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Il numero di persone che nel mondo soffre di problemi di tipo fisico, mentale e psichico è stimato

intorno ai 650 milioni: circa il 10% della popolazione mondiale è dunque affetta da disabilità.
Percentuale simile è riscontrabile in Europa, anche in questi casi la percentuale delle persone affette
da forme di disabilità è circa del 10%.
Si stima che in Italia vi siano circa 2 milioni 824mila disabili, di cui 960mila uomini e 1 milione
864mila donne. Il numero di disabili (di 6 anni o più) che vive in famiglia è di circa 2 milioni
615mila unità, pari al 4,85% della popolazione. Di questi il 33% (894mila persone, il 3,4% della
popolazione) è rappresentato dal sesso maschile e il restante 67% (1 milione 721mila, il 6,2% della
popolazione) da quello femminile. La disabilità riguarda prevalentemente le persone di 60 anni e
più: risulta disabile il 17% degli ultrasessantenni (2 milioni 57mila individui) e il 37,7% delle
persone di 75 anni e più. I disabili di età inferiore ai 60 anni sono 620mila, in particolare 188mila
fino a 14 anni.

La disciplina di riferimento della Legge 104/92 in merito alla valutazione dell’handicap, è ancora a
fattori individuali e ambientali.
Secondo la Legge 104/92 art. 3 “L'handicap è la situazione di svantaggio sociale che dipende dalla
disabilità o menomazione e dal contesto sociale di riferimento in cui una persona vive” (comma 1 )
- “L'handicap viene considerato grave quando la persona necessita di un intervento assistenziale,
permanente, continuativo e globale nella sfera individuale o in quella di relazione” (comma 3).

Una circolare del Ministero dell’Economia e delle Finanze del 30 settembre 2004 precisava che “si
è chiamati a valutare il globale funzionamento; non un’astratta performance teorica, ma la capacità
di interagire e adattarsi alle diverse circostanze”.
Con la locuzione handicap grave si ricomprendono anche quelle condizioni patologiche per le quali
è previsto il riconoscimento dello Status senza diretto accertamento sulla persona.

Le tipologie di Handicap e/o invalidità configurabili sono quattro:

1) Handicap con ridotte o impedite capacità motorie permanenti (legge 449/97 art.8)
2) Handicap psichico o mentale di gravità tale da avere determinato il riconoscimento
dell’indennità di accompagnamento (legge 388/2000 art.30 comma 7)
3) Handicap con grave limitazione della capacità di deambulazione o affetto da pluri-
amputazioni (legge 388/2000 art.30 comma 7)
4) Handicap per cecità e sordomutismo (legge 342/2000 art.50)
La nota Prot. 16526 del 03.02.2006 del Direttore Generale degli Ufficio Locali e dei Servizi del
Tesoro ha precisato che “L’Art.21 della Legge 104/1992 e l’Art.8 della Legge 449/1997 prevedono
particolari agevolazioni nei confronti dei portatori di handicap con un grado di invalidità superiore
ai 2/3 o con minorazioni ascritte alle categorie prima, seconda e terza della tabella A annessa alla
Legge 648/1950 e nei confronti dei soggetti con ridotte o impedite capacità motorie permanenti ..
Inoltre, le agevolazioni di cui alla citata Legge 449/1997 sono state estese dall’art. 30 della Legge
388/2000 ai portatori di handicap psichico o mentale di gravità tale da avere determinato il
riconoscimento dell’indennità di accompagnamento ed ai soggetti con grave limitazione della
capacità di deambulazione affetti da pluri-amputazioni” – nonché “La valutazione del grado di
invalidità superiore ai 2/3, di norma, deve fare riferimento ad un precedente accertamento dello
status di invalido civile, in mancanza di questo, però, può essere effettuata contestualmente
all’accertamento della condizione di handicap…diversamente l’ascrivibilità delle minorazioni alla
categorie 1,2,3 della tabella A annessa alla Legge 648/1950 deve essere già intervenuta da parte dei
competenti organi e comprovata da apposita certificazione”.

