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La gestione dei fanghi da

depurazione in Toscana
tra rischi e opportunità

Renata Laura Caselli


Servizi Pubblici Locali, Energia e Inquinamenti
Regione Toscana
SOMMARIO

Premessa
Settore strategico, criticità storiche connesse al deficit impiantistico, il blocco dello
spandimento, le soluzione a breve termine e a regime

1. Dati sulla produzione e le destinazioni dei fanghi in Toscana


2. Origine dell’emergenza
3. Le azioni di RT
Le Ordinanze del Presidente n° 2 del 03/08/2018 e n° 3 del 18/10/2018
Il tavolo tecnico sugli investimenti

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Premessa

La filiera regionale di gestione dei fanghi da depurazione civile sta attraversando una
fase di seria emergenza originata dal sostanziale blocco dello spandimento dei fanghi in
agricoltura.

La carenza di soluzioni impiantistiche/gestionali alternative, sommata al blocco di


accoglimento dei fanghi da altre regioni da parte della Lombardia, ha acuito fortemente
le difficoltà del settore (non solo in Toscana, ma anche, per analoghi motivi, in altre
regioni italiane).

La Regione Toscana ha risposto all’emergenza con le Ordinanze del Presidente della


Giunta regionale 3 agosto 2018 n. 2 e 18 ottobre 2018 n.3, provvedimenti urgenti per
assicurare il funzionamento del servizio idrico integrato.

Il Governo nazionale è intervenuto con decretazione d’urgenza (cd Decreto Genova)


attraverso la definizione di valori limite di concentrazione di alcuni inquinanti per i fanghi
ammessi allo spandimento in agricoltura.

Occorre da subito lavorare alle soluzioni strutturali.


La gestione dei fanghi di depurazione in Toscana - 2016

Le aziende di gestione del Servizio Idrico Integrato regionale hanno


dichiarato nel 2016 (dato più recente disponibile della banca dati MUD) una
produzione totale di circa 214.000 tonnellate di fanghi di depurazione, che
comprendono anche i quantitativi prodotti nei trattamenti intermedi
all’interno degli impianti dei gestori stessi (circa 107.000 t)

La domanda effettiva di trattamento SII, recupero o smaltimento di fanghi


civili è rappresentata dai fanghi che i gestori del servizio idrico integrato
inviano a trattamento presso impianti terzi: tale quantitativo ammonta per il
2016 a circa 107.000 tonnellate
La gestione dei fanghi di depurazione in Toscana - 2016

In Toscana gli impianti autorizzati alla gestione dei


Raggr. Prel. allo smaltimento (D13) fanghi di depurazione hanno sottoposto a
trattamento, ai fini del recupero o dello
smaltimento, poco più di 250.000 tonnellate di
Trattamento chimico-fisico (D9)
fanghi da depurazione civile nel 2016.

Trattamento biologico (D8) Di questi:


- circa 107.000 tonnellate sono stati sottoposti a
trattamenti intermedi dai gestori del servizio idrico
Smaltimento in discarica (D1) (trattamenti biologici o chimico-fisici);
- circa 20.000 tonnellate sono state inviate
Incenerimento (D10) all’impianto di incenerimento del distretto tessile
pratese;
- le restanti 123.000 tonnellate sono state trattate
Tratt. preliminare al recupero (R12)
dagli impianti di gestione autorizzati, che ne
importano da fuori Toscana circa 52.000.
Spandimento in agricoltura (R10)
I fanghi prodotti in Toscana ed esportati fuori
Regione per il successivo trattamento ammontano
Compostaggio (R3)
a circa 73.000 tonnellate.
Gestori servizio idrico integrato 0 30000 60000 90000
Depuratori misti civili e industriali Fonte: MUD
Impianti di gestione rifiuti
Lo spandimento dei fanghi in agricoltura

La quantità di fanghi destinata a


60.000
spandimento in agricoltura è oscillata
55.000 tra il 2010 e il 2016 tra le 30mila e le
50.000
50mila t/anno.
49.514 48.520
45.000 45.785 Ha interessato le seguenti Province:
41.375 - Pisa (59% del totale)
40.000 39.208 - Siena (19%)
35.000
33.035
- Firenze (14%)
31.622 - Grosseto (6%)
30.000
- Livorno (1%)
25.000
- Arezzo (1% di origine agroalim.)
20.000
2010 2011 2012 2013 2014 2015 2016 Fonte: MUD

Le aziende coinvolte nell’attività dello spandimento nel 2016 erano una


decina.
A seguito della richiesta di integrazioni analitiche da parte dell’Autorità
competente nelle autorizzazioni (RT), anche su parametri non previsti dal
Dlgs 99/92, nessuna ditta ha provveduto all’invio della documentazione.
Ad oggi dunque l’attività di spandimento risulta totalmente sospesa.
Incertezze e lacune normative

La normativa di riferimento
1. Il D.Lgs. 152/2006
Art. 127, c. 1, D.Lgs. 1520/06: “Ferma restando la disciplina di cui al decreto legislativo
27 gennaio 1992, n. 99, i fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue sono
sottoposti alla disciplina dei rifiuti, ove applicabile e alla fine del complessivo processo di
trattamento effettuato nell’impianto di depurazione. I fanghi devono essere riutilizzati ogni
qualvolta il loro reimpiego risulti appropriato”.

