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GUIDA PRATICA IN

MATERIA DI
DOCUMENTAZIONE
ANTIMAFIA
Progetto Finalizzato Anno 2014 - Area I

REALIZZATA DA
Sig.ra Giusi Di Giorgio
Sig. Paolo Lubiana
Sig.ra Delfina Merlino
Sig.ra Vittoria Silvestri
Sig.ra Valeria Toniutti

CON IL COORDINAMENTO
D.ssa Maria Rita Coluccia

La presente guida raccoglie le domande più frequenti che sono state rivolte l’Ufficio Antimafia e le
indicazioni che il Ministero dell’Interno ha fornito in merito agli ambiti operativi della normativa antimafia.
PREMESSA
Entrato in vigore il 13 febbraio 2013, il nuovo Codice antimafia, come previsto
dal decreto legislativo n. 218/2012 ha introdotto delle modifiche e integrazioni
al Decreto legislativo n. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia).
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 2012, il Decreto
Legislativo n. 218/2012 è composto da due parti: la prima (Capo I^) contiene
disposizioni correttive in materia di amministrazione dei beni sequestrati e
confiscati e di rilascio della documentazione antimafia, mentre la seconda parte
(Capo II^) reca disposizioni transitorie e di coordinamento.

Numerose sono le novità previste. Tra queste


1) I soggetti obbligati a richiedere la certificazione antimafia.
E’ stata ampliata la categoria dei soggetti obbligati a richiedere la certificazione
antimafia allo scopo di prevenire le infiltrazioni o i condizionamenti mafiosi nei
confronti delle imprese. Rientrano in questa categoria tutti gli organismi di diritto
pubblico, comprese le aziende vigilate dallo Stato, le società controllate dallo
Stato o da altro ente pubblico, il contraente generale e le società in house
providing.
2) Controlli estesi ai familiari dell'imprenditore
Gli accertamenti sulle infiltrazioni mafiose vengono estesi anche a tutti i familiari
conviventi dell'imprenditore.
3) Situazioni di infiltrazione mafiosa
Per quanto riguarda le situazioni sintomatiche dei tentativi di infiltrazione
mafiosa, il nuovo Codice prevede l’estensione ad ulteriori fattispecie di reato:
omessa denuncia di usura ed estorsione, subappalti non autorizzati, traffico
illecito di rifiuti, turbata libertà degli incanti.
Vengono introdotti, altresì, quali elementi “indizianti” le …. “violazioni agli
obblighi di tracciabilità dei flussi finanziari”.
4) Informativa antimafia, validità di 1 anno
I tempi per il termine di efficacia dell'informativa antimafia si allungano,
passando da 6 mesi ad un anno; prevista inoltre la circolarità delle informazioni
interdittive.
5) Comunicazione antimafia, validità 6 mesi
I tempi per il termine di efficacia della comunicazione antimafia resta invariato: 6
mesi
6) Sospesa la banca dati nazionale della documentazione antimafia

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Rimane per il momento sospesa la banca dati nazionale unica della
documentazione antimafia, istituita presso il Ministero dell’Interno. Collegata
telematicamente con il Centro elaborazione dati, questo data base consentirà di
verificare in tempo reale la sussistenza di una delle cause di decadenza, di
sospensione, di divieto o il tentativo di infiltrazione mafiosa.

Importanti novità sono state, poi, introdotte dal decreto legislativo 13 ottobre
2014 n. 153, pubblicato nella G.U. del 27 ottobre 2014, ed entrato in vigore il 26
novembre 2014 che ha modificato il Codice antimafia.

Tra le novità introdotte vi è

 la previsione che la documentazione antimafia può essere utilizzata e


produce i suoi effetti anche in altri procedimenti, diversi da quello per il
quale è stata acquisita, riguardante i medesimi soggetti;
 la competenza territoriale al rilascio di comunicazioni ed informazioni
antimafia che dal 26 novembre 2014 viene effettuata dalla Prefettura del
luogo ove ha sede l’operatore economico.

Solo in caso di società costituite all’estero che non hanno una sede secondaria
con rappresentanza stabile nel territorio dello Stato, la richiesta è rilasciata dalla
prefettura della provincia in cui hanno sede gli Enti pubblici richiedenti.

Con il il Regolamento (D.P.C.M. 193/2014) pubblicato sulla G. U. del 7 gennaio


2015 è stata disciplinata la modalità di funzionamento, accesso, consultazione e
collegamento della Banca dati nazionale unica della documentazione
antimafia.
La Banca dati sarà connessa con le altre costituite presso il Ministero
dell'Interno, la DIA (per i dati acquisiti nel corso di accessi ai cantieri) e quelle
detenute da soggetti pubblici contenenti dati necessari per il rilascio della
documentazione antimafia.
Sulla base dei dati immessi dall'operatore che effettua la consultazione, il sistema
informativo, se l'impresa è censita, verifica le informazioni esistenti negli archivi
della stessa Banca dati, nonché nelle altre banche dati collegate. Se non risultano
a carico degli interessati le cause di divieto, sospensione e decadenza di cui
all'art. 67 del Codice antimafia, la Banca dati nazionale rilascia immediatamente,
per via telematica, al soggetto richiedente, la comunicazione antimafia liberatoria.

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QUESITI GENERALI

Cos’ è la documentazione antimafia?

La documentazione antimafia è costituita dai provvedimenti amministrativi


(comunicazioni ed informazioni) attraverso i quali la Pubblica Amministrazione
può venire a conoscenza, preliminarmente, dell’ esistenza, o meno, di divieti,
impedimenti e situazioni indizianti di “mafiosità” a carico dei soggetti che si
pongono in relazione con essa (licenze, autorizzazioni,stipula di contratti etc..).

Cos’ è la comunicazione antimafia?

La comunicazione antimafia consiste nell'attestazione della sussistenza, o meno,


di una delle cause di decadenza, di sospensione o di divieto di cui all'art. 67 del
D.Lgs. 159/2011, ossia:
- I provvedimenti definitivi di applicazione delle misure di prevenzione di cui
all’art. 5 del D.Lgs. 159/2011;
- Le condanne con sentenza definitiva o confermata in appello per taluno dei
delitti consumati o tentati elencati all'art. 51, comma 3-bis c.p.p.

Cos’ è l’ informazione antimafia?

L’ informazione antimafia attesta, oltre a quanto già previsto per la


comunicazione antimafia (sussistenza o meno delle cause di decadenza,
sospensione o divieto di cui all'art. 67 del D. Lgs. 159/2011) anche la sussistenza
o meno di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le
scelte e gli indirizzi delle società o imprese interessate .

