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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO *
(1670- 1700)
S1
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342 MARINA ROMANELLO
2 Fermo restando che lo studio più completo rimane il già citato volume del Mandrou,
si veda anche l'opera di A. Huxley, I diavoli di Loudun, Milano 1968, incentrata esclusi
vamente sulla vicenda delle Orsoline di Loudun.
3 H. A. Kelly, La morte di Satana, Milano 1969, a p. 59 scrive: « Storicamente il con
cetto di stregoneria demoniaca assunse la massima importanza nell'Europa occidentale tra il
quindicesimo e il diciassettesimo secolo, all'epoca delle diffuse persecuzioni contro le streghe ».
Sui due estremi della datazione sono concordi tutti gli storici del fenomeno.
4 C. Ginzburg, I benandatiti, Torino 1967, p. XV.
5 L'importanza e il valore della documentazione friulana sono stati osservati da tutti
coloro che ne hanno fatto oggetto dei loro studi. Citiamo in questa sede solo i lavori a stampa
usciti a tutt'oggi. Innanzitutto l'opera del Ginzburg, già citata, che resta, finora, forse il più
importante studio condotto sul fondo udinese. Inoltre i due articoli di P. C. Ioly Zorattini.
Il primo, II diavolo del Sant'Uffizio e tradizioni popolari friulane, estr. da « Rassegna di
Pedagogia », a. XXVI (apr.-sett. 1968), n. 2-3, pp. 84-130; il secondo, Un friulano e un
indovino ebreo in una causa del Sant'Uffizio agli inizi del '600, Udine 1968.
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 343
6 B.C.U., ms. 916, intitolato: « Novus liber causarum S. Officii Aquileiae, regestum sci
licet denunciatorum, sponte comparitorum, atque per sententiam, vel aliter expeditorum, ab
anno 1551 usque ad annum 1647 inclusive ». Noto qui come fin dai primi studi, questo
manoscritto sia sempre, inspiegabilmente, stato citato col n. 640 della raccolta esistente presso
la Biblioteca Comunale di Udine. Solo ad un recente e casuale controllo si è rivelato avere
sempre portato il numero d'ordine riportato all'inizio di questa nota.
7 A.C.A.U., Sant'Uffizio. Il titolo è: « Secundum Millenarium causarum S. Officii Aqui
leiensis, et Concordiensis ». Esso comprende, appunto, la regestazione del secondo migliaio
di processi ed è questo che noi, data l'epoca che è stato oggetto specifico della nostra ricerca,
abbiamo consultato prevalentemente.
8 C. Ginzburg, I benandanti, p. XI.
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344 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 345
12 L. De Biasio, fermenti ereticali in Friuli nella seconda metà del secolo XVI, Tesi
di Laurea, Padova 1964, p. 19.
13 A. Battistella, Il S. Uffizio, pp. 43-45.
14 Sull'importanza che gli Inquisitori friulani appartenessero a quest'ordine, rimandiamo
all'esauriente puntualizzazione di C. Ginzburg, I benandanti, p. 81 n. 3.
15 A. Battistella, Il S. Uffizio, pp. 55-61. Che questo uso giuridico superasse un ambito
strettamente locale, ci viene testimoniato da ima studiosa di storia del diritto, autrice di due
pubblicazioni utili per una presa di contatto con il problema giudiziario sollevato da questo
tipo di processi. Si veda, dunque: O. Aureggi, Stregoneria retica e tortura giudiziaria,
suppl. al «Bollettino della Società Storica Valtellinese», n. 16, a. 1962, Sondrio; e: La
stregoneria nelle Alpi centrali, ricerche di Diritto e Procedura penale, suppl. al « Bollettino
della Società Storica Valtellinese», n. 14, a. 1960. In modo particolare per il problema qui
sollevato, si veda il secondo dei due studi citati, a p. 45.
