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Materiali didattici

La carta di Gubbio (1960)


Dichiarazione finale approvata all'unanimità a conclusione del Convegno Nazionale per la Salvaguardia
e il Risanamento dei Centri Storici (Gubbio 17-18-19 settembre 1960). Il successo del Convegno di
Gubbio promosso da un gruppo di Comuni, affiancato da parlamentari e studiosi, consente la
formulazione di una dichiarazione di principi sulla salvaguardia ed il risanamento dei centri storici. Le
relazioni degli 8 Comuni promotori, la presentazione nella mostra di alcuni studi, in parte preparatori ed
in parte esecutivi, di operazioni di risanamento conservativo e l'adesione al Convegno di 50 Comuni
dimostrano il crescente interesse che il tema sta suscitando presso le Amministrazioni locali e larghi
strati di opinione pubblica. L'estensione a scala nazionale del problema trattato è stata unanimemente
riconosciuta, insieme alla necessità di un'urgente ricognizione e classificazione preliminare dei centri
storici con la individuazione delle zone da salvaguardare e risanare. Si afferma la fondamentale e
imprescindibile necessità di considerare tali operazioni come premessa allo stesso sviluppo della città
moderna e quindi la necessità che esse facciano parte dei piani regolatori comunali, come una delle fasi
essenziali nella programmazione della loro attuazione. Si invoca una immediata disposizione di vincolo
di salvaguardia, atto ad efficacemente sospendere qualsiasi intervento, anche di modesta entità, in tutti i
centri storici, dotati o no di Piano Regolatore, prima che i relativi piani di risanamento conservativo
siano stati formulati e resi operanti. Si riconosce la necessità di fissare per legge i caratteri e la
procedura di formazione dei piani di risanamento conservativo, come speciali piani particolareggiati di
iniziativa comunale, soggetti ad efficace controllo a scala regionale e nazionale, con snella procedura di
approvazione e di attuazione. Detti piani fisseranno modalità e gradualità di tutti gli interventi su suolo
pubblico e privato, sulle fronti e nell'interno degli edifici, e si attueranno esclusivamente mediante
comparti, ciascuno dei quali rappresenti un'entità di insediamento e di intervento. Rifiutati i criteri del
ripristino e delle aggiunte stilistiche, del rifacimento mimetico, della demolizione di edifici a carattere
ambientale anche modesto, di ogni “diradamento” ed “isolamento” di edifici monumentali attuati con
demolizioni nel tessuto edilizio, ed evitati, in linea di principio, i nuovi inserimenti nell'ambiente antico,
si afferma che gli interventi di risanamento conservativo, basati su una preliminare profonda valutazione
di carattere storico-critico, devono essenzialmente consistere in: a) consolidamento delle strutture
essenziali degli edifici; b) eliminazione delle recenti sovrastrutture a carattere utilitario dannose
all'ambiente ed alI'igiene; c) ricomposizione delle unità immobiliari per ottenere abitazioni funzionali ed
igieniche, dotate di adeguati impianti e servizi igienici, o altre destinazioni per attività economiche o
pubbliche o per attrezzature di modesta entità compatibili con l'ambiente, conservando al tempo stesso
vani ed elementi interni ai quali l'indagine storico-critica abbia attribuito un valore; d) restituzione, ove
possibile, degli spazi liberi a giardino ed orto; e) istituzione dei vincoli di intangibilità e di non
edificazione. Si ravvisa la necessità che la valutazione storico-critica debba, per omogeneità di giudizi,
essere affidata ad una commissione regionale ad alto livello e che la redazione dei piani di risanamento e
dei comparti, da affidare a tecnici qualificati, avvenga in stretta connessione con la commissione
regionale e con i progettisti dei Piani Regolatori. Si suggerisce che la pubblicazione dei piani di
risanamento conservativo si avvalga di una procedura particolare, in cui siano previste forme di
