nell’arco del periodo
amministrativo.
Il bilancio indicato come sistema di valori rappresenta un sistema organizzato e affidabile di informazioni
che viene utilizzato non solo come comunicazione verso l’esterno ma anche come strumento interno a
vari livelli decisionali. Questa caratteristica di strumentalità informativa consente di qualificare il bilancio
come l’elemento indispensabile del sistema informativo aziendale.
Il bilancio riflette le stesse caratteristiche della contabilità sia in termini postivi che in termini negativi:
l’accezione maggiormente negativa ereditata riguarda il fatto che quando si parla di questo report si fa
riferimento a un documento espressione di dati e informazioni relativi a periodi conclusi. Da ciò consegue
che il bilancio non è in grado di fornire informazioni a carattere prospettico (forward-looking)
sulll’andamento futuro dell’azienda.
Altro limite scaturisce dal fatto che i valori contabili sono espressi in unità monetarie e non tutti gli aspetti
di un’azienda possono essere rappresentati in questo modo.
28
movimenti del Patrimonio Netto vengono evidenziate le principali movimentazioni subite dal Patrimonio
Netto.
Per quanto riguarda lo Stato Patrimoniale il Codice Civile regolamenta la struttura e lo schema
prevedendo una forma a due sezioni divise e contrapposte per attività e passività dove le varie voci
contabili vengono riepilogate in vari livelli di articolazione identificati da lettere alfabetiche, numeri
romani e numeri arabi.
La prima voce classe A riguarda i crediti verso soci per quanto riguarda la sottoscrizione di quote di
capitale sia in fase di costruzione che di aumento successivo per le quali non è stato ancora effettuato il
conferimento. Le classi B e C riguardano le Immobilizzazioni e l’Attivo Circolante. Nelle Immobilizzazioni
vengono accolte le voci contabili che si riferiscono a beni caratterizzati da un uso durevole (anno
amministrativo.
Per quanto riguarda la Passività le voci sono state elencate in base al criterio della natura delle fonti di
finanziamento in cui la prima classe riguarda il Patrimonio Netto, ovvero le risorse finanziarie apportate a
titolo di capitale di rischio mentre le altre fanno riferimento prevalentemente al capitale attinto da terzi
finanziatori.
L’OIC 12 ha riportato alcune modifiche riguardo allo Stato Patrimoniale:
- Eliminazione di due voci contabili incluse nelle immobilizzazioni immateriali, i costi di ricerca e i
costi di pubblicità
- Inserimento di una nuova voce contabile, gli strumenti derivati attivi e passivi
- L’eliminazione dell’aggio e del disaggio di emissione relativo all’emissione del prestito
obbligazionario.
Attivo Passivo
A) Credito verso soci per versamenti ancora dovuti A) Patrimonio netto
con separata indicazione della parte già I. Capitale sociale
richiamata II. Riserva da sovrapprezzo azioni
B) Immobilizzazioni con separata indicazione di III. Riserva di rivalutazione
quelle concesse in locazione finanziaria IV. Riserva legale
C) Attivo circolante V. Riserve statuarie
D) Ratei e risconti VI. Altre riserve, distintamente indicate
VII. Riserva per operazioni di copertura
dei flussi finanziari attesi
VIII. Utile portati a nuovo
IX. Utile dell’esercizio
X. Riserva negativa per azioni proprie
in portafoglio
B) Fondi per rischi e oneri
C) Trattamento di fine rapporto di lavoro
subordinato
D) Debiti con separata indicazione degli importi
esigibili oltre l’esercizio successivo
E) Ratei e risconti
In merito al Conto Economico i componenti sono rappresentati dai costi e dai ricavi ovvero dai
componenti reddituali di natura negativa e positiva. La forma adottata dal nostro ordinamento contabile
è scalare. Ciò implica che le voci sono elencate in base a due livelli, in cui il primo è identificato dalla
lettera A e qualifica i componenti positivi di reddito distinti in cinque classi, mentre il secondo livello è
identificato dalla lettera B e accoglie i relativi costi ovvero i componenti negativi di reddito suddivisi in
base ad una classificazione per natura dove il costo viene riepilogato in base alla natura del bene o del
servizio a cui si riferisce.
La differenza A-B rappresenta un primo indicatore di natura reddituale di come si sia svolta la gestione
aziendale nell’arco temporale considerato, in termini di risultato operativo globale.