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346 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 347
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348 MARINA ROMANELLO
§2
22 Fondamentale per lo studio delle arti magiche nei primi secoli del Cristianesimo è il
saggio di A. A. Barb, La sopravvivenza delle arti magiche, in II conflitto tra paganesimo
e cristianesimo nel secolo IV, a cura di A. Momigliano, Torino 1968, pp. 111-139.
23 Su 19 denunzie a carico di ecclesiastici, solo 4 sono quelle che riguardano delle religiose.
24 A.CA.U., S. Uffizio, « Ab anno 1670 usque ad 1677 ind. », procc. n. 488-490496.
25 Era dei più comuni e tradizionalmente diffusi l'uso delle membra dei morti per morte
violenta nell'attuazione di sortilegi. Cfr., in particolare: F. M. Guaccio, Compendio delle
stregonerie, Milano 1967.
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 349
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350 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 351
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352 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 353
41 A.C.A.U., S. Uffizio, «Mise. K.1.2...», proc. non numerato in data 4 febbraio 1695.
42 E. Del Torso, Cronaca delle famiglie nobili, a p. 6 ricorda la famiglia Pace come
facente parte della nobiltà friulana fin dal 1450. È nominata anche in: P. Antonini, Il Friuli
ed in particolare dei trattati da cui ebbe origine, Venezia 1873, p. 279.
43 In questo senso ci sentiamo di estendere anche al campo maschile la constatazione con
dotta in modo particolare per i conventi femminili da: P. Paschini, I monasteri femminili in
Italia nel Cinquecento, in « Problemi di vita religiosa in Italia nel Cinquecento », Padova
1960, pp. 31-60. Cfr. anche: A. Prosperi, Tra evangelismo e controriforma. G. Ni. Giberti
(1495-1543), Roma 1969, in particolare, pp. 141-147.
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354 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 355
E la sua non è certo che una vicenda conosciuta tra le molte che restarono
nell'ombra dell'anonimato.
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356 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 357
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358 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 359
Sull'importanza del libro nella tradizione magica, cfr. i numerosi accenni in: J. Trachtem
berg, Jewisb Magic and Superstition.
L'opera di Zoroastro si trova ricordata nell'Index librorum prohibitorum pubblicato a
Venezia nel 1683 a p. 296.
L'opera di Ermete Trismegisto, nello stesso Indice, a p. 172; per una generale presa di
contatto sugli scritti di Ermete, rimandiamo all'insostituibile studio di F. A. Yates, Giordano
Bruno e la tradizione ermetica, trad. it., Bari 1969.
66 II sabba notturno delle streghe è sempre stato considerato il nucleo centrale del culto
diabolico. Rimandiamo qui solo alle opere storiografiche che ne hanno più diffusamente trat
tato: G.-E. Battisti, La civiltà delle streghe, pp. 91-95; G. Bonomo, Caccia alle streghe,
pp. 109-133; M. A. Murray, The Witch-Cult, capp. V-VI e, dello stesso autore: Le Dieu
des Sorcières, cap. IV; H. R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione sociale,
pp. 137-139.
67 M. A. Murray, The Witch-Cult, p. 61: « The animal forms in which the Devil most
commonly appeared were bull, dog, horse, and sheep ». Più in generale sull'iconografia del
demonio: H. Weigert, Demoniche figurazioni, sub voce in « Enciclopedia Universale del
l'Arte», Roma 1958, vol. IV, pp. 277-281.
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360 MARINA ROMANELLO
mono una luce anche più seria se attribuiti a una religiosa, apparten
uno dei monasteri di Udine.
Dorothea, infatti, pur restando del tutto ignota nei suoi reali conno
anagrafici, è certamente da identificarsi con la monaca che fu oggetto
comunicazione inviata dalla S. Congregazione del Sant'Uffizio di R
l'Inquisizione di Aquileia e Concordia nel febbraio 1673 68. Purtropp
pure dalla lettera veniamo a conoscere qualche indicazione che pos
metterci di individuare il soggetto dal momento che la persona in quest
vi è nominata in modo estremamente generico.
