Sei sulla pagina 1di 4

La profilassi è una qualsiasi procedura medica di sanità pubblica il cui scopo è prevenire piuttosto

che curare e trattare malattie.


In particolar modo la profilassi diretta può essere suddivisa in generica e specifica.
Nella profilassi generica troviamo misure volte all’ambiente quali:
1)DISINFESTAZIONE
Eliminazione vettori animali
2)DISINFEZIONE
Eliminazione microrganismi patogeni in un determinato substrato.
3)STERILIZZAZIONE
Eliminazione di tutti i microrganismi comprese le storie di resistenza.

e comprendiamo anche la NOTIFICA, l’ACCERTAMENTO DIAGNOSTICO e l’ISOLAMENTO.

Con profilassi specifica intendiamo principalmente l’ IMMUNOPROFILASSI.

La prima cosa va fatta,anche in presenza di essere sospetto di una patologia trasmissibile che
appartenga all’elenco delle patologie sottoposte a notifica, è proprio la notifica e questo obbligo
spetta al medico, a prescindere dal ruolo che egli svolga, che individua per caso il sospetto.

Il medico denunciante deve indicare:


-La malattia sospetta accertata;
-Gli elementi indicativi del paziente quali dati anagrafici residenza e domicilio;
-Il contesto inteso come comunità frequentata e ambienti di vita;
-Accertamenti diagnostici eventualmente effettuati;
-Data di comparsa della malattia.

Le diverse patologie vengono suddivise in classi:

PRIMA CLASSE:
Nella prima classe rientrano le patologie che non c’aspettiamo si debbano verificare nella
popolazione ma la cui presenza è estremamente rilevante. Sono patologie che hanno un impatto
importantissimo per cui la notifica va fatta nel minor tempo possibile anche davanti al solo
sospetto.

La notifica deve essere fatta entro 12 ore, in un primo momento anche per via telefonica e poi in
un secondo momento tramite la notifica vera e propria perché queste sono delle situazioni che
devono essere rese note il più presto possibile all’autorità sanitaria per prendere provvedimenti
anche di carattere di isolamento e raccolta di ulteriori analisi.

Quindi il medico denunciante entro 12 ore dal sospetto DEVE informare l’unità operativa di igiene
pubblica la quale a sua volta informerà IMMEDIATAMENTE l’Osservatorio Regionale sulle Malattie
Infettive che lo comunicherà al Ministero della Salute (che lo segnala IMMEDIATAMENTE
alla Organizzazione Mondiale della Sanità), all’Istituto Superiore della Sanità e all’ INSTAT che
effettuerà l’accertamento.

Esempi : colera, febbre gialla, peste, poliomelite, tifo esantematico, rabbia, tetano, focolaio
tubercolare.
SECONDA CLASSE:
Le malattie di seconda classe sono malattie un po’ più frequenti, sono patologie rispetto alle quali
esistono delle possibilità di controllo.

La notifica in questo caso va fatta entro le 48 ore.

L’operatore sanitario medico deve quindi segnalare il caso, anche se solo sospetto, alla Unità
Operativa di Igiene Pubblica. Questa volta però, l’Igiene Pubblica trasmetterà i dati in maniera
periodica(trimestrale, semestrale, ecc.) all’Osservatorio Regionale sulle Malattie Infettive e così
(per via ordinaria) esso stesso al Ministero della Salute, all’ISS e all’ISTAT.

Esempi: brucellosi, legionellosi, leishmaniosi, epatite virale A e B, morbillo, parotite, varicella,


sifilide, rosolia, salmonellosi, scarlattina,ecc.

TERZA CLASSE:
Nella terza classe si trovano alcune specifiche patologie quali: AIDS, lebbra, malaria, micobatteriosi
non tubercolare, tubercolosi.
Il medico denunciante deve segnalare il caso entro le 48 ore all’Unità Operativa di Igiene Pubblica,
l’Igiene Pubblica trasmetterà i dati per via ordinaria all’Osservatorio Regionale sulle Malattie
Infettive il quale a sua volta trasmetterà i dati per via ordinaria al Ministero della Salute, all’ISS e
all’ISTAT. La caratteristica di queste malattie è che le schede di notifica sono diverse in relazione
alla malattia infettiva mentre per tutte quelle di seconda classe le informazioni sono uguali tra
loro.

QUARTA CLASSE:
Alla quarta classe fanno parte quelle malattie per le quali alle segnalazione del singolo caso da
parte del medico deve seguire la segnalazione dell’ASL solo quando si verificano focolai epidemici.
Quindi la quarta classe sono invece situazioni nelle quali il caso sporadico ma sempre segnalato
ma non impone la realizzazione delle fasi successive della profilassi diretta.
Nel momento in cui arrivano segnalazioni di più casi sono azioni allora si interviene.

Esempi : tigna, infezioni o tossinfezioni di origine alimentare, pediculosi e scabbia.