Con l’Art. 6 della Legge 9 marzo 2006 n. 80 (Semplificazione degli adempimenti amministrativi
per le persone con disabilità) si è innovato ulteriormente il sistema specificando che le Regioni,
nell’ambito delle proprie competenze, adottano disposizioni dirette a semplificare e unificare le
procedure di accertamento sanitario di cui all’art.1 della Legge 15 ottobre 1990 n. 295, per
l’invalidità civile , la cecità, la sordità, nonché quelle per l’accertamento dell’handicap e
dell’handicap grave di cui agli art. 3 e 4 della Legge 5 febbraio 1992 n. 104 e successive modifiche,
effettuate dalle apposite Commissioni in sede, forma e data unificata per tutti gli ambiti nei quali è
previsto un accertamento legale.

Integrazione del disabile nel mondo del lavoro – Legge 68/99

La Legge 104/92 parla non solo di recupero funzionale della persona handicappata, ma anche del
suo recupero sociale, che si fonda sull’integrazione nella famiglia e nella scuola, ma anche e
soprattutto sull’integrazione lavorativa.
L’articolo 19 della legge stabilisce che, ai fini dell’avviamento al lavoro, la valutazione della
persona disabile deve tener conto della capacità lavorativa e delle capacità relazionali dell’individuo
e non solo della sua minorazione fisica e/o psichica. Come accennato, il programma di integrazione
lavorativa si esplica attraverso una serie di strumenti di supporto e di accompagnamento, oltre ad
incentivi e agevolazioni ai datori di lavoro, affinché adattino il posto di lavoro alle caratteristiche
del disabile.
La Legge n. 68 del 1999 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili) ha fissato un’altra pietra miliare
nel cammino dell’integrazione dei disabili nel mondo del lavoro, abbandonando la logica puramente
assistenziale della normativa precedente (v. L. 482/68) e impostando le nuove regole sul principio
di un collocamento del disabile che rispetti le potenzialità lavorative dell’individuo soddisfacendo
nel contempo le esigenze dell’azienda che lo assume.

Accertamento delle disabilità

L’accertamento delle condizioni di disabilità, che danno diritto al sistema per il collocamento
lavorativo mirato dei disabili, è effettuato dalla Commissione per l’accertamento dell’invalidità,
integrata da un operatore sociale ed un esperto nei casi da esaminare, come previsto dall’art. 4 della
L. 104/92. Tale operazione è definita dal D.P.C.M. 13 gennaio 2000, in attuazione dell’art. 1,
c. 4, della L.68/99. L’operatore sociale deve avere conoscenze specifiche del territorio di
appartenenza, essere in grado di rilevare i bisogni mediante analisi, valutare le richieste e
individuare le risorse disponibile per favorire, attraverso organizzazioni o amministrazioni, un
percorso di comunicazione, socializzazione, relazioni e riabilitazioni del proprio disagio sociale.

L’attività della Commissione è finalizzata ad individuare la capacità globale attuale e potenziale per
il collocamento lavorativo mirato della persona disabile, attraverso la formulazione:
· della diagnosi funzionale, che illustra sia la compromissione psicofisico-
sensoriale della persona sulla base di dati clinici, sia la sua capacità globale, attuale e
potenziale,utilizzando dati medici e diagnosi funzionale;
· del profilo socio-lavorativo, desunto da notizie sulla situazione familiare e sull’ambiente, sulla
scolarità e su eventuali precedenti esperienze di tirocinio o lavorative.
La Commissione entro 4 mesi dalla data della prima visita formula la relazione conclusiva, che può
anche contenere suggerimenti per eventuali forme di sostegno e strumenti tecnici necessari per
l’inserimento ed il mantenimento al lavoro dei disabili.
Tale relazione viene inviata in copia al disabile ed al Comitato Tecnico dei Servizi per l’Impiego.
La relazione conclusiva e la documentazione allegata è conservata presso gli Uffici amministrativi
dell’ASL, che ne trasmette copia alle Commissioni mediche di verifica del Ministero del Tesoro,
per l’approvazione o la sospensione degli effetti dell’accertamento, che deve avvenire entro 60
giorni.
Le competenze delle Commissioni Mediche di verifica sono delineate dalla Legge n. 295/90 ed
attengono ai controlli dei verbali sull’accertamento delle invalidità civili, handicap e disabilità
(Legge 68/99).