Tanta reticenza da parte delle autorità inquirenti appare decisam
insolita e giustificata soltanto se teniamo presente il contenuto di u
conda missiva, inviata da Roma qualche anno più tardi69. Sebbene
riguardi direttamente un altro caso giudiziario, vi è un accenno ind
alla vicenda che ora stiamo esaminando. Si allude, infatti, a potenti
zioni di cui dovette godere la monaca; protezioni, evidentemente,
consentirono di non uscire dall'anonimato.
Certo, in questo modo viene perduto un notevole motivo di inte
ma l'episodio conserva intatta la sua significazione e pregnanza.
Innanzitutto è interessante perché rivela l'esistenza, in ambiente
ventuale, di suggestioni che si possono senz'altro ricollegare ai culti
nici di tipo più tradizionale: è evidente, infatti, che « il ballo nottu
cui l'imputata afferma di avere partecipato, ha tutte le caratteristic
sabba demoniaco, nell'immagine che di esso si era venuta configuran
seguito all'azione combinata delle testimonianze rese dagli imputati e
elaborazione degli schemi inquisitoriali e teologici70. E inoltre, ci se
che la vicenda presenti altri punti di notevole originalità, soprattutto n
svolgersi della progressiva evoluzione attraverso cui Dorothea è gi
stringere il suo esplicito patto di sangue con il demonio. Evoluzione
68 A.C.A.U., S. Uffizio, « Epistole Sac. Cong. S. Officii ab anno 1660 ind. usque ad
ind. ». Ecco il testo die d interessa: « Rev. Pre., Consideratesi da questi miei Colleg
gravità degli eccessi di quella monaca professa in imo de' Monasteri di Codesta Inquis
che sedotta da fanciulla si diede al Demonio, ed ha poscia continuato una vita sì em
ella accenna, et che hora non vorrebbe sgravare la sua cosdenza... Le Signorie Loro so
di parere, che sia necessario haver la deposizione della medesima pura et sincerame
questo effetto impongo a Lei, che deputi un confessore o altra persona confidente al
monaca per ricevere dalla medesima la di lei denunda. Roma 11 febbraio 1773 ».
69 A.CA.U., S. Uffizio, « Epistole Sac. Congr. S. Officii ab anno 1660 ind. usque ad
ind. ». La comunicazione riguarda direttamente il caso di Suor Domenica de Frabriziis
processo è esaminato più oltre nel corso di queste pagine. Però, nella lettera, che è da
Roma, 16 marzo 1680, si legge: « ... Una altra simile di un'altra monaca discorsi ne
l'Inquisitore suo antecessore del 1673. Sotto nome di N. la quale ha complici alcuni
e li fu mandatami Istruzione, se ben questa d'adesso non ha bisogno essendosi ravvedu
70 Su questo punto si veda in modo particolare: C. Ginzburg, I benandanti, p.
H. R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione sociale, p. 160.
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 361
come si è visto, e risalente addirittura agli anni della prima infanzia: fin
da allora, sempre presenti accanto alla bambina per suggerirne e guidarne
gli atti, troviamo le enigmatiche figure dei due Griffoni, in modo partico
lare quello che viene indicato col nome di Antonio. Costui, si noti, nella sua
lunga opera di persuasione e di indottrinamento parte dalla rinnegazione di
« tutti li articoli della fede Catholica Romana ».
In un primo tempo non si parla ancora apertamente di pratiche illecite
e superstiziose. Tutto questo verrà solo qualche anno più tardi, quando
Dorothea, ormai tredicenne, si mostrerà, per naturale evoluzione, più sen
sibile a quel tipo di sollecitazioni. Del resto la strumentalizzazione dell'eresia
luterana e calvinista come prima passo verso una completa corruzione mo
rale, non era certo una novità in quest'epoca, ma anzi conta documentati
esempi anche in periodo precedente e al di fuori della zona friulana71. Non
solo, ma nel caso di Dorothea, tutto lascerebbe supporre che ci fosse stato
da parte dell'uomo un disegno preordinato, un preciso piano di cui la ra
gazza fu ad un tempo la protagonista e l'inconsapevole vittima: non si po
trebbe spiegare altrimenti la cura, quasi la sollecitudine, con cui i due
Griffoni accompagnarono la donna fin dentro le mura del convento. Un
cammino di pòco meno di trent'anni compiuto assieme non può certo,
almeno da parte di coloro che ne presero l'iniziativa, essere stato qualche
cosa di casuale e di non voluto.