2. Il D.Lgs. 99/92
Una norma speciale che contiene “disposizioni specifiche, particolari o complementari,
conformi ai principi del D.Lgs. 152/2006 e adottate in attuazione di direttive comunitarie
….” (direttiva 86/278/CEE)
Ai sensi dell’art. 2 del D.L.vo 99/92, per fanghi si devono intendere “i residui derivanti dai
processi di depurazione: 1) delle acque reflue provenienti esclusivamente da
insediamenti civili …; 2) delle acque reflue provenienti da insediamenti civili e produttivi:
tali fanghi devono possedere caratteristiche sostanzialmente non diverse da quelle
possedute dai fanghi civili; 3) delle acque reflue provenienti esclusivamente da
insediamenti produttivi se assimilabili per qualità a quelli civili”

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Incertezze e lacune normative

L’inizio delle criticità nel 2016

1. Indagini giudiziarie venute alla cronaca in merito ad accertamenti condotti dal Corpo
Forestale dello Stato e dall’ARPAT sulla qualità dei fanghi destinati allo spandimento in
agricoltura
2. Esplicito riferimento da parte della Magistratura indagante a normativa non specifica e
cmq diversa dalla normativa quadro sull’attività di spandimento (D.lgs 99/92) ovvero
richiamo alla sentenza della Corte di cassazione 20/09/2011 n. 34390 (limiti ai parametri
diossine e idrocarburi nel compost)
3. Si apre la strada a una lettura molto discutibile del quadro normativo generale: in
mancanza di specifici riferimenti normativi per specifici parametri, si utilizzino quelli riferibili
alle attività di bonifica dei suolo (colonna A, tabella 5, parte IV, Dlgs 152/06)
Di fatto nella fase di discussione/interlocuzione tra soggetti coinvolti (gestori SII) ed enti
pubblici competenti si ferma lo spandimento.

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Le azioni di RT

Vetustà/lacune della norma specifica principale causa del problema


1. lettera di richiesta di chiarimenti al MATTM riguardo la disciplina da applicare con particolare
riferimento ai valori limite per il controllo sui fanghi e sui suoli

2. risposta del MATTM, che conferma:


- la necessità di procedere alla revisione della normativa (Dlgs 99/92) sopratutto per integrarla
con i parametri non disciplinati
- citando ISPRA, “l’incompatibilità” delle normative fanghi e bonifiche per quanto riguarda i valori
limite dei metalli pesanti, riferendosi quest’ultima solo ai suoli e non ai fanghi…
- indicando la possibilità per le regioni di stabilire con propri atti ulteriori limiti per i fanghi in
relazione alle caratteristiche dei suoli, sui tipi di colture praticate, sulla composizione dei fanghi,
sulle modalità di trattamento
- richiama il documento ISPRA n. 228/2015 come utile strumento che diviene cogente però solo
per le regioni che l’abbiano adottato con propri atti

3. PdL Fanghi RT che avrebbe disciplinato in base a uno specifico modello di stima il valore dei
parametri da applicare ai fanghi per garantire che non venissero alterate le caratteristiche dei suoli.

4. I gestori/cispel hanno chiesto di fermare la PdL in attesa di un intervento dello Stato…..

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L’emergenza dell’estate del 2018

Con la Sentenza del luglio 2018 n.1782 del TAR della Regione Lombardia esplode
l’emergenza in Toscana; si bloccano anche i conferimenti per lo spandimento dei fanghi in
quella Regione.

Viene emessa l’Ordinanza del Presidente della Giunta Regionale n.2 del 3/8/2018 con la
quale:

- preso atto, tra l’altro, di quanto comunicato il 31/07 da Confservizi Cispel Toscana
anome dei gestori SII ovvero difficoltà a mantenere gli standard di qualità, il blocco dei
conferimenti dei fanghi e conseguenti criticità, interruzione del ricevimento dei fanghi da
terzi

- considerata la necessità di scongiurare l’interruzione di un servizio strategico di pubblica


utilità

ha disposto

Il conferimento dei fanghi derivanti dal trattamento delle acque reflue urbane prodotti dagli
impianti del SII presso impianti di discarica appositamente individuati secondo modalità
specificate

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L’attuazione dell’Ordinanza n. 2

L’Ordinanza n.2/2018 ha fornito una risposta immediata alla gestione in emergenza dei fanghi
ma la sua attuazione non è stata immediata.

