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Tesina di scienze

motorie
di Mario Laudazi
Classe III sezione E
Anno scolastico 2007/2008
Nuoto
Il nuoto è il metodo con cui gli esseri umani (o altri animali) si muovono nell'acqua. Il nuoto è una
popolare attività ricreativa, in special modo nei paesi caldi e in aree dotate di corsi d'acqua naturali.
È anche uno sport competitivo, e porta diversi benefici per la salute.

Storia
Il nuoto è conosciuto sin dai tempi preistorici. Disegni risalenti all'Età della Pietra sono stati trovati
nella "caverna dei nuotatori", nei pressi di Wadi Sora (o Sura) nell'Egitto sud-occidentale. Le notizie
scritte risalgono fino al II millennio AC, e comprendono l'Gilgamesh, l'Iliade, l'Odissea, la Bibbia
(Ezechiele 47:5, Atti 27:42, Isaia 25:11), Beowulf, e altre saghe. Nel 1538 Nicolas Wynman, un
professore di lingue tedesco, scrisse il primo libro sul nuoto: "Colymbetes".
Il nuoto competitivo in Europa iniziò attorno al 1800, principalmente con il dorso. Il crawl, venne
introdotto nel 1873 da John Arthur Trudgen, che lo copiò dallo stile degli amerindi. Il nuoto era già
nel programma delle prime olimpiadi moderne, quelle di Atene 1896. Nel 1902 il crawl venne
migliorato da Richard Cavill.
Nel 1908, venne fondata la Fédération Internationale de Natation Amateur (FINA).
La farfalla era inizialmente una variante della rana, e venne accettata come stile distinto nel 1952.
Il primo italiano a scendere sotto la barriera di 1' nei 100m stile libero fu Carlo Pedersoli, meglio
noto come Bud Spencer: più precisamente con il tempo 59.50 nel lontano 1950, a Salsomaggiore in
vasca da 25 m.
Filippo Magnini è attualmente (2008) il campione del mondo dei 100m stile libero, la più rinomata
specialità del nuoto.

Scopi del nuoto


Il nuoto, e gli sport acquatici ad esso correlati, vengono praticati per diversi scopi. Spesso questi
scopi si sovrappongono e un nuotatore amatoriale, ad esempio, può nuotare anche per motivi di
salute e benessere fisico.

Svago

Il motivo più comune per nuotare è probabilmente lo svago. Molti stili di nuoto sono adatti a questo
scopo. La maggior parte dei nuotatori e delle nuotatrici per svago preferisce uno stile che gli
consenta di tenere la testa fuori dall'acqua (ad esempio: dorso o cagnolino).

La piscina è un luogo popolare per il nuoto a livello ricreativo, così come il mare, il lago, il fiume e
talvolta i canali.

In quasi tutte le piscine vengono organizzati corsi di nuoto a cui possono partecipare sia le persone
che hanno una buona tecnica, sia le persone che la vogliono migliorare e persino chi ha paura
dell'acqua. Anche i neonati possono andare in acqua nei loro primi 6 mesi.

Soccorso
Il nuoto viene usato anche per soccorso e per evitare affogamenti. Molto spesso si tratta di
autosoccorso, quando una persona, che è caduta involontariamente in acqua, nuota per restare a
galla e per raggiungere la riva.

In aggiunta il nuoto viene usato per soccorrere altri nuotatori in difficoltà. Esistono diversi stili di
nuoto adatti a questo scopo. Tali tecniche sono studiate ad esempio dagli Assistenti bagnanti, o da
membri della Guardia costiera. Il soccorso in acqua, dapprima praticato solo per recare aiuto a
nuotatori in difficoltà, è oggi diventato un vero e proprio sport detto salvamento. Le competizioni di
salvamento prevedono gare in acqua effettuate trasportando manichini, immergendosi in acqua sotto
degli ostacoli per simulare il soccorso di persone già mezze affondate o simili.

Esercizio fisico

Il nuoto è una buona forma di esercizio. Poiché la densità del corpo umano è all'incirca simile a
quella dell'acqua, il corpo viene sostenuto da questa e quindi meno stress viene posto su giunture e
ossa. Inoltre, la resistenza al movimento dipende pesantemente dalla velocità del movimento,
permettendo una calibrazione degli esercizi in base alle capacità di ciascuno. Per questo, il nuoto
viene frequentemente usato come esercizio nella riabilitazione a seguito di incidenti o per i disabili.

