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intorno a chiara
Il tempo della svolta.
Le compagne, i monasteri, la devozione
presentazione di
Pietro Messa
introduzione e cura di
Alessandra Bartolomei Romagnoli
Edizioni Porziuncola
PRESENTAZIONE
1. Per Marc Bloch, la comprensione della storia era forse «un do-
no delle fate»1. Ma un’ immagine mi sembra più adatta a disegnare
il profilo di Giovanna Casagrande come storica, quella di una Diana
cacciatrice sorridente e bonaria, e tuttavia determinata e tenace nel
suo lavoro di ricerca. Il suo territorio di elezione è l’archivio, i ma-
teriali di cui dispone, le armi o strumenti del mestiere, sono le fonti
documentarie della più varia e diversa natura: dagli atti notarili a
elenchi nominativi come le matricole confraternali. Ma anche talune
inflessioni lessicali e stilistiche ricorrenti nella sua scrittura autoriz-
zano l’accostamento e diventano espressione di un modo preciso di
intendere e praticare la ricerca storica. Il terreno in cui si muove è
accidentato, frammentario e frammentato, può essere addomestica-
to solo con investigazioni tattiche. Avanza con cautela nelle ombre
e penombre, scrutando il sottobosco e il sommerso per cercare spie,
indizi, suggerimenti, tracce. Gli interrogativi e i punti di sospensione
spesseggiano; all’inizio si parte sempre da una ipotesi, o meglio, da
una gamma variegata di possibilità o di alternative percorribili; la
conclusione rimane sempre aperta, la sintesi provvisoria. Spesso si
registra un vuoto o un buco nella documentazione, con il consiglio
di proseguire nell’indagine o di restare in attesa di una nuova sco-
perta, che possa contribuire a reinserire un tassello mancante ed
attingere un frammento di “verità”, che non potrà essere che par-
ziale e non definitiva, perché non vi è niente che sia precostituito o
1
«Questa facoltà di apprendere ciò che vive: ecco la massima virtù dello storico
(...). Forse essa è, nella sua essenza iniziale, un dono delle fate, che nessuno potrebbe
pretendere di acquistare, qualora non l’avesse trovato nella propria culla. Eppure,
ha bisogno di essere continuamente esercitata e sviluppata. In che modo, se non con
un costante contatto con l’oggi, come ne offriva l’esempio Pirenne stesso? Qui infat-
ti, quel fremito di vita umana, che solo un duro sforzo di immaginazione riuscirà a
restituire ai vecchi documenti, è direttamente percepibile ai nostri sensi» (M. Bloch,
Apologia della storia o Mestiere di storico, Torino 1969, p. 54).
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Si vedano, ad esempio, gli studi dedicati alla storia dell’alimentazione o dell’ar-
tigianato: G. Casagrande, Il “taccuino” di una suora perugina: scrittura, cucina e
lavoro in un monastero femminile tra XVI e XVII secolo, in «Alfabetismo e cultura
scritta». Notizie settembre 1981, pp. 19-23; Ead., Gola e preghiera nella clausura
dell’ultimo ’500. Traduzione e note etimologiche di G. Moretti, Foligno 1988; 2a ed.,
Foligno 1989; Ead., Linee di storia dell’alimentazione in età medievale, 2006-2007,
2007-2008 (dispensa); Ead., Fonti per la storia dell’alimentazione in Umbria: la
cucina dei monasteri, in «Percorsi umbri», 2/3 giugno 2008, pp. 48-51; Ead., Nuovi
documenti sulla produzione di vasi a Deruta, in «Esercizi», 5 (1982), pp. 101-103.
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Il movimento religioso femminile in Umbria nei secoli XIII-XIV. Atti del Con-
vegno internazionale di studio nell’ambito delle celebrazioni per l’VIII Centenario
della nascita di S. Francesco d’Assisi (Città di Castello, 27-29 ottobre 1982), a cura
di R. Rusconi, Perugia-Firenze 1984 (Quaderni del «Centro per il collegamento degli
studi medievali e umanistici nell’Università di Perugia», 12).