A seguito di alcune criticità applicative segnalate sia dai gestori del SII che dai gestori degli
impianti di smaltimento interessati è stato attivato un Tavolo tecnico all’interno del quale è stato
concordato attraverso la sottoscrizione di un’intesa tra Regione Toscana, ARPAT, Autorità Idrica
Toscana, Cispel Confservizi Toscana, gestori del servizio idrico integrato, gestori delle
piattaforme di trattamento dei fanghi, gestori delle discariche quanto segue:

1. RT si impegna a integrare l’ordinanza per migliorare l’efficacia dell’atto, estendere l’ordinanza


ai gestori di depuratori misti, assicurare il conferimento degli extra flussi
2. ARPAT si impegna a segnalare accorgimenti atti ad assicurare la piena tutela ambientale delle
singole operazioni
3. i gestori SII si impegnano a trattare i fanghi prima dei conferimenti e a garantire la ripresa dei
conferimenti degli extra flussi
4 i gestori delle piattaforme di trattamento si impegnano a trattare i fanghi interessati
dall’ordinanza riducendo gli impatti delle operazioni
5. i gestori delle discariche si impegnano ad accogliere i fanghi interessati dall’ordinanza
riducendo gli impatti
6. AIT e RT si impegnano a promuovere l’individuazione di soluzioni impiantistiche

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Ordinanza del Presidente n. 3 del 18 Ottobre 2018

L’Ordinanza n. 3/2018 del Presidente della Giunta regionale toscana reitera la precedente e
dispone, in sostanziale integrazione della stessa:
1) inserimento nel campo di applicazione dell’ordinanza degli impianti di depurazione esterni
al SII per la quota di fanghi originata dai reflui urbani disciplinati in apposite convenzioni
siglate con i gestori SII
2) l’approvazione dell’allegato B avente ad oggetto “Indirizzi operativi per la gestione dei
fanghi di depurazione” quale supporto agli operatori del settore facendo particolare
riferimento alle modalità di trattamento ai fini del successivo conferimento in discarica e
stabilendo le modalità di classificazione e caratterizzazione degli stessi con riguardo alla
possibilità di gestire i flussi come “generati regolarmente” ai sensi del DM 27/09/2010;
3) che gli impianti di depurazione dei gestori individuati nell’allegato A, parte integrante e
sostanziale del presente atto, possano derogare al limite temporale dei tre mesi per il
deposito temporaneo dei rifiuti EER 190805, per il periodo di efficacia della ordinanza e a
condizione che gli spazi disponibili e le modalità di deposito siano tali da non provocare
impatti ambientali, sia con riferimento alla gestione delle percolazioni che alle emissioni
odorigene;
4) che il limite temporale del deposito temporaneo dei rifiuti, oggetto della deroga, non possa
comunque superare un anno qualora siano emanate ulteriori reiterazioni della presente
Ordinanza.

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DL 28/9/2018, n. 109
Convertito con mod. con L.130 del 16/11/2018

Art. 41. Disposizioni urgenti sulla gestione dei fanghi di depurazione


In vigore dal 20 novembre 2018

1. Al fine di superare situazioni di criticità nella gestione dei fanghi di depurazione, nelle more
di una revisione organica della normativa di settore, continuano a valere, ai fini dell'utilizzo in
agricoltura dei fanghi di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 27
gennaio 1992, n. 99, i limiti dell'Allegato IB del predetto decreto, fatta eccezione per gli
idrocarburi (C10-C40), per gli idrocarburi policiclici aromatici (IPA), per le
policlorodibenzodiossine e i policlorodibenzofurani (PCDD/PCDF), per i policlorobifenili (PCB),
per Toluene, Selenio, Berillio, Arsenico, Cromo totale e Cromo VI, per i quali i limiti sono i
seguenti…. …… ……

Per ciò che concerne i parametri PCDD/PCDF + PCB DL viene richiesto il controllo analitico
almeno una volta all'anno. Ai fini della presente disposizione, per il parametro idrocarburi
C10-C40, il limite di 1000 mg/kg tal quale si intende comunque rispettato se la ricerca dei
marker di cancerogenicità fornisce valori inferiori a quelli definiti ai sensi della nota L……....

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Il tavolo tecnico per gli investimenti impiantistici

In risposta all’intesa siglata il 5/9/2018 è stato attivato il tavolo tecnico tra RT, AIT e gestori
per valutare soluzioni tecniche ed impiantistiche efficaci ed innovative per risolvere in
maniera strutturale le criticità del settore

L’Autorità Idrica Toscana ha dato disponibilità a riconoscere questi investimenti all'interno


dei propri strumenti di pianificazione

Rispetto a una produzione intorno alle 130mila t/anno di fanghi da depurazione le proposte
di intervento dei gestori riguardano:
- interventi volti a ridurre la quantità dei fanghi (essicatori, idrolisi termochimica), si stima
una possibile riduzione del 37%
- valutare la possibilità di provvedere al trasferimento di fanghi tra impianti di gestori diversi
in modo da ottimizzare gli spazi disponibili all’interno, non da tutti, ma all’interno
dell’ATO/regione.

RT, competente in materia di Pianificazione rifiuti dovrebbe favorire le sinergie gestionali


rispetto all’impiantistica esistente
La realizzazione di impianti con recupero di materia e/o energetico (digestori,
carbonizzatori…) è pienamente coerente con le previsioni PRB

Serve la normativa che favorisca l’EoW!!


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GRAZIE PER LA VOSTRA ATTENZIONE!

renatalaura.caselli@regione.toscana.it

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