La voce C individua i componenti reddituali relativi alla gestione dei finanziamenti e delle attività
finanziarie a utili/perdite relative a cambi di valuta.
La voce D rappresenta i componenti reddituali attinenti a rettifiche di valore intervenute in riferimento ad
attività finanziarie in termini di rivalutazioni e svalutazioni, applicate in riferimento ai criteri di valutazione
indicati dal legislatore. Quindi le voci C e D esprimono il risultato reddituale relativo alla gestione dei
finanziamenti e delle attività finanziarie condotte dall’azienda.
La classe E chiamata area straordinaria è stata eliminata a seguito dell’OIC 12. Includeva componenti
straordinari di reddito ovvero costi e ricavi non attinenti alla gestione ordinaria dell’azienda.
Dalla lettura dei dati riclassificati di stato patrimoniale è possibile introdurre un’analisi degli investimenti e
finanziamenti che si può focalizzare su
- Destinazione economica
- Pertinenza gestionale
- Liquidità ed esigibilità
- Criterio finanziario e onerosità dei finanziamenti
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Focalizza l’attenzione sulla struttura e composizione percentuale delle voci delle fonti di finanziamento e
degli impieghi visti nello stato patrimoniale riclassificato. Determina:
- Elasticità degli investimenti (elasticità degli investimenti e elasticità del capitale circolante)
- Elasticità dei finanziamenti (elasticità del capitale permanente e elasticità del capitale di terzi)
- Solidità patrimoniale (indice di copertura delle immobilizzazioni 1 e indice di copertura delle
immobilizzazioni 2)
- Indipendenza finanziaria (indice di solidità del patrimonio e grado di indipendenza finanziaria).
attivo immobilizzazioni
capitale investito
Un valore attorno a 0,5 esprime una posizione di equilibrio. Valori più vicini a 1 evidenziano una maggior
rigidità aziendale e valori più vicini allo 0 manifestano una più elevata flessibilità aziendale.
attivo corrente
capitale investito
Un valore attorno a 0,5 esprime una posizione di equilibrio. Valori più vicini all’1 evidenziano una maggiore
flessibilità dell’azienda mentre valori più vicini allo 0 indicano una più elevata rigidità.
capitale permanente
totale delle fonti
Un indice superiore a 0,4 mostra una buona condizione di equilibrio. La situazione aziendale è tanto
migliore quanto l’indice tende a 1 e l’elasticità del capitale di terzi tende a 0.
capitale di terzi
totale delle fonti
L’azienda risulta in equilibrio quando l’indice tende a 0,5 ovvero metà delle fonti proviene da terzi e metà
dai soci o da autofinanziamento aziendale.
patrimonio netto
attivo immobilizzato
Un valore superiore a 0,5 rappresenta un buon punto di equilibrio. Un indice vicino a 1 o superiore
rappresenta una struttura solida.
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capitale permanente
attivo immobilizzato
Deve essere superiore a 1 per esprimere un buon equilibrio. Se è inferiore a 1 evidenzia una situazione
critica.
patrimonio netto
capitale sociale
È in equilibrio se superiore a 1. Un indice inferiore a 1 indica che vi sono perdite che hanno eroso il capitale
sociale aziendale. Un indice superiore a 1 evidenzia una buona capacità aziendale di trattenere gli utili
conseguiti aumentando l’autofinanziamento e la solidità aziendale.
patrimonio netto
totale delle fonti
L’azienda risulta in equilibrio quando l’indice tende a 0,5 ovvero metà delle fonti proviene da terzi e metà
dai soci o da autofinanziamento aziendale. Più l’indice tende a 1 maggiore è il grado di libertà
dell’azienda dai vincoli di investimento imposti dai finanziatori di fondi a titolo di debito.
Esprime l’evidenza a valore della copertura della passività di breve termine con le liquidità
aziendali disponibili a breve termine. La posizione di equilibrio richiede un margine >0 o non
negativo.
- Margine di struttura
Esprime in quale misura il patrimonio netto aziendale copre finanziariamente gli investimenti di
lungo periodo. La posizione di equilibrio richiede un margine >0 o non negativo. Tale condizione
si verifica raramente perché richiederebbe un apporto finanziario da parte dei soci
particolarmente intenso con effetti negativi sulla redditività aziendale.