pubblicità estesa, come, ad esempio, la contemporanea CORSO DI URBANISTICA II Facoltà di
Architettura di Palermo – Corso di Laurea in Architettura – a.a. 2000/01 CARTE E CONVENZIONI ©
Prof. Maurizio Carta 2 esposizione in sede regionale oltre che locale, al fine di consentire osservazioni
qualificate e l'esame delle osservazioni con l'intervento di particolari competenze. Si afferma che nei
progetti di risanamento una particolare cura deve essere posta nell'individuazione della struttura sociale
che caratterizza i quartieri e che, tenuto conto delle necessarie operazioni di sfollamento dei vani
sovraffollati, sia garantito agli abitanti di ogni comparto il diritto di optare per la rioccupazione delle
abitazioni e delle botteghe risanate, dopo un periodo di alloggiamento temporaneo, al quale dovranno
provvedere gli Enti per la edilizia sovvenzionata; in particolare dovranno essere rispettati, per quanto
possibile, i contratti di locazione, le licenze commerciali ed artigianali, ecc., preesistenti all'operazione
di risanamento. Per la pratica attuazione di tali principi, si invoca un urgente provvedimento di legge
generale che, assorbendo i due disegni di legge del senatore Zanotti Bianco ed altri e dell'on. Vedovato,
risolva in modo organico la complessa materia e stabilisca: 1) le modalità ed il finanziamento per il
censimento dei centri storici; 2) la programmazione delle operazioni alla scala nazionale; 3) le modalità
per la formazione dei piani esecutivi di risanamento conservativo, secondo i principi enunciati, affidando
ai Comuni la responsabilità delle operazioni per la loro realizzazione; 4) le procedure per la
disponibilità dei locali durante le operazioni di risanamento, ivi comprese le modalità per la formazione
dei consorzi obbligatori e per un rapido svolgimento delle pratiche di esproprio o prevedendo anche la
sostituzione, da parte del Comune, di Enti o di cooperative, ai proprietari inadempienti o che ne
facessero domanda; 5) l'entità e le modalità di finanziamento delle operazioni, preferenzialmente risolto
con la concessione di mutui a basso interesse ai Comuni interessati con eventuale garanzia dello Stato e
con facoltà del Comune di graduare il tasso di interesse proporzionalmente al grado di utile ricavato
dall'operazione, con eventuale contributo a fondo perso nei casi di accertata e notevole diminuzione di
valore dell'intero comparto; 6) le modalità per la perequazione dei valori economici delle singole
proprietà all'interno di ogni comparto; 7) la possibilità agli Enti dell'edilizia sovvenzionata di
partecipare alle operazioni di risanamento. A conclusione dei propri lavori il Convegno riafferma la
necessità che gli auspicati provvedimenti sulla salvaguardia ed il risanamento dei centri storici
improntati ai principi enunciati formino un unico corpo di norme legislative facente parte, a sua volta,
come capitolo fondamentale, del Codice dell'Urbanistica, in corso di elaborazione. Si auspica, infine, che
gli studi ed i risultati di questo Convegno possano seguitare perfezionandosi ed a tal scopo si decide che
il Comitato promotore del Convegno si trasformi in Comitato permanente, cooptando le forze culturali e
le Amministrazioni particolarmente interessate alla prosecuzione degli studi, e che sia dato modo di
poter esemplificare al più presto, in concreto, alcune realizzazioni nei centri ove gli studi sono più
maturi, realizzazioni che servano per la verifica dei principi enunciati e per la formulazione ed il
perfezionamento della legge generale. Elenco dei soci fondatori esclusi i Comuni: Ente Provinciale per il
Turismo di Perugia; Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Gubbio; Istituto per le Case Popolari
per la Provincia di Perugia; Prof. Arch. Giovanni Astengo; On. Vinicio Baldelli; Ing. Mario Belardi;
Prof. Arch. Eduardo Caracciolo. Dr. Luigi Contenti; Prof. Arch. Gisberto Martelli; Avv. Vincenzo
Parlavecchio; On. Camillo Ripamonti; On. Mario Roffi; Prof. Arch. Giovanni Romano; Prof.ssa Egle
Renata Trincanato.