Altro

Diverse persone praticano il nuoto come parte del proprio lavoro. Ad esempio i pescatori di perle o
di molluschi, nuotano e si tuffano per ottenere un guadagno economico.

Il nuoto viene anche praticato per il progresso scientifico. Naturalmente, il nuoto viene studiato per
migliorare le prestazioni dei nuotatori agonistici. Ma nuoto e tuffi vengono spesso usati nella
biologia marina per osservare piante e animali nel loro habitat naturale. Altre scienze possono
impiegare il nuoto. Konrad Lorenz ad esempio nuotava con le oche come parte dei suoi studi sul
comportamento animale.

Spesso il nuoto viene usato semplicemente come mezzo per spostarsi da un luogo all'altro.
Oggigiorno ponti e traghetti vengono usati nella stragrande maggioranza dei casi, ma esistono
occasioni in cui si nuota, ad esempio per attraversare fiumi o accedere a isole. Dei carichi possono
essere trasportati dal nuotatore o spinti tenendoli su appositi apparati galleggianti. Le truppe militari
utilizzano il nuoto per attraversare corsi d'acqua.

Il nuoto ha utilizzi militari che vanno oltre l'attraversamento di corsi d'acqua. Un nuotatore, in acqua
o sott'acqua, può essere difficile da individuare, specialmente di notte. Questo tipo di operazioni
vengono svolte di solito da corpi speciali, come ad esempio i Lagunari italiani o i Navy SEALS
americani. Il nuoto viene utilizzato per avvicinarsi a una postazione, raccogliere informazioni, per
sabotaggio o combattimento, e per lasciare una posizione. Questo può comportare il venire
paracadutati in acqua o il lasciare un sottomarino in immersione attraverso una boccaporto o dai
tubi dei siluri. Equipaggiamenti e tecniche speciali vengono impiegate per ingaggiare ostilità in e
sott'acqua.
Fisiologia del nuoto
Il nuoto esercita quasi tutti i muscoli del corpo. Tipicamente, le braccia e il tronco sono sollecitati
più delle gambe, poiché la maggior parte del movimento in avanti viene generata dalle braccia. Nel
nuoto agonistico, un'eccessiva muscolatura delle gambe può essere vista come uno svantaggio, in
quanto esse consumano più ossigeno, che potrebbe essere necessario ai muscoli delle braccia.
Comunque, questo dipende molto dallo stile. Mentre la rana genera circa il 50% del movimento con
le gambe, il crawl propelle il corpo principalmente con le braccia.

Nuotare è un esercizio aerobico, a causa dei tempi di esercizio relativamente lunghi che richiedono
un costante apporto di ossigeno ai muscoli, con l'eccezione degli sprint brevi, dove i muscoli
lavorano in maniera anaerobica. Come per molti altri esercizi aerobici, si ritiene che il nuoto riduca
gli effetti dannosi dello stress. Mentre gli esercizi aerobici tipicamente bruciano grassi ed aiutano a
perdere peso, questo effetto è limitato nel nuoto, anche se stando nell'acqua fredda si bruciano più
calorie per mantenere la temperatura corporea. Il motivo per cui nuotare non riduce
significativamente il peso è ancora poco compreso, ma sembra legato alla migliore conduzione del
calore dell'acqua. Si ipotizzano diverse ragioni.

 Prima: l'acqua raffredda il corpo più rapidamente dell'aria, e molti ricercatori credono che di
conseguenza il corpo tenda a mantenere uno strato di grasso sotto la pelle come isolante.
 Seconda: si ritiene che l'appetito diminuisca con il salire della temperatura corporea, come
ad esempio durante l'esercizio fisico. Comunque, durante il nuoto il corpo viene raffreddato
quasi istantaneamente, poiché la temperatura dell'acqua circostante è di solito più bassa di
quella del corpo. Alcuni ricercatori ritengono che questo possa aumentare l'appetito. Questa
assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.
 Terzo: alcuni ricercatori credono inoltre che il metabolismo del corpo aumenti a temperature
corporee più alte, bruciando più calorie. Ancora una volta, durante il nuoto, il corpo viene
raffreddato dall'acqua circostante, riducendo il metabolismo, e conseguentemente il numero
di calorie bruciate. Anche questa assunzione non è stata ancora provata dalle ricerche.

