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MATERIA DI
DOCUMENTAZIONE
ANTIMAFIA
Progetto Finalizzato Anno 2014 - Area I
REALIZZATA DA
Sig.ra Giusi Di Giorgio
Sig. Paolo Lubiana
Sig.ra Delfina Merlino
Sig.ra Vittoria Silvestri
Sig.ra Valeria Toniutti
CON IL COORDINAMENTO
D.ssa Maria Rita Coluccia
La presente guida raccoglie le domande più frequenti che sono state rivolte l’Ufficio Antimafia e le
indicazioni che il Ministero dell’Interno ha fornito in merito agli ambiti operativi della normativa antimafia.
PREMESSA
Entrato in vigore il 13 febbraio 2013, il nuovo Codice antimafia, come previsto
dal decreto legislativo n. 218/2012 ha introdotto delle modifiche e integrazioni
al Decreto legislativo n. 159/2011 (Codice delle leggi antimafia).
Pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale n. 290 del 13 dicembre 2012, il Decreto
Legislativo n. 218/2012 è composto da due parti: la prima (Capo I^) contiene
disposizioni correttive in materia di amministrazione dei beni sequestrati e
confiscati e di rilascio della documentazione antimafia, mentre la seconda parte
(Capo II^) reca disposizioni transitorie e di coordinamento.
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Rimane per il momento sospesa la banca dati nazionale unica della
documentazione antimafia, istituita presso il Ministero dell’Interno. Collegata
telematicamente con il Centro elaborazione dati, questo data base consentirà di
verificare in tempo reale la sussistenza di una delle cause di decadenza, di
sospensione, di divieto o il tentativo di infiltrazione mafiosa.
Importanti novità sono state, poi, introdotte dal decreto legislativo 13 ottobre
2014 n. 153, pubblicato nella G.U. del 27 ottobre 2014, ed entrato in vigore il 26
novembre 2014 che ha modificato il Codice antimafia.
Solo in caso di società costituite all’estero che non hanno una sede secondaria
con rappresentanza stabile nel territorio dello Stato, la richiesta è rilasciata dalla
prefettura della provincia in cui hanno sede gli Enti pubblici richiedenti.
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QUESITI GENERALI
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l'esercizio del commercio all'ingrosso e nei registri dei commissionari
astatori presso i mercati annonari all'ingrosso;
5. Attestazioni di qualificazione per eseguire lavori pubblici;
6. Altre iscrizioni o provvedimenti a contenuto autorizzatorio, concessorio o
abilitativo per lo svolgimento di attività imprenditoriali, comunque
denominati;
7. Contratti di appalto di opere e lavori pubblici di importo superiore a €
150.000,00 ma inferiore a 5.186.000,00 € (iva esclusa);
8. Contratti di fornitura di beni e servizi di importo superiore a € 150.000,00
ma inferiore a 207.000,00 € (iva esclusa);
9. Per le procedure di appalto degli enti erogatori di acqua e di energia e degli
enti che forniscono servizi di trasporto e servizi postali si applica la direttiva
2004/17/CE (come modificata dal Regolamento UE n. 1251/2011):
Opere e lavori pubblici di importo inferiore a € 5.000.000,00;
Forniture e servizi: inferiore a € 400.000,00.
- In presenza delle cause ostative di cui all’ art. 67, commi 1 e 8 del D.Lgs
159/2011;
Quali sono i casi in cui non deve essere richiesta l’ informazione antimafia?
L’ informazione antimafia non deve essere richiesta nei seguenti casi:
- In tutti i casi in cui deve essere richiesta la comunicazione antimafia;
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pubblico, concessionari di opere pubbliche o di servizi pubblici, contraenti
generali di cui all'art. 176 del Dlgs. N. 163/2006;
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La richiesta di documentazione antimafia può essere inoltrata alla
Prefettura direttamente dalle società interessate?