Traduccion:

La Carta de Gubbio es la declaración final aprobada por unanimidad al concluir la


Conferencia Nacional para la Salvaguardia y Rehabilitación de los Centros Históricos
(Gubbio, 17-18-19 de septiembre de 1960) promovida por un grupo de arquitectos,
urbanistas, juristas y académicos de restauración, y por representantes de los municipios
de Ascoli Piceno, Bérgamo, Erice, Ferrara, Génova, Gubbio, Perugia, Venecia. Los
informes fueron realizados por: G. Samonà, A. Cederna, M. Manieri Elia, G. Badano,
D. Rodella, ER Trincanato, G. Romano, L. Belgiojoso, E. Caracciolo, P. Bottoni.

El éxito de la Conferencia Gubbio promovida por un grupo de municipios, con el apoyo


de parlamentarios y académicos, permite la formulación de una declaración de
principios sobre la preservación y rehabilitación de los Centros Históricos.

Los informes de los ocho municipios promotores, la presentación en la exposición de


algunos estudios, en parte preparatorios y en parte ejecutivos, de operaciones
conservadoras de rehabilitación y la adhesión a la Conferencia de 50 municipios
demuestran el creciente interés que el tema está despertando en las Administraciones
locales. y grandes estratos de opinión pública. La extensión del problema a escala
nacional ha sido reconocida por unanimidad, junto con la necesidad de un
reconocimiento urgente y una clasificación preliminar de los Centros Históricos con la
identificación de las áreas a proteger y restaurar. Se afirma la necesidad fundamental e
inevitable de considerar estas operaciones como una premisa para el desarrollo de la
ciudad moderna y, por lo tanto, la necesidad de que formen parte de los planes
regulatorios municipales, como una de las fases esenciales en la planificación de su
implementación.
Se invoca una disposición de salvaguardia inmediata, capaz de suspender efectivamente
cualquier intervención, incluso de entidad modesta, en todos los Centros Históricos,
provistos de nodos del Plan Regulador, antes de que los planes de recuperación
conservadores relativos se hayan formulado y puesto en funcionamiento.

Se reconoce la necesidad de establecer por ley las características y el procedimiento


para la formación de planes de recuperación conservadores, tales como planes de
iniciativas municipales detallados especiales, sujetos a un control efectivo a escala
regional y nacional. con aprobación simplificada y procedimiento de
implementación. Estos planes establecerán las modalidades y la gradualidad de todas las
intervenciones en terrenos públicos y privados, en los frentes y en el interior de los
edificios, y se implementarán exclusivamente a través de subfondos, cada uno de los
cuales representa una entidad de asentamiento e intervención.
Rechazó los criterios de restauración y adiciones estilísticas, de reconstrucción
mimética, demolición de edificios ambientales incluso modestos, de cualquier
"adelgazamiento" y "aislamiento" de edificios monumentales llevados a cabo con
demoliciones en la estructura del edificio, y evitó en principio el nuevas inserciones en
el entorno antiguo, se afirma que las intervenciones de restauración conservadoras,
basadas en una evaluación preliminar histórica-crítica profunda, deben consistir
esencialmente en:

a. consolidación de estructuras de construcción esenciales;