Nuoto e salute
Il nuoto è considerato uno sport a basso rischio di infortuni; la maggior parte degli incidenti letali in
ambiente acquatico, di fatto, riguardano persone incapaci di nuotare. Cionondimeno, è
raccomandabile nuotare in aree sorvegliate da bagnini e di prestare attenzione alle condizioni
dell'acqua.

Di seguito vengono elencati i rischi in ordine decrescente di pericolosità.

 Affogamento; può causare lesioni o morte.


o Affogamento a causa di avverse condizioni dell'acqua che possono costringere il
corpo sott'acqua o forzare l'immissione di acqua nel corpo.
o Affogamento dovuto a galleggiamento negativo, ad esempio causato dall'essere
attaccati a corpi più pesanti dell'acqua, (l'essere intrappolati in un corpo più pesante
dell'acqua, come una barca che affonda).
o Affogamento dovuto a influenze esterne, come ad esempio venire spinti sott'acqua da
un'altra persona, accidentalmente o intenzionalmente.
o Affogamento causato dall'incapacità di nuotare, per esaurimento delle forze o
mancanza di conoscenza o una combinazione delle due. A parte altri rischi per la
salute elencati di seguito, questo può essere causato da effetti non correlati al nuoto,
come per esempio un infarto.
 Rischi dovuti agli effetti dell'acqua sul corpo umano.
o Affogamento secondario, nel quale l'acqua salata inalata dopo un quasi affogamento,
inizia a creare una schiuma nei polmoni che limita la respirazione.
o Lo shock termico dopo essere saltati in acqua può causare un arresto cardiaco.
o Passare del tempo in acqua fa raggrinzire la pelle delle dita, del palmo delle mani e
della pianta dei piedi. Questo effetto sparisce rapidamente senza conseguenze
negative.
o Le ferite si rimarginano più lentamente se vengono bagnate.
 Rischi correlati a sostanze chimiche disciolte in acqua.
o Nelle piscine il cloro può far bruciare gli occhi. Il bruciore può smettere subito dopo
aver lasciato l'acqua. In casi di persone più sensibili il bruciore può protrarsi anche
per una o due ore. Effetti di visione offuscata, opalescenze e arcobaleni intorno alle
sorgenti luminose sono riconducibili sempre al cloro. Altre tecniche di disinfezione,
che usano, ad esempio, l'ozono, evitano questo effetto.
o Respirare piccole quantità di cloro dalla superficie dell'acqua, ripetutamente e per
lunghi periodi di tempo, come accade ai nuotatori agonisti, può avere effetti avversi
sui polmoni. Non si tratta di sintomi preoccupanti, ma per lo più temporanei, il più
diffuso è una tosse secca e insistente che può durare fino a 20-30 min, a volte anche
dei lievi giramenti di testa.
o Il cloro ha anche un effetto cosmetico negativo sui capelli, dopo lunghe e ripetute
esposizioni.
 Rischi dovuti a batteri, funghi e virus presenti nell'acqua. L'acqua è un ambiente eccellente
per molti batteri che possono affliggere gli esseri umani. I rischi e la severità dell'infezione
variano con la qualità dell'acqua. Tuttavia al giorno d'oggi le tecniche di disinfezione sono
largamente diffuse. Una selezione delle infezioni più comuni correlate al nuoto sono:
o Nuotare o farsi la doccia può causare il piede dell'atleta. Il modo più semplice di