La richiesta di documentazione antimafia (comunicazione – informazione) può
essere inoltrata soltanto dagli Enti Pubblici/Stazioni Appaltanti di cui all’art. 83
del D.Lgs 159/2011.
L’ unica documentazione che dovrà essere trasmessa dalla società interessata
direttamente alla Prefettura è la copia degli atti dai quali risulta l’ intervenuta
modificazione relativamente ai soggetti destinatari di verifiche antimafia di cui
all’art. 85.
La documentazione suddetta dovrà essere trasmessa entro 30 gg. dalle variazioni
societarie.
La violazione dell’ obbligo di comunicazione delle variazioni societarie è punita
con la sanzione amministrativa pecuniaria da 20.000 euro a 60.000 euro.
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1. dichiarazione sostitutiva di iscrizione alla CCIAA con l’ indicazione delle
generalità (nome, cognome, data, luogo di nascita, residenza, codice fiscale e
carica ricoperta) dei soggetti di cui all’art. 85 del D. Lgs. 159/2011
2. dichiarazione sostitutiva redatta dai soggetti di cui all' art. 85 del D. Lgs.
159/2011 e riferita ai loro familiari conviventi.
3. dichiarazioni sostitutive relative al socio di maggioranza (persona fisica o
giuridica) della società interessata, nell’ ipotesi prevista dall’ art. 85, comma 2,
lett. c) del D.lgs 159/2011.
n.b. nella dichiarazione sostitutiva di cui ai punti 1 e 3 (se il socio di maggioranza
è una persona giuridica) devono essere riportate anche le complete generalità del
presidente del CdA/amministratore delegato, consiglieri, procuratori, procuratori
speciali e del collegio sindacale (sindaci effettivi e sindaci supplenti) e dei loro
familiari conviventi.
Cosa succede nel caso in cui alla richiesta di informazioni antimafia sia
allegata della documentazione incompleta?
In attesa dell’ operatività della Banca Dati Nazionale Unica, il termine per il rilascio
delle comunicazioni antimafia è di 30 giorni dal ricevimento della richiesta.
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Quali sono i termini per il rilascio delle informazioni antimafia
In attesa dell’ operatività della Banca Dati Nazionale Unica, il termine per il rilascio
delle informazioni antimafia è di 30 giorni dal ricevimento della richiesta.
Tuttavia, qualora le verifiche disposte siano di particolare complessità è prevista,
previa comunicazione all’ Ente Pubblico/Stazione Appaltante, la proroga di
ulteriori 45 giorni.
Le verifiche antimafia sono effettuate sui soggetti indicati dall’art. 85 del D.Lgs
159/2011 e variano a seconda del tipo di società.
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soggetti che svolgono i compiti di vigilanza di cui all’art. 6, comma 1 , lett. b) del
D.Lgs 8 giugno 2011, n. 231.
Da chi sono svolte le funzioni di organismo di vigilanza di cui all’ art. 6,
comma 1 , lett. b) del D.Lgs 8 giugno 2011, n. 231?
La funzione di organismo di vigilanza, ai fini del D.Lgs 231/2001 può essere svolta
direttamente dal collegio sindacale, dal consiglio di sorveglianza o dal comitato per
il controllo di gestione.
In particolare, nelle società di capitali il collegio sindacale, il consiglio di
sorveglianza e il comitato per il controllo della gestione possono svolgere le funzioni
dell’ organismo di vigilanza di cui al comma 1 lett. b).
Il ruolo di organismo di vigilanza ex D.Lgs. 231/2001 è attribuibile esclusivamente
al collegio sindacale e non anche al sindaco unico.
Deve escludersi cioè che l’ Organismo di vigilanza possa essere un soggetto esterno
tout court, quale ad esempio una società di revisione od un gruppo di consulenti
esterni.
Chi sono i familiari conviventi dei soggetti di cui all’art. 85 del D.Lgs
159/2011?
Cosa si intende per “socio di maggioranza” secondo l’ art. 85, comma 2, lett.
c) del D.Lgs 159/2011?