Quali sono i casi in cui va richiesta la comunicazione antimafia?


La comunicazione antimafia va richiesta per ottenere:
1. Licenze, autorizzazioni di polizia di competenza del Comune ed
autorizzazioni al commercio;
2. Concessioni di acque pubbliche e diritti ad esse inerenti nonché
concessioni di beni demaniali allorché siano richieste per l'esercizio di
attività imprenditoriali;
3. Concessioni di costruzione e gestione di opere riguardanti la pubblica
amministrazione e concessioni di servizi pubblici di valore superiore a
150.000,00 € e inferiore alla soglia comunitaria;
4. Iscrizioni in Albi di appaltatori, fornitori di opere, beni e servizi riguardanti
la Pubblica Amministrazione, nei registri della Camera di Commercio per

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l'esercizio del commercio all'ingrosso e nei registri dei commissionari
astatori presso i mercati annonari all'ingrosso;
5. Attestazioni di qualificazione per eseguire lavori pubblici;
6. Altre iscrizioni o provvedimenti a contenuto autorizzatorio, concessorio o
abilitativo per lo svolgimento di attività imprenditoriali, comunque
denominati;
7. Contratti di appalto di opere e lavori pubblici di importo superiore a €
150.000,00 ma inferiore a 5.186.000,00 € (iva esclusa);
8. Contratti di fornitura di beni e servizi di importo superiore a € 150.000,00
ma inferiore a 207.000,00 € (iva esclusa);
9. Per le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia e degli
enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali si applica la direttiva
2004/17/CE (come modificata dal Regolamento UE n. 1251/2011):
 Opere e lavori pubblici di importo inferiore a € 5.000.000,00;
 Forniture e servizi: inferiore a € 400.000,00.

Quali sono i casi in cui va richiesta l’ informazione antimafia?


L’ informazione antimafia va richiesta per la stipula di Contratti, subcontratti,
concessioni o erogazioni il cui importo sia:
- in materia di opere e lavori pubblici: € 5.186.000,00 IVA esclusa;
- in materia di servizi: € 207.000,00, IVA esclusa;
- in materia di forniture: € 207.000,00, IVA esclusa (per le forniture di beni
da aggiudicarsi dalle amministrazioni di cui al D. Lgs. 12/04/2006, n. 163
(di recepimento delle due direttive comunitarie 2004/17/CE e 2004/18/CE
modificate con regolamento UE 1177/2009).
- per concessioni di acque pubbliche o di beni demaniali per lo
svolgimento di attività imprenditoriali e per la concessione di
contributi, finanziamenti e agevolazioni su mutuo o altre erogazioni
dello stesso tipo per lo svolgimento di attività imprenditoriali:
superiore a € 150.000,00;
- per le autorizzazioni di subcontratti, cessioni o cottimi concernenti la
realizzazione di opere o lavori pubblici o la prestazione di servizi o
forniture pubbliche: superiore a € 150.000,00;
- per le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia e
degli enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali si applica
la direttiva 2004/17/CE (come modificata dal Regolamento UE n.
1251/2011):Opere e lavori pubblici di importo pari o superiore a €
5.186.000.00 e Forniture e servizi di importo pari o superiore a €
414.000,00

Quali sono i casi in cui non deve essere richiesta la comunicazione


antimafia?
La comunicazione antimafia non deve essere richiesta nei seguenti casi:
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- In tutti i casi in cui deve essere richiesta l’ informazione antimafia;

- In presenza delle cause ostative di cui all’ art. 67, commi 1 e 8 del D.Lgs
159/2011;

- Per i provvedimenti, gli atti, i contratti e le erogazioni il cui valore


complessivo non superi i 150.000,00 euro;

- Per i rapporti tra soggetti pubblici, pubbliche amministrazioni, enti


pubblici, enti e Aziende vigilati dallo Stato o da altro ente pubblico, le
società o imprese comunque controllate dallo Stato o da altro ente
pubblico, concessionari di opere pubbliche o di servizi pubblici, contraenti
generali di cui all'art. 176 del Dlgs. N. 163/2006;

- Per i rapporti tra i soggetti pubblici in precedenza menzionati ed altri


soggetti, anche privati, i cui organi rappresentativi e quelli aventi funzioni
di amministrazione e di controllo siano sottoposti, per disposizioni di legge
o di regolamento, alla verifica di particolari requisiti di onorabilità tali da
escludere la sussistenza di una delle cause di divieto, sospensione o di
decadenza previste dall'art. 67 del D. Lgs. 159/2011;

- Per il rilascio o il rinnovo delle autorizzazioni o licenze di polizia di


competenza delle autorità nazionali e provinciali di pubblica sicurezza;

- Per la stipulazione o il rinnovo di contratti e per la concessione di


erogazioni a favore di chi esercita attività agricole e professionali non
organizzate in forma di impresa, nonché a favore di chi esercita attività
artigiana in forma di impresa individuale;

- Per i rapporti fra privati;

- Per la verifica dei requisiti di partecipazione alle gare pubbliche previsti


dall' art. 38, comma 1, lett. b) del D. Lgs. n. 163/2006.

Quali sono i casi in cui non deve essere richiesta l’ informazione antimafia?
L’ informazione antimafia non deve essere richiesta nei seguenti casi:
- In tutti i casi in cui deve essere richiesta la comunicazione antimafia;

- Per i provvedimenti, gli atti, i contratti e le erogazioni il cui valore


complessivo non superi i 150.000,00 euro;

- Per i rapporti tra soggetti pubblici, pubbliche amministrazioni, enti


pubblici, enti e Aziende vigilati dallo Stato o da altro ente pubblico, le
società o imprese comunque controllate dallo Stato o da altro ente

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pubblico, concessionari di opere pubbliche o di servizi pubblici, contraenti
generali di cui all'art. 176 del Dlgs. N. 163/2006;

- Per i rapporti tra i soggetti pubblici in precedenza menzionati ed altri


soggetti, anche privati, i cui organi rappresentativi e quelli aventi funzioni
di amministrazione e di controllo siano sottoposti, per disposizioni di legge
o di regolamento, alla verifica di particolari requisiti di onorabilità tali da
escludere la sussistenza di una delle cause di divieto, sospensione o di
decadenza previste dall'art. 67 del D. Lgs. 159/2011;

- Per il rilascio o il rinnovo delle autorizzazioni o licenze di polizia di


competenza delle autorità nazionali e provinciali di pubblica sicurezza;

- Per la stipulazione o il rinnovo di contratti e per la concessione di


erogazioni a favore di chi esercita attività agricole e professionali non
organizzate in forma di impresa, nonché a favore di chi esercita attività
artigiana in forma di impresa individuale;

- Per i rapporti fra privati;

- Per la verifica dei requisiti di partecipazione alle gare pubbliche previsti


dall' art. 38, comma 1, lett. b) del D.Lgs. n. 163/2006.

