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LA PRIMA RIVISTA al MONDO DI PROGRESSIVE ROCK

MARILLION AR
Misplaced Childho EA
od Au guri Crac!
17 giugno 1985. Da Pseudo
Silk Kimono  a Curtain 40 an ni di creativa
Call. L’eredità pr ovoc azione musicale
progressiva di Fish,
Steve, Mark, Pete e Ian

GENESIS In Ita
Tutti i concerti dal 1972 al lia.
1975

OSANNA > Palepolitana • ANEKDOTEN > Nuovo album


PFM > new life? • STEVEN WILSON > Che prog sia!
OZRIC TENTACLES > L’astronave Spacerock
| post-progressive sounds

Steven Wilson Katatonia Porcupine Tree


Hand. Cannot. Erase. Sanctitude Anesthetize
(4 DISC SET / 2CD / 2LP) (CD/DVD / BLU-RAY / 2LP) NUOVI FORMATI DISPONIBILI
Il tanto atteso nuovo album dal fondatore Lo Sbalorditivo concerto dall’intimo (CD&DVD / BLU-RAY)
della leggendaria cult band Porcupine show “Unplugged & Reworked” ripreso 130 minuti dal vivo ripresi dal vivo in
Tree, plurinominato ai Grammy. nella magica atmosfera della Union Olanda allo 013 di Tilburg, con una
DAL VIVO: Chapel di Londra performance completa di ‘Fear of a
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Nosound Gavin Harrison !"#$%&'()*+%,(-&


Teide 2390 Cheating the Polygraph '(%.)$%$+)-&/0&*.(&1+%#(2
(CD/DVD AUDIO VISUAL SET) (CD/DVD / LP) 3456&7&489:
Il nuovo concerto dei Nosound dallo lo storico batterista dei PORCUPINE Il nuovo doppio album degli epici Ozric
strabiliante Osservatorio di Teide, allo  %
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Starmus Festival di Tenerife. tracce della band in maniera brillante ritmi pulsanti, elettronica e atmosfere
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Welcome
ricomincia da dove avevamo lasciato… dallo Speciale N°2 di Classic Rock, edito sul finire
del 2014 e dedicato alla scena rock italiana degli anni ’70, ovviamente quella a tinte pro-
gressive. Il volto indimenticabile di Francesco “Big” Di Giacomo del Banco sulla copertina
rossa e oro, a cui era inevitabilmente dedicata… e non solo per l’ancora recente scom-
parsa (21 febbraio 2014). Un numero che pensavamo fosse destinato a rimanere unico,
almeno nel breve periodo; d’altronde da sempre ci dicono che questi percorsi non sono
adatti al mercato dell’edicola, che la gente non ha più interesse per la musica, tranne
che per i suoni da sottofondo o per i dischi più alla moda… ma alla moda per chi? E, pur-
troppo, in gran parte è vero, basterebbe analizzare i tristi dati discografici e dei concerti
per rendersene conto… ma ogni tanto qualcosa spariglia le carte! Il gradimento ottenuto
dallo Speciale ha convinto il nostro editore, che già pubblica la versione italiana di «Clas-
sic Rock Lifestyle», a mettere in piedi la versione italiana dell’inglese Prog Magazine,
affidandone la direzione al sottoscritto. Stesso formato e numero di pagine di Classic
Rock ma dedicate al rock progressivo e dintorni, senza tralasciare nulla, non solo quello
che la maggior parte della gente accomuna a questa definizione, ovvero il rock sinfonico
e romantico… non solo Anni 70 perché questi territori magici sono ancora attuali e ric-
chi di artisti che producono la propria musica. Questo numero, ancora a metà strada tra
lo Speciale e la rivista, è un secondo stimolo per voi lettori che, se ci confermerete con
l’acquisto e il passaparola il gradimento già tributato allo Speciale Prog Italia, ci darete la
possibilità da settembre di rendere periodico il nostro appuntamento in edicola. La prima
LA PRIMA RIVISTA AL MONDO DI PROGRESSIVE ROCK
copertina è dedicata ai migliori 120 album dal 1969 al 2015, divisi in italiani e stranie-
ri… scelti attraverso un sondaggio internazionale tra giornalisti, ascoltatori, discografici,
musicisti, grafici e qualsiasi persona interessata, oltre ai dati già raccolti in questi anni di
MARILLION
lavori progressivi. La redazione di Prog ha partecipato come tutti con i propri voti, pari a
MISPLACED CHILDHOOD AREA

quelli di qualsiasi altro appassionato. La seconda al 30° anniversario della pubblicazione


AUGURI
17 GIUGNO 1985. DA PSEUDO CRAC!
SILK KIMONO A CURTAIN 40 ANNI DI CREATIVA
CALL. L’EREDITÀ PROVOCAZIONE MUSICALE
PROGRESSIVA DI FISH,
STEVE, MARK, PETE E IAN

GENESIS IN ITALIA.
TUTTI I CONCERTI DAL 1972 AL
1975
di MISPLACED CHILDHOOD dei Marillion… solo il primo passo del cammino che vorrem-
mo intraprendere per capire meglio l’universo prog…
Amo molto due concetti. Il primo è: senza memoria non c’è futuro… il secondo fa, più
o meno, così: ognuno di noi ha il diritto e il dovere di avere dei sogni da coltivare, che,
almeno ogni tanto, si devono materializzare per poter continuare ad evocarli. Spero che
Prog possa servire anche a questo. E allora? E allora “musica”, come sempre, oggi più di
ieri, sempre più forte accanto a chi la vive ancora come un bisogno primario… d’altronde
OSANNA > Palepolitana • ANEKDOTEN > Nuovo album
senza musica che vita sarebbe?!
PFM > new life? • STEVEN WILSON > Che prog sia!
OZRIC TENTACLES > L’astronave Spacerock
Guido Bellachioma
sommario
#1 • Prog music 2015

8120 greatest prog album


1969-2015 I dischi scelti dal popolo prog
attraverso un sondaggio via internet…

34 Steve Hackett WOLFLIGHT,


l’ex chitarrista dei Genesis propone uno
dei migliori album della sua carriera solista

39Maurizio Di Vincenzo
Esiste l’anima prog nei disegnatori…

40Osanna Da PALEPOLI a PALEPOLITANA,


suoni e visioni del Pulcinella Rock
Francesco Desmaele

46Fabio Zuffanti Storie in


musica per l’instancabile artista dei suoni
progressivi

50Anekdoten UNTIL ALL THE


GHOSTS ARE GONE è il sesto album del
gruppo svedese

56 Nuova Raccomandata
con Ricevuta di
Ritorno Un disco live per Trick

58Ozric Tentacles
L’astronave space rock porta in dono
TECHINCIANS OF THE SACRED

62Area Buon Compleanno CRAC! Un


capolavoro non sempre capito…

70Premiata
Marconi
Forneria
Dall’ultimo concerto
con Franco Mussida al primo con Marco Sfogli,
racconto fotografico

40
Osanna

50
Anekdoten
Luca Fiaccavento
74Marillion Il monumentale
MISPLACED CHILDHOOD compie 30 anni

88Steven Wilson Lo si ama o lo


si odia… impossibile ignorarlo

92Nosound Disco live per Giancarlo


Erra, un italiano alla corte della K-Scope

94Renaissance
melodie pop
Rock sinfonico e

98Genesis Tutti i concerti italiani


dell’era Gabriel nel libro Genesis in Italia

104EG Records La prima


Francesco Desmaele

puntata della storia sulle etichette


leggendarie del progrock

108La Batteria Il nuovo gruppo


italiano tra rock progressivo e
colonne sonore

111Delirium
genovese
L’ERA DELLA
MENZOGNA, il nuovo album del gruppo

114Van der Graaf


Generator
per tutte le stagioni
Un generatore

126Not a Good Sign


Secondo lavoro per uno dei migliori
gruppi della nuova scena italiana

128Banco del Mutuo


Soccorso Vittorio Nocenzi
non ammaina bandiera tra nuovi concerti e
l’opera L’Orlando Furioso

70
PFM
(Franz Di 88
Steven
Cioccio) Wilson
Riccardo Arena

6
news
Forza Chris…
che la forza sia con te…

Un
fulmine a ciel sereno e una preoccu- e dal cantante Jon Anderson, il profilo di Squire all’in-
pazione enorme. Chris Squire, storico terno degli Yes è sempre stato alto. Il suono, metalli-
bassista degli Yes, è affetto da una rara co e potente, del suo basso (ottenuto amplificando in
forma di leucemia che gli impone di sottoporsi im- maniera separata le frequenze alte e quelle basse), il
mediatamente a tutte le cure del caso. Le date estive peculiare groove ritmico, quasi solistico, e le sue ar-
degli Yes insieme ai Toto sono confermate, anche se, monie vocali sono diventate da subito un vero e pro-
come ha sottolineato lo stesso artista inglese, sarà la prio marchio di fabbrica, così come la sua dinamica
prima volta dal 1968 che sul palco la band dovrà fare a ed esuberante presenza sul palcoscenico. Puntiglioso
meno di lui. Spiega Squire: “Abbiamo concordato con e meticoloso nelle scelte artistiche, all’inizio degli anni
gli altri che Billy Sherwood è in grado di sostituirmi 80, con gli Yes di fatto ridotti alla sola sezione ritmica
in maniera eccellente, quindi lo spettacolo non sarà dopo le defezioni di Rick Wakeman, Jon Anderson e
assolutamente deficitario. I fan avranno ugualmente Steve Howe, fu proprio lui con il batterista Alan White
modo di vivere la stessa ‘Yes experience’ che il grup- a mantenere in vita la storica sigla. Dopo aver tentato
po propone con successo da anni”. Chissà, però, cosa una difficile aggregazione con l’ex Led Zeppelin Jim-
proverà realmente il gigante di Kingsbury, chiuso nel- my Page, riuscì a pescare il jolly grazie all’arrivo del
la sua casa di Phoenix, nel vedere il suo Rickenbacker chitarrista e compositore sudafricano Trevor Rabin.
4001 temporaneamente parcheggiato in un angolo. Come per magia, non solo gli Yes erano risorti dalle
Del resto, finora la sua vita musicale è stata quasi inte- ceneri, ma erano di nuovo pronti a spiccare il volo, ot-
ramente dedicata agli Yes. Poche le digressioni dal glo- tenendo con il singolo Owner Of A Lonely Heart il loro
rioso marchio, con cui ha realizzato oltre 20 album in più grande successo di sempre. I dissapori nati con i
studio, tra il 1969 e il 2014: un disco solista, splendido, vecchi compagni alla fine di quella decade per il pro-
pubblicato nel 1975 e intitolato FISH OUT OF WATER, getto ABWH, sfociati in una lunga guerra legale per
il progetto Conspiracy, proprio con Billy Sherwood, e, l’utilizzo del marchio Yes, non gli impedirono qualche
più recentemente, Squackett, partnership di successo anno dopo di riabbracciarli ancora una volta e provare
con Steve Hackett. Da segnalare, nel 2005, il suo bre- a rilanciare l’anima prog del gruppo. Nato il 4 marzo
ve ritorno alle origini con i redivivi Syn, formazione del 1948 sotto il segno dei Pesci, deve a questo, oltre
da cui alla fine degli anni 60 nacquero in pratica gli che alla sua abitudine di concedersi lunghe pause nel-
Yes. Negli anni 70 la fase di scrittura era saldamente la vasca da bagno, il suo soprannome storico: “The
in mano al duo composto dal chitarrista Steve Howe Fish”. E allora, in bocca al pesce. Tieni duro Chris.

7
Le migliaia di risposte ottenute da tutto il mondo con questo referendum,
probabilmente stimolate dalla grande risposta ottenuta dal precedente
Speciale «Prog», dedicato a Francesco Big Di Giacomo, hanno dato il proprio
responso: 120 dischi che raccontano una storia importante tra l’Italia e il Resto
del Mondo. Senza il web, posta elettronica e i social network queste “pazzie”
non si possono fare… in questo caso “vintage è peggio”!
Testi: Guido Bellachioma

erto che potevamo pure farla più facile e  DAGLI AUTORI DI CLASSIC ROCK  non credo si sia mai preoccupato di farlo. Non
scegliere direttamente noi i dischi che più poteva mancare l’analisi della categoria stru-
apprezzavamo nei tanti anni che separano mentale a cui il prog deve molto: le tastiere,
il 1969 dal 2015, il presente dal passato, un riepilogo dei modelli più utilizzati nel corso
ormai remoto, eppure ancora vivo e attuale. di questo lungo percorso. E avremmo voluto
Ma non sarebbe stata la stessa cosa e poi, noi parlare ancora di tante cose, ma ci saranno
chi? «Prog» Italia diventa “noi” quando è un altri appuntamenti per farlo, mica vogliamo
tutt’uno con “voi”, la gente che ama davvero finirla qui. Abbiamo già appuntato ciò che ci
questa musica, altrimenti varrebbe solo per $%&(
!-<=>*
è venuto in mente mentre compilavamo que-
il peso della carta impiegata nella stampa, e sta lista. La storia potevamo narrarla in molti
noi non vogliamo che le cose vadano in que- modi e risultare ugualmente credibile, perché
!"#$%&'!(&)"*'"
+,(-"#!))"#./
Artegiani • Battiato

sto modo. Certo, non è stato facile mettere in non ci sono necessariamente i migliori, bensì
De Scalzi • Dei Rossi • Di
Di Giacomo • Fariselli
Cioccio

Lanzetti • Leone • Minieri


Mussida • Nocenzi
012345
ordine tutti i voti: dieci per ognuna delle otto gli album che hanno ricevuto il maggior nu-
Pagani • Pagliuca • Regoli
Rocchi • Senese • Simonetti
Sorrenti • Stratos • Tagliapietr
a
1#678793
:&'&#
"),+"',;

Tommaso • Tofani

categorie, fino ad arrivare ai quindici più ap- mero di voti tra tutti quelli che ci hanno invia-
Vairetti • Vescovi • Zarrillo
E TANTI ALTRI

prezzati, 15 per ognuna delle otto sezioni in- to le loro preferenze, amici e sconosciuti, ita-
MUSIC PROG  #2  BIM  2014 € 9,90

teressate. Un delirio, anche se estremamente liani e stranieri: tantissimi e questo ci riempie


Distributore: Press-Di Distribuzione Stampa e Multimedia S.r.l. - 20134 Milano

interessante, perché dalle risposte sono emer- di fiducia per il futuro. Non sempre siamo stati
se davvero tante cose, un universo variegato d’accordo con quanto emerso dalle votazioni,
e neanche “triste”, come vogliono, invece, gli ma è il bello della “democrazia diretta”: alcuni
stereotipi dell’ascoltatore prog medio. Ventisei dischi ci sembravano penalizzati e altri meno
pagine che, oltre a riportare i risultati con uno meritevoli della posizione ottenuta… ma
spazio per periodo storico, parlano di tante tant’è… quello che trovate nelle prossime pa-
realtà, anche se in questo caso abbiamo fat- gine non è stato ritoccato per piacerci di più.
to una scelta quasi autarchica, privilegiando Sarebbe stato stupido e con il solo risultato di
quelle italiane, altrimenti lo spazio non sareb- perdere un sacco di tempo. Avremmo redat-
be bastato: fanzine (non me ne voglia il mio to le liste fin da subito secondo i nostri gusti,
amico Franco Vassia, che ho nel cuore con la risparmiando anche molta fatica. Invece rin-
sua «Nobody’s Land», ma ne abbiamo prese graziamo tutti quelli che hanno partecipato e
tre come primo esempio), trasmissioni ra- anche tutti quelli che non lo hanno fatto… ma
dio, intervista a uno dei gruppi lo faranno la prossima volta. In
vincitori, però in due categorie Italia ci sono, fortunatamente,
(1980-1989 e 1990-1999, ov- ancora molte “entità progressi-
viamente tra i dischi italiani), «Le news su Prog Italia ve” che vanno, pur faticosamen-
e una pagina dedicata al perso-
naggio con cui il prog italiano
le trovate sul sito te, avanti e rendono ancora viva
questa musica, anche se poi è
ha dovuto confrontarsi a lungo: »
www.progressivamente.com difficilissimo vendere dischi o
Mauro Moroni: uno che non far andare la gente ai concerti,
passa certo inosservato… ma ma questo non riguarda solo

8
il prog. Il nostro mondo è costituito per senso. Il prog è un’emozione importante
prima cosa, ovviamente, da chi produce per la nostra vita ed esige un po’ di se-
il suono progressivo, ovvero gli artisti, rietà nella metabolizzazione, accompa-
altrimenti qualsiasi discorso di questo gnata, però, da un pizzico di sana ironia:
tipo non avrebbe senso. Ma non bisogna diffido sempre dai talebani di ogni tipo e
sottovalutare il lavoro delle etichette di- da chi vive tutto come se fosse una guer-
scografiche (AMS/BTF, Black Widow, Al- ra religiosa. Ognuno ha il territorio che
trOck, Ma.Ra.Cash, Electromantic, vuole dentro sé. E all’interno di questo
MP & Records, etc.), di chi si sbatte per si perde, si ritrova, si smarrisce e si rac-
i concerti (La casa di Alex a Milano, conta. Progressive rock. Emozioni. Sto-
2DAYS PROG+1 a Veruno, Progressiva- ria. Melodia. Tecnica. Cuore. Canzoni.
mente e Progressive World Live Experi- Racconti. Testa. Sangue. Passione.
ment a Roma, la sezione prog del FIM a Vita. Memoria. Memoria, non sterile
Genova, Prog Fest a Verona, Fasano Jazz rilettura del passato. Capace d’impa-
Festival, sempre con un occhio attento rare dai propri errori, senza rinnegare
al prog), di chi non abbandona la vo- nulla, anzi… svelare con rinnovata
glia di parlare e scrivere “around prog” energia nuovi confini culturali, socia-
in radio e sul web (Hamelinprog, Athos li, artistici. Album, canzoni… tutto è
Errile, «Rotter’s Magazine»). Non ce ne ormai inciso nel nostro DNA, non si
vogliano i troppi non citati perché è im- può sfuggire al verbo prog… poi decli-
possibile riportare tutti ma è solo grazie natelo come vi pare.
alla passione collettiva che questa splen-
dida musica, la prima forma di crossover
adulto nella storia del rock, ha ancora un

Alcuni numeri di Nobody’s Land


e di cartoline promo della trasmissione
«Progressivamente , in onda tutti i
martedì sui 103,3 di Radio Popolare Roma e in
streaming su www.radiopopolareroma.it.

9
Italia
1969-1979

La folgorazione
progmediterranea
on l’inizio degli anni 70 l’Italia co- mondo classico) o popolare (folk italico o del PEZZA (1972), Area/CRAC! (1975), Garybaldi/
nobbe per la prima volta una vera bacino mediterraneo). Il «Salvadanaio» è sta- NUDA (1972), Trip/CARONTE (1971) e ATLAN-
scena rock, non troppo organizzata to di gran lunga l’album più votato in questa TIDE (1972), Alan Sorrenti/ARIA (1972), Arti &
proprio per inesperienza, capace di sezione e il secondo in assoluto dopo IN THE Mestieri/Tilt (1974), Maxophone/MAXOPHO-
costruire in poco tempo il proprio COURT OF THE CRIMSON KING, per il resto NE (1975), Franco Battiato/SULLE CORDE DI
codice espressivo. Fortunatamente non era non ci sono state differenze così marcate, alme- ARIES (1973). Una vera sorpresa sono stati i
sempre mutuata dai modelli anglofoni, anzi no nelle prime 30 posizioni. Esclusi per pochi relativi pochi voti raccolti dai dischi del Peri-
una delle qualità migliori del prog italiano fu voti, e per questo citati: Goblin/PROFONDO geo, gruppo amatissimo ma più considerato
immettervi elementi della nostra cultura me- ROSSO (1975), Metamorfosi/INFERNO (1973), complessivamente che per un singolo album,
diterranea: alta (musica classica, l’Italia, in- Il Rovescio della Medaglia/LA BIBBIA (1971) e comunque il loro più votato è stato ABBIAMO
sieme alla Russia e alla Germania, è patria del CONTAMINAZIONE (1973), Le Orme/UOMO DI TUTTI UN BLUES DA PIANGERE (1973).

1 Banco del Mutuo 2Banco 3Le Orme 4Premiata


del Mutuo
Soccorso Forneria Marconi
Soccorso DARWIN! (1972) FELONA E SORONA (1973) PER UN AMICO (1972)

BANCO DEL MUTUO SOCCORSO


(Il Salvadanaio) (1972)

5 Balletto di Bronzo 6Premiata


Marconi
Forneria
7Banco del Mutuo
Soccorso
YS (1972) STORIA DI UN MINUTO (1972) IO SONO NATO LIBERO (1973)

8Area 9Museo Rosenbach 10 Locanda delle fate 11New Trolls 12Osanna


ARBEIT MACHT FREI (1973) ZARATHUSTRA (1973) FORSE LE LUCCIOLE NON SI CONCERTO GROSSO PALEPOLI (1973)
AMANO PIÙ (1977) PER I NEW TROLLS (1971)

13Ilperbiglietto
l’inferno 14Le Orme
IL BIGLIETTO PER L’INFERNO COLLAGE (1971)
(1974)

15Osanna 15 Premiata Forneria


Ex aequo

Marconi
L’UOMO (1971) L’ISOLA DI NIENTE (1974)

10
Resto del mondo
1969-1979

Sotto il segno
dei King Crimson
e datazioni non sono mai precise, mente tutti quelli in studio, non hanno rice- TOM (1974), Genesis/NURSEY CRYME (1971)
come il tempo scandito dagli oro- vuto preferenze solo i due live, EARTHBOUND e THE LAMB LIES DOWN ON BROADWAY
logi, sempre un po’ prima, sem- (1972) e USA (1975). Il meno votato, ma sem- (1974), Gentle Giant/GENTLE GIANT (1970),
pre un po’ dopo. Ma se chiedete pre tanto, è stato ISLANDS. Vista la popolarità ACQUIRING THE TASTE (1971), THREE FRIEN-
agli appassionati prog, di qualsi- dei Pink Floyd, è strano constatare che l’unico DS (1972) e IN A GLASS HOUSE (1973), Yes/
asi generazione e nella maggior parte dei casi, loro album tra i primi cinquanta sia uno dei più FRAGILE (1971), TALES FROM TOPOGRAPHIC
con quale album per loro inizia davvero il rock tosti, mentre DARK SIDE e WISH hanno raccol- OCEANS (1973), RELAYER (1974) e YESSONGS
progressivo ti risponderebbero IN THE COURT to davvero poco e, onestamente, questa cosa (1973), Hatfield and the North/THE ROTTERS’
OF THE CRIMSON KING, nel 1969. Risposta non mi dispiace affatto, ATOM è davvero un CLUB (1975), Gong/YOU (1974), Pierre Moer-
quasi scontata, infatti non c’è stata battaglia, grande album. I primi degli esclusi, alcuni dav- len’s Gong/GAZEUSE! (1977), Peter Hammill/
questo fantastico disco ha distaccato tutti di vero per una manciata di voti: King Crimson/ THE SILENT CORNER AND THE EMPTY STA-
svariate lunghezze, risultando il più votato in IN THE WAKE OF POSEIDON (1970), LIZARD GE (1974), Van der Graaf Generator/H TO HE
assoluto. I KC sono presenti con tre lavori tra (1970), ISLANDS (1971) e STARLESS AND BI- WHO AM THE ONLY ONE (1970) e STILL LIFE
i primi dieci, sette tra i primi trenta: pratica- BLE BLACK (1974), Robert Wyatt/ROCK BOT- (1976), Soft Machine/THIRD (1970).

1 2Genesis 3Van 4Yes


der Graaf
Generator
King Crimson SELLING ENGLAND BY THE
POUND (1973)
PAWN HEARTS (1971) CLOSE TO THE EDGE (1972)

IN THE COURT OF THE CRIMSON KING


(1969)

5Emerson
& Palmer
Lake
6Jethro Tull 7King Crimson
TARKUS (1971) THICK AS A BRICK (1972) LARK’S TONGUES
IN ASPIC (1973)

8Jethro Tull 9King Crimson 10Genesis 11Emerson


& Palmer
Lake
12Pink Floyd
AQUALUNG (1971) RED (1974) FOXTROT (1972) EMERSON LAKE & PALMER ATOM HEART MOTHER (1970)
(1970)

13 Gentle Giant 14Caravan


OCTOPUS (1972) IN THE LAND OF GREY
AND PINK (1971)

15Traffic
JOHN BARLEYCORN MUST DIE
(1970)

11
olo C orciulo
Testo: Pa

ebbene i primi stentati suoni (la fila- Suono, rivista gna arrivare agli inizi del 1900 affinché venga
strocca inglese Mary Had A Little Lamb) utilizzata in tal senso la valvola termoionica,
siano stati riprodotti nel lontano 1877 di hi-fi, nasce nel 1971 il primo componente elettronico attivo in gra-
per merito del fonografo di Thomas e ha sempre avuto do di fornire il segnale di potenza, amplificato
Alva Edison, solo un occhio di riguardo con una fonte esterna di energia. D’altronde il
molti anni più XX secolo, oltre che secolo breve, verrà defini-
tardi la riproduzione so- per il rock progressivo. to come quello dell’elettricità, proprio perché
nora diventerà fruibile Il suo editore ha consentito il funzionamento, attraverso il
per una larga moltitudi-
ne di persone. I dischi di
ci riepiloga un po’ di cose primo network galattico, quello elettrico, di
tutti quegli apparecchi che hanno bisogno di
cera, infatti, erano par- su tecnologia forza motrice, inclusi quelli per l’intratteni-
ticolarmente delicati e il e riproduzione sonora mento domestico. In un primo tempo il costo,
flebile suono del gram- sia del grammofono che del suo eventuale
mofono aveva bisogno di dalle origini a oggi, amplificatore a valvole, era tale da relegar-
essere amplificato! Biso- versus progressive… li unicamente ad applicazioni professionali:

Registratore a bobine Registratore a cassette


Technics RS 1500 Revox B 215

È l’epoca dei possenti


valvolari e dei grandi
diffusori ad alta efficienza, per
L’ arrivo dei
giapponesi e dei
transistor rendono
compensare le ridotte potenze i prodotti per la
offerte dal tubo termoionico. riproduzione musicale
Grazie alle repliche, abbastanza meno costosi e più
fedeli, di alcuni must dell’epoca efficienti, vengono
è possibile oggi godere di quelle sviluppati diffusori di
sonorità. Accanto al giradischi e minori dimensioni.
al vinile, che evolve da A quell’età dell’oro
78 a 33 giri, la fonte s’ispirano alcuni
elettiva è anche il costruttori attuali. Al
registratore a nastro. giradischi si affianca il Diffusori
Graham LS 5/9
registratore a cassette
che diventerà il media
Giradischi più diffuso sul pianeta.
Garrard 301

Amplificatore
Yamaha A – S2100
Finale di potenza
McIntosh MC. 75

Preamplificatore
McIntosh C22
Giradischi
Thorens TD 125
Diffusori
Klipschorn

12
L’ arrivo del compac disc (1983) determina una vera rivolu-
zione nell’ascolto della musica. Il piccolo supporto (13 cm)
a caduta determina la parziale smaterializzazione della musica
M entre la tecnologia digitale
prende piede, la spallata tec-
nologica determina una piccola
(codificata in forma digitale), c’è la possibilità di realizzare si- rivoluzione nel panorama delle
stemi di ridotte dimensioni senza penalizzare eccessivamente aziende per la riproduzione mu-
la qualità della riproduzione. sicale. Alcuni marchi storici ven-
gono sostituiti da concorrenti più
agguerriti, quelli più consumer
lasciano il campo ai cosiddetti
costruttori hi-end, che contrap- Diffusori

pongono l’impostazione umani- Linn Tukan


stica a quella puramente scien-
tifica utilizzata in precedenza. Alla supposta freddezza del digitale,
si contrappone una riproposizione sonora dove alcuni parametri
(la profondità della scena sonora, il “calore” della rappresentazio-
ne) vengono esaltati, approccio che sussiste tutt’ora.

Sistema
Linn Classik
Sistema coordinato
Sony CMT CP 11

in particolare nella re delle chitarre Gibson, è stato, anche grazie


transizione tra cine- alla collaborazione con la Ampex, colui che
ma muto e sonoro, ha sviluppato la prima macchina multitrac-

L
quando a metà degli a transumanza digitale si completa cia. È un passaggio epocale, che determina la
anni 20 le grandi or- e la musica… diventa liquida! Attra- possibilità di aumentare la complessità delle
chestre vengono so- verso una infrastruttura di tipo informa- partiture, e risulterà decisivo nel rock. Si può
stituite da sistemi di tico è possibile riprodurre file musicali in tranquillamente affermare che, altrimenti,
riproduzione sonora tutto e per tutto identici a quelli realiz- STG. PEPPER (1967) dei Beatles, considerato
(dischi fonografici in zati in studio di registrazione (alta riso- uno dei prodromi del progressive non sarebbe
bachelite da 78 giri) luzione). Attraverso il network galattico mai nato. Fu registrato agli Abbey Road Stu-
assai meno costosi! del terzo millennio (internet) l’archivio dios, usando due macchine Studer J37. Quan-
Il cinema e la radio musicale può essere delocalizzato, con- do qualche anno fa ho visitato gli Studios,
sono grandi fattori sultabile individualmente ovunque. Il dove i Beatles hanno effettuato la loro celebre
aggreganti delle per- paradosso è che torna di moda il vinile. camminata, quel registratore veniva mostrato
sone, le aziende c’investono, nasce una vera con grande orgoglio trai cimeli aziendali! Allo
industria e anche la sempre più raffinata at- stesso modo parte della fattibilità del WHITE
tenzione alla riproduzione sonora. Tutto ciò Sistema Streaming ALBUM è dovuta all’utilizzo del primo regi-
approda nell’ambito domestico (ma solo a Sonos Play 1 stratore a 8 tracce, mentre difficilmente Mike
metà degli anni 40 la Altec, casa produttrice Oldfield senza un Ampex a 16 tracce avreb-
di sistemi sonori per il cinema, realizza un si- be potuto effettuare da solo, in multitraccia
stema definito domestico pur di dimensioni differita, le musiche di TUBOLAR BELLS. E,
ancora enormi). La nascita del mercato do- ancora, probabilmente non è un caso che i
mestico stimola l’industria a sviluppare un Guano Apes, quando nella loro reunion hanno
supporto più facile da realizzare e da distribu- tentato di distaccarsi dallo stereotipo metal a
ire, così nel 1948 nasce il disco in vinile. Agli favore di sonorità più sperimentali, abbiano
inizi del decennio successivo viene commer- provato anche a sfruttare le possibilità offerte
cializzata la stereofonia e cresce l’attenzione dalla tecnologia digitale multicanale (per la
alla qualità delle registrazioni, passando dalla verità di poco successo a livello di consu-
presa diretta alle più raffinate registrazioni matore finale, come già accaduto con la
in studio; contestualmente viene offerta quadrifonia). Oggi, con Pro Tools, o altro
ad artisti, produttori e arrangiatori la software e un buon computer, tutto que-
possibilità di registrare più parti, sto è possibile facilmente; infatti, viene
sia una alla volta che simultanea- da sorridere pensando alle difficoltà e ai
mente. Il merito è principalmen- limiti espressivi di allora se non fosse per
te di Les Paul (vero nome Lester quella ricchezza espressiva e raffinatezza,
William Polfuss, nato il 9 giugno che pur tra mille difficoltà usciva fuori e che
1915 a Waukesha, morto il 12 agosto merita, oggi come ieri, di venire ben ripro-
Giradischi stand alone
2009 a New York), che, oltre a essere il creato- (stadio fono e l’ampli cuffia incorporato) VPI Nomad.
dotta!

13
Italia
1980-1989

Eppur
qualcosa si muove
eneralmente si è portati a pen- non solo è stato citato ma quasi sempre nelle rio a qualsiasi opera di revisionismo artisti-
sare che negli anni 80 i fremi- posizioni più alte. Il disco è ancora nel cuore di co… e non solo. Appello agli Ezra: realizzate
ti progressivi siano ridotti ai tanti, lo si evince anche da piccole considera- finalmente il vostro terzo disco, ovviamente e
minimi termini, nonostante zioni con cui molti hanno motivato la propria doverosamente anche in vinile, e non pensate
l’esplosione progressiva sia scelta. Evidentemente non si deve fare quell’o- a rimettere mano ai vecchi master… sono già
relativamente vicina. In effetti, è quasi vero, pera di “ritocco”, che prevede il risuonarne al- trascorsi 25 anni dall’ultimo disco che avete
soprattutto nella prima metà della decade, cune parti, di cui ogni tanto mi parla Mauro Di pubblicato. Curiosità: è stato il titolo più stor-
mentre gli ultimi due/tre anni rappresentano Donato di Ezra, perfezionista e insoddisfatto piato in assoluto, lo avete scritto nei modi più
l’anticipazione di quella che è generalmente della resa tecnica di MYTH OF THE CHRYSA- disparati! Esclusi per poco: Opus Avantra/
considerata “l’altra” stagione d’oro del prog VIDES; la gente lo ama con i suoi inevitabili STRATA (1989), Guercia/GUERCIA FIGURA
italiano, più che altro per la possibilità di cir- difetti audio, conseguenza dello scarso bud- GOFFA (1982), Area/TIC TAC (1980), Goblin/
colazione della musica: gli anni 90. Il primo get economico a disposizione per registrare e PHENOMENA (1984), Le Orme/PICCOLA
degli Ezra ha preso un buon margine a tutti, missare. E poi io sono generalmente contra- RAPSODIA DELL’APE (1980).

1 Ezra Winston
MYTH OF THE CHRYSAVIDES
2Nuova Era
DOPO L’INFINITO (1989)
3Picchio dal Pozzo
ABBIAMO TUTTI I SUOI
PROBLEMI (1980)
4Nuova Era
L’ULTIMO VIAGGIO (1988)

(1988)

5Pierpaolo Bibbo 6Sithonia 7 Leviathan


DIAPASON (1980) LUNGO IL SENTIERO DI PIETRA EARTHQUAKE (1988)
(1989)

8Edith 9Devil Doll 10Mo.Do. 11Stormy Six 12Arcansiel


…A SPACE BETWEEN EVER AND THE GIRL WHO WAS… DEATH LA SCIMMIA SULLA SCHIENA MACCHINA MACCHERONICA FOUR DAISIES (1988)
NEVER… (1989) (1989) DEL RE (1980) (1980)

13Aton’s 14Mad Puppet


A.I. 2984 (1988) MASQUE (1982)

15PFM
SUONARE SUONARE (1980)

14
Resto del mondo
1980-1989

Marillion: l’asso
pigliatutto del prog
l primo posto troviamo ancora con quattro 33 giri… tutti quelli pubblicati con nuto riscontri così positivi; a distanza di tanti
i King Crimson, unica band/ Fish! Si arrendono solo a DISCIPLINE dei soliti anni regge discretamente botta, nonostante sia
artista a far entrare almeno King Crimson, anche se in realtà i vecchi e i nuo- penalizzata dall’incisione insufficiente che non
un album nei primi quindici di vi musicisti parlano un linguaggio piuttosto dif- fa rendere al massimo le sofisticate soluzioni
ogni spazio temporale analiz- ferente rispetto alla decade precedente. SCRIPT, melodico-sinfoniche, pur se in alcuni momenti
zato. Sopravvivono i Genesis con un lavoro che MISPLACED e FUGAZI sono separati davvero da troppo leggere nell’utilizzo della voce, belle le
non amo, ma questa è un’altra storia. Due al- pochissimi voti, in proporzione alle tante perso- parti di chitarra classica/elettrica, flauto e sin-
bum degli Yes, anche se agli antipodi come for- ne che hanno partecipato, mentre CLUTCHING tetizzatori. Fuori dai quindici per poco: Peter
mazione e approccio musicale; 90125 li porta in è un po’ distaccato. Tranne i due titoli degli I.Q., Gabriel/IV (1982) e SO (1986), Camel/NUDE
cima alle classifiche mondiali grazie al singolo- sono praticamente assenti altri rappresentanti (1981), Bill Bruford/GRADUALLY GOING TOR-
tormentone Owner Of A Lonely Heart, che li fa en- del New Prog britannico come Twelfth Night, NADO (1980), Jethro Tull/THE BROADSWORD
trare anche nelle discoteche di tutto il mondo. Pendragon e Pallas. Non pensavo, invece, che AND THE BEAST (1982), Ozric Tentacles/PUN-
Ma la vera rivoluzione sono i Marillion, presenti l’opera dei brasiliani Bacamarte avrebbe otte- GENT EFFULGENT (1989).

1 King Crimson
DISCIPLINE
2Marillion
SCRIPT FOR A JESTER’S TEAR
(1983)
3Marillion 4Marillion
MISPLACED CHILDHOOD (1985) FUGAZI (1984)

(1981)

5Yes 6Peter Gabriel 7Yes


90125 (1983) IV (1982) DRAMA (1980)

8I.Q. 9King Crimson 10Peter Hammill 11Queenryche 12I.Q.


TALES FROM THE LUSH ATTIC THREE OF A PERFECT PAIR AND CLOSE AS THIS (1986) OPERATION: MINDCRIME (1988) THE WAKE (1985)
(1983) (1984)

13Genesis 14Marillion
DUKE (1980) CLUTCHING AT STRAWS (1987)

15Bacamarte
DEPOIS DO FIM (1983)

15
Autunno 1988,
scalinata dietro
il Campidoglio di
Roma. Da sinistra:
Fabio Palmieri,
Mauro Di Donato,
Daniele Iacono,
Paolo Lucini.

Il fumetto prog
Testi: Guido Bellachioma

Il nome del gruppo


romano è ispirato

di Ezra Winston…
al personaggio del
fumetto «Mort Cinder»,
creato nel 1962
dal grande Alberto
Breccia: l’antiquario
risultati del referendum di «Prog» Italia
hanno detto che tanti appassionati ama- Ezra Winston.
no gli Ezra Winston, nonostante quasi Mauro Di Donato
nessuno li abbia mai ascoltati dal vivo – i
loro concerti si contano sulle dita di una e Paolo Lucini, colonne
mano – e non incidano da talmente tanto di EW, hanno ancora un
tempo da far pensare che si siano sciolti.
In realtà, dovrebbe essere così per tutte grande amore
le persone sensate, ma loro lo sono in per il prog, nonostante
modo particolare: hanno il Three Fates
Studio in comune, dove continuano sembri il contrario
a ragionare in chiave Ezra e a mettere per il lungo silenzio
nel cassetto le idee buone per l’ipotetico
terzo lavoro. Ma in questo senso sono ottimista, trascorso dal secondo
l’amore per questa musica, diversa e senza para-
occhi, alla fine l’avrà vinta e arriverà anche il loro
disco: solo 25 anni!!! Ma
nuovo disco… forse! Intanto MYTH OF CRYSA- non hanno mai smesso
VIDES (1988) e ANCIENT AFTERNOONS (1990)
hanno ottenuto il primo posto tra i dischi italiani
di comporre musica…
1980-1989 e 1990-1999. Mica male per un grup-
Paolo Lucini
po praticamente ibernato…

Gli appassionati ancora apprezzano


gli EW dopo 25 anni, non dovrebbero,
invece, averli dimenticati?
Mauro: Non ho idee precise in merito. Credo che
quei dischi rappresentino in Italia la nascita e la
presa di coscienza di un fandom. Il prog arriva da
Mauro Di Donato

16
un ambito mainstream, è un fenomeno Lucini, sinfonico… “un colpo al cerchio e uno alla botte”.
Three Fates
legato alla grande industria musicale, Studio, Concordo con Mauro. Avevamo un atteggiamento
ma negli anni 80 è migrato definitiva- Roma. più distaccato e critico nei confronti del New Prog,
mente nel circuito indipendente. I dischi comunque in quel periodo erano attivi i vari Yes,
realizzati in quel periodo segnano quel Pink Floyd ed era ancora possibile trovare qualche
passaggio. In qualche modo hanno con- altra piccola perla sparsa in giro.
tribuito a creare il contesto di ricezione
in cui tutt’ora sopravvive. Poi non so… Cosa vuol dire oggi rock progressivo?
evidentemente piacquero a qualcuno.
Mauro: Domanda difficile. Io penso che il prog esi-
Come si formò Ezra, non tanto dal sta ancora, a suo modo. O meglio, c’è una linea di
punto di vista biografico quanto ricerca e sperimentazione che si può far risalire al
del perché mettersi a suonare prog. Penso a gruppi come gli Elbow o Radiohead,
rock progressivo in quel periodo? lettronica avevano cambiato tanto il panorama che sono più recenti. Un pezzo come Any Day Now
musicale, ma il progressive aveva ancora molti esti- degli Elbow è prog, secondo me. Più che altro il
Mauro: Il percorso ricalca quello di al- matori. Non si trattava di revival, bensì della nuova lato sinfonico e romantico del progressive mi pare
tre band… conosciuti a scuola, passioni generazione che aveva formato i propri gusti ascol- molto ridimensionato. Anche la tecnica e il virtuo-
musicali in comune, il piacere di suonare tando i dischi dei fratelli più grandi. Insomma esi- sismo oggi sono meno presenti. Ma questo non mi
assieme. Ascoltare progressive rock era steva ancora continuità con la grande stagione del dispiace particolarmente. Il tecnicismo alla lunga
abbastanza naturale all’epoca. La frat- prog. E del resto, nei primi anni 80, i gruppi storici annoia. Ciò che è radicalmente cambiato è il mer-
tura del punk, l’arrivo di MTV e dell’e- erano ancora in attività. Quando abbiamo iniziato cato musicale in genere. Oggi l’industria musica-
a suonare non avevamo idea che in Inghilterra ci le è una propaggine di quella televisiva. E quindi
fosse un movimento New Prog. Non conoscevamo deve sottostare alle regole televisive. La parabola
i Marillion o gli IQ, li abbiamo scoperti dopo. Noi di MTV si è compiuta finendo per ribaltare le ge-
ascoltavamo i Genesis, gli Yes, i Gentle Giant e vole- rarchie. Però, a fronte di questo processo, c’è mol-
vamo fare quella musica li. Non c’era l’idea di riesu- to fermento sui canali di distribuzione alternativi.
Ezra Winston mare qualcosa. Semplicemente suonavamo quello Internet è pieno di gruppi interessanti. E gli appas-
che ci piaceva. Poi, quando abbiamo terminato il sionati di musica ormai si rivolgono quasi esclusi-
PLAYLIST primo disco, abbiamo iniziato a guardarci attorno vamente a queste nuove piattaforme di diffusione.
I vostri dieci album progressivi, e abbiamo scoperto le fanzine, come «Paperlate», Penso sia positivo, in fondo. L’industria musicale
senza distinzioni di tempo
e nazionalità gruppi di appassionati e, soprattutto, nuove band non ha più nulla da dire e, in un certo senso, attra-
inglesi, vedi i Marillion. All’epoca, internet non esi- verso il web la parola torna ai musicisti e al pubbli-
Paolo: steva e questi movimenti erano un po’ come delle co. Da questo punto di vista credo che ci sia ancora
sette esoteriche. Esistevano le fanzine fotocopiate, spazio per la creatività e la sperimentazione.
1 Nice
ARS LONG VITA BREVIS e FIVE BRIDGES convention nei posti più improbabili, scambio di
materiali inediti e tutto ciò solo con il passaparola,
Paolo: Se solo considerassimo la vecchia termi-
nologia usata per identificare questo tipo di mu-

2 E.L.P.
TRILOGY e BRAIN SALAD SURGERY
altro che Facebook. Ovviamente ci è sembrato il ca-
nale adatto per diffondere il nostro materiale, così ci
sica, ovvero “rock sinfonico” o sue innumerevoli
varianti, che io ancora preferisco a “progressive”,
siamo accodati al New Progressive ma, in realtà, ne si capirebbe meglio che questo tipo di espressione
3 Jethro Tull
THICK AS A BRICK siamo sempre stati piuttosto distanti dal punto di
vista dei gusti e dello stile. I nostri riferimenti erano
artistica è concepita al di fuori di qualsiasi vincolo
non prettamente musicale. Esattamente come era

4 Yes
THE YES ALBUM e RELAYER
quelli degli anni 70.
Paolo: Per quel che mi riguarda, provenendo da
per la musica sinfonica in ambito classico. Va da
sé che su questi presupposti si tenda a produrre
studi musicali classici, l’unico modo per “evadere” opere assolutamente fini a se stesse, libere da ogni
5 Genesis
THE LAMB LIES DOWN ON
BROADWAY, A TRICK OF THE TAIL
dall’eccessivo, pur se indispensabile, accademismo
del conservatorio era quello d’immergersi nel rock
forma d’interferenza non artistica che ne possa in-
fluenzare lo stile, la durata o il testo.
e WIND AND WUTHERING

6 Gentle Giant
THREE FRIENDS

7 Rush
HEMISPHERES e FLY BY NIGHT

8 Magellan
TEST OF WILLS

Sono più di dieci…


ho “sforato” in tutti i sensi!
Mauro: Allora mi limito
a integrare…

9 Genesis
NURSERY CRIME

10 Gentle Giant
OCTOPUS

11 Pink Floyd…
ATOM HEART MOTHER
Ezra Winston,
l’antiquario
del fumetto
e poi ci sono i King Crimsom, «Mort Cinder»,
i Van der Graaf Generator… creato nel 1962
impossibile, sono troppi. dal disegnatore
Alberto Breccia.
ascolti

From Genesis
To Revelation
La trasmissione è in onda tutti i lunedì dalle 23:35 su Radio Popolare,
su Popolare Network e in streaming su www.radiopopolare.it.
Il fascino del prog intorno a mezzanotte…
Testi: Renato Scuffietti

poradicamente attiva già da nel tempo molte iniziative, ma quella


molti anni, con il consolida- alla quale siamo più affezionati è “su-
mento del palinsesto e della ite per un anno”, un lavoro a più band
redazione a partire dall’e- che hanno realizzato un’opera unica,
state del 1999, ha iniziato inedita e originale. La strada della spe-
a trasmettere regolarmente un’ora di rimentazione è aperta.
rock progressivo alla settimana, “sfo-
rando” spesso in notturna, dilagando Nick Barrett dei
Per scalette, notizie e informazioni
a volte per tutta la notte. La redazione Pendragon, Roma, siamo su www.facebook.com/
è composta da tre persone: io, collabo- 17/10/08. groups/48557126664/facebook
ratore di lunga data di Radio Popolare
con la grande passione per il prog ca-
nonico dei megagruppi dei Seventies e
della ondata albionica di newprog (Ma-
rillion, Pendragon, Twelfth Night); da
Matthias Scheller, fan del prog sinfo-
nico, della scena italiana, discografico
per passione e per professione, attento Stratos con la
figlia Anastassia
osservatore della cosiddetta borderline Castello di Scipi ,
one,
progressiva (psichedelia, space, goti- Salsomaggiore,
1971.
co); da Franco Cibei, enciclopedico co-
noscitore della scena italiana, nonché
raro esempio di tassista progressivo.
FGTR nasce come divertissement ma in
breve tempo è diventata un preciso
punto di riferimento, presentando no-
vità, classici, fanzine, oscuri inediti, in-
terviste, case discografiche, concerti e
dedicando piccole ma preziose mono-
grafie ai sottogeneri. Sempre per gioco,
e grazie al lodevole intervento di un
webmaster appassionato della trasmis-
sione, è nato il nostro sito che “progres-
sivamente” si è spostato su Facebook,
ampliando la possibilità d’intervento
e discussione anche al di fuori dello
spazio radiofonico. Da sempre FGTR ha
organizzato e organizza concerti per le
nuove leve del prog italiano, cercando
anche di riproporre gruppi storici che,
dal palco del Bloom di Mezzago (nel
cuore della Brianza) e dall’auditorium
di Radio Popolare, non a caso intitola-
Luca Fiaccavento

to a Demetrio Stratos, riescono ancora


a entusiasmare il sempre più numero-
so pubblico. La trasmissione ha varato

18
fascino
fanzines
il
delle

«Paperlate»
Tutto nasce, narra la leggenda, in una birreria milanese tra quattro amici.
Non esiste il giornale che vogliamo? OK, ce lo facciamo da soli, e allora vai
con macchine da scrivere, fotocopie e distribuzione in due negozi di dischi:
il primo numero di «Paperlate», prima fanzine prog italiana, esce nell’aprile 1984.
Testi: Ezio Candrini

inverno del 1983 non cali milanesi si riusciva a organizzare una profonda riflessione. Se la rivista
passerà certo tra quelli qualche rassegna prog con i gruppi ita- ha cessato da qualche anno la sua
memorabili per la sto- liani emergenti di allora, e addirittura attività, la redazione è rimasta unita
ria del prog; i vecchi due “Progressive Party” a base di video nell’amicizia, con lo stesso entusia-
dinosauri dei Seventies e rarità, con un’affluenza (600 parte- smo di quando iniziammo. E questo
ormai capitolati, con i soli Genesis (o cipanti) perfino superiore a quella di entusiasmo potrebbe fare in modo che
quasi) a tentare mutazioni, più o meno altri concerti più significativi da noi l’esperienza di «Paperlate» ritrovi vita,
commerciali e di dubbia rilevanza arti- organizzati, come quelli di IQ, Pendra- magari con altri progetti o sotto altra
stica. Proprio dalla passione e il ricordo gon e Arena. Il ventennale, nel 2004, forma.
dei fasti genesiani si formò un nuovo venne festeggiato con un nu-
gruppo di amici, conosciuti per inter- mero “storico” e l’altrettanto
posta persona o tramite annunci sul storica intervista fiume a Franz
buon vecchio «Ciao 2001», quando le Di Cioccio. Ma l’epoca non era
copertine viravano inevitabilmente più già più la stessa di quando ini-
sui Duran Duran che sui Jethro Tull. ziammo con tanta passione e
Si cominciò con poche fotocopie, una qualche ingenuità. L’avvento
pinzatrice, le prime cronache di chi di nuove forme di tecnologia
fra noi era stato a Londra a scoprire il e comunicazione, la chiusura
nuovo fermento, l’eco di gruppi nuovi Due degli ultimi
di tanti negozi di dischi (vei-
totalmente sconosciuti, i Twelfth Night numeri di «Paperlate», colo parallelo per diffusione
al Marquee Club, i Pallas e poi loro: i il 55 (aprile 2008) ne sul territorio di «Paperlate»)
Marillion. Erano le prime avvisaglie avrebbe sancito la fine. ci costrinsero nel tempo a
dell’esplosione new prog, che, nel giro
di pochi mesi, divenne, a torto o ragio-
ne, connotazione di «Paperlate»; le te-
lefonate, il tam tam delle informazioni,
la presenza ai concerti fece il resto. Nel
novembre 1984 eravamo già in grado
di organizzare la trasferta di trenta per-
sone a Ginevra al seguito di Fish e soci.
L’esplosione mediatica di MISPLACED
CHILDHOOD, l’anno successivo, ci
costrinse ad aprire un nuovo canale
d’informazione con la fanzine, Real To
Read, in parallelo alla nascita del fan
club ufficiale marillico in italia, oggi
The Web Italy. Con gli anni la nostra
strategia editoriale, grazie anche all’in-
gresso di sempre nuovi collaboratori,
ha trovato l’equilibrio, affiancando il
new prog a retrospettive, approfondi-
menti e interviste alle vecchie glorie
come Gabriel, Hammill, Jon Anderson,
Banco, PFM, ma anche spazio per la Dedica di Fish, camerini prima
del concerto milanese di giugno.
contemporanea scena progressiva che Sopra Candrini, Manuela
non fosse quella inglese; era il tempo e Claudio Cozzutto con Fish
dei primi Änglagård, Echolyn, Isildurs e Steve Rothery.
Bane, Cast, mentre in parallelo nei lo-

19
Italia
1990-1999

Sembrava fosse
un rinascimento…
a seconda metà degli anni 80 nicamente migliori, altrimenti si perde un po’ dosso dei primi sono: Germinale/…E IL SUO
lasciava presagire che qualcosa la dimensione sonora complessiva. I dischi RESPIRO ANCORA AGITA LE ONDE… (1995);
stava cambiando in meglio. Il italiani andavano parecchio pure all’estero A piedi nudi/ECLISSI (1998), Aufklärung/DE’
rock progressivo, grazie anche e questo era un segno decisamente incorag- LA TEMPESTA… L’OSCURO PIACERE (1995),
al sostegno appassionato di giante. Purtroppo, con l’avvento dei 2000 Moongarden/MOONSADNESS (1994), Host-
piccole realtà, capaci però di muovere persi- si sarebbe persa parte di questa circolazione sonaten/HOSTSONATEN (1997), Nodo gor-
no le montagne, circolava più liberamente e, delle idee. Gli Ezra Winston pubblicano il se- diano/NODO GORDIANO (1999), Le Orme/IL
in verità, la qualità delle produzioni era me- condo album a distanza di soli due anni dal FIUME (1996), Montefeltro/IL TEMPO DI FAR
diamente più alta. Si stampavano più dischi, primo, lasciando capire di aver trovato il pas- LA FANTASIA (1992), Devil Doll/ SACRILE-
si suonava un po’ di più, anche se questo è so giusto e che presto ne sarebbe arrivato un GIUM (1992) e DIES IRAE (1996), Dunwich/
sempre stato un punto dolente persino negli altro… ancora stiamo aspettando. Tanti altri SUL MONTE È IL TUONO (1993), Aria Palea/
anni 70, d’altronde per far rendere bene que- avrebbero meritato di entrare tra i primi 15, ZOICEKARDIÁ (1996), Garden Wall/PATH OF
sta musica dal vivo ci vogliono strutture tec- anche con più dischi. Quelli esclusi ma a ri- DREAMS (1994).

