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La fase difensiva è peggiorata?

Il fatto di avere un portiere così forte probabilmente può essere anche un elemento di alimentazione
del rischio, nel senso che il Torino può essere arrivato a costruire la propria identità difensiva in
maniera così tanto aggressiva, puntando tutto sui duelli uomo su uomo, anche grazie alla
consapevolezza di avere una piovra tra i pali e dei difensori centrali altrettanto dominanti (Izzo è il
quinto difensore del campionato per numero di intercetti per 90 minuti, 2.6).

Uno dei problemi del Torino attuale sembra però legato alla capacità di rendere efficace il proprio
atteggiamento difensivo con continuità nell’arco della partita: in un sistema di marcatura che tiene
parecchio in considerazione il movimento dell’uomo, la struttura difensiva risulta necessariamente
malleabile, e tutti devono essere abilissimi nelle scalate per evitare di lasciare un avversario libero
in spazi pericolosi. Ovviamente i rischi più grandi possono arrivare da squadre più esperte nelle
rotazioni posizionali, che portano i diretti marcatori anche molto lontano dalla propria zona di
competenza.

Alcune situazioni di difesa troppo passiva del Torino, con una mancata intesa tra i compagni sui
tempi di aggressione e le coperture, che genera spazi pericolosi tra le linee. Nella prima slide il
Cagliari affonda con una semplice triangolazione sulla fascia, nella seconda la Lazio può disporre
facilmente di tre uomini tra le linee in grado di attaccare frontalmente la linea, nella terza la
costruzione del Napoli viene pressata male e con pochi uomini, senza nemmeno una protezione
adeguata alle spalle della prima linea.

Questa remissività si riflette anche nelle transizioni difensive: il Torino sembra essere abbastanza
lento ad accorciare sul portatore a palla persa e gli avversari vengono fuori dalla riaggressione senza
faticare troppo, avendo quindi la possibilità di generare chiare occasioni da gol. Sebbene sia una
squadra ancora temibile sotto il profilo dei possessi recuperati nella metà campo avversaria, il
Torino soffre di più se costretto a difendere in un blocco basso, soprattutto nella gestione dello
spazio tra le linee contro avversari più qualitativi.

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