Chi sono i soggetti che possono richiedere la documentazione antimafia?


La documentazione antimafia (comunicazione – informazione) deve essere
richiesta d’ ufficio dagli Enti Pubblici Stazioni Appaltanti indicati dall’ art. 83 del
D.Lgs 159/2011 alla Prefettura competente.
Le imprese e/o privati non possono più richiedere direttamente alla Prefettura la
documentazione antimafia.

Quale è la Prefettura competente al rilascio della documentazione


antimafia?

La documentazione antimafia (comunicazione – informazione) è rilasciata dal


prefetto della provincia in cui le persone fisiche, le imprese, le associazioni, le
società o i consorzi risiedono o hanno sede legale ovvero dal prefetto della in cui è
stabilita una sede secondaria con rappresentanza stabile nel territorio dello Stato
per le società costituite all’estero.
Se le società costituite all’estero non hanno una sede secondaria con
rappresentanza stabile nel territorio dello Stato, la richiesta è rilasciata dal
prefetto della provincia in cui hanno sede gli Enti pubblici/Stazioni Appaltanti
indicati nell'art 83 del D. Lgs. 159/2011.

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La richiesta di documentazione antimafia può essere inoltrata alla
Prefettura direttamente dalle società interessate?
La richiesta di documentazione antimafia (comunicazione – informazione) può
essere inoltrata soltanto dagli Enti Pubblici/Stazioni Appaltanti di cui all’art. 83
del D.Lgs 159/2011.
L’ unica documentazione che dovrà essere trasmessa dalla società interessata
direttamente alla Prefettura è la copia degli atti dai quali risulta l’ intervenuta
modificazione relativamente ai soggetti destinatari di verifiche antimafia di cui
all’art. 85.
La documentazione suddetta dovrà essere trasmessa entro 30 gg. dalle variazioni
societarie.
La violazione dell’ obbligo di comunicazione delle variazioni societarie è punita
con la sanzione amministrativa pecuniaria da 20.000 euro a 60.000 euro.

Quali sono gli adempimenti a carico delle società interessate?


1. Le società aggiudicatarie dovranno compilare debitamente la documentazione
che dovrà essere allegata dalla Stazione Appaltante alla richiesta di informazioni
antimafia.
2. I legali rappresentanti delle società aggiudicatarie dovranno comunicare al
prefetto le eventuali variazioni societarie secondo quanto disposto dall’art. 86,
comma 3 del D.Lgs 159/2011.

Quando deve essere inoltrata la richiesta di informazioni antimafia?


La richiesta di informazioni antimafia deve essere presentata al momento
dell’aggiudicazione del contratto o 30 giorni prima della stipula del contratto.

Può essere richiesta l’ informazione antimafia per le società che partecipano


alle gare pubbliche?
Per tutte le fasi che precedono l’aggiudicazione dei contratti pubblici si applicano
le verifiche previste dall’art. 38 del D.Lgs 163/2006.
In queste fasi preliminari non si può richiedere la documentazione antimafia.

Chi è competente ad effettuare le verifiche previste dall’art. 38 del D.Lgs


163/2006?
Le verifiche per i requisiti di partecipazione delle società agli appalti pubblici,
previste dall’art. 38, comma 1, lett. b) del D.Lgs 163/2006 devono essere
effettuate dalle Stazioni Appaltanti avvalendosi degli uffici competenti secondo le
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disposizioni impartite dal comma 3 dell’ art. 38 del citato decreto e dalla
determinazione n. 1 del 16 maggio 2012 dell’ AVCP, dovranno essere richieste agli
uffici competenti

Come deve essere inoltrata la richiesta di documentazione antimafia?


La richiesta di documentazione antimafia deve essere inoltrata dall’ Ente
Pubblico/Stazione Appaltante anche all’indirizzo p.e.c. della Prefettura
protocollo.prefud@pec.interno.it

Cosa deve essere indicato nella richiesta di comunicazione antimafia?

Nella richiesta di comunicazione antimafia l’ Ente Pubblico/Stazione Appaltante


deve indicare:
- Denominazione dell’ Ente Pubblico/Stazione appaltante richiedente;
- Denominazione della Persona Fisica o Persona giuridica interessata;
- Oggetto della richiesta (licenza, autorizzazione, contratto etc…)
- Importo del contratto (se costituisce l’ oggetto della richiesta).

Cosa deve essere indicato nella richiesta di informazione antimafia?


Nella richiesta di informazione antimafia la Stazione Appaltante deve indicare:
- La denominazione dell’ amministrazione, ente, azienda o impresa che
procede all’ appalto, concessione o erogazione o che è tenuta ad autorizzare
il subcontratto, la cessione o il cottimo;
- L’ oggetto e il valore del contratto, subcontratto, concessione o erogazione;
- Gli estremi della deliberazione dell’ appalto o della concessione o del titolo
che legittima l’ erogazione;
- Le complete generalità dell’ interessato e, ove previsto, del direttore tecnico
o, se trattasi di società, impresa, associazione o consorzio, la
denominazione e la sede, nonché le complete generalità degli altri soggetti
di cui all’art. 85.

Cosa deve essere allegato alla richiesta di informazione antimafia?

Alla richiesta di informazione antimafia va allegata la seguente documentazione:

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1. dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla CCIAA con l’ indicazione delle
generalità (nome, cognome, data, luogo di nascita, residenza, codice fiscale e
carica ricoperta) dei soggetti di cui all’art. 85 del D. Lgs. 159/2011
2. dichiarazione sostitutiva redatta dai soggetti di cui all' art. 85 del D. Lgs.
159/2011 e riferita ai loro familiari conviventi.
3. dichiarazioni sostitutive relative al socio di maggioranza (persona fisica o
giuridica) della società interessata, nell’ ipotesi prevista dall’ art. 85, comma 2,
lett. c) del D.lgs 159/2011.
n.b. nella dichiarazione sostitutiva di cui ai punti 1 e 3 (se il socio di maggioranza
è una persona giuridica) devono essere riportate anche le complete generalità del
presidente del CdA/amministratore delegato, consiglieri, procuratori, procuratori
speciali e del collegio sindacale (sindaci effettivi e sindaci supplenti) e dei loro
familiari conviventi.

Come si articola il procedimento di rilascio delle informazioni antimafia?