evitarlo e di asciugare rapidamente la pelle tra le dita dei piedi dopo aver nuotato.
o Il nuoto può causare infezioni alle orecchie e al canale uditivo (Otitis externa).
o Casi di malattia del legionario sono stati trasmessi a causa di docce mal sterilizzate.
Gli impianti sportivi di qualità riscaldano l'acqua delle docce a 60°C durante i
periodi di chiusura per disinfettare le tubature.
o Non esistono casi noti di trasmissione dell'AIDS tramite l'acqua, né casi di
gravidanza provocata da sperma trasportato dall'acqua.
 Rischi dovuti all'attività fisica in acqua, specifici del nuoto.
o I nuotatori agonistici possono avere dei danni alla salute causati dal sovrautilizzo. I
farfallisti ad esempio possono sviluppare dolori alla schiena dopo lunghi anni di
allenamenti, i ranisti possono avere dolori alle ginocchia, mentre dorsisti e liberisti
possono sviluppare dolori alle spalle.
o Chi nuota da molto tempo può sviluppare delle escrescenze anormali nel canale
uditivo, a causa del ingresso dell'acqua nelle orecchie.
o Il blackout da acqua poco profonda è una condizione in cui trattenere il respiro causa
una improvvisa perdita di conoscenza causata dalla mancanza di ossigeno (asfissia).
o La spossatezza causata da lunghe nuotate o una cattiva condizione fisica possono
causare l'annegamento.
 Rischi dovuti alle condizioni dell'acqua e del tempo atmosferico.
o Nuotando all'aperto si può essere colpiti da un fulmine durante un temporale. I
fulmini solitamente colpiscono il punto più elevato di una data area, come può essere
la testa di un nuotatore che emerge dalla superficie dell'acqua.
o Un forte vento può produrre delle onde che possono spingere il nuotatore lontano
dalla riva.
o L'ipotermia dovuta all'acqua fredda può portare rapidamente alla spossatezza o alla
perdita di conoscenza, a seconda della temperatura dell'acqua e alle condizioni
fisiche.
o La corrente, le maree, vortici e mulinelli, possono provocare spossatezza, allontanare
il nuotatore da una zona sicura o trascinarlo sott'acqua.
o A causa della riflessione sull'acqua, l'effetto della luce solare sulla pelle è più forte
che sulla terra, e può provocare scottature. Inoltre, quando si nuota si espone al sole
gran parte del corpo, specialmente zone che normalmente restano coperte (attorno ai
bordi del costume) o in ombra (come dietro alle ginocchia). A lungo termine questo
può incrementare i rischi di cancro alla pelle.
 Rischi dovuti a oggetti presenti in acqua.
o Una collisione con un altro nuotatore, o altri oggetti, come il bordo della piscina, uno
scoglio, un'imbarcazione (specialmente le eliche del motore), possono produrre ferite
più o meno gravi. Queste sono possibili anche quando si colpiscono oggetti mentre ci
si tuffa in acqua o camminando sopra oggetti taglienti presenti sul fondo (ad esempio
vetri rotti).
o forme di vita marina pericolose possono attaccare l'uomo per autodifesa o per scopi
predatori, spesso usando un veleno.
 Creature marine che pungono come meduse e alcuni coralli.
 Creature marine che trafiggono, come il riccio di mare o le tracine.
 Creature marine che mordono: squali e altri pesci, serpenti, o aragoste e
granchi.