ISCRIZIONE AI CENTRI PER L’IMPIEGO


(ex Uffici di Collocamento)
Tutte le persone con disabilità, con una percentuale di invalidità superiore al 45% e in possesso di
capacità lavorative, hanno diritto al collocamento obbligatorio al lavoro in base alla Legge n. 68 del
1999, entrata in vigore a partire dal 18/1/2000.
La legge 482/68, che regolava precedentemente l’avviamento al lavoro degli invalidi, imponeva alle
aziende obblighi di assunzione senza definire le modalità di attuazione.
La Legge 68/99 (art.1) ha invece come finalità “la promozione dell’inserimento e della integrazione
lavorativa delle persone disabili nel mondo del lavoro attraverso servizi di sostegno e di
collocamento mirato” e si applica:
1) Alle persone in età lavorativa affette da minorazioni fisiche, psichiche o sensoriali e ai
portatori di handicap intellettivo, che comportino una riduzione della capacità lavorativa
superiore al 45% (quindi dal 46% in su ), accertata con verbale di invalidità civile dalla
competente commissione ASL, di cui all’art. 4 della Legge 104/92, o da presa d’atto amministrativa
di sentenza di accertamento munita di formula esecutiva della magistratura ordinaria (art. 1 comma
8 della Legge 295/90);
2) Alle persone invalide del lavoro con un grado di invalidità superiore al 33% , accertata
dall’Istituto Nazionale per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro e le malattie professionali
(INAIL) o da presa d’atto amministrativa di sentenza di accertamento munita di formula esecutiva
della magistratura ordinaria (art. 1 comma 8 della Legge 295/90);
3) Alle persone non vedenti ( persona affetta da cecità assoluta o con residuo visivo non superiore
ad 1/10 (un decimo) in entrambi gli occhi e con eventuale correzione) e non udenti (persona affetta
da sordità dalla nascita o prima dell’apprendimento della lingua parlata), la cui condizione di cecità
o sordità deve essere comprovata dal possesso di verbale di invalidità civile rilasciato dalla
competente Commissione ASL, di cui all’art. 4 della Legge 104/92, o da presa d’atto
amministrativa di sentenza di accertamento munita di formula esecutiva della magistratura ordinaria
(art. 1 comma 8 della Legge 295/90).
4) Alle persone invalide di guerra, invalide civili di guerra e invalide per servizio (con
minorazioni dalla prima all’ottava categoria) comprovate dal possesso di certificato di presenza
negli elenchi della Prefettura per gli invalidi di guerra o dall’ attestazione del Comando o
dell’Amministrazione di appartenenza per gli invalidi per servizio.

Le disposizioni di cui sopra valgono anche per i cittadini extracomunitari (Sentenza della Corte
Costituzionale 4547/1998), purché muniti di un permesso di soggiorno valido ed un certificato di
residenza in Italia.