1 Ezra Winston
ANCIENT AFTERNOONS
2Eris Pluvia
RINGS OF EARTHLY LIGHT
(1991)
3D.F.A.
DUTY FREE AREA (1999)
4Finisterre
FINISTERRE (1994)

(1990)

5Deus Ex Machina 6Finisterre 7Nuova Era


DE REPUBBLICA (1995) IN LIMINE (1996) IL PASSO DEL SOLDATO (1995)

8Notturno Concertante 9Aviolinee Utopia 10Malibran 11Deus Ex Machina 12Devil Doll


EREWHON (1993) AVIOLINEE UTOPIA (1997) LE PORTE DEL SILENZIO (1993) DEUS EX MACHINA (1992) SACRILEGIUM (1992)

13 Il Trono
dei Ricordi
14Leviathan
BEE YOURSELF (1990)
IL TRONO DEI RICORDI (1994)

15Divae
DETERMINAZIONE (1995)

20
Resto del mondo
1990-1999

Nuovi percorsi tra l’America


e la Scandinavia…
ispetto agli anni 70 e 80 ità. In realtà, di nuovo dalla terra d’Albione ci di Roine Stolt, futuro Flower Kings, icona del
la maggioranza dei dischi sono solo gli Ozric Tentacles con ERPLAND, prog svedese anni 70: Änglagård, Anekdoten
presenti tra i primi 20 non la loro opera migliore, doppia, che non è pro- e i grandi Landberk, che non sono arrivati
proviene dall’Inghilterra prio progressiva nella più comune concezione per poco tra i primi quindici. HYBRIS ha ot-
bensì dagli Stati Uniti, dalla del termine. In effetti, quel periodo non è il tenuto consensi uniformi dagli appassionati
Svezia, dalla Francia. Sul versante britannico momento migliore per il prog inglese. AS THE di tutto il mondo, mentre gli Anekdoten han-
troviamo due lavori dei Porcupine Tree, band WORLD degli americani Echolyn ancora oggi no preso la maggior parte delle preferenze in
di Steven Wilson, oggi considerato, a torto o è splendido, le armonie vocali impreziosisco- Italia. Distaccati per una incollatura: Flower
a ragione, il nume tutelare del prog presso la no le parti strumentali assolutamente di livel- Kings/RETROPOLIS (1996), Landberk/IN-
gente “normale”, perché, è evidente, noi non lo lo. Dei Dream Theater inutile disquisire, visto DIAN SUMMER (1996) e ONE MAN TELL’S
siamo, anche se ci può piacere Wilson; poi tre che sono i più popolari del lotto. Dalla Svezia ANOTHER (1994), Roger Waters/AMUSED TO
vecchie volpi della scena come I.Q., Marillion arrivano gruppi interessanti, che ottengono DEATH (1992), Talk Talk/LAUGHING STOCK
e King Crimson per una rassicurante continu- consensi persino maggiori degli storici Kaipa (1991).

1 Echolyn
AS THE WORLD (1995)
2Änglagård
HYBRIS (1992)
3Dream Theater
IMAGES AND WORDS (1992)
4Porcupine Tree
SIGNIFY (1996)

5Echolyn 6I.Q. 7Porcupine Tree


SUFFOCATING THE BLOOM EVER (1993) THE SKY MOVES SIDEWAYS
(1992) (1995)

8Marillion 9Dream Theater 10Anekdoten 11Spock’s Beard 12 Minimum Vital


BRAVE (1994) METROPOLIS PT. 2: SCENES VEMOD (1993) THE LIGHT (1995) SARABANDES (1990)
FROM A MEMORY (1999)

13Ozric Tentacles 14Discipline


ERPLAND (1990) UNFOLDED LIKE STAIRCASES
(1997)

15King Crimson
THRAK (1995)

21
Mauro Moroni è la figura più rappresentativa del rock progressivo italiano al
di fuori degli artisti che lo hanno creato, specialmente negli anni 90
con la sua Mellow Records. L’etichetta, fondata nel 1991 con Ciro Perrino (Il Sistema,
Celeste), ha creato un catalogo vastissimo, superato solo da quello della francese
Musea: gruppi nuovi, ristampe di classici, allora impossibili da trovare, tranne che sul
mercato collezionistico, prime pubblicazioni di lavori mai stampati negli anni 70.
Testi: Guido Bellachioma

l
a leggenda attribuisce a Mauro un la psichedelia italiana degli anni 80: nel 1994 ni in Italia e credo che non abbia concorren-
sacco di frasi a effetto, molte vere, al- la Mellow aprì la sottoetichetta Fruit Salad ti anche a livello internazionale. Per questo
tre… forse. Piuttosto azzeccata, pur Division, dove trovarono posto anche gli Ef- numero di «Prog» non ha voluto parlare, ma
nell’ironia quasi alla carta vetrata, la fervescent Elephants, creatura psichedelica di ne eravamo sicuri, e noi lo ricordiamo con le
seguente, che ben fotografa la situa- Lodovico Ellena, stimolato da Moroni a realiz- sue considerazioni su alcuni classici del prog
zione della musica prog, ma non solo, da mol- zare il libro Storia della musica psichedelica italia- italiano degli anni 70 e sui gruppi italici degli
ti anni a questa parte: “Ci sono più musicisti na) Decisamente rimarchevole l’idea di cosa anni 90 (considerato l’altro periodo “felice”
che ascoltatori”. Moroni ha un carattere forte, scrivere sulla propria tomba, il più tardi pos- del prog dopo i Seventies). Le scrisse all’inizio
spesso volutamente provocatorio, ma ciò non sibile, ovviamente: “Sono essenzialmente un degli anni 2000 per il sito di From Genesis to
può metterne in secondo piano l’enorme pre- FOLLE COLLEZIONISTA DI VINILI, non certo Revelation, trasmissione in FM su Radio Popo-
parazione e conoscenza in ambito prog, con un businessman, e come tale preferisco esse- lare, condotta da Renato Scuffietti e Matthias
Alberto Tagliati

sensibilità spiccata in tutti i settori confinanti re citato e ricordato sulla lapide”. D’altronde Scheller. Sono ancora valide e le riportiamo
(ama il folk e ha una sana passione anche per la sua collezione di vinili prog non ha parago- senza nessun ammodernamento.

Finisterre
I classici del Prog italiano anni 70 secondo Moroni
Premessa: ho escluso i quattro grandi (PFM, Orme, Banco e Area), di cui si spera sappiate tutto. Non ho messo nomi strani, che conosciamo in tre.
Le recensioni sono brevissime per ovvi motivi. Non ho citato singoli artisti solisti.

Alphataurus: ALPHATAURUS, DIETRO L’URAGANO Museo Rosenbach: ZARATHUSTRA


Insieme all’Uovo di Colombo e Cherry Five, il gruppo più L’album di prog italiano da avere in primis.
positivamente influenzato da ELP. Entrambi i Cd sono facilmente La Nuova Idea: CLOWNS
reperibili. Il migliore dei tre che hanno fatto. Difficili da avvicinare a qualcuno
Apoteosi: APOTEOSI in particolare, il che è un merito.
Tra Renaissance e PFM, un gioiello. Cd reperibile. Opus Avantra: INTROSPEZIONE
Arti e Mestieri: TILT, GIRO DI VALZER PER DOMANI Album sofisticatissimo che mixa avanguardia e musica classica.
Tecnicamente mostruosi, tra Mahavisnu Orchestra e prog classico. Osanna: PALEPOLI
Il Balletto di Bronzo: YS Un po’ datati ora, ma documento significativo del mix tra tradizioni
Forse il disco più importante di tutta la storia del prog nostrano. popolari e rock progressivo.
Aspettatevi un ascolto shock. Non dico altro.
Biglietto per l’inferno: BIGLIETTO PER L’INFERNO, IL
TEMPO DELLA SEMINA
Il migliore esempio in italia di hard/rock progressivo con Campo di
Marte. Entrambi i Cd disponibili.
Campo di Marte: CAMPO DI MARTE
Vedi Biglietto. Disponibile.
Celeste: PRINCIPE DI UN GIORNO, CELESTE II
Difficile essere obiettivi parlando del gruppo del co-proprietario
Mellow. Il primo è un capolavoro mellotroniano “Very Crimson
e PFM”; il secondo è completamente diverso, assai vicino ai Soft
Machine di THIRD. Entrambi facilmente recuperabili su Cd.
Circus 2000: AN ESCAPE FROM A BOX
I Jefferson italiani? Già il primo album è un gioiellino, il secondo è
colossale. Una volta si trovavano su Cd, ora non so…
Garybaldi: ASTROLABIO
Bambi Fossati, da sempre l’Hendrix italiano. Album imperdibile.
Jacula: TARDO PEDE IN MAGIAM VERSUS
Il disco più venduto nella storia delle ristampe prog. Che dire? A me Il Paese dei Balocchi: IL PAESE DEI BALOCCHI
non piace, ma tutti lo considerano un capolavoro del dark prog. In assoluto l’album che prediligo. Classico, sofisticato, mai banale.
Orchestra discreta, se dovessi trovare un difetto… la voce.
Jumbo: DNA
Difficili da etichettare al di là di qualche influenza tulliana, molto Saint Just: SAINT JUST, LA CASA DEL LAGO
originali e caratterizzati da un vocalist eccellente. Completamente differenti ma entrambi imperdibili. Da sentire e
giudicare di persona. Se li trovate fateli vostri.
Latte e miele: PAPILLON
I primi tre sono su un buon livello. Di chiara ispirazione classica e La Seconda Genesi: TUTTO DEVE FINIRE
molto melodici. Uno dei pochissimi dischi carissimi; eccellente anche sul piano
musicale. Classica, avanguardia, un briciolo di jazz, flauto dovunque.
Locanda delle Fate: FORSE LE LUCCIOLE NON SI AMANO PIÙ
Tra i primi 5 dischi da avere. No doubt. Sensations Fix: FRAGMENTS OF LIFE
Forse la band italiana che ha più venduto all’estero. Musica
Maxophone: MAXOPHONE
elettronica, no doubt, mai noiosa.
Altro gruppo mitico. Genesis e Mellotron dovunque. Da preferire la
versione italiana. The Trip: CARONTE
Uno degli album fondamentali per chi ama il rock tastieristico. Joe
Metamorfosi: INFERNO
Vescovi: un maestro nei dialoghi serratissimi con il chitarrista Gray.
Alcuni riferimenti a ELP ma assai originali per l’epoca. Il cantante
è un grande e la sezione ritmica è da paura. Evitare come la peste L’uovo di Colombo: L’UOVO DI COLOMBO
l’altro lavoro, E FU IL SESTO GIORNO. Una versione a tratti migliorata degli ELP e molto italiana.

DEUS EX MACHINA STANDARTE

I
FINISTERRE (se non continueranno BARROCK
migliori gruppi a voler diventare come i Blue Vertigo)

HOSTSONATEN
DFA
italiani attivi A PIEDI NUDI
RUNAWAY TOTEM
LEVIATHAN
degli anni 90 IMMAGIN’ARIA SUNSCAPE
In ordine assolutamente casuale.
NODO GORDIANO MOONGARDEN
Sono esclusi i gruppi di prog/metal. DIVAE MAD CRAYON
Ciascun disco di questi signori è in grado MALIBRAN SITHONIA
di spazzare via qualunque neo-progghettaro
albionico. Vogliamo continuare così, che se H20 VIRTUAL DREAM Divae
ne accorgano solo i giapponesi? EGOBAND DUNWICH
23
fascino
fanzines
il
delle

«Arlequins»
L’Italia delle fanzines, oltre che dei comuni, è ben rappresentata da questo senese
di matrice prog, ancora appassionato di musica, e che, sono sicuro,
trasmetterà questa “malattia” a sua figlia Madeleine…
sua moglie Jessica era già contagiata prima di conoscerlo.
Testi: Alberto Nucci

ra il 23 giugno 1990. Alla tv si allargò, annoverando anche Luca di vita, «Arlequins» ha via via espanso
c’era Colombia-Camerun, Rodella, Marco Del Corno e Francesco le sue attività, cercando di collaborare
mondiali di calcio italiani; Fabbri; composizione che si manterrà fattivamente alla crescita e alla diffu-
a Scandicci si tenne la pri- stabile fino al 1997. Numerosi altri colla- sione del progressive rock in Italia, en-
ma riunione “ufficiale” della boratori si sono avvicendati nelle fila di trando nell’organizzazione di vari eventi
redazione di una nuova fanzine dedicata «Arlequins» durante gli anni, non solo di musica progressiva. Nello specifico,
al Progressive Rock. Il nome che venne da ogni parte d’Italia, ma anche dall’e- possiamo annoverare coinvolgimenti
scelto fu «Arlequins», un tributo agli stero (Brasile, Spagna, Francia, Svezia, fattivi e organizzazioni in prima persona
Ange, mitico gruppo francese, e anche Finlandia). Nel corso dei primi 7 anni di vari eventi, come Jesters, festival di
una certa esigenza di affrancamento
dall’anglofonia imperante. Alberto Nuc-
ci, Giovanni Baldi e Riccardo Maranghi
erano i nomi di quei fondatori, spinti
dalla voglia di parlare e scrivere del loro
genere musicale preferito, recuperando
e scoprendo entità musicali vecchie e
nuove, lontane dai riflettori. Da qui la
scelta che venne fatta, fin da subito, di
non parlare dei “grandi nomi” (Genesis,
Yes etc.), se non in modo marginale, con-
centrando l’attenzione sui gruppi minori
di una scena che, in quel periodo, stava
tornando a rinascere. Non nego – anzi! –
che c’era anche un certo spirito di emu-
lazione nei confronti della storica fanzi-
ne «Paperlate», non tanto nel tentativo
di soppiantarla quanto nel desiderio di
colmarne i buchi e di affiancarsi ad essa
nel supportare la musica che amavamo.
Fin dal secondo numero, la redazione

Tutti i numeri, 20,


editi da Arlequins, 14
come fanzine e 6 come
rivista registrata.

24
musica progressiva a Mondovì (CN), con Le Orme al Progfest 1997 a Los Angeles;
12 band italiane (1991); questo rappre- fu la prima uscita all’estero delle Orme
sentò l’evento più importante messo in del “nuovo corso Prog” (successivo alla
opera dalla associazione Fondazione, nata pubblicazione dell’album IL FIUME).
con l’intento di rilanciare il progressive Nel corso degli anni il formato e l’aspet-
rock in Italia e che vedeva il coinvolgi- to grafico muta varie volte, passando
mento di varie realtà del prog del mo- dal formato fanzine (vengono pubblicati
mento (fanzine, negozi specializzati e 14 numeri) degli inizi a un aspetto e uno
gruppi musicali), con grandi aspettative status professionale, fino alla costitu-
ma, purtroppo, dalla vita molto breve. zione dell’Associazione Culturale Arle-
Poi cinque edizioni del festival Musica quins (1995) e la pubblicazione di una
per la Libertà di Terni, in associazione rivista regolarmente registrata (6 nu-
con Amnesty International, dal 1991 meri) con Guido Bellachioma nella ve-
al 1995 (con varie band italiane quali ste di direttore responsabile. In questo
Nuova Era, Notturno Concertante, Ezra periodo si ha la massima espansione,
Winston, Asgard, Aufklärung, Balletto con punti vendita in tutta Italia, nonché
di Bronzo, Finisterre, Tale Cue, Eris Plu- in Spagna e Brasile, e abbonati anche
via ed altre, più gli spagnoli Galadriel). Il in molti Paesi stranieri. Nasce anche il
Festival Progressivamente di Altomonte sito internet, il primo in Italia dedicato
(CS), con Anekdoten, Trono Dei Ricordi, al rock progressivo. Nel 1997 la redazio-
Progetto Osanna, Mad Crayon, Kraken ne si scioglie; il timone resta in mano a
in the Maelstrom e Malibran (1994), in ultimi al castello di Meleto (1996) che me solo e decido di andare
cui ricoprivo il ruolo di direttore artisti- venne organizzato grazie all’entusia- avanti, pur con l’ausilio di
co, voluto da un gruppo di appassionati smo della proprietà di questo magnifico qualcuno dei vecchi colla-
della cittadina calabrese con l’appoggio castello nel bel mezzo del Chianti, una boratori. Nasce quindi «Ar-
di Guido Bellachioma, che concesse la location d’eccezione che (assieme alla lequins Newsletter», che
possibilità di utilizzare il nome PRO- produzione vinicola) affascinò il gruppo torna al formato originario
GRESSIVAMENTE, unica volta. Infine svedese e richiamò un numeroso pub- di fanzine, forte però dell’e-
poi vari altri concerti di Landberk, Ritual blico. Motivo di soddisfazione fu poi il sperienza acquisita in sette
e Anekdoten, tra cui quello di questi contributo fornito alla partecipazione de anni. Di «Arlequins New-
sletter» vengono pubblicati
9 numeri, fino a quando, nel 2000, ces-
sano definitivamente le pubblicazioni in
versione cartacea e l’attività viene tra-
sferita interamente sul sito Internet, sul
nuovo dominio www.arlequins.it. Dal
2001 «Arlequins» è gestito congiunta-
mente da Alberto Nucci e Jessica Attene
attorno ai quali si è via via formata una
A destra Alberto redazione affiatata e a tutt’oggi il sito
Nucci con sua figlia rappresenta un riferimento importante
Madeleine e il nostro
Speciale «Prog».
all’interno della scena progressive rock
italiana. «Arlequins» accompagna così,
in un certo senso, il processo di smate-
rializzazione subito dalla musica negli
ultimi anni, segnato dalla scomparsa
dell’oggetto fisico e dall’affermarsi di-
lagante dell’era digitale, fatta di byte e
file, streaming e download. A dispetto di
ciò devo però dire che, molto romanti-
camente, continuiamo a occuparci solo
di chi pubblica ancora su supporti fisici,
ignorando del tutto gli album digitali! È
anche la crisi dei negozi di dischi, gli spa-
zi fisici d’incontro e scambio, che uno
dopo l’altro abbassano le saracinesche,
soppiantati da spazi virtuali, certamente
meno accoglienti ed affascinanti. In ve-
rità bisogna ammettere che permettono
di avvicinare all’istante gli appassionati
sparsi ai quattro angoli del mondo. An-
che per «Arlequins» è arrivata così una
pagina MySpace prima e una Facebook
dopo, oltre che un forum. Se continu-
iamo a esistere è proprio perché il prog
non è mai morto, anzi è riuscito sempre
a rigenerarsi, contando ancora oggi su
tanti nuovi artisti, anche in Italia. Non
è musica mainstream e sicuramente, al
di là dei nomi più importanti, c’è sempre
molto da scoprire e siamo qui proprio
per questo.

25
Italia
2000- 2015

Nessuno demorde
onostante ci sia un grande in Italia ma specialmente nel nostro territorio, solo nella categoria 1969-1979. Vicini ai primi
disordine sotto il cielo, che che non nelle decadi precedenti. Eppure la qua- 15 ci sono: Gran Turismo Veloce/DI CARNE, DI
in questi ultimi 15 anni ha lità delle proposte non è proprio scarsa, anzi… ANIMA (2011), Fonderia/FONDERIA (2002) e
rivoluzionato il modo stesso poi il discorso dell’originalità non è cosa che RE<<ENTER (2006), Barrock Project/REBUS
d’intendere la musica, com- riguarda solo questa epoca, anche negli anni (2009), Not a Good Sign/NOT A GOOD SIGN
preso il metodo di produzione e distribuzione, 70 esistevano artisti che tracciavano la strada (2013), La Maschera di Cera/PETALI DI FUOCO
un’area di coraggiosi ancora continua a met- e chi ci s’incanalava, con più o meno qualità. (2010), Ingranaggi della Valle/IN HOC SIGNO
tere la musica al centro della propria esisten- E poi album rivoluzionariamente innovativi (2013), La Coscienza di Zeno/LA NOTTE AN-
za, prima per loro stessi, poi per chi ha ancora non è che abbondino in altri campi musicali. CHE DI GIORNO (2015), Le Orme/ELEMENTI
voglia di ascoltare. Sempre più l’arte per l’arte, Questa sezione è una di quelle che complessi- (2001) e LA VIA DELLA SETA (2011), Sophya
visto che ormai si sono davvero ristretti gli spa- vamente ha ricevuto più voti. Le Orme è stato Baccini/ARADIA (2009), NichelOdeon/IL GIO-
zi di mercato, discografico e live. Sicuramente l’unico gruppo sempre votato nelle quattro se- CO DEL SILENZIO (2010), Doracor/LA VITA
ci vuole più coraggio a fare prog oggi, non solo zioni, anche se ha piazzato dischi nei primi 15 CHE CADE (2011).

1 2Deus Ex Machina 3Yugen 4Ildelle


Tempio
Clessidre
Il Cerchio d’Oro CINQUE (2002) LABIRINTO D’ACQUA (2006) ALIENATURA (2013)

DEDALO E ICARO
(2013)

5Museo Rosenbach 6Metamorfosi 7Fabio Zuffanti


BARBARICA (2013) PARADISO (2004) LA QUARTA VITTIMA (2014)

8Hostsonaten 9Moongarden 10Il Bacio della Medusa 11Presence 12Accordo


dei Contrari
THE RIME OF THE ANCIENT THE GATES OF OMEGA (2001) DISCESA AGL’INFERI D’UN GOLD (2001) KUBLAI (2011)
MARINER (2012) GIOVANE AMANTE (2008)

13Areknames 14Syndone
LOVE HATE ROUND TRIP (2006) ODISSEAS (2014)

15Unreal City
IL PAESE DEL TRAMONTO
(2015)

26
Resto del mondo
2000-2015

La storia non è ancora


conclusa
siamo giunti ai giorni nostri posto una vera e propria multinazionale del sente del mondo prog. Segnalazione d’obbligo
davvero in un battito di ciglia. prog, i Transatlantic di Neal Morse (guarda chi per gli straordinari Tool, elemento certamente
Le contaminazioni sul ceppo ritroviamo!), Roine Stolt (The Flower Kings), di confine, dove i ritmi si scontrano senza fine.
originario del prog, già contami- Pete Trewavas (Marillion) e Mike Portnoy (ex Metal, prog, rock schizzato? Per loro è diffici-
nato nella concezione originale, Dream Theater). Sui Transatlantic non è pos- le veramente trovare una definizione calzan-
sono più evidenti che negli anni 90 e ancora sibile alcuna mediazione… o si amano o si te ma, in effetti, non c’è bisogno. Ascoltarli
più marcate nella mappa globale dei 700 tito- odiano, magari per lo stesso motivo. Suono è d’obbligo, aspettarli anche… a nove anni
li rappresentati. In questa classifica c’è anche bello gonfio e patinato, ovviamente tecnica- dall’ultimo passo, 10,000 DAYS (2006) si rico-
un ritorno alle origini coi soliti I.Q. e il super- mente ineccepibile, ma sarei stato sorpreso mincia a parlare di una nuova uscita dei Tool.
gruppo Spock’s Beard, che dopo un altro disco del contrario. Steven Wilson stavolta appare Magari, anche se non sarà facile andare oltre
avrebbe perso il leader Neal Morse… certo se con il settimo sigillo dei Porcupine Tree, prima quello già fatto. I primi esclusi, sempre per
non amate il rock sinfonico molto appariscen- volta con il batterista Gavin Harrison, e con pochi voti: Gazpacho/DEMON (2014), Opeth/
te questo gruppo non fa per voi. Al secondo due dischi solisti: sempre più figura onnipre- DAMNATION (2003).

1 Steven Wilson
THE RAVEN THAT REFUSED TO SING
2Transatlantic
SMPTe (2000)
3Tool
LATERALUS (2001)
4King Crimson
THE POWER TO BELIEVE (2003)

(2013)

5Big Big Train 6Spock’s Beard 7Porcupine Tree


ENGLISH ELECTRIC PART I V (2000) IN ABSENTIA (2002)
(2012)

8Marillion 9Echolyn 10Echolyn 11Steven Wilson 12The Mars Volta


MARBLES (2004) THE END IS BEAUTIFUL (2005) ECHOLYN (2012) GRACE FOR DROWNING (2011) DE-LOUSED IN THE
COMATORIUM (2003)

13I.Q. 14Haken
ROAD OF BONES (2014) THE MOUNTAIN (2013)

15Matthew Parmenter
ASTRAY (2004)

27
Tastiere: non per forza
ma per amore
Non ci devono essere per forza le tastiere nel prog ma se ci sono… non dispiacciono!
Il tastierista romano, membro della Fonderia e della Batteria,
parla di alcuni amori tastieristici…
Testi: Stefano Vicarelli
Mellotron M-400 1970/1977 PFM Flavio Premoli
Tra gli utilizzatori: Tony Banks, Robert Fripp, Beatles, Led Zeppelin,
Rick Wakeman, Moody Blues, Patrick Moraz, Pink Floyd, Flavio Premoli.
on il rock progressi- Il primo, vero, campionatore con un frame di nastri per tasto. Ogni
vo nasce la conta- frame contiene tre suoni, selezionabili con il selettore a tre posizio-
minazione, più pro- ni per spostare le testine sul nastro. Suoni miscelabili tra il primo
fonda e organizzata e il secondo e tra il secondo e il terzo. Quelli storici del prog sono il
che in precedenza, 3 violins, l’8 choir, il flute, il brass. Alcuni frame avevano effetti so-
tra generi musicali, nori (Rick Wakeman sul finale del solo di YESSONGS). Strumento
riguarda il rock, la molto essenziale nel funzionamento ma con grandi problemi d’in-
musica classica, il jazz, il folk, la musi- tonazione, soprattutto
ca sperimentale e quella elettronica. Al nei primi modelli, do-
centro di questa nuova dimensione arti- vuti alle problemati-
stica c’è sicuramente stato, e c’è ancora, che della scheda mo-
uno strumento protagonista, entrato tore CMC-10. Questa
prepotentemente in scena: le tastiere. fu poi sostituita dalla

Fabio D’Emilio
Tale ruolo l’ha rubato principalmente più stabile SMS2, mi-
ai chitarristi, fino ad allora considerati i gliore in particolare
maggiori frontman insieme ai cantanti. sugli accordi con mol-
Se riteniamo temporalmente il nostro te note. Da citare anche il modello a due tastiere, il Mark
punto di partenza, la fine degli anni 60, II, usato principalmente dai Moody Blues e dai Beatles,
la tecnologia non offriva grandi risorse ma lo troviamo persino nei dischi di gruppi hard-blues
sonore. Fortunatamente nel 1968/1969 come i Free.
Robert Moog, ingegnere e pioniere
dell’elettronica (23 maggio 1934, New
York – 21 agosto 2005, Asheville) aveva Hammond C-3
già elaborato alcuni sistemi modulari, primi modelli 1949/50 – 1974
così qualche artista ne aveva assaggiato Tra gli utilizzatori: Keith Emerson, John Evans,
le potenzialità e il fascino. Si pensi ai Be- Eddie Jobson, Patrick Moraz, Rick Wakeman, Flavio
atles per ABBEY ROAD o Walter Carlos Premoli; Area, Jon Lord, Rick Wright, Kerry Minnear.
in SWITCHED-ON BACH, per limitarci ai Due tastiere, 5 ottave con preset, percussioni
più conosciuti. In quel periodo il tastie- e vibrato scanner. Elettromeccanico, utilizza la
rista aveva quasi sempre sotto le dita sintesi additiva delle forme d’onda armoniche
l’organo, principalmente Hammond, per generare i suoni. L’Hammond sfrutta un ge-
oppure un combo elettronico, tipo Farfi- neratore con ruote foniche (dette tonewheels), che
sa o Vox. L’organo Hammond con questa si muovono grazie al motore sincrono. Le forme
musica è strato stravolto dall’originario d’onda provengono da queste ruote meccaniche,
concetto di strumento liturgico: trattato che creano la variazione di campo magnetico in
e filtrato attraverso distorsori, modulato- Keith Emerson corrispondenza del pick-up, catturandone il suo-
ri ad anello, molle di riverbero e talvol- no. Sull’amplificazione dell’organo Hammond
ta anche muri di amplificazione Leslie, ci sono due scuole di pensiero: alcuni hanno
Marshall e Hiwatt. C’è anche chi lo ha mal- da sempre preferito la voce del suo Leslie, altri
trattato, accoltellandolo e sbattendolo a il suono diretto con potenti Marshall o Hiwatt,
terra, sfruttandone i lamenti provocati per ottenere una saturazione importante. Keith
dai feedback e dalle molle del riverbero: Emerson usava un muro misto, Leslie/amplifi-
stiamo parlando, ovviamente, del più catori statici (Hiwatt e Marshall). Il C3 a volte è
spettacolare atteggiamento da palco di sostituito dal modello B-3, tecnicamente identico
Keith Emerson durante la cavalcata di ma col mobile aperto sotto, sorretto da quattro
Rondò. Contemporaneamente comparve gambe.
nei dischi e sui palchi il Mellotron,

28
Hammond L-100/M-100. Hohner Clavinet D-6
Tra gli utilizzatori: Tony Banks, Keith Emerson, 1971/1978
Tony Pagliuca, Tony Kaye. Tra gli utilizzatori: Rick Wakeman,
Modelli definiti “spinette”, con due tastiere da quattro Peter Hammill, Gentle Giant,
ottave, alcune limitazioni di armoniche rispetto ai mo- Patrick Moraz.
delli più grossi C-3/B-3. L-100 è il modello usato da Keith
Emerson per le sue “battaglie”.

Fabio D’Emilio
Tony Pagliuca
Le Orme

Combo organs Compact Duo Farfisa


1965/1969
Tra gli utilizzatori: Rick Wright
Il classico combo organ, facilmente tra-
sportabile per le ridotte dimensioni, è
molto simile al suono degli organi Vox Strumento funky per eccellenza, a
(Doors). Il compact duo ha due tastiere, corde con pick-up simili a quelli di
quella inferiore ha due ottave con i colo- una chitarra elettrica; in sostanza
ri invertiti, nera e grigia, splittabile. L’i- è un clavicordo, dove ciascun tasto
dea era quella di suonare mellow chords termina con un gommino, viene
o linee di basso sulla tastiera inferiore e spinto contro la corda che comin-
linee soliste su quella superiore. cia a vibrare. Il classico sound del
Clavinet è particolarmente apprez-
zabile in Tank degli Emerson Lake &
Palmer nel disco di esordio, anche
se il modello in questione è prece-
dente al D6, esattamente si tratta di
un Clavinet L.

Genesis
Tony Banks
EMS VCS3
1969/anni 90
Tra gli utilizzatori: Pink Floyd,
Eddie Jobson, Who, Patrick Moraz
Il modello più famoso del marchio in-
glese EMS, il primo sintetizzatore a
voltaggio controllato, terribile come
strumento melodico ma eccezionale
per le prime sperimentazioni in campo

Fabio D’Emilio
di electronic music e psichedelia. Diffi-
cilmente interfacciabile con altri stru-
menti e di ardua programmazione.
strumento diventato uno dei simboli del
rock progressivo, una vera icona, e primo
vero campionatore a nastri. Poco dopo,
inizio anni 70, arrivò un’altra arma mi-
cidiale a disposizione del tastierista prog,
altra icona: il sintetizzatore monofonico
più famoso di tutti i tempi: il Minimoog.
Questo strumento ha rivoluzionato in
maniera definitiva il ruolo del tastieri-
sta prog (e non solo), permettendogli
Pink Floyd finalmente di fraseggiare alla pari con
Richard Wright i chitarristi, avendo a disposizione un
arsenale sonoro incredibile. In pratica,
tutta la potenza del mastodontico sinte-
tizzatore modulare si poteva finalmente
trasportare sotto un braccio. Sui palchi
la quantità di tastiere a disposizione
aumentava visibilmente, fino a diven-
tare vere e proprie “fortezze”, chiuse su
più lati (l’emblema è sicuramente Rick
Wakeman). Hammond, Minimoog (anche
più di uno), Mellotron, Hohner Clavinet,
piano Rhodes, altri sintetizzatori mono-
Fabio D’Emilio

fonici come Arp Pro Soloist e Odissey. A


metà degli anni 70 comparvero

29
Minimoog model D
1970/1981
sul mercato i costruttori giapponesi e Tra gli utilizzatori: Keith Emerson, Geoff Downes, Rick Wakeman, Jan Hammer, Eddie Jobson, Patrick
con essi la spinta propulsiva verso la Moraz, Rush, Dave Sinclair, Steve Winwood, Kerry Minnear, Rick Wright, Flavio Premoli, Tony Pagliuca.
polifonia dei sintetizzatori. Mentre in Per la prima volta suonato in pubblico a New York nel 1970, tre oscillatori, il classic ladder filter
America la Moog cominciava a perdere 24db/ottava, due inviluppi, un amplificatore VCA. Alcuni componenti derivati dai precedenti sistemi
qualche colpo con il Polymoog, uno dei modulari, non tutti i Mini sono identici: nel corso della produzione ci sono stati alcuni cambiamenti
primi grandi polifonici fu lo Yamaha CS- nelle schede oscillatori. Alcune qualità hanno reso il Minimoog un classico delle tastiere: la sua por-
80 (Toto, Vangelis), successo commer- tabilità, il suo design, la facilità nella programmazione e soprattutto il suono, paragonabile solo ai
ciale derivato dal gigantesco prototipo suoi fratelli maggiori modulari.
GX-1, costosissimo e costruito in pochis-
simi esemplari, reso famoso, ancora una
volta, da Keith Emerson, WORKS VOLL
I/II. Successivamente, l’avvento del digi-
tale rese velocemente obsoleti i gloriosi
e sacri Hammond e Mellotron. In linea
teorica, con un polysynth, vedi il Prophet
5 o i nuovi Yahama e Korg, che stavano
dilagando sul mercato, si poteva evita-
re di portarsi dietro quegl’ingombranti
organi, piani elettrici e tutte le strings
machine dei primi anni 70 (Arp Solina,
Logan). Il tastierista aveva più sicurezza
e affidabilità, apparentemente più diver-
timento, nelle decine di preset con suoni
già pronti e già accordati; anche i roadies
erano decisamente più contenti… senza
tutti quei pesi da scaricare e ricaricare,
prima e dopo i concerti! Seguirono gli
anni della sintesi in fm (quella dello Ya-
maha DX-7), che si aggiunse ferocemente
a quella classica sottrattiva, ormai

Moog
1963

Vittorio
Fabio D’Emilio

Nocenzi
Steve Winwood

Patrick Moraz
Bob Moog

30
Yamaha CS-80 1977/1980 Keith Emerson Yamaha CP-80
Yamaha GX-1 1975/fine anni 70 1978/1986
Tra gli utilizzatori del CS-80: Tony Banks, Kate Bush, Peter Tra gli utilizzatori: Peter Gabriel,
Gabriel, Klaus Schulze, Toto. Rick Wakeman, John Evans.
Keith Emerson per il GX-1. È un piano elettroacustico, il classico
Il CS-80 è stato un gran sintetizzatore polifonico, il quale, “electric-grand”, ancora oggi campio-
insieme forse al Prophet 5, ha rovinato la fama del concor- nato dalle moderne case di tastiere
rente Polymoog. Una tastiera di 61 note, 16 voci, 22 preset e e software. Il suono classico di Peter
aftertouch polifonico. Il GX-1 è famoso perché è il mammoth Gabriel solista. Anche se molto pe-
usato da Keith Emerson nel tour di WORKS, è anche il synth sante, era lo strumento che voleva
di Fanfare For The Common Man e di Pirates. Aveva un costo sostituire i classici pianoforti a coda.
originario di 50.000 sterline e ne sono stati costruiti meno di C’era la possibilità di averlo in ver-
10 esemplari. Il sintetizzatore più impressionante per l’epoca sione MIDI, per l’interfacciamento
con due tastiere polifoniche più una terza monofonica. con altri synth e moduli.

Rick Wakeman
Klaus Schulze

Guido Bellachioma
Klaus Schulze

Stefano Vicarelli

ARP PRO Soloist


1972/1977
Tra gli utilizzatori: Tony Banks, Jon
Lord, John Entwistle, Patrick Moraz,
Tom Coster.
Uno strumento semplice e dai sor-
prendenti suoni, specialmente di
flauti, brass, cello. Tastiera sensibi-
le, che permetteva ottima espres-
sività. Molto “traballante” elettro-
nicamente, non facile da suonare.
Nessuna interfaccia per collegarlo
ad altri sintetizzatori.

ARP Odissey
1972/1981
Tra gli utilizzatori: Brand X, John Evans, Gryphon, Jon Lord,
Jethro Tull, Patrizio Fariselli.
Il primo sintetizzatore bifonico, negli anni 70 famoso quasi
quanto il Minimoog: due oscillatori, due generatori di rumo-
re, un generatore di inviluppo e un generatore di rumore ad
anello. Molto aggressivo per la peculiarità del suo filtro, piena-
mente interfacciabile
Area
Patrizio Fariselli con altre macchine
analogiche. Ne esi-
stono tre versioni: la
Francesco Desmaele

prima, col pannello


bianco, la seconda
(1977) col pannello
nero e oro e la terza
Roberto Masotti

(1978) nera con le le-


gende arancioni.

31
PolyMOOG Clavia Nord Lead
1975/1980 1995/2014
quasi in declino. In fase di rivalutazione, Tra gli utilizzatori: Tony Banks, Il Nord Lead è stato il primo sintetizzatore digitale a emu-
forse sono gli anni peggiori come resa Rick Wakeman, Patrick Moraz. lare la sintesi analogica. L’accezione “virtual analog” è sta-
sonora. Ci sono stati alcuni personaggi O si odia o si ama. ta coniata da Clavia. Utilizza DSP (Digital Signal Proces-
che hanno saputo trarre meravigliosa Il primo vero polifonico marcato sor) programmati per emulare la sintesi FM e sottrattiva.
ispirazione da questa novità tecnologica Moog; all’epoca c’era anche l’O- Il primo esemplare è uscito nel 1995, nel 2013 è arrivata
digitale, soprattutto dalla nuovissima berheim 4 voice in produzione, ma il la sua quarta versione. Il synth è polifonico multitimbri-
sintesi di campionamento, suoni usati Polymoog fu certamente di più facile co, filtro, inviluppo e LFO, un arpeggiatore e, soprattutto,
in modo assolutamente nuovo e rivolu- utilizzo. Tastiera a 72 note, con po- manopole analog-like dedicate alla programmazione. Oggi
zionario. Uno su tutti: Peter Gabriel e il lifonia totale, una vera rivoluzione non ci si fa più caso ma negli anni Novanta era un piace-
Fairlight. Da qui fino al nuovo millennio per l’epoca. Quando uscì era il sogno vole ritorno, dopo quasi due decenni di menù, sottomenù
non ci sono grandi rivoluzioni (a parte la di tutti i tastieristi, ma nel giro di e programmazione a pulsanti…
discussa decade degli anni 80 con i suoi poco tempo la sua popolarità crollò.
suoni, oggi definiti “finti”, il massiccio Aveva numerosi problemi tecnici,
uso di drum machine e sequencer) se soprattutto, sembrava che non suo-
non nel fatto che i suoni delle “tastiere nasse affatto come il Minimoog o, Korg M1
tutto fare”, come Yamaha Motif o Korg meglio, come il Minimoog polifoni- 1988/1995
Kronos, sono di gran lunga “migliori”. co. Usato soprattutto per strings pad, Tra gli utilizzatori: Rick Wakeman, Queen, Mike Oldfield,
Qualsiasi suono d’organo della Korg e alcuni suoni di piano/clavicembalo, i Keith Emerson.
Kronos è meglio dell’analogo suono del- preset avevano archi, piano, organo, La Korg M1 negli anni 90 è stata la prima music worksta-
la Yamaha DX-7 degli anni 80. In genera- harpsichord, clavi, vibes e brass. Volumi, tion di grande diffusione. Il suo MIDI sequencer integra-
le, viene rivalutato a pieno il sound delle filtraggio ed equalizzazione separati to, oltre alla gamma di suoni all’interno, consentivano di
macchine analogiche, degli organi elet- per tre sezioni di tastiera. ottenere arrangiamenti professionali. Ha superato nelle
tronici, dei piani elettromeccanici, dei vendite i due prodotti concorrenti dell’epoca: la Yamaha
sintetizzatori dal suono grasso come il Rick Wakeman DX7 e la Roland D-50.
Moog, che il ventennio 80/90 aveva spaz-
zato via, ritenendoli obsoleti. Per questo Rick Wakeman
negli anni 2000 c’è stato un indiscusso
ritorno all’analogico, sia con macchine
e software “virtual analog” (Clavia Nord
Lead, per esempio), sia con le riedizioni
dei gloriosi strumenti d’epoca (Korg MS-
20, Arp Odissey, Minimoog Voyager, Prophet
08 e 12). Non solo: il Mellotron viene nuo-
vamente costruito, esattamente come
quello del 1970, cosi come Rhodes e Wur-
litzer. Ci sono ottimi cloni che emulano il
suono dell’Hammond e alcune ditte italia-
ne sono tra i maggiori produttori di cloni Prophet 5
Hammond. In ogni caso… tutti rivoglio- 1978/1984
no “quello vecchio”. Oggi ritroviamo sui Tra gli utilizzatori: Peter Gabriel,
palchi bestie come i veri Hammond C-3, Rick Wakeman, Geoff Downes, Eddie
Minimoog e Mellotron. La Moog Music Jobbson, Rick Wright.
nel gennaio 2015 ha presentato la sua Il più famoso sintetizzatore della
nuova produzione di sistemi modulari al casa americana Sequential Circuits:
NAMM di Los Angeles, la maggiore mo- 5 ottave, 2 oscillatori, 10 voci di po-
stra mondiale di strumenti musicali. Tali lifonia. Suono potente, ma partico-
sistemi sono perfetamente uguali a quel- larmente sensibile a problemi di sur-
li degli anni 60 e 70, per far capire che riscaldamento e intonazione delle
sono tornati all’analogico e a quei suoni voci. Molto utilizzato dai Pink Floyd,
che hanno reso immortale il prog. da Rick Wakeman e Geoff Downes
(dischi di riferimento: CRIMINAL
RECORD, TORMATO, DRAMA).