Tuttavia sono troppi i lati oscuri della vicenda e della personalità del
l'uomo 72, perché ci sia consentito uscire dal campo delle supposizioni e
anche la testimonianza della religiosa, benché abbastanza particolareggiata
sui fatti, ci sembra nasconda molto più di quanto non sveli per quanto
riguarda i reali interrogativi suscitati dall'intera vicenda. Né gli interventi
dell'Inquisitore servono a fare molta luce: quello che sappiamo, lo abbiamo
appreso dalla viva voce della teste.
Ma già questa mancanza di attiva partecipazione da parte delle autorità
inquirenti è una delle caratteristiche che più frequentemente ricorrono in
tutti i procedimenti da noi presi in esame.
La gravità dell'episodio resta però sintomatica, soprattutto perché col
locato in ambiente conventuale, che oltre tutto in questo caso appare al
quanto aperto a suggestioni dell'ambiente laico. Dorothea, tra l'altro,
71 Cfr.: A. Prosperi, Tra evangelismo e controriforma, pp. 183-198. Più in generale, sui
rapporti tra eresia e stregoneria, si veda le pagine molto importanti di: R. Mandrou, Ma
gistrats et sorciers, pp. 123-126.
72 Ci sembra possibile, a questo proposito, affermare che, anche se la personalità del
Griffoni resta sostanzialmente ignota, la sua estrazione sociale fu probabilmente elevata.
È ricordata, infatti, una famiglia 'Grifoni' tra quelle notabili del Friuli nell'opera di P.
Antonini, Del Friuli ed in particolare dei trattati, Venezia 1873, p. 279.
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362 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 363
L'inquisitore, dal canto suo, si sofferma poco sui singoli punti dell'in
terrogatorio e nel marzo del 1680 si giunge alla sentenza, improntata ad
un'estrema mitezza: oltre alla consueta abiura, l'imputata si deve sottoporre
in avvenire alla guida di un padre spirituale appositamente incaricato. Ab
biamo la prova che questo atteggiamento da parte dei giudici fu stretta
mente regolato sulle direttive ricevute dalla S. Congregazione di Roma, la
quale si occupò del caso della monaca di S. Domenico in una comunica
zione trasmessa a Udine in quello stesso mese di marzo 168074.
Il provvedimento di rieducazione spirituale non dovette avere, però,
un esito molto positivo e duraturo se dieci anni dopo, nell'ottobre del 1690,
ci imbattiamo di nuovo in Suor Domenica, contro la quale viene indetto
un secondo procedimento giudiziario75. L'accusa è sempre la medesima:
« ripetuto concubito » avuto col demonio e anche in questo secondo caso,
sebbene gli atti non ci segnalino una sentenza ufficiale, non ci è impossibile
intuire il comportamento successivo degli inquisitori da una lettera della
S. Congregazione del Sant'Uffizio di Roma inviata nell'ottobre del 1690
a Udine76. Accanto e parallelamente all'opera del confessore, questa volta
si suggerisce di ricorrere a un medico. E, in effetti, quest'ultimo dato ci è
sembrato uno dei più interessanti emersi dallo studio di queste vicende: è
notevole che delle autorità ufficiali testimonino di considerare vicende di
questo tipo anche da un punto di vista medico.
