Sei sulla pagina 1di 79

Provincia di Ravenna Provincia di Ferrara

Atlante degli uccelli nidificanti


nel Parco del Delta del Po
Emilia-Romagna
(2004-2006)

a cura di:
Massimiliano Costa, Pier Paolo Ceccarelli,
Stefano Gellini, Lino Casini, Stefano Volponi

2009
323
Sterpazzola
Sylvia communis

Foto di William Vivarelli

Migratrice transahariana, estiva, distribuita ampia- intorno al 50% negli ultimi 10 anni (Gellini e Cec-
mente in tutta Italia, ad eccezione della Sardegna. carelli 2007), per quella di Forlì-Cesena il regresso
Nel Parco la distribuzione, limitata a soli 17 ele- è risultato del 37% (Ceccarelli e Gellini 2007). Nel
menti CTR (20% del totale), appare molto frammen- settore ravennate del Parco la situazione sembre-
taria; a Nord di Bertuzzi-Goro risulta una sola se- rebbe ancor più critica: nei transetti quantitativi
gnalazione; nell’intorno delle Valli di Comacchio e a per gli atlanti provinciali le coppie rilevate erano 6
Nord di Ravenna gli elementi occupati sono spesso nel 1995-97, solo una nel 2005-06 (STERNA, ine-
isolati tra loro; una certa continuità figura solo nel- dito).
le Valli d’Argenta e a Sud di Ravenna, dai Fiumi L’habitat tipico della specie è quello degli ambienti
Uniti alla Foce del Bevano. cespugliati termofili con folto sviluppo dello strato
Anche in termini quantitativi la presenza risulta di erbaceo.
entità molto modesta; sono state conteggiate nel
triennio in tutto 33,5 coppie (media per anno di Pier Paolo Ceccarelli
11,2 cp con massimo di 14 cp nel 2005), rilevate
in 26 punti IPA (3,85% del totale); le medie sono
di 1,29 coppie/punto nei 26 rilevamenti positivi e
0,05 coppie/punto sul totale dei 675 rilevamenti.
I dati si riferiscono spesso ad una coppia rilevata
per punto; in pochi casi si tratta di 2 coppie censite
contemporaneamente: a Valle Zavelea, a F.Reno-
Marcabò, alla Foce del Bevano (3 segnalazioni di-
verse), a Val Campotto. Solo in un caso sono risul-
tate 3 le coppie censite nel punto, nell’area della
Necropoli di Spina. Questi dati hanno determinato
i massimi valori di abbondanza nei rispettivi ele-
menti CTR; da aggiungere, ad alta densità, solo gli
elementi corrispondenti all’argine di Valle Santa.
Le altre segnalazioni si riferiscono alle zone ferra-
resi della Goara, del Capanno Garibaldi, dell’argine
Fattibello, dell’Az. F. Boscone (Campotto), e a quelle
ravennati dei margini di S. Vitale, della foce dei Fiu-
mi Uniti, del Lido di Classe.
Nel complesso la popolazione della Sterpazzola
risulta a distribuzione limitata e di scarsa consi-
stenza, situazione causata probabilmente anche
dal trend fortemente negativo e generalizzato che
interessa i territori adiacenti: per l’intera provincia
di Ravenna la diminuzione quantitativa è valutata

324
325
Capinera
Sylvia atricapilla

Foto di Davide Pansecchi

Migratrice regolare, localmente sedentaria, distri- conteggi delle coppie censite che dei punti IPA di
buita come nidificante in tutta Italia. contatto sembra indicare per il Parco un certo re-
Nel Parco la distribuzione è molto ampia ed interes- cupero nell’anno 2006.
sa 72 elementi CTR (84,7% del totale). Si tratta di La Capinera è specie ad ampia valenza ecologica, in
una specie ubiquitaria, di presenza diffusa, comu- grado di utilizzare una grande varietà di ambienti
ne; sono state conteggiate complessivamente nel purchè dotati di una sufficiente copertura arbusti-
triennio 537,5 coppie (media annua 179,2 coppie va; nel nostro territorio frequenta in particolare il
con una certa variabilità interannuale: minimo 164 sottobosco delle zone forestali.
coppie nel 2005 e massimo 204 coppie nel 2006),
contattate in 266 rilevamenti IPA; ne risulta una Pier Paolo Ceccarelli
frequenza del 39,4% sul totale dei rilevamenti con
densità di 2,02 coppie nei 266 IPA e 0,80 coppie nei
675 rilevamenti complessivi.
Le densità maggiori sono state riscontrate nelle
pinete; gli elementi che comprendono la Pineta di
Classe sono caratterizzati dai più alti indici medi
per punto, pari a 4,2 coppie/punto; qui si trova-
no anche i più alti valori nei singoli punti IPA, da
5 a 6 coppie per punto. Densità appena inferiori,
ma sempre della categoria più alta della scala delle
abbondanze, si riscontrano negli elementi che cor-
rispondono alla Pineta di S. Vitale, Punte Alberete,
Ortazzo e Bevanella, Lido di Savio, pineta litoranea
di Milano Marittima, Vene di Bellocchio (qui con un
punto IPA da 6 coppie).
Nel complesso, nella parte ferrarese del Parco, la
Capinera risulta meno comune; vi sono importanti
nuclei nella Valle Campotto e nelle formazioni bo-
schive dell’area settentrionale (Bosco della Mesola).
Caratterizzate da basse e uniformi densità appa-
iono le zone intorno a Comacchio, la Valle Pega e i
bordi delle valli maggiori.
Per la parte ravennate del Parco si è riscontrata,
nell’ultimo decennio, una sensibile riduzione quan-
titativa della popolazione valutabile intorno al 40%
(STERNA, inedito), più alta rispetto alla media di
tutta al provincia che è di circa il 25% (Gellini e
Ceccarelli 2007); l’andamento nei 3 anni sia dei

326
327
Luì piccolo
Phylloscopus collybita

Foto di Flavio Bianchedi

Migratore a corto raggio, nidificante in gran parte nella provincia di Forlì-Cesena si è registrata una
dell’Italia, con esclusione della Puglia e della Sarde- diminuzione del 54% (Ceccarelli e Gellini 2007). Li-
gna, e con vuoti distributivi nella Pianura Padana mitatamente al settore ravennate del Parco il con-
e in Sicilia. fronto tra i due atlanti indica un regresso intorno al
Nei vuoti citati per la Pianura Padana rientra in 40% nel decennio (STERNA, inedito).
gran parte anche il territorio del Parco nel quale È specie tipica di ambienti boscati di vario genere,
il Luì piccolo è presente con una distribuzione ri- sia di latifoglie sia misti, ma nel Parco soprattutto
stretta e una popolazione di scarsa consistenza; gli di conifere.
elementi CTR occupati sono 15 (17,6% del totale),
le coppie rilevate sono complessivamente nel trien- Stefano Gellini
nio 21,5 (media annua di 7,2 e massimo di 8 coppie
nel 2004), contattate in 17 rilevamenti IPA (2,5%
del totale) con medie risultanti di 1,26 coppie/pun-
to nei 17 IPA e 0,03 coppie/punto sul totale dei 675
rilevamenti.
La popolazione è concentrata nelle pinete raven-
nati, principalmente nella Pineta di Classe dove è
stato censito il 33% della popolazione complessiva
del Parco; un altro 42% è risultato suddiviso tra le
pinete di S. Vitale e di Marina Romea; nell’insie-
me delle tre pinete si raggiunge pertanto il 75% di
tutte le coppie censite. In questo contesto appare
sorprendente l’assenza in gran parte delle pinete
litoranee meridionali.
Coppie isolate sono state rilevate sull’argine del La-
mone, a Punte Alberete, a S. Clemente, a S. Giusep-
pe, ai camping di Spina e di Porto Garibaldi, mentre
segnalazioni qualitative, fuori dai conteggi IPA, in-
teressano, lontano dalle principali zone di distribu-
zione, i dintorni di Volano e della Valle Campotto.
La scarsa presenza nel Parco è legata alla limitata
distribuzione nelle zone pianeggianti, ma è anche
certamente dovuta al regresso molto grave che que-
sta specie ha subito in tempi recenti; in tutta la
provincia di Ravenna, ad esempio, gli indici medi
di abbondanza hanno subito un tracollo del 67%
nell’intervallo tra i due atlanti provinciali del 1995-
97 e del 2004-06 (Gellini e Ceccarelli 2007) ed anche

328
329
Pigliamosche
Muscicapa striata

Foto di Davide Pansecchi

Migratore transahariano, nidificante distribuito I risultati confermano comunque quanto rilevato


uniformemente in Italia ad eccezione delle regioni anche per tutta la provincia di Ravenna dove la
meridionali e della Sicilia dove l’areale è frammen- specie è considerata a presenza localizzata e con
tario. popolazione di modesta entità (Gellini e Ceccarelli
La distribuzione nel Parco è risultata ristretta con 2007).
segnalazioni che interessano soltanto 9 elementi È specie ecologicamente poco specializzata, in gra-
CTR (10,6% del totale), riferite principalmente alle do di nidificare in un’estrema varietà di ambien-
zone a Nord di Ravenna, dove l’areale appare con- ti naturali o antropizzati: aree suburbane, parchi,
tinuo; fuori da questa area sono riportate solo 3 orti, frutteti, cave, boschi igrofili, pinete; nel nostro
segnalazioni molto localizzate. territorio, proprio quest’ultimo ambiente sembra
La specie è pertanto da definirsi rara, con una con- essere utilizzato in modo quasi esclusivo dal Piglia-
sistenza quantitativa tanto ridotta da non permet- mosche.
tere la rappresentazione cartografica con i simboli
dell’abbondanza. Nell’arco dei 3 anni le segnalazio- Pier Paolo Ceccarelli
ni sono state una dozzina, nelle seguenti località:
• dintorni di Gorino
• zona di Comacchio
• Pineta di Casal Borsetti (3 segnalazioni)
• Pineta di Marina Romea
• Pineta e parco di Marina di Ravenna (2 segnala-
zioni)
• area Sud di Punte Alberete
• Pineta di Classe (2 segnalazioni)
In tutti i casi l’osservazione ha riguardato un indi-
viduo o una coppia.
Probabilmente le valutazioni possono essere sotto-
stimate perché la specie può facilmente sfuggire al
rilevatore a causa delle scarse e poco apprezzabili
emissioni vocali.
Dal confronto tra gli atlanti provinciali di Raven-
na del 1995-97 e del 2004-06 (Gellini e Ceccarelli
2000, 2007) appare una situazione sostanzialmen-
te simile per quanto riguarda l’area litoranea che
ricade nel Parco: le sezioni CTR interessate erano
5 negli anni ’90, risultano 6 negli anni 2000, tutte
con segnalazioni di valore qualitativo ad eccezione,
in entrambe le ricerche, di un unico contatto nei
transetti quantitativi.

330
331
Basettino
Panurus biarmicus

Foto di Davide Pansecchi

In Italia il Basettino è specie nidificante sedentaria, ti nel triennio 2004-2006), mentre in precedenza
migratrice regolare e svernante, può compiere mo- il Basettino risultava tra le prime tre specie target
vimenti erratici. Negli ultimi due decenni l’areale ri- del progetto con il 12% delle catture (Volponi et al.
produttivo è risultato limitato alla Pianura Padana, 1997; Volponi e Emiliani 2002). A Volta Scirocco,
ed in particolare alle zone umide dell’Alto Adriatico, nella porzione meridionale delle Valli di Comacchio,
con presenze localizzate nelle regioni centro-meri- sono stati catturati due gruppi familiari nel corso
dionali in Toscana, Umbria e Puglia. Nel complesso della stagione riproduttiva 2007 (M.Costa, inedito).
l’areale italiano risulta ridotto e molto frammentato Tutti i rilevamenti svolti nell’ambito del programma
anche in conseguenza di un recente e significativo di monitoraggio dell’avifauna del Parco hanno evi-
decremento degli effettivi nidificanti e di una ridu- denziato l’estrema riduzione della popolazione loca-
zione dei siti occupati all’interno del tradizionale le di Basettino tanto che l’osservazione della specie
areale di presenza (Brichetti e Grattini 2008). Tale è divenuta rara ed occasionale, ascrivibile ad indivi-
situazione, estremamente critica, viene conferma- dui singoli o in coppia piuttosto che a piccoli gruppi
ta anche da questa ricerca che ha confermato la come tipico per questa specie dal comportamento
presenza del Basettino solo in corrispondenza del- gregario in tutto l’arco annuale. Tra i vari fattori
le zone umide d’acqua dolce di Argenta, dei relitti che possono aver contribuito, anche agendo in si-
allagati di Valle Umana, dei canneti alla base del- nergia al decremento osservato, vi sono: (i) eventi
la Penisola di Boscoforte e del comprensorio alla meteo-climatici avversi, anche di breve durata, nel
foce del fiume Lamone. In tutti i casi le osservazioni periodo invernale; (ii) stati di stress della vegetazio-
sono state occasionali, sono avvenute al di fuori dei ne (habitat di nidificazione e fonte invernale di cibo)
rilevamenti quantitativi (punti di ascolto) e non per- in seguito al degrado della qualità delle acque (eu-
mettono l’elaborazione di indici di densità. Ulterio- trofizzazione), alla progressiva salinizzazione delle
ri informazioni sul decremento locale della specie acque di tutte le zone umide costiere, ad una non
derivano da altre indagini compiute parallelamente idonea gestione dei livelli idrici ed al taglio estivo
alla realizzazione di questo atlante. Durante una che si riflettono sia sullo sviluppo vegetativo che
ricerca sulla biologia riproduttiva della specie svol- sulla composizione quali e quantitativa della comu-
ta presso le Valli di Argenta, nella stagione 2004 nità di Artropodi ad essa associata (Poulin e Lefebre
furono rinvenuti 24 nidi, mentre l’anno successivo, 2002; Poulin et al. 2002); (iii) ricadute negative su
campionando i medesimi siti, gli stessi ricercatori produttività e sopravvivenza dovute all’infestazione
non hanno trovato alcuna covata (Zenatello 2004, da parte di acari parassiti che colpiscono la specie
2005). Anche i dati raccolti per il progetto di ina- (Henry et al. 2004) e che sono stati rinvenuti su nu-
nellamento a sforzo costante (PRISCO) confermano merosi esemplari di diverse specie di Passeriformi
la bassa densità delle locali popolazioni di Basetti- residenti (S. Volponi, inedito).
no. In Val Campotto, nel 2004 furono catturati cin-
que soggetti (tra cui due femmine adulte), mentre Stefano Volponi
nelle due stagioni riproduttive successive non ne è
stato catturato nessuno. Anche a Punte Alberete
le catture sono state occasionali (1, 5 e 2 sogget-

332
333
Codibugnolo
Aegithalos caudatus

Foto di Davide Pansecchi

In Italia il Codibugnolo è sedentario, migratore re- sola, ma nel complesso la presenza della specie si
golare e svernante, distribuito su di un ampio ran- può considerare scarsa.
ge altitudinale su tutta la Penisola ed in Sicilia, ma Il confronto tra gli atlanti ravennati del 1995-97
assente in Sardegna. e 2004-06 sembra testimoniare una fase di incre-
La distribuzione nel Parco è piuttosto discontinua mento della popolazione per l’intera provincia (Gel-
e legata alla fascia boschiva costiera soprattutto lini e Ceccarelli 2007), più evidente in particolare
nelle porzioni centro meridionali dell’area di studio, per la fascia costiera che rientra nel Parco (STER-
mentre è più omogenea e presente anche nell’entro- NA, inedito); anche l’andamento annuale delle cop-
terra nelle porzioni settentrionali. pie censite e dei punti di contatto avvalora questa
La presenza si è rilevata in 26 elementi CTR degli tendenza.
85 totali (30,6%) ed in 36 punti IPA (5,3% dei tota-
li). Il numero di coppie rilevate è andato in leggero Michele Scaffidi
crescendo nel corso dei tre anni di studio, col mas-
simo nel 2006 (16,5 coppie) ed un numero totale di
41,5 coppie (media annua 13,8 coppie; 1,15 cop-
pie/punto negli IPA di contatto, 0,06 coppie/punto
sugli IPA totali).
Le aree di maggior concentrazione della specie sono
state rilevate soprattutto nell’area settentrionale del
Parco, in particolare a Nord del Bosco della Meso-
la (dove si sono registrati anche il maggior numero
di coppie nel triennio, 5 nel CTR corrispondente,
così come nella Pineta di Classe), nella fascia di
bosco a Sud dell’abitato di Mesola, sul Po di Goro
ad Est dell’abitato omonimo, nei pressi dell’Abbazia
di Pomposa, ma anche presso le pinete di Lido di
Spina, Punte Alberete, Pineta di Classe e di Milano
Marittima. Altrove la presenza è molto più scarsa e
frammentata o si hanno soltanto rilievi qualitativi.
Rilievo qualitativo si è avuto anche in 2 elementi
CTR di Val Campotto.
Il Codibugnolo nidifica in aree cespugliate e sie-
pi, sia in aree boschive decidue con preferenza di
Quercia e Frassino, ma anche in assenza di coper-
tura arborea, non raramente anche in parchi, giar-
dini e frutteti.
Nel territorio del Parco è legato soprattutto alle pi-
nete litoranee ed alle adiacenze del Bosco della Me-

334
335
Cincia bigia
Parus palustris

Foto di Moreno Nalin

Prevalentemente sedentaria, erratica in inverno, quest’ultima area, una precedente osservazione, in


nidificante distribuita ampiamente nelle Alpi e nel- data 30/5/1996 (Gellini e Ceccarelli 2000), sembra
la dorsale appenninica, localizzata al Sud e in Si- indicare una presenza regolare. La specie è inoltre
cilia; assente in Sardegna. È specie a distribuzione presente in modo localizzato anche in aree adiacen-
collinare e montana, rara e localizzata in pianura ti, nella bassa pianura bolognese, in zone umide e
(Meschini e Frugis 1993). Nel Parco è da conside- in golene di Molinella e dell’Argentano (Tinarelli et
rarsi molto rara; nel corso della ricerca è stata se- al. 2002). Si può notare quindi una certa continuità
gnalata in una sola occasione, in data 28/4/2004 di distribuzione nei boschi igrofili lungo il corso del
con un individuo in canto nel Bosco di S. Giustina. fiumi nei tratti planiziali dal Bolognese al mare.
Una osservazione pregressa, avvenuta nella Tenuta Si tratta tuttavia di presenze sporadiche in perio-
Orsi-Mangelli in data 29/5/96 (Gellini e Ceccarelli do riproduttivo, non riportate storicamente dagli
2000) non è risultata confermata durante questa Autori romagnoli che citano per la specie solo rare
ricerca, mentre nelle ricerche per il nuovo atlan- osservazioni limitate ai periodi invernali o migratori
te ravennate (2004-06), la Cincia bigia è stata ri- (Ginanni 1774; Brandolini 1961). È specie tipica di
scontrata in due occasioni in zone appena fuori dal formazioni boscate, in prevalenza di latifoglie, con
Parco, lungo il corso del F. Reno nel tratto tra le alberi maturi che presentino cavità adatte a collo-
confluenze del Santerno e del Senio, nelle date del carvi il nido, condizioni che nel nostro territorio si
10/6/05 e 16/6/05 (Gellini e Ceccarelli 2007); in verificano in particolare nei boschi igrofili.

