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Nell'agosto del 1940 erano entrate in servizio due nuove importanti

unità della Regia Marina: le navi da battaglia Vittorio


Veneto e Littorio. Con un dislocamento di 41 300 t e un armamento
principale di nove cannoni da 381/50 mm, erano fra le più potenti
navi da guerra dell'epoca.
Due mesi più tardi le truppe italiane attaccarono la Grecia partendo
dall'Albania, occupata l'anno precedente, costringendo la Gran
Bretagna ad intervenire al fianco della Grecia, sia per evitare che gli
italiani finissero per controllare il mar Egeo, mettendo così in
pericolo la sicurezza di Alessandria d'Egitto, sia per scoraggiare
la Turchia dall'entrare nel conflitto come alleata dell'Asse. Questo
comportò un aumento notevole del numero di convogli marittimi
britannici in partenza dall'Egitto, già impegnati per rifornire l'isola
di Malta, roccaforte britannica nel Canale di Sicilia, vicino alla quale
transitavano i convogli marittimi italiani diretti in Libia. La posizione
di Taranto, che insieme ai porti di Tripoli e Tobruch, consentiva
alla Regia Marina di controllare il Mediterraneo centrale, destava la
preoccupazione dell'ammiragliato britannico, in quanto le navi
italiane, che vi facevano base, avrebbero potuto facilmente
raggiungere e distruggere i convogli marittimi britannici in
navigazione.

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