4
Si leggano in proposito le riflessioni conclusive del Convegno: R. Manselli, La
donna nella vita della Chiesa tra Duecento e Trecento, in Il movimento religioso
femminile in Umbria, pp. 243-255.
5
Rispetto al tempo in cui, alla metà degli anni Settanta, Manselli lamentava che
il problema della condizione della donna non fosse studiato con tutta l’attenzione
che meritava, la situazione è molto cambiata, e la letteratura al riguardo è ormai
ricchissima. Per un primo utile orientamento in questo senso, si veda la messa a
punto bibliografica di G. Casagrande, Donne nel Medioevo. A mo’ di conversazione,
nel volume da lei curato, Donne nel Medioevo. Ricerche in Umbria e dintorni, Peru-
gia 2005, pp. 1-21.
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Cfr. R. Manselli, Il soprannaturale e la religione popolare nel Medio Evo, Roma
1985 (ed. it. della Conférence Albert-le-Grand di Montréal, 1975); Id., Le premesse
medioevali della caccia alle streghe, in La stregoneria in Europa, a cura di M. Roma-
nello, Bologna 1975, pp. 39-62.
7
Cfr. G. Casagrande, Margherita da Città di Castello, in DBI, 70, Roma 2008,
pp. 132-134.
8
Vanno tuttavia ricordati almeno altri due convegni pionieristici, espressione del
vivace fermento di quegli anni: Movimento religioso femminile e francescanesimo,
Assisi 1980; Temi e problemi nella mistica femminile trecentesca, Todi 1983.
9
A. B envenuti P api , «In castro poenitentiae». Santità e società femminile
nell’Italia medievale, Roma 1990 (Italia Sacra. Studi e documenti di storia eccle-
siastica, 45).
10
A. Benvenuti Papi, Una terra di sante e di città. Suggestioni agiografiche in
Italia, in Il movimento religioso femminile in Umbria, pp. 185-202 (rist. in In castro
poenitentiae, pp. 101-117).
11
E. Menestò, La «Legenda» di Margherita da Città di Castello, in Il movimento
religioso femminile in Umbria, pp. 219-237.
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12
Della imponente bibliografia che lo riguarda, si ricordi almeno: E. Menestò, Il
processo di canonizzazione di Chiara da Montefalco, con la prefazione di C. Leonardi
e un’appendice storico-documentaria di S. Nessi, Firenze-Perugia 1984. Si attende
ora l’annunciata edizione del Memoriale di Angela da Foligno. Cfr. E. Menestò,
Per una nuova edizione del ‘Liber’, in Il Liber di Angela da Foligno e la mistica
dei secoli XIII-XIV in rapporto alle nuove culture. Atti del XLV Convegno storico
internazionale (Todi, 12-15 ottobre 2008), Spoleto 2009, pp. 93-109. Ma si veda
intanto il cofanetto in tre volumi: Il «Liber» della beata Angela da Foligno, edizione
in fac simile del ms. 342 della Biblioteca Comunale di Assisi, con quattro studi di A.
Bartoli Langeli – M. Bassetti – E. Menestò – F. Verderosa, a cura di E. Menestò,
Spoleto 2009.
13
C. Leonardi, Santità femminile santità ecclesiastica, in Il movimento reli-
gioso femminile in Umbria pp. 21-26, in part. 25: «Francesco comprese che la sua
novità era sconvolgente e che volerla imporre era contraddire se stesso. Per questo
raccomandò la fedeltà alla Chiesa romana, ma fece capire che il suo messaggio era
altra cosa. Ora, durante il secolo XIII le lotte tra i francescani, le condanne, le con-
traddizioni si moltiplicano. Cos’era stato il francescanesimo? Cos’era la cristianità
dopo Francesco? Mi pare che le donne abbiano meglio di altri conservato l’eredità
di Francesco, e proprio in Umbria (...) ciò che le accomuna e le avvicina a Francesco
è il loro modo di concepire e vivere Dio. Perché in ambedue (Angela e Chiara) Dio è
vissuto come l’uomo-Dio crocifisso, che è l’essenza del Dio di Francesco. Ed è questa
assoluta centralità che le rende diverse dai casi di santità maschile del loro tempo,
anche da quelli francescani più alti».