Stefano Gellini

336
337
Cinciarella
Parus caeruleus

Foto di Flavio Bianchedi

Sedentaria, localmente erratica, distribuita pres- 06 (STERNA, inedito), in controtendenza rispetto


soché uniformemente come nidificante su tutto il al trend positivo dell’intero territorio provinciale
territorio nazionale. (+18%; Gellini e Ceccarelli 2007). L’andamento nel
Nel Parco è distribuita complessivamente in modo corso del triennio, sia per il numero dei punti IPA
frammentario in 25 elementi CTR (29,4 % del to- di contatto che per le coppie censite, sembrerebbe
tale); solo nelle formazioni boschive del settore indicare un recupero in atto.
settentrionale (Volano-Mesola-Pomposa), in quelle Anche se la specie riesce ad adattarsi a situazioni
delle Valli di Argenta e delle Vene di Bellocchio, la antropiche, l’elemento principale per un suo inse-
distribuzione risulta pressoché continua. Le altre diamento è costituito dalla presenza di alberi ma-
presenze sono limitate alla Pineta di Classe, a Pun- turi che garantiscano la presenza di cavità adatte
te Alberete, a Casal Borsetti. alla nidificazione.
Le coppie conteggiate nei tre anni sono state com-
plessivamente 38 (media annua 12,7, con un Maurizio Casadei
massimo di 16 cp nel 2006) in 31 punti di ascolto
(4,59% del totale), con una media di 1,23 cp/punto
se riferita ai soli punti in cui è stata contattata e
di 0,06 cp/punto se riferita al totale dei 675 punti
eseguiti.
Le densità maggiori (da 0,33 a 0,66 cp/punto) sono
state riscontrate negli elementi che includono la
Pineta di Mesola, il Gran Bosco della Mesola, la Pi-
neta di Classe e il bosco del Traversante a Campot-
to; valori di un gradino inferiore sono relativi agli
elementi di Punte Alberete, di S. Clemente-Foce del
Reno, del bosco di S. Giustina; si tratta comunque
di valori molto bassi che descrivono complessiva-
mente una popolazione scarsa, notevolmente meno
consistente di quella della congenere Cinciallegra.
È da notare peraltro che la specie sembra pratica-
mente assente in tutte le pinete litoranee.
Le popolazioni del Parco pur non rivestendo parti-
colare interesse sono comunque le più rilevanti in
ambito locale, essendo la specie assente da gran
parte della pianura interna.
Per il settore ravennate del Parco i dati degli at-
lanti provinciali indicano una situazione presso-
ché stabile con una lieve tendenza alla riduzione
della popolazione (-8%) tra il 1995-97 ed il 2004-

338
339
Cinciallegra
Parus major

Foto di William Vivarelli

Prevalentemente sedentaria, localmente dispersiva occidentale e meridionale delle Valli di Comacchio,


ed erratica, distribuita uniformemente come nidifi- aree limitrofe alla Salina di Cervia e alla Sacca di
cante su tutto il territorio nazionale. Goro.
Nel Parco è specie diffusa e comune con un’ampia Per la parte del Parco che ricade nella provincia di
e continua distribuzione che interessa 58 elementi Ravenna è stata verificata una situazione di stabi-
CTR (68,24% del totale). lità quantitativa della popolazione negli ultimi 10
Nei tre anni di ricerca sono state conteggiate com- anni (STERNA, inedito); per la provincia nel suo in-
plessivamente 218 coppie (media annua 73 cp con sieme la tendenza è positiva (+18% nel decennio;
un massimo di 81 cp nel 2006) in 156 punti di Gellini e Ceccarelli 2007). Attualmente sembra in
ascolto (23,11% del totale), con una media di 1,4 atto un trend decisamente positivo: dai dati riscon-
cp/punto per i soli punti in cui la specie è stata trati nei 3 anni si rileva un aumento che supera il
contattata e di 0,32 cp/punto per il totale dei 675 20% sia per il numero delle coppie censite, sia dei
rilevamenti eseguiti. punti IPA di contatto.
In accordo con le caratteristiche ecologiche della
specie le maggiori abbondanze relative sono state Maurizio Casadei
riscontrate nelle aree boscate.
I valori più elevati degli indici medi di densità (da
0,91 a 1,83 cp/punto) si sono registrati negli ele-
menti CTR che includono il Bosco della Mesola, le
pinete della Ribaldesa, di Volano, Marina di Ra-
venna, Lido di Classe e la boscaglia ripariale di Val
Campotto. Valori appena inferiori, ma sempre della
categoria alta della scala delle abbondanze (da 0,45
a 0,91 coppie/punto) si evidenziano a Punte Albe-
rete, nelle pinete di Classe, San Vitale, Milano Ma-
rittima, Marina Romea e in gran parte delle forma-
zioni boschive minori presenti nella fascia litoranea
dei Lidi Ferraresi.
Specie ecologicamente molto adattabile si rinvie-
ne, pur con densità meno elevate, anche dove la
presenza arborea risulta minima e frammentaria,
come siepi alberate, zone agricole, giardini di abi-
tazioni, aree verdi di zone residenziali. L’ampia va-
lenza ecologica e la spiccata antropofilia la rendono
nel Parco molto più comune della congenere Cin-
ciarella.
Le lacune distributive più vistose si evidenziano
solo in quelle aree prive di habitat adatti: sponda

340
341
Picchio muratore
Sitta europaea

solidato anche in parchi cittadini, ad esempio di


Forlì (Ceccarelli et al. 2006). Nelle colline ravennati
la specie mostra una situazione di stabilità rispetto
al decennio scorso, in contrasto con il regresso che
ha interessato la fascia costiera (Gellini e Ceccarelli
2007).
Il Picchio muratore appare ora di presenza eccezio-
nale nella costa ravennate, addirittura assente nei
settori ferraresi, che sono sempre state comunque
zone di importanza marginale per questa specie, al-
meno nella prima metà del secolo scorso; Brando-
lini (1961), ad esempio, dichiara di non averlo mai
veduto nelle pinete di Ravenna. In tempi preceden-
ti invece la nidificazione nelle pinete era accertata
(Ginanni 1774) e, secondo Bacchi della Lega (Zan-
gheri 1938; Bacchi della Lega 1902), in pianura era
“comunissimo”.
È specie legata a boschi o parchi con alberi maturi;
attualmente l’unico ambiente frequentato è quello
della pineta, mentre risultano abbandonati i boschi
igrofili occupati negli anni ’90.

Pier Paolo Ceccarelli

Foto di Flavio Bianchedi

Prevalentemente sedentario, distribuito ampiamen-


te nell’Italia continentale e peninsulare, localizzato
in Puglia e Sicilia, assente in Sardegna.
La specie è stata segnalata una sola volta, in data
27/5/2006 nella Pineta di Classe.
La situazione attuale è indice di un marcato regres-
so rispetto a 10 anni fa; nell’Atlante ravennate del
1995-97 (Gellini e Ceccarelli 2000) era indicata la
presenza, sia pure solo con rilevamenti qualitativi e
quindi con una popolazione di scarsa consistenza,
in 10 sezioni CTR 1:10.000 lungo la fascia costie-
ra della provincia. Erano indicate, in particolare,
segnalazioni alla Foce del Reno, a Punte Alberete,
nella Pineta di S. Vitale, alla Foce del Bevano, nelle
pinete litoranee di Marina di Ravenna, Punta Mari-
na, Cervia e nelle Pineta di Classe.
Solo per quest’ultimo sito c’è stata conferma nella
presente ricerca.
Questa evoluzione negativa è sorprendente per una
specie che invece sta mostrando una fase di forte
incremento ed espansione territoriale nella confi-
nante provincia di Forlì-Cesena (Ceccarelli e Gellini
2007); qui sono state occupate recentemente zone
di pianura prima disertate, con insediamento con-

342
343
Rampichino
Certhia brachydactyla

Il Rampichino è in fase di espansione nel resto della


provincia di Ravenna (Gellini e Ceccarelli 2007) e in
quella di Forlì-Cesena (Ceccarelli e Gellini 2007),
fenomeno molto evidente nei settori collinari e mon-
tani, con nuovi insediamenti in aree di pianura fino
a ridosso della Via Emilia, alle porte di Forlì (Oasi
di Magliano), di Cesena (F. Savio), di Savignano (F.
Rubicone). I nuovi insediamenti sono avvenuti in
boschi fluviali che rappresentano probabilmente i
corridoi lungo i quali è in atto l’espansione verso
valle.
Tale fenomeno non sembra ancora interessare la
pianura ravennate, né tantomeno le zone ferraresi
nelle quali, per quanto si può rilevare dalla map-
pa di distribuzione dell’Atlante italiano (Meschini e
Frugis 1993), la presenza non era rilevata neppure
negli anni ’80.
È specie prettamente forestale, legata soprattutto
alle fustaie montane, di latifoglie e miste, ma in gra-
do di utilizzare anche boschi di modeste dimensio-
ni purché vi si trovino piante mature; in pianura
l’habitat è al momento essenzialmente limitato ai
boschi igrofili.

Pier Paolo Ceccarelli

Foto di Maurizio Ravasini

Sedentario, erratico in inverno; nidificante in buo-


na parte dell’Italia, ad esclusione della Sardegna, di
gran parte della Pianura Padana e delle Alpi orien-
tali.
La specie è estremamente rara nel Parco dove è
stata registrata una sola osservazione nel 2006 a
Punte Alberete; viene confermata così l’osservazio-
ne del 1996 nello stesso sito riportata nell’Atlante
ravennate del decennio scorso (Gellini e Ceccarelli
2000).
Non sono riportate invece segnalazioni recenti per
le pinete nelle quali la specie è stata più volte os-
servata in passato: in S. Vitale nel 1983 (L. Casini,
com.pers.), in quella di Classe con diverse osser-
vazioni negli anni 1966-67 (Teodorani 1968). Già
nel ’700 era segnalata la riproduzione nelle pinete
ravennati (Ginanni 1774).
L’osservazione attuale e quella degli anni ’90 con-
fermano che la specie è ancora nidificante regolare,
anche se estremamente rara, nella pianura raven-
nate, dov’era considerata nidificante comune all’ini-
zio del secolo scorso e fino agli anni ’20; dal 1927,
nonostante apposite ricerche, la presenza non era
più stata verificata (Brandolini 1961).

344
345
Pendolino
Remiz pendulinus

Foto di Flavio Bianchedi

Specie politipica, in Italia il Pendolino è sedenta- Bevano-Ortazzo (0,12-0,25 coppie/punto). I valo-


rio, migratore regolare e svernante. L’espansione ri di densità più elevati (0,25-0,50 coppie/punto)
generalizzata della popolazione europea ha portato sono stati rilevati presso il tratto terminale del Sa-
questa specie a colonizzare tutta la Penisola e gran vio e l’asta del fiume Reno all’altezza di Boscoforte.
parte della Sicilia. Il Pendolino nidifica in zone umi- A livello locale, i dati raccolti nell’ambito del proget-
de di pianura, d’acqua dolce o moderatamente sal- to PRISCO e dal confronto dei dati raccolti per i due
mastra, laddove siano presenti boschetti o anche progetti atlante della provincia di Ravenna (Gellini
filari di vegetazione arborea (es. Salix, Populus, Ta- e Ceccarelli 2000, 2007) sembrano indicare come
marix). Nel Parco, nel triennio 2004-2006, la distri- l’andamento negativo delle presenze di questo pic-
buzione del Pendolino è risultata alquanto limitata colo Passeriforme comincino dopo la stagione ripro-
(9 elementi CTR) e ristretta al margine meridionale duttiva 2002 poiché sino ad allora il Pendolino ri-
delle Valli di Comacchio, al comprensorio di Punte sultava comune ed abbondante in tutta l’area posta
Alberete e Valle Mandriole e ad alcune zone umide a Nord di Ravenna e nel Comacchiese (S. Volponi,
minori della stazione più meridionale in corrispon- inedito). Le indagini svolte nel periodo 1995-1997
denza del fiume Savio, del torrente Bevano e del in provincia di Ravenna avevano ribadito la pre-
canale Fosso Ghiaia. Sorprendentemente, la specie senza consolidata del Pendolino nell’area costiera,
è risultata del tutto assente dalle stazioni ferraresi, fatto già noto storicamente (Zangheri 1938; Bran-
anche in aree particolarmente vocate quali le Valli dolini 1961), così come negli ambienti palustri della
di Argenta ed il corso sub-terminale del Po di Goro, pianura interna (Riserva di Alfonsine, Villa Romana
che presentano aree golenali e sponde ricche di ve- di Russi, bacini ex-zuccherificio Mezzano) e lungo
getazione arborea igrofila e fasce di canneto, o le i corsi fluviali con presenza di canneto e boschet-
zone bonificate del Mezzano e di Valle Pega che con ti igrofili (Gellini e Ceccarelli 2000) dove venivano
il loro intersecarsi di canali e siepi alberate offrono registrate densità di 0,5-4 coppie/km. In seguito,
ampie possibilità di nidificazione. Va inoltre sotto- i rilevamenti effettuati nel 2005-2006, hanno evi-
lineato che in tre dei nove siti in cui il Pendolino è denziato una distribuzione molto frammentata e
stato contattato le osservazioni sono state occasio- limitata a 16 delle 34 sezioni precedentemente oc-
nali ed hanno portato al solo rilevamento qualitati- cupate, con densità di nidificazione notevolmen-
vo della specie. Tra questi siti vi è anche quello di te decresciute sia nelle aree interne, dove è stata
Punte Alberete dove l’alternarsi di bassure a can- accertata la sola presenza della specie, ma anche
neto, macchie di vegetazione arbustiva igrofila e la nei siti costieri più vocati, dove le presenze sono
presenza di un esteso bosco allagato determinano risultate non quantificabili o sempre inferiori ad 1
un mosaico ambientale particolarmente adatto per coppia/km (Gellini e Ceccarelli 2007).
la presenza della specie in tutte le stagioni. Nelle
sei sezioni in cui sono stati effettuati rilevamenti Stefano Volponi
quantitativi, le densità sono risultate molto basse
presso Valle Mandriole ed il canale Fosso Ghiaia
(0,06-0,12 coppie/punto), mentre valori intermedi
sono stati registrati presso Volta Scirocco e l’area