Dopo aver effettuato e ottenuto l’accertamento di invalidità, handicap o disabilità, per poter
usufruire dei benefici introdotti dalla legge, i soggetti disabili devono iscriversi presso gli ex Uffici
di Collocamento, che dal 1° ottobre 2002 sono denominati Centri per l’Impiego e sono di
competenza delle Provincie (v.Decreto Legislativo 469/1997).
Ai sensi della legge 68/99 ogni Centro per l’Impiego ha uno sportello previsto per l’iscrizione delle
persone con disabilità.
La riforma del collocamento ordinario (Decreto Legislativo 297/2002) e l’introduzione dell’obbligo
formativo fino al compimento del 18° anno di età (Legge 144/1999, art.68) hanno modificato le
modalità e i requisiti di iscrizione ai Centri per l’Impiego.
Il D. Lgs. 297/2002 ha soppresso sia il libretto di lavoro, sia le liste di collocamento ordinarie e
speciali, mentre continuano ad esistere le liste di mobilità, le liste per il personale artistico, gli
elenchi e le graduatorie per le persone con disabilità. Il Decreto prevede che lo stato di
disoccupazione sia comprovato solo dalla presentazione da parte dell’interessato, presso il
Centro per l’Impiego competente, di una dichiarazione che attesti l’eventuale attività lavorativa
precedentemente svolta e la sua immediata disponibilità allo svolgimento di attività lavorativa.
Ogni Centro per l’Impiego competente, nel cui ambito territoriale si trova il domicilio dell’aspirante
al lavoro, stila un apposito elenco, con unica graduatoria.
L’art. 8 della Legge 68/99 precisa che, per ogni persona disoccupata iscritta nell’ elenco, il servizio
per l’inserimento lavorativo deve provvedere ad annotare “in un’apposita scheda le capacità
lavorative, le abilità, le competenze e le inclinazioni, nonché la natura e il grado della minorazione
ed analizza le caratteristiche dei posti da assegnare ai lavoratori disabili, favorendo l’incontro tra
domanda e offerta di lavoro”.
L’iscrizione al collocamento obbligatorio avviene ora contemporaneamente all’iscrizione al
collocamento ordinario.
Tra la documentazione da presentare, si ricordano, oltre i documenti di identità del richiedente, il
certificato di invalidità civile e il certificato attestante la condizione di disabilità rilasciati
rispettivamente dalla Commissione Medica e dalla Commissione Medica integrata.
La graduatoria provinciale degli iscritti all’elenco delle persone con disabilità disoccupate è unica,
mentre nel passato vi erano più elenchi a seconda delle cause invalidanti.
La graduatoria è formata attraverso la valutazione:
· dell’anzianità di iscrizione negli elenchi del collocamento obbligatorio
· della condizione economica
· del carico familiare
· delle difficoltà di locomozione nel territorio.
E’ di competenza delle Regioni, sulla base del D.P.R. 333/2000, art.9, individuare elementi
aggiuntivi per la compilazione della graduatoria.
La cancellazione dalla graduatoria avviene in caso di ottenuto trasferimento in altra provincia; per
comunicazione da parte dell’azienda di avvenuta assunzione; per mancata risposta ad una
convocazione del Centro per l’Impiego senza giustificato motivo o per rinuncia ad un posto di
lavoro a tempo indeterminato corrispondente ai propri requisiti professionali per due volte
consecutive; per raggiunti limiti d’età.
· La reiscrizione dopo la cancellazione è possibile con le stesse modalità dell’iscrizione e con
anzianità decorrente dal giorno della reiscrizione.
Il reintegro in graduatoria avviene, su istanza del lavoratore, quando il contratto a tempo
indeterminato si è concluso per: mancato superamento del periodo di prova, licenziamento per
giustificato motivo oggettivo o per riduzione del personale. Il lavoratore reintegrato mantiene la sua
vecchia anzianità di iscrizione.
Le assunzioni obbligatorie dei disabili

In linea con l’iscrizione nelle graduatorie previste per ogni Centro Provinciale dell’Impiego,
l’ordinamento si occupa altresì di fornire una tutela concreta, imponendo ai datori di lavoro veri e
propri obblighi di assunzione.
La materia del collocamento obbligatorio dei disabili, ha avuto origine nel primo dopoguerra, per
agevolare l’assunzione dei reduci invalidi. Successivamente, la tipologia dei beneficiari si è estesa
alle altre categorie di invalidi (civili e invalidi sul lavoro), fino a comprenderne la categorie dei
perfettamente validi, ma sostanzialmente svantaggiati (orfani, vedove,ecc.)
La materia, ritenuta costituzionalmente legittima dalla Corte Costituzionale, fu riordinata con la
Legge n. 482 del 1968 (Disciplina generale delle assunzioni obbligatorie presso le pubbliche
amministrazioni e le aziende private).

La legge 482, comunemente definita "legge sul collocamento obbligatorio" prevede l'istituzione di
liste speciali separate per il collocamento di alcune categorie di soggetti per le quali è
maggiormente difficile l'inserimento nel mondo del lavoro. Tali liste speciali sono istituite in tutti
gli Uffici Provinciali del Lavoro presso i quali vengono anche formate delle apposite Commissioni
per il collocamento obbligatorio.

Le categorie dei soggetti aventi diritto, le cui caratteristiche vengono descritte nel corso
dell'articolato della Legge, hanno ciascuna diritto ad una specifica aliquota di riserva dei posti.