14
C. Leonardi, La santità delle donne, in Scrittrici mistiche italiane, a cura di C.
Leonardi – G. Pozzi, Genova 1989, pp. 43-57 (rist. in Id., Medioevo latino. La cultura
dell’Europa cristiana, a cura di F. Santi, Firenze 2004, pp. 827-841). Ma si veda
ora Id., Agiografie medievali, a cura di A. Degl’Innocenti – F. Santi, Firenze 2011
(Millennio Medievale, 89).
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15
E. Pásztor, I papi del Duecento e del Trecento di fronte alla vita religiosa fem-
minile, in Il movimento religioso femminile in Umbria, pp. 31-65.
16
G. Casagrande, Forme di vita religiosa femminile nell’area di Città di Castello
nel sec. XIII, in Il movimento religioso femminile in Umbria, pp. 125-157. Cfr. infra,
pp. 171-199.
17
M. Sensi, Incarcerate e recluse in Umbria nei secoli XIII e XIV: un bizzocaggio
centro-italiano, in Il movimento religioso femminile in Umbria, pp. 87-121.
18
M. Sensi, Storie di bizzoche tra Umbria e Marche, Roma 1995. Ma si veda ora
la monumentale raccolta di studi in due volumi «Mulieres in Ecclesia». Storie di mo-
nache e bizzoche, Spoleto 2010. Per una meditata messa a punto storiografica della
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Cfr. il I capitolo del libro, pp. 17-74. Ma si vedano anche alcuni interventi che lo
avevano preceduto: G. Casagrande, Il fenomeno della reclusione volontaria nei secoli
del Basso Medioevo, in «Benedictina», 35 (1988), pp. 475-507; Ead., Forme di vita
religiosa femminile solitaria in Italia centrale, in Eremitismo nel francescanesimo
medievale. Atti del XVII Convegno della Società internazionale di Studi francescani
(Assisi, 12-14 ottobre 1989), Assisi 1991, pp. 51-94.
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Cfr. M. Sensi, La monacazione delle recluse della Valle Spoletana, in S. Chiara
da Montefalco e il suo tempo, a cura di C. Leonardi-E. Menestò, Perugia-Firenze
1985, pp. 71-121.
23
Casagrande, Religiosità penitenziale e città, p. 71.
24
A. K. Warren, Anchorites and Their Patrons in Medieval England, Berkeley-
Los Angeles 1985; Anonimo del XIII secolo, La regola delle romite, trad. it., a cura
di M. L. Maggioni, Milano 1989.
25
Anche a voler citare solo i contributi di studiosi che fanno capo alla “bottega”
della Casagrande, si vedano le ricerche di A. Czortek, Eremo, convento, città. Un
frammento di storia francescana: Sansepolcro, secoli XIII-XV, Assisi 2007 (Viator,
2); Id., A servizio dell’altissimo Creatore. Aspetti di vita eremitica tra Umbria e To-
scana nei secoli XIII-XIV, Assisi 2010 (Viator, 11). Per l’area pisana, cfr. E. Rava, Le
testatrici e le recluse: il fenomeno della reclusione urbana nei testamenti delle donne
pisane (secc. XIII-XIV), in Margini di libertà: i testamenti femminili nel medioevo, a
cura di M. C. Rossi, Verona 2010, pp. 311-332, e Eremite in città. Il fenomeno della
reclusione urbana femminile nell’età comunale: il caso di Pisa (in corso di stampa).
Con Eleonora Rava, la Casagrande sta svolgendo attualmente una ricerca sulla re-
clusione femminile a Viterbo.
26
La «Supra montem» di Niccolò IV (1289): genesi e diffusione di una regola, a
cura di R. Pazzelli-L. Temperini, Roma 1988.
27
Cfr. Casagrande, Religiosità penitenziale e città, pp. 127-138, dove si ripercorre
il dibattito sullo statuto “ecclesiastico” dei penitenti-terziari.
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28
Per la complessa questione cfr. Casagrande, Religiosità penitenziale e città, pp.