346
347
Rigogolo
Oriolus oriolus

Foto di Francesco Franceschi

Il Rigogolo è specie migratrice regolare, estiva e ni- dure e spazi aperti non troppo estesi.
dificante di bassa e media quota su tutta la Peniso- Mentre per la provincia di Ravenna nel suo com-
la e la Sicilia, ma occasionale in Sardegna. plesso il trend dell’ultimo decennio sembra di so-
La specie è risultata distribuita in modo piuttosto stanziale stabilità (Gellini e Ceccarelli 2007), nel
omogeneo sul territorio del Parco occupando 56 settore ravennate del Parco la tendenza è risultata
elementi CTR (65,9% del totale). Si sono registrate in regresso (STERNA, inedito).
181,5 coppie nei tre anni (media di 60,5 coppie/
anno) con un picco massimo di 74 coppie nel 2006 Michele Scaffidi
ultimo anno di studio. La specie è stata contatta-
ta in 136 punti IPA (20,15% degli IPA totali) con
una presenza di 1,33 coppie per punto di contatto
e 0,27 coppie di media su tutti i punti.
Le maggiori concentrazioni si sono registrate pres-
so Val Campotto e dintorni e nella fascia boschiva
a Sud di Mesola. Buone concentrazioni corrispon-
dono anche ad elementi CTR del Ferrarese com-
prendenti il Bosco della Mesola, la fascia boschiva
a Nord di Santa Giustina, l’area circostante il Lido
delle Nazioni ed infine l’area centrale di Valle Pega.
Per il Ravennate le maggiori densità si sono regi-
strate a Sud dell’Ancona di Bellocchio, nella Pineta
di San Vitale e nella zona a Nord della Pineta di
Classe.
Le zone che presentano lacune o scarsità distribu-
tive sono quelle in cui manca la necessaria coper-
tura arborea (Sacca di Goro, aree circostanti Valle
Bertuzzi, lato occidentale e meridionale delle Valli
di Comacchio, adiacenze della Salina di Cervia),
o le aree litoranee in cui è maggiore la presenza
turistica (Lidi Ferraresi meridionali, lidi a sud di
Ravenna).
Tipicamente arboreo e molto elusivo, predilige le
aree alberate decidue rade che garantiscono facilità
di movimento e copertura, evitando zone forestali
dense o fortemente antropizzate; frequenta anche
parchi, giardini estesi, ampi viali e filari, frutteti ab-
bandonati, boschetti, vegetazione di riva, così come
pinete e boschi igrofili con alternanza di chiari, ra-

348
349
Averla piccola
Lanius collurio

Foto di Davide Pansecchi

Migratrice regolare, nidificante estiva distribuita no, nel Ravennate, le zone di margine della Salina
ampiamente in tutta Italia, con esclusione della Pu- di Cervia, le pinete di S. Vitale e di Marina di Ra-
glia e della Sicilia dove è estremamente localizzata. venna, la Pialassa del Piombone, S. Clemente e le
È una specie che, come gli altri componenti del- Vene di Bellocchio; nel Ferrarese le due uniche os-
la famiglia, mostra un declino molto grave anche servazioni sono avvenute ai margini del Bosco della
a livello continentale, classificata SPEC3 (BirdLife Mesola e nella zona di Gorino.
International 2004). A livello locale il trend è risul- L’Averla piccola frequenta zone aperte con macchie
tato fortemente negativo negli ultimi 10 anni con arbustive, coltivi tradizionali con presenza di ce-
diminuzioni degli indici di abbondanza pari al 56% spugli o di siepi (in particolare spinosi: biancospini,
nella provincia di Forlì-Cesena e al 65% in quella di prugnoli), frutteti, vigne. Le trasformazioni recenti
Ravenna (Ceccarelli e Gellini 2007; Gellini e Cecca- nelle pratiche agricole (eliminazione di spazi natu-
relli 2007). rali residui, abbattimento di siepi e filari, diffusione
La situazione di regresso, più marcato nelle zone dei pesticidi) rientrano probabilmente fra le cause
di pianura rispetto a quelle collinari, trova riscon- più importanti del declino nelle aree di pianura.
tro nei risultati della ricerca nel Parco; qui l’Averla
piccola non può oggi considerarsi una specie co- Stefano Gellini
mune.
La distribuzione è risultata ristretta, interessando
13 elementi CTR (pari al 15,3% del totale) e, in ter-
mini quantitativi, la specie è risultata scarsa. Sono
state rilevate complessivamente (nei 3 anni) 10,5
coppie in 15 rilevamenti IPA (2,22% del totale); la
media è di 3,5 coppie per anno, il massimo 5 coppie
nel 2005 e nel 2006; sono tutti elementi che indi-
cano la scarsa consistenza della popolazione. Da
rilevare come l’anno 2004 sia stato particolarmente
negativo con un unico contatto su tutto il territorio
indagato.
In queste condizioni la carta delle abbondanze risul-
ta certamente poco significativa. Si può solo notare
una certa continuità distributiva, accompagnata
dalle massime abbondanze riscontrate, nella zona
che corrisponde ai coltivi a lato dei Fiumi Uniti e ai
margini della Pineta di Classe; qui le osservazioni
(9 sul totale di 18 osservazioni riportate per tutto il
Parco) si sono spesso ripetute nei vari anni.
Le altre segnalazioni, relative ad individui singoli o
a coppie isolate e mai ripetute negli anni, riguarda-

350
351
Averla cenerina
Lanius minor

Foto di Francesco Grazioli

Migratrice transahariana, nidificante estiva in Ita- gli individui, è stato possibile solamente ipotizzare,
lia, distribuita in modo estremamente localizzato senza alcuna certezza, la nidificazione nell’area del
nelle aree pianeggianti e collinari, con esclusione Parco compresa tra le Valli di Comacchio e Valle
della Sardegna. Come è avvenuto per le altre specie Bertuzzi.
di averle che nidificano in Italia (L. collurio, L. sena- La nidificazione dell’Averla cenerina in Valle Pega
tor), si è passati nel corso degli ultimi decenni da è stata però confermata nei due anni successivi al
popolazioni diffuse e relativamente abbondanti a periodo di monitoraggio, grazie ad osservazioni in
situazioni di distribuzione frammentata, di rarità, o giugno e luglio 2007 di una coppia con imbeccata
anche di estinzione locale, in particolare nelle zone (M. Azzolini, A. Tonelli e F. Piccolo, com. pers.) e in
di pianura e collinari (Gellini e Ceccarelli 2000, Ti- agosto 2008 di un adulto con 3 giovani da poco in-
narelli et al. 2002). L’habitat più idoneo alla spe- volati (M. Azzolini e A. L. Luponetti, com. pers.).
cie ha subìto una drastica riduzione a partire dagli La carta individua la zona in cui sono avvenute tali
anni ’50 del secolo scorso, con l’eliminazione della osservazioni.
quasi totalità delle siepi in ambito rurale e la pro- L’Averla cenerina è inserita nell’Allegato I della Di-
gressiva sostituzione dei coltivi arborati con semi- rettiva “Uccelli”, per cui è auspicabile l’individua-
nativi e frutteti intensivi. Inoltre l’utilizzo sempre zione di tutti i siti riproduttivi all’interno del Parco
più ampio di trattamenti con proprietà tossiche, e ai suoi margini, attuando programmi di monito-
come insetticidi e pesticidi, può aver contribuito ad raggio dedicati, ovvero effettuando la ricerche delle
aggiungere ulteriori fattori di minaccia (riduzione coppie anche durante la stagione estiva avanzata,
della disponibilità alimentare, accumulo nei tes- in particolare laddove si hanno sospetti di nidifi-
suti di molecole bio-tossiche, intossicazioni acute). cazione possibile (sulla base degli avvistamenti ef-
Quest’ultimo aspetto può costituire un problema fettuati anche in periodo migratorio primaverile).
di rilevante attualità anche nei quartieri di sverna- Infatti molto spesso la scelta dell’habitat delle aver-
mento africani. le si orienta su siepi e macchie ai margini di zone
L’Averla cenerina viene segnalata come nidificante aperte e coltivate, la cui conservazione o rimozione
certa in provincia di Bologna al confine con la pro- può sfuggire nei programmi di gestione elaborati su
vincia di Ferrara tra il 1995 e il 1999 (Tinarelli et scala spaziale più ampia.
al. 2002). Nel Ravennate le rare osservazioni degli
ultimi anni si riferiscono ad individui presenti in Fabrizio Borghesi
periodi di migrazione ancora attiva, non seguite da
ulteriori indicazioni documentate di nidificazione
certa o probabile.
Durante i rilevamenti effettuati nel Parco del Delta
nel periodo di indagine, sono state effettuate osser-
vazioni della specie nel 2005, presso l’argine me-
ridionale di Valle Bertuzzi e nelle zone più centrali
della bonifica di Valle Pega. Tuttavia, in relazione
alle date di avvistamento e al comportamento de-

352
353
Ghiandaia
Garrulus glandarius

Foto di Flavio Bianchedi

Prevalentemente sedentaria, distribuita in tutto il polazione, a Foce Reno, Tenuta Orsi-Mangelli, mar-
territorio italiano, con qualche lacuna in Pianura gini del Lido di Magnavacca, Punte Alberete, Pineta
Padana e in Puglia. di S. Vitale, Pineta di Marina Romea, Pialassa del-
È ampiamente distribuita nel Parco, con segnala- la Baiona, Pineta di Classe, Bocca Bevano, Cervia;
zioni in 41 elementi CTR (48,2% del totale), e mag- sono località che in qualche caso non hanno trova-
giore continuità nel settore ferrarese, mentre è più to conferma nella ricerca attuale.
localizzata in quello ravennate. Nei tre anni sono La specie frequenta boschi di latifoglie e di conifere,
state conteggiate 38 coppie con media annua di boschi ripariali, aree a parco e giardini ed anche
12,7 cp ed apparente incremento numerico: da 7 cp aree coltivate con alberi sparsi o piccole macchie.
nel primo anno a 18 cp nell’ultimo; la specie è stata
contattata in 51 rilevamenti IPA (7,5% del totale), Stefano Gellini
con medie di 0,75 cp/punto nei 51 IPA e 0,06 cp/
punto sul totale dei 675 IPA effettuati.
La carta mostra alcune zone dove appaiono concen-
trate le presenze: all’estremo Nord il complesso dei
boschi della Mesola, di S. Giustina, di Volano; ad
occidente la Valle di Campotto e le zone circostanti
(Az.Boscone, argine Idice); nel Comacchiese le zone
di Valle Pega (necropoli di Spina, Canale Fossa) e
a Nord del Canale Navigabile; lungo la costa tut-
ta l’area delle Vene di Bellocchio, che nell’insieme
mostra la zona a più alta densità, i margini delle
pialasse ravennati e le pinete litoranee (Marina di
Ravenna).
Sorprende a Nord di Ravenna la mancanza presso-
ché totale di dati quantitativi per i grandi boschi;
per S. Vitale non ci sono segnalazioni, a Punte Al-
berete solo una indicazione qualitativa.
A Sud di Ravenna la presenza è limitata alla Pineta
di Classe.
Mentre nella pianura interna della provincia di Ra-
venna si è registrata per la Ghiandaia una notevole
espansione di areale e quantitativa nell’ultimo de-
cennio (Gellini e Ceccarelli 2007), nelle aree raven-
nati del Parco il fenomeno non sembra essersi ve-
rificato. Nell’Atlante ravennate del 1995-97 (Gellini
e Ceccarelli 2000) la specie risultava presente, solo
con indicazioni qualitative e quindi con scarsa po-

354
355
Gazza
Pica pica

Foto di Flavio Bianchedi

Sedentaria, parzialmente erratica; è distribuita am- presenza risulta più ridotta.


piamente in tutta Italia, con alcune lacune al Cen- Fra le cause dell’espansione della Gazza e di tutti i
tro e al Nord, molto localizzata in Sardegna. Corvidi in generale possono individuarsi due fattori
La Gazza è attualmente in grande espansione di- predominanti: l’opportunismo della specie, in gra-
stributiva e numerica; in particolare per la provin- do di utilizzare le maggiori disponibilità alimentari
cia di Ravenna negli ultimi 10 anni si è registrato derivanti da attività umane come gli allevamenti
un aumento esplosivo della popolazione, più che e le discariche, e la riduzione della persecuzione
raddoppiata (+ 259%; Gellini e Ceccarelli 2007). umana diretta, attuata, fino a pochi decenni fa, at-
Probabilmente il fenomeno sta interessando anche traverso la lotta verso i cosiddetti nocivi, che aveva
tutto il territorio del Parco dove la distribuzione ap- determinato un forte declino nelle popolazioni dei
pare molto ampia, essendo interessati 82 elementi Corvidi (Foschi 1986).
CTR, pari al 96,5% del totale escludendo quelli che Molto versatile ecologicamente, la Gazza occupa i
coincidono interamente con specchi d’acqua; nel boschi radi in aree vallive e fluviali, i coltivi ricchi
settore ravennate del Parco tuttavia l’espansione di filari di alberi e siepi, i pioppeti, nonché ambienti
sembra al momento più contenuta (con un +39% suburbani alberati.
della popolazione nel decennio; STERNA, inedito),
rispetto al resto della pianura della provincia. Pier Paolo Ceccarelli
Le coppie censite sono complessivamente nel trien-
nio 356 (media per anno di 118,7 cp e massimo di
130 cp nel 2004) contattate in 300 rilevamenti IPA
(44,4% del totale IPA), con una media di 1,19 cop-
pie nei 300 punti e di 0,53 coppie sul totale di 675
IPA effettuati.
La specie è molto più abbondante in tutto il Ferra-
rese dove si contano 17 elementi al valore massimo
della scala delle abbondanze, mentre solo due ri-
mangono nel Ravennate.
In provincia di Ferrara i picchi di densità si trovano
un poco ovunque: nelle zone di Mesola, S. Giusti-
na, Goro, Pomposa, Vaccolino, Volano, S. Giusep-
pe, Valle Pega, ai margini delle Valli di Comacchio e
lungo il T. Idice a Valle Campotto.
Nel Ravennate i picchi di abbondanza si trovano
lungo l’argine del Lamone (nell’area retrostante
Punte Alberete e nella zona di Mandriole); densità
di un grado inferiore corrispondono alla Foce del
Reno, Valle Mandriole, Pialassa della Baiona, Clas-
se, Bevanella, Fiume Savio; nelle grandi pinete la

356
357
Taccola
Corvus monedula

Foto di Massimiliano Costa

Sedentaria e in parte migratrice; distribuita ampia- l’assenza dei tipici raggruppamenti, la Taccola po-
mente e in modo omogeneo nelle regioni peninsu- trebbe essere sfuggita talora ai rilevatori e la sua
lari e nelle isole, in modo molto frammentario nel distribuzione potrebbe essere più ampia rispetto a
settentrione. quanto rappresentato nella carta.
Localmente la specie si è insediata solo nella se- Le altre osservazioni sono avvenute in zone natura-
conda metà del ‘900, nell’ambito di una forte spin- li, prive di strutture adatte per la nidificazione (es.
ta espansiva verso Nord (Fraissinet 1989); le prime Bardello, margini delle Valli di Comacchio) e sono
indicazioni di presenza nell’Appennino romagnolo e da riferirsi ad individui in erratismo per motivi tro-
bolognese sono del 1961 (Foschi 1986) e del 1965 fici.
(Toschi 1967); successivamente l’insediamento ha La Taccola è rara anche nel resto della provincia
interessato anche le città: a Forlì nel 1975 (Foschi ravennate dove non ha saturato le potenzialità am-
1986), a Ravenna nel 1981 (Ortali 1981). bientali rimanendo con una distribuzione molto lo-
Si tratta quindi di una specie di recente acquisizio- calizzata e con contingenti molto modesti (Gellini e
ne che nidifica abitualmente sia in strutture artifi- Ceccarelli 2007).
ciali (fabbricati nei centri storici urbani, strutture
industriali) che naturali (pareti rocciose), condizioni Pier Paolo Ceccarelli
che ne limitano evidentemente la presenza nel Par-
co che risulta circoscritta alle zone maggiormente
urbanizzate, in particolare nel settore ferrarese.
Nel corso delle ricerche la Taccola è stata segnalata
solo in una dozzina di occasioni, solo in parte rite-
nute relative a coppie nidificanti in loco, in partico-
lare le seguenti:
• 27/54/04 zona di S. Giuseppe-Lido degli Scacchi
– elemento 205072
• 2004, 2005, 2006 dintorni di Comacchio - ele-
mento 205114
• 27/5/06 Podere Isonzo - elemento 205062
• 8/5/05 margini dell’area industriale di Ravenna -
elemento 223112
• 28/5/04 presso Pomposa - elemento 187154
• 2005 presso Goro - elemento 187122
In tutti i casi si trattava di una o due coppie e non
è mai stata segnalata la presenza dei raggruppa-
menti che questa specie, dalle abitudini sociali,
mostra abitualmente nelle zone frequentate da co-
lonie consistenti; particolari che indicano come la
popolazione locale sia molto scarsa. Tuttavia, per