L’ Ente Pubblico/Stazione Appaltante dovrà acquisire dalla società interessata (che


ha la sede legale nella provincia di Udine) la dichiarazione sostitutiva del certificato
di iscrizione alla CCIAA redatta dal rappresentante legale della società e
contenente tutti i componenti dell’ attuale compagine societaria, ai sensi dell’ art.
85 del D. Lgs. 159/2011.
Dovrà essere, inoltre, acquisita la dichiarazione sostitutiva riferita ai familiari
conviventi dei soggetti da controllare a norma dell’ art. 85 del D.Lgs. 159/2011.
Successivamente, l’ Ente Pubblico/Stazione Appaltante provvederà a trasmettere la
richiesta di informazioni antimafia, corredata delle dichiarazioni sostitutive, a
questa Prefettura che procederà alle verifiche di cui agli artt. 84 e ss. del D.Lgs. n.
159/2011.

Cosa succede nel caso in cui alla richiesta di informazioni antimafia sia
allegata della documentazione incompleta?

Nel caso di documentazione incompleta (es. dichiarazioni sostitutive prive di tutti


soggetti di cui alla’rt. 85 del D.Lgs. 159/2011) l’ istruttoria non potrà
considerarsi avviata e quindi non potranno decorrere i termini previsti dall’ art.
92, commi 3 e 4 del D.Lgs 159/2011.
In questi casi la Stazione Appaltante dovrà invitare la società interessata ad
integrare la documentazione incompleta.

La comunicazione antimafia può essere sostituita da un’ autocertificazione?

La comunicazione antimafia può essere sostituita da un’autocertificazione nei


casi previsti dall’art. 89 del D.Lgs 159/2011.
In tali casi, gli Enti Pubblici/Stazioni Appaltanti dovranno acquisire:
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la dichiarazione sostitutiva dell' assenza delle cause di decadenza, sospensione o
divieto di cui all'art. 67 del D.Lgs. 159/2011 (se il soggetto interessato è una
persona fisica);

-la dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla camera di commercio della società


interessata e la dichiarazione sostitutiva dell' assenza delle cause di decadenza,
sospensione o divieto di cui all'art. 67 del D.Lgs. 159/2011 (se il soggetto
interessato è una persona giuridica)

L’autocertificazione, nei casi previsti dall’art. 89 del D.Lgs 159/2011


equivale alla comunicazione antimafia?

L’autocertificazione, nei casi previsti dall’art. 89 del D.Lgs 159/2011, equivale


alla comunicazione antimafia.

L’ informazione antimafia può essere sostituita da un’autocertificazione?

L’ informazione antimafia, differentemente dalla comunicazione antimafia (nei soli


casi di cui all’art. 89 del D.Lgs 159/2011), non può essere sostituita da
un’autocertificazione.

Per quanto tempo è utilizzabile la comunicazione antimafia?

La comunicazione antimafia può essere utilizzata per un periodo di 6 mesi dalla


data dell’acquisizione. La stessa può essere utilizzata e produce i suoi effetti
anche in altri procedimenti, diversi da quello per il quale è stata acquisita,
riguardante i medesimi soggetti (art 86 comma 2 bis)

Per quanto tempo è utilizzabile l’ informazione antimafia?

Le informazioni antimafia hanno una validità di 12 mesi dalla data dell’


acquisizione, salvo che non siano intercorse modificazioni dell'assetto societario.
La stessa può essere utilizzata e produce i suoi effetti anche in altri procedimenti,
diversi da quello per il quale è stata acquisita, riguardante i medesimi soggetti

Quali sono i termini per il rilascio delle informazioni antimafia

In attesa dell’ operatività della Banca Dati Nazionale Unica, il termine per il rilascio
delle comunicazioni antimafia è di 30 giorni dal ricevimento della richiesta.

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Quali sono i termini per il rilascio delle informazioni antimafia

In attesa dell’ operatività della Banca Dati Nazionale Unica, il termine per il rilascio
delle informazioni antimafia è di 30 giorni dal ricevimento della richiesta.
Tuttavia, qualora le verifiche disposte siano di particolare complessità è prevista,
previa comunicazione all’ Ente Pubblico/Stazione Appaltante, la proroga di
ulteriori 45 giorni.

E’ perentorio il termine di rilascio delle informazioni antimafia?

Il termine di rilascio delle informazioni antimafia è ordinatorio.


Pertanto, decorso il termine di 30 giorni o di 30 + 45 giorni (in caso di complessità
dell’ istruttoria) o nei casi di urgenza, decorso il termine di 15 giorni dalla ricezione
della richiesta, gli Enti Pubblici/Stazioni Appaltanti procedono anche in assenza
delle informazioni antimafia ma in tali casi, i contratti, i contributi, i finanziamenti,
le agevolazioni ed erogazioni sono corrisposti sotto condizione risolutiva. (art. 92,
commi 2 e 3 del D.Lgs 159/2011).

Su quali soggetti sono effettuati i controlli antimafia?

Le verifiche antimafia sono effettuate sui soggetti indicati dall’art. 85 del D.Lgs
159/2011 e variano a seconda del tipo di società.

Quali sono i componenti dell’ organo di amministrazione delle società


sottoposti alle verifiche antimafia?

Per componenti del consiglio di amministrazione si intendono il Presidente del


C.d.A, l’ amministratore delegato e i consiglieri.
Quali sono i componenti del collegio sindacale delle società sottoposti alle
verifiche antimafia?
Per componenti del collegio sindacale si intendono sia i sindaci effettivi sia i
supplenti.
I procuratori e i procuratori speciali sono sottoposti alle verifiche antimafia?
Anche i procuratori e i procuratori speciali sono sottoposti ai controlli antimafia in
quanto, ai sensi dell’art. 91, comma 5 del D.Lgs 159/2011.” Il prefetto estende gli
accertamenti pure ai soggetti che risultano poter determinare in qualsiasi modo le
scelte o gli indirizzi dell’ impresa”.
I controlli antimafia si applicano anche agli organismi di vigilanza?
L’ art. 85, comma 2 bis del D.Lgs 159/2011 prevede che i controlli antimafia siano
effettuati, nei casi contemplati dall’ art. 2477 del c.c., al sindaco, nonché ai

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soggetti che svolgono i compiti di vigilanza di cui all’art. 6, comma 1 , lett. b) del
D.Lgs 8 giugno 2011, n. 231.
Da chi sono svolte le funzioni di organismo di vigilanza di cui all’ art. 6,
comma 1 , lett. b) del D.Lgs 8 giugno 2011, n. 231?
La funzione di organismo di vigilanza, ai fini del D.Lgs 231/2001 può essere svolta
direttamente dal collegio sindacale, dal consiglio di sorveglianza o dal comitato per
il controllo di gestione.
In particolare, nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di
sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni
dell’ organismo di vigilanza di cui al comma 1 lett. b).
Il ruolo di organismo di vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 è attribuibile esclusivamente
al collegio sindacale e non anche al sindaco unico.
Deve escludersi cioè che l’ Organismo di vigilanza possa essere un soggetto esterno
tout court, quale ad esempio una società di revisione od un gruppo di consulenti
esterni.