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Nelle società di capitali o cooperative con un numero di soci pario o inferiori a 4,
per socio di maggioranza si intende “la persona fisica o giuridica che detiene la
maggioranza relativa delle quote o azioni della società interessata”.
Oltre alla documentazione prevista a seconda che la società abbia sede in Italia o
all’estero, nelle società di capitali o cooperative con un numero di soci pari o
inferiori a 4, la società interessata dovrà produrre anche la documentazione
relativa al socio (persona fisica o giuridica) che detiene la maggioranza delle quote
o azioni del suo capitale sociale.
La documentazione da allegare sarà diversa a seconda che il socio di maggioranza
sia una persona fisica con residenza in Italia o all’ Estero o sia una persona
giuridica con sede in Italia o all’ estero:
QUESITI SPECIFICI
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Le Aziende Sanitarie accreditate al Servizio Sanitario Nazionale sono da
ricomprendersi nei soggetti indicati dall’art. 83 del D.Lgs 159/2011?
Il citato articolo prevede che l’informazione debba essere sempre richiesta per
qualsiasi contratto o subcontratto, ovvero tutti i rapporti contrattuali sia attivi
che passivi intrattenuti dall’Ente Locale, indipendentemente dal loro importo. Il
rilascio del provvedimento amministrativo dell’art.100 di cui sopra è obbligatorio
specificamente per le seguenti categorie:
Concessioni di qualunque tipo, anche diverse da quelle indicate
dall’art.67, comma 1, lettere b) e c) del D.Lgs. n.159/2011;
Erogazioni (convenzioni, finanziamenti, contributi)
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anche a campione - previsti dall’art.71 del D.P.R. n. 445/2000 - sulla veridicità
delle autodichiarazioni presentate.
Nel caso il contributo sia erogato in tranches pluriennali, quali sono gli
obblighi relativi alla certificazione antimafia?
Qualora le rate successive siano subordinate alla preventiva verifica di
determinate condizioni o presupposti o raggiungimento di obiettivi, dovrà essere
necessariamente reiterata la richiesta di acquisizione della documentazione
antimafia.
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Quale documentazione antimafia utilizzare per i contributi inferiori a
150.000 euro?
Per questo tipo di erogazioni, esenti da documentazione antimafia ai sensi
dell'art.83 comma 3 lett.e) del codice antimafia, la verifica dell'assenza delle
situazioni ostative di cui all'art.67 del citato codice dovrà essere condotta sulla
base delle dichiarazioni sostitutive di certificazione ex art.46 del DPR
n.445/2000.
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All’interno di un consorzio quali soggetti devono essere sottoposti agli
accertamenti antimafia?
L’art. 85, co. 2, lett. b) del D. L.gs n. 159/2011 richiede di esperire le verifiche
antimafia sia ai soggetti che ricoprono cariche amministrative e gestionali
all’interno dello stesso, sia dei consorziati che detengono una partecipazione nel
consorzio superiore al 10% e delle imprese che partecipano al consorzio
medesimo.
Con riferimento alle imprese straniere nei confronti di chi vengono
esercitati i controlli antimafia?
I controlli vengono effettuati nei riguardi dei titolari dei poteri di rappresentanza,
amministrazione e direzione.
Le verifiche antimafia devono essere esperite anche nei confronti dei
soggetti investiti di poteri di rappresentanza legale?
Sì, le verifiche antimafia devono essere esperite anche nei confronti dei soggetti
investiti di poteri di rappresentanza legale, tra i quali vanno ricompresi i
procuratori speciali.
Il D.P.C.M. 18 aprile 2013 (pubblicato sulla G.U. n. 164 del 15 luglio 2013) ha
disciplinato le modalità relative all'istituzione ed all'aggiornamento presso
ciascuna Prefettura dell'elenco dei fornitori, prestatori di servizi ed esecutori di
lavori operanti in alcuni definiti settori, la cd. "white list".
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