358
359
Cornacchia grigia
Corvus corone cornix

Foto di Marco Sacchi

Prevalentemente sedentaria, in parte migratrice e ti con la sola presenza vincolante di boschi radi o
svernante; l’areale italiano di questa sottospecie alberi sparsi adatti alla collocazione del nido; in
comprende tutto il territorio nazionale e si sovrap- questo senso i più frequentati risultano essere i bo-
pone, nelle Alpi, a quello della Cornacchia nera C. schi fluviali, i margini boscati delle zone vallive, i
c. corone. pioppeti, i coltivi alberati, le zone suburbane con
Nel Delta la specie occupa 43 elementi CTR (50,6% filari alberati.
del totale) e mostra un areale molto più continuo Nel settore ravennate del Parco, al pari di altri
nella porzione settentrionale del Ferrarese rispetto Corvidi (Gazza, Ghiandaia), anche la Cornacchia
al Ravennate. sembra in fase di espansione numerica (STERNA,
Sono state censite complessivamente 127 coppie inedito), più accentuata qui rispetto al resto del ter-
nel triennio, con media annua di 42,3 cp ed appa- ritorio provinciale dove la specie ha mostrato un
rente incremento della popolazione: da 30 cp nel trend complessivamente più stabile negli ultimi 10
2004 a 53 cp nel 2006; i contatti sono avvenuti in anni (Gellini e Ceccarelli 2007).
132 rilevamenti IPA (frequenza di 19,6% sui rileva-
menti totali); in media sono 0,96 coppie sui 132 IPA Pier Paolo Ceccarelli
di contatto e 0,19 coppie sul totale dei 675 rileva-
menti eseguiti.
Anche in termini di abbondanza è evidente la mag-
giore densità nel Ferrarese dove ricadono 8 dei 10
elementi con indicazione del massimo grado della
scala di abbondanza. In particolare tutto il settore a
Nord delle Valli di Bertuzzi e di Goro mostra un’alta
densità; qui è stato conteggiato oltre il 60% di tutte
le coppie del Parco ed anche la percentuale dei con-
tatti nei rilevamenti IPA supera il 60% del totale; in
tutta la zona, sia nei coltivi che nelle aree boscate
(Mesola), la Cornacchia è presente.
È molto più ridotta la presenza nel resto della pro-
vincia di Ferrara (nell’area di Comacchio e delle Valli
d’Argenta) così come nel Ravennate dove si trovano
tuttavia due picchi di densità corrispondenti a Nord
alla Pineta di S. Vitale e a Sud all’area litoranea di
Lido di Dante e della Pineta Ramazzotti; un’altra
area di buona densità è quella delle Vene di Belloc-
chio, mentre per la zona della Salina di Cervia non
sono riportate osservazioni.
È una specie molto versatile ecologicamente, in
grado di frequentare una grande varietà di ambien-

360
361
Storno
Sturnus vulgaris

Foto di Davide Pansecchi

In Italia è ampiamente distribuito come nidificante aumento già da alcuni decenni fa (Foschi 1986).
nel Nord e in parte del centro, diminuendo gradual- Lo Storno predilige per la nidificazione le aree an-
mente verso Sud, fino a divenire decisamente raro e tropizzate (soprattutto le aree agricole con alberi e
localizzato all’estremità della Penisola e in Sicilia e case coloniche sparse e le periferie dei centri abi-
assente dalla Sardegna (Montemaggiori in Meschini tati), ma si ritrova anche in boschi radi e in altre
e Frugis 1993). situazioni, dimostrando grande adattabilità. Risul-
È specie migratrice, svernante, nidificante e, in ta meno abbondante, ma sempre e comunque pre-
parte, sedentaria. sente, nei boschi naturali più compatti, siano essi
Lo Storno occupa praticamente tutto il territorio formazioni ripariali, boschi mesofili o pinete pre-
del Parco del Delta del Po (75 elementi CTR su 85), diligendo, ove possibile, le pertinenze di abitazioni
mancando esclusivamente dalla parte interna delle all’interno o ai margini delle compagini forestali,
zone umide più estese (Sacca di Goro, Valli Bertuz- ma utilizzando anche le cavità degli alberi e i nidi
zi, Valli di Comacchio) ed è decisamente abbondan- su alberi dei grandi uccelli acquatici, in particolare
te, con indici che superano le 11 coppie/punto per cormorani.
elemento CTR. Particolari concentrazioni di adul- La stessa situazione riscontrata nel Parco del Del-
ti e giovani già involati, fino a 150-200 individui ta del Po e nelle province di Ferrara e Ravenna si
assieme, sono state osservate nei coltivi a margi- ritrova nella vicina provincia di Rovigo per quanto
ne di Punte Alberete, presso la Salina di Cervia e riguarda diffusione, abbondanza e habitat (Toc-
nell’area tra l’Ortazzo e i Fiumi Uniti. chetto in Fracasso et al. 2003).
I più alti valori di abbondanza si riscontrano negli
elementi più interni, in corrispondenza delle aree Massimiliano Costa
agricole con case coloniche sparse e siepi della
bonifica della cassa di colmata del Lamone e del-
la cassa di espansione di Argenta, nei centri rurali
(Campotto, Anita, Sant’Alberto, San Romualdo, Vil-
la Inferno) e alla periferia delle città (Comacchio,
Ravenna, Cervia), nonché in alcuni centri balneari
(Lido di Volano, Lido di Dante).
In analogia con quanto osservato nel territorio pla-
niziale interno della provincia di Ravenna la specie
è anche localmente in netto aumento come nidifi-
cante rispetto agli anni ’90: nel territorio ravenna-
te del Parco è valutato un aumento del 45% della
popolazione dal 1995-97 al 2005-2006 (STERNA,
inedito).
In Romagna è nidificante storico (Ginanni 1774;
Zangheri 1938), considerato in forte diminuzione
in passato (Brandolini 1961), poi nuovamente in

362
363
Passera d’Italia
Passer italiae

Foto di Stefano Gellini

Specie sedentaria. La distribuzione interessa tutto condizioni di potenzialità, ma non si hanno dati
il territorio italiano con esclusione della Sardegna. pregressi omogenei per buona parte del territorio
È specie sinantropica, che predilige l’ambiente ur- del Parco, utili a definire la dinamica di popolazione
bano nel quale siano presenti gli elementi necessa- in tempi recenti.
ri alla nidificazione in cavità (frequentemente sono Nella zona costiera, la presenza della Passera d’Ita-
utilizzati i vecchi tetti con copertura a coppi), ma lia è fortemente associata agli insediamenti urbani
frequenta anche l’ambiente rurale, in particolare litoranei, in particolare nel tratto tra Lido delle Na-
laddove sussistono buone possibilità alimentari e zioni e Lido degli Scacchi, tra Casalborsetti e Ma-
le architetture mantengono ampie opportunità di rina di Ravenna, tra Lido di Classe e Pinarella. Le
nidificazione. All’interno del Parco non disdegna densità massime si hanno però in corrispondenza
inoltre zone artigianali e insediamenti turistici a dei contesti urbani più interni: Comacchio, Sant’Al-
modesto grado di edificazione (es. campeggi). In berto e Mandriole. In ambito rurale, sussistono nu-
casi particolari anche architetture stradali, come clei consistenti presso i casolari sparsi della bonifi-
ponti e viadotti. ca di Valle Ponti; la densità qui riscontrata sembra
Non frequenta volentieri gli habitat ad elevata na- essere l’apice di un gradiente Sud-Nord a partire
turalità, in particolare i boschi estesi, e si mantiene dal margine settentrionale delle Valli di Comacchio
nella fascia planiziale. fino al tracciato stradale della superstrada, che in
La Passera d’Italia è stata contattata pressoché quel tratto coincide con il confine del Parco.
ovunque del Parco, per un totale di 78 elementi
CTR (91,8% del totale); la specie è stata rilevata in Fabrizio Borghesi
312 rilevamenti IPA (frequenza di 46,2% sul totale
degli IPA); sono state conteggiate nel triennio com-
plessivamente 1568 coppie (media annua di 522,7
cp con massimo di 584 cp nel 2006 e minimo di
485,5 cp nel 2005). La media delle coppie per punto
di contatto è di 5,03, mentre sul totale dei 675 rile-
vamenti eseguiti è di 2,32 coppie per punto.
Pur esistendo un allarme a livello europeo che ri-
guarda vistosi trend di diminuzione più o meno dif-
fusa della specie, anche molto accentuata in alcuni
Paesi dell’Europa settentrionale, numericamente la
specie sembra resistere in provincia di Ravenna,
come hanno evidenziato i dati raccolti per l’Atlante
degli uccelli nidificanti nella provincia di Ravenna
(Gellini e Ceccarelli 2007).
La carta relativa alle zone incluse nei confini del
Parco disegna una diffusione della specie pratica-
mente in ogni elemento CTR in cui sussistono le

364
365
Passera sarda
Passer hispaniolensis

Foto di Davide Pansecchi

Sedentaria e in parte migratrice; al tempo dell’At- nidificazioni riscontrate (Passarella, oss.pers.). La


lante italiano (1983-86) risultava ampiamente dif- presenza in periodo riproduttivo è stata conferma-
fusa in Sicilia e Sardegna, presente inoltre in alcu- ta in anni successivi con la cattura di un maschio
ne stazioni isolate nel Gargano (Meschini e Frugis adulto con protuberanza cloacale in data 6/6/2008
1993). nell’Ortazzino (Magnani, oss.pers.).
Tutta la costa adriatica è risultata interessata in
questi ultimi decenni da movimenti migratori pri- Pier Paolo Ceccarelli
maverili verso zone riproduttive dell’Istria e della
Dalmazia settentrionale, occupate sul finire degli
anni ‘80.
Questo movimento ha probabilmente provocato
un recente insediamento riproduttivo in varie zone
costiere, in particolare nel Delta del Po: nel 2001
presso Porto Tolle (RO) (Sattin cfr.Sighele 2001), nel
2004 a Gorino (FE) dove è stata osservata una cop-
pia nidificante in data 27/4 (Passarella, cfr. Gian-
nella e Tinarelli 2006), con successive localizzazioni
di almeno 9 siti riproduttivi nell’area del Delta, in
particolare lungo la Sacca di Scardovari (Passarel-
la, oss.pers.).
Altre nidificazioni sono indicate per le province di
Pesaro-Urbino, dove nidifica regolarmente (Giusi-
ni, oss.pers.), e di Rimini, con un caso riproduttivo
segnalato a S.Giovanni in Marignano in un piccolo
parco urbano (Casini e Gellini 2008).
Nel corso delle ricerche la specie è stata segnala-
ta in più occasioni nel Parco del Delta: nel 2006
di nuovo nella zona di Gorino dove la nidificazio-
ne è divenuta ormai regolare; il 26/5/2006 un in-
dividuo in canto in centro a Comacchio; infine il
17/5/2006 due maschi sono stati osservati nel Ra-
vennate, a Sud del capoluogo, presso i Fiumi Uniti
(Passarella, oss.pers.).
A Gorino il nido era posto su di un Acero america-
no, presso una colonia di passere d’Italia, in vici-
nanza di un’area con pini; i pini (Pinus sp. pl.) in
particolare sono risultate le essenze maggiormen-
te utilizzate per la collocazione del nido nelle varie

366
367
Passera mattugia
Passer montanus

Foto di Davide Pansecchi

Specie prevalentemente sedentaria, distribuita l’Atlante dei nidificanti nella provincia di Ravenna
in tutto il territorio italiano. Rispetto alla Passera (Gellini e Ceccarelli 2007), nel corso di questa in-
d’Italia è maggiormente legata all’ambiente rurale, dagine sono stati contattati nuclei numericamente
in particolare se sono presenti casolari sparsi, sie- rilevanti presso la costa cervese e ai margini della
pi, boschetti. Per la nidificazione utilizza sia cavità Salina di Cervia.
naturali di vecchi alberi, sia nicchie di varie tipolo- Altre zone hanno rivelato buone presenze di que-
gie negli edifici. Accetta spesso volentieri l’offerta di sta specie. A stretto contatto con un habitat forse
cassette nido. Nell’ambiente urbano è poco presen- particolarmente favorevole (presenza di case colo-
te, se non in contesti particolari, come ad esempio niche sparse, alternanza di coltivazioni erbacee,
cimiteri ed edifici periferici con abbondanti oppor- siepi e filari alberati lungo i canali di bonifica e di
tunità per la nidificazione. altri elementi di diversità del paesaggio) sono stati
Durante il periodo invernale si riunisce in gruppi individuati nuclei relativamente consistenti nella
che vanno da pochi individui ad alcune centina- bonifica di Valle Pega, nei dintorni di Comacchio e
ia e compie dei movimenti erratici, probabilmente dei Lidi prospicienti per quanto riguarda l’immedia-
seguendo le opportunità trofiche offerte dal terri- ta area a Nord delle Valli di Comacchio. Inoltre, a
torio. Sud delle Valli di Comacchio, una buona densità si
La Passera mattugia è risultata piuttosto diffusa ritrova nella bonifica del Mantello e nei dintorni di
nel Parco, essendo presente in 72 elementi CTR Sant’Alberto. Infine, altri punti importanti, anche
(84,7% del totale), una copertura di poco inferiore a se più isolati, si trovano più a Nord, fra la Sacca
quella della Passera d’Italia. Decisamente inferiore di Goro e il tratto terminale di Po di Goro oppure a
è invece il numero dei rilevamenti IPA nei quali la Lido di Volano e nelle aree agricole verso i confini
Passera mattugia è stata rilevata: 178 rilevamenti settentrionali del Parco. La specie è presente anche
IPA, con una frequenza del 25,6% sul totale degli in Val Campotto, ma con densità non particolar-
IPA. Ciò corrisponde ad un numero totale di coppie mente rilevanti.
pari a 335,5 (meno di un quarto rispetto al numero
delle coppie di Passera d’Italia) per una media an- Fabrizio Borghesi
nua di 111,8 cp (massimo 131,5 cp nel 2006). La
media delle coppie per punto di contatto è di 1,94,
mentre sul totale dei 675 rilevamenti eseguiti è di
0,50 coppie per punto.
Riguardo ai trend generali di abbondanza e diffu-
sione di questa specie vale quanto detto per la Pas-
sera d’Italia.
Dalla carta si apprezza la presenza diffusa nella
quasi totalità del territorio del Parco, ma risulta
scarsa o assente in ampie aree a Sud, tra Raven-
na e Classe e nella Standiana. Tuttavia, a differen-
za di quanto emerso dai rilevamenti effettuati per

368
369
Fringuello
Fringilla coelebs

Foto di Davide Pansecchi

Localmente sedentario, migratore regolare, sver- (STERNA, inedito); la tendenza negativa che risulta
nante; nidificante comune in tutta Italia. nei 3 anni di ricerca nel Parco, sia per le coppie
La distribuzione nel Parco non è molto ampia: sono censite che per i punti IPA di contatto, sembra con-
interessati 34 elementi CTR, pari al 40% del totale, fermare questo andamento, mentre nel resto del-
esclusi gli elementi di zone esclusivamente acqua- la provincia la situazione è di sostanziale stabilità
tiche. (Gellini e Ceccarelli 2007)
Le coppie conteggiate sono in totale nei 3 anni Il Fringuello è nidificante in tanti ambienti albe-
106,5 (media per anno di 35,5 cp e massimo di 39 rati naturali o antropizzati: fustaie (di latifoglie,
cp nel 2004) rilevate in 69 punti IPA (10,2% del to- conifere,miste), boschi fluviali, coltivi alberati, par-
tale), con medie di 1,54 coppie/punto nei 69 IPA e chi urbani.
0,16 coppie/punto sul totale dei rilevamenti ese-
guiti (675). Pier Paolo Ceccarelli
La presenza è concentrata in 3 zone che presentano
continuità distributiva: l’area ferrarese settentrio-
nale e le due zone a Nord e a Sud di Ravenna; fuori
da queste aree solo due rilevamenti, di scarsa con-
sistenza, in Valle Campotto e a Lido delle Nazioni.
Nell’area più settentrionale le densità maggiori
sono state rilevate all’interno del Bosco della Meso-
la e nella Pineta di Volano; l’area a Nord di Ravenna
presenta densità di bassa categoria della scala, ad
eccezione della zona più settentrionale delle Vene
di Bellocchio; a Sud di Ravenna la carta mostra in
generale buone densità, massime nella Pineta di
Classe e nella Pineta di Milano Marittima, di grado
appena inferiore nella Pineta Ramazzotti, a Lido di
Savio e al margine Nord della Salina di Cervia.
Le densità più alte appaiono quindi relative alle
zone forestali meridionali (Classe e pinete litora-
nee) e settentrionali (Mesola, Volano) del Parco; a
Mesola, Classe e nella Pineta di Volano sono stati
rilevati i massimi valori (4-5 coppie) in singoli punti
IPA; sorprendono, in questa situazione, le scarse
presenze rilevate nella Pineta di S. Vitale e a Punte
Alberete.
Per la parte ravennate del Parco il trend negli ulti-
mi 10 anni si è rivelato leggermente negativo, con
una diminuzione della popolazione intorno al 15%