I controlli antimafia si applicano anche ai direttori tecnici ?

I controlli antimafia, ai sensi dell’art. 85, co. 2 D. Lgs. 159/2011 si applicano


anche al direttore tecnico, ove previsto.

Chi sono i familiari conviventi dei soggetti di cui all’art. 85 del D.Lgs
159/2011?

Per familiari conviventi” si intende “chiunque conviva” con i soggetti da


controllare ex art. 85 del D.Lgs 159/2011, purché maggiorenne.

Come si deve procedere in presenza di istanze di informazioni antimafia ai


sensi dell’art.91 del D.lgs 159/2011 prive delle indicazioni dei familiari
conviventi, come di altri dati richiesti dall’art. 85 del Codice Antimafia?
La Prefettura deve procedere d’ufficio all’acquisizione delle generalità
propedeutiche all’espletamento dei necessari controlli.

Cosa si intende per “socio di maggioranza” secondo l’ art. 85, comma 2, lett.
c) del D.Lgs 159/2011?

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Nelle società di capitali o cooperative con un numero di soci pario o inferiori a 4,
per socio di maggioranza si intende “la persona fisica o giuridica che detiene la
maggioranza relativa delle quote o azioni della società interessata”.

Quale documentazione devono allegare le società di capitali o cooperative


con un numero di soci pari o inferiore a 4 o con socio unico?

Oltre alla documentazione prevista a seconda che la società abbia sede in Italia o
all’estero, nelle società di capitali o cooperative con un numero di soci pari o
inferiori a 4, la società interessata dovrà produrre anche la documentazione
relativa al socio (persona fisica o giuridica) che detiene la maggioranza delle quote
o azioni del suo capitale sociale.
La documentazione da allegare sarà diversa a seconda che il socio di maggioranza
sia una persona fisica con residenza in Italia o all’ Estero o sia una persona
giuridica con sede in Italia o all’ estero:

1.Socio di maggioranza (persona fisica) con residenza in Italia o all’ Estero


La società interessata dovrà indicare nella dichiarazione sostitutiva di iscrizione
alla CCIAA le generalità complete (cognome, nome, luogo, data di nascita,
residenza, codice fiscale) del socio che detiene la maggioranza delle quote o azioni
del suo capitale sociale.
Dovrà, inoltre, essere allegata la dichiarazione sostitutiva riferita ai familiari
conviventi del socio di maggioranza.

2. Socio di maggioranza (persona giuridica) con sede in Italia

La società interessata dovrà produrre la dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla


CCIAA della società che detiene la maggioranza delle quote o azioni del suo
capitale sociale.
Dovrà, inoltre essere allegata la dichiarazione sostitutiva riferita ai familiari
conviventi dei soggetti di cui all’ art. 85 del D.Lgs 159/2011 della società di
maggioranza.

3. Socio di maggioranza (persona giuridica) con sede all’estero:

La società interessata dovrà produrre la dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla


CCIAA in lingua italiana della società straniera che detiene la maggioranza delle
quote o azioni del suo capitale sociale.
Dovrà, inoltre essere allegata la dichiarazione sostitutiva riferita ai familiari
conviventi dei soggetti di cui all’ art. 85 del D.Lgs 159/2011 della società che
detiene la maggioranza delle quote o azioni del suo capitale sociale.

La documentazione relativa al socio di maggioranza deve essere allegata


anche nel caso in cui nelle società di capitali o cooperative i soci siano di
numero pari o inferiori a 4 ma abbiano tutti la medesima percentuale di
quote o azioni del capitale sociale della società interessata
14
Nel caso di più soci (es. 3 o 4) con la medesima percentuale di quote o azioni del
capitale sociale della società interessata, non è richiesta alcuna documentazione
relativa al socio di maggioranza.

Cosa si intendono per “società estere” ai sensi del D.Lgs 159/2011?


Per società estere ai sensi del D.Lgs 159/2011 si intendono le società straniere
con sede in Italia e le società straniere, prive di una sede secondaria con
rappresentanza stabile in Italia.
In quali casi è competente la Prefettura per le richieste di informazioni
antimafia presentate per le società estere?
Ai sensi dell’ 90, comma 2 del D.Lgs 159/2011: “Nei confronti dei soggetti aventi
residenza o sede all’ estero, l’ informazione antimafia è rilasciata dal Prefetto della
provincia dove ha inizio l’esecuzione dei contratti e dei subcontratti di lavori,
servizi o forniture pubblici nonché delle attività oggetto dei provvedimenti indicati
nell’ art. 67 del citato decreto”.

Quale documentazione deve essere allegata alle richieste di rilascio delle


informazioni antimafia relative alle società straniere con sede in Italia?

La Stazione Appaltante dovrà richiedere alla società straniera la dichiarazione


sostitutiva di iscrizione alla CCIAA, con le complete generalità (nome, cognome,
data e luogo di nascita, residenza, codice fiscale e carica ricoperta) di coloro che
la rappresentano stabilmente in Italia e dei loro familiari conviventi.
Dovranno essere, inoltre, indicati gli estremi della deliberazione dell’ appalto, della
concessione o del titolo che legittima l’erogazione.

Quale documentazione deve essere allegata alle richieste di rilascio delle


informazioni antimafia relative alle società costituite all’ estero, prive di
una sede secondaria con rappresentanza stabile in Italia?

La Stazione Appaltante dovrà richiedere alla società straniera la visura camerale o


la dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla CCIAA in lingua italiana, con le
complete generalità (nome, cognome, data, luogo di nascita, residenza, codice
fiscale e carica ricoperta) di coloro che esercitano poteri di amministrazione, di
rappresentanza o di direzione dell’ impresa e dei loro familiari conviventi.
Dovrà essere, inoltre, indicato, ai fini della determinazione della competenza
territoriale della Prefettura, il luogo in cui ha inizio l’ esecuzione del contratto,
nonché gli estremi della deliberazione dell’appalto o della concessione o del titolo
che legittima l’erogazione.

QUESITI SPECIFICI

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Le Aziende Sanitarie accreditate al Servizio Sanitario Nazionale sono da
ricomprendersi nei soggetti indicati dall’art. 83 del D.Lgs 159/2011?