Abbigliamento
Il desiderio o la richiesta culturale di pudore, unito alla scomodità o all'inadeguatezza in acqua
dell'abbigliamento tradizionale, hanno portato allo sviluppo del costume da bagno (e in epoca
vittoriana, della "macchina per i bagni").

I costumi da bagno degli uomini tendono ad essere a forma di mutanda, pantaloncino o bermuda. I
costumi da bagno femminili sono in genere o interi o bikini. Esiste anche il monokini, in caso la
copertura del seno non sia richiesta o desiderata.

Nuotare nudi è possibile:

 nelle aree per nudisti


 in Danimarca, su tutte le spiagge l'abbigliamento è opzionale, a meno che non sia indicato
altrimenti.
 durante le ore per nudisti in alcune piscine.
 in (solitamente piccole) piscine e saune.
 senza permesso esplicito, in luoghi e ore tranquille.
 in piscine e spiagge private, non visibili dai passanti.

Esistono poi degli speciali costumi da bagno per il nuoto agonistico, progettati per ridurre l'attrito
della pelle, che ricordano il costume intero ma vengono spesso usati in foggia simile anche dagli
uomini nelle gare di nuoto. Tale costume a seconda dei modelli ricopre interamente una o più parti
del corpo, nei casi più estremi lasciando scoperte solamente mani, piedi e capo. L'utilizzo di questi
costumi, iniziato nel anni Novanta, ha riscosso un successo enorme, tanto che oggi sono utilizzati
nell'ambiente agonistico fin dalle categorie esordienti.
Il successo è giustificato dagli oggettivi benefici che l'utilizzo di questo costume da all'atleta. I
vantaggi sono dovuti essenzialmente al miglioramento del galleggiamento in acqua, al minor attrito
che il costume ha con l'acqua rispetto alla pelle, e alla maggiore irrorazione sanguigna dei muscoli
quando su di essi preme un costume molto attillato. Tutti questi fattori contribuiscono a migliorare
la prestazione dell'atleta.

Tecniche
Il corpo umano, essendo composto in gran parte d'acqua, possiede all'incirca la stessa densità.
Quindi, rimanere a galla richiede solo la spinta verso il basso di una piccola quantità d'acqua,
rispetto alla massa complessiva del corpo, e il moto trasversale solo una leggera spinta dell'acqua in
direzione opposta alla direzione del moto, a causa di una generalmente bassa resistenza
idrodinamica. La propulsione viene .

Tutti gli stili si compongono per la bracciata di due fasi alterne: la fase attiva e la fase passiva. La
fase attiva dà propulsione, solitamente usando le mani come se fossero delle pale e sbattendo le
gambe in modo da spingere l'acqua lontano dal corpo; la fase passiva serve a recuperare gli arti. La
fase attiva si divide a sua volta in tre fasi:

 L'appoggio o presa, dal momento in cui la mano entra in acqua fino a quando entra nella
fase successiva;
 La trazione, ovvero la fase in cui la forza esercitata dal nuotatore è prevalentemente
orientata parallelamente al suo corpo;
 La spinta, ossia la fase in cui si lascia indietro la massa d'acqua. La rana fa eccezione a
questa suddivisione, in quanto è l'unico stile che non presenta la fase di spinta.

Nella nuotata eseguita dagli agonisti, cosiddetta "nuotata tecnica", tali fasi sono ben individuabili, in
quanto in trazione avviene una flessione del braccio per orientare la forza parallelamente al corpo,
mentre in fase di spinta il braccio viene ridisteso completamente. Ottenere la massima efficacia
propulsiva richiede un notevole impegno muscolare e sviluppate capacità coordinative. L'impiego
delle tecniche agonistiche da parte dei principianti risulta pertanto controproducente: il più delle
volte si manifesta una diminuzione dell'ampiezza della bracciata (minor propulsione),
scoordinazione e movimenti inefficaci. Inoltre la forza richiesta dai gesti tecnici la rende
inappropriata quando l'apparato locomotore è in via di sviluppo (ad esempio per i bambini).

Per ovviare a queste problematiche si insegna ai principianti una nuotata elementare che consente di
nuotare in modo efficace pur non massimizzando le masse d'acqua spostate.

Qualunque genere di allenamento tuttavia può tramutare un nuotatore lento o normale in uno
moderatamente veloce; inoltre, poiché la velocità si tramuta direttamente in distanza, le stesse
tecniche che migliorano la velocità possono essere di aiuto per percorrere una distanza maggiore a
parità di sforzo. In particolare:

 il torso e le gambe devono essere tenute il più possibile parallele alla superficie dell'acqua.
Gambe afflosciate e torso inclinato possono aumentare notevolmente la resistenza
dell'acqua.
 è bene cercare di avere sempre un braccio steso in avanti, oltre la testa, e cercare di
estenderlo il più possibile. Questo accorgimento incrementa la lunghezza media alla linea di
galleggiamento e, in sostanza, fa aumentare la velocità. Questo è un effetto da tempo
sfruttato dai progettisti di barche, nonché utilizzato inconsciamente dai nuotatori
naturalmente dotati.
 è bene cercare di massimizzare il tempo passato sul fianco, poiché il torso è più stretto tra
petto e schiena che tra i due lati. Questo accorgimento riduce la sezione frontale e, di
conseguenza, la resistenza dell'acqua; inoltre incrementa il rapporto tra lunghezza e
larghezza sulla linea di galleggiamento. Simili miglioramenti sono possibili orientando in
modo corretto la parte più stretta di testa, braccia e gambe nell'acqua. Il dorso è comunque la
parte più importante.
 il movimento in avanti di mani, braccia e gambe, deve avvenire il più possibile fuori
dall'acqua, mentre quando sono in acqua devono essere orientate nel miglior modo possibile.
Questo perché gli arti devono muoversi ad una velocità due volte superiore a quella del
nuotatore e, in acqua, generano una resistenza otto volte superiore a quella della sezione
frontale del torso (la resistenza incrementa con il quadrato della velocità).