370
371
Verzellino
Serinus serinus

Foto di William Vivarelli

Parzialmente sedentario, migratore regolare, am- ultimi 10 anni (Gellini e Ceccarelli 2007). Legato
piamente distribuito come nidificante in tutta Ita- agli ambienti aperti alberati, normalmente il Ver-
lia. zellino frequenta maggiormente le zone urbanizzate
La distribuzione nel Parco interessa 41 elementi (parchi, viali, giardini, orti, spesso con presenza di
CTR (48,2% del totale), in modo pressoché continuo piante ornamentali, specialmente conifere); in con-
nelle aree ravennati a Sud e a Nord del capoluo- dizioni di alta naturalità, come quelle del Parco, la
go, molto frammentario invece in tutto il Ferrarese; specie è diffusa principalmente nelle pinete e nei
grandi vuoti distributivi appaiono nelle zone setten- boschi fluviali, secondariamente nelle zone subur-
trionali (Mesola, Goro), intorno alle Valli di Comac- bane.
chio (Valle Pega) e nelle Valli d’Argenta.
Le coppie conteggiate nei 3 anni sono in totale 183,5 Pier Paolo Ceccarelli
(media annua di 61,2) con un evidente progressivo
regresso, dalle 77 cp del 2004 alle 43,5 del 2006; i
rilevamenti sono avvenuti in 105 punti IPA (15,6%
del totale); in media le coppie/punto sono 1,75 nei
105 IPA e 0,27 sul totale dei 675 rilevamenti.
La popolazione risulta concentrata nelle zone a Sud
di Ravenna, nelle quali è stato conteggiato il 72%
delle coppie di tutto il Parco; vi si trovano 7 de-
gli 8 elementi con i valori massimi della scala delle
densità. Questi corrispondono in particolare alla
Pineta di Classe, a zone di Fosso Ghiaia, Ortazzo,
Bevanella, Lido di Classe, argine del Savio, Basso-
na, Pineta di Milano Marittima, Salina di Cervia. A
Nord di Ravenna la popolazione, di modesta entità,
è distribuita nelle Vene di Bellocchio, sull’argine del
Lamone, nella Pineta di S. Vitale, nella Pineta e nel
Parco di Marina di Ravenna.
Nelle zone ferraresi qualche picco di densità cor-
risponde agli elementi che includono la fascia di
retroterra dei lidi delle Nazioni, di Pomposa e degli
Scacchi, oltre alla Pineta di Volano.
A parte l’area meridionale ravennate, la presenza
del Verzellino nel Parco può considerarsi scarsa.
Questa situazione potrebbe derivare da una fase di
regresso locale della specie quantificata, per l’inte-
ra provincia di Ravenna, con una diminuzione del
37% degli indici medi di abbondanza nel corso degli

372
373
Verdone
Carduelis chloris

Foto di Flavio Bianchedi

Parzialmente sedentario, migratore, nidificante di- ziali del Parco dove frequenta giardini, orti, viali,
stribuito ampiamente su tutto il territorio naziona- con una particolare predilezione per le alberature
le, tranne che in Sicilia, dove è piuttosto localizza- a resinose.
to. Il trend negativo nel Parco trova riscontro nell’an-
Nel Parco è specie comune con un ampia e conti- damento riscontrato per l’intera provincia di Raven-
nua distribuzione che interessa 52 elementi CTR na nella quale, nell’ultimo decennio, si è registrata
(61,2% del totale); i vuoti distributivi risultano più una sensibile diminuzione degli indici di abbon-
frequenti nelle Valli di Argenta e nelle zone setten- danza (oltre il 40%) (Gellini e Ceccarelli 2007); limi-
trionali (Mesola, Goro). tatamente al settore ravennate del Parco il regresso
Nei tre anni della ricerca sono state conteggiate è risultato ancor più accentuato (-49%; STERNA,
complessivamente 199,5 coppie (media annua 66,5) inedito).
con un’evidente progressiva riduzione numerica
che ha portato a dimezzare la presenza nel triennio: Maurizio Casadei
dalle 90,5 cp del 2004 alle 43 del 2006); la specie
è stata rilevata in 129 punti di ascolto (19,1% del
totale), con una media di 1,55 cp/punto calcolata
per i soli punti in cui la specie è stata contatta e di
0,30 per il totale dei 675 rilevamenti.
Risulta decisamente più abbondante nel settore a
Sud di Ravenna dove è stata conteggiata oltre la
metà di tutte le coppie del Parco; qui si trovano 6
degli 8 elementi con valori più elevati nella scala
delle densità (da 1 a 2 coppie/punto); questi inclu-
dono le pinete di Classe e Milano Marittima, le zone
di Lido di Classe, Lido di Savio, Bassona e Fosso
Ghiaia: in queste zone sono stati registrati i numeri
più elevati di coppie nei singoli punti: 6 cp a Fosso
Ghiaia, 5 cp a Milano Marittima, 4,5 cp a Classe.
In generale la densità della specie sembra essere fa-
vorita dalla presenza delle pinete: valori considere-
voli degli indici di abbondanza si riscontrano infatti
anche nell’area dell’ Ortazzo-Ortazzino, Pineta Ra-
mazzotti, Marina di Ravenna, Marina Romea, Lido
di Spina, Pineta di Volano.
Il Verdone si rinviene in tutti gli ambienti alberati
a copertura discontinua, comprese le zone coltivate
con frutteti e alberi sparsi. Spiccatamente antropo-
filo è molto comune anche in tutte le aree residen-

374
375
Cardellino
Carduelis carduelis

Foto di Davide Pansecchi

Migratore regolare, localmente sedentario, distri- con copertura arborea rada, sia in situazioni natu-
buito come nidificante in tutta Italia. rali che sinantropiche. Per quanto riguarda il Parco
È il Fringillide più diffuso e comune del Parco, la frequenta soprattutto le pinete, in particolare dove
sua distribuzione è ampia e continua ed interessa queste si presentano meno compatte, le boscaglie e
64 elementi CTR (75,3% del totale); qualche vuoto i cespuglieti termofili costieri, le aree agricole con
distributivo si evidenzia nel settore settentrionale alberi isolati e siepi, le zone residenziali con giardi-
fra Mesola e Goro, in particolare nell’area del Bosco ni, viali, in particolare dove sono presenti conifere
della Mesola. ornamentali.
Nei tre anni della ricerca sono state conteggiate 247
coppie (media annua 82,5 cp con un massimo di 97 Maurizio Casadei
cp nel 2004) rilevate in 163 punti di ascolto (24,1%
del totale): in media le coppie sono state 1,52 nei
163 punti e 0,37 nel totale dei 675 rilevamenti.
I valori più elevati degli indici medi di abbondanza
(da 0,79 a 1,58 cp/punto) sono stati registrati in 12
elementi CTR, in particolare in quelli che includono
zone a margine della Salina di Cervia, l’Ortazzo, le
pinete di Classe e Casal Borsetti, Sant’Alberto, le
Vene di Bellocchio, i dintorni di Comacchio e tutta
la zona di Valle Pega.
Valori appena inferiori (da 0,39 a 0,79 cp/punto)
sono stati rilevati in 17 elementi, tutti ricadenti nei
comprensori di Ravenna e delle Valli di Comacchio.
Nel settore ferrarese più settentrionale e nelle Valli
di Argenta i valori di densità sono invece general-
mente molto bassi e in alcuni casi è stato possibile
rilevare il solo dato qualitativo.
Per la provincia di Ravenna nell’ultimo decennio
si è registrato complessivamente un significativo
decremento quantitativo, dell’ordine del 40%, più
evidente nelle aree di pianura ad agricoltura inten-
siva (Gellini e Ceccarelli 2007), regresso ancor più
accentuato nel settore ravennate del Parco (-53%;
STERNA, inedito). Anche i dati annuali del numero
di coppie censite e dei punti IPA di contatto mostra-
no un trend negativo.
Il Cardellino in periodo riproduttivo utilizza varie
tipologie ambientali preferendo quelle diversificate

376
377
Zigolo nero
Emberiza cirlus

Foto di Davide Pansecchi

Parzialmente sedentario, è distribuito in tutta l’Ita- anche se, per il territorio del Parco, i risultati della
lia peninsulare (eccettuata parte della Puglia) e nelle presente ricerca sembrano indicare un certo recu-
isole; al Nord la presenza è localizzata nel Piemonte pero.
e in alcune zone collinari lombarde e venete. E’ specie tipica di aree aperte erbacee con macchie
Assente in gran parte della Pianura Padana, lo Zigo- e cespugli, ampie radure in ambienti boschivi, mar-
lo nero mostra una distribuzione ristretta nel Parco gini di boschi, aree coltivate con siepi e chiazze di
dove sono risultati occupati 17 elementi CTR (20% vegetazione naturale, aree di macchia; nel Parco
del totale) situati esclusivamente lungo la fascia sono frequentate soprattutto le pinete rade e ricche
costiera vera e propria; a parte una segnalazione di sottobosco.
nel Ferrarese nella zona di Volano, tra l’altro senza
valore quantitativo, la presenza è limitata al settore Stefano Gellini
ravennate. Qui sono state conteggiate in totale nel
triennio 45 coppie (media annua di 15 coppie) con
un apparente incremento quantitativo: da 7 cp nel
2004 a 23 cp nel 2006; la specie è stata rilevata in
36 punti IPA (5,33% del totale) con medie di 1,25
coppie/punto nei 36 IPA e 0,07 coppie/punto sul
complesso dei 675 punti IPA.
Il grosso della popolazione si trova nell’area a Sud di
Ravenna dove è stato conteggiato il 60% delle cop-
pie totali, concentrate nella Pineta di Classe e nelle
zone adiacenti (Ortazzo, Bevanella, Bocca Bevano,
Lido di Classe); nella Pineta di Classe in particolare
si trova il nucleo più consistente della popolazione
(15 coppie nel triennio, pari ad 1/3 del totale di
tutto il Parco); nel settore più meridionale (Salina di
Cervia) non è stata riscontrata la presenza.
A Nord di Ravenna la specie è più dispersa nel ter-
ritorio; i maggiori indici di abbondanza coincidono
con la Pineta di Marina di Ravenna, la Pineta di S.
Vitale e con il settore settentrionale delle Vene di
Bellocchio; le altre osservazioni riguardano Punte
Alberete e le pinete litoranee di Casal Borsetti e Ma-
rina Romea.
Si tratta di una popolazione di scarsa consistenza,
soggetta anche ad una fase di regresso locale valu-
tata, per l’intera provincia di Ravenna, intorno al
35% negli ultimi 10 anni (Gellini e Ceccarelli 2007),

378
379
Ortolano
Emberiza hortulana

Foto di William Vivarelli

Migratore transahariano, nidificante distribuito ir- dell’Atlante (Gellini e Ceccarelli 2007) la presenza
regolarmente nelle regioni centrali e settentrionali era ridotta a 3 sezioni, relative alle due osservazioni
italiane, scarso e localizzato al Sud, assente nelle già citate sopra per l’area di Valle Mandriole, più
isole. una terza in un’azienda agricola nell’entroterra di
Si tratta di una specie estremamente rara nel Parco Cervia. Il trend fortemente negativo è stato del resto
per la quale sono state registrate solo 3 osservazio- registrato in tutto il territorio provinciale: le sezioni
ni relative a maschi in canto: occupate 10 anni fa erano 14, attualmente sono ri-
• 14/6/06 nell’Az. F. Boscone al margine occiden- dotte a 5, con una diminuzione pari al 64%.
tale della Valle di Campotto - elemento 222021 Già storicamente l’Ortolano era considerato in no-
• 8/5/05 nell’area tra Valle Mandriole e il mare - tevole diminuzione nel Ravennate (Brandolini 1961)
elemento 223071 e in tutta la Romagna (Zangheri 1938); nel secolo
• 2005 a margine della Valle Mandriole - elemento precedente Bacchi della Lega (1902) lo dichiarava
223084 ancora abbondante in epoca riproduttiva.
La prima osservazione è l’unica avvenuta nel corso
dei rilevamenti quantitativi IPA; un solo dato quin- Pier Paolo Ceccarelli
di sul totale dei 675 IPA eseguiti nel triennio di ri-
cerche. Le altre due sono ricavate da rilevamenti
qualitativi.
Le osservazione sono tutte relative a coltivi erbacei
o incolti a margine di valli d’acqua dolce.
Come noto l’Ortolano è in una fase fortemente ne-
gativa, generalizzata anche a livello nazionale e
continentale, tanto che la specie è inserita tra quel-
le di interesse protezionistico nella cat. SPEC2, ov-
vero con uno status vulnerabile della popolazione
che è concentrata in Europa (BirdLife International
2004).
Localmente il regresso può essere posto in eviden-
za utilizzando il confronto tra i dati degli Atlanti
provinciali di Ravenna, limitatamente alle zone di
pertinenza del Parco e a quelle adiacenti. Negli anni
1995-97 (Gellini e Ceccarelli 2000) l’Ortolano è sta-
to registrato in 9 sezioni CTR al 10.000: l’areale
comprendeva in gran parte le zone a margine delle
valli sia a Nord di Ravenna (Valle Mandriole), sia a
Sud (Ortazzo, Ortazzino, Salina di Cervia). Il qua-
dro che ne risultava era in sostanza di una presen-
za abbastanza diffusa. Nell’aggiornamento 2004-06

380
381
Migliarino di palude
Emberiza schoeniclus

Foto di Davide Pansecchi

Migratore regolare, parzialmente sedentario e sver- de” (così viene denominato localmente il Migliarino
nante. L’areale riproduttivo interessa quasi esclusi- di palude nidificante) risulta piuttosto localizzata
vamente l’Italia settentrionale, con presenze molto nel Parco in una stretta fascia in senso latitudinale,
localizzate altrove. che va dalla bonifica del Mantello a Casalborsetti,
Nel Parco l’habitat particolarmente selezionato dal con la distribuzione che si amplia leggermente solo
Migliarino di palude in tutte le stagioni è quello pa- grazie alle presenze rilevate in modo qualitativo in
lustre, con vegetazione dominata da Canna di pa- Valle Mandriole e Punte Alberete, dove la specie è
lude (Phragmites australis), ma è presente anche in storicamente presente, e alle 3 coppie rintracciate
alcune situazioni peculiari come ad esempio i lar- nel 2004 in Valle Zavelea. La Stazione di Campotto
ghi dossi coperti da macchie di Salicornia arbustiva e Valle Santa, costituisce perciò un nucleo di forte
(Arthrocnemun fruticosum). presenza, dove peraltro gli individui territoriali si
Il Migliarino di palude nel periodo estivo è assai caratterizzano per avere un’emissione canora piut-
meno diffuso rispetto al periodo invernale e migra- tosto differente da quella comunemente documen-
torio, quando contingenti provenienti soprattutto tata, alla quale sono invece più conformi gli indivi-
dall’Europa centro-orientale, dai caratteri morfolo- dui presenti nell’area ravennate (Borghesi e Costa,
gici leggermente differenti, invadono praticamente oss.pers.).
tutte le zone umide disponibili nel Parco del Delta Va evidenziata la penisola di Punta Canaletta, nella
del Po, dove formano dormitori di decine o centina- sponda sud-occidentale delle Valli di Comacchio,
ia di individui. non solo per il fatto che ha consentito di rilevare
La popolazione nidificante è abbastanza consistente la presenza della specie in tutti e tre gli anni di in-
negli estesi canneti di Val Campotto e Valle Santa, dagine in ambiente di salicornieto, ma anche per il
all’interno di Valle Zavelea e di Volta Scirocco, e in numero di coppie contate nel punto, sempre com-
vari altri siti lungo il margine meridionale delle Valli preso tra 2,5 e 3,5.
di Comacchio. Gli elementi CTR interessati sono 14
(16,5% del totale); la specie è stata rilevata in 14 Fabrizio Borghesi
rilevamenti IPA (frequenza di 2,1% sul totale degli
IPA). Complessivamente sono state conteggiate nel
triennio 29 coppie, con media annua di 9,7 cp ed
un minimo di sole 6,5 cp nel 2005). La media delle
coppie per punto di contatto è di 2,07, mentre sul
totale dei 675 rilevamenti eseguiti è solo di 0,04
coppie per punto.
La popolazione nidificante è poco diffusa nel Par-
co, e sembra completamente assente sia a Nord
di Lido di Spina che a Sud di Ravenna. Viene così
confermata la scomparsa delle coppie rilevate negli
anni novanta del secolo scorso nell’Ortazzo (Gellini
e Ceccarelli 1997). In definitiva, la “Passera di palu-

382
383
Strillozzo
Miliaria calandra

Foto di Davide Pansecchi

Specie parzialmente sedentaria distribuita come Anche se si tratta di un’interpretazione esclusiva-


nidificante in tutta Italia con esclusione dell’arco mente cartografica, è interessante notare come le
alpino. distribuzioni dello Strillozzo e della Cappellaccia
Lo Strillozzo è tipico degli ambienti agricoli dal pa- siano a grandi linee complementari. Il primo è in-
esaggio variegato e alternanza di seminativi, incolti fatti abbondante presso Val Campotto e Valle San-
e rade siepi. Risente del disturbo antropico, nonché ta, nelle aree a Sud di Ravenna (in particolare nel
della semplificazione e dell’erosione del paesaggio comprensorio cervese), nelle zone immediatamente
rurale. Come per altre specie comuni di Passeri- a Sud della Foce del Reno e nelle campagne raven-
formi legate a questo tipo di habitat, si è assistito nati prossime a Punte Alberete-Valle Mandriole,
recentemente a fenomeni di declino consistente, mentre diventa raro dai Lidi ferraresi verso Nord.
con addirittura la scomparsa in alcune aree dove Di contro la Cappellaccia è assente da Val Campot-
solamente un ventennio fa era abbondante e diffu- to e Valle Santa e abbondante a Nord delle Valli di
so (Gellini e Ceccarelli 2000). Comacchio e Foce Reno, mancando in pratica da
Alcune di queste aree corrispondono ad elementi Casalborsetti verso Sud. Esiste una fascia di so-
CTR inclusi entro i confini del Parco, come ad esem- vrapposizione che segue il confine occidentale delle
pio la zona sub-costiera tra Ravenna e Casalborset- Valli di Comacchio (un probabile effetto positivo per
ti, dove solo negli anni ’90 del secolo scorso risul- entrambe le specie fornito dalla presenza delle atti-
tava relativamente abbondante (Gellini e Ceccarelli gue bonifiche del Mezzano dove potrebbero essere
2007). Per le altre zone del Parco dove la specie meno presenti alcune condizioni limitanti).
non è stata rintracciata, non si hanno informazioni
pregresse in base alle quali fare raffronti o intuire Fabrizio Borghesi
trend della popolazione locale. Ciò che si osserva è
l’apparente totale assenza della specie nel territorio
del Parco che va da Lido di Spina all’estremo con-
fine settentrionale, ad eccezione di un solo dato di
presenza nel margine meridionale di Valle Bertuzzi
e qualche sporadica coppia rintracciata nei pressi
di Comacchio o tra i poderi che si trovano attorno
all’area archeologica di Spina.
Complessivamente, gli elementi CTR in cui lo Stril-
lozzo è stato contattato sono 33 (38,8% del totale);
è stato rilevato in 74 rilevamenti IPA (frequenza di
11,0% sul totale degli IPA); sono state conteggiate
nel triennio complessivamente 136,5 coppie (media
annua di 45,5). La media delle coppie per punto
di contatto è risultata di 1,84. Sul totale dei 675
rilevamenti eseguiti la media è di 0,20 coppie per
punto.