Fairlight CMI Minimoog VOYAGER


1980/1984 2002/in produzione
Il primo campionatore digitale a 8 L’ultimo grande sintetizzatore prodotto da Bob Moog in
bit, softwaresequencing e capacità vita. Nel 2002 fu presentata la riedizione (migliorata) del
di sintesi additiva. Ogni campione glorioso Minimoog model D. Come l’originale: 3 oscilla-
era di 20K. Tecnicamente oggi, pa- tori analogici, filtro passa basso; tra le feature moderne: il
ragonato alle capacità dei moderni midi, un touch control assegnabile, 2 modulation busses,
software, sarebbe ridicolo. Ma Peter 2 inviluppi, un LFO dedicato. Possibilità di memorizzare
Gabriel, Stevie Wonder, Jan Ham- le patch. Esteticamente è netto il richiamo al modello ori-
mer ne hanno fatto il centro di pro- ginale del 1970, con finiture in vari tipi di materiale, le-
duzione nei loro studi. Un classico gno ovviamente ma ultimamente anche versioni speciali
esempio del massiccio uso di Fai- in alluminio e ricoperto di tolex, come i portatili modulari
rlight: PETER GABRIEL IV. della fine degli anni 60.

32
fascino
fanzines
il
delle

«Wonderous Stories»
L’ultimo appuntamento con l’universo dell’editoria alternativa nel prog è con una realtà
romana, l’ultima a cedere le armi sul versante cartaceo nel giugno 2012… ora è mutata
in «Open», solo sul web, ma è un’altra storia, sia pure in parte coincidente.
Testi: Paolo Carnelli

ell’ottobre del 1994, ve- anche se tutte le copie faticosamente rimise in moto. Pur dovendo abbando-
niva distribuito nei ne- prodotte andavano sempre esaurite in nare la vecchia veste a colori, la fanzine
gozi di dischi di Roma il pochissimo tempo. Tra i punti vendita iniziò il cammino che l’avrebbe portata
numero 0: un fascicolo romani, il negozio di dischi Revolver quattro anni dopo a diventare una rivi-
di sole 12 pagine in for- ne vendeva da solo quasi un centinaio, sta a tutti gli effetti, stampata in tipo-
mato A4 ripiegato, stampato in bianco mentre iniziavano ad arrivare da tutto grafia e registrata al Tribunale compe-
e nero, completamente gratuito. I con- il mondo lettere di altri appassionati tente. Dal luglio del 2004 al giugno del
tenuti? Yes, Pink Floyd, Peter Hammill, che chiedevano come fare per sotto- 2012 si sarebbero così succedute ben
ELP, Banco del Mutuo Soccorso, Peter scrivere un abbonamento alla nuova 21 uscite, che andando ad aggiungersi
Gabriel. Del resto, quell’anno erano pubblicazione, o di artisti che desidera- alle 23 precedenti portarono il totale
usciti TALK, THE DIVISION BELL, IN vano inviare demo tape e Cd per una complessivo a 44 numeri prodotti in
THE HOT SEAT, IL 13… insomma, sem- recensione. Dopo un periodo difficile, diciotto anni di vita. Dal 2014, «WS» si
brava proprio che i vecchi “dinosauri” in cui videro la luce solo 3 numeri in è reincarnata in «OPEN», progetto edi-
si fossero rimessi in moto e qualcuno 3 anni, con il nuovo millennio «WS» si toriale sul web: www.opento.it.
pensò che potesse essere il momento
giusto per ricominciare a parlare di
un certo tipo di musica. Se quella fu
l’idea per partire, presto «WS» avrebbe
modificato i suoi orizzonti, cercando di
diventare una pubblicazione che par-
lasse non solo del vecchio prog degli
anni 70, andando a riscoprirne la na-
scita e l’evoluzione ma, al tempo stes-
so, anche degli echi che questo genere
aveva prodotto nelle decadi successive.
Luca Fiaccavento

Luca Fiaccavento
Non a caso nel numero 1, del gennaio
1995, trovavano posto nel sommario Jeff Berlin Carnelli con David
anche Änglagård, Dream Theater, IQ Jackson (ex VdGG)
e Lethe, oltre ai ritrovati King Crimson Carnelli con Jimmy
di VROOOM. Le pagine erano già di- Spitaleri (Metamorfosi)
ventate 56, la copertina a colori, e la
squadra di collaboratori, coordinata da
Marco Leodori, iniziava ad allargarsi. E
così, grazie anche all’opera caritatevo-
le dell’amico Giovanni Quilici, sopran-
nominato “il mago” per la sua capacità
di gestire software e periferiche varie,
nuovi numeri di «WS» prendevano vita
tra abbondanti razioni di pasta, vino
rosso e qualche imprecazione. A dire il
vero, il tutto avveniva in maniera com-
pletamente aperiodica e artigianale: la
foliatura aumentava a ogni uscita, rag-
giungendo picchi di oltre 100 pagine
per numero e per di più a colori, con
il risultato di prosciugare con impres-
sionante rapidità i serbatoi delle stam-
panti a getto di inchiostro, che ormai
lavoravano ininterrottamente giorno e
notte. Realizzato in quel modo, era de-
stinato a essere un prodotto in perdita,

33
Cuore
selvaggio
Tra un appuntamento con un branco di lupi e la solita
voglia di confrontarsi con una stupefacente varietà di stili
musicali, il nuovo disco di Steve Hackett, WOLFLIGHT,
conferma come all’ex chitarrista dei Genesis
piaccia ancora mettersi in gioco.
“Non sto fermo un solo istante”, ci dice…
A settembre quattro date in Italia: 21 a Milano,
22 a Firenze, 23 a Roma e il 25 a Padova.
Testi: Rob Hughes
Immagini: Kevin Nixon

Lo scorso anno è stato uno dei migliori che abbia mai avuto,
per tutta una serie di motivi. Mi ha lasciato senza respiro.
Ed è un privilegio essere ancora qui

34
S
teve Hackett non ama perdere
tempo. Quando l’abbiamo contat-
tato per parlare del suo nuovo al-
bum, lo spettacolare WOLFLIGHT,
ci ha risposto che subito dopo l’in-
tervista sarebbe andato in studio per iniziare a
lavorare a nuove registrazioni. A 65 anni uno
potrebbe anche perdonarlo se volesse tirare il
fiato e riposarsi un po’, ma lui non ci pensa
proprio. Questo è il suo ottavo disco in otto
anni, quasi un record. “Sento il tempo che fug-
ge”, ci dice, facendoci notare come il suo pro-
gramma di lavoro comprenda anche una serie
quasi interminabile di concerti. “Immagina di
essere consapevole di stare nel pieno delle tue
capacità, e al tempo stesso di renderti conto
che il tempo sta passando inesorabilmente.
Per citare chi scrisse ‘Time seems to be slipping
away into the future’ [Steve Miller Band, Fly Like
An Eagle, mica uno qualsiasi], tutto accade
troppo in fretta”. “Ho dei giorni pienissimi.
Sono un uomo ricco d’impegni, è sempre stato
così. Lo scorso anno è risultato uno dei mi-
gliori che abbia mai avuto, per tutta una serie
di motivi. Mi ha lasciato senza respiro. Ed è un
privilegio essere ancora qui, perché moltissimi
non ce l’hanno fatta. È una vocazione. Che al-
tro posso dirti?”. Il 2014 “senza respiro” di Ha-
ckett ha rappresentato il momento culminan-
te del tour di Genesis Revisited II, durato ben
due anni, in cui ha brillantemente riproposto
alcune delle canzoni migliori del suo vecchio
gruppo. Solo l’anno scorso ha suonato in 20
nazioni differenti. Poi, verso la fine dell’anno,
c’è stato anche Genesis: Together and Apart, con-
troverso documentario della BBC. Ma ne par-
leremo dopo. Al pari del suo creatore, anche
Steve Hackett:
Il nuovo album, WOLFLIGHT,
WOLFLIGHT ha in sé qualcosa di ambizioso.
è uno dei lavori migliori del L’ambito multiculturale del disco – che spazia
chitarrista. dai miti greci all’Europa post-comunista, dalle
sabbie del Sahara alla lotta per i diritti civili all’ora appena prima dell’alba. Né giorno, né
negli USA – si rispecchia nella varietà della notte, un momento di transizione dove i sogni
proposta musicale. C’è un’orchestra, dei tam- devono ancora svanire del tutto. È anche l’ora
buri tribali, ululati di lupi, qualche tocco di in cui ultimamente il chitarrista è solito sve-
esotismo: l’oud arabo, i flauti armeni, il didge- gliarsi. Un momento ideale per comporre mu-
ridoo australiano. Ma soprattutto, c’è l’esibi- sica. “Se ho passato una notte insonne e mi
zione della maestria lirica di Hackett alla chi- ritrovo in piedi alle cinque o alle sei del matti-
tarra, sia acustica che elettrica. Alcuni brani, no, posso buttare giù delle idee in un momen-
come l’epico pezzo che dà il titolo al disco o la to molto creativo. Tra il sonno e la veglia la
grandiosa Love Song To A Vampire, propongono logica è ancora addormentata. E la logica, al-
un affascinante scontro tra folk e musica clas- meno per me, ostacola la scrittura. Volevo che
sica, attraversato da una tessitura di chitarra la musica fosse strana e meravigliosa, psiche-
elettrica. Per farla breve, WOLFLIGHT appare delica. Ma senza dover ricorrere a qualche tipo
come un immenso dialogo musicale. “Parlan- di droga, che per me sono assolutamente
do di musica in senso ampio, ascolto di tutto, tabù. È questa, fondamentalmente, l’idea
da Bach a Stravinsky a Jimi Hendrix”, spiega dell’album”. Forse il pezzo più personale è The
Hackett. “I compositori classici hanno già rea- Wheel’s Turning, profondamente radicato in un
lizzato tutto quello che avevo in mente di fare, ricordo infantile del parco divertimenti di Bat-
ma sono sempre stato troppo occupato a tersea. “La Londra degli anni 50 era un mondo
muovermi tra vari stili e non ho mai avuto postbellico vasto e grigio”, ricorda il chitarri-
tempo per scrivere una sinfonia intera. Questo sta. “Pimilco, il posto dove vivevo, era stato
non significa che non apprezzi cosa può fare bombardato pesantemente durante la Secon-
l’orchestra. Ed è qui che entra in gioco il nuo- da guerra mondiale. E da bambino non capivo
vo disco. Immagina gli atleti di una staffetta: perché questi grandi palazzi in stile georgiano
uno può essere la musica folk, l’altro il rock. E pendessero tutti da una parte. La prima volta
poi c’è la parte sinfonica, con l’orchestra, che che mi portarono al parco dei divertimenti fu
può essere anche oscura e inquietante”. “Cre- come se fosse il primo giorno a colori della mia
do che molti siano refrattari all’utilizzo dell’or- vita. Era pieno di sole, e ricordo l’odore delle
chestra perché credono sia come invitare una ciambelle appena cotte. Sembrava ci fossero
vecchia zia zitella a un’orgia, ma io non ho si- migliaia di persone, era un’esplosione di colo-
mili pregiudizi. Amo quello che può fare l’or- ri. Vivevo a 10 minuti di distanza da lì e, a 12
chestra, e mi piace quando generi musicali anni, ogni tanto mi capitava di lavorarci, cam-
differenti iniziano a dialogare. Succede che i biando i soldi a quelli che volevano i gettoni
momenti di collisione, e al tempo stesso d’in- per le slot machine. Rappresentò un momento
tegrazione, generano improvvisi cambi di at- felice della mia infanzia e mi sentivo così im-
mosfera. È come passare da un film western a portante col mio cappotto marrone. Nell’aria
Star Wars”. La copertina vede Hackett a capo di c’era questa colonna sonora di pezzi surf stru-
un branco di lupi dell’Europa orientale, attor- mentali come Wipe Out e Pipeline. Per puro
niati dalle rovine di un monumento mentre la caso, sono cresciuto dalla parte opposta
luna illumina il tutto. Photoshop non c’entra: dell’edificio raffigurato su una delle copertine
come ci tiene a sottolineare Hackett, sia lui più celebri dei Pink Foyd, quella con il maiale
che i lupi sono assolutamente reali. La foto è volante, la centrale elettrica di Battersea. Da
stata scattata la scorsa estate poco fuori bambino era il panorama che vedevo dalla fi-
Roma, durante una pausa del tour. Ammette nestra della mia camera da letto. Anni dopo,
che all’inizio era un po’ spaventato, special- quando vidi la copertina di ANIMALS dei
mente dopo aver incontrato il maschio domi- Floyd, nel 1977, pensai: ‘Quella avrebbe dovu-
nante, ma più tempo passava in loro compa- to essere la copertina di uno dei miei album.
gnia, più se ne innamorava. “Mi salivano Come ho fatto a farmela sfuggire?’”. The Wheel’s
sopra ed è stata una delle esperienze più in- Turning è evocativa, richiama il ricordo della
tense della mia vita. Si sono dimostrati incre- testa che gira per le giostre e i neon sgargianti
dibilmente affettuosi e collaborativi”. E non è del luna park. Quello che colpisce è anche la è opulento, ricolmo di riferimenti classici con
solo una bella foto. Hackett ha usato il tema un’orchestrazione dal sapore nordico. Superfi-
del lupo come metafora del disco stesso. cialmente sembra quasi una qualche maesto-
WOLFLIGHT ha un impianto storico profondo, sa celebrazione, anche se la chitarra elettrica
ispirato alle popolazioni che di Hackett, leggermente
ci hanno aiutato a forgiare il
nostro passato, nei confron-
Credo che molti siano refrattari sinistra e che compare
verso la fine, ci fa capire
ti delle quali Hackett ha ap-
prezzato la profonda sinto-
all’utilizzo dell’orchestra perché credono meglio l’argomento del
testo: la canzone parla
nia con gli animali.
“Nell’idea sciamanica del
che sia come invitare una vecchia zia zitella a un’orgia, infatti di violenze dome-
stiche. “I Beatles sono un
Lupo come animale totemi-
co c’è qualcosa di molto in-
ma io non ho simili pregiudizi po’ come Shakespeare –
hanno fatto tutto, com-
tenso”, ci dice. “Penso che prese le canzoni d’amore
all’inizio siano stati loro il migliori”, ci dice. “Ma io
migliore amico dell’uomo. volevo realizzare una
Abbiamo sempre avuto un rapporto con loro, canzone d’amore con un colpo di scena, nel
dalla Mongolia ai Carpazi. Inoltre i lupi dove- presenza dell’armonica a bocca, un salto in- senso di evidenziare quel momento in un rap-
vano sopravvivere come nomadi, proprio dietro al primo strumento che Hackett imparò porto dove le persone iniziano a pensare che si
come fecero i nostri antenati”. Hackett insiste a suonare, molto prima che il padre gli com- possiedono a vicenda. Il possesso, l’idea della
che la parola WOLFLIGHT, che potremmo ren- prasse una chitarra. Altri brani sono più in- Sindrome di Stoccolma [un fenomeno psicolo-
dere come L’ora (o La luce) del Lupo, si riferisce quietanti. Love Song To A Vampire, per esempio, gico per cui gli ostaggi sviluppano un’empatia

36
Hackett in uno dei rari
momenti di calma:
il seguito
di WOLFLIGHT
è già in cantiere!

con i propri rapitori] e tutti i libri di psicologia sco, sia in Corycian Fire, con la grandeur alla Genesis. Volevo spingere il tutto verso il ver-
che ho letto, dove le persone si ritrovano in Carl Orff, o in Loving Sea, che richiama alla sante classico”. “Erano tutti ottimi composito-
una relazione che pensano sia buona per loro mente lo stile di CS&N con le atmosfere in ri, e condividevamo l’amore per la musica”,
e invece non è così. Ho trovato il tutto affasci- gran parte acustiche. Pensando al concept spiega Hackett. “Ma quel che successe con i
nante e visto che volevo scrivere una canzone musicale di partenza – e, soprattutto, al per- Genesis fu che prendemmo l’influenza classica
d’amore originale… Non credo che la musica corso originale che ha seguito nella sua carrie- e il ritmo sincopato – il modo di suonare la
progressive debba evitare l’amore e parlare ra post-Genesis – viene da chiedersi se Hackett batteria di Phil Collins veniva da Buddy Rich
sempre e solo di guerra. Ma di solito è così, per non si sia sempre visto più come un artista – e le fondemmo in un qualcosa di diverso. La
cui a volte è necessario confrontarsi con solista: “Prima dei Genesis avevo in mente di musica aveva uno swing assolutamente inu-
aspetti che altri non hanno ancora esplorato”. fondare un gruppo tutto mio perché ero inte- suale. C’era qualcosa di nostalgico, incorag-
È interessante che su Love Song To A Vampire al ressato a curare ogni dettaglio”, dice. “Ma non giante, eccitante tra le note. Ma al tempo stes-
basso ci sia Chris Squire degli Yes, con cui Ha- avevo l’esperienza necessaria per guidare un so il tutto poteva anche essere vagamente
ckett nel 2012 ha registrato A Life Within A Day, gruppo e così mi sono ritrovato a unirmi a una istorico o isterico”. E questo ci porta al famoso
sotto il marchio Squackett. (Quando gli abbia- band già costituita. Prima sono entrato nei documentario. Hackett ha espresso pubblica-
mo chiesto di un possibile sequel, Steve ha ri- Quiet World e poi, ovviamente, nei Genesis. mente il suo disappunto per Genesis: Together
sposto che è “altamente probabile”). Hanno Erano affermati. Avevano già due dischi alle and Apart, con la motivazione, totalmente con-
partecipato il tastierista Roger King (co-autore spalle e facevano concerti. Penso che volesse- divisibile, che il suo contributo all’evoluzione
di gran parte del disco con Hackett e sua mo- ro qualcuno che gli desse energia e io feci del del gruppo nella versione finale sia stato smi-
glie Jo), il batterista Gary O’Toole, il bassista mio meglio”. A questo punto scoppia in una nuito. Inoltre, la sua carriera da solista – a dif-
Nick Beggs, il sassofonista Rob Townsend e la risata. “La mia idea è sempre stata che tra un ferenza di quella di Peter Gabriel, Tony Banks,
corista Amanda Lehmann. In effetti le armo- gruppo e un’orchestra non dovrebbero esserci Phil Collins e Mike Rutherford – è stata total-
nie vocali occupano un posto centrale nel di- distinzioni. È quel che ho sempre voluto con i mente ignorata. Hackett l’ha definito un “reso-

37
Roma 15 marzo 2009

“L’ex chitarrista dei Genesis strizza l’occhio ai King Crimson”


Raimondo Luciani

Con WOLFLIGHT l’artista inglese riprende il suo cammino verso una dimensione
musicale più personale…
C’è anche un pizzico di Italia nel nuovo lavoro di Steve Hackett: la foto di copertina, che ritrae il
chitarrista in compagnia di un branco di lupi, è stata infatti scattata vicino Roma, dove è presente
un allevamento dedicato esclusivamente al cane lupo cecoslovacco. Un’immagine suggestiva quella
della cover, che oltre a legarsi a doppio filo con il titolo dell’album, riflette bene anche il suo
contenuto musicale: la luce del lupo è infatti quella che illumina il giorno poco prima del sorgere
dell’alba, in un momento particolare che per chi lo vive assume contorni indefiniti e quasi mistici.
Proprio in questo quadrante orario, Hackett si è dedicato alla composizione delle dieci tracce che
fanno parte dell’album, cercando di lasciarsi guidare dall’intuito e dall’istinto piuttosto che dalla
logica e dalla ragione. A quattro anni da BEYOND THE SHROUDED HORIZON prosegue quindi il percorso
conto non corretto della storia dei Genesis”, dell’artista inglese verso una dimensione musicale ancora più personale: l’ex Genesis decide infatti
che “ignora totalmente” il suo lavoro da soli- di spaziare tra generi e atmosfere completamente differenti, se non antitetiche tra loro, mescolan-
sta. Ripensandoci oggi, rimpiange di aver par- dole in modo decisamente avventuroso e inusuale, ma quasi sempre convincente e affascinante. Il suo
tecipato alle riprese? “Ogni tanto penso che interlocutore privilegiato, il più amato e riverito, rimane sempre l’orchestra: le partiture, di grande
forse sarebbe stato meglio se non mi fossi la- impatto sonoro, sono evocate dai precisi campionamenti di Roger King e dagli interventi di violino
e viola a cura della brava Christine Townsend, mentre le coloriture sono affidate al sax e al duduk di
sciato convincere”, ammette. “Perché è ovvio Rob Townsend. Completano la line-up il fido Nick Beggs al basso e Chapman Stick e i due batteristi
che non sono stato coinvolto nel montaggio Gary O’Toole e Hugo Dagenhardt.
finale e quindi ho sprecato un sacco di tempo. Si parte in modo convincente con i due minuti di Out Of The Body, baldanzosa ouverture sinfonica che
Ma non voglio passare tutto il tempo a discu- permette all’elettrica di Hackett di duettare con i violini in una serie di potenti unisoni strumentali,
tere delle stesse cose. È roba passata. Sono ma è con il passaggio d’arpa che collega il brano d’apertura alla title-track che il sipario si apre su
ancora amico con tutti i miei ex compagni dei uno scenario ben più stimolante: il didgeridoo e le note dell’oud annunciano infatti l’ingresso in
territori di confine, tra suggestive speziature che la chitarra acustica accoglie e rilancia su territori
Genesis, e la cosa importante è poter dire ‘quel prima classici, poi folk e poi rock, in un’ideale staffetta musicale. Negli otto minuti di Wolflight c’è
che è stato è stato. Ora è finita’”. “Mi hanno tutto l’Hackett attuale, compositore e alchimista, che assembla una dopo l’altra cellule differenti,
scritto delle lettere per scusarsi”, aggiunge. “È concedendosi pure un emozionante assolo di chitarra elettrica su un tempo di bolero. La successi-
stata una cosa straordinaria. Sono sempre or- va Love Song To A Vampire è senza dubbio il brano che al primo ascolto rimane più impresso: una
goglioso di quella parte di storia dei Genesis ballata cupa e solenne che richiama alla mente, nella cadenza e nell’apertura corale del ritornello,
che mi ha visto coinvolto. È stato un grande addirittura In the Court Of The Crimson King, non a caso uno dei pezzi dei King Crimson che Hackett
aveva riproposto dal vivo nel 1996 nei celeberrimi TOKYO TAPES. Da segnalare la presenza al basso
gruppo. E farà per sempre parte del mio DNA”. I di Chris Squire.
fan di Hackett saranno contenti di sapere che lo Il viaggio sulle montagne russe prosegue con The Wheel’s Turning, che riprende le atmosfere miste-
stesso DNA si trova in Wolflight. Ma la cosa riose tipiche di un vecchio parco dei divertimenti, e con Hackett che torna a cimentarsi con profitto
più bella è che c’è anche molto di più. Per dirla anche con il suo primo strumento, l’armonica a bocca. Non si fa in tempo ad apprezzare la leggerezza
in poche parole: è semplicemente uno dei suoi della melodia vocale, vicina alle strade battute da Moody Blues e Barclay James Harvest, che Corycian
Fire ci riporta nuovamente nelle terre d’oriente, dove i tamburi e il duduk, strumento a fiato dal
dischi migliori. Hackett però non dà nulla per
suono ipnotico e malinconico, ricavato dal legno di albicocco, preparano il campo a una sezione
scontato. “Posso solo dire che lo amo e amo corale da brividi.
l’idea di tutti questi contrasti musicali”, dice. “È Toccato il suo zenith, l’album ha un calo quasi fisiologico. Tutto rallenta e le traiettorie si fanno
il disco che ho sempre voluto fare. Mi sembra più prevedibili, qualche soluzione armonica si ripete, le concatenazioni risultano meno marcate ed
davvero valido. Ma in questo momento penso efficaci, le scelte timbriche più di maniera. Nella sequenza finale, rappresentata da Dust and Dreams
solo: ‘Piacerà alle persone?’”. Possiamo rassicu- e Heart Song, la melodia torna appannaggio della chitarra elettrica, che nella traccia conclusiva si
scioglie in un arpeggio molto vicino a quello di Afterglow dei Genesis, E a proposito di Genesis…
rarlo: non c’è motivo di preoccuparsi.
aspettando il terzo capitolo di rivisitazioni genesisiane da parte di Hackett, WOLFLIGHT entra di
diritto tra gli episodi più riusciti della sua discografia solista. Paolo Carnelli
Per maggiori dettagli: www.hackettsongs.com

38
l’ anima
dei disegnatori

Maurizio Di Vincenzo
a magia di Progressivamente (www.progressi-
vamente.com) è ben rappresentata dallo straor-
dinario tratto di Maurizio Di Vincenzo, che na-
sce a Teramo il 7 maggio 1958. Dopo il diploma
all’Accademia di Belle Arti (corso di Pittura),
muove i primi passi come professionista nel 1985, realizzan-
do alcune illustrazioni per «L’Eternauta». A partire dal 1987,
disegna anche per «Skorpio», «Lanciostory» e «l’Intrepido».
In seguito, collabora a Udo di Acquascura, «Nero», «La Bion-
da», «Rivan Ryan», «ESP», la serie ideata da Michelangelo
La Neve. Attualmente è uno dei disegnatori di Dylan Dog. Di
Vincenzo vive a Roma, dove lavora come disegnatore e come
docente della Scuola Romana dei Fumetti.

39
è l’am ore
LEPO LITANA li,
«PA o
per Nap egrado
nt ro il d
co
l’ille g alità»
e
L’universo musicale di Lino Vairetti, anima degli Osanna, affonda
profondamente in Napoli, antica o moderna che sia: da PALEPOLI (1973),
a PALEPOLITANA (2015), passando per EL TOR (1975) di Città Frontale,
e SUDDANCE, il disco della rifondazione nel 1978, c’è sempre il marcato
rimando alla cultura di questa città così complessa.
Testi: Guido Bellachioma

41
Riccardo Piccirillo

In studio, Napoli

Riccardo Piccirillo
2015

on due anni di ritardo esce rappresenta il gruppo nel 2015. no descritta come

Riccardo Piccirillo
PALEPOLITANA, doppio Nel doppio Cd, uscito proprio in Nell’atelier napoletano esempio di degra-
Cd degli immarcescibili Osanna, questo periodo, brani inediti nel primo di Lello Esposito. do, violenza, delinquenza, illegalità e
la cui realizzazione era prevista e nel secondo la rilettura di PALEPOLI, camorra, anche se sicuramente vive
per il quarantennale di PALEPOLI piuttosto fedele nello spirito alla parti- le proprie contraddizioni e difficoltà
(1973- 2013). Il ritardo non è tura originale di quella pietra miliare ataviche. Esistono davvero il degrado
dovuto a pigrizia bensì del rock progressivo. PALEPOLITANA e l’illegalità dilaganti, dovute alla dif-
all’imprevista pubblica- nasce come omaggio alla napoleta- ficile sopravvivenza di un popolo op-
zione di altri loro pro- nità, come esaltazione dell’eccellenza presso da troppe dominazioni, ma non
dotti discografici tra il 2012 e il 2014: artistica, culturale, storica, musicale e è dissimile dalle realtà metropolitane
ROSSO ROCK (registrato dal vivo in paesaggistica di Napoli: vera e propria mondiali. Ebbene, proprio dagli Osan-
Giappone nel 2011, in diretta e senza dichiarazione d’amore, esorcizzando na, stanchi di assistere passivamente
sovraincisioni) e TEMPO, doppio Dvd, tutti quei luoghi comuni che la vedo- al dilagare di offese e calunnie con tan-
filmati storici e più moderni. Ricorda
Lino Vairetti: “Anche in questo caso la
storia si ripete. Già nel 1972 PALEPO-
LI, che doveva essere il nostro secondo
album dopo L’UOMO, fu messo da par-
te per onorare l’improvvisa e urgente
proposta della Fonit Cetra, nostra casa
discografica, per collaborare con Luis
Enriquez Bacalov e Sergio Bardotti alla
colonna sonora di Milano Calibro 9, film
di Fernando Di Leo. L’idea e il piacere
di suonare con una grande orchestra
sinfonica fu accettata all’unanimità
e, lasciando in pausa PALEPOLI, c’im-
mergemmo nell’avventura da cui uscì,
nel 1972, il 33 giri PRELUDIO, TEMA,
VARIAZIONI E CANZONA. Così è ac-
caduto nel 2012; mentre si lavorava
alla riedizione di PALEPOLI, eseguita
con spirito innovativo dall’odierna for-
mazione, arrivò l’imprevista proposta
dei promoter giapponesi a effettuare
un concerto a Tokio durante l’Italian
Progressive Rock Festival. Avremmo
dovuto eseguire, per la prima volta in
assoluto, l’intero MILANO CALIBRO 9
con l’orchestra sinfonica Tokyo Vielle
Ensemble; ancora una volta fu data la
priorità alla nuova avventura, facendo
slittare di qualche anno il progetto PA-
LEPOLITANA. Ritardo provvidenziale
perché con il maggior tempo a dispo-
sizione sono maturate nuove idee. In
questo modo abbiamo elaborato e pro-
dotto più materiale del previsto, che,
Riccardo Piccirillo

dopo un’attenta e scrupolosa selezio-


ne, ha dato modo di mettere a fuoco
ed evidenziare quello che realmente

42
ta superficialità, immorale e mediatica, che dispettosi), umori, realtà virtua- Palepolitana
si alza forte il grido d’amore in difesa li e figure oniriche. Tutte espressioni
della propria terra, delle proprie radici che appartengono profondamente alla PLAYLIST
e delle proprie tradizioni secolari, met- storia della città, si manifestano, si ri- La storia nel primo Cd è ideata da Vairetti
(autore delle liriche di tutti gli album degli
tendo in risalto le positività, l’orgoglio velano attraverso il sudore delle pareti Osanna), ed è divisa in 12 tracce, collegate
tra loro senza soluzione di continuità.
del passato, del presente e del futuro. e delle viscere di questa terra, profon-
Una città ‘bella da morire’ e che è da damente ricca di sentimenti e sacralità
sempre la vera capitale del Mediterra- ancestrali. Il treno corre, corre, corre
neo. Da queste tematiche nasce la linfa
poetica dei moderni Osanna, per met-
nell’oscurità e ci porta a conoscere la
vera anima napoletana”. Così conclude
1Marmi
testo e musica: Vairetti

terne in risalto le numerose eccellenze


che ha partorito e continua a partorire.
Vairetti…
2 Fenesta Vascia
testo e musica: Vairetti
Il nome PALEPOLITANA nasce dalla fu- Nel tunnel (con parte letteraria rielaborata)

sione tra Palepoli (quale nome storico della Palepolitana


della città dopo quello primitivo, lega-
to alla sirena Parthenope) e Metropo-
Marmi è il canto poetico introduttivo
all’intero concept. Parte dal suono del-
3 Michelemmà
testo e musica: Vairetti
(con parte letteraria rielaborata)
litana (di cui sono famose le straordi- le onde del mare per immergersi nel
narie “stazioni d’arte contemporanea”).
È un album concept, come L’UOMO e
Due versioni
del secondo album
degli Osanna.
vuoto della galleria sotterranea a bor-
do di un treno, che correndo si disperde 4 Santa Lucia
testo e musica: Vairetti
PALEPOLI, e racconta la storia surreale nell’oscurità tra le viscere della terra.
di un personaggio metà uomo e metà
androide. Uscito dal mare, tra gli sco-
L’atmosfera, magica ed evanescente
(in bilico tra rimandi sonori a Blade Run-
5 AntoTrain
musica: Sasà Priore
(strumentale di solo pianoforte)
gli di Megaride, nel golfo di Napoli, ma ner di Vangelis e alla psichedelia pin-
flagellato da una tempesta di pioggia
improvvisa, si rifugia nella metropoli-
kfloydiana), si dilata fino a raggiungere
una dimensione onirica ed elevata, ma 6 Anni di Piombo
testo e musica: Vairetti
tana e scende velocemente sotto ter- al contempo intimista e riflessiva. Il te-
ra per raggiungere, istintivamente, la
meta sconosciuta e ignota, attratto dal
sto (“Corri, corri, corri… e portami con
te, nel vuoto del tuo cuore vorrei mo-
7 Palepolitana
testo e musica: Vairetti

buio della galleria. Come un rimando


alla discesa di Enea negli Inferi del lago
rire…”) descrive il senso d’abbandono
e di rassegnazione dell’uomo indigeno, 8 Made in Japan
testo: Vairetti / musica:
Vairetti e Pino Chillemi
d’Averno, descritta da Virgilio, si ab- legato al territorio da profondo amore,
bandona alle strane apparizioni di ani- che accetta l’amara sorte, affidando la
me, fantasmi e “munacielli” (spiritelli
della cultura napoletana, sia benefici
propria vita alla “terra madre, donna,
sorella, amante, vergine, guerriera e
9 Canzone Amara
testo e musica: Vairetti

schiava di una guerra”. Il canto finale


di leggiadre sirene, esorcizza la paura 10 Letizia
musica: Pako Capobianco
(strumentale di sole chitarre)
dell’ignoto e alimenta lo stato di grazia
tra “sacralità virtuali, miracoli e misteri
che l’uomo chiama amore”.
I testi di Fenesta Vascia e Michelemmà
11 Ciao Napoli
testo e musica: Vairetti

sono l’adattamento letterario di brani


che fanno parte del patrimonio della 12 Profugo
Irvin Vairetti / musica:
Lino Vairetti
canzone classica partenopea. Il primo
(più vicino alla “villanella” nella ver-
sione degli Osanna), è di anonimo del
1500, rielaborato nel 1800 da Giulio
Genoino. Il secondo, grintosa taran-
tella rock, sullo stile di Fuje ’a chistu
paese da PALEPOLI, è di anonimo del
1600 e in una seconda stesura attri-
buito al pittore e poeta Salvator Rosa.
In questo brano, molto corale, hanno
partecipato alcuni detenuti del carce-
re di Secondigliano di Napoli, legati a

Copertina ispirata

«Il concept racconta a una scultura


di Lino Vairetti.

la storia di un
personaggio metà
uomo e metà
androide»
Riccardo Piccirillo

43
un progetto musicale promosso dal se in relazione alla frenetica
CPM di Franco Mussida, condotto vita contemporanea, che lo
da Lino Vairetti. rende schiavo e assuefatto
Santa Lucia, note ritmiche ini- al consumismo “digitale”.
ziali marcatamente jazz/rock, è Musicalmente ha spunti me-
l’invocazione a Santa Lucia e San lodici in connessione a piani
Gennaro (santo patrono di Napoli) per sonori più dinamici. Canzone
chiedere la grazia, attraverso il mira- amara, scritta sull’aria del fa-
colo, di salvare la propria anima dai moso Canone di Pachelbel del
peccati del mondo, offrendo in cambio 1600, è vero canto d’amore
tutta la propria dedizione con un inno a tre voci in dialetto napo-
d’amore e di devozione. Il canto finale letano. Ospite la cantante
diventa dichiarazione d’amore per la Sophya Baccini (Presence e
propria città. Possiede grande energia solista di valore). Il brano si

Francesco Desmaele
musicale, espressa dall’alternanza di avvale del quartetto d’archi

Francesco Desmaele
parti melodiche e corali, con accenni di Gianluca Falasca (presen-
ad atmosfere “zappiane”, dove emerge te come violino solo e come
il solo liberatorio della chitarra elet- quartetto d’archi in altre
trica. In assolvenza sulla chiusura di Sopra Gennaro Barba, L’UOMO). Il po- composizioni). Le liriche
a destra Irvin Vairetti.
Santa Lucia entra AntoTrain, dinamico Roma, 8 maggio 2015. tente riff iterativo parlano dell’amore impossi-
solo di pianoforte acustico su un itera- e l’intreccio di quattro assoli – armoni- bile tra il Centauro Vesuvio e la sirena-
tivo in 7/8 e intreccio sonoro di parti ca, organo, chitarra elettrica e sax – si dea Parthenope, i due amanti che il
dissonanti, che diventano il treno im- alternano alle voci che cantano tutte le geloso Zeus volle punire, trasformando
pazzito che corre nel buio. Attraverso sfaccettature e le contraddizioni dell’uo- lui in un vulcano, come narra una delle
atmosfere vibranti, suoni di sintetizza- mo contemporaneo. La metropolitana molte leggende sull’origine di Napoli, e
tore, mellotron e double sax, si arriva come luogo d’incontro-scontro tra es- lei nella città di Napoli. Descrive la su-
alla ballata Anni di Piombo, dove la voce seri umani dove esplodono le isteriche blimazione dell’amore dei due amanti
intensa ricorda gli anni della violenza realtà, i comportamenti più irrazionali, pietrificati, messi vicino senza potersi
urbana e del terrorismo delle metropo- le passioni, le paure, le emozioni, le di- più toccare. Il canto d’amore prosegue
li negli anni Settanta e Ottanta; voluta versità, la violenza, l’indifferenza, anche in Letizia, breve traccia strumentale per
la citazione al discusso film omonimo la crudeltà. Contraddizioni del vissuto sole chitarre acustiche e dal dolce in-
di Margarethe von Trotta. Il brano si urbano che alberga ogni giorno nelle treccio melodico-armonico. Ciao Napoli
chiude con l’intenso assolo di sax di stazioni delle metropolitane del mondo possiede il piglio decisamente rock di
David Jackson, che ancora una volta e, nel caso specifico, nella PALEPOLI- PALEPOLITANA, vero inno alla napo-
mostra la sua sensibilità e creatività. TANA degli Osanna. Made In Japan pone letanità. Dall’oscurità delle gallerie at-
In Palepolitana il suono è decisamente l’accento sulla solitudine e sui problemi traversate nel percorso si ritorna alla
rock, duro e dinamico (caratteristica dell’uomo in bilico e in conflitto conti- luce del sole, così si torna tra le onde
degli Osanna fin da Everybody’s Gon- nuo tra passato e futuro, tra l’accetta- del mare, il cui suono si dissolve nelle
na See You Die e Lady Power dall’album zione passiva del mondo digitale, robo- note cristalline dell’ultima traccia: Pro-
tizzato e tecnologico, e la ricerca di una fugo. Il brano, cantato egregiamente con
vita naturale, ancora semplice e umile, interpretazione intensa da Irvin Vairetti,
parafrasando un istintivo avvicinamen- affronta il tema dell’immigrazione, dei
to al culto “parrocchiale”. La metropoli- diseredati, dei senza dimora, dei vaga-
tana invasa da migliaia di persone che bondi, dei “disperati” del mondo, non
non comunicano più tra loro, isolate nel in modo politicizzato ma umano. Il te-
dialogo schizofrenico con se stessi attra- sto, tratto da una poesia del palestinese
verso cellulari, iPad e mezzi elettronici Mahmoud Darwish, è un libero adatta-
vari. Le “paure” di ognuno nell’affronta- mento in dialetto napoletano dello stes-
re la solitudine e l’esistenza, sono mes- so Irvin.
Francesco Desmaele

Scatto inedito
del servizio per la
copertina interna
dell’album PALEPOLI.
Due momenti
con Lino Vairetti. Roma,
8 maggio 2015.
Umberto Telesco
F. DESMAELE x2
La riscoperta
di PALEPOLI e la nuova
formazione
degli Osanna
La rilettura di PALEPOLI nel se- i cui master sono stati ripresi guendolo dalla cultura rock anglofona.
condo Cd è fedele nello spirito dal Cd!!! All’epoca della nasci- La teatralità ha sempre caratterizzato
alla partitura originale pur con ta del Cd “qualcuno” si occupò le performance del gruppo, rivisitando
inevitabili e doverose differen- di digitalizzare i nastri originali in modo contemporaneo le maschere
ze, dovute ai diversi interpreti (allora ancora si trovavano negli e i costumi della tradizione nel “Pulci-
e ai 42 anni di distanza tra un archivi della major discografi- nella rock” (così definito negli anni Set-
disco e l’altro. Il gruppo ripren- che, oggi mi sembra più difficile) tanta da Renzo Arbore nella prefazione
de i tre brani che componevano per la prima edizione del nuovo dell’album L’UOMO). Oggi Lino & Co.
l’album: Oro caldo, Stanza città e supporto. Costui combinò un tornano con nuove immagini, opera
Animale senza respiro, scritti da mezzo casino, nel senso che l’i- del fotografo RicPic – Riccardo Picciril-
Lino Vairetti e Danilo Rustici, niziale Oro caldo (12.40) diventò lo, create nell’affascinate atelier di Lel-
chitarrista originario. Il cantan- una sola traccia con Stanza cit- lo Esposito, uno dei più grandi scultori
te ha ritrovato appunti d’epoca tà (5.50), e da quel momento napoletani, unico nel suo genere, che
che gli hanno permesso d’inse- a Stanza città (1.45) corrispose ha saputo tradurre in opere scultoree
rire frammenti allora scartati ancora l’inizio di Oro caldo. Ci gli umori e le alchimie metafisiche dei
per la poca durata del 33 giri, sono rumori di sottofondo, che simboli della cultura popolare parteno-
più o meno 20 minuti a facciata ogni tanto salgono di volume e pea. La copertina dell’album è ispirata
per non scadere troppo di quali- pure all’improvviso, non quelli a una scultura di Lino Vairetti.
tà riproduttiva. In realtà PALEPOLI fu Osanna al Planet Live di traffico presenti nell’originale, come
concepito come doppio album e mol- Club per l’anteprima un effetto voluto, ma in realtà sono un PALEPOLITANA è disponibile su etichetta
di Palepolitana.
te idee rimasero fuori: Il castello dell’Es Roma, 8 maggio 2015.
nastro che gira al contrario. In questa Afrakà, LVRG2626, in Cd doppio.
fu ripresa in LANDSCAPE OF LIFE del versione fantasma, certo non concepi- Info: www.osanna.it
1974, altre rimasero nel cassetto ma ta dal gruppo, si distinguono le trame
ora, sia pure solo come schegge di orchestrali di There Will Be Time (Can-
un’epoca che fu, riemergono in que-
sta versione. A proposito di frammenti
zona) da MILANO CALIBRO 9… mah.
1’45” che non dovrebbero esistere ma
Special guests:
Osanna: qualsiasi edizione in Cd di PA- in più rispetto al 33 giri del 1973. Gli David Jackson
LEPOLI è… sbagliata! E pure i 33 giri, Osanna tornarono in studio per regi- sax e flauti in: Oro caldo, Animale
strare una nuova versione di Canzona, senza respiro, Anni di piombo e
Palepolitana
OSANNA l’originale prevista da Bacalov era in
Re, troppo alta per Lino, e la incisero Sophya Baccini
voce femminile in: Marmi, Fenesta
Lino Vairetti nuovamente in Si bemolle. Il definitivo vascia, Michelemmà, Canzone amara
voce, chitarra acustica del missaggio fu probabilmente copiato Gianluca Falasca
e 12 corde e armonica successivamente, forse per risparmiare violino solista in: Santa Lucia,
Gennaro Barba spazio, sullo stesso nastro di PALEPO- Palepolitana, Ciao Napoli
batteria LI; col tempo e l’effetto copia Canzona Falasca String Quartet
Pako Capobianco Marmi, Fenesta vascia, Michelemmà,
si è trasmessa come un virus all’altra
chitarra elettrica solista, Canzone amara, Profugo
chitarra acustica e 12 corde facciata della bobina e ha determinato Angelo Salvatore
Nello D’Anna questo effetto… forse. Comunque un flauto in: Fenesta Vascia,
basso elettrico album che ancora racconta, sia nell’e- Michelemmà e Canzone amara
Sasà Priore dizione del 1973 sia in questa del 2015,
piano, Fender Rhodes, la contaminazione del rock progressivo Registrazione, missaggio: Italy
organo e synth Sound Lab, San Paolo Belsito, Napoli
con la tradizione popolare partenopea.
Irvin Vairetti Sound engineer: Alfonso La Verghetta
voce, mellotron e synth Un linguaggio multimediale che espri- Mastering: Bob Fix
me la forte identità del gruppo, distin-

45
«In questi 20 anni
credo di avere
disorientato molti,
ma per me questo
è un vanto,
scusandomi
per il sadismo»
L’alchimista
della musica
Uno, nessuno, centomila. Fabio Zuffanti
è il camaleonte del prog italiano. Classe 1968, genovese,
nei suoi primi vent’anni di carriera ha pubblicato oltre
quaranta album, tra cui un paio di opere rock…
Testi: Paolo Carnelli

