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Ormai da più di qualche anno abbiamo visto comparire all’interno del parco circolante sempre più vetture che sfruttano,
oltre all’energia prodotta dal motore termico, anche l’energia elettrica.
Ma in quante varianti possiamo trovare l’elettricità come fonte di energia a sostegno di quella prodotta dai
combustibili fossili, se non addirittura in sostituzione?
Oggi ci occuperemo di evidenziare le principali caratteristiche delle auto ibride.
Prima di iniziare, però, è necessario fare una precisazione:
Ma sul mercato sono solo queste due le tipologie di vetture che sfruttano l’energia elettrica?
Facciamo una prima e importante distinzione:
I VEICOLI IBRIDI sfruttano solitamente due diversi sistemi per trasmettere potenza alle ruote e in genere
utilizzano la combinazione di potenza fornita da un motore termico e un motore elettrico.
I VEICOLI ELETTRICI, invece, per la trazione sfruttano soltanto la potenza generata dal propulsore
elettrico alimentato da un pacco batterie ad alto voltaggio.
1. Micro Hybrid
Questa sigla identifica vetture in cui la gestione elettrica “standard” è leggermente potenziata ma non dispongono di un
pacco batterie ad alto voltaggio né di un motore elettrico per la trazione, perciò non sarebbero propriamente definibili
come ibride.
Tuttavia, su di esse vengono installate batterie 12 Volt adatte a gestire una mole di lavoro maggiore rispetto alle batterie
12 V classiche (Piombo – acido). Si tratta di batterie Heavy-Duty o rinforzate, oppure batterie di tipo AGM e AGM con
celle a spirale.
Prevedono la funzionalità Start & Stop e un sistema capace di recuperare energia cinetica durante la frenata o la
decelerazione del veicolo, mediante un alternatore “intelligente” o “pilotato”.
In queste fasi di guida, l’alternatore applica il massimo carico al motore in maniera tale da convertire l’energia
meccanica del motore in energia elettrica per ricaricare la batteria. Quando invece lo stato della batteria, monitorato dal
sensore intelligente IBS, risulta sufficientemente elevato, l’alternatore viene “regolato in carica” dalla centralina
motore. Riducendo così la tensione prodotta e, di conseguenza, la potenza assorbita al motore termico, fino anche a
essere completamente disattivato.
È inoltre presente una batteria dedicata all’alimentazione del motore elettrico, che nella maggior parte dei casi risulta
essere a 48 Volt, anche se è possibile trovare vetture equipaggiate con un accumulatore a 24 Volt.
Chiaramente, la potenza del motore elettrico varia a seconda del tipo di vettura su cui è installato, con l’obiettivo di
ridurre lo sforzo del motore termico, soprattutto a basse velocità e nei cosiddetti regimi transitori, ovvero le fasi in cui il
propulsore è più “assetato” di carburante.
Il motore a combustione si attiva in modo fluido a velocità più elevate e il motore elettrico interviene per fornire
potenza supplementare, ad esempio in fase di accelerazione, oppure per alleggerire lo sforzo del termico, come può
avvenire nelle fasi di guida a carico costante.
Tale sistema può quindi selezionare in modo intelligente la sorgente di alimentazione più efficiente a seconda delle
condizioni di marcia.
L’uso di accessori ad alimentazione elettrica ad alto voltaggio, come ad esempio il compressore dell’impianto di
climatizzazione, riduce ulteriormente i consumi e quindi le emissioni inquinanti.
Ad esempio, il sistema ibrido Toyota sfrutta un motore elettrico per l’avviamento del motore a scoppio e come
alternatore, oltre a prevedere un compressore A/C elettrico. Questa soluzione permette di eliminare la cinghia dei
servizi ed ottimizzare il rendimento del motore termico, perché privo di organi ausiliari da trascinare.
Inoltre, grazie alla frenata rigenerativa, il veicolo è in grado di convertire l’inerzia meccanica in energia elettrica per la
ricarica della batteria ad alto voltaggio, così da avere parte dell’energia già sfruttata nuovamente a disposizione per
alimentare i motori elettrici.
motore termico
motore elettrico relative architetture necessarie all’erogazione della potenza.
La differenza tra vetture HEV e vetture PHEV risiede nella possibilità di ricaricare dall’esterno la batteria ad alto
voltaggio tramite apposito connettore, denominato “plug”.
I veicoli PHEV dispongono di un pacco batterie più grande rispetto ai veicoli HEV, e sono di tipo agli ioni di litio.
Questi accumulatori sono caratterizzati da una minore autoscarica, non soffrono della così detta “memoria di carica”, e
consentono una maggiore densità di potenza. Per tale motivo, le vetture PHEV possono percorrere distanze maggiori in
modalità “100% elettrica”.
Questo comporta anche un più consistente risparmio di carburante per il guidatore ed una minore emissione di sostanze
inquinanti per l’ambiente.