79-93, in part. p. 93: «Ma chi potrà porre la parola fine a tutta la questione Fran-
cesco-Ordine della Penitenza/Terz’Ordine? Ed è necessario porvela a tutti i costi?
Nella misura in cui Francesco propone a tutti il suo messaggio di penitenza, ciò non
è forse di per sé sufficiente a spiegare lo sviluppo e la crescita del movimento/ordine
della Penitenza senza “disperatamente” ricercare una “esatta” fondazione da parte
del Santo e “precise e specifiche” norme di vita da Lui già rivolte ai soli penitenti
d’area minoritica?»
29
Casagrande, Religiosità penitenziale e città, p. 117: «L’ordine della Penitenza
proprio in quanto tale non è un’isola, ma se mai un ampio canale in cui convogliare
in termini rassicuranti, regolati e protetti la possibilità di condurre vita religiosa
in domibus propriis (e non solo) rispondendo a istanze non-necessariamente, non
sempre e non più improntate a scelte di separazione, distacco, rottura con la vita
mondana».
30
Per il ruolo di “ombrello protettore” della Supra montem sotto il quale pote-
vano “militare” varie soluzioni di vita, si veda G. Casagrande, Un Ordine per i laici.
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33
Sullo sviluppo della congregazione di S. Maria di Valfabbrica-S. Agnese, cfr.
Casagrande, Religiosità penitenziale e città, pp. 234-250.
34
G. Casagrande, Legenda volgare di Colomba da Rieti (in collaborazione con M.
L. Cianini Pierotti – A. Maiarelli – F. Santucci), Spoleto 2002.
35
Cfr. G. Zarri, Le sante vive. Profezie di corte e devozione femminile tra ’400 e
’500, Torino 1990.
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36
G. Casagrande, Terziarie domenicane a Perugia, in Una santa, una città. Atti
del convegno storico nel V Centenario della venuta a Perugia di Colomba da Rieti
(Perugia, 10-12 novembre 1989), a cura di G. Casagrande – E. Menestò, Perugia –
Firenze 1990, pp. 109-159.
37
G. Casagrande, Colomba da Rieti di fronte ad Alessandro VI, in Roma di fronte
all’Europa al tempo di Alessandro VI. Atti del Convegno (Città del Vaticano – Roma,
dicembre 1999), a cura di M. Chiabò – S. Maddalo – M. Miglio – A. M. Oliva, III,
Roma 2001, pp. 917-970 (917-942; 948-951) (co-autore P. Monacchia).
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38
Sul finire degli anni Ottanta, in coincidenza con la celebrazione del V cente-
nario dell’arrivo della terziaria a Perugia (1488), si colloca la fondazione a Perugia
dell’Associazione culturale “Beata Colomba da Rieti”, promossa da don Ghino Mon-
tagnoli e da Giovanna Casagrande, e tuttora operante.
39
Un dibattito, peraltro, che la Casagrande ha seguito e conosce assai bene, come
dimostrano anche le sue numerose e puntuali recensioni e messe a punto storiogra-
fiche, che costituiscono un aspetto non secondario della sua produzione.
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40
Si veda quanto scrive qui Giovanna Casagrande riguardo alla sosta di Chiara
in S. Angelo di Panzo, un momento di “passaggio” su cui sono fiorite le ipotesi più
varie: «forse si trattò di una fase sperimentale, provvisoria di cui l’esatta natura ci
sfugge, anche perché un’esatta natura non c’era e forse non poteva neppure esserci.
“Il bello” – mi si passi l’espressione – di questo periodo iniziale dell’esperienza di
Chiara sta proprio nell’incertezza e nella ricerca: nulla di definito» (cfr. infra, p. 42).
Indice
Sigle » 25
Le compagne di Chiara » 45
Le compagne testimoni dirette » 46
Le compagne testimoniate » 48
Il reclutamento » 50
Chiara-compagne: un rapporto di forte intensità » 61
Virtù » 64
Miracoli » 70
Visioni » 76
La regola di Innocenzo IV » 81
Verso la regola di Innocenzo IV » 84
La regola di Innocenzo IV » 87
Chiara di fronte ad Innocenzo IV » 90
Per concludere » 94