N
el bene o nel male, Fabio Zuffanti porterà in nata passione, il fatto che ci davamo da fare, suonando
eterno un marchio, ovvero quello di essere sta- spesso dal vivo. Al budget non pensavamo neanche: ovun-
to, proprio all’inizio del suo percorso musicale, que ci chiamassero a suonare noi andavamo perché ci sem-
uno dei principali artefici della rinascita del brava giusto fare di tutto per far conoscere la nostra musi-
prog italiano. Correva infatti l’anno 1994 quan- ca. Siamo stati tra i primi “nuovi” a suonare all’estero, in
do su etichetta Mellow usciva il primo, omoni- Francia, USA, Messico… eravamo un gruppo di simpatici
mo album dei Finisterre. “L’avventura in realtà cazzoni che viveva in tutto e per tutto per la musica e que-
era cominciata alla fine del 1990”, ricorda Zuffanti, “quando sto entusiasmo era contagioso, arrivava a chi ci ascoltava e
a 22 anni ero entrato a far parte dei Calce e Compasso, ne- anche agli altri gruppi che a loro volta venivano contagiati”.
onata band composta dal chitarrista solista e cantante Ste- Dopo l’esordio con i Finisterre, per Zuffanti la strada da se-
fano Marelli, dal batterista Marco Cavani, dal chitarrista
ritmico Gianluca Faccio e dal cantante e percussionista Da-
vide Laricchia. Nel 1992 incontrammo il tastierista Boris
Valle, fresco di diploma in pianoforte, grande appassionato
di Genesis e Pink Floyd, soprattutto esperto conoscitore di
musica classico-contemporanea e minimalista. Unendo le
idee, iniziarono a uscire fuori delle cose interessanti. Dopo
aver realizzato un demo allo studio Birdland di Genova-
Sampierdarena nella primavera del 1993, entrammo in
sala di incisione nel settembre del 1994 per registrare il no-
stro primo disco. Lo studio era dotato di un gigantesco mi-
xer a 48 canali con tanto di registratore analogico, in teoria
per ottenere un suono caldo e pastoso. In realtà, un po’ per
inesperienza nostra e un po’ a causa delle scarse capacità
del fonico, il risultato sonoro fu terribile”. Nonostante le
problematiche emerse in sede di registrazione, il debut al-
bum dei Finisterre ricevette un feedback molto positivo, sia
da parte del pubblico che della critica musicale: “Qualcuno
dice che i Finisterre hanno dato l’avvio alla ‘vera’ nuova
stagione progressiva italiana, ma in realtà non sono stati i
soli. Io, ad esempio, debbo molto a quella grande band che
sono stati gli Ezra Winston. All’epoca c’erano buoni gruppi
ma quasi tutto quello che usciva era mal registrato, mal
prodotto. Nonostante ciò, uscivano bei dischi, si sentivano
forti melodie, belle costruzioni, un modo di fare prog anco-
ra “vero” e ruspante che oggi si è perso un po’ dietro alla
troppa proposta, spesso non mediata da etichette e produt-
tori. La tecnologia ha aiutato a far sì che tutto sia pulito e
perfetto ma l’inventiva è andata a farsi un po’ benedire e
sinceramente mi è sempre più difficile ascoltare un bella
canzone prog. Tornando ai Finistere, secondo me quello
che hanno avuto in più rispetto agli altri gruppi è che siamo
partiti da subito come delle macchine da guerra. I meriti
musicali indubbiamente c’erano, i dischi facevano parlare
Maurizio Raso

Maurizio Raso

di sé e vendevano bene ma quello che noi avevamo in più e


che forse ha fornito l’input più grande è stata la nostra sfre-

47
Concerto per i 20 anni di carriera, 28 marzo 2015
a La Claque di Genova. Da sx: Agostino Macor,
Luca Scherani, Stefano Agnini, Boris Valle, Simona
Angioloni, Alberto Tagliati, Fabio Zuffanti, Stefano

Francesco Pullè
Marelli, Max Manfredi, Jenny Sorrenti, Alessandro
Corvaglia, Laura Marsao, Fabio Gremo, Martin Grice.

guire nell’alveo del prog sembra bel delineata. non vorrei che questo significasse essere lo che amano tutto ciò che faccio. Magari uno
Invece, due anni dopo, in concomitanza con ‘Steven Wilson dei poveri’, cosa che non credo ama La Maschera di Cera ma non ama Hösto-
l’uscita del secondo album, IN LIMINE, è già di essere. Immodestamente parlando, credo naten, oppure ama Finisterre ma odia le mie
impegnato a svicolare, tratteggiando deliziosi che l’unica grande differenza tra noi due è che cose soliste. Conosco addirittura gente che tra
acquerelli sonori con il progetto Höstsonaten, Wilson ha budget più ‘importanti’ a disposi- tutte le cose che ho fatto ama solo il disco de
dal quale avranno vita ben sette altri capitoli. zione per i suoi progetti, con tutti i benefici del laZona. In generale, comunque, ricevo più
A partire dal nuovo millennio, l’urgenza crea- caso. Mi piacerebbe molto se potessimo col- consensi quando faccio dei dischi di prog sin-
tiva di Zuffanti diventa palese e manifesta: la laborare insieme, così come con un fonico, ‘duro e puro’, piuttosto che
sua discografia si arricchisce degli episodi più altro mio grande idolo, Franco Bat- quando mi lancio a sperimentare.
disparati per stile musicale, quanto impecca- tiato”. In attesa che si materializzi Finalmente, però, dopo 40 album,
bili nella progettualità e nella coerenza dei il futuro, però, dopo 20 anni di ho focalizzato quello che per me è
contenuti. Dal post rock al jazz rock, dal can- carriera è quasi inevitabile guar- ZUFFANTI l’ascoltatore ideale, una persona
tautorato al glorioso pop italiano degli anni darsi indietro e provare a fare mentalmente aperta a 360 gradi,
Settanta, dalle colonne sonore alla musica dei bilanci: “Ogni musicista PLAYLIST pronta al fatto che un giorno
elettronica. L’artista approccia quasi ogni ge- con cui ho lavorato è stato un Dieci canzoni che amo particolarmente.
Non necessariamente famose ma importanti
può uscire un mio disco iper-
nere musicale, dimostrando di saperlo padro- grande insegnamento e sti- per la mia crescita emozionale… sinfonico e quello dopo il
neggiare con intelligenza e soprattutto di es- molo per me. Chiaramen- nuovo R.u.g.h.e. (progetto

1
sere capace di produrre sempre qualcosa di te, i musicisti dei Finister- Genesis noise-industrial). C’è da
coerente. Ne scaturiscono oltre 40 dischi in 20 re sono quelli con cui fin Window dire che, con la sempre
anni di carriera, di cui l’ultimo, lo splendido dalla giovane età ho con- (da FROM GENESIS TO REVELATION, 1969) maggior attenzione alla

2
LA QUARTA VITTIMA, sembra finalmente far diviso gioie e dolori del Buffalo Springfield mia carriera solista, queste
combaciare in un unico disegno tutti i pezzi fare musica e con i quali Expecting To Fly divergenze verranno sem-
del puzzle. Potremmo parlare tranquillamente mi sono confrontato mag- (da BUFFALO SPRINGFIELD AGAIN, 1967) pre di più convogliate ver-

3
di musica “totale”, di un’esperienza sonora giormente. Specie Boris Tim Buckley so un unico calderone.
dove quasi ogni espressione stilistica esisten- Valle: ho sempre stimato Hallucinations Quello che come solista
(da GOODBYE AND HELLO, 1967)
te è rappresentata degnamente e collegata il suo modo di comporre vorrei raggiungere è una

4
credibilmente in un pentagramma in conti- ma per me, che non avevo Cocteau Twins musica che comprenda
Pearly-Dewdrops’ Drops
nua mutazione, che rende ogni volta l’ascolto le basi teoriche che aveva tutte le cose che amo, non
(da THE SPANGLE MAKER, 1984)
lui, era più difficile. Nono- divise per progetto ma

5
un percorso ricco di sorprese. Forse è anche
Peter Hammill
per questo che dopo la realizzazione de LA stante questo, ho voluto fuse assieme nella manie-
The Lie
QUARTA VITTIMA Zuffanti è stato definito ‘lo dimostrare a me stesso (da THE SILENT CORNER AND THE EMPTY
ra migliore. Il futuro per
Steven Wilson italiano’. Un paragone a cui Fa- che potevo farcela e infat- STAGE, 1974) me sarà la compattazione

6
bio non si sottrae, anche se dopo aver fatto ti ho dedicato la mia vita Roy Harper di tutte quelle che sono le
qualche puntualizzazione: “Stimo molto Wil- a cercare di migliorare Another Day mie influenze musicali in
son e per molte cose lo come compositore. Sono (da FLAT BAROQUE AND BERSERK, 1970) un disco “onnicomprensi-

7
sento affine a me. Non affezionato a tutto ciò che Mellow Candle vo” che sia anche partico-
sempre quello che fa mi ho fatto e realmente non Sheep Season larmente d’impatto a li-
piace, ma ho un grande c’è un figlio favorito. Se, (da SWADDLING SONGS, 1972) vello di testi. Infatti, dopo

8
rispetto per il suo lavoro però, devo sceglierne un Angelo Branduardi il progetto La curva di Le-
e lo ammiro perché è ri- paio a tutti i costi direi il Notturno smo con Stefano Agnini e
uscito con grande vo- primo Finisterre per ra- (da LA LUNA, 1975) il nuovo Höstsonaten, se-

9
lontà ad arrivare al suc- gioni affettive, in quanto Kate Bush guirà un altro album soli-
cesso facendo prog. è stato il mio primo disco And Dream Of Sheep sta che per ora posso che
(da HOUNDS OF LOVE, 1985)
Sono felice quindi di in assoluto, e ancora una definire come una sorta di

10
essere considerato volta LA QUARTA VITTI- Broadcast ‘rivoluzione copernicana’
The Be Colony
come la sua contropar- MA, che reputo il mio la- del prog italiano. Purtrop-
(da BROADCAST AND THE FOCUS GROUP
te italiana ma, come per voro più completo e riu- INVESTIGATE WITCH CULTS OF THE po ci sarà da attendere un
tutte le cose che sono ‘la scito. Credo, comunque, RADIO AGE, 2009) po’ per sentirlo, ma ne
versione italiana di…’, di avere pochi ascoltatori varrà la pena”. Anche dal

48
In arrivo dal Pianeta Z:
La curva di Lesmo
La Curva Di Lesmo è un progetto ideato da
Stefano Agnini e dal sottoscritto. Agnini è il
compositore e tastierista del gruppo La Co-
scienza Di Zeno, ci conosciamo e ci stimia-
mo da tempo reciprocamente. Visto che ab-
biamo anche moltissimi gusti musicali e ar-
tistici in comune, il passo naturale è stato
quello di unire le forze in un progetto con-
giunto. Il nome del progetto è stato scelto da
«Credo che del primo
Agnini in omaggio alla prima storia a fumetti
(risalente al 1965) in cui appare il personag-
Höstsonaten siano
gio di Valentina di Guido Crepax. Agnini e io
siamo grandi appassionati della corrente più
state vendute più di
“esoterica” del progressive, sia italiano che
internazionale, e la musica che compone que-
diecimila copie: del
sto nostro primo album è la naturale emana-
zione di queste passioni. Il disco è composto
resto all’epoca non
da tre lunghi brani (rispettivamente di 9, 17
e 26 minuti) dalle atmosfere che richiamano
esisteva ancora
spesso la scuola prog italiana degli anni Set-
tanta, ovvero band come Opus Avantra, Jacu-
il file sharing o i
la, Balletto Di Bronzo, Pierrot Lunaire, Semi-
ramis, Cervello e altri. Ma non solo. Il disco
masterizzatori…»
ha anche momenti in cui emergono frammenti
della scuola cantautorale genovese (De André)
e atmosfere elettro-vintage (quelle di oscuri
gruppi italiani dei Settanta come I Signori
Della Galassia, Automat e altri). Ci siamo av-
valsi, inoltre, di una larga serie di presti-
giosi ospiti per mettere su disco le idee. Uno
degli scopi di questo progetto è infatti quello
di operare una scelta aperta a livello di col-
laborazioni che sia il più possibile ad ampio
raggio e che spazi tra vari generi. L’album è
diviso in una parte ‘femminile’, con due pezzi
interpretati rispettivamente da Beatrice An-
tolini e da Jenny Sorrenti (con gli interven-
ti di Max Manfredi), e di una ‘maschile’ con
le voci di Matteo Merli e Claudio Milano. La
prima parte è maggiormente avventurosa e
spinge la musica de La Curva di Lesmo verso
atmosfere folk, pop, elettroniche, new-prog e
sinfoniche. La seconda parte è maggiormen-
te ‘classica’ con una lunga suite progressive
reminiscente il mio lavoro con La Maschera
Di Cera. Il disco è pronto e dovrebbe uscire

Francesco Pullè
a settembre.

Discografia consigliata
punto di vista dei riscontri commerciali il bi- prog’ italiana: “Perché no”,
Finisterre, lancio è comunque positivo, e Fabio preferi- sorride Fabio. “Gli artisti dell’eti-
In limine (1996, Mellow Records) sce vedere il bicchiere mezzo pieno: “Teorica- chetta Kscope già si definiscono
Fabio Zuffanti & Victoria Heward,
mente, con la mole di lavoro che ho alle come tali, sono dediti a esperienze che
Merlin The Rock Opera (2000, Iridea Records)
Höstsonaten, spalle, avrei dovuto raggiungere risultati più partono dal prog ma si espandono inse-
Seasoncycle part IV: Springsongs importanti, ma se prendiamo in esame la rendo molte altre influenze, come certi suoni
(2002, Sublime Label) musica che faccio, osserviamo bene il pano- alla Sigur Ros… elettronica, metal etc. La
La Maschera di Cera, rama musicale nostrano e il riscontro delle trovo una cosa molto interessante, anche se
Luxade (2006, Immaginifica Records) band autoctone all’estero mi rendo conto, e noto che spesso tutto è un po’ troppo ‘atmo-
Rohmer,
me lo confermano i numeri fornitimi della sferico’. In realtà il prog già di per sé dovreb-
Same (2008, AMS Records)
Aries, mia casa discografica, che ho raggiunto il be essere ‘post’, nel senso che è un non-gene-
Double Reign (2010, AMS Records) massimo del raggiungibile per un artista re in evoluzione e ne ingloba molti, sia vecchi
Boris Valle & Fabio Zuffanti, prog italiano. La mia ambizione è, però, ai che nuovi”.
Same (2010, AMS Records, solo digitale) massimi livelli e quindi non intendo certo
Fabio Zuffanti, fermarmi, c’è ancora molto da fare”. Magari Per conoscere tutti i progetti di Fabio Zuffanti
La quarta vittima (2014, AMS Records)
tra qualche anno si inizierà a parlare di Zuf- è possibile visitare i siti www.zuffantiprojects.com
fanti come il fondatore della scena ‘post- e www.fabiozuffanti.com.

49
Il nuovo album della band svedese, UNTIL ALL THE GHOSTS ARE GONE,
è stato pubblicato a otto anni di distanza dal precedente A TIME OF DAY.
Lo presenteranno dal vivo, a Roma, il 18 settembre durante
il Progressivamente Festival al Planet Live Club.
Tord Lindman

Testi: Guido Bellachioma


Foto: Tord Lindman, Jaak Geebelen, Luca Fiaccavento
l gruppo nasce nel febbraio 1990 come King Edward,
espressione artistica di due amici: il chitarrista Nic-
klas Berg (ha cambiato il nome in Barker dopo il
matrimonio) e il bassista Jan Erik Liljestrom. Quasi
subito si aggiunge il batterista Peter Nordins e na-
sce il repertorio a base di cover dei King Crimsom,
a cui devono, ovviamente, molto. Con questa line un
solo concerto l’11 maggio 1991: Djuråsrocken Festival,
Gagnefs Folkets Hus di Djurås. Eseguono Larks’ Tongues In
Aspic Part 2, Lament, The Great Deceiver, Red, Starless, 21st Cen-
tury Schizoid Man. La violoncellista Anna Sofi Dahlberg, che
ha assistito al concerto, li contatta e il 27 agosto dello stesso
anno entra nella formazione che cambia nome in Anekdoten,
abbandonando il repertorio King Crimson, tranne per alcuni
brani che ogni tanto eseguono. Primo demo a dicembre con
Karelia, The Old Man & The Sea, Thoughts in Absence, Darkness
Descends e Sad Rain. Secondo demo a dicembre 1992 con Where
Solitude Remains, The Longing e Wheel. Demotapes che non ven-
gono mai commercializzati. Il tempo è ormai maturo per pro-
vare a incidere un disco di canzoni originali e i quattro lo re-
gistrano tra marzo e aprile al Largen Studio di Roger
Skogh. VEMOD, questo il titolo dell’atteso
debutto, esce a settembre 1993 in Cd
e, a gennaio 1994, in Lp. Oggi sem-
brano non aver perso la voglia di
andare avanti e ci siamo fatti
raccontare qualcosa da Jan
Erik e Nicklas: Una storia
tutta da ascoltare.

<<Alla fine abbiamo notato


che questo disco, probabilmente,
era il più pesante dai tempi
di NUCLEUS, ma, forse,
non è poi tanto strano. . . >>

51
Jan Erik, Roma,
17.5.2008.
Luca Fiaccavento

Anna Sofi,
17.5.2008.

J an Erik, puoi
sintetizzare
lo spirito di ognuno
dei vostri sei album
in studio.
VEMOD. Siamo partiti nel
1990 come una King Crimson
cover band e fu la prosecuzio-
ne di quell’inizio. Fu realizza-
to abbastanza di corsa e non
ci ha mai soddisfatti appieno
perché eravamo davvero ine-
sperti. La selezione dei brani
va bene, ma negli anni suc-
cessivi abbiamo realizzato
versioni migliori dei pezzi pre-
senti in quel disco.
Luca Fiaccavento

NUCLEUS. Un enorme passo


avanti. Le registrazioni furono
caotiche. Le basi le registram- UNTIL ALL THE GHOSTS dizionalmente i dischi degli Anekdoten
mo in uno studio e poi realiz- ARE GONE. Siamo davvero non hanno mai avuto molti assoli, ma
zammo le sovraincisioni in un altro, fieri di essere riusciti a sviluppare pie- stavolta ci sono in tutte le composizioni.
ma non ci rendemmo conto del sound namente le idee musicali che ci erano
complessivo finché non arrivammo al venute. Abbiamo cercato di elevare i Shooting Star. È stato l’ultimo brano a
missaggio, e a quel punto saltò fuori nostri standard e abbiamo chiesto a essere completato, ma ci sono le regi-
che avevamo esagerato. Non eravamo qualche amico di aggiungere le ciliegi- strazioni di alcuni frammenti che risal-
mai stati così pesanti. Non avevo mai ne sulla torta, cosa che hanno fatto. A gono addirittura al 1998, per cui si può
sentito nulla del genere, e probabil- mio modo di vedere è la nostra dichia- dire che sono anni che ci lavoriamo.
mente è il nostro disco che ha avuto il Dall’alto verso il basso: razione musicale definitiva! Nicklas ha scritto la musica e poi ha re-
maggior influsso su altri. Ne sono an- A TIME OF DAY (2007), alizzato un demo dove suonava tutti gli

C’ èi brani
GRAVITY (2003),
cora fiero! FROM WITHIN(1999)
un tema che lega strumenti, usando anche la drum ma-
FROM WITHIN. Fu davvero molto del nuovo disco? chine. Quando ci siamo messi all’ope-
difficile trasporre i brani di Nucleus dal Jan Erik: quando tutti gli elementi ra abbiamo rispettato la struttura del
vivo e volevamo tornare a un approc- dell’album sono andati al loro posto è demo e c’è voluto molto tempo per fare
cio più semplice. I brani sono potenti, stata una sorpresa notare come questo tutto bene. È la canzone più complessa
ma a ripensarci gli arrangiamenti non disco fosse il più pesante dai tempi di che abbiamo mai registrato per i nu-
sono all’altezza. Nicklas su Nucleus NUCLEUS, ma forse non è poi tanto merosi cambi di tempo, ma credo che
aveva cantato poco, ma da qui in poi strano. Inizialmente, negli anni Ot- su disco il tutto fluisca in modo natu-
assume il ruolo di cantante principale. tanta suonavamo hard rock e heavy rale. Ho scritto il testo avendo in mente
GRAVITY. Probabilmente il nostro metal, anche se in precedenza aveva- Stargazer dei Rainbow, che fu la mia in-
disco più pop. Ricordo che quando fu mo frequentato il mondo progressivo, troduzione al progressive; ricordo che
pubblicato ne eravamo davvero fieri e ma gli Anekdoten sono stati la nostra da ragazzo la suonavo nella mia came-
posso capire perché. Gli arrangiamenti prima e reale avventura nel progressi- ra a tutto volume. A questo aggiungi
erano raffinati e la selezione dei pezzi ve rock. Ora ci sentiamo abbastanza quel che succede in Medio Oriente,
varia. Ricochet è probabilmente la cosa a nostro agio da permettere al nostro che mi preoccupa come molte altre
più vicina a un’hit che abbiamo scritto. passato di risalire a galla. UNTIL ALL persone. Qualche mese fa è accaduta
A TIME OF DAY. Volevamo definire THE GHOSTS ARE GONE è la conferma una cosa strana. Avevo appena finito
meglio il nostro stile e questo è un vero di tutto quel che abbiamo appreso nel questo testo e ascoltavo la notizia della
disco Anekdoten. Sfortunatamente sem- corso degli anni. Nicklas negli ultimi decapitazione in Egitto di 21 cristiani
bra un po’ ingessato (sia come suono anni si è dedicato all’improvvisazione copti da parte dell’Isis, che aveva cer-
che come esecuzione) e il risultato finale con il gruppo My Brother The Wind e cato di costringerli a convertirsi all’I-
è troppo compresso. Però, a parte quello ciò lo ha aiutato ad acquistare maggio- slam prima di essere decapitati; loro si
nuovo, è il disco che ascolto di più. re fiducia in se stesso come solista. Tra- erano rifiutati e avevano continuato a

52
Luca Fiaccavento
<< I Soft Machine, Nicklas,
17.5.2008.

i Moody Blues dato una mano suonando la 6/12 corde


e i King Crimson acustica e l’elettrica, oltre ad aiutare a
rifinire l’intreccio voce-chitarra. È il
hanno allargato pezzo più sobrio del disco, ma verso la
fine diventa molto intenso.
I confini del prog >> Our Days Are Numbered. Lo abbia-
mo suonato dal vivo un paio di volte
e l’aggiunta del sax di Gustav Nygren
pregare il nome di Gesù, finché non li bizzarro accompagnamento, l’ha sal- Anekdoten 2015 proietta la seconda parte in un’altra
hanno uccisi. Mi sono sentito gelare il vata e l’ha anche resa il momento mi- dimensione. Gustav è un vecchio ami-
sangue quando il giornalista ha detto gliore. Theo è famoso nel mondo prog, co. Reine Fiske (Dungen, The Ama-
che la parrocchia copta, dove hanno visto che ha suonato con Robert Fripp, zing, Motorpsycho, Morte Macabre,
officiato la messa per i loro funera- Steven Wilson, David Sylvian, Daevid Landberk), Gustav e Nicklas avevano
li, situata nel villaggio di Al Our dove Allen etc. e siamo stati felici che abbia un progetto assieme nel 1997, che però
vivevano 13 dei giovani, ha cantato a suonato il flauto con noi. Sapevamo non pubblicò nulla, e Gustav una vol-
una sola voce: “Tieni alza la testa, sei che apprezzava la nostra musica ma ta mi ha sostituito negli Anekdoten.
un copto”. Il ritornello di Shooting Star è sempre molto occupato, meno male Il mix del sax di Gustav e il suono di
ha un verso che dice: “Tieni alta la te- che è riuscito ad aggiungere il suo pro- ottoni del Mellotron Mark II mi fa rizza-
sta”. All’improvviso i miei testi hanno fessionismo e il suo gusto purissimo al re ogni volta i capelli sul collo, mentre
abbandonato la fantasia per diventare brano. iniziano il viaggio verso il cuore delle
terribilmente concreti. tenebre.
Writing On The Wall. Gli Prosegue Nicklas: Mi piacereb-
Get Out Alive. Quando abbiamo regi- accordi per la parte canta- be lavorare ancora con Reine
strato batteria, basso e chitarra per la ta ci seguono fin dagli anni Discografia consigliata Fiske. Credo sia uno dei miglio-
coda finale non sapevamo bene come Novanta. All’epoca il brano ri musicisti in giro e tutto quel
Album in studio
usare il tutto per la canzone. Sono ri- aveva una melodia voca- VEMOD (1993) che ho fatto con lui mi ha aiu-
masto senza fiato quando Nicklas ha le diversa ma le cose non NUCLEUS (1995) tato a crescere musicalmente.
aggiunto mellotron e organo. Non funzionavano. È l’unico che FROM WITHIN (1999) Abbiamo dei progetti in cantie-
solo avevano un perché, erano per- canto io, e probabilmente è GRAVITY (2003) re e speriamo di far uscire qual-
fetti. L’arrangiamento complessivo è quello più vicino allo stile A TIME OF DAY (2007) cosa l’anno prossimo.
talmente bello. Difficile credere che la dei nostri primi dischi. In- UNTIL ALL THE GHOSTS
base sia stata registrata prima di avere
anche la benché minima idea della me-
lodia d’aggiungere.
sieme a Shooting Star ha ri-
chiesto maggior tempo per
l’incisione, visto che negli
ARE GONE (2015)

Album dal vivo


T ranne che in VEMOD
e A TIME OF DAY,
il titolo del disco
anni abbiamo provato vari LIVE EP (1997) è sempre stato quello
If It All Comes Down To You. La prima arrangiamenti. OFFICIAL BOOTLEG: di un brano presente.
canzone scritta per il disco. Avevamo LIVE IN JAPAN (1998) Jan Erik: Questo disco prima
quasi deciso di togliere la parte cen- Until All The Ghosts Are WAKING THE DEAD, aveva come nome di lavoro
LIVE IN JAPAN 2005 (2005)
trale perché non riuscivamo a risolvere Gone. Marty Willson-Piper, Haunted e non mi piaceva. Come
un problema, poi ci abbiamo ripensa- chitarrista dei leggendari spesso accade, nei versi dei bra-
Antologia
to. Theo Travis, che suona un grande Church, ci ha aiutato molto CHAPTERS (2009) ni si nasconde un titolo più in-
assolo melodico di flauto sul nostro in questa composizione. Ha teressante. Un giorno l’abbiamo

53
rinominata UNTIL ALL THE GHOSTS
ARE GONE, così è diventato chiaro che
Anekdoten parte digitale, è stato effettuato in uno
dei migliori studi di Stoccolma, con
potesse essere anche il nome del disco.
Si legava al tema di altri brani e ci forni-
PLAYLIST Simon Nordberg, nostro amico produt-
tore e vincitore di un Grammy Award.
va l’idea per la copertina. Nicklas aveva Ascolti sull’isola deserta I migliori mezzi tecnici a disposizione
suggerito di usare come immagine la sono importanti quando si arriva a
grande villa che si trova su un’isola al registrare, magari per rendere piena-
largo di Stoccolma, purtroppo in rovina mente il suono che hai in testa, ma è
da decenni. Dopo qualche ricerca ho
trovato il proprietario e fortunatamente 1 Van Der Graaf Generator
PAWN HEARTS
fondamentale scrivere dei pezzi in cui
credi. Ritengo che il sound sia il 50% di
ha acconsentito a farci fare delle foto. Il un buon disco. Saper suonare bene è
posto era favoloso e anche solo arrivarci
è stata un’avventura. Ma non abbiamo
2 Jethro Tull
MINSTREL IN THE GALLERY importante, ma non tanto quanto ave-
re un sound personale e brani sinceri,
visto nessun fantasma.
3 David Sylvian
SECRETS OF THE BEEHIVE
buone idee e un sound scintillante.
Ecco cosa serve. Sicuramente è bello

S tudio di registrazione
e creatività…
Nicklas: Registriamo le basi in analo-
4 Black Sabbath
HEAVEN AND HELL
Anna Sofi Dahlberg
avere materiale nuovo da far sentire
in giro. Spero che dal vivo il pubblico
sia d’accordo con noi sul nostro sesto
gico all’Atlantis Studio di Stoccolma.
Le sovraincisioni poi le realizziamo 5 Peter Hammill
IN CAMERA
nel mio studio privato, in salotto e in
altri luoghi dove possiamo usare uno
straordinario microfono dei primi anni
6 Beach Boys
SURF’S UP

7
Settanta e un efficacissimo sistema Captain Beyond
di registrazione, entrambi Neve. Ab- CAPTAIN BEYOND
biamo usato Pro Tools alla massima
risoluzione possibile. Lavorare a casa,
senza stress, e dedicarsi con calma ai 8 The Beatles
SGT PEPPER’S LONELY HEARTS CLUB BAND
particolari per rendere unico un disco
è meglio che perdere tempo in studio.
Il missaggio, in parte analogico e in
9 Scott Walker
SCOTT 4

10 Nick Drake
FIVE LEAVES LEFT
Jaak Geebelen

Jaak Geebelen
Jan Erik Liljeström

Tra Beatles e altre cose.


Nicklas: Non mi stancherò mai di
ascoltare i Beatles. Sono stati i com-
positori più grandi. I più progressivi,
i più audaci e hanno ottenuto un suc-
cesso planetario. Ricchi come struttu-
re musicali, eppure facili da ascoltare.
Cosa assolutamente incredibile. Sono
40 anni che li ascolto eppure nella lo-
ro musica scopro sempre cose nuove.
Oltre a John, Paul, George e Ringo,
nella storia della musica penso ci si-
ano alcune figure asso-
lutamente fondamenta-
li: Wagner, John Coltra-
ne, Black Sabbath, Beach
Boys, Elvis Presley, Pink
Floyd, Sex Pistols, Ve-
nom, James Brown, Pu-
blic Enemy, Can, Joy Di-
vision, Kraftwerk, Soft
Machine, King Crimson,
Mercyful Fate, Sonic
Youth, Michael Jackson.
Jan Erik: Per me Beat-
les, Beach Boys, Jethro
Tull, Scott Walker, King
Crimson, Pink Floyd,
Black Sabbath, Neil
Young, Deep Purple, Van
der Graaf Generator, Pe-
ter Hammill, Thin Lizzy,
Blue Öyster Cult, Aero-
smith, Rainbow, David
Sylvian. Se dovessi rifu-
giarmi su un’isola deser-
ta porterei qualche disco
per trascorrere il tempo
Jaak Geebelen

in modo piacevole.
Nicklas Barker Anekdoten 2015

54
lavoro. Senza novità è meno interes-
sante andare in tour, ora non vedia-
mo l’ora di suonare anche in Italia.
A scolti
vari
Jan Erik: Negli ultimi anni ho usato
vamo suonare alle 8 di sera. Quando
abbiamo iniziato c’erano circa 10.000
persone presenti e il sole stava calan-
Solo che dovevamo aspettare. Sarebbe quasi esclusivamente il digitale in cuf- do. Il gruppo andava a mille e il pub-
stato sciocco registrare quando non fia, essenzialmente su Spotify o con file blico lo sentiva. Ricordo che mentre
eravamo pronti. Non abbiamo un ma- ad alta risoluzione, ma compro ancora uscivamo di scena ci chiedevano altri
nager o una casa discografica che ci Cd e qualche volta vinile. pezzi. Allora Jan Erik ha gridato: “Fac-
dice cosa fare. Il disco sarebbe arrivato Nicklas: A casa preferisco ancora i ciamo Starless”. Partimmo e i presenti
prima, forse, se ci fosse stato qualcuno vinili, ma uso anche il computer. Non impazzirono. Quattro anni prima la
dall’esterno a spingerci, ma non credo credo che il vinile sia il modo migliore suonavamo per divertirci nello stan-
che sarebbe stato altrettanto buono. di ascoltare la nuova musica, per un zino delle prove e nel 1996 eravamo
Siamo molto fortunati ad avere un paio di motivi. Primo: oggi la maggior su quel palco, circondati dall’amore
pubblico così paziente, ancora interes- parte della musica è registrata e mis- di tutti. Non credo si possa superare
sato a sentire cosa abbiamo realizzato sata digitalmente con una risoluzione questo, anche se ci torneremo il pros-
anche se sono passati otto anni. Suo- In alto molto elevata. Per cui se vuoi essere simo 30 luglio. Stranamente, non ab-
VEMOD del 1993,
nare dal vivo è la cosa più divertente, sotto UNTIL ALL THE
il più vicino possibile alla fonte devi biamo mai suonato in UK e la cosa è in
ma quella più importante per me è GHOST ARE GONE. ascoltare i file ad alta risoluzione e cima ai nostri desideri. Siamo felici di
comporre e registrare. non quelli a risoluzione più bassa tornare in Québec [concerto tenuto il
su vinile. Il secondo motivo è che 16 maggio al Terra Incognita Festival,

Jaak Geebelen
credo che la tecnica di stampa su N.d.A.] perché le reazioni degli spetta-
Peter Nordins vinile di oggi non sia all’altezza tori nel 1994 furono incredibili e sarà
degli standard degli anni Sessan- bello provare di nuovo quelle sensazio-
ta o primi anni Settanta. Si sono ni, nonostante sia noi che il pubblico
perse le conoscenze. Se parliamo siamo un po’ invecchiati. Gli spettatori
di musica storicizzata preferisco le in Canada sono più scatenati, mentre
stampe di quel periodo, che sono in Giappone sono più riservati. Tutti i
la cosa più vicina alla fonte che tipi di pubblico hanno pro e contro, ma
puoi trovare. Le vecchie registra- siamo stati lontani dai concerti così a
zioni di musica classica della Dec- lungo che non ho proprio idea di cosa
ca o della EMI dei primi Sessanta aspettarci questa volta. So che quando
suonano 1000 volte meglio delle tutto funziona siamo un gruppo forte
riedizioni su Cd. I vinili dei nuovi dal vivo, per cui stiamo lavorando per
dischi sono divertenti e sicura- raggiungere il nostro massimo.
mente sono un buon modo per
gustare la musica, ma l’ottimale
sono i file in alta risoluzione a
96khz/24bit. Comunque il mio
A vete suonato molte
volte in Italia.
Qual è il vostro rapporto
primo acquisto fu RING RING col pubblico italiano?
degli ABBA su cassetta. Il primo Jan Erik: Siamo felici di tornare in
vinile, invece, DESTROYER dei Kiss. Italia perché è un luogo sempre molto
Jan Erik: Nel 1979 mio cugino andò ricettivo per il prog e gli Anekdoten.
a Londra e tornò con sei Lp per il mio Nel nostro primo mini tour europeo
nuovo stereo. Tra loro c’erano RISING del 1994 suonammo in due date. Il
dei Rainbow, JAILBREAK dei Thin debutto italiano fu il 24 luglio al festi-
Lizzy e MAGICAL MYSTERY TOUR dei val Progressivamente nell’anfiteatro di
Beatles. Aveva buon gusto per esse- Altomonte, paesino della Calabria [or-
re un ragazzo. Come detto, il testo di ganizzato dalla fanzine Arlequins e cu-
Shooting Star, che apre il nostro nuovo rato da Alberto Nucci. Nel programma
disco, è ispirato da Stargazer, proprio anche Mad Crayon, Malibran, Il Trono
contenuto in RISING. A volte le nostre Dei Ricordi, Progetto Osanna, Kraken
canzoni mi ricordano i Rainbow, vo- In The Maelstrom, N.d.A.]. Eravamo
levo rendere omaggio a questo brano ancora inesperti e non credo sia stato
perché mi fece capire come le canzoni un grande show, ma per noi fu un’e-
heavy potessero essere lunghe e avere sperienza fantastica. Il 26 suonammo
struttura sinfonica. Oltretutto volevo al Parco del Turismo di Roma. Non
ricordare il cantante migliore di tutti i potevamo credere che potesse esserci
tempi, Ronnie James Dio. Il mio primo così tanto pubblico, ma la promozione
45 giri fu uno dei Rainfall, gruppo sve- fu eccellente: grazie Guido! [all’epoca
dese dove suonava Björn Lodin, che curavo cose di questo tipo per una ra-
poi sarebbe entrato nei Six Feet Under, dio romana, N.d.A.]. Ricordo con piace-
Baltimoore e Krokus. re anche quello al Castello di Meleto,
zona del Chianti in Toscana, dove l’in-

L ive
Memories…
Nicklas: Come gruppo direi, nel 1996,
gaggio non fu alto come soldi, ma gli
organizzatori ci donarono molte botti-
glie di ottimo vino. Anche l’ultimo in
il Burg Herzberg Open Air in Germa- Italia fu bello: 17 maggio 2008, sempre
nia, uno dei più importanti festival a Roma. Ancora una volta rimanem-
alternativi, nato nel 1968. In cartello- mo stupiti dall’afflusso, e il pubblico ci
ne con noi anche Groundhogs, Guru spinse a dare il massimo. Per noi fu il
Guru, Hawkwind, Pretty Things, Ri- concerto migliore di tutto il tour…
Tord Lindman

tual, Ax Genrich (Agitation Free) e


Uli Trepte (Guru Guru, Faust). Dove- Info: www.anekdoten.se

55
Il ricordo di un vecchio amico
e la (Nuova) Raccomandata
con Ricevuta di Ritorno
sforna il primo disco live
della sua carriera.
Ce lo siamo fatto raccontare,
e non poteva essere altrimenti,
da uno scattante
Luciano Regoli…
Testi: Paolo Carnelli

un lunedì mattina piovoso a Roma, e pioverà per


tutta la giornata, fino a sera. Il Teatro Agorà, si-
tuato nel cuore del quartiere Trastevere, tra il car-
cere giudiziario Regina Coeli e l’Orto Botanico,
è una struttura affascinante che ha un bel po’ di
storia sulle spalle: lo testimonia la sequenza qua-
si infinita di locandine che occupano le pareti del lungo
corridoio dal quale si accede alle sale dove si tengono gli
spettacoli. Nella prima sala è in corso l’allestimento
per la presentazione del disco LIVE IN ELBA della
Nuova Raccomandata con Ricevuta di Ritorno
di Luciano Regoli. Un live impeccabile sotto tut-
ti i punti di vista, che afferma e proietta nel fu-
turo la musica di uno dei gruppi più affascinanti
ed enigmatici del prog italiano degli anni 70: un
disco di culto (PER… UN MONDO DI CRISTAL-
LO), pubblicato nel 1972 su etichetta Fonit Cetra,
tanti concerti e poi l’improvviso scioglimento fino
al ritorno, inaspettato, e culminato nel 2010 nella
pubblicazione dell’ottimo album d’inediti, IL PITTORE
VOLANTE. Ora questa bella testimonianza dal vivo, regi-
strata nel dicembre del 2013, presso il Teatro dei Vigilanti
di Portoferraio, all’Isola d’Elba, dove Regoli risiede ormai
da anni e ha uno splendido studio dove svolge la sua atti-
vità di pittore. L’evento è nato nell’ambito di un’iniziativa
che ormai va avanti da diverso tempo, ovvero quella di
organizzare ogni anno un concerto in memoria di Pino
Catanzaro, detto Trick, storico fonico e roadie di band
Testi: Paolo Carnelli come la Raccomandata con Ricevuta di Ritorno, il Ritrat-
Immagini: Guido Bellachiomato di Dorian Gray, il Perigeo e di cantautori molto noti
come Venditti, Baglioni e Jannacci. “L’idea di realizzare
Luciano Regoli.
il live è nata mentre stavo sdraiato in spiaggia e pensavo
Claudio Lodi

Prog Exhibition, a Trick”, spiega Luciano Regoli nel foyer del teatro. “Era-
Roma, 6/11/2010

56
vamo molto legati, lui mi aveva seguito quando solo per me, basti pensare agli Osanna, a Battia-
mi ero trasferito all’Isola d’Elba ed erano ormai to… qui in Italia in molti sono rimasti parecchio
vent’anni che viveva qui con la sua famiglia. A colpiti da quella performance. Senza parlare poi
un certo punto mi sono detto che per il concer- di gente come Alice Cooper. Però sono rimasti
to in teatro, che gli amici e i musicisti dell’Elba tutti zitti, nessuno ha mai voluto confessare che
organizzano in suo ricordo ormai da quattro all’origine delle proprie scelte ci fosse proprio
anni, era giusto coinvolgere tutta la Nuova Rac- quel pazzo di Arthur Brown. Poi l’ho visto anche
comandata e registrarlo. Allora ho telefonato a tante altre volte a Londra, alla Roundhouse, o
Matthias Scheller, che è il mio discografico, e gli allo Stadio Flaminio nel 1973, con i Camel e i
ho proposto di pubblicare l’album. Lui ha detto Van der Graaf Generator. All’epoca con Arthur
di sì e si è preso carico di tutta la parte tecnica: Brown rompevo sempre i coglioni a tutti, i miei
ha chiamato i ragazzi di uno studio di Geno- amici mi prendevano anche un po’ in giro. Ma
va, l’Hilary Studio, che hanno fatto una ripre- del resto anche tutta la mia pittura, quella più
sa audio straordinaria. Quella sera, oltre a noi dark viene da lì, da quel mondo della follia,
della Nuova Raccomandata, hanno suonato dell’allucinazione, dal mondo interiore. Qual-
anche La Maschera di Cera con Fabio Zuffanti che giorno fa ho avuto una grande soddisfa-
e un gruppo di ragazzi elbani, i Four Jumps in zione perché gli ho spedito una copia del live e
Pot, davvero molto bravi: con loro ho cantato lui mi ha risposto dal suo iPad facendomi tanti
If Six Was Nine di Jimi Hendrix perché Trick era complimenti: mi ha anche scritto che il finale
un grande appassionato di Hendrix. In qualche di Fire come l’abbiamo fatto noi è una soluzio-
maniera il cerchio quadra”. In effetti, uno dei ne geniale, che prenderà in considerazione per
punti di forza di LIVE IN ELBA sta nella quali- i suoi prossimi concerti”. Ora, la Nuova Racco-

Guido Bellachioma
tà della registrazione, potente e cristallina, che mandata sta preparando un nuovo album in
permette di apprezzare al meglio i nuovi arran- Luciano Regoli, studio, come conferma Regoli: “I demo del nuo-
Roma, maggio 2015.
giamenti dei pezzi tratti dall’album del 1972: vo disco sono già pronti, ora bisogna suonarlo
brani come Su una rupe, Sogni di cristallo, Il mondo e cantarlo. S’intitolerà IN FUGA e alla versione
cade su di me e l’enigmatica Un palco di marionette
sono riproposti in modo scintillante. “Ascoltan-
“Il concerto che in vinile sarà abbinato il mio libro, Le avven-
ture del pittore volante. Gli arrangiamenti sono
do questo nuovo live e confrontandolo poi con nella mia vita mi ha stati curati da Maurizio Pariotti: lo conosco da
l’album in studio pubblicato negli anni Settanta
viene un po’ da sorridere. Il disco all’epoca ven-
più colpito è stato quando aveva 22 anni e suonavamo insieme
nei DGM. Lo stimo molto perché è veramente
ne registrato da quello che si era soliti chiamare quello di Arthur un grande arrangiatore: io arrivo con la chitarri-
‘tecnico del suono’, ma a quei tempi i tecnici e i
fonici, soprattutto quelli delle grandi case disco-
Brown al Teatro na e lui pensa a tutto quanto. E poi c’è un’altra
novità, che non so se andrà in porto. All’epoca
grafiche come la Fonit Cetra, non erano abituati Olimpico di Roma, della Raccomandata io litigai con gli altri del
a registrare la musica rock. Nel loro curriculum gruppo perché non volevo andare al Festival
c’erano cose tipo Claudio Villa e via dicendo.
nel 1971. Eravamo di Sanremo: in quel momento andarci era una
Per questo i suoni di PER… UN MONDO DI CRI- una quarantina vergogna, se lo facevi eri considerato un vendu-
STALLO sono piccoli, la voce sembra uscire da to, uno stronzo. Invece adesso vorrei provare ad
dentro un barattolo. Oddio, per l’epoca poteva
di persone a vedere andarci con un pezzo terribile, un po’ alla Black
andare pure bene, ma se lo risenti adesso ti fai questo marziano…” Sabbath, che si intitola Momento supremo. Parla
due risate. In questo, invece, c’è una corposità di un uomo steso sul letto di morte che si guar-
di suono molto moderna, molto anni Novanta: («l’Unità» così riportava: “il cantante «pop» da intorno. Fortissimo. Potrà sembrare una scel-
essendo fondamentalmente un cantante hard Arthur Brown si esibirà, per la prima volta a ta incongruente, però mi piacerebbe. Del resto,
rock, mi piace avere più sostanza, preferisco un Roma, con il suo complesso «The Crazy World» se a San Remo c’è andata la PFM perché non ci
suono più rock”. All’interno della track-list è im- in due ‘recitals’ alle 16 e alle 21,30”). Eravamo può andare la Raccomandata…
possibile non notare anche le cover di Baby I’m una quarantina di persone a vedere questo
Gonna Leave You dei Led Zeppelin e soprattutto marziano vestito come il mago Zurlì, tutto psi- LIVE IN ELBA è stato pubblicato su etichetta AMS
quella di Fire del Crazy World di Arthur Brown. chedelico, dipinto in faccia, che proponeva uno Vinyl Magic/BTF in Cd digipack, vinile standard
Una scelta singolare che Regoli rivendica con spettacolo teatrale a tutti gli effetti. Anche i suoi e vinile arancione. Info: www.lucianoregoli.com.
forza: “Il concerto che nella mia vita mi ha più musicisti erano mascherati come lui. In Italia,
colpito e travolto è stato quello di Arthur Brown una cosa del genere non s’era mai vista, e poi
al Teatro Olimpico di Roma il 26 febbraio 1971 quella voce… Per me ha fatto scuola, ma non

Regoli mentre dipinge LO SBARCO DI NAPOLEONE


(cm 530x270). Il dipinto è nella Pinacoteca
Foresiana di Portoferraio all’Isola d’Elba.

57
TECHNICIANS OF THE SACRED, uscito a maggio, è il primo doppio album
degli Ozric Tentacles dopo il leggendario ERPLAND del 1990. La band,
inglese d’origine ma ormai cittadina del mondo, l’ha presentato con un tour
europeo ad aprile/maggio e ora negli Stati Uniti.