Questa presa di posizione sembra effettivamente giustificata dal fatto
che la stessa monaca durante le deposizioni rese e i successivi interrogatori
ha esplicitamente fatto riferimento a stati di depressione psicologica cui
era andata soggetta e di crisi a fondo religioso. Di tutta la vicenda, inoltre,
un altro elemento ci sembra di importanza non trascurabile, anche se rimane
allo stadio di accenno non sviluppato: il fatto che, ad un certo punto la
74 A.C.A.U., S. Uffizio, « Epistole Sac. G>ng. S. Officii ab anno 1679 ind. usque ad 1766
ind. ». La lettera, diretta al Padre Inquisitore di Aquileia, è datata al 23 marzo 1680. « Rev.
Pre., riferitasi a questi miei Em.mi Colleghi Cardinali Generali Inquisitori la denunda di
suora Domenica Fabridi, terziara nel monastero di S. Domenico d'Udine, ha fatta contro
se stessa avanti al P. Giovanni Giacinto da Lucca dell'Ordine dei Predicatori in materia di
preteso commercio col Demonio e d'altri delitti, hanno loro ordinato che Vostra Reverenza
facria la medesima assolvere nel foro della conscenza da tali misfatti dal confessore con
l'imposizione di alcune penitenze salutari, assegnandoli per l'avvenire un confessore ugual
mente dotto e prudente che l'istruisca, e li faccia pienamente conoscere la gravità de' suoi
errori affinché più non v'incorra. Cesare card. Jachenetti ».
75 A.C.A.U., S. Uffizio, « Ab anno 1690 inclus, usque ad annum 1693 inclus. », proc.
n. 609.
76 A.C.A.U., S. Uffizio, « Epistole Sac. Cong. S. Offidi ab anno 1679 ind. usque ad 1766
ind. », lettera datata ottobre 1690. « Rev. Pre., riferitasi la spontanea comparsa fatta in cotesto
S. Offizio da Suor Domenica de Fabrizii... questa S. Congregatione del S. Offizio ha ordinato
che Vostra Rev .za gli facda assegnare un dotto e prudente confessore, et un Perito Medico,
affinché l'uno l'istruisca e l'altro la curi secondo E bisogno attendendo da Lei la S. Congre
gatione compito ragguaglio di quanto risulterà. Card. Cybo ».
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364 MARINA ROMANELLO
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 365
gregazione di Roma che prende posizione sul caso della Stainer esattamente
un mese prima che venga emanata la sentenza79.
Dell'intera vicenda il punto, a nostro avviso, di gran lunga più interes
sante è l'identificazione esplicitamente compiuta dalla teste tra la figura del
visitatore notturno e quella del Cristo. Ora, questo accostamento a prima
vista può sembrare almeno sconcertante, quando addirittura non si voglia
considerarlo blasfemo. Ma, in realtà, non si deve dimenticare che il Seicento
barocco europeo ha visto, anche da parte di personalità religiose di primo
piano, numerosi esempi del linguaggio dell'amore profano applicati alla
descrizione dei più elevati momenti dell'amore mistico: basterebbe citare,
a titolo di esempio, S. Teresa d'Avila o Madame Guyon80.
In ogni caso, la vicenda di Suor Stainer lascia supporre, a nostro modo
di vedere, che la contaminazione tra sacro e profano si può inserire nel
contesto di una profondai anche se eccitata, sensibilità religiosa, che del
resto ci pare elemento comune anche alla vicenda di Suor Domenica de Fa
briziis. Le varianti, è ovvio, sussistono e, anzi, a questo punto, in sede di
rapido consuntivo, riteniamo opportuno notare come la comune imputazione
di « commercio col demonio » riunisca in sé casi umani e giudiziari anche
notevolmente diversi tra loro.