384
385
APPENDICE
Specie nidificanti eventuali

Specie riscontrate in periodo riproduttivo in habitat FALCO CUCULO Falco vespertinus


idoneo alla nidificazione, senza manifestazioni che La presenza del Falco cuculo come nidificante in
possano indicare una riproduzione certa o anche Italia risale all’inizio degli anni ’90 del secolo scor-
solo probabile. so. La maggiore espansione si è avuta verso la Pia-
Pertanto, la nidificazione, almeno nel triennio della nura Padana orientale (Piras 1999; Brichetti e Fra-
ricerca, deve intendersi soltanto eventuale. casso 2003). Tra gli uccelli nidificanti, può essere
considerato una rarità per il Delta del Po, in fase di
FISCHIONE Anas penelope locale espansione demografica.
Sono state osservate 3 coppie in data 9/4/2004, Condivide con altre specie di importanza conser-
una coppia il 29/4/2005, 2 maschi assieme il vazionistica (ad es. Ghiandaia marina, Averla ce-
2/5/2004, 2 maschi il 7/5/2005 e ancora un ma- nerina, Grillaio per citarne solo alcune) habitat
schio costantemente nello stesso sito per tutta la aperti con frammenti boscati (boschi ripariali, filari
durata della stagione riproduttiva 2005. alberati, boschetti). Non mancano le osservazioni
La nidificazione è stata accertata in tempi recen- primaverili nelle zone rurali che contornano le Valli
ti in una sola occasione appena fuori dal territorio di Comacchio (Mantello, Mezzano, Pega, Primaro),
del Parco, presso le Vallette di Ostellato, nel 1993 ma probabilmente si tratta per lo più di individui o
(Tinarelli e Passarella 1993). In precedenza un caso gruppi in transito migratorio. Durante il triennio di
eccezionale, con la nidificazione di 4 coppie in una monitoraggio, un maschio adulto solitario è stato
zona allagata alla foce del Savio, è stato riscontrato osservato il 9 giugno 2004 in Valle Pega, lungo l’ar-
nel 1943 da Foschi (1986). gine di Valle Fattibello.
I contingenti estivanti sono irregolari e limitatissi- Anche se entro i confini del Parco l’area che mostra
mi, e probabilmente da correlare alla presenza di la maggiore potenzialità per la specie è la Bonifica
esemplari menomati e non più in grado di migrare. di Valle Pega, risulta decisamente più importante
la Bonifica del Mezzano (attualmente non inclusa
ALZAVOLA Anas crecca nel Parco). Questo sito sostiene oggi una colonia di
Nelle Valli Bertuzzi e nelle Valli d’Argenta è stata falchi cuculo di circa 60-70 coppie su una popola-
rilevata la presenza di alcune decine di individui zione italiana stimata di 100-120 coppie (Tinarelli
estivanti senza che però ne sia stata riscontrata la 2003).
riproduzione. I falchi che nidificano nel Mezzano selezionano per
Nelle zone umide ravennati (Valle Mandriole, Pia- deporre le uova esclusivamente nidi di Corvidi ab-
lassa della Baiona, Ortazzo) sono state osservate bandonati, anche a breve distanza uno dall’altro.
coppie in corteggiamento dopo il termine del passo In un’ottica di conservazione di questo pregio fau-
(il 23/4/2004 e 23/4/2005) e prima della ripresa nistico, sono auspicabili il riconoscimento dell’im-
del passo (il 10/7), che potrebbero anche essere portanza del sito da parte della gestione del Parco
attribuite a code o anticipi della migrazione, ma e l’attuazione di misure per la sua tutela, la ricon-
anche ad una eventuale nidificazione, non suppor- siderazione dell’entità e delle modalità di persecu-
tata dall’osservazione di maschi isolati o in gruppo zione dei Corvidi, il controllo di pericolosi fattori di
durante la stagione riproduttiva. Un solo gruppetto minaccia quali l’elettrocuzione, l’uso di pesticidi e
costituito da 5 maschi è stato osservato l’1/7/2006, l’ingestione di esche avvelenate illegalmente.
ma potrebbe rappresentare già un’avanguardia del
passo di ritorno. CHIURLO MAGGIORE Numenius arquata
Precedentemente la specie era stata considerata ni- La specie nidifica in Italia dal 1996, presso praterie
dificante regolare (Imparati 1934; Zangheri 1938) o di Calluna vulgaris e Molinea cerulea nella provin-
irregolare (Foschi 1986) e recentemente conferma- cia di Biella, con 1 o 2 coppie (Bordignon e Ansel-
ta come nidificante probabile a Punte Alberete ed metti 1999).
eventuale nell’Ortazzo (Gellini e Ceccarelli 2000). In Romagna è considerata storicamente da tutti gli
Autori specie di doppio passo e svernante in piccolo
MORETTA Aythya fuligula numero.
Sono stati osservati 2 maschi durante tutto il pe- Nel corso delle ricerche effettuate per l’elaborazio-
riodo di rilevamento nel 2004, presso la palude ne dell’Atlante degli anni ’90 la specie non è stata
dell’Ortazzo dove la nidificazione era già stata se- rilevata.
gnalata come probabile a metà anni ’90, mentre Nel 2005 e nel 2006 una coppia ha estivato rispet-
nello stesso periodo la specie potrebbe avere nidi- tivamente presso Punta Scirocca, nelle Valli di Co-
ficato presso Valle Mandriole (Gellini e Ceccarelli macchio, e nella Sacca di Bellocchio, mostrando
2000). ripetutamente atteggiamenti territoriali e sostando,
Una nidificazione storica è stata segnalata alla foce nel primo caso, presso lo stesso sistema di dossi
del Savio nel 1943 (Foschi 1986). per tutto il periodo primaverile ed estivo.
Anche per questa specie i contingenti estivanti, li- La vegetazione dei due siti è strutturalmente para-
mitatissimi, sono probabilmente da correlare alla gonabile alle brughiere biellesi, pur essendo costi-
presenza di esemplari menomati e non più in grado tuita da altre specie vegetali, con bassi arbusti di
di migrare. Arthrocnemum fruticosum e prati di Elytrigia atheri-

386
ca a Punta Scirocca e con la stessa Arthrocnemum Volponi e A. Magnani, dati inediti). Pertanto, in
fruticosum alternata a praterie di Spartina marittima via prudenziale, data la mancanza di prove certe
o Puccinellia palustris nella Sacca di Bellocchio. di nidificazione (es. adulti con imbeccata, femmine
Le zone circostanti i due siti sono idonee all’alimen- con placca incubatrice attiva, giovani con remigan-
tazione della specie, con distese di acque basse e ti in crescita), queste e diverse altre osservazioni
fondali fangosi o sabbiosi, come dimostra, peraltro, effettuate prima e dopo questa indagine presso i
la regolare presenza anche in periodo invernale. comprensori di Punte Alberete e Valle Mandriole
(Volponi in Gellini e Ceccarelli 2000), delle Valli di
PIRO PIRO PICCOLO Actitis hypoleucos Argenta, delle Valli di Comacchio meridionali e di
Nel valutare la presenza riproduttiva di questa altre zone umide minori con acqua dolce e presen-
specie nel territorio, va ricordato che individui mi- za di canneti allagati (es. bacini di zuccherifici e
gratori tardivi o estivanti possono permanere per ripristini ambientali) devono essere attribuite ad
tutto periodo primaverile-estivo, situazione che può individui ancora in migrazione attiva piuttosto che
creare difficoltà nel riconoscere fra questi le even- a soggetti nidificanti o nati in loco.
tuali coppie nidificanti. Tutte le osservazioni recenti
sono influenzate da queste problematiche che con-
dizionano del resto anche le stime della popolazione
italiana (Brichetti e Fracasso 2004).
Ciò vale anche per il Parco dove sono state riportate
alcune osservazioni di possibile nidificazione:
17/5/2006 alla Salina di Comacchio; nel 2005
in zona adiacente alla salina di Comacchio;
27/4/2006 alla Foce del Reno (3 individui); nel
2006 in zona Pega-Zavelea
In nessun caso sono state raccolte le prove della
nidificazione; la stessa situazione riguarda anche
territori confinanti come le province di Forlì-Cesena
(Ceccarelli e Gellini 2007) e di Bologna (Tinarelli et
al. 2002).
Già nell’Atlante ravennate del 1995-97 (Gellini e
Ceccarelli 2000), per il Piro piro piccolo, segnala-
to allora in 3 siti (Valli meridionali di Comacchio,
Pialassa della Baiona, Ortazzo), la nidificazione era
considerata in forma dubitativa.
In definitiva la riproduzione di questa specie nel
Parco deve oggi essere considerata solamente
un’eventualità.

FORAPAGLIE Acrocephalus schoenobaenus


La migrazione primaverile del Forapaglie si pro-
trae sino a metà maggio, mentre la migrazione au-
tunnale comincia entro la prima decade di luglio
(Macchio et al. 1999). E’ pertanto verosimile che
spesso in passato, così come talvolta ancora oggi,
semplici osservazioni tardive di maschi in canto o
avvistamenti precoci di giovani dell’anno venisse-
ro sbrigativamente considerati come il risultato di
una nidificazione locale. Questa premessa risulta
necessaria per inquadrare le scarne osservazioni di
Forapaglie effettuate nel corso di questa indagine.
Nel Parco, in periodo riproduttivo, la presenza di
questo Acrocefalino è stata rilevata solo in poche
occasioni ed in due sole distinte località. Un ma-
schio in canto è stato contattato il 15/05/2004 nel
canneto ripario che corre lungo il tratto terminale
del Po di Volano, tra la Statale Romea e Canneviè,
mentre alcuni soggetti sono stati catturati sino alla
fine di maggio (es. 2 soggetti il 28/05/2005) e la
prima decade di giugno (un soggetto il 8/6/2005)
rispettivamente presso le stazioni di inanellamen-
to PRISCO di Punte Alberete e dell’Ortazzino (S.

387
5
BIBLIOGRAFIA

389
• AA.VV. 2007. Piano Faunistico Venatorio Provincia di Bologna. Servizi di Comunicazione. Provincia di
Bologna.
• Albanese G., Arveda G., Baccetti N., Dall’Antonia P., Morelli F. 2009. The Flamingo Project in mainland
Italy: an update of the situation at the end of 2007. Flamingo, Bulletin of the IUCNSSC/Wetlands Interna-
tional Flamingo Specialist Group, Special Publication 1: 52-57.
• Andreotti A., N. Baccetti, A Perfetti, M. Besa, P. Genovesi, V. Guberti 2001. Mammiferi ed Uccelli esotici
in Italia: analisi del fenomeno, impatto sulla biodiversità e linee guida gestionali. Quad. cons. Natura, 2,
Min. Ambiente - Ist. Naz. Fauna Selvatica.
• Arcamone E., Puglisi L. 2006. Cronaca Ornitologica Toscana. Osservazioni relative agli anni 1992-2004.
Alula, 13: 3-124.
• Arrigoni degli Oddi E. 1929. Ornitologia Italiana. Hoepli, Milano. pp. 1046.
• Baccetti N., Giunti M. 2005. Italian counts of wintering Great Cormorants Phalacrocorax carbo at the turn
of the millennium. Wetlands International Cormorant Research Group Bulletin, 6: 44-45.
• Baccetti N., M. Spagnesi, M. Zenatello 1997. Storia recente delle specie ornitiche introdotte in Italia. In:
Spagnesi M., S. Toso, P. Genovesi (eds.), Atti III Convegno Nazionale dei Biologi della selvaggina, Suppl.
Ric. Biol. Selvaggina, XXVII: 229-316.
• Baccetti N., Panzarin L., Cianchi F., Puglisi L., Basso M., Arcamone E. 2008. Two new Greater Flamingo
(Phoenicopterus roseus) breeding sites in Italy. Flamingo, Bulletin of the IUCNSSC/Wetlands International
Flamingo Specialist Group, 16: 25-27.
• Baccetti N., Dall’Antonia P., Magagnoli P., Melega L., Serra L., Soldatini C., Zenatello M. 2002. Risultati
dei censimenti degli uccelli acquatici svernanti in Italia: distribuzione, stima e trend delle popolazioni nel
1991-2000. Biol. Cons. Fauna, 111.
• Bacchi della Lega A. 1902. Caccie e costumi degli uccelli silvani. Lapi S., Città di Castello.
• Barbraud C., Lepley M., Mathevet R., Mauchamp A. 2002. Reedbed selection and colony size of breeding
purple herons Ardea purpurea in southern France. Ibis, 144: 227-235.
• Bertolino S. 1999. Fauna vertebrata introdotta in Piemonte (Osteichthyes, Amphibia, Reptilia, Aves, Mam-
malia). Riv. Piem. St. Nat., 20: 215-240.
• BirdLife International 2004. Birds in Europe: population estimates, trends and conservation status. Cam-
bridge, UK: (BirdLife Conservation Series No. 12). pp. 374.
• BirdLife International 2009. Species factsheet: Falco vespertinus. Downloaded from http://www.birdlife.
org on 17/5/2009
• Blondel J., Ferry C., Frochot B. 1970. La methode des indices ponctuels d’abondance (I.P.A.) ou del rele-
ves d’avifaune par “station d’ecoute”. Alauda, 38: 55-71.
• Blondel J., Ferry C., Frochot B. 1981. Point Counts with Unlimited distance. In: Estimating Numbers of
terrestrial birds, Studies in Avian Ecology, 6: 414-420.
• Boldreghini P. 1974. Importanza dei biotopi umidi dell’Emilia orientale per la riproduzione degli uccelli
acquatici (nota preliminare). Atti IV Simposio Nazionale Conservazione Natura. Ist. Zool. Univ. Bari: 219-
240.
• Boldreghini P., Montanari F. L. 1978. Note preliminari sullo status delle popolazioni di uccelli delle zone
umide costiere dell’Emilia-Romagna. Atti II Conv. Sicil. Ecol., Noto: 151-158.
• Boldreghini P., Montanari F. L., Spina F. 1981. Distribuzione e stato del Mignattino piombato (Chlidonias
hybrida Pallas) in Emilia-Romagna. Atti I Convegno Italiano di Ornitologia, Aulla: 31-36.
• Bon M., Cherubini G., Semenzato M., Stival E. 2000. Atlante degli uccelli nidificanti in Provincia di Vene-
zia. Provincia di Venezia e Associazione Faunisti Veneti.
• Bordignon L., Anselmetti G., 1999. Prima nidificazione del Chiurlo maggiore Numenius arquata, in Italia.
Riv. ital. Orn., 69: 45-51.
• Borgo F., Boschetti E., Panzarin L., Verza E., Volponi S. 2003. Incremento del Marangone minore Phala-
crocorax pygmaeus nelle aree costiere dell’Adriatico settentrionale. Avocetta, 27: 133-134.
• Brandolini A. 1950. Note di Ornitologia Ravennate (anni 1948 e 1949). Riv. ital. Orn., 20: 58-61.
• Brandolini A. 1961. Catalogo della mia collezione di Uccelli del Ravennate. Lega, Faenza. pp. 183.
• Brichetti P. 1979. Sulla nidificazione in Italia di Sterna s. sandvicensis Latham (Beccapesci). Riv. ital. Orn.
49: 197-207.
• Brichetti P., Massa B. 1984. Check-list degli uccelli italiani. Riv. ital. Orn., 54: 3-37.
• Brichetti P., Foschi U.F. 1985. Prima nidificazione di Sterna del Ruppell, Sterna bengalensis, in Italia e
attuale frequenza nel Mediterraneo occidentale. Riv. ital. Orn., 55: 161-170.
• Brichetti P., Fracasso G. 2003. Ornitologia Italiana. 1 Gaviidae-Falconidae. Alberto Perdisa Editore, Bolo-
gna. pp. 463.
• Brichetti P., Fracasso G. 2004. Ornitologia italiana. 2 Tetraonidae-Scolopacidae. Alberto Perdisa Editore,
Bologna. pp. 396.
• Brichetti P., Fracasso G. 2006. Ornitologia italiana. 3 Stercoraridae-Caprimulgidae. Alberto Perdisa Edito-
re, Bologna. pp. 437.
• Brichetti P., Fracasso G. 2007. Ornitologia italiana. 4 Apodidae-Prunellidae. Alberto Perdisa Editore, Bo-
logna. pp. 441.
• Brichetti P., Fracasso G. 2008. Ornitologia Italiana. 5 Turdidae-Cisticolidae. Alberto Perdisa Editore, Bo-
logna. pp. 429.
• Brichetti P., Grattini N. 2008. Distribuzione, consistenza ed evoluzione delle popolazioni di Basettino Pa-