QUINTA CLASSE:
La quinta classe è rappresentata dalle ZOONOSI non comprese nelle classi precedenti.
Le unità sanitarie locali (U.O. Igiene Pubblica) comunicheranno annualmente il riepilogo di tali
malattie alla regione e questa al Ministero per le vie ordinarie. Ove tali malattie assumano le
caratteristiche di focolaio epidemico, verranno segnalate con le modalità previste per la classe
quarta.

L’obiettivo della profilassi diretta è capire, sulla base delle informazioni che raccogliamo
sull’epidemia, come poter attuare le misure di controllo adeguate per contenere il fenomeno
epidemico.

Fasi dell’inchiesta epidemiologica:


1) Verifica dell’esistenza dell’epidemia
La prima cosa da fare è verificare la presenza di un’epidemia.
L’ epidemia è un aumento inaspettato dei casi rispetto al risultato atteso, quindi noi andremo a
confrontare l’incidenza di questa patologia rispetto al passato chiedendoci se questo aumento sia
effettivo o meno.
Come accertiamo l’aumento o meno dei casi?
Dobbiamo andare alla ricerca di questi casi.
2) Conferma della diagnosi
Gli aspetti della conferma sono molto utili per capire effettivamente di fronte quanti casi siamo,
perché possiamo avere situazioni in cui i sintomi simulano quella patologia ma facendo una ricerca
dello specifico agente virale,per esempio potremo scindere i casi simil influenzali dall’influenza
vera e propria. Questo vuol dire che per certificare quel caso dobbiamo seguire dei criteri
diagnostici ben precisi e fare un’approfondita valutazione clinica dei casi.
3) Formulazione della definizione di caso
Sia la necessità di una definizione semplice, precisa e oggettiva di caso. Perché chiunque cerchi
quel determinato caso ha bisogno di cercarla nello stesso modo. Se viene definito che il caso di
legionella è identificato con i sintomi respiratori più dato di laboratorio di conferma la diagnosi,
questo deve valere per tutti e in tutti paesi deve essere univoco. Se così non fosse, i dati di incidenza
della patologia tra diversi paesi sarebbero completamente sfalsati e quindi non attendibili.
4) Definizione del fenomeno epidemico in termini di caratteristiche della popolazione interessata.
Tali caratteristiche sono sia società anagrafiche che occupazionali, verranno individuate diverse
tipologie di informazioni da raccogliere. Questo è importante per capire che potrebbe essere stato
esposto il fenomeno.
5) Definizione del fenomeno epidemico in termini di tempo.
La caratterizzazione in funzione del tempo
significa costruire la curva epidemica, ovvero
a
partire dal primo caso, costruisco un sistema di assi cartesiani con il tempo sull’asse delle x e il
numero di casi
sull’asse delle y. Quindi questa curva
epidemica è importantissima perché mi
può
dare un gran numero di informazioni sul fenomeno epidemico perché mi dice per esempio
qual è l’andamento, quindi se i casi stanno aumentando perché questa curva viene costruita fin
dall’inizio, non quando la patologia è già diffusa. L’andamento mi fa capire in quale fase della
malattia sono e mi indirizza verso la modalità di trasmissione, per esempio un andamento a picco
mi fa pensare ad una unica sorgente che ha contaminato più persone, mentre se io mi ritrovo un
andamento progressivamente crescente mi orienta verso una trasmissione da persona a persona.
La curva mi dà anche informazioni sul periodo di incubazione che mi consente di fare ipotesi sul
tipo di patologia in base al tempo di incubazione. Un breve tempo di incubazione potrebbe essere
dato da un alimento contaminato con le sbore già mature di un microorganismo, un tempo più
lungo potrebbe essere dovuto all’ingestione del microorganismo che deve avere il tempo di
riprodursi e di avere una carica batterica sufficiente a produrre le tossine e i sintomi.

6) Identificazione soggetti a rischio e formulazione ipotesi eziologica. Una volta che io ho formulato
l’ipotesi eziologica che cosa devo fare per confermarla? Per esempio: la mia ipotesi è che l’infezione è
dovuta all’utilizzo di strumenti chirurgici che hanno fatto un ciclo di autoclave non andato a buon fine:
come confermo questa ipotesi?

Studente: analizzo gli strumenti.

Professoressa: Questo purtroppo non serve, gli strumenti vengono puliti, non troverei nulla. La
sorgentenon ce l’ho più. Che tipo di indagine dobbiamo fare?

Studente: dobbiamo valutare se tutte le persone infettate sono venute a contatto con gli strumenti

Esatto, e questo lo faremo tramite uno studio caso-controllo: in questo specifico esempio i casi sono le
persone infettate dopo intervento mentre i controlli sono le persone che hanno subito l’intervento senza
avere l’infezione dopo. L’altra cosa che vado a vedere è se la frequenza di esposizione ai ferri che io ritengo
contaminati è diversa tra chi si è ammalato e chi no.

Potrebbero piacerti anche