La "presa" base dell'acqua non è critica come gli accorgimenti innanzi descritti, nemmeno
lontanamente. La gran parte dei nuotatori "afferra" l'acqua con la mano piatta, o con le dita
leggermente divaricate, e la spinge dolcemente sotto il proprio corpo.

Si noti che nessuna delle tecniche sopra citate richiede un aumento della forza fisica. Con un
allenamento sulla forza, le mani e i piedi possono essere estesi maggiormente in acqua,
guadagnando più velocità. Per i principianti, una maggiore forza porta solo a piccoli miglioramenti
se le strategie riportate (minimizzare la resistenza ed allungare la linea di galleggiamento) non sono
attuate.

Stili ufficiali

Diversi stili natatori sono stati sviluppati basandosi


sull'implementazione di alcuni o tutti i principi sopra elencati,
al fine di ottimizzare la velocità e le prestazioni a livello
agonistico. Al giorno d'oggi esistono quattro stili ufficiali con
cui si disputano le gare regolati dalla F.I.N. (Federazione
Italiana Nuoto):

Stile delfino.
 Stile libero: non pone restrizioni sull'azione che possono intraprendere i nuotatori, ad
eccezione della porzione a stile libero delle gare miste. In pratica, la stragrande maggioranza
delle gare viene disputata usando il cosiddetto crawl che è lo stile più veloce, effettuato
spingendo all'indietro le braccia una alla volta e battendo le gambe dall'alto al basso non
contemporaneamente, senza restrizioni di simmetria.
 Delfino: in queste gare al nuotatore è richiesto di mantenere un movimento simultaneo con
simmetria bilaterale (la metà sinistra del corpo fa gli stessi movimenti della destra, allo
stesso tempo). Inizialmente veniva eseguito raggruppando le gambe e scalciandole indietro
come nella rana. Tale nuotata veniva definita a Farfalla. Più avanti fu introdotto un colpo di
gambe dall'alto verso il basso simmetrico e simultaneo. L'innovazione, non contraria al
regolamento FINA, è stata largamente impiegata tanto da sviluppare un nuovo modo di
nuotare a farfalla detto delfino. Al giorno d'oggi nella totalità (o quasi) dei casi nelle gare a
farfalla viene utilizzata la nuotata a delfino, molto più veloce e efficace, tanto che le due
denominazioni "farfalla" e "delfino" hanno finito per diventare sinonimi. Qualche anno fa
nella gara a farfalla, è stato vietato il colpo di gambe a rana ed è quindi ormai consentito
solo nuotare a delfino (tale regola non vale per la categoria Master). Tuttavia la
competizione continua a chiamarsi "farfalla".
 Rana: è lo stile dal quale si è evoluta la "farfalla", pone l'ulteriore restrizione che le mani del
nuotatore devono essere spinte in avanti dal petto, che le mani durante il movimento non
superino mai la linea dei fianchi, a parte nella prima bracciata subacquea dopo partenza e
virate, e che i gomiti devono rimanere sott'acqua. Inoltre la testa deve rompere l'acqua ad
ogni ciclo di bracciata con una qualsiasi sua parte. È lo stile più lento.
 Dorso: non pone restrizioni di simmetria, ma i nuotatori devono stare girati sul loro dorso
per tutto il tempo, ad eccezione delle virate. È consentito il movimento di rollio delle spalle,
basta che non si raggiungano i 90 gradi. Il dorso viene eseguito in pratica, come un
inversione del crawl - i nuotatori portano le braccia sopra le loro spalle, alternativamente, e
le respingono lungo i fianchi sott'acqua per fornire la propulsione.

