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Gli aggettivi

La classe degli aggettivi, semanticamente identificata come una delle categorie


appartenenti a quella degli specificatori, anch'essi impiegati nella funzione di
modifica dei nomi, è flessibile per genere e numero, e, in accordo con questi,
relativamente al nome cui si riferiscono, dà luogo a diverse sottoclassi, che
identifichiamo all'interno di due macro-categorie, che sono quelle degli aggettivi
qualificativi e degli aggettivi dimostrativi.

Gli aggettivi qualificativi indicano una qualità del nome e svolgono funzione:

- attributiva nei confronti del nome che modificano o descrivono (la casa
è luminosa);

- predicativa, quando si serve di un verbo per esprimersi (il traguardo


sembra inarrivabile);

- referenziale, quando definiscono la qualità un fenomeno autonomo (il caldo è


arrivato), assumendo alcune proprietà caratteristiche del nome (aggettivo
sostantivato);

- avverbiale, quando modificano il significato di verbi o intere frasi (il treno


corre veloce).

Gli aggettivi determinativi conferiscono alle parti del discorso cui fanno
riferimento delle caratteristiche indicative, indefinite, di appartenenza, oppure ne
indicano la posizione spazio-temporale, la quantità dal punto di vista numerico e
introducono tra queste espressioni di domanda o esclamazione.

Sono:

- possessivi, quando indicano l'appartenenza o il possessore del nome a cui si


riferiscono: mio, tuo, suo, nostro, vostro, loro. Ovvio che questi variano in base a
genere e numero del nome che accompagnano,
es: il mio zaino, la tuapenna, il loro libro, ecc;

- dimostrativi, che collocano il soggetto/oggetto del discorso nel tempo o nello


spazio, rispetto alla posizione dell'interlocutore, e
sono questo, codesto, quello (concordanti in genere e numero con il termine cui si
riferiscono), es: questa mela, quel quaderno, a quei tempi, ecc,
e stesso, medesimo, tale, usati in senso identificativo (di uguaglianza, perlopiù) nei
confronti di animali o cose. Es: legge sempre gli stessi libri;

- numerali, che al nome che accompagnano conferiscono una quantità numerica


precisa e, relativamente al tipo di informazione data, distinguiamo due gruppi
importanti, quello dei numeri cardinali (uno, due, dieci, cento, mille, … - due
libri, una matita, dieci quaderni) e dei numeri ordinali (primo, secondo, terzo, … - il
quinto posto, il primo giorno, ecc. );

- indefiniti, usati per indicare unità o quantità indefinite, singolarità o pluralità


imprecisate, di forma variabile e
non: qualcuno, qualche, alcuno, ciascuno, taluno, molto, troppo, poco, vario, a
ltrettanto, ecc. Es: viene a trovarci ognisettimana, portando qualcuno della famiglia;

- esclamativi e interrogativi, che, usati in forma diretta e indiretta, hanno forma


identica e si differenziano soltanto in base alla loro funzione, ovvero quella di
introdurre una domanda o un'esclamazione relativamente alla quantità, qualità e
identità dei nomi a cui si riferiscono, e sono: che, quale, quanto. Es: quanto pensi di
restare?, dimmi quale hai scelto, che meraviglia!, ecc;

L'aggettivo “quale” anche sostituibile con “come” si usa altresì in funzione relativa,
indicando una relazione tra i due nomi in mezzo ai quali si colloca, es: ho ricevuto
una promozione quale ricompensa del lavoro svolto.

Aggettivi e verbi sono nozionalmente affini, poiché esprimono stati o condizioni da


entrambi designati, concettualmente uguali:

- Quel ragazzo è indisciplinato (aggettivo);

- Quel ragazzo non ha disciplina (verbo).

L'aggettivo è dunque una parte variabile del discorso che determina in modo
preciso o relativo le caratteristiche di un nome.

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