Testi:
Guido
Bellachioma

uando si discute sugli Ozric è facile prio tutti questi brani; la cosa più interessante è la sua
cadere negli stereotipi più diffusi: spontaneità. Abbiamo scritto e prodotto la quantità
spacerock, prog elettronico in sal- necessaria per un normale album ma alla fine, qua-
sa hippy, trance, neo-psichedelia, si per caso, abbiamo ultimato alcuni pezzi iniziati nel
groove rave, fusion elettronica, corso del tempo e mai terminati. Ed aveva suonato per
psytrance, dub etnico, leggen- 20 anni alcune sezioni ma per qualche ragione non le
da dell’underground inglese… aveva mai registrate. I titoli dei nostri brani sono piut-
e chi più ne ha più ne metta. In tosto bizzarri, d’altronde, essendo strumentali, rac-
realtà, in loro coesistono tutte le vibrazioni musicali chiudono lo spirito di ogni cosa riguardo quei suoni;
che li hanno influenzati, non è che si pongano trop- è sempre divertente vedere la gente ridere quando li
pe domande, sono liberi nelle scelte, esistenziali e legge per la prima volta. C’è solo un titolo normale per
artistiche: vanno ancora in tour coi questo album degli Ozrics, Far Memo-
mezzi propri e non vogliono alberghi, ry, dedicato alla memoria della non-
ripartono dopo i concerti col proprio na di Ed, Joan Grant (12 aprile 1907
nightliner, nel cui rimorchio hanno – 3 febbraio 1989), scrittrice e autori-
un sacco di strumenti, schermi, pro- tà riconosciuta della teoria della rein-
iettori e tante altre cose. Ovviamente carnazione. Winged Pharaoh, libro che
non proprio come agli esordi, ora è un scrisse nel 1937, è considerato ancora
pullman con letti, servizi, dove dor- oggi un classico dai cultori New Age.
mono tutti insieme… decisamente Far Memory è riferita alla sua abilità
più confortevole del leggendario Mi- nel ricordare le vite precedenti, che le
crobus T2 della Volkswagen, meglio ha permesso di svelare ad archeologi
conosciuto come Bulli o Kombi, con e storici avvenimenti del passato in
cui si spostavano hippies e musicisti modo molto preciso, invece loro han-
tra gli anni 60 e i 70… figli dei fiori sì, ma tecnologici! no potuto accertarlo solo dopo molti anni in seguito
Nel corso degli anni e di tutti i viaggi effettuati, non a scavi e a studi accurati. Lei lo aveva svelato sempli-
solo musicali, il gruppo ha perso per strada i compo- cemente ricordando il passato. Il brano è stato scritto
nenti originali, tranne uno… lui, il vero Mister Ozric, subito dopo che con un incendio avevamo perso la
il chitarrista Ed Wynne (3 giugno 1961). La band ora casa, lo studio, i nastri registrati, il libro originale e
è più una famiglia che una comune come ai vecchi le foto di Joan. Lo abbiamo chiamato così perché nel
tempi, visto che con lui suonano la moglie Brandi (3 comporlo stavamo ricordando una vita passata [la
maggio 1979), bassista e anche efficiente manager composizione possiede diversi piani sonori e più di
degli Ozric, e il figlio Silas Neptune (20 maggio 1990), altri ricorda quelli spaziali del Pianeta Gong, N.d.A.].
tastierista. Il silenzioso Ed sul palco sembra sempre Penso sia difficile pensare che gli Ozric possano mai
che debba crollare esausto da un momento all’altro, cambiare stilisticamente, hanno una identità ormai
mentre, alla fine, a crollare esausti sono proprio mol- troppo forte; producono musica strumentale dove
ti ascoltatori, visto che i concerti durano spesso più riescono a calarsi meglio, ma questo disco prova un
di tre ore… in occasioni speciali, come alcuni festival po’ di nuovi percorsi, forse l’inizio di un viaggio verso
all’aperto sembrano davvero non finire mai. Ma è me- altri regni sonori. Non ci sono ospiti, a meno che non
glio non metterlo alla prova, probabilmente sarebbe consideri tale Paul Hankin, il nostro vecchio percus-
in grado di suonare all’infinito, più o meno come i sionista [proprio quello originale dei primi lavori: cas-
Grateful Dead di Jerry Garcia, capaci di dilatare i brani sette autoprodotte e album epocali come PUNGENT
oltre ogni logica previsione. Nel corso della data ro- EFFULGENT del 1989 ed ERPLAND del 1990, N.d.A.],
mana al Planet Live Club parliamo con Brandi mentre che si è riunito a noi per questo disco. Abbiamo regi-
passeggiamo per le strade del quartiere Ostiense, tra strato veramente in totale isolamento sulla cima di un
Testaccio e il Gazometro dell’Italgas, sorta di Colosseo monte nel Colorado, un’ora lontano dalla più vicina
post industriale, a cui si dimostra particolarmente in- cittadina. È stata una scelta molto privata, non voglio
teressata. dire egoistica, anche se quasi antisociale… una neces-
sità di fuga al nostro interno per ritrovare un po’ di
Il racconto di Brandi equilibrio. Avevamo avuto troppi casini nella nostra
vita. Due anni fa abbiamo perso la nostra casa e il no-
TECHNICIANS è doppio e questo ha sorpreso persino stro studio durante un incendio della foresta, quando
noi. Non volevamo programmarne la lunghezza, è avevamo già inciso qualcosa per il nuovo disco. An-
uscito così perché era giusto che ci fossero pro- che se in quel momento non avevamo la sensazione

59
Live in Crozia, che la casa potesse bruciare, altrimenti riguarda i concerti suoniamo una parte
2013 avremmo cercato di prendere più cose. di TECHNICIANS con Balázs Szende, il
Il rimorchio del mio mezzo di traspor- nostro nuovo batterista ungherese, già
to non era molto grande, quindi più venuto con noi una volta in Italia prima
di tanto non potevamo portare; inoltre di entrare nella band. Ora si sta calando
tutti, in particolare i vigili del fuoco, sempre più nel suo ruolo e ci stiamo di-
continuavano a dirci che tutto sarebbe vertendo un sacco. Non voglio dire che
andato bene e che sarebbero riusciti a dal vivo ci siano grandi sconvolgimenti,
domare le fiamme… che la nostra casa ma i concerti, anche i prossimi, dovreb-
non avrebbe avuto problemi, però do- bero essere meglio di quelli dell’ultimo
vevamo allontanarci perché potevano tour, abbiamo suoni migliori, anche gra-
stare in quella zona solo le persone che zie alla nuova chitarra di Ed. Non avevo
lavoravano a quell’operazione. Fortuna detto che qualche tempo fa, ovviamente
che non mi sono fidata del tutto. Al- quando eravamo circondati da quel ne-
Brandi Wynne, Ed Wynne, meno abbiamo portato via una cosa: il fasto influsso, Ed ha avuto un incidente
Roma, Roma,
19/11/2010 19/11/2010 computer principale dello studio, dove sul palco e gli è quasi esplosa la chitarra,
avevamo al momento circa la metà del rischiando di farsi male sul serio. Ora è
disco, anche se in forma ancora non molto contento del nuovo strumento e
definitiva. Abbiamo avuto solo tre ore anche io penso sia migliore. Cerchiamo
per prendere qualcosa. E pensare che sempre di andare avanti e migliorarci,
mi avevano detto che avrebbero risolto atteggiamento che è parte della nostra
la situazione: quell’incendio avvenne vita, la gente ci apprezza anche per que-
nel giugno 2012 e fu il più grande nella sto motivo: diamo sempre il massimo.
storia del Colorado! Da quel momento Amiamo molto l’Italia, la gente, il man-
per noi è iniziato un vero calvario. Sia- giare, il bere, i posti in cui suoniamo e ab-
mo stati alloggiati temporaneamente biamo suonato. Il posto più affascinante
in una casa della nostra compagnia di in cui siamo stati è il Villaggio Globale di
assicurazioni; in seguito Ed ha subito un Roma [un centro sociale situato dentro
Luca Fiaccavento

Riccardo Arena

grave avvelenamento da cibo e ha impie- l’ex Mattatoio nel quartiere Testaccio,


gato tantissimo per recuperare. Abbiamo ma il concerto a cui si riferisce fu effet-
traslocato 4 volte in quei mesi mentre tuato nello spazio all’aperto, dove ora c’è
Ed era quasi sempre in ospedale. Dopo la Città dell’altra economia e la manife-
un periodo lunghissimo abbiamo avuto stazione Eutropia, N.d.A.]. Nel novembre
Silas Wynne,
Roma,
una nuova casa, Ed è tornato con noi… 2004 vi abbiamo suonato in un tendone
19/11/2010 davvero un grande sollievo. Da quel da circo insieme a un gruppo italiano del
momento siamo stati di nuovo felici: i prog anni 70: Balletto di Bronzo. Ricor-
ragazzi sono al sicuro nella nuova casa do i camerini comuni e il tastierista del
e abbiamo un piccolo posto, però bene Balletto [Gianni Leone, N.d.A.], aveva un
attrezzato, dove registrare. Per uscire de- incredibile specchio a batteria con le luci
finitivamente dalle scorie psicofisiche di e un’altrettanto incredibile borsetta per il
quella tempesta emozionale dovevamo trucco con dentro qualsiasi cosa. Intorno
cambiare marcia. Alla fine abbiamo fatto a noi c’era un casino bestiale ma per lui
l’unica cosa possibile per rientrare nella esisteva solo quello specchio. Ma sul pal-
nostra dimensione: prendere con noi il co mise in mostra una grande potenza
necessario ed essenzialmente nascon- sonora, in definitiva la musica è sempre
Riccardo Arena

derci in studio a suonare fino a quando la cosa più importante per un musici-
non ci siamo risentiti normali. Il risultato sta. Non bisogna mai dimenticarlo.
di questo percorso liberatorio è TECH-
NICIANS OF THE SACRED. Per quanto Info: www.ozrics.com

Set-list base
dei concerti italiani:
Kl Jurassic Shift • da JURASSIC SHIFT, 1993
Km Sploosh! • da STRANGEITUDE, 1991
Kn Changa Masala • da THE TECHNICIANS OF THE
SACRED, 2015
Ko Og-Ha-Be • da TANTRIC OBSTACLES, 1985
Kp Sultana Detrii • da WATERFALL CITIES, 1999
Kq Mooncalf • da THE YUMYUM TREE, 2009
Kr Epiphlioy • da THE TECHNICIANS OF THE SACRED, 2015
Ks Xingu • da WATERFALL CITIES, 1999
Kt Tidal Convergence • da ERPLAND, 1990
Lk Zenlike Creature • da THE TECHNICIANS OF THE
SACRED, 2015
Ll The Sacred Turf • da THERE IS NOTHING, 1987
Lm Coily • da WATERFALL CITIES, 1999
Ln Eternal Wheel • da ERPLAND, 1990
Lo The Throbbe • da ERPLAND, 1990

60
16,7  milioni   *
di  colori   *la profondità di colore nella computer grafica

Ma  i  colori  più  belli  


                                 sono  quelli  del  SUONO!

I colori del SUONO


Vintage, progressive, blues...
La rubrica con il meglio della musica, ogni mese su SUONO
o n
bu anno
p l e
c o m
AC !
C R
Il terzo album degli Area, in mirabile equilibrio
tra l’urgenza espressiva della sperimentazione
e vere e proprie canzoni, compie quarant’anni
e oggi mette d’accordo tutti, o quasi, nell’essere
valutato tra le opere fondamentali della musica
contemporanea… ma non è sempre stato così…
Testi: Riccardo Bertoncelli, Demetrio Stratos,
Roberto Masotti, Guido Bellachioma
Foto: Roberto Masotti, Archivio Cramps,
Antonio De Sarno

R
ispetto alle copertine cu- mo la Terra. La borghesia dovrà farlo a
pe e minacciose dei pri- pezzi il suo mondo, prima di uscire dal-
mi due dischi, ARBEIT la scena della storia. Noi portiamo un
MACHT FREI (1973), e mondo nuovo dentro, e questo mon-
CAUTION RADIOTION do, ogni momento che passa, cresce.
AREA (1974), l’imma- Sta crescendo, proprio adesso che io
gine colorata su fondo bianco di CRAC! sto parlando con te”. CRAC! possiede
è falsamente rassicurante… non più la forza ineluttabile e scardinatrice di
pistole, sia pure di cartone, manichi- questo concetto ma lo colora con iro-
ni chiusi da sinistri lucchetti ma l’uovo nia quasi inconsapevole, sia in alcune
rotto dal cucchiaio raccontato in vari sezioni musicali che testuali: “Il mio
modi, immagine di Gian Michele Mon- mitra è un contrabbasso – che ti spara
ti, ispirata alla Pop Art. La connessio- sulla faccia – ciò che penso della vita
ne tra suoni e visioni è data dall’intro- – con il suono delle dita – si combat-
duzione affidata alle parole di Buena- te una battaglia – che ci porta sulle
ventura Durruti Dumange (León, 14 strade – della gente che sa amare”,
luglio 1896 – Madrid, 20 novembre da Gioia e rivoluzione. Nessuno
1936), ferroviere anarchico spagnolo avrebbe immaginato che que-
e iscritto al sindacato dell’UGT, nato sto disco sarebbe stato l’ulti-
in una città fortemente conservatrice. mo con il chitarrista Giam-
“Le rovine non le temiamo. Ereditere- paolo Tofani…

62
Roberto Masotti
Atto secondo:
la risposta di Demetrio Stratos
«Gong» 6, giugno 1975

C aro Bertoncelli, collezionista di di-


schi o Infermiere del Pop? fai tu. La
mia non è solo una risposta alla tua re-
censione su CRAC! ma una didascalia
sul piano tecnico-musicale concettuale,
politico, per recuperarti, anche solo per
un attimo, dalla tua narcolessia “musi-
cale”. Vediamo punto per punto:
1. Dove citi “il mio mitra è un contrab-
basso che ti sputa sulla faccia» erro-
re!”… noi non sputiamo in faccia alla
gente come faceva il tuo amico Zappa,
spariamo.
2. “Demetrio Stratos continua a inse-
guire singulti e libertà oppresso da rigi-
de strutture”.
a) Ciò che tu chiami singulti sono trilli
Robero Masotti

armonici con vibrato e cambiamento di


Area, 1975. timbro con passaggi di 4.a, 5.a, 7.a sul-
la fondamentale, giocati a volte in scala
di pop di retroguardia. Come superare cromatica.
Atto primo: l’errore? Forse bisognerebbe lasciarsi b) In quanto a inseguire la libertà ti co-
la recensione di Riccardo Bertoncelli andare all’ispirazione più cinica, forse munico che io l’ho raggiunta da un pez-
«Gong» 5, maggio 1975 bisognerebbe dar ragione al panismo, zo (basta prendersi il disturbo di ascol-
ostico e affascinante, di Nervi scoperti o tare attentamente e non, il disco per

S pinti dalla voglia di comunica-


re e forse consci della paranoia
cui erano giunti con il secondo disco,
alle andature misteriose di Megalopo-
li: rendendo al contempo più elastica
la materia, spezzando l’ossessione dei
rendersene conto) e del resto la voce è
sempre in rapporto dialettico con gli al-
tri strumenti ed è frutto di un preciso
gli Area ci offrono un’opera più tran- ritmi, colorando il timbro con un sa- progetto iniziale di gruppo (sono queste
quilla, serena, festosa, delle preceden- xofono che toglierebbe molti pesi dalle le tue rigide strutture?).
ti, accoppiando alla rivoluzione, che spalle di Fariselli e farebbe chiacchiera- 3. Ci rimproveri “l’ossessione dei ritmi”:
occhieggiava tra le pagine del passa- re meno il sintetizzatore di Tofani. Re- ma qui non ci intendiamo sulla termi-
to, una gioia che fondamentalmente sta comunque la mano felice di molti nologia; per noi l’ossessione è quella
è divertimento con il suono. Compro- strumenti, la voglia di bruciarsi la pelle corrente dei 4/4 che gli Area hanno am-
messo? No di certo, anche scavando a con significati poco consumabili e mol- piamente scavalcato, arrivando al limi-
fondo nei significati. La consapevolez- to interessanti: anche se in fondo a tut- te di rottura dell’elasticità ritmica con
za non scende mai a patti, i testi non to Area 5, un «gesto musicale» di Hilda- gli 11/16 e i 33/16, ritmi pluri-composti
la smettono mai d’insinuare e di por- go e Marchetti, che dovrebbe costituire sconosciuti alla tua esterofilia musicale.
re dubbi, lo stile muta nelle virgole del il nocciolo di questa presa di coscienza, 4. Ci consigli di “calcare il timbro con
modus senza sbriciolar la sostanza: “Il fallisce clamorosamente nella noia e un saxofono (piccolo peccato di este-
mio mitra è un contrabbasso / che ti nell’isteria. I brani migliori sono quel- rofilia!) che toglierebbe molti pesi dalle
sputa sulla faccia”, cantano le parole a li già citati, con l’ombra malefica di spalle di Fariselli e farebbe chiacchierare
un certo punto, ed è il fedele riassun- un certo Cecil Taylor e l’urlo sincopa- meno il sintetizzatore di Tofani”. L’este-
to dell’esperienza Area, la voglia di far to della Mahavishnu Orchestra: Implo- tismo musicale (vedi colorare il timbro
qualcosa per i tempi con gli strumen- sion sta un gradino sotto, per un certo con un saxofono) è stato superato. La
ti a disposizione. Oltre agli orgogliosi impaccio dei temi spiegati, come l’ini- logorrea estetica del Musicista singolo
pronunciamenti, comunque, la stof- ziale Elefante bianco, che abusa di segna- Copertine della rivista che toglie il peso a un altro non c’inte-
fa della musica continua a presentare li acustici mediorientali. Gioia e rivolu- «Gong», mensile: ressa. In quanto ai sintetizzatore di Tofa-
smagliature. Il vecchio problema del- zione scherza col testo agrodolce, misu- maggio e giugno 1975. ni, che a tuo parere dovrebbe chiacchie-
la vocalità non è stato risolto, Deme- rando per la prima volta la bellezza del- rare meno, ma se è stato usato solo una
trio Stratos continua a inseguir singul- la ballad chitarristica; La mela di Odessa volta! (vedi introduzione di Implosion).
ti e libertà oppresso da rigide strutture: chiude in gloria la situazione, sorriden- Vedi che a chiacchierare è il sintetizzato-
e la musica stessa presenta inciampi e do su un facile tema musicale con un re (ARP) di Fariselli, e bene anche.
aree di dubbio, costretta a scivolare tra apologo malizioso, pieno di sottintesi e 5. A proposito di Area 5 che fallisce cla-
immagini audacissime e piccoli schemi di frammenti culturali siglati 1920. morosamente nella noia e nell’isteria
non vale neppure la pena di discutere,
vista la tua presunzione nel voler giudi-
care due musicisti del calibro di Hildago
e Marchetti.
6. “L’ombra malefica di Cecil Taylor” a
«CRAC! Ineluttabile me sembra offuscata da Conlon Nan-
carrow. Forse manca alla tua collezione
forza scardinatrice» di dischi?
7. “L’urlo sincopato della Mahavishnu”:
Demetrio Stratos se per te usare la stessa marca di stru-
menti e avere la stessa padronanza tec-
nica significa identità di urlo sincopa-

64
Tracklist
L’elefante bianco Nervi scoperti
La mela di Odessa Gioia e rivoluzione
(1920) Implosion
Megalopoli Area 5

Testi: Frankenstein (I testi sono opera di Sergio Albergoni e


Sassi, con la collaborazione dei musicisti del gruppo)
Musiche: Patrizio Fariselli, Ares Tavolazzi, Paolo Tofani
Produzione: Cooperativa Nuova Intrapresa
Edizioni Cramps Music / Milano
Matrici CRS LP 5103/1 (lato 1) e CRS LP 5103/2 (lato 2)
Prima edizione, con adesivo incluso, distribuita dalla Dischi
Ricordi, seconda edizione distribuita dalla Baby Records (1975),
terza edizione, con diverso numero di catalogo (5205 103),
distribuita da Phonogram Italia (1978)
Meccanico del suono: Piero Bravin
Sala di registrazione: Fono-Roma-Milano Sound Recording Spa /
Milano
Missaggio: I.B.C. Sound Recording Studios Ltd / Londra
Art Director: Gianni Sassi
Designer: Edoardo Sivelli
Illustratore: Gian Michele Monti
Fotografi: Roberto Masotti, Fabio Simion

Percussioni / batteria: Giulio Capiozzo


Piano elettrico / piano acustico / clarinetto basso /
percussioni / sintetizzatore A.R.P.: Patrizio Fariselli
Robero Masotti

Basso elettrico / basso acustico / trombone: Ares Tavolazzi


Chitarra elettrica / sintetizzatore E.M.S. / flauto: Paolo Tofani
Voce / organo / clavicembalo / percussioni: Demetrio Stratos
Demetrio Stratos, Palazzina
Liberty, Milano. Atto TERZO:
Una per una secondo
Patrizio Fariselli e Paolo Tofani
aprile 2015

L’elefante bianco
PF: Il nostro “angolo dei Balcani”, in
ogni disco c’era un pezzo o due che por-
tava avanti l’esplorazione sui tempi di-
spari, su queste melodie, armonie, ritmi
e quant’altro.

La mela di Odessa
PT: Storia di un avvenimento dell’ini-
zio del 1900. Stratos così la descrive-
va nel live ARE(A)ZIONE: “Questo pez-
zo trae spunto da un fatto successo nel
1920, cioè quando un artista, un dadai-
sta di nome Apple dirotta una nave te-

Robero Masotti
desca regalandola ai russi, che avevano 1975: Mercato
appena fatto la rivoluzione. La portò a Ortifrutticolo, Milano.
Odessa, i russi fecero una grandissima
festa, facendo saltare sia la nave sia i te- modo diverso alla battaglia del giorno
deschi”. Gianni Sassi con la sua intelli- dopo. Il contrabbasso e anche il cuore,
genza raffinata ci ha stimolato a realiz- davanti c’era il suono molto semplice e
zare questo brano, molto divertente che nello stesso tempo molto forte: riapriva
Robero Masotti

indicava nell’arrangiamento, e indica il discorso che si era chiuso il giorno pri-


ancora adesso, il movimento, il deside- ma e che sarebbe stato riaperto anche il
Prove rio di uscire da qualcosa e andare verso giorno dopo.
di copertina qualcos’altro. Forse è uno dei pezzi più PF: C’è da dire che Gioia e rivoluzione, al
CRAC! commerciali ma sotto certi aspetti più di là di quello che significa il testo, na-
significativi perché era legata alla real- sce da una frase di John Cage che non
tà… ma tutti i pezzi degli Area erano le- c’entra assolutamente niente! Un aned-
gati a qualcosa che era successo o che doto in cui lui tira fuori i Ching, le sue
sarebbe successo. monetine, e chiede all’oracolo se i suo-
PF: una storia di cui nei libri non vi è ni terrificanti che stava producendo in
traccia, Gianni Sassi scrisse questo testo quel periodo fossero giusti, se, insom-
con un recitato in forma di favoletta. Fu ma, doveva continuare. L’oracolo gli ri-
la prima volta che realizammo una cosa sponde che doveva continuare tranquil-
simile con Demetrio. Dal vivo mangia- lamente a spargere “gioia e rivoluzione”
Archivio Cramps

vamo proprio una mela. La usavamo in per il mondo.


scena. Non sempre la gente capiva.
Implosion e Area 5
Megalopoli PF: Area 5 è un brano composto da
PF: Non ricordo neanche chi l’ha scrit- Juan Hidalgo e Walter Marchetta, una
to, ti posso dire che questi elementi non ta. Metà io e l’altra te? Tu le prime due dedica; purtroppo rimasero, ahimè,
bastano, visto che variano il linguaggio, frasi e io la terza? molto delusi, quando lo ascoltarono in
la cultura e la struttura di base. Magari PT: L’idea era di rappresentare uno studio per la prima volta. 2 minuti… lo-
sei anche d’accordo. spazio grande proiettato nel futuro in ro avrebbero voluto 2 ore! Marchetti dis-
8. Rimproveri Elefante bianco dicendo cui tutto va male! se: “Come? Già finito?”. Lavoro interes-
che “abusa di segnali acustici medio- Area provini sante, improvvisazione che non dava a
rientali”. A parte l’evidente confusione Nervi Scoperti ciascuno di noi l’opportunità di ascolta-
geografica, qui non si abusa un cazzo, PF: Eravamo incazzati perché c’era da re ciò che l’altro avesse fatto, quindi era-
visto che i suddetti segnali acustici mi esserlo. È un pezzo duro a prescindere vamo liberi di muoverci in un territorio
appartengono per diritto di tradizione dal discorso politico era una rappresen- sconosciuto.
e di cultura, e automaticamente appar- tazione del nostro stato d’animo per la si- PT: Implosion è un altro tipo di atmosfe-
tengono agli Area, visto che svolgiamo tuazione in cui eravamo coinvolti. Vole- ra. Questo è uno dei dischi più strumen-
un lavoro di gruppo. Noi! In questa re- vamo risultati ma i risultati non c’erano. tali che abbiamo fatto e spesso i titoli so-
censione di CRAC! accusi di paranoia il Talvolta eravamo piuttosto arrabbiati. no legati alle sensazioni che il suono ti
nostro secondo disco, ma non è da con- produce. Questo concetto di implosione
fondersi la succitata paranoia con la no- Gioia e Rivoluzione scaturiva dalle suggestioni del suono.
stra reale incazzatura sfociante in pro- PF: Il contrario di tutto ciò, uno dei pri- PF: Direi che l’idea, forse inconscia-
vocazione. Gli Area s’ispirano dalla re- mi momenti che si mette giù il mitra/ mente, nasceva dal fallimento delle
altà: in CAUTION RADIATION AREA contrabbasso e si canta una canzone azioni del movimento.
c’erano i riflessi della bomba di Brescia all’osteria, una ballata… PT: È chiaro. Noi, in effetti, ci credeva-
e l’ombra di Ulrike Meinhof, in CRAC! PT: Gianni in realtà aveva quest’imma- mo e invece è successo quello che è suc-
c’è la dimensione della gioia e della ri- gine del guerrigliero che la sera, alla fi- cesso.
voluzione con la Grecia, il Portogallo e ne della giornata, dopo aver fatto una
il Vietnam liberati. Questo è il nostro giornata di combattimenti, si rilassava La Copertina
Robero Masotti

mondo… “ma forse per te il mondo è un po’… tipo Robin Hood. Si metteva PF/PT: Rompere un po’ gli schemi e i
ancora piatto (Odessa 1920)”. al fuoco, cantava e si preparava in un giochi fatti. Idea di Sassi.

66
analitico in sintonia con gli esperimen-
ti vocali che Stratos metteva in campo.
Va detto che queste ricerche fotografi-
che, molto partecipate per quel che mi
riguarda, venivano apprezzate da Gian-
ni Sassi che, da grande grafico e art di-
rector qual era, le esaltava nel loro si-
gnificare. È importante dire che la mu-
sica degli Area mi piaceva e che ne ero
coinvolto. L’energia, la forza del suono
e della struttura dei loro lavori diveni-
vano un percepire profondo del feno-
meno, ben lontano dal fanatismo. Al-
tre cose venivano fotografate secondo
quello spettro caleidoscopico che carat-
terizzava la cultura negli anni Settanta
saltando da un palcoscenico all’altro:
dallo scantinato, il luogo ex industria-
le, agli stucchi dorati della Scala. Qual-
che riga fa parlavo dell’aspetto analiti-
co che informa e conduce l’agire foto-
grafico. È meglio specificare a cosa ci si
riferisce introducendo alcuni elementi.
Il gesto innanzitutto, come la teatrali-
tà che è di poco più complessa e plura-
le. Se il primo si riferisce al singolo ar-
tista inquadrato, il secondo allarga la
Ares Tavolazzi (sinistra)
e Patrizio Fariselli
visuale alle relazioni tra i diversi atto-
Robero Masotti

(destra). Teatr. Teatro ri sul palcoscenico o nel luogo. Si pone


Uomo, 4 maggio1975. allora il problema di inquadrare e com-
prendere tutto il gruppo in azione, non
solo per documentare, ma per cogliere
temporaneo, Aktuala, Rava, Gaslini, la nel momento espressioni, gesti, coreo-
Atto quarto: Cramps di Gianni Sassi, gli Area e tutti grafia, energia, la composizione sceni-
Le Areavisioni di Roberto Masotti e Silvia Lelli gli altri a seguire. Ecco, gli Area. Presa ca della musica suonata in quella fase
dicembre 2013 ormai l’abitudine, anche l’obbligo pro- precisa. Ecco, siccome si chiede spes-
fessionale, di avvicinare gli artisti, par- so come si fotografa la Musica, essendo

L’ immagine negli Area svolge un


ruolo importante: forte, diret-
ta, penetrante e persino “romantica”…
larci, costruirci qualcosa giocando su
disponibilità, complicità e amicizia, mi
capitava spesso di essere sul palco con
un chiaro ossimoro il farlo, si può parti-
re da queste considerazioni per capire,
ma non sistematizzare, quello che si è
immagine di veri caratteri e di sostanza loro… e la prospettiva, il punto di vista, fatto e quello che si sta facendo, consa-
musicale. Roberto Masotti e Silvia Lelli, cambiava parecchio, entrava l’ambien- pevolmente. Gli Area, e il lavoro attor-
entrambi artisti delle visioni, ne hanno te, il pubblico che, per gruppi come gli no a loro, sono un buon esempio di ciò
storicizzato un bel tratto grazie alle loro Area, era non poca cosa. C’era un’aria e per quel che riguarda un altro aspet-
fotografie e alla loro passione. Tra qual- di avanguardia, di movimento, di prog to fondamentale: gli strumenti. In sala
che mese uscirà un loro libro fotografi- molto evidente quanto raffigurabile, a d’incisione ci si divertì parecchio con
co sugli Area. Di seguito le parole di Ma- starci attenti. E così accadde, soprat- Demetrio per cogliere il rapporto con
sotti, la persona che più ha seguito le tutto ai festival… Parco Lambro 1975 le espressioni, i gesti, gli oggetti che ve-
vicende del gruppo a livello d’immagi- in primis (praticamente in contempo- nivano messi in campo e di cui Stratos
ni. All’inizio dei Settanta la concezione ranea con la pubblicazione di CRAC!), era un fervente collezionista bulimico.
della fotografia legata allo spettacolo, e vere immersioni tra un pubblico impo- La foto con la cartina Rizla a fior di lab-
più specificamente alla musica, non era nente, festante e non solo. Tutto que- bra o con la statuina del bambino che
evidente. Se ne potevano cercare bran- sto fino al CONCERTO PER DEMETRIO fa pipì è un’icona per me. Ma ve ne so-
delli qua e là, inseguendo gli utilizzi in STRATOS del 14 giugno 1979 all’Arena no tante altre. Come formidabile è la
forma di arte applicata; questo a parti- di Milano, incredibile commemorazio- sequenza che Silvia Lelli fece a Deme-
re da ciò che compariva sulle coperti- ne-evento, Stratos era morto il giorno trio… andando oltre le mie pur anali-
ne dei dischi, su riviste specializzate e prima, mesta e gioiosa a un tempo. Era tiche ricerche, penetrando attraverso
poster di particolare qualità. Si seguiva un continuo scendere e salire dal pal-
il filo dello stile e della qualità, appun- co, un continuo cambiare prospetti-
to, soffermandosi su ciò che emergeva, va, ma sempre maledettamente den-
che cambiava lo stato delle cose. Quan- tro. Gli Area vennero a casa e in stu-
do decisi che non mi bastava più solo dio per ritratti di gruppo e singoli,
ascoltare, dischi o concerti, presi a usa- di volta in volta commissionati da
re la macchina fotografica e a osare di Sassi-Cramps o per copertine e ser- «Nessun
avvicinarmi, a riquadrare il campo, per vizi di riviste, ad esempio «Gong», a ideolog
dell’imp
catturare l’evento e i suoi protagonisti, della cui redazione facevo parte. Per rovvisa ia
Demetr zion
io Strato e»
condensando la percezione del tutto. la rivista li intervistai anche, uno
Questo avvenne con il jazz e il rock tra ad uno. Fondamentali furono alcu-
Bologna e Firenze. Dal 1973, gravitan- ne occasioni in sala d’incisione, Fono s
do su Milano, cominciai con Battiato, Roma e poi Ricordi per i progetti soli-
Stockhausen, la scena improvvisata e stici di Demetrio, che rimangono parti-
jazz con Mazzon, Liguori, Gruppo Con- colarmente interessanti per il carattere

67
la bocca, estraendogli la lin- parazione del pianoforte, mollette da
gua, andando verso le corde bucato, sassi di fiume, una bistecca. A
vocali, cercando la Voce più un certo punto scatta la necessità di ri-
in profondità. Quella sequenza, trarre, d’indagare quel rapporto che si
assieme ad altri suoi formidabili ritrat- instaura tra un occhio fotografico e il
ti, è quanto di più aderente alla nostra personaggio con il suo carattere e con
comune concezione fotografica appli- la propria espressività. Spesso e volen-
cata alla musica e non solo. Silvia ha tieri tra prove e concerti certi scatti ri-
rappresentato benissimo anche l’a- sultano essere dei quasi-ritratti, ne si-
spetto performativo di Stratos quando mulano l’intensità ma non sono frutto
allo Spazio Fiorucci, sul Treno di Ca- di quel particolare stato d’animo che
ge o alla Settimana della Performan- connette il soggetto con l’operatore,
ce a Bologna giocava con specchietti, mettendo a nudo qualcosa. Ho sempre
ochette ecc. Non è un caso che assie- amato estendere questa idea di ritratto
me abbiamo fatto una mostra dedica- al gruppo, ricercandone le interne re-
ta a lui che lo vedeva con gli Area, la lazioni. Queste si disegnano tra i vol-
“casa” di appartenenza, il laboratorio, ti, si riflettono negli sguardi e nei ge-
in cui solidarietà artistica e spinta ver- sti. Gli Area, coagulo di forti persona-

Antonio De Sarno
so il nuovo tanto avevano prodotto, e lità, anche dirette ed esplicite, hanno
infine solista. Continuai a fotografare richiesto questo “trattamento”, dicia-
gli Area anche dopo la separazione da mo pure imposto. Pena la superficiali-
Demetrio e abbastanza recentemente tà. Sul web l’uso indiscriminato di no-
ho concepito i video che rivisitano due stre fotografie di Demetrio e gli Area, il
brani di ANTROPOFAGIA di Patrizio saccheggio in pratica, unito alla man- Atto QUINTO:
Fariselli. Ricordo ancora come “gustai” cata citazione dell’autore è dilagante Bertoncelli, CRAC!
allora il fare foto agli elementi di pre- e provoca in noi malumori frequenti. quant’anni dopo, aprile 2015
Difficile rassegnarsi. Si dirà: così è
Patrizio
Fariselli
1975.
la legge di internet, tutto fluisce e
si disperde in mille rivoli senza sa-
pere di chi è cosa. Non credo sia
H o avuto la fortuna di conoscere be-
ne gli Area ai tempi, di seguire pas-
so passo la loro evoluzione, di scoprirli
una buona strada, amen. Questo con entusiasmo, di litigarci anche. Ri-
oltretutto in assenza di strumenti cordo il viaggio insieme a Berna per un
editoriali tipo album d’immagini Festival rock, subito dopo il primo Lp;
ragionati, biografie per immagi- acerbi, un po’ impacciati ma già smanio-
ni, saggi visivi, che in certo modo si, pieni di cose da dire. Ricordo lo stu-
mostrino e certifichino il lavoro dio di Gianni Sassi, il pubblicitario che
su un artista o un gruppo. Que- si era inventato discografico e a un cer-
sto varrebbe per tante altre situa- to punto li aveva scoperti (o dovrei di-
zioni interessanti che vengono re modellati?) per la sua Cramps. Sas-
trascurate in un mondo edito- si era un cinico passionale (un ossimo-
riale che, nel settore spettacolo, ro?), con antenne sensibili. Aveva capi-
guarda unicamente ai soliti no- to che il vecchio tavolo discografico era
ti, travolti come sono da un’on- stato sparecchiato e si era seduto lui, che
da pop-trendy che liscia solo la pure di musica non aveva esperienza, a
superficie, tralasciando figure giocare la nuova partita. Teneva il mazzo
mitiche come Area, Stratos, e, con la sua faccia burbera, da sotto il cap-
Robero Masotti

credetemi, tanti altri. Oppure si pellone simil Gato Barbieri che gli piace-
rifugia nella nostalgia… amen. va portare, e ogni tanto calava qualche
carta strana. Gli Area erano il suo asso.
Perché erano vogliosi, polemici, aggres-
sivi, voraci, perché si prendevano tutto
dei tempi, velleità slanci opportunità,
con la rabbia repressa “di chi ha suonato
per anni la musica dei padroni”; e allora
straordinari mix di Zappa e Taylor, musi-
ca improvvisata e kosmische musik, Miles
e Cage e Stockhausen, con una disinvol-
tura una libertà una naturalezza che og-
gi lasciano basiti. Testi libertari fra anar-
chia e situazionismo, scritti con lo pseu-
donimo di Frankenstein: dove si agitava
il mondo ribollente dei primi 70, l’antifa-
scismo militante e l’impegno per la Pa-
lestina, le lotte studentesche, il femmi-
nismo, la polemica contro il lavoro alie-
nante e i miti del capitalismo. Gli Area
sapevano di essere piccoli David con la
fionda in un mondo non solo musicale
di prepotenti Golia. Ma non ci stavano a
Archivio Cramps

Tofani AREA Live zittirsi, mulinavano le loro pietre e face-


Pierlombardo vano saettare cerbottane pungenti. For-
6ottobre 1975.
se Jimmy Page non era il più corretto dei

68
si, troppo sensibili e suscettibili. A volte di pochi ma di venerazione (acritica) da
un po’ maestrini e insolenti, per come ti parte di molti, e volevo evitare di stare
bacchettavano in punta di bambù, fos- in coda a porgere i miei omaggi. Lo so,
se musica o politica. Per carità, eravamo è un atteggiamento ingenuo ma avevo
esagerati anche noi. Li vedevamo im- vent’anni e un caratterino puntuto, con
pegnati in un territorio importante, nel il vizio tipico dell’epoca (anche zio Lester
campo dei miracoli della “musica totale”; faceva così!) di voler insegnare agli arti-
e pretendevamo tanto, tantissimo, forse sti cosa fare e non semplicemente pren-
li avremmo voluti più ricercatori e meno dere atto di ciò che avevano fatto. An-
teatranti, più sognatori di musica e me- davo d’istinto, di emozione, di pancia,
no compagni militanti. Ci davano fasti- ero fazioso e tranchant, come una volta
dio certi happening in scena e L’Interna- mi rimproverò il povero Giaime Pintor ai
zionale che scattava come una sveglia a tempi di «Muzak»: “A Bertonce’, la mu-
richiamare all’ordine quando il concer- sica si ascolta con le orecchie, non con
to languiva: “o lo sventolio di bandiere le palle!”. Dammi tempo Giaime, ora ti
e i gesti, e le parole che a molti puzza- do ragione senza fatica; e riascoltando
no di slogan posticci per fare accettare CRAC! le orecchie decifrano segnali belli
i suoni” (chiamo a testimonianza Peppo e profetici di Weather Report, di Zappa,
Delconte, capo servizi di «Gong», 1975). del Battiato periodo Bla Bla, degli Henry
Area 2015
Patrizio e Paolo. D’altro canto, gli Area stavano fra la no- Cow, dei Gong, del Miles electricus – in-
stra incudine e il martello delle frange somma, tante tante cose che mi piace-
estreme della sinistra: che li rimprove- vano e che gli Area non scimmiottava-
bersagli; ma se si guarda la luna e non ravano invece di opportunismo (non ba- no ma assorbivano con gusto e rumina-
il dito, allora la metafora dell’Abbattimen- stava incidere per una etichetta indipen- vano nella loro rumorosa gidouille. Avrei
to dello Zeppelin andava benissimo, anzi, dente, era comunque il mercato del di- potuto scrivere qualcosa del genere, in-
andrebbe recitata ancora oggi, ogni se- sco) e avrebbero voluto concerti gratis e vece buttai giù una recensione polemica
ra, come piccola orazione per vivere me- non al prezzo abituale, sebbene politico, e scorbutica. Demetrio se la prese e mi
glio. Non amo le canonizzazioni, quindi di 1000 lire (mezzo euro. Fate un po’ il fece nero, non con una semplice “lettera
non mi piace l’odore d’incenso che oggi paragone con la scena odierna). Questo al direttore” ma con una “didascalia sul
avvolge i “santi” Area. Troppo amore ren- era il quadro, anzi il nastro, con il rumo- piano tecnico-musicale-concettuale po-
de ciechi, e profumieri. Io che ho vissuto re di fondo, senza Dolby. Gli facevamo le litico”, così scrisse, con l’intento di edu-
quegli anni in presa diretta, non posso pulci con puntiglio, e io so che era una carmi e recuperarmi “anche solo per un
dimenticare i dubbi e le polemiche, an- forma d’amore, per quanto perversa. Ri- attimo dalla tua narcolessia musicale”
che feroci, tra il complesso e il suo pub- leggo vecchi articoli in cui i primi tre Lp (che dicevo prima?). Mi chiamò Peppo
blico e noi addetti ai lavori, che stavamo vengono definiti “non indegni”. Be’, in- dalla redazione, lesse lo sfogo in diretta
in mezzo: “signorini che non danno in- somma, erano molto di più; e il primo e mi invitò a replicare. No, grazie, meglio
formazioni al pubblico ma fanno lette- soprattutto grida ancora fortissimo oggi, prender su e portare a casa. Cosa avrei
ralmente il bello e il cattivo tempo”, ci- anzi, più forte che allora. Anche CRAC! dovuto rispondere in effetti? Gli svarioni
to Demetrio in una intervista a «Gong». grida fortissimo e quarant’anni dopo che mi rimproverava erano davvero tali,
C’era un rumore di fondo che in qual- lo riascolto con ammirazione e stupo- le puntualizzazioni indiscutibili, esclusa
che modo disturbava e oggi non si coglie re. Chissà perché non mi piacque all’e- la mia orticaria per il finalino di Hidal-
più, con la distanza del tempo e lo sva- poca (meglio: perché gli trovai così tan- go e Marchetti che, calibro o non calibro
nire di tante problematiche. Ci sembra- ti difetti, visto che comunque era quella di chi l’aveva composto, trovo ancor og-
va (dico a noi di «Gong», ma non solo) la mia musica). Forse perché gli Area era- gi smunto e traballante. La vicenda mi
che gli Area fossero sempre sopra le ri- no diventati “di moda” e non era servì da lezione, per inciso sono gli stessi
ghe: troppo. Troppo aggressivi e genero- più tempo di scoperta da parte mesi di un’altra mia recensione sgrunt,
quella per STANZE DI VITA QUOTIDIA-
AREA Parco Lambro NA di Guccini, che suscitò ben altro che
Maggio 1975 . una puntigliosa “didascalia” e fu una
sveglia giornalistica assai più sonora.
Insomma, se è vero che “si cresce negan-
do gli altri”, in quel senso stavo esage-
rando. Dovevo aprire le orecchie piut-
tosto, capire più che giudicare; e co-
sì credo di avere fatto, aiutato
dai musicisti più coraggiosi e
curiosi, fra cui naturalmente
gli Area (anche se, qui scopro
l’acqua calda, CRAC! sarà per
molti versi una fine). Me ne
andai su per il mondo come
la mela di Odessa, sicu-
ro che la Terra non fosse
piatta e mi attendessero
infiniti luoghi di mu-
sica da scoprire con
gioia. Peccato che
in questi viaggi
Demetrio mi ab-
bia fatto com-
Robero Masotti

pagnia solo
per poco.

69
FRANZ DI CIOCCIO (voce e batteria).
Concerto al Teatro Olimpico, Roma, il 29 aprile.

Il 29 aprile al teatro Olimpico di


Roma c’è stato l’ultimo concerto della
PFM con Franco Mussida alla chitarra, il
30, alle prove del Concertone del 1° maggio a
Piazza S. Giovanni, la prima apparizione con
Marco Sfogli, il nuovo chitarrista. In queste pagine il
resoconto fotografico di quei due, epocali, momenti, e
una breve riflessione. Tra poco a parlare sarà la musica
del disco in arrivo…
Franz Di Cioccio e Patrick Djivas. Prove del
Concertone San Giovanni, Roma 30 aprile.

71
Testo: Guido Bellachioma
Immagini: Francesco Desmaele

la Premiata Forneria Marconi


ha deciso di andare avanti, anzi
sembra aver rinnovato stimoli ed
energie per mettere in pista un
sacco di nuovi progetti, non solo
rivisitazioni dell’antico materia-
le come negli ultimi anni. Se ne va Francone
Mussida ed entra Marco Sfogli, giovane arti-
sta napoletano (classe 1980), che ha sempre
vissuto in mezzo alla musica… d’altronde è
figlio di Fausta Vetere e Corrado Sfogli, voce
e chitarra della Nuova Compagnia di Canto
Popolare, il gruppo cardine per l’evoluzio-
ne della musica popolare in Italia attraverso
commistioni con le musiche del mondo. Il
ragazzo ha collaborato con il batterista Virgil
Donati (Planet X, Steve Vai, Scott Henderson,
Steve Walsh, Frank Gambale, Derek Sherinian,
Dave Stewart, Mick Jagger, Joss Stone, Allan Lucio “violino” Fabbri, Marco Sfogli,
Holdsworth etc.), il cantante James LaBrie dei Teatro Olimpico. Concertone.
Dream Theater, e al progetto Neon Karma con
Lorenzo Feliciati al basso e Roberto Gualdi alla
batteria (elemento della PFM attuale). In con-
temporanea, da segnalare l’ingresso di Alberto
Bravin, membro dei triestini Sinestesia (di cui
l’Aereostella aveva prodotto due album, nel
2007 e nel 2009). Innesti dalle nuove genera-
zioni per dare ulteriore linfa vitale. Non a caso,
già da qualche tempo, la nuova formazione ha
iniziato la produzione delle composizioni per
l’atteso album in studio, che manca da trop-
pi anni; se il gruppo fosse rimasto in stand by,
come negli ultimi anni, non l’avrebbe messo in
cantiere, almeno questa è la mia impressione.
Un lavoro che dovrà essere coraggioso e cre-
dibile, visto l’attimo davvero importante nella
lunga vita del gruppo, che ci può far capire se
riuscirà a far breccia nel cuore degli appassio-
nati, sempre attenti a capire la “nuova-antica”
PFM. Franz, Patrick, Lucio, Iaia, che ormai se-
gue la band come vero componente aggiunto
da tanto tempo, e gli altri ragazzi più giovani
devono capire che questa band è ormai “nu
piezz’ ’e core” per tanti, sempre in fibrillazione
quando cambia qualcosa nel suo status quo. Fi-
nora, le reazioni degli appassionati sono state
più che incoraggianti, se, ovviamente, ognuno
può avere la propria opinione. E poi, tanti con- LUCIO FABBRI
certi in Italia e all’estero, compresa la crociera violino, seconde tastiere e seconda chitarra
prog CRUISE TO THE EDGE (che li porterà sui
mari americani, partenza da Miami, dal 15 al ROBERTO GUALDI
19 novembre). Sempre nello stesso mese, la seconda batteria
PFM suonerà a Montreal (20), Quebec City
(21), New York (24). Parlando con Franz e Pa-
ALESSANDRO SCAGLIONE
tastiere, Hammond, minimoog
trick: “Marco Sfogli è davvero un grande chi-
tarrista ma non dovrà sostituire nessuno, visto
che ognuno ha la propria personalità. Dovrà
semplicemente essere se stesso e portare la FRANZ DI CIte OCCIO
sua identità all’interno di un gruppo come il voce e bat ria
nostro. Il nuovo disco sarà l’impulso per non
interrompere il filo conduttore che porta avan- MARCO SFOGLI
ti la PFM da tanti anni, al di fuori dei propri chitarre
componenti. Avevamo voglia di fare cose nuo-
ve e, finalmente, è arrivato il momento tanto PATRICK DJIVAS
atteso, quello giusto. Il disco sarà tra qualche
mese ma, probabilmente, uscirà nei primi
basso
mesi del 2016, dato che verso la fine del 2015 ALBERTO BRAVIN
saremo in tour all’estero”.
voce e tastiere aggiunte
72
Roberto Gualdi,
Teatro Olimpico. Teatro Olimpico.