- Capitale circolante netto
Evidenzia la possibilità dell’azienda di far fronte con il proprio attivo a breve termine alle passività
a breve termine. La posizione di equilibrio richiede un margine >0 o non negativo. Un margine <0
rileverebbe un allarme criticità in quanto si evidenzierebbe un’incapacità dell’azienda di far
fronte rapidamente con il proprio attivo corrente ai debiti di breve periodo.
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liquidità immediate + liquidità differite
passivo corrente
Esprime percentualmente la capacità dell’azienda di far fronte ai propri debiti a breve termine
con le liquidità aziendali. L’indice è in equilibrio se superiore a 1. Se inferiore a 1 indica che vi
sono criticità. Una variante dell’indice è l’acid test.
liquidità immediate
passivo corrente
Sebbene, per essere in equilibrio, questo indice debba essere maggiore di 1, difficilmente si
troveranno casi in cui le liquidità immediate possono coprire le passività a breve termine
aziendali. Per questo l’azienda non è detto che esprima criticità soprattutto se l’indice di liquidità
è positivo.
- Indice di disponibilità
attivo corrente
passivo corrente
Indica la possibilità dell’azienda di far fronte ai debiti a breve termine con tutto il suo attivo
corrente. Il punto di equilibrio è raggiunto quando l’indice è superiore a 1. Se è inferiore a 1 si
manifestano le stesse criticità del capitale circolante netto negativo.
- Grado di indebitamento
totale attivo
patrimonio netto
Rappresenta in quale misura gli impieghi siano stati finanziati con il patrimonio netto. Per essere
in equilibrio deve essere pari o inferiore a 2 ovvero a fronte di un investimento di 2, almeno 1 deve
essere finanziato con capitale proprio.
fatturato totale
totale attivo medio
Dove il fatturato totale sono i ricavi compresi di IVA mentre l’attivo corrente medio è dato da
consumi
magazzino medio
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Indica quante volte il magazzino ruota a causa delle vendite. Può essere calcolato sia per le
materia prime, sia per le merci, sia per i prodotti finiti.
I consumi sono calcolabili come acquisti +/- variazione rimanenze mentre il magazzino medio è
calcolabile come (rimanenze iniziali + rimanenze finali)/2.
Un valore auspicabile è almeno pari a 1.
- Indice di durata dei crediti
Stima il ritardo medio incassato dei crediti dell’azienda. I crediti medi annui sono ricavabili dallo
scadenziario aziendale oppure dal bilancio con la formula (crediti iniziali + crediti finali)/2.
Il valore risultante esprime i giorni medi di dilazione nell’incasso dei crediti. Questo risultato va
confrontato con l’indice di durata dei debiti dove la posizione di equilibrio si ha quando i crediti
hanno una dilazione inferiore rispetto a quella dei debiti.
- Indice di durata dei debiti
Stima la dilazione media di pagamento dei debiti dell’azienda. I debiti medi annui si ricavano
dallo scadenziario aziendale oppure dal bilancio con la formula (debiti iniziali + debiti finali)/2.
risultato d′esercizio
patrimonio netto
Misura la redditività globale aziendale per i soci rispetto al loro investimento nel patrimonio
aziendale. Il valore della redditività è strettamente legato al grado di patrimonializzazione
aziendale. Infatti, a parità di risultato d’esercizio, aziende con alto grado di patrimonializzazione
hanno un RoE inferiore rispetto ad aziende maggiormente indebitate.
Per determinare se il RoE sia soddisfacente è necessario rapportarlo alla redditività di un
investimento a rischio zero aumentata del rischio imprenditoriale.
RI0
RoEs =
1−r
Il rischio imprenditoriale r varia a seconda del tipo di business aziendale. Un business stabile e a
basso rischio avrà un r basso (da 2 a 3) mentre un business ad alto rischio avrà un rischio r elevato
(maggiore di 20).
- RoI (return on investements)
reddito operativo
capitale investito (totale attivo)
reddito operativo
ricavi di vendita
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reddito d′esercizio
reddito operativo
Esprime quanto la gestione finanziaria, straordinaria e le imposte incidono sul risultato d’esercizio.