Sotto quest'unica denominazione, infatti, che pure sottintende un nucleo
comune, sono compresi fenomeni distinti identificabili con l'immagine tra
dizionale del sabba81, forme di vera e propria ossessione demoniaca82, appa
rizioni spettacolari 8\ Se, però, dalla notevole gamma di situazioni diverse
presentate dalle imputate, passiamo al fronte opposto, quello degli Inqui
79 A.C.A.U., S. Uffizio, «Epistole Sac. Cong. S. Officii ab anno 1679 ind. usque ad
1766 ind. ». « Rev. Pre., Essendosi riferita la denunzia fatta contro sé stessa da Suor Giulia
Antonia Stainer terziaria di S. Domenico in materia di haver havuto commercio carnale col
demonio e di haver creduto ad una pretesa voce che l'istesso fosse Cristo, questi miei Em.mi
Colleghi Padri Cardinali Generali Inquisitori hanno risoluto, che precedente l'abiura de for
mali citra poenam relapsi Vostra Paternità la spedisca come sponte comparente con penitenze
salutari tendenti particolarmente all'estinzione del fomite, la proveda di un soggetto buono
e prudente, che circa l'illusioni diaboliche opportunamente l'istruisca; e bisognando anche
di un medico che, ad estinguere i bollori del sangue, per i quali può avere impulsi di libidine,
usi con essa medicamenti adeguati. Roma, 26 luglio 1692. Card. Cybo ».
80 Cfr.: J. H. Leuba, Psicologia del misticismo religioso, Milano 1960, in particolare
pp. 55-126. P. Chaunu ha notato nella sua ree. a: R. Mandrou, Magistrats et sorciers,
in « Annales E.S.C. », a. XXIV (1969), n. 4, pp. 895-911, a p. 908: « La mystique du XVII
siède est essentiellement féminine, et la mystique a ses perversions et ses dangers ».
A sua volta non prive d'influenza sulla sensibilità mistica del XVII secolo, dovettero
essere le nuove devozioni che fiorirono proprio in quest'epoca, come il Bambino Gesù, il
S. Cuore, la Croce. Cfr. su questo punto le osservazioni di M. Praz, Studi sul concettismo,
Firenze 1940, il cap. intitolato: « Amor profano e amor sacro », pp. 169-217.
81 A.C.A.U., S. Uffizio, « Ab anno 1670... », proc. n. 480.
82 A.C.A.U., S. Uffizio, « Ab anno 1690... », proc. n. 617.
83 A.C.A.U., S. Uffizio, « Ab anno 1679... », proc. n. 513; « Ab anno 1690... », proc.
n. 609.
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366 MARINA R0MANELL0
§3
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 367
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 369
99 P. Chaunu, Sur la fin des sorciers au XVII siècle, ree. citata, p. 907.
100 Tra gli altri, si veda in particolare: E. Brouette, Il XVI secolo e il proble
diavolo, p. 256. R. Mandrou, Magistrats et sorciers, pp. 112-114; J. Palou, La so
pp. 18-24; H. R. Trevor-Roper, Protestantesimo e trasformazione sociale, p. 142.
101 P. Chaunu, Sur la fin des sorciers au XVII siècle, p. 908.
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370 MARINA ROMANELLO
•02 Ivi.
103 Per la problematica connessa all'uso di questa terminologia rimandiamo a
panoramica di M. Rosa, Per la storia della vita religiosa e della Chiesa in Ita
e il '600. Studi recenti e questioni di metodo, in « Quaderni storici » n. 15 (1
758. Da questo studio abbiamo desunto sia questa che le seguenti citazioni. I pas
a p. 707 e p. 727.
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CULTI MAGICI E STREGONERIA DEL CLERO FRIULANO 371
aspetti della ' religione popolare ', sinora oggetto di studio nel campo
folklorico. Si opererebbe per questa via, in termini corretti, il recupero
effettivo del folklore nel contesto più generale della ' storia religiosa ', ...
Si colmerebbe, di conseguenza, uno iato assai grave tra lo studio della storia
della Chiesa cattolica nelle sue organizzazioni centrali e periferiche, pur
sempre urbane e cittadine, nonché della vita religiosa cittadina, e lo studio
della vita religiosa delle campagne, interpretata finora, ... sulla base di una
documentazione elaborata a suo tempo con ottica 4 cittadina ' e tuttora uti
lizzata sotto lo stesso angolo visuale ».
Marina Romanello
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