Le Aziende Sanitarie accreditate al Servizio Sanitario Nazionale erogano


prestazioni di natura pubblica.
Sono da considerarsi soggetti pubblici ai sensi dell’art. 83 del D.Lgs 159/2011.
Normalmente operano in ambito di diritto pubblico e sono assoggettate alle norme
del Codice degli Appalti per la scelta del contraente.

Il curatore fallimentare può richiedere la documentazione antimafia?


L’attività svolta dai curatori fallimentari ha natura privatistica essendo diretta a
garantire l’equa soddisfazione dei creditori sulla massa fallimentare. Infatti il
combinato disposto degli artt. 67 e 83, comma 1, del D. Lgs. n. 159/2011
chiarisce che la disciplina sulla documentazione antimafia trova applicazione nei
riguardi di rapporti amministrativi attinenti alla fruizione di risorse pubbliche,
nell’intento di evitare che queste ultime vengano utilizzate da soggetti collusi o
comunque contigui con la criminalità organizzata. L’assenza di questo tratto
pubblicistico nell’attività del curatore fallimentare induce a concludere che questa
figura non sia legittimata a richiedere l’acquisizione della documentazione
antimafia.

Per le imprese di assicurazione e riassicurazione sono applicabili le clausole


di esonero dall'obbligo di richiedere la documentazione antimafia?

Sotto il nuovo regime dettato dal D.Lgs n.159/2011, la clausola di esonero


dall'obbligo di richiedere la documentazione antimafia non opera nei riguardi
delle imprese di assicurazione e riassicurazione.

Per le imprese bancarie sono applicabili le clausole di esonero dall'obbligo di


richiedere la documentazione antimafia?
Sotto il nuovo regime dettato dal D.Lgs n.159/2011, la clausola di esonero
dall'obbligo di richiedere la documentazione antimafia non opera nei riguardi
delle imprese bancarie.

L’informazione antimafia va richiesta nei confronti di un Ente


Ecclesiastico? Quali sono i soggetti da sottoporre a verifica?
Premesso che gli Enti Ecclesiastici rientrano nella categoria delle persone
giuridiche di diritto privato, se la natura dell’attività che, con il contributo
ottenuto dalla P.A., verrà svolta dall’Ente Ecclesiastico beneficiario, è finalizzata
allo svolgimento di “attività imprenditoriali” è previsto l’obbligo dell’acquisizione
della documentazione antimafia. E’ necessario quindi acquisire la
16
documentazione antimafia nei confronti dei soggetti che esercitano la legale
rappresentanza dell’ente (da ritenersi equiparato alla disciplina dettata dall’art.
85, c.2, lett. a del Codice Antimafia per le Associazioni).

Le verifiche antimafia devono essere effettuate anche ai confronti dei


soggetti beneficiari degli incentivi erogati a coloro che (persone fisiche o
giuridiche) installano impianti per la produzione di energia fotovoltaica con
capacità superiore a 20 kw?
Sì, vanno sottoposte alle informazioni antimafia le persone fisiche che gestiscono
impianti idonei a produrre una quantità di energia di gran lunga superiore alle
esigenze di autoconsumo e, sembrano indicare lo svolgimento di un’attività non
rivolta unicamente a soddisfare esigenze di autoconsumo ma finalizzata ad
ottenere vantaggi economici.

Le imprese che devono effettuare l’iscrizione all’Albo Nazionale dei Gestori


Ambientali sono sottoposte alle verifiche soggettive del Codice Antimafia?
Lo “statuto” dei gestori ambientali (D.Lgs. n. 152/2006 e D.M. n. 406/1998)
prescrive requisiti di onorabilità di livello inferiore rispetto a quelli stabiliti dal
D.Lgs. 159/2011, pertanto la clausola di esonero dall’obbligo della
documentazione antimafia non può essere applicata nei confronti di tali
procedimenti amministrativi.

Le autorizzazioni ambientali in materia di scarichi idrici e di emissioni in


atmosfera rientrano tra i provvedimenti amministrativi per il rilascio dei
quali è necessaria l’acquisizione della documentazione antimafia?
Le suddette autorizzazioni sono esonerate da questo obbligo, quando sono
unicamente dirette a verificare la conformità tecnica di determinati impianti
rispetto alle specifiche normative di tutela ambientale, ma assumono rilevanza
esclusivamente quando costituiscono in capo all’interessato il diritto ad esercitare
attività imprenditoriali.

Le verifiche antimafia devono essere effettuate anche nei confronti di


consorzi di società cooperative?
Sì, per ogni società cooperativa che detenga una quota partecipativa superiore al
10% nonché di quelli per i quali il consorzio operi esclusivamente nei rapporti con
la pubblica amministrazione.

Il responsabile tecnico delle imprese di gestione dei rifiuti iscritto all’Albo


nazionale gestori dei rifiuti ambientali è sottoposto a verifiche antimafia?
17
Il responsabile tecnico delle imprese di gestione dei rifiuti rientra nella platea dei
soggetti sottoposti alle verifiche antimafia poiché non c’è nessuna “ontologica
differenza” tra la figura del direttore tecnico, contenuto nell’ art.85 del Codice
Antimafia, e il responsabile tecnico di gestione dei rifiuti (Sentenza del Consiglio
di Stato. Sez. V 17 maggio 2012, n 2820).

Quali sono parametri che determinano il requisito dell'"imprenditorialità",


necessario per determinare l'assoggettabilità alla verifiche antimafia dei
percettori di contributi economici?
Quando un'attività è condotta:
1) anche con metodo esclusivamente economico, cioè finalizzato a coprire solo i
costi di gestione;
2) in maniera non occasionale, con la precisazione che vanno considerati come
non occasionali anche le attività a carattere stagionale;
3) con un minimo di organizzazione dei fattori produttivi diversi dal lavoro
personale o di quello dei propri familiari.
Ricadono nell'ambito dei rapporti sottoposti a documentazione antimafia anche le
attività di impresa sociale che, a norma degli artt.1 e 3 del D.Lgs n. 155/2006,
consistono nella produzione e scambio di beni e servizi svolti da enti no profit che
fruiscono di un regime agevolato in virtù del divieto di ripartizione degli utili
conseguiti.

Quando si richiede il rilascio dell’informazione antimafia (art.100 D.Lgs.


n.159/2011) per gli Enti Locali sciolti per condizionamento mafioso?