Non essendo il nuoto una disciplina in cui viene premiata la tecnica di esecuzione, ma la velocità
con cui vengono coperte le distanze, il perfetto metodo di esecuzione dei quattro stili è spesso
oggetto di controversie. A livello internazionale, infatti, è riconosciuto solamente il regolamento che
da indicazioni generali nel rispetto del quale saranno possibili interpretazioni pressoché infinite. Il
modello tecnico dev’essere quindi individuato nella nuotata di coloro che ottengono le migliori
prestazioni mondiali. Grazie a questo tipo di ricerca la tecnica del nuoto è in continua evoluzione e
spesso persino il regolamento promuove iniziative interessanti(esempio: dal 2005 è stato concesso
di effettuare una gambata a delfino nella subacquea a rana). Questi apporti non devono tuttavia
essere considerati marginali, basti pensare alla recente evoluzione del dorso: circa vent’anni fa gli
allenatori chiedevano di flettere le braccia nel recupero e mantenerle distese nella fase subacquea,
oggi avviene l’esatto opposto.

Virata

Il cambio di direzione che l'atleta deve eseguire una volta terminata la vasca prende il nome di
Virata. Essa prevede in ogni caso, con differenti modalità a seconda dello stile nuotato, che l'atleta
tocchi il muro, pena la squalifica, cosa che avviene anche se, durante le fasi della virata, l'atleta si
appoggia e si sostiene a frangiflutti o direttamente al bordo della vasca.

La virata stile-stile prevede un contatto con il muro con qualsiasi parte del corpo; solitamente, essa
è effettuata sfruttando l’ultima bracciata per la spinta verso il basso per eseguire una sorta di
capriola che termina quando i piedi sono rivolti verso il muro; la rotazione del busto per ritornare in
posizione "prona" può avvenire sia durante l'esecuzione della capriola, sia durante la fase di spinta.

La virata dorso-dorso prevede anch'essa semplicemente un contatto con il muro con qualsiasi parte
del corpo. È consentito, prima della virata, l'esecuzione di una bracciata a stile: il nuotatore si deve
girare sulla pancia una bracciata prima della fine della vasca per poter effettuare il cambio di
direzione. L'innovazione però è recente, in precedenza si usava toccare il bordo con una mano
rimanendo sul dorso e effettuare una "capriola all'indietro", ruotando poi il busto quando i piedi
erano ancora a contatto con il muro per ritornare in posizione supina.

Per quanto riguarda la virata dorso-rana si finisce la vasca a dorso e si tocca obbligatoriamente il
bordo con una mano; una volta toccato il muro ci si gira semplicemente dalla posizione supina a
quella prona; una variante della suddetta virata contempla la capriola all'indietro, affine alla vecchia
virata a dorso: dopo aver toccato il bordo con una mano si effettua una capriola all’indietro che
termina con una spinta dal bordo quando i piedi sono accostati al muro, questo per facilitare la parte
subacquea (nella rana il primo movimento, ovvero bracciata, gambata e scivolamento, può essere
effettuato completamente sott’acqua).
Le virate rana-rana, rana-stile, e delfino-delfino, delfino-dorso, sono meno complesse, o meglio,
differenti. In esse vale il "tocco e riparto" ovvero si tocca obbligatoriamente il bordo in modo
simultaneo con entrambe le mani e si riparte nello stile prefissato.

Stili per il salvamento

Esistono altri stili di nuotata utilizzati per lo più dagli assistenti bagnanti di salvamento F.I.N..

 Trudgeon: stile talvolta utilizzato per avvicinare un bagnante in pericolo da un assistente


bagnanti. Le braccia si muovono in modo alternato come nel crawl ma tenendo il corpo
inclinato su un lato; le gambe si muovono a rana. Un'alternativa consiste nel battere le
gambe a stile, tale variante viene spesso usata dai pallanuotisti poiché dà la possibilità di
tenere la testa fuori dall'acqua, permettendo di controllare la palla.
 Rana over: si nuota su un fianco, muovendo le gambe a sforbiciata frontale e le braccia in
modo alternato.
 Rana subacquea: stile utilizzato nell'apnea senza attrezzatura, si tratta di una rana in cui la
bracciata viene completata arrivando a sfiorare le cosce per avere la maggior spinta possibile
sott'acqua.