Concertone.
Ricordi d’infanzia
Un album che ha origine dall’amore perduto e dall’abuso di droghe:
MISPLACED CHILDHOOD è il capolavoro dark prog che trasformò i Marillion
in autentiche rockstar – e anche il disco che spaccò il gruppo. Nel suo 30esimo
anniversario, ci addentriamo nella storia del making of di un classico senza tempo.
Testi: Mark Blake
Illustrazioni e foto: Mark Wilkinson and Steve Rothery

74
75
S
econdo Fish, i Marillion devono
tutto a Terry Wogan. Il 20 marzo
1985, il gruppo fece la sua prima e
unica apparizione nel talk show
del conduttore irlandese. All’epo-
ca il programma televisivo, inti-
tolato Wogan, andava in onda in
prima serata e rappresentava la
perfetta vetrina per un gruppo con un
singolo da promuovere. Negli studi te-
levisivi della BBC, situati a Sheperd
Bush, i Marillion eseguirono Kayleigh,
quello che il conduttore definì il loro
“attuale successucolo”. Alla fine della
canzone, Fish, il cantante, fece un ti-
mido sorriso alla telecamera. E dopo
tutto cambiò. A quasi 30 anni di di-
stanza, Fish, nato col nome Derek Dick,
ricorda ancora quella esibizione. Mal-
colm Hill, capo promozione della EMI,
dopo lo spettacolo, lo prese da parte.
“E mi disse: ‘Quel sorrisetto che hai fat-
to alla fine ha spezzato il cuore di tutte
le mamme davanti alla tv’”. Poco dopo,
Kayleigh era al secondo posto in classi-

ce, sono occupati a scrivere un nuovo


album. Si ha l’impressione che per loro
il passato – e specialmente il passato
con Fish – sia come un territorio a cui
si sentono ormai estranei. Ma ricorda-
no con piacere MISPLACED CHILDHO-
fica, regalando ai Marillion quello che vera band!’”. Il 17 giugno di quest’anno Sopra: I Marillion OD, come ammette Mark Kelly, il loro
sarebbe stato il più grande successo l’album compie 30 anni ed è tuttora il a bordo del Learjet tastierista: “È stato il disco che ci ha
affittato dalla EMI per
della loro carriera. “È stato Wogan”, dice maggior successo pubblicato sia dai salvati”. Nel 1984, ai loro fan – che, va
portarli da Berlino agli
Fish. “Ha acceso la miccia e dato il via Marillion che da Fish. Il cantante, che Studi dove si registrava detto, erano in crescita – poteva sem-
ai fuochi d’artificio”. A giugno, MI- sta pensando di smettere con i concer- Top of the Pops. brare ovvio che i Marillion fossero sul
SPLACED CHILDHOOD, il loro terzo al- ti, ne festeggerà il compleanno ese- Centro: Il gruppo con il punto di esplodere. Avevano avuto cin-
bum in studio, scalzò BOYS AND GIRL guendolo interamente, secondo la sca- capo della promozione que singoli nella Top 40 e due album
EMI, Malcolm Hill.
di Brian Ferry, ex Roxy Music, dalla vet- letta originale, nel tour Farewell to Sinistra: Fish nel nella Top 20, grazie a SCRIPT FOR A JE-
ta delle classifiche di vendita. Contro Childhood, che attraverserà molte na- camerino a Top of the STER’S TEAR (1983) e a FUGAZI
tutte le previsioni i Marillion erano di- zioni tra giugno e dicembre (Svezia, Pops. (1984). Ma, in realtà, correvano il serio
ventati uno dei gruppi più importanti Marocco, Olanda, Germania, Lussem- rischio di essere mollati dalla propria
della Gran Bretagna. “Di punto in burgo, Norvegia, Danimarca, Francia, casa discografica. “Ci eravamo ficcati
bianco passammo dall’essere un grup- Polonia, Inghilterra). I Marillion, inve- in un vicolo cieco con la EMI”, ci spiega
po prog, relativamente sconosciuto, il chitarrista Steve Rothery. Le cose
all’avere in classifica un singolo e un erano peggiorate quando i Marillion
33 giri dall’enorme successo”, si stupi-
sce ancora Fish. “In pratica, con MI- «È stato il disco avevano deciso d’investire per il video
del loro ultimo singolo, Assassing, quasi
SPLACED CHILDHOOD era come se
avessimo mostrato il dito medio a chi che ci ha salvato la carriera» la stessa cifra che avevano speso per
registrare l’intero album da cui era
pensava solo a fare soldi con la musi- tratto, ovvero FUGAZI. “E il 50% delle
ca, dicendogli ‘Fottetevi! Siamo una Mark Kelly spese erano a carico nostro”. “A ripen-

76
sarci eravamo – di-
ciamo – in bilico sul
baratro”, aggiunge
Kelly. SCRIPT FOR
A JESTER’S TEAR
aveva venduto cir-
ca 120.000 copie.
FUGAZI era costato il dop- Sopra: I manoscritti di Fish dove viene sviluppato lizzare un altro disco”, prosegue Kelly. I
pio e aveva venduto un pochino meno. il testo di Kayleigh. Marillion, tuttavia, ancora non aveva-
Se avessimo continuato così saremmo no detto alla EMI che il prossimo sareb-
divenuti finanziariamente poco soste- be stato un concept album. “Quella”,
nibili”. Era un’avvisaglia della situazio- ammette Rothery, “avrebbe potuto es-
ne in cui i Marillion si sarebbero ritro- sere la goccia che avrebbe fatto traboc-
vati alla fine degli anni Novanta, da cui care il vaso”. L’idea per MISPLACED
poi uscirono con ANORAKNOPHOBIA
(2001), prodotto tramite il crowdfun-
«Prima di Kayleigh eravamo CHILDHOOD venne a Fish durante un
trip con l’LSD. Il cantante era tornato
ding. Nel 1984, invece, fecero come
tutti i gruppi rock che cercavano dispe-
i detentori di un record: eravamo nella sua casa a Aylesbury, nel Bu-
ckinghamshire, alla fine del tour di FU-
ratamente di sopravvivere: pubblicaro- il gruppo che era stato più volte GAZI e si sentiva a pezzi, esaurito, ma
no un disco dal vivo. REAL TO REEL,
edito a novembre, fu registrato a Mon- a Top of the Pops, e che ha visto “cosciente che il gruppo aveva un terzo
disco molto difficile da pubblicare”. Po-
treal, Canada e in posti meno esotici
come Leicester, UK. Entrò nella Top 10 i propri singoli scendere sempre co dopo ricevette una lettera da una ex
fidanzata. “C’era scritto: ‘Credo che po-
e vendette bene nel resto d’Europa. “E
la cosa fece venire alla casa discografi- di più in classifica» trebbe piacerti’, e una pastiglia di acido
purissimo. Una sera stavo a casa da so-
ca il dubbio che forse poteva essere lo, mi annoiavo, e ne presi metà”, ricor-
conveniente darci la possibilità di rea- Steve Rothery da Fish. “Poi pensai: ‘Echecazzo, non

77
Le bozze a matita per la
copertina di MISPLACED
CHILDHOOD. Dentro il buco a
forma di puzzle c’è un’immagine
che Mark non fece in tempo a
completare.

“Alla fine era


scaduto il tempo…”
L’artista Mark Wilkinson, famoso per aver collaborato con i Marillion dell’era Fish,
ci spiega come venne fuori la copertina di MISPLACED CHILDHOOD.

M ark Wilkinson ricorda ancora la sua reazione quando gli fu


comunicato quello che avevano in mente i Marillion per MI-
SPLACED CHILDHOOD.
“Eravamo a metà degli anni 80 e parlavano di fare un concept al-
bum! Ero convinto che i media li avrebbero massacrati e che sa-
rebbe stato un disastro dal punto di vista delle vendite. Questo
dimostra quanto ne capivo!”. L’idea per la copertina fu svilup-
pata nel corso di una serie di incontri tra il gruppo e l’artista.
“Per Fish, questa era l’ultima parte della trilogia iniziata con
SCRIPT FOR A JESTER’S TEAR ma ancora oggi non capisco perché
la pensasse in questo modo. Però su una cosa Fish fu inflessibile:
doveva essere l’ultima volta che si sarebbe visto il giullare su
una copertina dei Marillion. Lo presi alla lettera ed è per questo
che si vede il giullare uscire dalla finestra nel retro copertina”.
“Fin dall’inizio fu deciso che sulla copertina ci doveva essere
un ragazzo in uniforme. In testa avevo quest’immagine di Emil
Sinclair, il protagonista del romanzo di Hermann Hesse, Demian
– Storia della giovinezza di Emil Sinclair. Sembrava portare su
di sé il marchio di Caino. Ma non riuscivo a trovare un modello”.
Alla fine Wilkinson trovò la persona giusta proprio davanti casa. La copertina finale… che l’atteggiamento che mi servivano per la copertina”. Mead è
O per meglio dire, nel pub davanti casa: “Robert Mead era uno con un comodo spazio ritratto a piedi nudi, una scelta che Wilkinson ammette essere
dei figli del proprietario del posto. Aveva 10 anni e un giorno per i titoli dei brani! un omaggio ai Beatles e alla copertina di Abbey Road. “C’era
lo vidi dietro il bancone del bar e pensai che aveva sia l’aspetto Paul McCartney ritratto a piedi nudi, cosa che fece nascere tutta

78
Barwell Court,
al cui interno il
gruppo compose
MISPLACED
CHILDHOOD.
Una foto
di riferimento
di Robert Mead,

Mark Wilkinson
funziona’. E buttai giù anche il resto…”. ma portante del disco dalle sue espe-
usata per la
copertina.
Si ferma e ride. “Eh sì. Sempre lo stesso rienze personali: il fatto di osservare
errore”. Erano le sette di una calda sera l’infanzia svanire a mano a mano che
estiva. Il mondo attorno a lui stava per- gli anni passano; l’eccitazione e la
dendo progressivamente consistenza. pressione schiacciante nel fare parte di
Fish inforcò la bicicletta e corse al vici- una rock band, e, cosa cruciale, la re-
no cottage di Steve Rothery. “All’epoca cente fine della relazione con Kay, la
io e Fish eravamo buoni amici”, ricorda sua fidanzata. Era un concept album,
il chitarrista. “Eravamo i due scapoli certo, ma fortemente radicato nella re-
del gruppo, e stavamo molto tempo as- altà. Le sessioni di scrittura iniziarono
sieme”. È vero che Fish era sotto acido? nell’autunno del 1984 al Barwell Court,
Rothery ride: “Sì, molto probabilmente una gelida struttura vittoriana, che si
sì”. Fish ricorda che guardarono il film trova a Chessington, nel Surrey. “Me ne

«A Berlino non ci conosceva nessuno


e potevamo fare quello che ci pareva.
E io ne ho fatte di tutti i colori»
Fish
Tess, tratto dal romanzo di Thomas stavo nella sala tv col fuoco accesso a
Hardy, con la bellissima attrice tedesca scrivere i testi”, ricorda Fish, “e sentivo
Nastassja Kinski. “Steve era stracotto gli altri che nella stanza vicina compo-
di lei”, ricorda ridendo Fish. “Ma quan- nevano tutte le musiche”. “Ricordo che
do gli effetti della droga divennero in- tutto avvenne molto in fretta”, dice Kel-
sostenibili, Fish chiese a Rothery di ri- ly. “Attualmente stiamo lavorando a un
accompagnarlo a casa. “E una volta nuovo disco, e a ripensarci siamo tutti
tornato mi dissi: ‘Ok, ora cerchiamo di stupiti di come all’epoca riuscimmo a
Rob posa lungo ricavare qualcosa da questa situazio- scrivere praticamente gran parte del la-
il Muro di Berlino, ne’”. Fish mise su un disco, si rannic- to A in una sola settimana”. Si tratta di
Mark Wilkinson

durante le riprese chiò sul pavimento, afferrò un taccui- Pseudo Silk Kimono, Kayleigh, Lavender,
del video di Kayleigh.
no e inizio quella che chiama “scrittura Bitter Suite suddivisa in più sezioni, e
una serie di teorie pazzesche. E io feci riferimento a quell’im-
a flusso di coscienza”. All’epoca aveva Heart Of Lothian. “Se solo tutti i dischi
magine. Pensai anche a David Hockey (classe 1937; pittore, di- un quadro del pittore americano Jerry fossero stati così facili da comporre”,
segnatore, fotografo e scenografo britannico), che metteva dei Schurr, Padres Bay (“Ce l’ho ancora. sospira. A Barwell Court il gruppo co-
calzini ai suoi modelli perché non sapeva dipingere i piedi! L’ho appeso in camera da letto”). L’im- nobbe il suo nuovo produttore, Chris
Fu il mio modo di dire che anche i piedi sono importanti”. magine del mare e delle montagne era Kimsey. “Non conoscevo affatto i Ma-
“Iniziai dipingendo gli occhi di Robert, poi il resto del volto, e ipnotica. A Fish sembrò quasi di essere rillion”, spiega oggi Kimsey. “Ma il loro
passai un tempo infinito sull’uniforme che ha addosso. Troppo
tempo”. Le altre immagini presenti nella copertina sono ricche
entrato nel dipinto. L’esperienza allu- addetto alle pubbliche relazioni, David
di simbologia. “Il papavero era stato usato nella copertina di cinogena aveva dato i suoi frutti. Munns, era un mio buon amico e mi
FUGAZI, e ovviamente è un simbolo di morte, cosa che Fish “Quella notte gettai le basi per quello disse di andare ad ascoltarli. Arrivai a
pensò fosse importante. L’arcobaleno e le gazze sono un rife- che sarebbe divenuto il lato A del di- Barwell Court mentre stavano compo-
rimento a un verso dal brano Childhood’s End? – ‘E allora vidi sco. Intere frasi e versi che avevo scrit- nendo il disco e m’innamorai subito di
una gazza nell’arcobaleno, la pioggia era finita’. Ma se vi ricor- to sul taccuino finirono dritti nella ver- loro”. Il curriculum di Kimsey come tec-
date la vecchia filastrocca, una gazza significa tristezza, e due
invece gioia. Ecco perché ce ne sono due”. C’è anche uno strano
sione definitiva dell’album”. Uno dei nico del suono comprendeva FRAM-
spazio vuoto sul retro copertina dove sono stati inseriti i titoli pezzi, Pseudo Silk Kimono, divenne il PTON COMES ALIVE! di Peter Fram-
delle canzoni. Ma in realtà si trova lì semplicemente perché brano di apertura. Dopo che l’effetto pton e SOME GIRLS dei Rolling Stones.
Wilkinson aveva sforato la scadenza. “Quello spazio vuoto a dell’LSD scemò, Fish sentì di doverne “Inizialmente fummo intimiditi da
forma di puzzle non era previsto. Avevo intenzione di riempir- parlare con qualcuno. “Telefonai a Chris”, ammette Fish. “Ma si rivelò un
lo con qualcosa, ma avevo finito il tempo. Letteralmente. E mi Steve e gli dissi ‘Ce l’ho. L’ho inchioda- tipo davvero alla mano e oltretutto
succede sempre. MD
to’”. Alla fine il 27enne Fish ricavò il te- aveva fatto anche BRAIN SALAD SUR-

79
GERY degli ELP”. Cosa ancora miglio-
re, Kimsey non dovette essere convinto
della bontà di un concept album. “Mi
stava benissimo”, ci dice. “Mi chiedi se
la EMI volesse o meno un concept al-
bum? Non credo proprio che la EMI
sapesse cosa voleva. Volevano solo un
singolo di successo”. E fu a Barwell
Court che i Marillion composero quel
singolo. Fish ricorda che quando sentì
per la prima volta Rothery giochicchia-
re col riff, che poi sarebbe divenuto
Kayleigh, lui era nella sala tv. “Quel riff
originariamente era nato perché vole-
vo mostrare alla mia futura moglie co-
me scrivevo le canzoni”, dice Rothery.
“Poi lo misi via, e grazie a una cosetta
del genere abbiamo estinto il mutuo”.
Inizialmente Kayleigh doveva essere so-
lo un altro capitolo nella storia di MI-
SPLACED CHILDHOOD. Nessuno lo ri-
teneva un potenziale singolo. Oltretut-
to i compagni di Fish avevano anche
delle riserve riguardo al titolo e al te-
sto. Il punto era che il secondo nome
della sua ex fidanzata Kay era Lee, e il
nomignolo con cui la chiamava il pa-
dre era ‘Kay-Lee’. La cosa era fin trop-
po evidente. “Il gruppo disse: ‘Ehm, ma
parla di Kay, non puoi cantarla’”, ci di- Sopra e a destra:
ce Fish. “E io, ‘Perché?’. E loro: ‘Perché due immagini delle
è troppo personale’”. “Io fui quello più riprese del video
contrario”, ricorda Kelly. “Kay era stata di Kayleigh a Berlino.
la ragazza di Fish fin da quando ero en-
trato nel gruppo. Ma ora si erano la-
sciati e dissi: ‘No. Non dovremmo chia-
marla Kayleigh’. E allora Fish rispose
[usando un tipico accento scozzese]: ‘E
come volete che la chiami? May-be?’”.
“Mi sentivo a disagio”, aggiunge Steve
Rothery. “Conoscevo bene Kay ed era
una ragazza adorabile. Ma per me il te-
sto era come un omaggio a Kay… e
parlava di come Fish avesse buttato
via tutto quello che avevano costruito
insieme”. Sia quel che sia, Fish si rifiutò

Mark Wilkinson
di cambiare il testo, visto che come ha
sempre detto da allora, in realtà si rife-
riva a più di una delle sue ex ragazze. E
così rimase Kayleigh. Nel frattempo i
Marillion tornarono in pista per un stierista, “come vivere nel Far West”. O, guerra mondiale era stato usato dai
tour prenatalizio nel novembre del come invece dice Fish, “in un parco nazisti per concerti a fini propagandi-
1984. La set-list ora comprendeva gran giochi per adulti”. Prima della riunifica- stici. Ed era stato agli Hansa che negli
parte del primo lato di MISPLACED zione nel 1990, Berlino Ovest non face- anni 70 Bowie aveva registrato la sua
CHILDHOOD. “Kayleigh non era ancora va ufficialmente parte della Germania. ‘Trilogia Berlinese’ (LOW, HEROES e
definita del tutto”, dice Fish, “e se ascol- Questo significava che i ragazzi resi- LODGER). Kimsey affittò un apparta-
tate i bootleg di quel tour potete senti- denti lì non avevano l’obbligo del servi- mento in periferia. Il gruppo (Fish, Kel-
re che a volte improvviso le parole”. I zio militare come nel resto del Paese. ly, Rothery, il bassista Pete Trewavas e
Marillion ultimarono i demo del nuovo Dice Rothery: “E così era pieno di ra- il batterista Ian Mosley) si piazzarono
materiale negli studi Bray nel Berkshi- gazzi, artisti, musicisti. Quel posto ave- all’Hervis Hotel, che si affacciava pro-
re, prima di spostarsi negli studi Hansa va un feeling unico”. Gli Hansa Studios prio sul Muro. Le prime cose che il
Ton a Berlino, nel marzo del 1985. Ne- si trovano in un ex municipio e aveva- gruppo vedeva ogni mattina erano il fi-
gli stessi studi, Chris Kimsey aveva ap- no una lunga storia. Il salone principa- lo spinato, i graffiti e i posti di guardia
pena prodotto NIGHT TIME dei Killing le, Der Meistersaal, durante la Seconda delle sentinelle sulle garitte. In studio
Joke e il loro singolo Love Like Blood. inizialmente ci furono dei problemi: il
“Era anche uno studio molto economi- banco del mixer, un Neve su cui Kimsey
co”, ricorda Mark Kelly, “e ripensandoci
la cosa ha una sua logica, dato che la «Mi rinchiusi nel mio mondo doveva lavorare, era rimasto danneg-
giato quando i Killing Joke ci avevano
casa discografica stava valutando di
mollarci”. Comunque c’erano posti e diventai un pezzo di merda» usato un estintore sopra, pochi mesi
prima. “Era starato, e gracchiava”, ri-
peggiori di Berlino per registrare un di- corda Rothery. “Le prime settimane
sco. Stare a Berlino era, come dice il ta- Fish tutto quel che registrammo suonava in

80
fossimo, e potevamo fare tutto quello
che ci pareva. E io ne ho fatte di tutti i
colori”. Il lavoro fu così duro e il diverti-
mento così intenso che, secondo Ro-
thery, nei tre mesi passati all’Hansa era
come se i Marillion fossero “invecchiati
tutti di cinque anni”. Nel frattempo la
EMI chiedeva novità sui brani da utiliz-
zare come singoli. “La EMI si ritrovava
con ciò che aveva seminato”, dice Fish.
“Non ci avevano dato uno straccio di li-
nee guida. Avevano solo mandato dei
loro manager ad ascoltare quello che
stavamo facendo, ma noi li avevamo
cos’altro a parte noi. Ho avvertito Il Muro di Berlino, chiusi in una stanza, fatti incavolare, e
un’altra presenza”. Ma va detto che Ber- lungo la strada che poi gli avevamo passato un paio di spi-
lino offriva talmente tante distrazioni portava allo studio
nelli”. “Uno era talmente scazzato che
di registrazione.
che non era insolito che qualche com- si addormentò durante l’ascolto”, ride
ponente del gruppo lavorasse in uno Kelly. “Alla fine però ci disse: ‘Tutto
stato, per così dire, alterato. “La città qui?’”. L’unico pezzo nuovo che aveva-
non si svegliava prima di mezzanotte”, no era Lady Nina, che non c’entrava
dice Kimsey. “Se avevamo un giorno li- niente col concept dell’album. “Glielo
bero lo passavamo in giro per i locali, e facemmo ascoltare e lui esclamò: ‘Oh,
alla fine ci si ritrovava tutti al Cri Du questo sarà il singolo’”, aggiunge Kelly.
Chat, un club che apriva alle sei di mat- “e noi dicemmo ‘No’. Per cui se ne tor-
tina”. La Tequila divenne il carburante nò a casa convinto che non ci fossero
principale, consumata in tali quantità potenziali singoli”. I Marillion sapeva-
che, ricorda Rothery, alcuni del gruppo no benissimo che dovevano pubblicare
caddero addormentati durante la visio- qualcosa e alla fine furono d’accordo
ne a tarda notte di Metropolis, il classico su Kayleigh, con Lady Nina come lato B.
modo molto pedestre”. Kimsey ricorda di Fritz Lang del cinema muto. “Certo, “Ma la scelta era considerata come il
che Mosley si lamentava che la batteria il fatto che i sottotitoli fossero in tede- La EMI voleva che meglio del meno peggio”, dice Kelly.
“non fosse abbastanza imponente”. Ro- sco non fu d’aiuto”. Chris Kimsey fu an- Lady Nina, che non “Nessuno credeva che la canzone sa-
faceva parte del
thery ricorda: “Appena Chris equalizzò che vittima di uno scherzo frutto di una concept di MISPLACED rebbe stata un successo”. Secondo
tutto, le cose cominciarono a ingrana- sbornia. Mentre guidavano per Berli- CHILDHOOD, fosse Chris Kimsey, inizialmente il singolo fu
re. Ma, all’inizio, eravamo davvero sfi- no, i Marillion persuasero Thomas pubblicata come missato agli Abbey Road Studios, e poi
duciati”. In breve, anche l’assistente Steimler a schiantare la sua Volvo con- singolo. Alla fine uscì il master fu spedito a Berlino per l’ap-
solo negli USA,
tecnico di Kimsey, Thomas Steimler, tro l’automobile che Kimsey aveva pre- nel 1986. provazione. Kimsey si portò il nastro
conquistò la stima del gruppo grazie so a noleggio, giusto per il gusto di far- per ascoltarlo nel suo appartamento.
alle sue doti di procacciatore. “Thomas lo. “Chris era nella sua Honda Jazz”, “E faceva schifo”, sospira. “In cucina
telefonò a Bösendorfer, la famosa ditta svela Kelly, “e Thomas gli entrò dentro c’era una di quelle Ghetto Blaster anni
di pianoforti austriaca, e disse che c’era a un semaforo, e passammo i successi- 80. Ci misi il nastro, mi sdraiai con la
un gruppo rock inglese molto famoso testa tra gli altoparlanti e presi nota di
in studio e se potevano mandarci un
pianoforte”, ricorda Kelly. Poco dopo un «Tra tutti i dischi che abbiamo come potevo migliorare la cosa. Poi il
giorno dopo andai in studio e mi misi
pianoforte da concerto Bösendorfer ar-
rivò agli Hansa e fu portato a spalle su
pubblicato ce n’è qualcuno che non ho all’opera. Insistetti perché tutto il disco
fosse mixato a Berlino”. La EMI aveva
per le scale per essere consegnato a
quello che in realtà era un gruppo rock
voglia di riascoltare. Ma non bisogno anche di un video per il singo-
lo. Per un meraviglioso scherzo del de-
inglese non-così-tanto-famoso. Risolti
i problemi tecnici e con un nuovo pia-
MISPLACED CHILDHOOD. stino, il video di Kayleigh, un pezzo sulla
ex fidanzata di Fish, avrebbe visto all’o-
noforte a disposizione, gruppo e pro-
duttore adottarono una routine lavora-
Regge bene ancora oggi» pera Tamara Nowy, la donna che in se-
guito sarebbe diventata la sua prima
tiva molto comoda. “Iniziavamo nel moglie. Fish l’aveva incontrata in una
tardo pomeriggio”, dice Steve Rothery.
Mark Kelly delle sue scorribande notturne a Berli-
“Si lavorava fino a sera, poi cena, usci- no e cercava una scusa per passare del
vamo con Kimsey, si beveva un sacco, vi 20 minuti a spingerlo con la nostra tempo con lei. Ma il resto del gruppo
si tornava in studio e si cercava di lavo- macchina finché l’auto non iniziò a fare bocciò l’idea di coinvolgerla, e al suo
rare ancora un po’”. ‘Cercava’ esprime un rumore preoccupante e dovemmo posto furono scelte altre due modelle.
bene l’atmosfera. Per ottenere il sound mollarla. Quando hai 22, 25 anni pensi Una si ruppe la caviglia, e l’altra si bec-
che aveva in mente, Kimsey persuase di non finire mai nei guai, strano no? E cò un avvelenamento da cibo poco pri-
Fish a cantare dopo aver infilato la te- in un certo senso riuscimmo a farla ma delle riprese. “Per cui alla fine le
sta nella sfera di plastica che abbelliva franca anche quella volta”. “Potrei ri- dissi ‘Amore, ti va di fare un video?’”, ri-
il telefono a gettoni presente in studio. empire un libro con aneddoti su Berli- dacchia Fish. Oltre alle riprese dei due
Fish, invece, ricorda con toni cupi di no”, ci dice Fish. “Ma dovrete aspettare che si sbaciucchiano in giro per Berli-
aver avvertito una ‘presenza non ben che lo scriva”. Momenti topici del perio- no, guardandosi teneramente negli oc-
identificata’ mentre una notte il grup- do includono la “prima e ultima espe- chi, nel videoclip è presente come atto-
po stava registrando Perimeter Walk, rienza con l’eroina” del cantante, denu- re anche Robert Mead, 10 anni, il mo-
una sezione di Blind Curve. “La sala, do- darsi al ristorante, e lanciare mattoni dello per il ‘tamburino’ nella copertina
ve stavamo, un tempo era stata un al di là del Muro per cercare di far scop- realizzata da Mark Wilkinson. Quell’im-
punto di ritrovo per ufficiali delle SS”, piare qualche mina. “Era divertente”, magine, dice Fish, fu ispirata anch’essa
dice. “Sono convinto che ci fosse qual- dice. “A Berlino nessuno sapeva chi da un incontro soprannaturale. “Kay

81
Steve Rothery
e Mark Kelly
agli Hansa Studios.

Chris Kimsey
viveva a Earls Court dove c’era una sca- La colazione dei si prepara
la che portava al suo appartamento, e campioni: Mark Kelly a mettersi
mangia fiocchi d’avena all’opera.
una notte le sembrò di vedere un ra- a Barwell Court.
gazzo in cima alle scale, quasi una pre-
senza spettrale”. Crescendo, Fish era ri- più volte ospite a Top of the Pops, e che di copie diventando disco di platino. “E
masto affascinato dalla storia militare, aveva visto il proprio singolo scendere i giornalisti, che prima dicevano che
e l’uniforme da tamburino sarebbe di- sempre di più in classifica,” afferma Ro- eravamo solo dei cloni dei Genesis, ini-
ventata il suo nuovo costume di scena. thery. “Con Kayleigh, volammo dritti ziarono improvvisamente a scrivere:
“Ma era abbastanza stretto”, dice, “per- dall’Europa in Learjet solo per suonare ‘Oh, questo è un gruppo rivelazione”,
ché non fanno giubbetti militari misu- a Top of the Pops”. Inevitabilmente la do- aggiunge Fish. Riascoltando oggi il 33
ra XXL”. Pubblicato il 7 aprile 1985, manda a cui tutti volevano avere rispo- giri nella sequenza originale, la robo-
Kayleigh cambiò la vita dei Marillion. sta era: chi è Kayleigh? “«The Sun» la ante parte narrata di Fish nell’apertura
Per la prima volta uno dei loro singoli cercò”, ricorda Kelly. “Ma Kay era una con Pseudo Silk Kimono e la sezione Brief
veniva passato in radio in orari popola- Encounter di Bitter Suite sembrano resi-
ri, e ascoltato non solo da chi compra-
va «Sounds» e sentiva il Friday Rock
«Qualcuno nel gruppo dui dei dischi precedenti, e per quanto
possa dare fastidio l’etichetta di ‘cloni
Show su Radio One. Non era difficile
capire la differenza tra Kayleigh e i pre-
festeggiò troppo» dei Genesis’, ci sono echi fin troppo fa-
miliari per tutto il disco. Ma alla resa
cendenti singoli dei Marillion, come dei conti i Marillion avevano raffinato
Assassing o Punch And Judy: era una Steve Rothery il sound ed erano diventati più accessi-
grande e universale canzone d’amore. bili. Come ammette Fish: “Avevo inizia-
Secondo Kimsey, poi, “Il riff iniziale di persona molto riservata, e così cercam- to ad allontanarmi da quel falsetto un
chitarra di Steve alla radio suonava mo di mantenere tutti il segreto”. MI- po’ forzato. Stavo trovando la mia vera
davvero bene”. Ma fu l’esibizione dei SPLACED CHILDHOOD fu pubblicato il voce”. Inoltre questi non erano il grup-
Marillion a Wogan che sancì definitiva- 17 giugno e, spinto dal successo del po un po’ melenso e molto tolkieniano
mente il trionfo. “Prima avevamo un singolo, alla fine arrivò al numero 1. In di Grendel ‘and his mossy home beneath the
record: eravamo il gruppo che era stato un anno vendette un milione e mezzo stagnant mere’. In massima parte MI-

82
SPLACED CHILDHOOD parla della vita
reale e di emozioni vere. Ebbe più suc-
cesso dei dischi precedenti, FUGAZI e “Steve, ti va di provare a fare questa?”
SCRIPT FOR A JESTER’S TEAR, perché Steve Hogarth racconta cosa si prova a cantare le canzoni di MISPLACED CHILDHOOD.
riusciva a parlare a più persone. Mal-
grado i problemi iniziali, Kayleigh fu se- “Prima di entrare nei Marillion non avevo mai ascoltato MISPLACED CHILDHOOD. Avevo sentito Kayleigh e Lavender
guito da un altro brano nella Top 5 a alla radio, e basta. In un certo senso ancora non ho davvero ascoltato tutto il disco, ho scoperto i brani uno per
settembre, Lavender. E due mesi dopo volta. Ogni tanto qualcuno del gruppo mi dice: ‘Che ne pensi se facciamo questa?’, e allora ascolto il pezzo imma-
ginando come rifarlo dal vivo. A volte funziona, e a volte no”. “Nel modo di scrivere e cantare di Fish ci sono dei
arrivò anche l’inno Heart of Lothian, ter-
momenti di rabbia, direi anche di violenza. E io non sono un cantante arrabbiato o violento. Posso anche esserlo,
zo e trascinante singolo. I Marillion ma non a comando. Non sono un cane ammaestrato. Per cui ci sono pezzi dell’era Fish che non riesco proprio a
trascorsero la maggior parte del 1985 e fare”. “Allo stesso tempo, credo che Fish abbia scritto cose eccellenti e Kayleigh ha un testo molto valido. Versi
del 1986 in tour, suonando ogni notte come ‘dancing in stilettos in the snow’ e ‘loving on the floor in Belsize Park’ ovviamente si riferiscono a cose
il nuovo disco per intero. Negli USA successe davvero, a ricordi reali. E posso capirlo. Posso condividere questi sentimenti. Li senti autentici”. “Heart
aprirono i concerti dei Rush e si trova- of Lothian è strana perché ovviamente io non sono di Edinburgo. Ma mi piace cantarla. Non la eseguiamo spesso,
ma lo facciamo sempre quando siamo oltre il confine, in segno di rispetto”. “Per cui, parlando delle canzoni di
rono davanti un “mare di persone che
MISPLACED CHILDHOOD, il mio pensiero è il seguente: se è una canzone sincera, onesta e non troppo gotica o ar-
si chiedevano: ‘E questi chi cazzo so- rabbiata, o che quando l’ha scritta il cantante era strafatto, posso farla… in realtà posso anche farne una in cui
no?’”, dice Fish ridendo. In Gran Breta- il cantante era strafatto, ma in quel caso devi anche darmi un po’ di quella roba lì”. MB
gna fu un’altra storia. Sul palco si esi-
biva senza l’abituale make-up, come se
volesse mostrare il suo vero volto. La
critica musicale mainstream e i quoti-
diani ora facevano la fila per parlare col
ciarliero frontman scozzese. “E la cosa
disturbò il gruppo”, dice. “Perché tutti i
riflettori erano puntati su di me ed ero
quello più in vista all’interno della
band”: “Fish sembrava voler essere
sempre più al centro dell’attenzione”,
dice Rothery, che ammette come il ‘ba-
gno di fama’ dei Marillion lo mettesse a
disagio. “Non mi piaceva il fatto di non
potermi mai rilassare un attimo”. Fish
ovviamente non aveva di queste preoc-
cupazioni: “Quando ero adolescente e
sognavo di far parte di un gruppo rock”,
dice, “immaginavo che sarebbe andata
proprio così”. “Fish bramava la celebri-
tà”, osserva il chitarrista, “e questo ali-
mentò il conflitto che più tardi scoppiò
tra noi. Gli piaceva bere e fare festa. E
qualcuno nel gruppo festeggiò troppo”.
Quando i Marillion iniziarono a pensa-
re a un altro disco, le crepe all’interno che non avrebbe cambiato una virgo- se che la canzone parlava di lei”.
della band erano ormai evidenti. la”. Si ferma un attimo, e sembra abba- Trent’anni dopo, nel 2015, alcune can-
CLUTCHING AT STRAWS, pubblicato stanza irritato. “Ma chi se ne frega in zoni tratte da MISPLACED CHILDHO-
nel 1987, sarebbe stato l’ultimo disco che tonalità è?”. Ovviamente ai Maril- OD sono ancora nella set-list dei Ma-
di Fish col gruppo e realizzarlo non fu lion importa. E trasporre le canzoni rillion. “Tra tutti i dischi che abbiamo
una bella esperienza. “Dovevo con- per adattarle alla voce di Fish non è pubblicato ce n’è qualcuno che non ho
frontarmi con molte cose, a livello pro- qualcosa che gli piaccia fare. “Se non voglia di riascoltare. Ma non MIS-
fessionale e personale, compreso il può cantarle nella stessa tonalità del PLACED CHILDHOOD. Regge bene an-
mio ego”, ammette Fish. “Diciamo che disco allora non le suoneremmo come cora oggi”, dice Kelly. Detto questo,
mi ero chiuso nel mio mondo ed ero sono nel disco”, dice Rothery. “Non re- avendo registrato più dischi con il can-
diventato un pezzo di merda”. Senten- galeremmo alla gente la stessa esper- tante Steve Hogarth di quanti ne ab-
do queste parole Rothery se la ride. ienza. Meglio lasciare in pace i ricordi”. biano fatti con Fish, i Marillion non si
“Be’ anche io mi prendevo troppo sul Ma per Fish questo disco è colmo di ri- crogiolano troppo nel passato. Fish in-
serio all’epoca. Ero tutto preso dalla cordi, davvero molto personali. Nel Re- vece si concede un ultimo tuffo nella
musica e dall’arte, cazzo!”. Alla do- turn to Childhood Tour il cantante ha ri- nostalgia. “Fu un disco cruciale per me
manda su cosa pensi adesso di visto la sua vecchia fiamma, Kay. “È e per i Marillion”, dice, “e non ne cam-
quell’album, Rothery dice di esserne venuta a Edinburgo e le ho dato una bierei nulla. Per cui voglio salire sul
fiero, ma anche che “ha rappresentato copia del disco. Mi ha scritto dicendo palco e cantarlo un’ultima volta”. Cele-
la calma prima della tempesta”. Nel che aveva pianto per tutto il tempo”. brandone il 30esimo anniversario
2005 Fish ha riproposto integralmente Esita, ”mi ero sempre ripromesso che vuole rendere l’ultimo omaggio alle
MISPLACED CHILDHOOD nel corso non avrei mai parlato di lei… Ma ok… persone e ai luoghi che lo hanno ispi-
del suo tour Return to Childhood. Era una farmacista e lavorava allo Sto- I tre singoli tratti rato e, probabilmente, chiudere final-
da MISPLACED
Quest’anno, per festeggiare il 30esimo ke Mandeville Hospital. Abbiamo con- CHILDHOOD. Dall’alto:
mente la porta sul passato.
anniversario, farà lo stesso. Ma gli sa- tinuato a scambiarci email, parlando Kayleigh, Lavender,
rebbe piaciuto risuonarlo almeno una dei nostri figli… e un giorno mi ha det- Heart Of Lothian. Il libro di Steve Rothery Postcards
volta dal vivo con i Marillion. “Sarebbe to che le avevano diagnosticato qual- From The Road è ordinabile
stato bello”, sospira. “Ma sono passati cosa. E poi è sparita”. Poco dopo, Fish su www.postcardsfromtheroad.co.
30 anni, per Dio, avremmo dovuto ab- apprese che ‘Kayleigh’ era morta di Per altre informazioni su Fish
bassare la tonalità dei brani, e invece cancro. ”I suoi amici mi dissero che e sui Marillion: www.fish-thecompany.com
Steve ha dichiarato a tutto il mondo verso la fine fece in modo che si sapes- e www.marillion.com.

83
the italian
rendezvous
MISPLACED CHILDHOOD è l’album dei Marillion che di fatto
sancisce l’incontro tra il gruppo inglese e il pubblico italiano.
Un fenomeno di massa con attese, conferme,
entusiasmo e una piccola dose d’incrollabile scetticismo…
Testi: Paolo Carrelli
Immagini d’archivio: Marco Leodori, Ezio Candrini

C’
è una strana coincidenza che
lega i Marillion all’Italia: il 17 «I Marillion hanno resuscitato cinema all’aperto piuttosto squallido,
ma con un’acustica quasi perfetta, si
giugno, data ufficiale di uscita di
MISPLACED CHILDHOOD, è anche un fantasma mai morto, quello del rock poteva trovare il teenager, venuto sulla
spinta radiofonica del singolo, e gli
quella del primo concerto italiano
del gruppo inglese nello scompar- sinfonico, ammantandone gli echi emuli di Fish col make-up sul viso. Non
mancavano gli appassionati dal capello
so Rolling Stone di Milano. L’hit
single Kayleigh era stato pubblicato
di nuove e più moderne sonorità» che iniziava a imbiarcarsi… giusto per
verificare di persona come suonassero
in tutto il mondo all’inizio di aprile, rag- realmente gli “eredi dei Genesis”, eti-
giungendo in Italia l’onorevole ventiset- Paolo Zaccagnini chetta che i Marillion si sono tenuti fino
tesima posizione nella classifica di vendi- a quando Fish ha fatto parte della band”.
ta. Il risultato fu quello di calamitare dove la band aveva suonato in lungo e Indubbiamente la loro crescente popo-
l’attenzione del grande pubblico sulla in largo nel 1984, incluso il Lussembur- larità, raggiunta tra l’altro senza edulco-
band, fino a quel momento considerata go, ma la reazione del pubblico italiano rare in maniera significativa il proprio
solo dagli appassionati di rock progres- fu fantastica. Personalmente li avevo sound, solo raffinando i tratti presenti
sivo. Chi, in quel periodo, era interessa- visti già due volte: nel maggio 1984 a Sotto Il tour program fin dall’inizio della propria carriera, rap-
to alla nuova scena prog inglese, infatti, Parigi nel tour di FUGAZI, davanti a un di MISPLACED presentava per gli appassionati di rock
aveva sicuramente seguito le gesta dei pubblico prevalentemente di metallari, CHILDHOOD. progressivo un momento se non di ri-
Marillion su riviste come «Kerrang», che non si aspettava melodie e testi che valsa, perlomeno di riscossa”. Sottolinea
«Sounds» o «Melody Maker», dove il parlassero di giullari, cenerentole o del- Ezio Candrini, fondatore di «Paperlate»:
volto dipinto di Fish era un bel vedere la guerra nel Nord dell’Irlanda, e nel no- “Ho il ricordo di un sogno che andava
per le copertine, mentre in Italia qual- vembre dello stesso anno a Ginevra. materializzandosi. Personalmente li se-
che timido articolo era comparso qua e Quello fu il primo grande “esodo” dei fan guivo dal tour di FUGAZI, estate 1984,
là, ad esempio su «Rockerilla» o «Ciao italiani per vedere la band all’estero. ma già a novembre con la redazione di
2001», già nel 1983. Qualcuno, come i Quando, nel giugno 1985, la band arri- «Paperlate» ci organizzammo per pren-
ragazzi della neonata fanzine «Paperla- vò finalmente in Italia, Kayleigh era usci- dere parte ai concerti svizzeri, dove av-
te», invece, non aveva resistito ed era ta da circa un mese, e il successo di quel venne la prima, imbarazzante, intervi-
andato a vederli l’anno precedente in singolo si mischiò all’immagine di cult sta a Fish, che non voleva sentir parlare
Francia e in Svizzera, come ricorda Luca band creando una miscela di pubblico di Pallas e Twelfth Night. Quando arri-
Benporath: “Bisogna considerare che i strana e disomogenea. Sia nel debutto varono in Italia i fan erano abbastanza
Marillion in Italia ci sono arrivati tardi, al Rolling Stone di Milano che, il giorno preparati ad accoglierli, come testimo-
rispetto a tutti gli altri Paesi europei, dopo, all’Arena Puccini di Bologna, un niano le riprese di Videomusic della data

84
Armando Gallo

Pete Trewavas,
Fish e Mark Kelly
al Colosseo il 21 ottobre.

di Bologna, visibili ancora oggi su You-


Tube. Loro erano alle stelle, divertiti, «A Bologna Fish utilizzò il make-up la sera dopo a Bologna, forse complici le
telecamere di Videomusic che filmavano
quasi meravigliati di tanto seguito. Il
pubblico italiano era caldo, ricettivo, per l’ultima volta. Era ormai avvenuto lo show, il gruppo fornì una prova maiu-
scola. Forgotten Sons rappresentò proba-
consapevole che qualcosa di nuovo e
importante stava accadendo nel prog”. l’ingresso della ‘cult band’ bilmente l’apice della serata, con Fish
che s’infilò il casco e iniziò a “mitraglia-
Ricorda Benporath: “La scaletta fu qua-
si la stessa nelle serate di Milano e Bolo- nel giro che conta» re” il pubblico con l’asta del microfono.
Ma tutto il concerto fu notevole: una
gna, al Rolling Stone la band era ancora band in forma con Rothery e Fish in evi-
un po’ timida e il pubblico meno caldo, Luca Benporath denza. I giorni dei problemi vocali per il

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Fish nell’unico
concerto italiano

Isabella Latini
del 2014: Smaila’s,
Campoverde/Aprilia.
Bruno Tamiozzo

Mark Kelly, Roma,


24 aprile 2007. Nel tour program lion e il nostro Paese, questo è rappre-
di MISPLACED
sentato dalla diffidenza con cui il pub-
CHILDHOOD molte date,
tra cui quelle italiane, blico prog più adulto si avvicinò alla
cantante scozzese erano ancora relati- gente come gli U2, America, Miles Da- dovevano essere musica del gruppo: “In effetti”, conferma
vamente lontani”. In Italia la band visse vis, Iron Maiden o Eric Clapton. Niente ancora confermate. Benporath, “la band veniva un po’
una pazzesca escalation di visibilità du- gruppi di supporto ma uno show rapi- snobbata da chi aveva vissuto il ‘perio-
rante l’estate 1985, presente pratica- do, teatrale, centrato sull’esecuzione do d’oro’ dei Genesis e la reputava mera
mente a tutti gli appuntamenti che con- integrale di MISPLACED CHILDHOOD, fotocopia, pure sbiadita, di Gabriel e
tavano sulla tv italiana: Orecchiocchio, in cui trovano spazio anche pezzi quasi soci. In Italia il fan tipo dei Marillion era
Vota la voce, Roxy Bar di Red Ronnie dimenticati come Chelsea Monday e la piuttosto il teenager o il ventenne, che
(dove Fish dovette rispondere imbaraz- preistorica The Web. Fish si presenta con non aveva pregiudizi nei confronti della
zato a una critica dei Righeira secondo i un lungo mantello al pubblico giovane ‘new wave of progressive rock’ e di tutte
quali la band non valeva nulla) oltre del Tenda, quasi sold-out, e con pochi quelle band (IQ, Pallas, Pendragon,
alla rotazione su Videomusic dei vari vi- fan dei Settanta”. Se vogliamo trovare Liaison, Solstice), salite alla ribalta sulla
deoclip e del concerto di Bologna di giu- un piccolo neo nel legame tra i Maril- loro scia, nate in quella fucina di talenti
gno. Poster della band comparvero che era il Marquee di Londra”. Diffidenza
come per magia in allegato sia a «Ciao che si evince anche nell’inizio della re-
2001» che a «Cioè» (insieme agli Arca- censione di Paolo Zaccagnini sul «Mes-
dia, succursale dei Duran Duran). Pro- «Già con il secondo album divennero saggero», 22 ottobre al Teatro Tenda

più aggressivi… Assassing è un brano


segue ancora Benporath: “Quando i 7up di Roma (posizionato nell’area
Marillion tornarono a ottobre in Italia dove oggi sorge l’Auditorium Parco del-
erano diventati un fenomeno da Hit Pa-
rade con attesa spasmodica del pubbli- che i Genesis non avrebbero mai la Musica): “Confessatelo. Vi dispiace-
rebbe proprio tanto trovarvi di fronte un
co. A Milano, il gruppo suonò al Teatro
Tenda, all’epoca una delle venue più potuto scrivere» gruppo che vi desse le stesse sensazioni
dei Beatles o dei primi Rolling Stones?
capienti, seconda solo allo stadio e al Personalmente sarei contentissimo. E
palazzo dello sport, dove aveva suonato Ezio Candrini allora mi sembra davvero inutile stare a