Il citato articolo prevede che l’informazione debba essere sempre richiesta per
qualsiasi contratto o subcontratto, ovvero tutti i rapporti contrattuali sia attivi
che passivi intrattenuti dall’Ente Locale, indipendentemente dal loro importo. Il
rilascio del provvedimento amministrativo dell’art.100 di cui sopra è obbligatorio
specificamente per le seguenti categorie:
 Concessioni di qualunque tipo, anche diverse da quelle indicate
dall’art.67, comma 1, lettere b) e c) del D.Lgs. n.159/2011;
 Erogazioni (convenzioni, finanziamenti, contributi)

E’ necessario acquisire la documentazione antimafia da parte di un Comune,


nei 5 anni successivi allo scioglimento dello stesso per infiltrazione mafiosa,
in vista dell’approvazione dei piani attuativi di iniziativa privata del Piano
Regolatore Generale e dei conseguenti affidamenti?
L’Amministrazione deve acquisire la documentazione antimafia nei confronti dei
soggetti privati sottoscrittori della convenzione di lottizzazione, inoltre, qualora gli
interventi di urbanizzazione primaria o secondaria siano affidati a soggetti non
coincidenti con i sottoscrittori, l’acquisizione della documentazione antimafia
18
trova applicazione a prescindere del valore inferiore o superiore alla soglia
comunitaria ad eccezione degli affidamenti di opere di urbanizzazione “sotto
soglia” (valore compreso tra 1 e 5 mln di euro) funzionali all’intervento di
trasformazione del territorio.

Per la concessione di contributi, finanziamenti ed altre agevolazioni sotto-


soglia è prevista l’obbligo dell’acquisizione della documentazione antimafia?
Le amministrazioni procedenti, per i rapporti sotto-soglia, richiedono agli
interessati individuati ex art. 67 del Codice Antimafia l’autodichiarazione circa
l’assenza delle situazioni ostative in esame procedendo alla verifica della loro
veridicità secondo le modalità stabilite ai sensi dell’art. 71 del D.P.R. n.
445/2000.

Quando è prevista l’autocertificazione dei requisiti morali da parte


dell’operatore economico interessato, per il rilascio dei provvedimenti
autorizzatori?

L’autocertificazione dell’accertamento dei requisiti morali (ovvero assenza di cause


ostative ex art.67 del Codice Antimafia) è prevista in caso di rinnovo di
autorizzazioni già rilasciate, ovvero di attività che possono essere intraprese sulla
base della mera segnalazione dell’inizio di attività (SCIA), esclusivamente per le
fattispecie in regime di comunicazioni antimafia che rientrino in una delle
seguenti categorie:
 Contratti o subcontratti di lavori, servizi e forniture dichiarati urgenti;
 Provvedimenti di rinnovo conseguenti a provvedimenti già disposti,
 Attività private, sottoposte a regime autorizzatorio, che possono essere
intraprese dietro presentazione della SCIA;
 Attività private sottoposte al regime del silenzio-assenso di cui alla
tabella C annessa al D.P.R. n.300/1992.

Nel caso di possessori di quote/azioni del capitale sociale dell’impresa le


verifiche antimafia devono essere effettuate nei confronti di tutti i soci?
 Nei confronti del socio unico nel caso di società unipersonali.
 Nei confronti del socio di maggioranza, nel caso in cui il capitale sociale sia
ripartito tra un numero di soci non superiore a quattro.

Per il rinnovo dell’iscrizione possono avvalersi dell’autocertificazione?


L’art.89 esclude il ricorso all’autocertificazione solo per i provvedimenti
amministrativi per cui è necessario acquisire l’informazione antimafia, per gli altri
casi l’Amministrazione procedente ha sempre l’obbligo di attivare idonei controlli

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anche a campione - previsti dall’art.71 del D.P.R. n. 445/2000 - sulla veridicità
delle autodichiarazioni presentate.

I procuratori speciali sono soggetti da sottoporre alle verifiche antimafia?


La mancata indicazione dei procuratori speciali nelle disposizioni previste
dall'art.85 del D.Lgs 159/2011, induce a ritenere che costoro non rientrino tra i
soggetti da sottoporre a controllo obbligatorio: ciò nonostante essendo investiti da
poteri gestori in grado di determinare l'andamento dell'impresa, rientrano tra
quelle figure nei cui riguardi il Prefetto ex officio può estendere, a norma
dell'art.91 comma 5 del D.Lgs n.159/2011 i controlli necessari all'emissione della
documentazione antimafia.

In quale caso gli istituti di vigilanza privata, in possesso di licenza rilasciata


dalla Prefettura ai sensi dell’art. 134 T.U.L.P.S., dovranno essere sottoposti
ad accertamento antimafia?
I suddetti istituti dovranno essere sottoposti ad accertamento antimafia nel caso
in cui un soggetto, (l’ente pubblico appaltante) intenda stipulare un contratto per
la fornitura del servizio di vigilanza privata.

Le società di revisione, disciplinate dal decreto legislativo 27 gennaio 2010


n. 39, rientrano tra i soggetti da sottoporre a verifica antimafia?
Sì, quando l’incarico di componente del collegio sindacale è attribuito ad una
società iscritta nel registro dei revisori, i controlli dovranno essere svolti anche nei
confronti dei soggetti che, al suo interno, ricoprono le posizioni indicate dall’art.
85 del codice antimafia.

Nei procedimenti di concessione di contributi economici, quando richiedere


la certificazione antimafia?
La domanda di rilascio del certificato antimafia deve essere inoltrata nella fase di
accoglimento della domanda di pagamento e non nella fase di esame della
domanda del contributo, al fine di non determinare un aggravamento dell'azione
amministrativa sancito dall'art.1 comma 2 della legge 241/1990.

Nel caso il contributo sia erogato in tranches pluriennali, quali sono gli
obblighi relativi alla certificazione antimafia?
Qualora le rate successive siano subordinate alla preventiva verifica di
determinate condizioni o presupposti o raggiungimento di obiettivi, dovrà essere
necessariamente reiterata la richiesta di acquisizione della documentazione
antimafia.
20
Quale documentazione antimafia utilizzare per i contributi inferiori a
150.000 euro?
Per questo tipo di erogazioni, esenti da documentazione antimafia ai sensi
dell'art.83 comma 3 lett.e) del codice antimafia, la verifica dell'assenza delle
situazioni ostative di cui all'art.67 del citato codice dovrà essere condotta sulla
base delle dichiarazioni sostitutive di certificazione ex art.46 del DPR
n.445/2000.