L’indice ha un punto di equilibrio attorno a 0,5 ovvero il reddito operativo dovrebbe essere la
metà del reddito d’esercizio se siamo in presenza
- Di normali imposte d’esercizio
- Di un costo per indebitamento non eccessivo
- Di situazioni non significative in relazione a partite straordinarie
Situazioni anomale possono esprimersi in caso di:
- Elevato indebitamento
- Planning fiscale positivo o negativo rispetto a una situazione di normale pressione fiscale
- Elevati proventi
- Elevata presenza di variabili reddituali di tipo straordinario
- RoD (return on debt)
Misura l’impatto del servizio al debito rispetto ai finanziamenti onerosi. Esprime una situazione di
equilibrio quando la percentuale di interessi passivi risulta sostanzialmente contenuta.
- RoA (return on assets)
EBIT
capitale investito (totale attivo)
Differisce dal RoI perché al numeratore non viene posto il reddito operativo, che potrebbe essere
al netto dei ricavi e costi non caratteristici, ma l’EBIT che invece li comprende.
La determinazione delle fonti di finanziamento e degli impieghi di liquidità non sempre rappresenta un
effettivo movimento di flussi di fondi, ma sono variazioni dovute alle tecniche contabili sottostanti o alla
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rappresentazione in bilancio del valore della voce dell’attivo o del passivo di stato patrimoniale. Sono
pertanto inquadrabili nelle operazioni di no-funds transactions ovvero operazioni che generano delle
fonti e degli impieghi di capitale che non movimentano flussi di cassa. Per le variazioni di alcune voci di
bilancio si deve quindi prestare attenzione affinchè siano depurate dalle no-funds transactions.
Alcune delle principali voci interessate dalle rettifiche alle variazioni grezze sono:
- Rivalutazioni e svalutazione di immobilizzazione che alterano la variazione dei beni immobilizzati
- Vendite di immobilizzazioni
- Utilizzi e accantonamenti dei fondi di svalutazione
- Utilizzi e accantonamenti del trattamento di fine rapporto dei dipendenti
- Trattamento contabile dell’utile dell’esercizio precedente
- Incrementi di voci di patrimonio netto senza apporti di denaro fresco
Al termine delle operazioni di determinazione delle variazioni dei fondi e aver calcolato le fonti e gli
impieghi totali netti, è possibile redigere il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità (cash flow
statement).
Il rendiconto finanziario delle variazioni di liquidità (RF) o cash flow statement focalizza l’attenzione sui
flussi di cassa ovvero sulle entrate e sulle uscite, cercando di identificarne le causalità economiche o
finanziarie.
Può essere predisposto secondo una metodologia analitica o una metodologia sintetica.
La metodologia analitica richiede di ricostruire il cash flow statement partendo dai ricavi e dai costi
monetari e determinandone le variazioni nei crediti e nei debiti correlati. Questo consente di avere
esposti nel RF i valori relativi ai ricavi incassati e ai costi pagati, con determinazione finale delle
disponibilità liquide generate (cash flow positivo) o consumate (cash flow negativo).
Fonti:
- Fonti di liquidità generate dalla gestione reddituale
- Realizzi (vendite) di investimenti
- Assunzione di finanziamenti passivi
- Incasso di finanziamenti attivi
- Aumenti di capitale proprio
Impieghi:
- Investimenti
- Rimborsi di finanziamenti passivi
- Concessione di finanziamenti attivi
- Diminuzione di capitale proprio
Nell’ultima parte dello schema di RF vengono indicati i valori delle disponibilità di cassa e banca di inizio
e fine esercizio, oltre a determinare il saldo algebrico tra le fonti di liquidità e gli impieghi di liquidità. La
differenza tra le fonti di liquidità e gli impieghi di liquidità rappresenta la creazione o distruzione di liquidità
che si è operata in azienda nell’esercizio.
Se si strutturano le cosi della posizione finanziaria netta a breve come segue:
- + saldo (+/-) di cassa, banca, posto al netto dei c/c bancari passivi, a inizio esercizio
- +/- la differenza tra fondi e impieghi
- = saldo (+/-) di cassa, banca, posto al netto dei c/c bancari passivi a fine esercizio
si otterrà il valore finale della posizione finanziaria netta a breve che deve essere pari a quanto risulta
dalla contabilità aziendale e alle corrispondenti voci riportate del bilancio d’esercizio.
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