Altri stili

È andato inoltre sviluppandosi, a livello didattico e amatoriale, un altro modo di nuotare molto
diffuso detto "a cagnolino". Esso non è assolutamente uno stile agonistico in quanto il suo unico
scopo è il galleggiamento e l'avanzamento senza alcuna attenzione alla velocità. Consiste nel
mantenersi a galla spingendo l'acqua lontano dal corpo muovendo a cerchi ristretti le braccia. È
tuttavia impossibile definirlo chiaramente non essendo regolato da normative agonistiche.

Il nuoto agonistico

Gara di nuoto agonistico.

Il nuoto è una disciplina sportiva che è andata diffondendosi


nell'Ottocento ed è una disciplina olimpica. Esistono due tipi
di gare agonistiche: le gare disputate in piscina, più corte
(massimo 1500m), e le gare di fondo, disputate in mare,
molto più lunghe (si può arrivare a 25Km).

Le gare da piscina (25 metri, "vasca corta"; 50 metri, "vasca lunga") sono le più conosciute e si
disputano in uno dei quattro stili, a seconda della gara, più le gare miste in cui ogni quarto della
gara viene nuotato in uno stile diverso (nell'ordine delfino, dorso, rana, stile libero). Oltre alle gare
singole esistono anche delle staffette in cui una squadra di quattro nuotatori gareggia uno dopo
l'altro: quando uno dei nuotatori tocca il bordo l'altro si può tuffare in acqua. Le staffette possono
essere a stile libero o miste, nel qual caso ogni nuotatore nuota in uno stile differente (nell'ordine
dorso, rana, delfino, stile libero).

Le distanze su cui si disputano le gare sono:

 gare singole:
o Delfino/Farfalla: 50m, 100m, 200m
o Dorso: 50m, 100m, 200m
o Rana: 50m, 100m, 200m
o Stile libero: 50m, 100m, 200m, 400m, 800m, 1500m
o Misti: 100m (solo vasca corta), 200m, 400m

 staffette
o 4x50m stile libero (solo in vasca corta), 4x100m stile libero e 4x200m stile libero.
o 4x50m mista (solo in vasca corta) e 4x100m mista.

Poiché le Olimpiadi si svolgono in vasca lunga, non comprendono le staffette 4x50m e i 100m misti
(le Olimpiadi si svolgono in vasca lunga). Inoltre attualmente (2007) nel programma olimpico non
sono inserite le gare sui 50m (con l'eccezione dei 50m stile libero), i 1500m stile libero femminili,
gli 800m stile libero maschili.

Le gare di fondo, disputate in mare, sono diverse e vengono scelte con regolamenti appositi a ogni
manifestazione. Le più diffuse sono la 2500m stile libero, detta anche Mezzofondo, la 10000m stile
libero detta anche Fondo (quest'ultima inserita alle olimpiadi) e la 25000m detta anche Gran Fondo.
Altre gare di fondo molto conosciute sono quelle su percorso come l'attraversamento della Manica o
la circumnavigazione dell'Isola di Manhattan. Rientrano in questa categoria anche i primati di
distanza percorsa come il record del mondo per la più lunga nuotata senza sosta che è detenuto da
Martin Strel che nuotò per 504 km nel 2001 Danubio. Egli nuotò anche lungo il Mississippi nel
2002 coprendo un totale di 3.885 km in 66+2 giorni.

Le categorie

La F.I.N., adeguandosi alla disposizioni della FINA, prevede che gli atleti siano suddivisi in
categorie maschili e femminili:

 Esordienti B: 9-10 anni maschili ; 8-9 anni femminili


 Esordienti A: 11-12 m. ; 10-11 f.
 Ragazzi: 13-14-15 m. ; 12-13 f.
 Juniores: 16-17 m ; 14-15 f.
 Cadetti: 18-19 m. ; 16-17 f.
 Seniores: >20 m.; >18 f.

Per tutte le prove in cui non si fa riferimento alle categorie, la gare sono dette a "Categoria
Assoluta".

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