I privati che stipulano convenzioni di lottizzazione e gli esecutori delle


opere c.d “a scomputo” possono richiedere la documentazione antimafia?
Il privato, c.d. soggetto lottizzante, che ha sottoscritto una convenzione di
lottizzazione con il Comune e non realizza direttamente le opere di urbanizzazione
primaria di valore superiore alla soglia comunitaria o quelle di urbanizzazione
secondaria, ma affida la loro esecuzione a un altro operatore economico, opera
come “amministrazione aggiudicatrice” e pertanto su di esso, e non sul Comune,
grava l’onere di richiedere il rilascio della documentazione antimafia.
Quando sarà attiva la Banca dati nazionale unica della documentazione
antimafia, destinata ad operare quale unico sistema abilitato alla ricezione delle
istanze di rilascio, poiché il soggetto lottizzante non potrà consultare tale
piattaforma informatica, la documentazione antimafia potrà essere richiesta per il
tramite dell’Amministrazione comunale, abilitata alla consultazione della Banca
dati.

Il Comune è tenuto ad acquisire la comunicazione antimafia prima di


rilasciare l’autorizzazione allo svolgimento di attività estrattive? E, con
quali modalità?
Il Comune, prima di rilasciare l’autorizzazione ad esercitare l’attività di impresa
nell’ambito della coltivazione e dell’estrazione dei materiali da cava, dovrà
richiedere il rilascio della comunicazione antimafia alla Prefettura mediante
un’apposita richiesta oppure avvalendosi, ottenute le necessarie credenziali, del
collegamento al sistema Si.Ce.Ant. 2.0.

I procuratori generali sono soggetti a verifiche finalizzate al rilascio della


documentazione antimafia?
I procuratori generali devono essere considerati veri e propri amministratori
muniti di poteri decisionali e, in quanto tali, devono essere obbligatoriamente
sottoposti alle verifiche finalizzate all’emissione della documentazione antimafia.

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All’interno di un consorzio quali soggetti devono essere sottoposti agli
accertamenti antimafia?
L’art. 85, co. 2, lett. b) del D. L.gs n. 159/2011 richiede di esperire le verifiche
antimafia sia ai soggetti che ricoprono cariche amministrative e gestionali
all’interno dello stesso, sia dei consorziati che detengono una partecipazione nel
consorzio superiore al 10% e delle imprese che partecipano al consorzio
medesimo.
Con riferimento alle imprese straniere nei confronti di chi vengono
esercitati i controlli antimafia?
I controlli vengono effettuati nei riguardi dei titolari dei poteri di rappresentanza,
amministrazione e direzione.
Le verifiche antimafia devono essere esperite anche nei confronti dei
soggetti investiti di poteri di rappresentanza legale?
Sì, le verifiche antimafia devono essere esperite anche nei confronti dei soggetti
investiti di poteri di rappresentanza legale, tra i quali vanno ricompresi i
procuratori speciali.

ED INFINE UN CENNO ALLE WHITE LIST

Il D.P.C.M. 18 aprile 2013 (pubblicato sulla G.U. n. 164 del 15 luglio 2013) ha
disciplinato le modalità relative all'istituzione ed all'aggiornamento presso
ciascuna Prefettura dell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di
lavori operanti in alcuni definiti settori, la cd. "white list".

Tali settori riguardano le seguenti attività indicate nell'art. 1 comma 53 della


legge 6 novembre 2012, n. 190, ritenute maggiormente esposte a rischio di
infiltrazione mafiosa:

a) trasporto di materiali a discarica per conto di terzi;


b) trasporto, anche transfrontaliero, e smaltimento di rifiuti per conto di terzi;
c) estrazione, fornitura e trasporto di terra e materiali inerti;
d) confezionamento, fornitura e trasporto di calcestruzzo e di bitume;
e) noli a freddo di macchinari;
f) fornitura di ferro lavorato;
g) noli a caldo;
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h) autotrasporti per conto di terzi;
i) guardiania dei cantieri

L'iscrizione è volontaria ed è soggetta alle seguenti condizioni:


♦ assenza di una delle cause di decadenza, sospensione o divieto di cui all'art. 67
del D. Lgs. 159/2011)
♦ assenza di eventuali tentativi di infiltrazione mafiosa tendenti a condizionare le
scelte e gli indirizzi delle società o imprese interessate i cui all'art.84 comma 3 del
Codice Antimafia.
♦ non aver violato gli obblighi relativi alla tracciabilità dei flussi finanziari

Detta iscrizione soddisfa i requisiti per l'informazione antimafia ed è alla


stessa equipollente.
Tale equipollenza si estende anche alle comunicazioni antimafia.

L'art. 29 del D.L. 24 giugno 2014, n. 90 estende tale effetto equipollenza


anche ad altre attività prevedendo che, una volta ottenuta l'iscrizione,
questa possa essere utilizzata dalla stazione appaltante ai fini della stipula
di contratti relative ad attività diverse da quelle per le quali è stata
disposta.

INNOVAZIONI DETTATE DAL DECRETO LEGGE 24 GIUGNO 2014, N. 90 PER


LE STAZIONI APPALTANTI

A partire dal 25 giugno 2014 per le attività imprenditoriali sopraelencate, i


soggetti previsti all'articolo 83, commi 1 e 2, del decreto legislativo 6
settembre 2011, n. 159 devono obbligatoriamente acquisire,
indipendentemente dalle soglie stabilite dal Codice Antimafia, la
comunicazione e l'informazione antimafia obbligatoria attraverso la
consultazione, anche in via telematica, dell'elenco di fornitori, prestatori di
servizi ed esecutori dei lavori non soggetti a tentativi di infiltrazione
mafiosa operanti nei medesimi settori, istituito presso la Prefettura
competente.

In via transitoria, e comunque fino al 25 giugno 2015, l'affidamento di contratti o


l'autorizzazione di subcontratti nei settori sopra elencati avviene previo
accertamento della avvenuta presentazione della domanda di iscrizione nella
white list. Un apposito elenco (diverso dalle ditte iscritte) è pubblicato su questo
sito alla Sezione sopra indicata ed è aggiornato con scadenza settimanale.

La stazione appaltante che abbia aggiudicato e stipulato il contratto o


autorizzato il subappalto esclusivamente sulla base della domanda di iscrizione e'
obbligata a informare la competente Prefettura-Ufficio territoriale del Governo di
essere in attesa del provvedimento definitivo.

In caso di sopravvenuto diniego dell'iscrizione da parte della Prefettura i contratti


e subcontratti cui e' stata data esecuzione vengono revocati. Sono fatte salve le
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disposizioni di cui all'art. 94 comma 3 del Codice Antimafia ossia che l'opera sia
in corso di ultimazione ovvero, in caso di fornitura di beni e servizi, sia ritenuta
essenziale per il perseguimento dell'interesse pubblico, qualora il soggetto che la
fornisce non sia sostituibile in tempi rapidi.

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