L'art. 9 della 482, infatti, stabilisce che le quote per le diverse categorie sono le seguenti:

• invalidi di guerra 25%


• invalidi civili di guerra 10%
• invalidi per servizio 15%
• invalidi del lavoro 15%
• orfani e vedove di guerra, per servizio e per lavoro 15%
• invalidi civili 15%
• sordomuti 5%

L'eccezione a questa Legge è relativa ai non vedenti per i quali altre disposizioni, sia precedenti che
successive alla 482, stabiliscono riserve particolari.
La riserva dei posti viene applicata a tutti i soggetti per i quali venga accertata la relativa disabilità,
ma non si applica "nei confronti di coloro che abbiano superato il 55° anno di età, nonché nei
confronti di coloro che abbiano perduto ogni capacità lavorativa o che, per la natura ed il grado
della loro invalidità, possano riuscire di danno alla salute e alla incolumità dei compagni di lavoro o
alla sicurezza degli impianti" (art. 1). Agli assunti con il collocamento obbligatorio viene applicato
il normale trattamento economico, giuridico e normativo.

I soggetti obbligati all'assunzione attraverso il collocamento obbligatorio sono tutte le aziende


private e pubbliche e gli enti pubblici che abbiano più di 35 dipendenti. In particolare, la 482
stabilisce che:

• le aziende private assumano il 15% del personale;


• le aziende pubbliche e gli enti pubblici assumano il 15% del personale operaio e delle
carriere esecutive; il 40% del personale ausiliario.

I soggetti economici interessati dal dispositivo di Legge sono tenuti a comunicare periodicamente
alla Commissione dell'Ufficio Provinciale i dati relativi al personale in servizio ed a quello che si
avvale del collocamento obbligatorio.

E' prevista una sanzione amministrativa per coloro che non assumono secondo le riserve stabilite
dalla Legge.

Nonostante la normativa del collocamento obbligatorio a favore dei soggetti svantaggiati, la


disciplina non è riuscita a raggiungere appieno quegli obiettivi prefissati dell’integrazione di questi
soggetti nell’organico delle imprese. Da un lato, queste ultime hanno visto l’obbligo come una
sostanziale limitazione della propria autonomia di scelta ; dall’altro, le imprese soggette all’obbligo
si sono sempre trovate in difficoltà a collocare gli invalidi nell’ambito della propria struttura
produttiva. Il risultato è sfociato in un’elusione della normativa, anche in ragione del fatto che
l’apparato sanzionatorio previsto non risultò particolarmente effettivo.
L’esperienza negativa ha indotto il legislatore a rivisitare la disciplina, che fu riformata, come detto,
con la legge 12 marzo 1999 n. 68, puntando su:

- Una riduzione del numero dei lavoratori da assumere obbligatoriamente: per quanto possa
sembrare un paradosso, la diminuzione dei lavoratori da assumere obbligatoriamente
risultava più realistica e adattabile nel concreto;
- Una più ampia strategia di incentivazioni all’assunzione;
- Servizi di sostegno e collocamento mirato: in particolare, la nozione di collocamento mirato
allude agli strumenti tecnici e di supporto che consentono una valutazione adeguata dei
disabili e della loro effettiva capacità lavorativa, allo scopo di inserirli nell’impresa
“attraverso analisi di posti di lavoro, forme di sostegno, azioni positive e soluzioni dei
problemi connessi con gli ambienti, gli strumenti e le relazioni interpersonali sui luoghi
quotidiani di lavoro e di relazione” (art.2 Legge 68/99).

I soggetti protetti sono i medesimi elencati precedentemente, ovvero coloro che hanno il diritto di
iscrizione alle graduatorie delle Agenzie del Lavoro (Invalidi e portatori di handicap con riduzione
della capacità lavorativa superiore al 45% - Invalidi del lavoro con invalidità superiore al 33% -
Non vedenti e sordomuti – Invalidi di guerra, civili di guerra e di servizio con minorazioni ascritte
dalla prima all’ottava categoria di cui alle tabelle annesse al testo unico delle norme in materia di
pensioni di guerra.

L’obbligo di assunzione è imposto ai datori di lavoro pubblici e privati nelle seguenti misure:

Datore di lavoro Obbligo di assunzione Con richiesta Con richiesta


nominativa numerica

Da 1 a 14
dipendenti nessuno

Da 15 a 35 1 disabile solo nominativa


dipendenti

Da 36 a 50
dipendenti 2 disabili 1 disabile 1 disabile

Con più di 50
dipendenti 7% dei dipendenti 60% della riserva 40% della riserva

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