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palco con efficacia. Gli applausi, i regali concerti all’estero, senza nessuna facili-
– persino un grosso cetriolo verde e vari tazione e con la tecnologia dell’epoca,
pupazzetti di plastica – lanciati sul pal- quindi né mail né internet. Nonostante
co, le richieste di bis, prontamente sod- la sorveglianza della casa discografica,
disfatte, i cori, l’amore dimostrato dal del loro manager e del tour manager, ri-
pubblico, tutto meritato visto che, fru- uscimmo a coinvolgere i componenti del
gando nel passato, i Marillion hanno gruppo in serate e cene, dove la distanza
saputo metter su uno spettacolo e una tra fan e musicisti era praticamente az-
musica che danno qualche punto a zerata. Le cose più divertenti accadeva-
gruppi, pericolosamente innumerevoli e no quando due o tre di loro venivano in
quasi tutti uguali, dell’ultrasuperiperex- Italia per interviste o promozione, senza
travanguardia”. Resta comunque il ricor- l’assillo di concerti e spostamenti con i
do di un periodo unico, quasi irripetibi- tour bus. Indimenticabili alcune serate
le. Un breve momento in cui il sui Navigli milanesi, quando riuscimmo
progressive rock ritornò a essere “di addirittura a procurarci strumentazione
Promo Shot per il tour
di MISPLACED moda”, con una band di nicchia che di- e microfoni, improvvisando con loro una
CHILDHOOD, 1985. ventava improvvisamente conosciuta, e specie di Marillion karaoke”. Non a caso,
in cui finalmente, oltre alla disco dance nel 1986, da una costola di «Paperlate»
discutere ancora di come i Genesis e la e alla new wave, sugli scaffali dei negozi Fish in copertina su era nato il fan club italiano ufficiale dei
loro musica abbiano influenzato i Maril- di dischi e nelle radio faceva capolino «Ciao 2001»: numeri Marillion con fanzine annessa, chiamata
47 del 22.11.1985
lion. L’influenza c’è, si sente e si vede, qualcosa di diverso. E resta anche il ri- e 14 dell’11/04/1986. «Real to Read». Negli anni la fanzine è
ma Fish e i suoi quattro compagni han- cordo del rapporto creato tra il gruppo e approdata sul web e si è trasformata in
no saputo costruire qualcosa che, sep- i fan italiani della primissima ora, come «The Web Italy» – www.thewebitaly.it –
pure non sia nuovo, il rock sinfonico, ricorda Candrini: “Potrei parlarne, rac- ancora una finestra sempre aperta sul
piace soprattutto perché, in era di com- contare per ore con il rischio di annoia- mondo Marillion, insieme ovviamente
puter e musica elettronica, permette di re. Fu un rapporto bellissimo: contatti al fan club italiano di Fish. The Com-
vedere cinque musicisti sgobbare sul sudati e guadagnati con la presenza ai pany Italy – www.the-company.it

A NIGHT IN ROME,
22/10/1985
Recensione concerto di Maria Cristina Gasparetti
(dal libro Marillion, Fratelli Gallo Editore 1985)

S otto un fascio di luci azzurre, Mark, Steve, Ian e Pete fanno il loro
ingresso sul palco: lui, Fish, entra per ultimo. È vestito di nero, la
casacca ha una fascia anteriore bianca che va da una spalla all’altra Live in Italy 1985
e le scarpe sono un paio di Adidas bianche con una riga azzurra di
lato. È avvolto da un mantello blu scuro con su disegnati delle righe
e dei rombi neri e rossi di diverso tipo; la fronte è fasciata da un
17 giugno - Milano, Rolling Stone
foulard bianco annodato sulla nuca. Prende delicatamente il micro- 18 giugno - Bologna, Arena Puccini
fono con le due mani, staccandolo dall’asta, e inizia: “So here I am
once more”… l’audience sta già cantando, tutta protesa verso l’irre- Setlist: Assassing, Cinderella Search,
sistibile magia che si sprigiona dai suoi modi e dalla sua voce, rapi- Script for a Jester’s Tear, Punch and
ta da un magnetismo tanto grande quando spontaneo. Canta e fa Judy, Jigsaw, Emerald Lies, Misplaced
roteare il mantello in mille modi, fino a che lo slaccia e lo rende Childhood (Part 1), Incubus, Fugazi,
coprotagonista della mimica impeccabile. Ondeggia, salta, cammina, Forgotten Sons.
vive la pedana con quell’esuberanza che è oramai tanto cara a tutti i Encore: Garden Party, Market Square
fan, e tiene banco nel cuore e negli occhi di una platea straripante e Heroes Biglietto del concerto
magnetizzata. Il pubblico farebbe qualunque cosa lui chiedesse, per- di Roma, Teatro tenda 7up.
ché il gigante di Dalkeith è un trascinatore di folle, e questo è inne-
gabile. È il momento di The Web, applauditissima, dove la scenogra- 22 ottobre - Roma, Teatro Tenda 7Up microfono e raccoglie un applauso che è più
fia prevede l’ombra di un ragno sulla ragnatela per tutta la durata 23 ottobre - Firenze, Palasport Scandicci che altro un’ovazione. Ha il microfono nella
del brano, unita a un suggestivo gioco di luci bianche riflesse da una mano destra, viene avanti e annuncia, sem-
grossa sfera a specchio posta in alto al centro della scena. L’effetto è 24 ottobre - Milano, Teatro Tenda plicemente, Garden Party. Gli striscioni, che
quasi quello di una pioggia luminosa che sembra scendere dal nulla per tutta la durata del concerto si sono agi-
per ruotare su tutta l’audience. Poi Fish si allontana dietro la parete Setlist: The Thieving Magpie (La Gazza tati e hanno sventolato per attirare l’atten-
delle casse acustiche e le luci si abbassano completamente, mentre Ladra), Emerald Lies (Intro), Script zione della band, ora sono sulle spalle degli
Mark, dall’alto della pedana sulla quale è sistemato insieme a tutte for a Jester’s Tear, Incubus, Chelsea stessi che li hanno esibiti instancabilmente,
le sue tastiere, attacca Pseudo Silk Kimono, primo brano di MISPLA- Monday, The Web, Misplaced Childhood come bandiere dopo un combattimento vit-
CED CHILDHOOD. Il pubblico l’ha riconosciuto alla seconda nota e (Part 1 & 2), Fugazi. torioso: centinaia di ragazzi e ragazze
applaude con entusiasmo. Un faro azzurro riaccompagna Fish al cen- Encore: Garden Party, Market Square indossano le bellissime magliette dei Maril-
tro del palco; ora indossa una camicia bianca senza bottoni e aperta Herpes. lion, le sciarpe multicolori del tour 1985
sul petto fino all’altezza dello sterno, un paio di pantaloni scozzesi e avvolgono il collo e le spalle di molti altri
un kimono bianco e nero. Quando risale sul palco per il bis si accuc- fan, e le copertine dei loro album sono in
cia per un attimo al centro del palco, proprio davanti all’asta del mano a moltissimi…

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In molti lo aspettavano al varco dopo il capolavoro del 2013,
ma da uno come Steven Wilson era impossibile aspettarsi
un semplice sequel. L’artista inglese torna dopo soli due anni
con un album che modifica in parte quello che sembrava
un sound ormai consolidato, ma soprattutto con
una nuova macabra storia da raccontare. Due concerti
italiani a settembre: 21 a Cremona, 22 a Roma.

Testi: Paolo Carnelli, Claudio Lodi e Roberto Paravani

prima traccia di questo HAND. passo con i tempi, ma cerco di non pensare a tutto
CANNOT.ERASE racchiude in questo quando scrivo. Tutto avviene in maniera
soli due minuti, apparente- molto naturale. La musica per me è stata un pas-
mente interlocutori, molto so in avanti, album dopo album, e proprio per
del senso dell’intero album: questo motivo HAND.CANNOT.ERASE è diverso
una finestra su un mondo si dai precedenti. Quello che più mi stimola è l’av-
apre, una matassa di poten- versione verso il ripetere me stesso: la paura di
ziali connessioni si dipana fare due volte la stessa cosa mi stimola molto”. La
intorno a noi, ma la sensa- fonte di ispirazione per questo quarto capitolo so-
zione di disagio e di straniamento è comunque lista è ben nota, ed è purtroppo costituita da un
palpabile nell’aria. Niente è come sembra. Non è fatto reale: qualche anno fa a Londra venne ritro-
la cavalcata tutta muscoli e Rickenbacker di 3 Ye- vato il corpo di una ragazza morta da circa tre
ars Older a minare le nostre certezze di ascoltatori anni, senza che nessuno tra parenti, amici e vici-
che hanno da tempo incoronato Wilson come il ni, se ne fosse accorto. Da qui prende l’avvio per
nuovo messia e salvatore del Prog, ovviamente, raccontare una storia di emarginazione e solitudi-
ma quello che arriva subito dopo. La sua carriera ne in un contesto tecnologico e metropolitano: “Il
solista è stata un crescendo di qualità: dopo un nome della ragazza era Joyce Carol Vincent. Fu
primo album, INSURGENTES (2008), decisamen- trovata morta nel suo appartamento a Londra, nel
te bello; un secondo, GRACE FOR DRAWNING 2006, dopo che era rimasta lì per più di due anni
(2011), ancora migliore; e un terzo, THE RAVEN senza che nessuno l’avesse mai cercata. Proprio a
THAT REFUSED TO SING (2013), considerato da Londra. Quattro anni fa è stato realizzato il docu-
molti un capolavoro assoluto. L’attesa per questo mentario DREAMS OF A LIFE, che esplorava la vita
lavoro è stata relativamente breve ma ugualmen- e la morte di questa donna. La cosa interessante è
te spasmodica, visto che era chiaro che dopo THE che quando ascolti questa storia per la prima volta,
RAVEN non sarebbe stato facile ripetersi, soprat- come sicuramente ho fatto anch’io e molte altre
tutto per un artista che odia le ripetizioni. Wilson persone, pensi che Joyce Carol Vincent fosse la
spiega molte cose di questo lavo- classica vecchietta, piccolina di
ro. “Quando compongo non credo statura, curva e stanca. Invece in
di fare molto caso al tipo di pres- realtà era una donna giovane, at-
sione che può esserci, o alle attese traente, che aveva molti amici e
del pubblico. Certo è molto gratifi- una famiglia… e tutto questo rende
cante essersi sentiti definire uno la storia decisamente straordina-
dei personaggi più importanti ria. Come era potuta sparire per
all’interno di un certo genere mu- così tanto tempo senza che nessu-
sicale o addirittura colui che ha no sentisse la sua mancanza? Per
riportato la musica progressive al me è diventata un simbolo di cosa

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«Amo il
progressive
rock perché è
la musica con
la quale sono
cresciuto»

Simone Cecchetti
31/3/2015, Roma . apprezzate separatamente, per quello
«Per me il che sono, ovvero dei brani pop o pro-
gressive rock”. Torniamo alla musica, e
progressive a quello che succede dopo la seconda

rock traccia dell’album, 3 Years Older. La tit-


le track, e soprattutto la successiva Per-

raccoglie al fect Life, certificano l’istanza di un cam-


biamento. Il basso pulsante, la batteria
suo interno in quattro quarti, la voce femminile, gli
strappi di chitarra e le aperture melodi-
qualsiasi cosa: che testimoniano l’ingresso in un terri-
torio apparentemente più familiare ai
dal metal, al colleghi di etichetta Anathema che
all’artista londinese. “Questo album
jazz, alla rappresenta di fatto un viaggio nella
mia storia musicale. Al suo interno ci
musica sono canzoni pop, ci sono momenti più
lunghi e progressive rock, c’è la musica
elettronica» elettronica, ci sono addirittura dei riff
metal, tutta la parte cantata e le canzo-
significhi vivere in città nel ventunesi- ni, le cosiddette ballad. È un album
mo secolo, con il caos, lo stress, la con- molto vario, che racchiude molti aspet-
fusione, il terrorismo e tutto il resto. ti della mia personalità musicale, e an-
Sembra impossibile, invece è estrema- che qualcosa di nuovo come in Perfect
mente facile per una persona essere Life. Per come la vedo io, è un disco de-
inghiottita all’interno di una grande cisamente più accessibile rispetto ai
città, e per me questa ragazza è diven- precedenti, più caldo, ma penso che
tata il simbolo di tutto questo”. Come dipenda anche dal soggetto, dalla sto-
nella migliore tradizione prog, HAND. ria, che è molto radicata nel ventunesi-
CANNOT.ERASE è di fatto un concept mo secolo, nella società moderna. Sia-
album. “Il personaggio protagonista mo nel cuore della città e per questo
dell’album, pur essendo basato chiara- motivo c’è spazio per un sound molto
mente sulla figura di Joyce, è un perso- più elettronico piuttosto che vintage,
naggio inventato. Ma quando crei una ma ci sono anche storie legate all’ado-
figura, per fare in modo che gli ascolta- lescenza e in questi momenti il suono
tori finiscano per credere che sia reale diventa più nostalgico. È un concept
devi donarle qualcosa di tuo, qualcosa che mi ha permesso di raccogliere i
della tua vita e della tua esperienza per- sentimenti e gli stili che sono parte del-
sonale, devi darle una parte delle sen- la mia personalità”. Perfect Life è stato il
sazioni vissute, dei tuoi sentimenti e brano a essere scelto come apripista
dei tuoi ricordi. E in realtà l’album par- con un videoclip diffuso qualche setti-
la di molte cose: dei tempi moderni, mana prima dell’uscita del disco.
della confusione che regna nel nostro Un’occhiata al testo, dove vengono ci-
mondo tecnologico, della nostalgia, tati Dead Can Dance, Felt e This Mortal
dell’adolescenza, di Internet e anche Coil, sembra rivelare qualcosa anche
della città. Parla veramente di tante sull’orizzonte musicale su cui si appog-
Riccardo Arena

cose diverse anche se c’è, indubbia- gia idealmente l’intero album. “Perfect
mente, una storia, una linea narrativa. Life è quella che definirei una canzone
È come se fosse piuttosto un film o un sulla nostalgia. In questo caso il perso-

LE covER
racconto. Ha la sua struttura, sia nella naggio ha in sé qualcosa che viene di-
musica che nei testi, Io so, il concept rettamente dalla mia infanzia: parla di
ha una storia molto precisa, che parte quel momento dell’infanzia in cui la
dall’infanzia del personaggio, si muove vita, soltanto per un piccolo momento,

di WiLSon
verso l’adolescenza, come accade nella non sembra poter essere più bella, più
vita reale, fino al suo arrivo nel centro perfetta. Quando cresci e ti trovi a ri-
di Londra e al suo progressivo isola- cordare quel momento, hai la sensazio-
mento dal mondo esterno. Sì, è decisa- ne che all’epoca non sei stato realmen-
mente un album guidato da una sto- te in grado di apprezzarlo in tutto il suo
ria”. Qualcosa di simile lo aveva fatto valore. La protagonista aveva 13 anni e

N
el marzo del 2014 Steven Wilson ha pubblicato un doppio già con i Porcupine Tree: “È vero, ma un rapporto così stretto con la sorella
Lp che raccoglie tutti i brani del progetto Cover Version. penso che questo sia più concept di IN- che la vita in quel momento era perfet-
Dal 2003, Wilson ha infatti realizzato una serie di sei sin- CIDENT, perché quello ha un soggetto ta. Le immagini vengono dalla mia
goli registrati in completa solitudine e con un arrangiamento comune ma non è una storia continua, vita, quando guardavo le barche che
minimale. Ogni singolo era disponibile sia in formato Cd che in non devi ascoltarlo per forza in se- passavano sul fiume o il tramonto esti-
vinile da 7’’ e conteneva una cover nel lato A e un brano origi-
nale nel lato B. Ora, come detto, tutti i dodici brani sono dispo- quenza. In questo caso, invece, per ca- vo, direttamente dalla mia infanzia e
nibili in un’unica confezione in vinile di alta qualità e anche pire la storia al meglio devi ascoltare la sono come cristallizzate nella mia
su Cd. Le sei cover proposte da Wilson fanno sicuramente parte musica come se leggessi un libro. È mente. E quando ripenso a quei mo-
della crescita musicale dell’interprete ma risultano al tempo come un film, lo devi guardare sequen- menti dico a me stesso: ‘Sì, la vita era
stesso spiazzanti, visto che i pezzi sono Thank U di Alanis Mo- zialmente altrimenti non avrebbe sen- perfetta, la vita era senza stress, senza
rissette, The Day Before You Came degli ABBA, A Forest dei Cure, so… ma allo steso tempo mi piace pen- responsabilità, senza paura’, e questi
The Guitar Lesson di Momus, Sign O’ the Times di Prince e Lord
of the Reedy River di Donovan. sare che all’interno siano contenute momenti nostalgici sono anche malin-
canzoni che possono essere ascoltate e conici, perché quando invecchi realizzi

90
che non riuscirai mai più a catturare produrre musica che facesse contente
quel tipo di sensazione. È triste ma c’è le altre persone, non ho mai sentito la
comunque anche una sorta di bellezza necessità di farla in un modo specifico,
nella nostalgia, perché per definizione secondo un determinato genere. Come
è qualcosa che fa riferimento a una dicevo prima, HAND.CANNOT.ERASE
perdita: momenti che non potrai vivere contiene delle canzoni perfettamente
di nuovo. Ogni momento perfetto pas- pop, come anche pezzi elettronici, pos-
sa e muore, e rimane la tristezza”. Ste- siede molte anime. Ma, in un certo sen-
ven Wilson non si nasconde quando so, è la definizione stessa di progressive
viene chiamato in causa il progressive rock che raccoglie all’interno qualsiasi
rock, sottolineando il ruolo che sta cosa, dal metal al jazz alla musica elet-
svolgendo nel rilancio del genere: “Mi tronica, quindi per me va bene che la
rendo conto che la mia musica viene mia musica sia considerata dentro alla
dalla tradizione del progressive rock, è tradizione del rock progressivo”. A que-
logico, lo so, è la musica che amo e con sto punto rimarrebbe da chiarire solo
cui sono cresciuto. Ma allo stesso tem- una piccola cosa: cosa significa il titolo
po non mi sono mai sentito di dover dell’album e perché le tre parole che lo
compongono sono separate da dei pun-
tini? La risposta di Wilson è laconica:
steveN “Quando scrivi canzoni e pubblichi al-
wilson bum come faccio io, devi per forza dare
un titolo a qualsiasi cosa: devi dare un
discografia titolo a tutte le canzoni e a un intero al-
essenziale bum. Questa, a volte, può essere una
sfortuna, perché quando scegli un titolo

Francesco Desmaele
è come se dicessi ai tuoi ascoltatori
‘questo è l’argomento di cui parla l’al-
31/3/2015, Roma.
bum’ e in questo caso si parla di tante,
1 Insurgentes
(Kscope, 2008) tantissime cose. Magari lo avrei potuto

2 Nsrgnts rmxs
(Kscope, 2009)
intitolare THE LONELINESS OF LIVING
IN THE CITY… ma in questo modo sa-
3 Grace for drowning
(Kscope, 2011)
rebbe stato troppo specifico, sarebbe ri-
sultato tutto troppo chiaro. Proprio per
4 Catalogue / Preserve / Amass
(Headphone Dust, 2012) questo ho scelto un titolo che fosse mi-

5 Get all you deserve


(Kscope, 2012)
sterioso, ed è una cosa che mi piace.
Ambiguo, e non è molto chiaro cosa vo-
6 The raven that refused to sing
and other stories
(Kscope, 2013)
glia significare. E mi piace che rimanga
così”.

7 Drive home
(Kscope, 2013) HAND.CANNOT.ERASE è disponibile su

8 Cover version
(Kscope, 2014)
etichetta Kscope in Cd singolo e in versione
box set doppio Cd + BlueRay e Dvd. Info:
stevenwilsonhq.com

«In futuro? Ci sarà ancora


qualcosa di diverso, perché
è quello che mi rende
felice e motivato».
Francesco Desmaele

Da sinistra: Nick Beggs,


Steven Wilson,
Marco Minneman,
Guthrie Govan,
Adam Holzman.
31/3/2015, Roma.
Un osservatorio spaziale su un’isola, a 2390 metri di altezza:
è il contesto decisamente atipico in cui i Nosound
hanno deciso di registrare il loro primo album ufficiale dal vivo…
Caroline Traitler

Testi: Paolo Carnelli e Lorenzo Barbagli

uardando le foto e i filmati del con- cavalcate psichedeliche dei Pink Floyd e dei parti cantate ed epici negli assoli chitarristici
certo che i Nosound hanno tenu- primi Porcupine Tree. Anche i suoni catturati che spesso ornano i crescendo finali. Sicura-
to lo scorso settembre allo Star- in TEIDE 2390 sono curatissimi: pacati nelle mente il luogo e l’altezza, con la sua aria fredda
mus Festival, la sensazione è un e rarefatta, possono essere servite come meta-
po’ quella di un LIVE AT POMPEII fora e come scenario privilegiato per gustare
proiettato nel futuro. Nonostante
rispetto al celebre sito archeologico le condi-
<<Se non sei Peter certe atmosfere: “Il concerto era all’aperto, per
cui abbiamo un po’ sofferto il freddo”, ricorda
zioni ambientali non potessero essere più dif- Gabriel o i Ki ng Crimson il compositore e leader del gruppo Giancarlo
ferenti, un osservatorio astronomico sul mon- Erra, “ma il calore e l’attenzione delle persone
te Teide, all’altezza di 2390 metri, nell’isola tog liert i da Spot ify non salite fin lassù per ascoltarci, sentendo ancora
spagnola di Tenerife, l’immagine del gruppo
che suona nell’oscurità, illuminato da poche è un at to di protesta ma più freddo di noi, è stato la nostra benzina per
concentrarci al solito su ciò che vogliamo co-
lampade elettriche, richiama immediatamen-
te alla mente quella dei Pink Floyd durante Set
sem plicemente un modo municare con la nostra musica, che ha poco
a che vedere con l’essere cool o complicata o
the Controls for the Heart of the Sun. Ma è so-
prattutto la musica a costituire un ponte tra le
per tag liarsi le gambe dura o catchy o prog, ma è tutta incentrata sul
messaggio trasmesso dall’unione delle parole
due formazioni: quelli proposti dai Nosound e favorire la pirateria e del tappeto sonoro. Indubbiamente il conte-
sono brani dai toni ambient e post rock che sto ha aiutato tutto ciò… a volte ci capita di
si rifanno in maniera suggestiva alle lunghe dei download…>> esibirci in dei live club dove mentre suoniamo

92
il pubblico mangia e diffusa. Il resto è storia
chiacchiera, sminuen- nota: siamo approdati
do l’impatto della no- alla Kscope, forti delle
stra performance. Que- nostre vendite con i pre-
sto è uno dei motivi per ordini del secondo disco,
cui cerchiamo sempre e ancora oggi il nostro
di selezionare le nostre sodalizio con Kscope
date prediligendo la continua con reciproco
qualità sulla quantità impegno e soddisfa-
dei concerti. La nostra zione”. Forse non tutti
non è musica che vuole sanno che uno dei pa-
semplicemente cattu- drini di Giancarlo Erra
rare l’attenzione dell’a- all’inizio dell’avventura
scoltatore, ma richie- Nosound è stato proprio
de un’immersione nel Nosound Steven Wilson, da cui il
suono quasi totale da sull’isola compositore romano ha
di Tenerife.
parte del pubblico”. La Giancarlo Erra ricevuto una pubblica
dinamica che ha porta- attestazione di stima e di
to i Nosound a essere coinvolti nella seconda incoraggiamento. Visto il successo che sta ot-
edizione dello Starmus Festival merita di esse- tenendo, possiamo dire che Wilson ha trovato
re raccontata: “Uno dei momenti più belli per la formula giusta per rilanciare il progressive
me”, confessa Erra, “è stato venire a sapere che rock? “In realtà non credo che lui abbia scrit-
il chitarrista dei Queen, Brian May, è stato co- to molte cose prog”, puntualizza Erra. “Piut-
lui che ha dato inizio alla catena di eventi che tosto definirei la sua proposta come un rock
ci ha fatto suonare a Starmus. L’organizzatore concettuale, e in tal senso credo che sia stato
del festival, Garik Israelian, era in macchina sicuramente uno dei personaggi chiave per
con Brian e stava ascoltando il nostro primo rivitalizzare una musica che non vuole essere
album SOL29. Durante il pezzo strumentale pop o metal o prog ma comunque profonda
The Moment She Knew proprio Brian ha chiesto e contaminata. Personalmente di Steven ap-
chi fosse questo gruppo che stava suonando, prezzo moltissimo il primo periodo Porcupine
perché gli piaceva moltissimo quel tipo di mu- Tree, quasi tutti i suoi side projects (in parti-
sica e secondo lui era uno di quei gruppi che colare Bass Communion, IEM e Storm Corro-
magari avrebbe potuto suonare allo Starmus. sion), mentre dei suoi lavori solisti mi piace
Era meravigliato del fatto che non ci avesse soprattutto il primo INSURGENTES e l’ultimo
mai sentito prima e che non fossimo più cono- appena uscito, ovvero forse quelli meno pro-
sciuti”. Non a caso, allo Starmus il neo dottore gressive. Dunque, per rispondere alla tua do-
in astrofisica Brian May si è poi esibito anche manda, penso che sia davvero un musicista
in veste musicale insieme al tastierista degli e un produttore incredibile, un grandissimo
Yes, Rick Wakeman. “Dopo il suo concerto con lavoratore. Merita tutto il successo che sta
Luca Fiaccavento

Brian May abbiamo avuto modo di chiacchie- avendo e anche di più, ma credo che la sua
rare un po’ e devo dire che venire a sapere che forza non sia affatto limitata all’ambito e al
Rick Wakeman vive vicino a me nel Norfolk è pubblico prog, è riuscito a riportare la musica
stato davvero divertente. È una persona che emozionale al grande pubblico che la sa ap-
ti prende, dotata di un ‘wicked sense of hu- per i vari giornali e distributori in tutto il mon- prezzare”.
mour’ davvero eccezionale”. Per chi ama le do. Il primo mese credo di aver venduto solo
ricorrenze, vale la pena ricordare che TEIDE cinque copie, tutte ad amici, e aver trascorso TEIDE 2390 è disponibile su etichetta Kscope in
2390 arriva a dieci anni esatti di distanza dal un sacco di tempo a scrivere email in ingle- un’edizione Cd + Dvd AV allegato, che oltre al
debutto discografico, avvenuto proprio con se a tutti i siti che potevo trovare, allegando contenuto audio del concerto in HD e 5.1 riporta
quel SOL29, che ha garantito al gruppo la un link a un download in mp3, chiedendo se alcuni estratti video. Info: http://nosound.net
partecipazione al prestigioso festival iberico. desiderassero ricevere una copia gratuita del
Un lasso di tempo considerevole in cui sono disco. Migliaia di email e telefonate dopo,
successe tantissime cose, ma soprattutto un sono cominciate ad arrivare le prime en-
periodo di grande crescita in cui i Nosound si tusiastiche recensioni e i passaggi in
sono trasformati da semplice ‘visione’ di un radio. La media di ordini giorna-
giovane musicista romano in una delle real- lieri è passata da zero a cinque
tà musicali più originali e apprezzate a livello e poi a venti, trasformando il
internazionale. “All’epoca non avevo nessun tutto in un vero e proprio
obiettivo commerciale, né conoscevo etichet- lavoro, seguito ben pre-
te particolari da contattare per fargli ascoltare sto dai primi ordini da
il mio lavoro”, spiega Erra. “Ho faticato due parte dei distributori
anni per raccogliere i soldi che mi servivano in tutto il mondo. A
per stampare duemila copie del mio album un certo punto ho
così come me lo immaginavo, con un packa- dovuto cominciare
ging costoso, dicendo a me stesso che nella a chiedere aiuto ad
peggiore delle ipotesi avrei semplicemente re- amici e familiari
alizzato il mio sogno di pubblicare un disco! per poter gestire
Ricordo quando ho messo l’album in vendi- il tutto, finché le
ta online con Paypal, prima che Facebook o prime e anche le
Twitter fossero i siti che conosciamo oggi. Ri- seconde duemila
cordo quando arrivarono a casa i Cd stampati, copie non sono
con etichette e buste pronte per spedire le co- andate esaurite, e
pie che ‘forse’ avrei venduto e quelle gratuite la voce si era ormai

93
«Ho pensato:
‘Devo andare
avanti?’ è stato
mio amico
per 41 anni.
Ne abbiamo
passate tante
assieme»

Annie Haslam
fotografata
per «Prog»,
febbraio 2015.

94
Canzoni per
tutte le stagioni
In occasione del primo tour inglese dei Renaissance negli
ultimi tre decenni, la cantante Annie Haslam racconta a
«Prog» come nel 2012 il gruppo sia sopravvissuto alla tragica
morte di uno dei suoi membri fondatori, ovvero Michael
Dunford, e di come ora il futuro sia tornato a essere luminoso.
Testi: Paul Sexton Foto: Frank White

M
algrado tutti i recenti inconve- rimasti più vicini di chiunque altro”. Tutto quel che
nienti, le malattie e le tragedie è seguito alla morte di Dunford è stato fatto come
che li hanno colpiti, e dopo un omaggio a lui e come sostegno a sua moglie Clare
percorso che ha visto protago- e ai loro figli. “Avevamo praticamente finito il di-
nisti gli stessi musicisti per mol- sco, stavamo solo lavorando sulla copertina”, dice
ti decenni, per i Renaissance è arrivato il momen- la Haslam. “E ho pensato che non potevamo la-
to di un nuovo Rinascimento. Per la prima volta sciar perdere. Sarebbe stato terribile aver lavorato
da quattordici anni a questa parte, un’autentica così tanto per realizzare tutti questi nuovi brani,
istituzione del prog è tornata a esibirsi in patria, che poi nessuno avrebbe ascoltato”. “Da quel mo-
nell’ambito di un vero e proprio tour che ha tocca- mento ho capito che avrei dovuto prendere il pro-
to anche l’Europa. La cantante Annie Haslam non getto sulle spalle, da sola, e così è stato. Fortunata-
potrebbe essere più felice, ma negli ultimi tempi la mente c’era Rave Tesar, il tastierista del gruppo,
strada è stata piena di difficoltà, soprattutto dopo che ora è diventato il nostro direttore musicale. È
l’improvvisa scomparsa di Michael Dunford – o dal 1988 che lavoriamo insieme. Ha fatto parte del
Micky, come l’ha sempre chiamato – amico e com- mio gruppo da solista, mi ha aiutata molto, come
plice musicale per oltre 40 anni nei Renaissance e anche gli altri, i miei amici, i fan… dandomi la for-
non solo. “Quando lo chiamavo Micky si arrabbia-
va sempre”, dice ridendo. “Quando invecchi i no-
Annie Haslam
mignoli ti danno un po’ più fastidio, non è vero? e il compianto
‘Chiamami Michael!’. E io gli dicevo: ‘Non posso, Michael Dunford.
Mick. È come se tu mi chiamassi Anne invece di
Annie – ti prenderei a calci’. E così ci scherzavamo
sopra”. Nel novembre 2012 Dunford è rimasto vit-
tima di un’emorragia cerebrale nella sua casa nel
Surrey. È venuto a mancare proprio mentre il
gruppo stava preparando il ritorno sulle scene con
un nuovo disco, Grandine Il Vento. La Ha-
slam e gli altri componenti del gruppo sono rima-
sti comprensibilmente molto scossi, oltretutto
avevano già dovuto cambiare i loro piani quando
la stessa Haslam aveva avuto un grave problema
alla schiena. “Abbiamo dovuto cancellare tre
quarti di quel tour”, ricorda, “peccato perché stava
andando benissimo. Avevamo appena iniziato a za per andare avanti”. Il risultato è stato un album
ingranare. Poi Micky è tornato a casa con l’ultimo che ha visto la luce grazie soprattutto alla passio-
volo da Philadelphia prima che arrivasse l’uraga- ne dei fan. ”La cosa successiva da fare era pubbli-
no Sandy, e due settimane dopo era morto”. Sem- care il disco. Abbiamo fatto così: prima lo abbiamo
bra confusa, anche dopo tutto questo tempo. “Fu messo in vendita su Amazon, e poi abbiamo utiliz-
come… non sapevo cosa fare”. Dice: “Ho pensato zato Kickstarter. Il risultato è stato stupefacente”, ci
‘Devo andare avanti?’ Micky era stato mio amico spiega. “Alcuni credono che basti mettere qualco-
per 41 anni. Ne avevamo passate tante assieme. sa in vetrina e poi la gente ti riempirà di soldi. Be’,
Anche quando non eravamo impegnati con i Re- il punto invece è che devi avere una base molto fe-
naissance collaboravo in qualche modo ai suoi dele. E quello che i nostri fan hanno fatto per noi è
musical – stava lavorando a un fantastico musical stato incredibile”. In un secondo momento, il con-
su Scheherazade. Erano anni che ci lavorava e l’ave- tratto di distribuzione che il gruppo è riuscito a ot-
vo aiutato a realizzare alcuni demo. Nel gruppo, tenere ha portato a una modifica dell’artwork, del
noi due eravamo quelli più vicini. E siamo sempre titolo e ad altre aggiunte, una delle quali ha messo

95
in gioco l’altro talento della Haslam – il suo Grande: Annie Haslam e Rave Tesar.
Sinistra: SYMPHONY OF LIGHT, con in
essere pittrice. “Ho realizzato un nuovo di- copertina un incredibile dipinto della
pinto e abbiamo cambiato il titolo in Haslam.
SYMPHONY OF LIGHT, dal nome di un
nuovo brano che parla di Leonardo Da
Vinci. Rave e io abbiamo anche scritto
un pezzo intitolato Renaissance Man che
parla di Michael Dunford, e che chiude
questa nuova versione del disco. È in-
teressante pensare che tutti e due sono
chiamati nella stessa maniera, ossia Uomi-
ni del Rinascimento”. Probabilmente la Haslam
sembra relativamente noncurante di queste
sfide perché ha sempre affrontato il suo lavoro
con coraggio, fin da quando nel 1971 ha sosti-
tuito Anne-Marie Cullom, che a sua volta ave-
va rimpiazzato per un breve periodo la cantan-
te originaria del gruppo, Jane Relf. “Quando
entrai nel gruppo ero solo alla seconda espe-
rienza come cantante”, ricorda la Haslam. “Fui
molto fortunata. Ma non credo di essermi mai
sentita nervosa prima di andare in scena. Pri-
ma di salire sul palco devo solo fare pipì, come
fanno un po’ tutti, anche quando non mi va!”.

«Abbiamo eseguito una versione


leggermente diversa di Prologue.
C’è stata una standing ovation come
non ho mai visto in tutti questi anni di
I Renaissance a New York,
carriera. Ho dovuto farmi forza per non
1976 (s-d): Jon Camp, Michael
Dunford, John Tout, Annie piangere. L’emozione era incredibile»
Haslam e Terry Sullivan.

Negli anni Settanta i Renaissance hanno mes- sa che diede il via a un tour in Giappone e all’ul- di e non la smettevano di fischiare e di applaudi-
so insieme un catalogo di tutto rispetto e han- timo concerto in Gran Bretagna prima di que- re. È stato fantastico. E così stiamo andando
no avuto anche un singolo nella Top 10 con la sto nuovo tour. Ma appena i Renaissance tor- avanti. Spostarci più lontano della East Coast
celeberrima Northern Lights. Il senso dell’umori- narono sul palco dopo la morte di Dunford, la per noi è difficile perché siamo in sei, più lo staff.
smo della Haslam si nota soprattutto quando Haslam avvertì qualcosa. “I primi concerti furo- Uno dei motivi per cui non l’abbiamo mai fatto”.
ricorda quel periodo, in cui il suo partner dell’e- no nell’aprile 2013. Riuscimmo a recuperare al- Durante i concerti, i fan da lunga data dei Re-
poca, Roy Wood, rappresentava una grande cune delle date che erano saltate in Florida e ad naissance possono ascoltare molti dei brani più
fonte di ispirazione. Fu Wood che nel 1977 pro- Atlanta. Credo fossero circa 12. La prima serata famosi. “Non li facciamo perché siamo costret-
dusse il suo primo album come solista, Annie In era in questo posto adorabile a Norfolk nel Con- ti”, dice la Haslam. “Li suoniamo perché amia-
Wonderland. “Credo davvero che Roy sia un ge- necticut, la Infinity Music Hall. Ci avevamo già mo farlo e perché sono canzoni che coinvolgono
nio”, ci dice, prima di portare la conversazione suonato. Con noi c’era un chitarrista nuovo, Ry- il pubblico, specialmente nei posti dove non le
su un territorio inaspettato. “Avevamo questo che Chanda”. “Avevamo finito il soundcheck, e a eseguiamo da molto tempo. Iniziamo con Prolo-
enorme letto ad acqua rotondo dove dormiva- quel punto sono scesa per dare uno sguardo di gue, poi proseguiamo con Carpet Of The Sun, Mo-
mo, e una notte, proprio a notte fonda, Roy ini- insieme al palco. Da quando ho iniziato a dipin- ther Russia. E dopo Running Hard, Northern Lights,
ziò a canticchiare nel sonno. Era incredibile. gere sto sempre molto attenta che tutto sia per- Ocean Gypsy. Dal nuovo disco facciamo Sympho-
Una melodia che ti entrava in testa”. “Me ne sta- fetto anche sotto il profilo visivo. Non ci ho mes- ny Of Light e altri due pezzi molto forti come
vo lì, sdraiata e pensavo: ‘Devo alzarmi e pren- so più di cinque minuti, e quando sono tornata Grandine Il Vento e The Mystic And The Muse. E per
dere il registratore. Devo fare qualcosa’. Non so sul palco davanti all’asta del mio microfono c’e- finire Ashes Are Burning”. È come una sintesi di
quanto a lungo sia rimasta lì. Credo sia passata ra una piuma rosa. Quando Clare e Micky si era- quanto abbiamo prodotto negli anni Settanta,
un’ora intera, cercavo di trovare il modo di al- no sposati, Clare era stata avvolta da una piog- ma con un occhio anche al futuro. “Ho qualche
zarmi dal letto senza smuovere l’acqua, così gia di piume bianche. Quando l’ho vista ho pen- idea su quello che mi piacerebbe fare”, ci dice la
che non si svegliasse”. “Ovviamente si svegliò, e sato: ‘È stato lui’. La mia piuma era rosa perché Haslam. “Un paio di anni fa la Royal Philharmo-
quando il mattino dopo gli raccontai l’accadu- sapeva che mi avrebbe fatto ridere”. Il gruppo nic Orchestra mi ha contattata perché gli spetta-
to mi rispose: ‘Piazziamo un registratore vicino ora è di nuovo lanciatissimo. “Lo scorso ottobre coli che abbiamo fatto con loro negli anni Set-
al letto’. Facemmo così e naturalmente non abbiamo suonato a New York”, ci dice la Ha- tanta sono stati un successo, e mi hanno chie-
successe mai più niente di simile! Mi ha inse- slam, “e abbiamo eseguito una versione legger- sto: ‘Che ne diresti se li ripetessimo?’. Certo, per
gnato davvero tanto sulla musica”: successiva- mente diversa di PROLOGUE [il loro grande di- realizzare questa cosa dovremmo vincere alla
mente al primo scioglimento del gruppo, avve- sco del 1972]. C’è stata una standing ovation lotteria, ma è una delle idee su cui punto. Sareb-
nuto nel 1983, dopo il disco Time-Line, Wood fu come non ho mai visto in tutti questi anni di be fantastico rifarlo. E forse anche un nuovo di-
coinvolto nella produzione del disco del 2001, carriera. Ho dovuto farmi forza per non piange- sco. Ma prima dobbiamo continuare a suonare
Tuscany, che vide la reunion dei Renaissance, co- re. L’emozione era incredibile. Erano tutti in pie- SYMPHONY OF LIGHT dal vivo”.

96
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Peter Gabriel,
Charisma Festival,
Roma, 22/1/1973.
Fabio D'Emilio
ino Profumo è uno Avete mai sognato di sapere tutto band con l’Italia – dice Profumo. Se
dei più competenti il Belgio è stato il primissimo Paese a
appassionati dell’uni- sui concerti italiani della band tributare un certo successo al gruppo
verso Genesis a livel- britannica dal 1972 al 1975, ovvero fuori dall’Inghilterra, non c’è dubbio
lo mondiale e con il suo libro soddisfa
le bramosie di tutti quelli che vogliono
quelli dell’era Gabriel? Penso di sì che nella nostra nazione i Genesis be-
neficiarono della spinta decisiva per la
sapere qualcosa sui concerti dei Gene- e allora il libro Genesis in Italia loro carriera in un momento cruciale,
sis nel nostro Paese… qualsiasi cosa!
Tutto ebbe inizio una sera del dicembre
(www.edizionisesgno.it) quando i dubbi sul loro futuro inizia-
vano a seminare preoccupanti germi di
1974… ero un fedele ascoltatore delle di Mino Profumo fa proprio un precoce scioglimento. Il quintetto
poche trasmissioni radio che davano al caso vostro… e nostro. infatti raccolse nel nostro Paese all’i-
spazio alla musica rock, a parlarne oggi nizio degli anni Settanta successi im-
sembra impossibile ma all’epoca esi- portantissimi quando ancora in patria
steva solo la Rai… due canali tv e tre ra- Testi: Guido Bellachioma, Mino Profumo, veniva snobbato da critica e pubblico
Steve Hackett, Richard Macphail
diofonici. Uno dei miei programmi pre- suonando davanti a poche centina-
feriti, oltre ai vari Popoff e Per voi giovani, ia di persone, confinate nelle aule dei
era Supersonic che trasmetteva sempre college o in angusti club della periferia
qualcosa d’interessante e in quell’oc- londinese mentre qui da noi ventimi-
casione il dj di turno mise in onda The la persone stipavano il palasport di
Carpet Crawlers dei Genesis, tratto dal Roma. L’obiettivo di questo libro è pro-
nuovo album THE LAMB LIES DOWN prio quello di scrivere una parola defi-
ON BROADWAY. Da notare che questo nitiva sul felice rapporto tra i Genesis e
brano non era il singolo ufficiale appe- l’Italia, usando come paradigma l’esat-
na uscito, Counting Out Time, bensì una ta e completa cronistoria dei concerti
scelta personale del conduttore che, cominciando da quei primi due tour
però, fu buon profeta. Nella primavera del 1972, rispettivamente aprile e ago-
successiva The Carpet Crawlers venne sto, sulle cui date c’è sempre stata una
pubblicato anche su 45 giri con in co- nebbiosa confusione che nessuno, fino
pertina un bel disclaimer con la dicitu- a oggi, era riuscito a diradare. Per arri-
ra “un successo di Supersonic”. Ebbene, vare infine al canto del cigno gabrielia-
questa canzone, con le sue atmosfere no nel palasport di Torino, il 24 marzo
particolari, l’avvolgente progressione 1975, l’ultima apparizione italica dei
sonora e la straordinaria voce di Peter Genesis nella formazione più amata da
Gabriel mi accese il cuore. Una passio- tantissimi fan: è infatti innegabile che
ne che dura ancora oggi, così forte da riusciti a produrre dischi di tale bellez- Biglietto della data nel cuore della penisola sia rimasto,
abbracciare in seguito tutti gli aspetti za come NURSERY CRYME, FOXTROT, di Reggio Emilia, che anche a distanza di anni, il line-up clas-
prese il posto di quella
collezionistici legati a quel periodo. In- SELLING ENGLAND BY THE POUND e sico con Peter Gabriel alla voce e Steve
prevista lo stesso
fatti, pur seguendo con affetto le varie lo stesso THE LAMB. Hackett alla chitarra, oltre al nocciolo

Un rapporto speciale
giorno al Palalido di
carriere soliste e la successiva, discu- Milano. duro costituito da Banks, Collins e Ru-
tibile, svolta pop del gruppo madre, therford. Per ricostruire quei concerti
il mio interesse primario rimane indi- con la massima precisione possibile
scutibilmente l’era Gabriel, dal 1968 al Quasi a ogni intervista e in qualunque sono stati contattati diversi testimoni
1975. Credo che ben pochi gruppi, in biografia dei Genesis viene sempre dell’epoca e si può dire con certezza
un lasso di tempo così ristretto, siano sottolineato il rapporto speciale della che questo volume, oltre a offrire per la

99
Roberto Masotti
A sinistra Steve mentre molti altri gruppi preferivano
Hackett, Charisma guardare principalmente all’Ameri-
Festival, Roma, ca ma io credo che noi riuscimmo in
22/1/1973. In alto
Peter Gabriel, Reggio sostanza a fondere le due influenze
Emilio, 4/2/1974. geografiche, talvolta attraverso l’im-
Fabio D'Emilio

probabile rotta della mitologia greca.