391
nurus biarmicus nidificanti in Italia nel periodo 1980-2006. Avocetta, 32: 47-53.
• Brichetti P., Canova L., Saino N. 1984. Distribuzione e status degli Anatidae nidificanti in Italia e Corsica.
Avocetta, 8: 19-42.
• Brichetti P., De Franceschi P., Baccetti N. (Eds.) 1992. Fauna d’Italia. Aves. I. Calderini, Bologna. pp.
964.
• Brichetti P., Grattini N., Lui F. 2005. Distribuzione e consistenza delle popolazioni nidificanti di Forapaglie
comune Acrocephalus schoenobaenus in Italia. Avocetta, 29: 19-26.
• Calzolari A. 1898. Primo contributo allo studio dell’Avifauna ferrarese. Premiata Tipografia Sociale, Ferra-
ra.
• Canova L., Fasola M. 1989. Prima nidificazione di Spatola, Platalea leucorodia, in Italia. Riv. ital. Orn., 59:
265-267.
• Carpegna M., Grussu M. Grieco F., Veronesi E., Volponi S. 1997. The Italian breeding population of Cor-
morants Phalacrocorax carbo. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XXVI: 81-87.
• Casini L. 1986. La nidificazione del Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) e dell’Avocetta (Recurviro-
stra avosetta) nella Salina di Cervia (Ravenna). Riv. ital. Orn., 56: 181-196.
• Casini L. 1990. Svernamento di Spatola, Platalea leucorodia, nelle Valli di Comacchio. Avocetta, 14: 75-
76.
• Casini L. 1997. Nidificazione di Svasso piccolo, Podiceps nigricollis, in Emilia-Romagna. Riv. ital. Orn., 67:
96-98.
• Casini L., Tinarelli R. 1995. Inanellamento di Avocetta (Recurvirostra avosetta) con anelli colorati in Italia:
primi risultati. Atti VII Conv. ital. Orn., Urbino. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 22: 519-522.
• Casini L., Gellini S. 1987. Distribuzione altitudinale di alcuni Passeriformi nidificanti in un settore dell’Ita-
lia settentrionale. Avocetta, 11: 47-56.
• Casini L., Gellini S. (a cura di) 2008. Atlante dei vertebrati tetrapodi della Provincia di Rimini. Provincia
di Rimini. pp.512
• Casini L., Magnani A., Serra L. 1992. Ciclo annuale della comunità di uccelli acquatici nella Salina di
Cervia. Ric. Biol. Selvaggina, pp. 92.
• Cavé A.J. 1983. Purple Heron survival and drought in tropical West Africa. Ardea, 71, 217-224.
• Ceccarelli P.P., Gellini S. (a cura di) 2007. Atlante degli uccelli nidificanti nella Provincia di Forlì-Cesena
2004-2007). Relazione inedita.
• Ceccarelli P.P., Gellini S., Casadei M., Ciani C. 2006. Atlante degli uccelli nidificanti a Forlì. Museo Orni-
tologico F. Foschi, Forlì. pp. 143.
• Cocchi R., Govoni M., Toso S. 1993. La Starna. INFS-Documenti Tecnici, 14.
• Costa M. 1995. La garzaia dell’Ortazzo, Ravenna. Quad. Stud. Stor. Nat. Romagna, 4: 79-80.
• Costa M. 1998. Nidificazione di Poiana (Buteo buteo L.) in prossimità di Airone cenerino (Ardea cinerea L.).
Quad. Stud. Stor. Nat. Romagna, 10: 47-50.
• Costa M., Ricci R. 1996. La fauna delle vasche dello zuccherificio di Mezzano (Ravenna). Quad. Stud. Stor.
Nat. Romagna, 6: 43-50.
• Costa M., Danesi D. (a cura di) 2001 - Piano Faunistico Venatorio della Provincia di Ravenna. Settore Po-
litiche Agricole e Sviluppo Rurale, Provincia di Ravenna.
• Costa M., Bondi S. 2002. Status e biologia della Moretta tabaccata, Aythya nyroca, nel complesso palustre
di Punte Alberete e Valle Mandriole (Ravenna). Riv. ital. Orn., 71 (2): 125-131.
• Costa M., Pagnoni G.A. 2002 - Ciclo annuale degli anseriformi e di alcuni rallidi nel Parco del Delta del
Po. Riv. ital. Orn., 72: 47-58
• Cramp S., Simmons K.E.L. 1977. Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa. The
Birds of the Western Palearctic: Vol. I: Ostrich to Ducks. Oxford University Press, Oxford. pp. 722.
• Cramp S., Brooks D.J. 1992. Handbook of the Birds of Europe, the Middle East and North Africa. The
Birds of the Western Palearctic: Vol. VI: Warblers. Oxford University Press, Oxford. pp. 728.
• Den Held J.J. 1981. Population changes in the Purple Heron in relation to drought in the wintering area.
Ardea, 69, 185-191
• Emiliani D. 2008. Nuove segnalazioni di specie nidificanti presso l’oasi “Villa Romana di Russi”. Quad.
Studi Natur. Romagna, 27: 251-253
• Fasola M. (a cura di) 1986. Distribuzione e popolazione dei Laridi e Sternidi nidificanti in Italia. Suppl. Ric.
Biol. Selvaggina, vol. XI. pp. 179.
• Fasola M. (a cura di) 1996. Avifauna del Delta del Po: uccelli acquatici nidificanti. Programma di conser-
vazione per l’area geografica del Parco del Delta del Po (I fase). Ministero dell’Ambiente, Servizio Conser-
vazione della Natura.
• Fasola M., Barbieri F. 1981. Prima nidificazione di Marangone minore, Phalacrocorax pygmaeus, in Italia.
Avocetta, 5:155-156.
• Fasola M., Hafner H., Prosper J., van der Kooij H., von Schogolev I. 2000. Population changes in European
herons in relation to African climate. Ostrich, 71, 52-55.
• Fasola M., Albanese G., AsOER, Boano G., Boncompagni E., Bressan U., Brunelli M., Ciaccio A., Floris
G., Grussu M., Guglielmi R., Guzzon C., Mezzavilla F., Paesani G., Sacchetti A., Sanna M., Scarton F.,
Scoccianti C., Utmar P., Vaschetti G., Velatta F. 2007. Le garzaie in Italia, 2002. Resoconto dell’indagine
nazionale. Avocetta, 31: 5-46.
• Fornasari L., De Carli E., Brambilla S., Buvoli L., Maritan E., Mingozzi T. 2002. Distribuzione dell’avifau-

392
na nidificante in Italia: primo bollettino del progetto di monitoraggio MITO2000. Avocetta, 26: 59-115.
• Foschi F. 1986. Uccelli di Romagna. Maggioli, Rimini. pp. 1047.
• Fracasso G., Verza E., Boschetti E. 2003. Atlante degli uccelli nidificanti in Provincia di Rovigo. Provincia
di Rovigo.
• Fraissinet M. 1989. Espansione della Taccola, Corvus monedula, nei capoluoghi italiani. Riv. ital. Orn., 59:
33-42.
• Fraissinet M., Mastronardi D. 1996. Evoluzione dell’areale del Gruccione, Merops apiaster, in Italia nel
corso del ventesimo secolo. Riv. ital. Orn., 66: 155-169.
• Gebhardt H. 1996. Ecological and economical consequences of introduction of exotic wildlife (birds and
mammals) in Germany. Wildlife Biology, 2: 205-211.
• Gellini S., Ceccarelli P.P. (a cura di) 2000. Atlante degli uccelli nidificanti. Nelle province di Forlì-Cesena e
Ravenna. Amministrazioni Provinciali di Forlì-Cesena e Ravenna. pp. 210.
• Gellini S., Ceccarelli P.P. (a cura di) 2007. Atlante degli uccelli nidificanti nella Provincia di Ravenna
(2004-06). Sterna. Relazione inedita.
• Giannella C., Tinarelli R. 2006. Resoconto Ornitologico dell’Emilia-Romagna Anno 2004. Picus, 32: 9-22.
• Ginanni F. 1774. Istoria civile e naturale delle pinete ravennati. Salomomi, Roma. (copia anastatica: For-
ni, Bologna, 1973). pp. 478.
• Grussu M., Passarella M., Fasola M., Della Toffola M. 2000. Distribuzione e nidificazione dell’Airone guar-
dabuoi Bubulcus ibis in Italia. Aves Ichnusae, 3: 3-32
• Hagermeijer W.J.M., Blair M.J. 1997. The EBCC Atlas of European breeding birds. T & AD Poyser.
• Henry P-Y, Poulin B., Rousset F., Renaud F., Thomas F. 2004. Infestation by the mite Harpirhynchus ni-
dulans in the Bearded Tit Panurus biarmicus. Bird Study, 51 34–40
• Imparati E. 1910. Uccelli del ravennate. Avicula, 14: 3-10; 35-47; 57; 61-70; 84-86.
• Imparati E. 1934. Avifauna ravennate. Lega, Faenza. pp. 318.
• Lever C. 1987. Naturalized birds of the world. Longman Scientific & Thecnical, UK, pp. 615.
• Lever C. 1987. Naturalized animals: the ecology of successfully introduced species. T. & A.D. Poyser Na-
tural History, London, pp. 354
• Macchio S., Messineo A., Licheri D., Spina F. 1999. Atlante della distribuzione geografica e stagionale
degli uccelli inanellati in Italia negli anni 1980-1994. Biologia e Conservazione della Fauna, 103: 1-276.
• Madge S, Burne H. 1988. Wildfowl. An identification guide to the ducks, geese and swans of the world.
Christofer Helm, London.
• Magagnoli P. 1985. Ecologia alimentare di Egretta garzetta (L) e Nycticorax nycticorax (L) durante il periodo
riproduttivo in alcune aree della Pianura Padana. Tesi di laurea in Scienze Biologiche, Università di Bolo-
gna.
• Malling Olsen K., Larsson H. 2004. Gulls of Europe, Asia and North America. Helm Identification Guides,
Londra.
• Melega L., Magnani A., Serra L. 2005. Evoluzione delle colonie di Caradriformi ed espansione del gabbia-
no reale: i casi delle saline di Cervia e di Comacchio. Pp. 110-114. In AsOER (red.) Avifauna acquatica:
esperienze a confronto. Atti del I Convegno (30 aprile 2004, Comacchio). Tipografia Giari, Codigoro.
• Meriggi A. 1989. Analisi critica di alcuni metodi di censimento della fauna selvatica (Aves, Mammalia).
Aspetti teorici e applicativi. Ric. Biol. Selv., 83: 1-59.
• Meschini E., Frugis S. (Eds.) 1993. Atlante degli uccelli nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina,
XX.
• Nissardi S., Zucca C., Murgia P.F., Atzeni A. 2009. Greater Flamingo Phoenicopterus roseus breeding in
Sardinia: numbers and management issues. Flamingo, Special Publication 1: 48-51.
• Ortali A. 1981. La Taccola Corvus monedula si è trasferita nella città di Ravenna. Gli Uccelli d’Italia, 6:
116.
• Passarella M. 2005. Status e fenologia di Larus michahellis, Larus cachinnans e Larus argentatus nell’Ita-
lia nord orientale. In AsOER (red.) Avifauna acquatica: esperienze a confronto. Atti del I Convegno (30
aprile 2004, Comacchio). Tipografia Giari, Codigoro: 100-109.
• Perco F., Lambertini M., Lo Valvo M., Milone M. 1986. Gabbiano reale Larus cachinnans. In: Fasola
M.(red.) - Distribuzione e popolazione dei Laridi e Sternidi nidificanti in Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina,
11: 53-72.
• Piras G. 1999. Dati preliminari su una colonia di Falco vespertinus in provincia di Ferrara (Vertebrata,
Aves). In: Società Veneziana di Scienze Naturali. Lavori vol. 24: 37-40.
• Plazzi G. 2006. Note sulla nidificazione della Ghiandaia marina (Coracias garrulus Liannaeus, 1758) in
Comune di Ravenna. Quad. Studi Stor. Nat. Romagna, 23: 15-26.
• Poulin B., Lefebvre G. 2002. Effect of winter cutting on the passerine breeding assemblage in French Me-
diterranean reedbeds. Biodiversity Conservation, 11: 1567–1581
• Pulliam, H. R. 1988. Sources, sinks, and population regulation. American Naturalist, 132: 652-661.
• Quaglierini A. 2001. Distribuzione e status del Forapaglie castagnolo, Acrocephalus melanopogon, nidifi-
cante in Italia: risultati preliminari. Riv. ital. Orn., 71 (2): 187-197.
• Rusticali R., Scarton F., Valle R. 2002. Taxonomic status of the Oystercatcher Haematopus ostralegus
breeding in Italy. Bird Study, 49: 310-313.
• Saino N., Biddau L. 1989. Conferma della nidificazione di Moretta tabaccata, Aythya nyroca, in Emilia-
Romagna. Riv. ital. Orn., 59: 292-293.