b. eliminación de superestructuras recientes de carácter utilitario perjudiciales
para el medio ambiente y la higiene;
c. recomposición de las unidades inmobiliarias para obtener viviendas
funcionales e higiénicas, equipadas con instalaciones e instalaciones sanitarias
adecuadas, u otros países para actividades económicas o públicas o para equipos
de moda compatibles con el medio ambiente, al tiempo que se preservan las
habitaciones y los elementos internos para el que la investigación histórico-
crítica ha atribuido un valor;
d. devolución, cuando sea posible, de espacios libres en el jardín y huerta;
e. establecimiento de las restricciones de intangibilidad y no construcción.
Se reconoce que la evaluación histórico-crítica, en aras de la coherencia de los juicios,
debe confiarse a una comisión regional de alto nivel y que la preparación de los planes
de recuperación y de los sectores, a cargo de técnicos calificados, se lleva a cabo en
estrecha relación con la comisión regional y con los diseñadores de los Planes de
Urbanismo. Se sugiere que la publicación de planes de rehabilitación conservadores
haga uso de un procedimiento especial, en el que se prevén formas extendidas de
publicidad, como, por ejemplo, la exhibición simultánea tanto en el ámbito regional
como en el local, para permitir observaciones calificadas y examen de las observaciones
con la intervención de habilidades particulares. Se afirma que en los proyectos de
rehabilitación se debe tener especial cuidado en identificar la estructura social que
caracteriza a los vecindarios y que, teniendo en cuenta las operaciones de
desplazamiento necesarias de las habitaciones superpobladas, se garantiza a los
habitantes de cada pacto el derecho a optar por el rehabilitación de las casas y tiendas
renovadas, después de un período de vivienda temporal, que las autoridades de vivienda
subvencionadas deberán proporcionar; en particular, en la medida de lo posible, deben
respetarse los contratos de alquiler, las licencias comerciales y artesanales, etc.,
existentes antes de la operación de reorganización. los habitantes de cada pacto tienen
garantizado el derecho de optar por la reocupación de las casas y tiendas renovadas,
después de un período de vivienda temporal, que las autoridades de vivienda
subvencionadas deben proporcionar; en particular, en la medida de lo posible, deben
respetarse los contratos de alquiler, las licencias comerciales y artesanales, etc.,
existentes antes de la operación de reorganización. los habitantes de cada pacto tienen
garantizado el derecho de optar por la reocupación de las casas y tiendas renovadas,
después de un período de vivienda temporal, que las autoridades de vivienda
subvencionadas deben proporcionar; en particular, en la medida de lo posible, deben
respetarse los contratos de alquiler, las licencias comerciales y artesanales, etc.,
existentes antes de la operación de reorganización.

Para la implementación práctica de estos principios, se invoca una disposición de ley


general urgente que absorbe los dos proyectos de ley del senador Zanotti Bianco y otros
y del Excmo. Vedovato, resuelve la materia compleja de forma orgánica y establece:

1. los métodos y fondos para el censo de los Centros Históricos;


2. la planificación de operaciones a escala nacional;
3. los procedimientos para la formación de los planes ejecutivos de
rehabilitación conservadora, de acuerdo con los principios enunciados,
confiando a los municipios la responsabilidad de las operaciones para su
realización;
4. los procedimientos para la disponibilidad de los locales durante las
operaciones de reorganización, incluidos los procedimientos para la formación
de consorcios obligatorios y para una rápida ejecución de las prácticas de
expropiación o también para la sustitución, por parte de la municipalidad, de
organismos o cooperativas , a los propietarios morosos o solicitándolos;
5. El tamaño y el método de las operaciones de financiación, resuelto
preferentemente con la concesión de hipotecas de bajo interés a los municipios
interesados con una posible garantía estatal y con la facultad del municipio para
graduar la tasa de interés en proporción al grado de beneficio obtenido de la
operación, con una posible contribución a un fondo perdido en casos de
reducción determinada y significativa en el valor de todo el pacto;
6. los procedimientos para la igualación de los valores económicos de las
propiedades individuales dentro de cada pacto;
7. la posibilidad de que las autoridades de vivienda subvencionadas participen en
operaciones de rehabilitación.
Al concluir su trabajo, la Convención reafirma la necesidad de las medidas esperadas
para salvaguardar y rehabilitar los Centros Históricos basados en los principios
establecidos para formar un cuerpo único de normas legislativas, parte de las cuales, a
su vez, es un capítulo fundamental del Código de Planificación Urbana. , siendo
procesado.

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