393
• Sanchez J.M., Munoz del Viejo A., Corbacho C., Costillo E., Fuentes C. 2004. Status and trend of Gull-
billed Tern Gelochelidon nilotica in Europe and Asia. Bird Conservation International, 14: 335-351.
• Sangster G., Collinson J.M., Helbig A. J., Knox A. G., Parkin D. T. 2005. Taxonomic recommendations for
British birds: third report. Ibis, 147: 821-826.
• Savi P. 1827-1831. Ornitologia Toscana ossia descrizione e storia degli uccelli che trovansi nella Toscana.
Con l’aggiunta delle descrizioni di tutti gli altri propri al rimanente d’Italia. 1 (1827); 2 (1830); 3 (1831).
Nistri, Pisa.
• Scarton F., Valle R., Vettorel M. 1999. Prima nidificazione di Sterna di Ruppell Sterna bengalensis in la-
guna di Venezia. Avocetta, 23: 92
• Serra L., Brichetti P. (a cura di) 2002. Uccelli acquatici nidificanti: 2000. Avocetta, 26: 123-129.
• Serra L., Brichetti P. (a cura di) 2004. Popolazioni di uccelli acquatici nidificanti. Resoconto 2001. Avocet-
ta, 28: 44-48.
• Sighele M. 2001. Fotonotizie. Quaderni di Birdwatching, Anno III, vol. 6.
• Snow D.W., Perrins C.M. 1998. The Birds of the Western Palearctic. Concise Edition. Vol. I: non-Passeri-
nes. Oxford University Press: pp. 1008.
• Spagnesi M., Serra L. (a cura di) 2005. Uccelli d’Italia. Quad. Cons. Natura, 22, Min. Ambiente. Ist. Naz.
Fauna Selvatica.
• Spina F., Volponi S. 2008. Atlante della Migrazione degli Uccelli in Italia. 1. Non-Passeriformi. Ministero
dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare, Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Am-
bientale (ISPRA). Tipografia CSR-Roma. pp. 800.
• Spina F., Bolognesi F, Frugis S., Piacentini D. 1986. Il Cormorano, Phalacrocorax carbo sinensis, torna
a riprodursi nell’Italia continentale: accertata nidificazione in Val Campotto (Ferrara). Riv. ital. Orn., 56:
127-129.
• Teodorani G. 1966. Osservazioni ornitologiche nelle provincie di Forlì e Ravenna. Anno 1965. Riv. ital.
Orn., 36: 372-376.
• Teodorani G. 1968. Osservazioni e segnalazioni Ornitologiche nelle province di Forlì e Ravenna negli anni
1966-1967. Riv. ital. Orn., 38: 280-290.
• Thorup O. (comp.) 2005. Breeding waders in Europe 2000. International Wader Studies 14. International
Wader Study Group, UK.
• Tinarelli R. 1990. Risultati dell’indagine nazionale sul Cavaliere d’Italia Himantopus himantopus (Linna-
eus, 1758). Ric. Biol. Selvaggina. pp. 87.
• Tinarelli R. 1992. Lo svernamento del Cavaliere d'Italia, Himantopus himantopus, nel delta interno del
Niger (Mali). Riv. ital. Orn. 62: 105-115.
• Tinarelli R. 2003. Avifauna. In: Studi ambientali sul Mezzano per un nuovo piano di gestione. Minerva
Edizioni, pag. 103-173.
• Tinarelli R. 2004. Avifauna (pagg. 103-173), Gestione dell’Avifauna (pagg. 265-269). In: AA.VV. Studi am-
bientali sul Mezzano per un nuovo piano di gestione. Provincia di Ferrara. Minerva Edizioni, Bologna.
• Tinarelli R. 2006. Il Cavaliere d’Italia. In: Fraissinet M. e Petretti F. (red.) - Salvati dall’Arca. Alberto Per-
disa Editore. Airplane s.r.l., Bologna.: 269-280.
• Tinarelli R., Baccetti N. 1989. Breeding waders in Italy. Wader Study Group Bull., 56: 7-15.
• Tinarelli R., Passarella M. 1993. Nidificazione di Fischione Anas penelope e di Avocetta Recurvirostra avo-
setta nei bacini dello zuccherificio di Ostellato (Ferrara). Riv. ital. Orn., 63: 233-234.
• Tinarelli R., Rigacci L. 1997. Insediamento ed evoluzione della comunità ornitica in due zone umide cre-
ate ex novo nella pianura bolognese. In: Spagnesi M., S. Toso e P. Genovesi (eds.), Atti del III Convegno
Nazionale dei Biologi della Selvaggina, Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, XXVII: 793-797.
• Tinarelli R., Bonora M., Balugani M. (a cura di) 2002. Atlante degli Uccelli nidificanti nella Provincia di
Bologna (1995-1999). Comitato per il Progetto Atlante Uccelli Nidificanti nella Provincia di Bologna. Eco-
sistema. CD Rom.
• Tinarelli R., Casini L., Grussu M., Magnani A., Serra L., Zenatello M. 2005. Breeding Avocet in Italy. Wa-
der Study Group Bulletin, 107: 104-107
• Tirelli E., Tinarelli R. 1996. Avifauna acquatica e avvelenamento da piombo: informazioni disponibili per
l’Italia. Suppl. Ric. Biol. Selvaggina, 24: 261-266
• Toschi A. 1955. Sulla nidificazione di alcuni uccelli nelle Valli di Comacchio. Ric. Zool. appl. Caccia, 26.
• Toschi A. 1960. La nidificazione in Italia della Cicogna bianca, del Mignattaio e del Gabbiano comune. Ric.
Zool. Appl. Caccia, 32: 12-15.
• Toschi A. 1967. Taccole a Bologna. Riv. ital. Orn., 37: 251-252.
• Toschi A. 1986. Avifauna italiana. II edizione, riveduta, aggiornata e corretta da Boldreghini P. e M. Spa-
gnesi. Editoriale Olimpia. pp. 1031.
• Triplet P., Overdijk O., Smart M., Nagy S., Schneider-Jacoby M., Karauz E. S., Pigniczki C., Baha El Din
S., Kralj J., Sandor A., Navedo J. G. (eds.). 2008. International Single Species Action Plan for the Conser-
vation of the Eurasian Spoonbill Platalea leucorodia. AEWA Technical Series No. 35.
• Tucker G.M., Heath M.F. 1994. Birds in Europe: their conservation status. BirdLife Conservation Series
n.3. BirdLife International, Cambridge.
• Verza E., Trombin D. 2008. Gli Aironi del Delta del Po. Monitoraggio degli Ardeidi del Delta del Po e della
Provincia di Rovigo. Ente Parco Regionale del Delta del Po Veneto, Ariano del Polesine (Rovigo).
• Voisin C. 1991. The herons of Europe. T & A Poyser, London.

394
• Volponi S. 1994a. Ecologia del Cormorano Phalacrocorax carbo sinensis (Aves: Pelecaniformes) nel Delta
del Po. Tesi di Dottorato di ricerca in Ecologia, Università di Ferrara.
• Volponi S. 1994b. Distribuzione e status del Gruccione, Merops apiaster, nell'Emilia-Romagna orientale e
nel delta del fiume Po. In: Atti del VI Convegno Italiano di ornitologia. Museo Regionale di Scienze naturali,
Torino.: 500.
• Volponi S. 1999. Reproduction of a newly-established population of the Great Cormorant in Northeastern
Italy. Waterbirds, 22(2): 263-273.
• Volponi S. 2001. Ecologia e conservazione della garzaia di Codigoro. Quad. Staz. Ecol. Civ. Mus. St. nat.
Ferrara, 13: 83-96.
• Volponi S. 2008a. Number and distribution of Great Cormorants Phalacrocorax carbo in Italy in January
2003: results from the first pan-European Cormorant winter count. Unpublished report for the Wetlands
International Cormorant Research Group.
• Volponi S. 2008b. Number and distribution of Great Cormorants Phalacrocorax carbo breeding in Italy in
2006. results from the first pan-European Cormorant colony count. Unpublished report for the Wetlands
International Cormorant Research Group.
• Volponi S., Emiliani D. 1991a. Nidificazione di Spatola, Platalea leucorodia, a Punte Alberete (Ravenna).
Riv. ital. Orn., 61: 73-75
• Volponi S., Emiliani D. 1991b. Nuovo sito di nidificazione di Airone cenerino, Ardea cinerea, in Emilia-
Romagna. Avocetta, 15: 63-64.
• Volponi S., Emiliani D. 1995. Nidificazione di Airone bianco maggiore Egretta alba (L.) nel biotopo di Punte
Alberete (Ravenna). In: Atti del VII Convegno Italiano di ornitologia, Urbino 1993. Suppl. Ric. Biol. Selvag-
gina, XXII: 719-722.
• Volponi S., Emiliani D. 1995. The Pygmy Cormorant, Phalacrocorax pygmaeus, breeds again in Italy. Riv.
ital. Orn., 65:87-89.
• Volponi S., Cavassa L. 2002. Studio sull’avifauna della Riserva Naturale di Alfonsine. Regione Emilia-Ro-
magna e Comune di Alfonsine, Programma d'investimento nei parchi e nelle riserve naturali 1998-2000.
• Volponi S., Emiliani D. 2002. Programma di inanellamento “a sforzo costante” per il monitoraggio delle
popolazioni di piccoli Passeriformi: l’esperienza di Punte Alberete (Ravenna). VII Convegno Inanellatori
Italiani. (http://utenti.tripod.it/deltapo/Index_ces.htm).
• Volponi S., Emiliani D., Magnani A. 1997. Il progetto Constant Effort Sites nell’Oasi di Punte Alberete (Ra-
venna). Avocetta, 21: 150.
• Volponi S., Fasola M., Canova L. 2004. L’uso di contrassegni colorati per il monitoraggio di lungo termine
della popolazione italiana di spatola (Platalea leucorodia): aspetti demografici, dispersione, siti di stop over
e svernamento. XIII Convegno Inanellatori italiani.
• Volponi S., Emiliani D., Fasola M. 2008. An overview of Spoonbills in Italy. International Spoonbill Working
Group Newsletter, 5: 3-5.
• Volponi S., Brichetti P., Fasola M., Foschi U. F. 1998. Uccelli acquatici nelle Valli di Comacchio: passato,
presente e prospettive future. Laguna, 5/98(Suppl.): 48-66.
• Voskamp P., Volponi S., van Rijn S. 2005. Global population development of the Pygmy Cormorant Pha-
lacrocorax pygmaeus. Overview of available data and appeal to set up a network of national specialists.
Cormorant Research Group Bulletin, 6: 21-34
• Zangheri P. 1938. Fauna di Romagna. Uccelli. Primo censimento completo dell’Avifauna romagnola. Forlì.
pp. 212.
• Zenatello M. 2004, 2005. Ab Ovo: indagini sui nidi degli uccelli italiani. Sintesi della stagione di rileva-
mento 2004. Bollettino 4 INFS (http://www.gruccione.it/public/bollettino%20ab%20ovo%205.pdf).
• Zenatello M. 2004, 2005. Ab Ovo: indagini sui nidi degli uccelli italiani. Sintesi della stagione di rileva-
mento 2005-06. Bollett. 5 INFS (http://www.gruccione.it/public/bollettino_abovo4(attivita_2004).pdf).

395
Indice alfabetico delle specie
Accipiter nisus pag. 152 Carduelis carduelis pag. 376
Acrocephalus arundinaceus » 316 Carduelis chloris » 374
Acrocephalus melanopogon » 310 Casmerodius albus » 88
Acrocephalus palustris » 312 Cavaliere d’Italia » 182
Acrocephalus schoenobaenus » 387 Certhia brachydactyla » 344
Acrocephalus scirpaceus » 314 Cettia cetti » 304
Actitis hypoleucos » 387 Charadrius alexandrinus » 194
Aegithalos caudatus » 334 Charadrius dubius » 192
Airone bianco maggiore » 88 Chiurlo maggiore » 386
Airone cenerino » 92 Chlidonias hybrida » 232
Airone guardabuoi » 80 Cigno nero » 106
Airone rosso » 96 Cigno reale » 108
Alauda arvensis » 276 Cincia bigia » 336
Albanella minore » 150 Cinciallegra » 340
Alcedo atthis » 256 Cinciarella » 338
Allocco » 248 Circus aeruginosus » 148
Allodola » 276 Circus pygargus » 150
Alopochen aegyptiacus » 114 Cisticola juncidis » 306
Alzavola » 386 Civetta » 246
Anas clypeata » 132 Codibugnolo » 334
Anas crecca » 386 Codirosso » 296
Anas penelope » 386 Codirosso spazzacamino » 294
Anas platyrhynchos » 124 Colombaccio » 234
Anas querquedula » 128 Columba palumbus » 234
Anas strepera » 120 Coracias garrulus » 260
Anser anser » 110 Cormorano » 62
Apus apus » 254 Cornacchia grigia » 360
Ardea cinerea » 92 Corriere piccolo » 192
Ardea purpurea » 96 Corvus corone cornix » 360
Ardeola ralloides » 76 Corvus monedula » 358
Asio otus » 250 Coturnix coturnix » 160
Assiolo » 244 Cuculo » 240
Athene noctua » 246 Cuculus canorus » 240
Averla cenerina » 352 Cutrettola » 284
Averla piccola » 350 Cygnus atratus » 106
Avocetta » 186 Cygnus olor » 108
Aythya ferina » 140 Delichon urbicum » 282
Aythya fuligula » 386 Dendrocopos major » 268
Aythya nyroca » 144 Dendrocopos minor » 270
Balestruccio » 282 Egretta garzetta » 84
Ballerina bianca » 286 Emberiza cirlus » 378
Barbagianni » 242 Emberiza hortulana » 380
Basettino » 332 Emberiza schoeniclus » 382
Beccaccia di mare » 178 Erithacus rubecula » 290
Beccamoschino » 306 Fagiano comune » 162
Beccapesci » 222 Falco cuculo » 386
Botaurus stellaris » 68 Falco di palude » 148
Bubulcus ibis » 80 Falco subbuteo » 158
Buteo buteo » 154 Falco tinnunculus » 156
Calandrella » 272 Falco vespertinus » 386
Calandrella brachydactyla » 272 Fenicottero » 104
Canapiglia » 120 Fischione » 386
Canapino » 318 Fistione turco » 136
Cannaiola » 314 Folaga » 174
Cannaiola verdognola » 312 Forapaglie » 387
Cannareccione » 316 Forapaglie castagnolo » 310
Capinera » 326 Fraticello » 228
Cappellaccia » 274 Fratino » 194
Caprimulgus europaeus » 252 Fringilla coelebs » 370
Cardellino » 376 Fringuello » 370

397
Fulica atra pag. 174 Passer hispaniolensis pag. 366
Gabbiano comune » 210 Passer italiae » 364
Gabbiano corallino » 206 Passer montanus » 368
Gabbiano reale mediterraneo » 216 Passera d’Italia » 364
Gabbiano roseo » 214 Passera mattugia » 368
Galerida cristata » 274 Passera sarda » 366
Gallinella d’acqua » 170 Pavoncella » 198
Gallinula chloropus » 170 Pendolino » 346
Garrulus glandarius » 354 Pernice di mare » 190
Garzetta » 84 Pettegola » 202
Gazza » 356 Pettirosso » 290
Gelochelidon nilotica » 220 Phalacrocorax carbo » 62
Germano reale » 124 Phalacrocorax pygmeus » 66
Gheppio » 156 Phasianus colchicus » 162
Ghiandaia » 354 Phoenicopterus roseus » 104
Ghiandaia marina » 260 Phoenicurus ochruros » 294
Glareola pratincola » 190 Phoenicurus phoenicurus » 296
Gruccione » 258 Phylloscopus collybita » 328
Gufo comune » 250 Pica pica » 356
Haematopus ostralegus » 178 Picchio muratore » 342
Himantopus himantopus » 182 Picchio rosso maggiore » 268
Hippolais polyglotta » 318 Picchio rosso minore » 270
Hirundo rustica » 280 Picchio verde » 266
Ixobrychus minutus » 70 Picus viridis » 266
Jynx torquilla » 264 Pigliamosche » 330
Lanius collurio » 350 Piro piro piccolo » 387
Lanius minor » 352 Platalea leucorodia » 102
Larus genei » 214 Plegadis falcinellus » 100
Larus melanocephalus » 206 Podiceps cristatus » 56
Larus michahellis » 216 Podiceps nigricollis » 60
Larus ridibundus » 210 Poiana » 154
Locustella luscinioides » 308 Porciglione » 164
Lodolaio » 158 Porzana parva » 168
Luì piccolo » 328 Porzana porzana » 166
Luscinia megarhynchos » 292 Quaglia » 160
Marangone minore » 66 Rallus aquaticus » 164
Martin pescatore » 256 Rampichino » 364
Marzaiola » 128 Recurvirostra avosetta » 186
Merlo » 300 Remiz pendulinus » 346
Merops apiaster » 258 Rigogolo » 348
Mestolone » 132 Riparia riparia » 278
Migliarino di palude » 382 Rondine » 280
Mignattaio » 100 Rondone » 254
Mignattino piombato » 232 Salciaiola » 308
Miliaria calandra » 384 Saltimpalo » 298
Moretta » 386 Saxicola torquatus » 298
Moretta tabaccata » 144 Schiribilla » 168
Moriglione » 140 Scricciolo » 288
Motacilla alba » 286 Serinus serinus » 372
Motacilla flava » 284 Sgarza ciuffetto » 76
Muscicapa striata » 330 Sitta europaea » 342
Netta rufina » 136 Sparviere » 152
Nitticora » 72 Spatola » 102
Numenius arquata » 386 Sterna albifrons » 228
Nycticorax nycticorax » 72 Sterna comune » 224
Oca egiziana » 114 Sterna hirundo » 224
Oca selvatica » 110 Sterna sandvicensis » 222
Occhiocotto » 322 Sterna zampenere » 220
Oriolus oriolus » 348 Sterpazzola » 324
Ortolano » 380 Sterpazzolina » 320
Otus scops » 244 Storno » 362
Panurus biarmicus » 332 Streptopelia decaocto » 236
Parus caeruleus » 338 Streptopelia turtur » 238
Parus major » 340 Strillozzo » 384
Parus palustris » 336 Strix aluco » 248

398
Sturnus vulgaris pag. 362
Succiacapre » 252
Svasso maggiore » 56
Svasso piccolo » 60
Sylvia atricapilla » 326
Sylvia cantillans » 320
Sylvia communis » 324
Sylvia melanocephala » 322
Taccola » 358
Tachybaptus ruficollis » 52
Tadorna tadorna » 116
Tarabusino » 70
Tarabuso » 68
Topino » 278
Torcicollo » 264
Tordela » 302
Tortora selvatica » 238
Tortora dal collare » 236
Tringa totanus » 202
Troglodytes troglodytes » 288
Tuffetto » 52
Turdus merula » 300
Turdus viscivorus » 302
Tyto alba » 242
Upupa » 262
Upupa epops » 262
Usignolo » 292
Usignolo di fiume » 304
Vanellus vanellus » 198
Verdone » 374
Verzellino » 372
Volpoca » 116
Voltolino » 166
Zigolo nero » 378

399
Finito di stampare nel mese di settembre 2009
dalla Tipografia Giari - Codigoro (FE)

Potrebbero piacerti anche