La capacità narrativa è una parte im-
portante dello stile dei primi Genesis.
Mentre in Inghilterra, a casa nostra,
prima volta un elenco definitivo di tut- pubblicazione. Per questo ho ritenuto suonavamo spesso davanti a un pub-
te le esibizioni italiane della band, con- opportuno dedicare i miei sforzi al pe- blico poco ricettivo, voi italiani istin-
tiene moltissimi particolari, aneddoti riodo che conosco meglio e che credo tivamente capivate e apprezzavate la
e curiosità mai rivelati in precedenza. sia rimasto nel sentimento immagi- natura avventurosa delle nostre can-
Sono presenti inoltre svariate fotogra- nifico di tanti appassionati. Con due zoni: ascoltatori cresciuti con le arie
fie inedite fornite sia da normali spet- obiettivi, semplici e ambiziosi allo stes- di Verdi e Puccini abbracciarono as-
tatori presenti ai concerti sia da profes- so tempo: raccontare a chi non c’era sai più facilmente degli inglesi o degli
sionisti del settore, unite a locandine, una sfolgorante avventura ricreando le americani un tipo di rock più articolato
ritagli di giornale e memorabilia d’epo- atmosfere dell’epoca e far rinascere nel e complesso. Come i Britannici furono
ca. L’opera diventa così, anche a livello cuore dei fortunati che c’erano ricordi soggiogati dai Romani, i Genesis furo-
iconografico, una novità assoluta e un ed emozioni di una storia irripetibile… no conquistati dal calore delle platee
Walkerprint

Steve Hackett Foto


tassello fondamentale per comprende- from one fan to all others. italiane. Eravamo parte di una stessa

Steve Hackett e l’Italia


promozionale con
re al meglio il loro mondo live. Genesis dedica per il libro. famiglia e con la stessa idea ispirati-
in Italia è quindi un frutto che matura va. Ricordo in particolare
da molto tempo, ovvero da quel dicem- quando nel soundcheck pro-
bre 1974, come detto prima, che vede- Mino Profumo è un grande amico vammo Watcher Of The Skies
va tanti adolescenti come me attacca- da molti anni ed è sempre una gio- al palasport di Reggio Emi-
ti ogni sera alla radiolina per captare ia trascorrere del tempo insieme a lia, il mellotron scuoteva le
quelle poche trasmissioni che lancia- lui. Il suo stesso Paese d’origine, fondamenta dell’edificio e la
vano una musica nuova, oltre gli stret- l’Italia, è sempre stato tremenda- stessa cosa accadde quan-
tissimi confini dell’austera e miserrima mente entusiasta e partecipativo do suonammo la canzone
programmazione dell’epoca. Da quella sin dai primi anni Settanta quan- completa live al Palasport
sera sono passati più di quarant’anni do, come membro dei Genesis, ero di Roma, nel 1973. L’intro
ma la passione, mia e di tanti altri, è stupefatto nell’osservare che gli di Watcher era sempre da
rimasta intatta e, strato dopo strato, ha spettatori italiani rispondevano brividi alla schiena ma spe-
posto le basi per accumulare un patri- immediatamente alla nostra mu- cialmente di fronte a una
monio materiale e spirituale così inte- sica. Per certi aspetti i Genesis tra- folla trionfante di oltre ven-
ressante da meritarsi infine una degna evano ispirazione da fonti europee timila persone. Avevamo

100
già goduto di accoglienze fantastiche furgone seppelliscilo e torna a casa in
come a Treviso, Verona o Pesaro, solo traghetto”. Così ad aprile attraversam-
per citarne alcune; a volte arrivavamo mo la Manica, guidammo per tutta la
in una città scoprendo che la sede del Francia fino alle Alpi, col Monte Bianco
concerto era stata cambiata all’ultimo che torreggiava su di noi, passammo il
momento, magari per una con mag- tunnel del San Bernardo e piombammo
gior capienza. Questo sarebbe stato in Italia dalla Val d’Aosta. Il primo con-
impossibile in qualsiasi altra parte del certo fu in un piccolo teatro della costa
mondo ma l’entusiasmo italiano non est, ad Adria, di cui ho poche memorie
conosceva limiti, non si fermava certo e in generale i concerti si svolgevano in
davanti a considerazioni pratiche. L’I- piccoli club o nei Palazzi dello Sport (o
talia è un sogno continuo che si fonde Palazzo dello Sprots, come una volta
con quello dei Genesis attraversando i venne erroneamente scritto). I ricordi
normali confini del tempo, le antiche si annebbiano con gli anni ma la no-
mura di Roma e Verona raccontano stra tipica giornata si apriva con l’arri-
ancora oggi la loro storia, una canzo- vo nella hall verso le undici del mattino
ne infinita e un peana ad amori, vite e quando iniziava il set up. I palazzetti
glorie perdute. L’unione tra l’Italia e la erano di solito costituiti da un enor-
musica inglese è duratura per tutti noi: me spazio vuoto al centro con il nostro
grazie Italia per averci invitato al tuo stage di legno situato a una delle due
sogno straordinario, la Musica ti è per estremità. Parcheggiavamo il furgone
sempre in debito. proprio dietro al palco e scaricavamo

Richard Macphail: uno


l’equipment direttamente su di esso;

che li conosceva bene


poco dopo mezzogiorno tutto era siste-
mato e pronto per il soundcheck. Uno
dei miei ricordi più nitidi è legato all’a-
Per i Genesis il 1972 è stato il classico custica di quei palasport, in particolare
anno del dentro o fuori. I primi due di- uno che se non sbaglio era quello di
schi pubblicati per la Charisma, TRE- Siena. Mi ero messo al centro dell’are-
SPASS nel 1970 e NURSERY CRYME na battendo una volta le mani e l’eco
nel 1971, erano passati praticamente si riverberò per dodici secondi! Tony
inosservati agli occhi del mondo. Ma Banks era contentissimo per come
improvvisamente, all’inizio del 1972, l’intro di mellotron in Watcher Of The
arrivò l’offerta di Maurizio Salvadori Skies si espandeva nell’aria ma quando
per una dozzina di date in Italia. Era- intervenne anche il resto della band
vamo già stati all’estero, in Belgio, per tutto il suono diventò un indistingui-
una breve serie di concerti, ma l’Italia! bile sciabordio, ma i fan italiani non se
Era davvero un’altra cosa. In quei gior- ne preoccupavano affatto. Dopo che il
ni eravamo soliti noleggiare i nostri soundcheck era finito Maurizio diceva
furgoni da un variopinto personaggio “mangiare” oppure “time for lunch!” e
dell’East End chiamato Reg King. Reg dovunque fossimo c’era sempre un ec-
era stato in precedenza l’autista di cellente ristorante dietro l’angolo. Devi
Andrew Loog Oldham, il manager dei sapere, caro lettore, che noi venivamo
Rolling Stones, e aveva visto tantissi- dall’Inghilterra dei primi anni Settanta
mi concerti negli anni Sessanta, era un dove il cibo era autentica spazzatura.
tipo eccentrico ma molto divertente. La Qui invece mangiavamo pasti deliziosi,
nostra attrezzatura stava crescendo in preparati con freschi ingredienti loca-
quantità, avevamo bisogno di un van li (chi ne aveva mai sentito parlare?) Phil Collins, Charisma hotel per chiudere gli occhi e fare una
Fabio D'Emilio

adatto e Reg ci fornì il primo Ford. Non d’incredibile qualità, senza contare na- Festival, Roma, bella siesta. Debitamente rinfrescati,
22/1/1973.
credo fosse un mezzo con tutte le carte turalmente il vino! Verso le quindici e tornavamo poi sul luogo del concerto,
in regola per andare in Italia, un classi- trenta eravamo perfettamente a posto pronti per lo spettacolo. Durante quei
co per Reg, e poco prima di partire mi e dopo aver mangiato e bevuto l’uni- primissimi tour una delle cose più ec-
disse: “Rich, qualsiasi cosa accada al ca cosa da fare era tornare al nostro citanti era la consistenza numerica del
pubblico e il suo entusiasmo. Fummo
sorpresi nello scoprire il considerevole
seguito che avevamo in Italia e questo
diede alla band una grande fiducia che
in quel momento era estremamente
necessaria. Il giornalista del «New Mu-
sical Express» Tony Tyler ci raggiunse
in aprile e viaggiò con noi per alcuni
giorni, scrivendo poi una pagina intera
sul successo che quelle serate stavano
ottenendo. Una notte, dopo uno show,
era nel furgone insieme a noi e ricordo
che scrisse una frase sull’aroma di una
esotica sigaretta che riempiva l’aria
mentre guidavamo nella pioggia lun-
go l’autostrada. Quando tornammo
Due esempi di
a casa, dopo il primo tour italiano, il
copertine italiane gruppo si chiuse subito in studio per
dedicate ai Genesis. registrare il nuovo disco che sarebbe

101
diventato poi FOXTROT. Immediata- Mike Rutherford,
Fabio D'Emilio
Charisma Festival,
mente dopo, Tony Banks e Margaret Roma, 22/1/1973.
si sposarono, hanno da poco celebra-
to il loro quarantesimo anniversario,
per cui non ci fu il tempo per la luna di
miele e così Margaret si unì a noi per le
date estive in Italia. Il primo concerto
era fissato a Rimini, una località della
riviera adriatica, in un club chiamato
La Locanda del Lupo: nome davvero
strano, nessuno in Inghilterra si sareb-
be sognato di chiamare così una con-
cert hall. Per vari motivi rimasi blocca-
to alla frontiera col furgone e raggiunsi
Rimini con qualche giorno di ritardo,
tra la preoccupazione della band che
era già sul posto, causando lo spo-
stamento del concerto alla settimana
successiva. La mia ultima apparizione
in Italia al seguito dei Genesis fu nel
gennaio 1973 per il Charisma Festival.
Il minitour si chiuse a Roma di fronte
a ventimila persone, di gran lunga il
più grande pubblico che avessimo mai
avuto. Ironicamente una settimana
dopo, ritornati a casa, suonammo in
una cittadina chiamata Peterborough e per fortuna molti altri seguiranno dopo un paio di brani, quello di Roma
davanti a circa venti persone! L’Italia la breccia aperta dagli italiani. Uno di nemmeno inizia e di conseguenza la
è stata il primo Paese ad abbracciare loro ha scritto questo libro e insieme a data di Bologna viene inevitabilmente
compiutamente la musica dei Genesis lui abbraccio tutti voi. cancellata. Il promoter delle esibizioni

TORINO, Palazzo dello


dell’ex Velvet Underground è sempre

Sport, lunedì 24 marzo


David Zard, lo stesso che dovrebbe or-

1975… nessuno pensava


ganizzare le performance dei Genesis,
un mese dopo, ma questi sconsiderati

che sarebbe stata


incidenti fanno maturare la decisione

l’ultima volta…
di limitare il Lamb tour italiano a una
sola apparizione: al Palasport del Parco
Ruffini di Torino, una città comunque
Mentre il tour europeo dei Genesis ap- tra le meno turbolente in quel caotico
proda in Europa, le voci su possibili periodo. L’attesa spasmodica dei fan
date italiane si fanno sempre più allet- italiani è infatti gelata pochi giorni
tanti, indicando dagli otto agli undici dopo dalla Bibbia nostrana, il glorioso
concerti collocati nel periodo che va «Ciao 2001», sul quale viene data la
dal 14 al 27 marzo 1975. Purtroppo la conferma che dei concerti italiani ne
situazione dalle nostre parti nel frat- resterà soltanto uno, immortale come
tempo si surriscalda ulteriormente e Highlander.
precipita in maniera definitiva durante Brani eseguiti: The Lamb Lies Down On
Il Balletto di Bronzo, gli spettacoli di Lou Reed a febbraio, Broadway / Fly On A Windshield / Broad-
nonostante fosse
annunciato, non suonò
con Angelo Branduardi e gli sfortuna- way Melody Of 1974 / Cockoo Cocoon / In
durante il Charisma ti String Driven Thing come opening The Cage / The Grand Parade Of Lifeless
Festival. acts: lo show di Milano è interrotto Packaging / Back In NYC / Hairless Heart

102
/ Counting Out Time / The Carpet Crawl-
ers / The Chamber Of 32 Doors / Lilywhite
Lilith / The Waiting Room / Anyway / Here
Comes The Supernatural Anaesthetist / The
Lamia / Silent Sorrow In Empty Boats /
The Colony Of Slippermen / Ravine / The
Light Dies Down On Broadway / Riding The
Scree / In The Rapids / IT – bis : The Musi-
cal Box / Watcher Of The Skies.
I Genesis arrivano a Torino nel tardo
pomeriggio di domenica 23 marzo e al-
loggiano in un albergo del centro città,
con ogni probabilità il Principe di Pie-
monte, dove la sera stessa si tiene un
incontro con la stampa. Tra le dichia-
razioni più o meno scontate spicca la
conferma che l’entourage della band è
a conoscenza della cancellazione del-
le altre date italiane, contrariamente
a quanto sostiene l’addetto alle slide
David Lawrence ma forse la road crew,
viaggiando separatamente rispetto alla
band, non aveva notizie aggiornate. Il
quotidiano torinese «La Gazzetta del
Popolo» afferma che i Genesis sono ar-
Marino Gianesin

rivati direttamente dall’Inghilterra, fat-


to teoricamente possibile ma assai im-
probabile se si considera che il concerto
precedente si era svolto nella località
francese di Annecy (tra l’altro non mol- cati. Per fortuna gli incidenti, con le so- Tony Banks a colori
to lontana dal capoluogo piemontese) lite cariche delle forze dell’ordine unite (Viareggio, 20/8/1972.
Ph Marino Gianesin)
solo il giorno prima, sabato 22. Moltis- al lancio di lacrimogeni alle quali si e in B/N (Charisma
simi giovani invadono Torino fin dalle contrappongono gli assalti dei teppisti Festival, Roma,
prime ore di quella memorabile gior- armati di bastoni, pietre e oggetti vari, 22/1/1973.
nata mentre i tir della Edwin Shirley rimangono confinati all’esterno della
Trucking, con l’imponente attrezzatura struttura presidiata da ingenti schie-
del Lamb tour, piombano nell’area del ramenti di carabinieri, presenti perfino
Parco Ruffini. Nel soundcheck viene nel parterre, più duecento agenti della
eseguita, spezzata in più parti, Lilywhite squadra narcotici travestiti da hippie, abio D'Emilio

Lilith. Poco prima dell’inizio dello spet- trecentocinquanta militari antisom-


tacolo, previsto alle ore ventuno, im- mossa in borghese e un consistente
mancabili scoppiano i tafferugli, com- numero di poliziotti privati Mondial- calità del Sestriere dichiarando di voler
plice la calca indescrivibile che preme pol assoldati personalmente da David a tutti i costi tornare in Italia a maggio
per entrare dove si annidano, insieme Zard: “Qui c’è qualcuno che vuole il per altre quattro date, con la speranza
a spettatori con regolare biglietto, pa- morto, le polemiche sulla musica pop di una normalizzazione delle tensioni
recchie persone che vorrebbero l’in- non c’entrano, vogliono che mi trovi esistenti. Purtroppo non sarà così e,
gresso gratuito, e un discreto numero un cadavere sulle spalle e io non ci sto. nonostante gli sforzi del manager Tony
di facinorosi arrivati col solo scopo Inoltre non si guadagna abbastanza, i Smith e del coordinatore del tour eu-
di disturbare il regolare svolgimento Genesis mi costano, comprese le spese ropeo Harvey Goldsmith (Mole Valley
dell’esibizione oltre che, quasi certa- collaterali, dieci milioni”. Subito dopo Management, di cui Smith è socio), il
mente, diversi e misteriosi provocatori la fine della performance i Genesis, ec- tentativo di riprogrammare il tour ita-
di professione mai seriamente identifi- cetto Steve Hackett, raggiungono la lo- liano due mesi dopo fallisce in favore
di concerti extra in Germania e Fran-
cia. Il Lamb tour si conclude definitiva-
mente il 22 maggio 1975 nella locali-
tà francese di Besançon a causa della
cancellazione del concerto di Tolosa,
previsto due giorni dopo: il pubblico
non sa nulla ma Peter Gabriel ha già
deciso da tempo di lasciare i Genesis e
questo è il suo ultimo hurrà. Nei came-
rini, prima del concerto, suona all’oboe
The Last Post di fronte a compagni, ma-
nagement e tecnici muti e commossi:
è la fine di un’era. Il 26 agosto 1975,
per porre fine a una fuga di notizie or-
mai incontrollabile, e a questo punto
difficilmente smentibile, il press agent
della Charisma Peter Thompson ema-
na un laconico comunicato col quale
Mauro Serpe

A sinistra Peter
Gabriel, Torino, ufficializza la fuoriuscita del cantante
24/3/1975. dal gruppo.

103
Le Etichette
che hanno fatto il Prog!
“Matti come cavalli, ma di successo”. Breve storia della EG Records
Riviviamo la magia di alcune delle più grandi label di tutti i tempi…
Testi: Daryl Easlea

P
er molto tempo la EG Re- giocavano”, ricorda Brian Ferry. “Ave- di successo – matti come cavalli, ma di
cords non è stata un’eti- vano delle moto Harley Davidson ed successo. Fare parte di quella realtà era
chetta discografica in senso erano come Hells Angels al liceo, con elettrizzante”, disse Enthoven nel 2008 a
stretto. In realtà era una giubbotti di cuoio e stivali da cowboy”. David Sheppard, biografo di Brian Eno.
compagnia di gestione e Ci sono pochi collezionisti fanatici della
pubblicazione di contenuti, che licen- EG come, per dire, della Deram o della GLI INIZI
ziava a terzi i lavori dei propri artisti. La Island, ma l’influenza della EG sul mer- Dopo lo scioglimento di A Band of An-
EG aveva un rapporto privilegiato con cato discografico si è dimostrata molto Il disco di debutto gels, Enthoven e Gaydon iniziarono a
la Island Records, prima di passare alla più ampia di quel che si può pensare. Il dell’etichetta EG: lavorare alla Noel Gay Artists, una delle
EXPOSURE di Robert
Polydor nei tardi anni 70. A quel punto suo successo è collegato particolarmen- Fripp, giugno 1979.
agenzie più grandi e famose del paese.
divenne un’etichetta vera e propria, col te a quello della Island, che gli diede una Incoraggiati dalla situazione dell’epoca,
marchio Editions EG, finendo per esse- casa e sostenne il suo incredibile catalo- misero in piedi la loro agenzia di ma-
re distribuita dalla Virgin. Fu fondata da go di talenti. “La EG fu una compagnia nagement, mettendo immediatamen-
David Enthoven (E) e John Gaydon (G), te sotto contratto i King Crimson, che
con l’obiettivo, come scrisse nel 1989 irruppero fragorosamente nella scena
Ray Coleman, autore ed ex redattore di
«Melody Maker», “d’individuare, soste- EG I Fatti: rock nel 1969. I due si erano resi conto
delle capacità di Robert Fripp, leader
nere e progettare una tipologia ben pre- I dettagli dell’etichetta. dei Crimson, grazie A THE CHEERFUL
cisa di Rock, non necessariamente aven- INSANITY OF GILES, GILES AND FRIPP
do come scopo finale vendite smisurate”. Primo disco pubblicato: IN THE COURT OF THE (1968). Nel gennaio del 1969 Fripp in-
Sembra quasi l’autocelebrazione della CRIMSON KING dei King Crimson, ottobre 1969. vitò Enthoven e Gaydon a vedere il suo
Fin dalla copertina di Barry Godber, pochi altri
marginalità all’interno del mondo del nuovo gruppo mentre provava in una
dischi hanno avuto lo stesso impatto.
rock: gli eccentrici, gli esoterici, i diversi. cantina del Fulham Palace Café. Nel giro
Primo singolo pubblicato: In The Court Of The
È chiaro che si trattava di ragazzi ricchi di sei mesi i due assicurarono ai Crimson
Crimson King (Parte Uno)/In The Court Of The
che giocavano con la musica, ma dona- Crimson King (Parte Due) dei King Crimson, novembre 1969. un contratto con la Island, il cui fonda-
rono al mondo gioia e una forte spinta tore, Chris Blackwell, proveniva an-
Primo Lp a raggiungere il n.1 in classifica: STRANDED dei
verso il cambiamento. Inoltre non erano Roxy Music, dicembre 1973. che lui da Harrow. Suggerì alla coppia
a digiuno di cosa fosse il rock: Gaydon Comprendeva due delle migliori ballad di Ferry, ossia Mother di stipulare un accordo di ‘licenza dei
aveva suonato la chitarra ritmica in un Of Pearl e A Song For Europe. Molti sono stupiti che questo sia master’, per cui gruppo e management
gruppo londinese del quartiere di Har- stato il primo album dei Roxy a raggiungere la prima posizione. avrebbero finanziato la registrazione
row, chiamato A Band Of Angels (con Ultimo Lp n.1: STREET LIFE – 20 GREAT HITS di Bryan Ferry e del primo album dei King Crimson, poi
Mike d’Abo come cantante, successiva- dei Roxy Music, aprile 1986. avrebbero dato in licenza le bobine alla
mente con Manfred Mann e nel disco Primo singolo al n.1 in UK: ONE – JEALOUS GUY dei Roxy Island per la stampa e la pubblicazione,
della versione originale di Jesus Christ Music, febbraio 1981. ma la EG avrebbe comunque conservato
Superstar, dove interpretava Erode) ed Primo disco pubblicato direttamente dall’etichetta EG: tutti i diritti. La Island avrebbe pubblica-
REX FEATURES

Enthoven era stato il loro road mana- EXPOSURE di Robert Fripp, EGLP 101, giugno 1979. to il disco in tutto il mondo tranne che
ger. “Erano come due aristocratici che nel Nord America, dove invece sarebbe

104
King Crimson, 1970 (s-d):
Mel Collins, Pete Sinfield,
Robert Fripp, Andy
McCulloch, Gordon Haskell.

Brian Eno

GETTY
GETTY

Bryan Ferry ad dal vivo agli


Amsterdam riceve Hilversum
il disco d’oro per Studios,
AVALON dei Roxy Olanda, 1975.
Music, 1982.
PHOTOFEATURES

UK, 1978 (s-d): Allan


Holdsworth, Bill Bruford,
John Wetton, Eddie Jobson.

105
The King Roxy Music, 1972 (s-r):
of Crimson: Paul Thompson,
Robert Fripp Bryan Ferry,
nel 1972. Andy Mackay,
Brian Eno,
Phil Manzanera.
GETTY

stato pubblicato dalla Atlantic, all’epo-


ca una delle etichette discografiche più
importanti. Enthoven ipotecò la casa
per pagare le spese di registrazione di IN
THE COURT OF THE CRIMSON KING.
Fortunatamente l’incredibile succes-
so del disco permise ai due di farsi un
nome nel mondo del rock e di costituire
un selezionato roster artistico. Nel 1970
ebbero sotto contratto per breve tempo
Marc Bolan, lo incoraggiarono a suona-
re in piedi, non seduto, e a passare dalla gruppo glam-prog 801, mentre il sasso-
chitarra acustica alla chitarra elettrica. fonista Andy MacKay con IN SEARCH
Grazie ai contatti stabiliti con Greg Lake OF EDDIE RIFF offriva uno stupefacente
ai tempi dei King Crimson, gestirono il esempio di come poteva suonare il rock
supergruppo più super di tutti, ossia strumentale. Eno, probabilmente il più
Emerson Lake & Palmer. Molti dei dischi influente artista del movimento art-rock
della EG ebbero un grande impatto sul inglese, pubblicava il suo primo disco da
prog e sul rock. Anche se pochi di loro, compagnia. Come notò David Sheppard: solista, HERE COME THE WARM JETS, e
a parte i King Crimson, possono essere “L’unione del fiuto per gli affari, al tem- fondava la Obscure Records. Poche sigle
considerati autenticamente prog, tutti po stesso astuto e hippie, con la gestione erano ritenute affidabili come la EG. Era
hanno contribuito ad allargare i confini rigorosa dei conti e l’afflusso di capitali, una situazione in cui la gente pensava:
del rock. Pete Sinfield dei King Crimson fece sì che la EG diventasse una presen- “Se loro sono coinvolti allora il prodotto
raccomandò loro i Roxy Music, capita- za importante nella scena musicale bri- deve essere valido”.
nati da Brian Ferry, dopo che non aveva tannica dei primi anni 70”.
superato il provino proprio per i King COSA ACCADDE DOPO:
Crimson. I Roxy Music firmarono con la IL PERIODO D’ORO: Gaydon se n’era già andato nel 1971, ma
EG il 14 febbraio del 1972 e diedero una Situati nel quartiere londinese di Chel- il cambiamento maggiore si ebbe quan-
grande spinta innovativa alla musica sea, gli uffici della EG riflettevano lo sti- do anche Enthoven mollò nel 1976.
pop. “Costruimmo della musica che vo- le rilassato, al tempo stesso sofisticato, Detto questo, alla fine degli anni 70
lutamente non metteva da parte alcun che era alla base dell’intero progetto. pochi marchi sembravano più in auge.
aspetto dei nostri differenti background L’apice fu nel 1973/1974, quando i King L’influenza di Eno aumentava, grazie al
musicali”, scrisse nel 1972 Brian Eno, Crimson vivevano il loro periodo più suo lavoro con David Bowie e come pro-
In alto a sinistra:
che nei Roxy suonava i sintetizzatori sperimentale con la loro terza forma- duttore con i Talking Heads. Fu anche
A Band Of Angels,
e cantava. Tutto era sorretto dal beat, zione, guidata come sempre da Fripp. 1964. l’apice della ‘small mobile unit’, coniata
incredibilmente preciso, di Paul Thom- Brian Eno aveva lasciato i Roxy Music, da Robert Fripp, con il chitarrista che si
pson alla batteria. “Se non fosse stato in coincidenza con un cambio di para- ritagliava un’incredibile figura pubblica
per Paul i Roxy Music sarebbero stati digma nel loro stile art-rock, che era di- grazie a frasi indimenticabili, tipo: “Per
solo un altro gruppo art-rock”, disse Eno. venuto più commerciale, combinando me la Disco è un movimento politico in
Come era già avvenuto con i Crimson, delle grandi ballate con brani da clas- cui la gente vota coi piedi”. I Roxy Music
anche loro, tramite la EG, firmarono il sifica più tirati, influenzati dal soul. I erano risorti con MANIFESTO, album
contratto con l’Island. Pochi mesi dopo, Roxy erano una gallina dalle uova d’oro. che entrò nelle classifiche grazie al ma-
il gruppo, grazie a Virginia Plain, aveva il Bryan Ferry, parallelamente al gruppo, trimonio tra la vocazione art-rock origi-
primo singolo di successo nella Top 10. portava avanti una brillante carriera naria e poderosi, bellissimi brani pop,
A quel punto Enthoven e Gaydon fecero solista, il cui culmine sarebbe stato una mentre gli UK tenevano alta la solitaria
entrare nella loro organizzazione Mark versione glamour e rimaneggiata di A bandiera del prog. A questo punto la EG
Fenwick, un finanziatore (della famiglia Hard Rain’s A-Gonna Fall di Bob Dylan. era diventata una vera e propria etichet-
Fenwick, proprietaria di molte catene di Il chitarrista dei Roxy, Phil Manzanera, ta discografica, con la EG e la Editions
negozi al dettaglio) e Sam Adler, un con- pubblicò il seminale DIAMOND HEAD EG (distribuita dalla Polydor). Ristampa-
tabile, per aiutarli nella gestione della e poco dopo avrebbe messo assieme il rono il catalogo della Obscure Records

106
La summa EG
I dischi e le canzoni pubblicate dalla EG da non perdere

The 20th Anniversary Album:


A Unique Collection Of The Best
Of EG Artists 1969-1989
(EG/Polydor 1989)
Era il quarto in un box set di quattro Cd,
ma oggi si può trovare in linea econo-
mica. Contiene 16 brani che racchiudono
perfettamente quelle che erano le ambi-
zioni dell’etichetta.
Simon Jeffes
della Penguin
21st Century Schizoid Man
Cafe Orchestra. King Crimson

GETTY
(da In The Court Of The Crimson King, 1969)
Uno dei dischi che ha dato il via al prog
Prog-punkers: rock come lo conosciamo oggi. Il primo
Killing Joke, 1980. brano del lato A non ha definito solo il
gruppo e un genere, ma anche il periodo.
Ancora oggi suona in maniera pazzesca,
non c’è mai più stato un disco come questo.

Ladytron
Roxy Music
(da Roxy Music, 1972)
Prodotto da Peter Sinfield dei King
Crimson, il sound postmoderno dei Roxy

GETTY
Music incorpora elementi di vari gene-
ri. Ladytron è l’illustrazione perfetta
dell’ampiezza delle ambizioni del gruppo.
l’eredità della EG si può ricercare nella
Red
GETTY

ie:music, compagnia di management


musicale, diretta da Enthoven e da Tim King Crimson
(da Red, 1974)
di Eno, producendo dischi nuovi di ar- Clark, veterano della Island, che gesti- L’apice e la fine di quella che può essere
tisti come i Lounge Lizards. Nel 1979 sce nomi come Robbie Williams e Will considerata la formazione migliore dei
Robert Fripp pubblicò EXPOSURE, il suo Young. John Gaydon fa il produttore a King Crimson. Il muro sonoro prodotto dal
primo disco con la EG. Poco dopo, una Hollywood, e Mark Fenwick è il manager trio formato da Robert Fripp, John Wetton
nuova versione dei King Crimson avreb- di Roger Waters. Il catalogo EG è prin- e Bill Bruford si è dimostrato incredibil-
be seguito la strada dei Talking Heads. cipalmente gestito dalla Universal Mu- mente influente ed è stato il modello per il grunge e il prog metal.
La Penguin Café Orchestra di Simon Jef- sic, mentre come detto i dischi dei King
Another Green World 
feys, protetta da Brian Eno, suonava una Crimson sono nel catalogo DGM Brian Eno
musica stimolante e inquietante al con- (da Another Green World, 1975) 
tempo, mentre i Killing Joke offrivano un PERCHÉ È IMPORTANTE: L’impatto del personaggio di Brian Eno
mix assolutamente personale di punk, Come ha fatto notar Ray Coleman nel- come “non musicista” che siede sul pal-
prog, funk, e qualcosa di ancora più le note per il box set, in occasione del co assieme al gruppo fu rivoluzionario.
oscuro. Anthea Norman-Taylor divenne 20esimo anniversario dell’etichetta, In precedenza questo tipo di stranezze
nel rock erano usate solo come pettego-
il capo del marketing ma poco dopo la- “il profilo pubblico della EG può anche lezzi. Qui facevano parte integrale del sound. Quando lasciò
sciò la EG per fondare la Opal con suo essere stato più sommesso a paragone i Roxy nel 1973 il suo lavoro, un misto tra pop infantile e
marito Eno. Bryan Ferry lasciò l’etichet- di altri nomi presenti nella confusione atmosfere eteree, prese una nuova direzione con lo sviluppo
ta alla fine degli anni 80. Così, all’inizio degli anni 70, ma la sua politica a favo- dell’ambient a metà degli anni 70.
degli anni 90, la EG era in affanno. Sam re degli artisti non può essere messa in
Alder e Mark Fenwick avevano fatto de- dubbio… era un’etichetta fiera e matu- In The Dead Of Night
gli investimenti con i Lloyd di Londra ra che esplorava nuovi orizzonti”. Come UK
e soffrirono per le perdite finanziarie (da UK, 1978)
sempre, come si parte e quel che si di-
Wetton! Bruford! Jobson! Holdsworth! Uno
del gruppo. Robert Fripp citò Fenwick e venta possono essere due cose molto di- degli ultimi ruggiti della prima ondata
Alder dando il via a una disputa legale verse; la capacità di Enthoven e Gaydon del prog, gli UK furono un supergruppo
sulle royalties non pagate, che durò ol- d’individuare le novità musicali e in- che metteva assieme Crimson, Roxy e Soft
tre sette anni; alla fine ottenne di potersi coraggiare i nuovi talenti agevolò l’af- Machine. L’unico problema è che si mi-
riprendere i diritti sia del suo catalogo fermazione dei King Crimson, dei Roxy sero insieme nel momento più sbagliato. Un brano incredibile
dove ogni componente del gruppo è al massimo della forma.
solista che di quello dei King Crimson, Music e in seguito dei vari progetti cor-
in modo da pubblicarlo con la DGM, sua relati. Non c’è dubbio che questi gruppi Under Heavy Manners 
nuova etichetta, sul cui sito ricostruisce avrebbero avuto successo a prescindere, Robert Fripp
tutta la vicenda in modo accurato. Per ma la libertà di manovra concessa ga- (da God Save The Queen/Under Heavy
una volta sembra proprio che gli artisti rantì l’approdo in un’etichetta discogra- Manners, 1980)
della EG non fossero stati trattati come fica realmente interessata alla loro pro- Non ha quasi niente a che vedere col
avrebbero dovuto. posta musicale. Visto il numero ridotto prog, ma è perfetto per capire cosa suc-
di artisti gestiti, nel catalogo EG ci sono cesse dopo, quando Fripp si mise a spe-
rimentare con i “discotronics”. I suoi
OGGI: poche cose strane o imbarazzanti. Non loop di chitarra si poggiano sulla sezione ritmica molto funk
L’etichetta passò alla Virgin nel 1992 e ci sono dischi di cui vergognarsi e anche di Busta Jones e Paul Diskin, permettendo a David Byrne dei
alla fine nel 1996, quando la EMI com- quando i loro protetti si misero ‘a fare la Talking Head di cantare i testi disarticolati di Fripp.
prò la Virgin, ne fu assorbita. Oltre che disco’ (Fripp, Roxy) lo fecero sempre con
nei vari artisti, ormai divenuti famosi, estrema eleganza.

107
Amarcord musicale i legge come si scrive, ma non 1980, quelle, per intenderci, firmate dai vari
intelligente e ben significa quello che sembra.
La Batteria, detto così, po-
Ennio Morricone, Stelvio Cipriani, Alessandro
Alessandroni, Armando Trovajoli, Bruno Nicolai
confezionato, il debut trebbe essere il marchio di un o da gruppi come Goblin e Osanna. Dodici brani
album de La Batteria ensemble di percussioni. Invece
il nome di questa nuova formazione
originali, e ascoltandoli ci si diverte parecchio: è
un vero piacere riassaporare di nuovo quelle tim-
flirta seriamente con romana ha poco a che fare con gli briche inconfondibili – il wah wah, la fisarmoni-
strumenti musicali: il rimando è ca, il mandolino, il fischio e i vocalizzi femminili
il cinema italiano piuttosto ai gruppi di elemen- – tanto che viene da chiedersi come mai questo
degli anni 60 e 70 e ti organizzati che negli anni
Settanta si rendevano pro-
tipo di suono, pur fortemente legato a una produ-
zione musicale di un certo periodo storico, possa
inchioda alla sedia tagonisti di azioni criminali suonare ancora così attuale e avvincente. Spiega
di natura anti-capitalistica e il chitarrista Emanuele Bultrini: “Questo senso di
l’ascoltatore… anti-borghese, ed è in questo attualità dipende da vari fattori. Sicuramente ne-
completamente funzionale al tipo gli ultimi anni c’è stata una riscoperta dell’epoca
Testi: Paolo Carnelli di proposta musicale presente nell’omonimo al- d’oro delle colonne sonore italiane, sia in ambito
Immagini: Valerio De bum d’esordio. L’omaggio è alle colonne sono- cinematografico che in quello strettamente di-
Berardinis re del cinema italiano di genere, periodo 1968- scografico, cui ha concorso anche la produzione

108
di libri, film e serie tv, che da Romanzo criminale un Moog ‘d’annata’, di un organo Hammond e
in poi hanno riportato alla ribalta l’immagi- così via. In realtà, gran parte della possibilità
nario e l’estetica degli anni Settanta… anche d’impiego di queste timbriche così speciali vie-
se credo ci sia anche una ragione più profon- ne dal nostro tastierista Stefano Vicarelli: nel
da. Noi siamo convinti che i compositori e la corso degli anni ha accumulato un autentico
produzione musicale cui facciamo riferimento arsenale di tastiere perfettamente funzionan-
abbiano rappresentato le pagine migliori del- ti, che fa bella mostra di sé allo Studiosette
la musica italiana dal dopoguerra in poi, in Recording Factory dove è stato interamente
termini di originalità, innovazione, ricchezza registrato e prodotto questo nostro primo la-
e sperimentazione. Una musica che, infatti, voro. Ma oltre alle tastiere abbiamo dedicato
è largamente apprezzata in tutto il mondo particolare attenzione anche alla scelta degli
anche a tanti anni di distanza”. Eppure, no- altri strumenti, utilizzando una vecchia bat-
nostante siano passati decenni, si tratta di teria Hollywood, chitarre e bassi Fender degli
un filone tutt’altro che esaurito: all’epoca si anni Settanta e un glorioso e rumorosissimo
sviluppò prevalentemente nel cinema, dove i riverbero a molla italiano marcato Davoli”. E se
compositori riuscivano a muoversi parados- vintage chiama vintage, l’approdo all’edizione
salmente con più libertà che nel pop e nella in vinile è, più che consequenziale, inevitabi-
musica leggera, ma di recente ci si è resi con- le. Come conferma il tastierista Stefano Vica-
to che quel suono ha una sua consistenza e Graaf Generator, oltre a PFM, Goblin e Area. relli: “Noi quattro del gruppo siamo tutti degli
ragion d’essere anche senza essere accompa- Gruppi diversissimi fra loro ma con una ca- ‘splendidi’ ultra quarantenni, quindi il vinile
gnato dalle immagini. Un suono che il grup- ratteristica comune: la lontananza dai canoni ci riporta indietro alla nostra infanzia/adole-
po stesso ha definito ‘prog-funk cinematico’, del blues, quindi dall’essenza stessa del rock scenza, quando i dischi si ascoltavano seduti
come ribadisce il batterista David Nerattini: & roll, in favore di una marcata influenza della in salotto o in cameretta, con le cuffie o senza,
“Essendo nato nel 1969, gli anni Settanta musica classica e della tradizione folk euro- ma sempre dall’inizio alla fine. Senza dubbio si
coincidono con i miei primi 10 anni di vita, pea. Il prog, più che un genere vero e proprio, tratta anche di una scelta estetica, perché solo
quindi nel mio imprinting musicale c’è una mi è sempre sembrato un approccio, un modo la copertina di un vinile può valorizzare l’ope-
buona dose di prog rock. Per giunta sono cre- per affrontare da europei la musica rock adat- ra del grafico che la realizza, e nel nostro caso
sciuto a Velletri, ai Castelli Romani, e fra gli tandola alla nostra cultura”. In questo senso la bellissima copertina realizzata da Emiliano
amici dei miei c’erano i fratelli Falco e Mario La Batteria è sicuramente un gruppo vicino Cataldo e il logo di Luca Barcellona vengono
Achilli (mio primo maestro di batteria) che al prog, specie a quello italiano che, come nel valorizzati maggiormente dal formato vinile
erano stati nella prima formazione del Ban- caso delle colonne sonore e delle sonorizzazio- che dal solito booklet di un Cd. Poi, a livello
co e che all’epoca formavano i Crash, la band ni, ha caratteristiche proprie che lo distinguo- di suono, l’album è stato pensato per il forma-
che poi accompagnò Rino Gaetano per gran no da quello degli altri Paesi. Al progressive to del vinile: dura poco più di 47 minuti ed è
parte della sua carriera. Ricordo che i primi rock rimanda anche l’attenzione particolare stato masterizzato in maniera molto dinamica,
due album del Banco erano una costante a da parte del gruppo per la strumentazione vin- cioè senza quella compressione estrema che si
casa mia, così come ricordo a sei anni di aver tage, che per quanto riguarda il settore tastie- usa adesso, spesso a sproposito. Quindi nella
accompagnato mio padre nell’unico negozio ristico va dall’organo Hammond al Clavinet, scelta di pubblicare il nostro album in vinile
di dischi del paese per comprare THE LAMB passando per il Fender Rhodes, il Minimoog e c’è sicuramente anche una componente au-
LIES DOWN ON BROADWAY, dopo che aveva- l’immancabile Mellotron. Ribadisce il bassista diofila”.
mo consumato SELLING ENGLAND BY THE Paolo Pecorelli: “Esagerando si potrebbe dire
POUND e FOXTROT negli anni precedenti. che questo tipo di musica non è nemmeno LA BATTERIA è disponibile su etichetta Penny Re-
Quindi Banco e Genesis prima di tutti e poi pensabile senza un’adeguata strumentazione cords in Cd, Lp e digital download. Info: www.la-
Yes, King Crimson, Gentle Giant, Van Der vintage, senza il suono di un vero Mellotron, di batteriaband.it

«Il prog più che un genere vero e proprio è un


Gabriele Gianni & Paolo Barberi

approccio, un modo per affrontare da europei la


musica rock adattandola alla nostra cultura…»
109
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L’angelo del fango o la stessa title


track, c’è spazio per la speranza. L’ERA DEL-
del 1973 di un’altra LA MENZOGNA potrebbe essere anche un
band ligure: il Museo Rosenbach. buon manifesto su come e dove intervenire per
Solo nell’ultimo brano, Il castello del mago provare a cambiare le cose… ma qui mi fermo
Merlino, le liriche del nuovo album tornano per la mia nota opinione sulle scarse capacità
ad atmosfere più “tipiche” del prog con la del nostro Paese di risvegliarsi e reagire”. Musi-
dedica all’ormai ultracitato mago di artu- calmente, la cifra stilistica dei Delirium
riana memoria. Corvaglia chiari- viene rispettata anche

der
«David Jackson, ex Vanersona
sce: “Mauro si è in questo nuovo al-
Antonio De Sarno

lanciato in un’a- bum, grazie all’alter-

ap
Graaf Generator, è un Belgio
Ettore Vigo nalisi/invettiva nanza tra momenti più
sulla società odier- cupi e complessi e altri

squisita. Una volta in rante


na, andando a col- in cui a essere privile-
Registrazioni effettuate presso lo studio di Van- pire specialmente quan- giata è la melodia e

mi fa: vieni sul palco duti avanti


dresi nell’arco di due anni, più di quanto previ- to di più negativo c’è l’orecchiabilità, an-
sto in partenza. Spiega Vigo: “La nuova forma- nelle persone che, dal che se il tutto suona

Theme One… siamo anda»


zione è indubbiamente fresca e piena di potere istituzionale agli meno jazz rispetto al
entusiasmo, anche se non si tratta di un disco spazi di vita quotidiana (i solito. Non a caso

un’ora e mezza
allegro, tutt’altro. Diciamo che se prendiamo in media, tanto per specifica- Grice parla di “prog
considerazione i testi potremmo parlare di un re), giocano sulla sinceri- sinfonico, più rock e
concept fantapolitico, se così si può dire”. I testi, tà e sulla fiducia della meno operistico”.
effettivamente molto incisivi e attuali, sono di gente per scopi truffaldini Martin Grice Secondo Corvaglia:
Mauro La Luce, paroliere dei Delirium dall’al- o criminali veri e propri. È “La prospettiva cambia
bum LO SCEMO E IL VILLAGGIO, 1972. Tra i un ritratto di ciò che molta rispetto al progressive classico, sposando un pa-
suoi lavori, oltre a NEL NOME DEL VENTO, fi- parte della nostra classe politica e dirigente norama molto più ampio con l’utilizzo di sono-
gurano i testi di ZARATHUSTRA, capolavoro esercita sulla gente, anche se ogni tanto, vedi rità attuali, soprattutto per ciò che concerne le
Michele Cusato
altro aspetto a cui i vecchi fan dei Delirium prima per avere certi suoni dovevi per forza por-
dovranno fare l’orecchio è sicuramente la tarti dietro Mellotron e Hammond, con tutto il
timbrica vocale di Alessandro Corvaglia: se loro ingombro e il loro peso. Le difficoltà sono
dall’uscita dal gruppo di Fossati l’orienta- date dal fatto che siamo
mento era stato diventati anziani e per-

«Ammiro Piero Pelù o…


sempre quello di tro- ché è più difficile trova-
vare il modo di emu- re posti dove suonare.
l palc
per la sua presenza suUno
larne, più o meno Anche se è vero che ci
velatamente, le ca- sono dei giovani pre-

lui è un Numero
ratteristiche (il prece- senti ai concerti, ho la
dente cantante dei sensazione che gran

e io uno scolaretto»
Delirium, Roberto So- parte del nostro pub-
linas, era praticamen- blico sia della genera-
orvaglia
te un clone) ora lo zione di quegli anni.
stacco rispetto al pas- Alessandro C Non un pubblico di-
sato è molto netto. verso, ma spesso proprio la
Conferma Corvaglia: stessa gente che è cresciuta con noi”. Su questo
“Essendo entrato nei Delirium ad aprile 2014, punto anche Corvaglia è d’accordo: “I giovani
ho trovato, per così dire, le cose già fatte, a li- che oggi si avvicinano al prog lo fanno con una
vello strutturale e compositivo. Il mio apporto mentalità conoscitiva, nel senso che vogliono
è stato pertanto essenzialmente ricreare le conoscere un genere che ha detto tanto in Italia
parti vocali, modificandole ove opportuno, ma, sia chiaro, conoscerlo è diverso dal viverlo.
aggiungere tutti i cori e le armonizzazioni. Il fermento culturale di allora è irripetibile, chi
Quando sono entrato in studio di registra- si approccia al prog oggi lo fa perché è stuzzica-
zione ho capito subito come le melodie e to dall’articolazione, dalla lunghezza dei brani,
le tonalità fossero abbastanza diverse dal da un certo modo di comporre… cose sicura-
mio usuale stile interpretativo. Ho accet- mente affascinanti, ma non si vive più il prog
tato la sfida: cercare di rendere meno mo- come un fenomeno di cultura vero e proprio”. In
notono il mio timbro e di adattarlo ad at- compenso, un aspetto degli anni Settanta che
mosfere meno psichedeliche di quanto sembra definitivamente superato è l’esclusiva
avessi affrontato precedentemente con La appartenenza dei musicisti a un unico progetto,
Maschera di Cera. Fortunatamente, ho già e la conseguente rivalità tra band che non favo-
avuto modo di constatare, durante un paio riva certo lo scambio e la circuitazione delle
di concerti, di non aver causato troppi trau- idee. Dice Grice: “È cambiato completamente il
mi agli aficionados dei Delirium. Al di là della modo di lavorare. All’epoca si suonava con un
banale speranza che la mia voce colpisca gruppo di persone e basta. Quando il mio primo
favorevolmente gli ascoltatori, ho la curio- batterista mi diceva: ‘Sabato prossimo non pos-
sità di vedere come verrà recepito il cambio so perché devo suonare con qualcun altro’, io
di orizzonte, in termini di diversità e non cer- gli rispondevo: ‘O noi o loro!’. Adesso siamo ar-
to di qualità, dato che la mia voce si è andata rivati al punto che qualche settimana fa ho suo-
a innestare su brani nuovi non solo per data nato con i New Trolls… tutto questo una volta
tastiere e le chitarre elet- di nascita ma per fisionomia stilistica”. Ora sarebbe stato impossibile. Eravamo come cani
triche. Anche lo stile abbraccia più che il disco è pronto, il nostro primo obiettivo è e gatti. Ma quei tempi sono finiti, ormai abbia-
suggerimenti e influenze, concedendo spazi poter suonare dal vivo con maggiore continui- mo una certa età e non siamo più negli anni
alla maggiore facilità di assimilazione, che non tà, proponendo una scaletta con nuovi brani e Settanta”.
vuol dire banalità, e la scorrevolezza del disco classici. Ammette Vigo: “Ripensando ai vecchi
non ne perde in alcuna misura. Potremmo par- tempi e ai concerti degli anni Settanta, c’è un L’ERA DELLA MENZOGNA è disponibile in Cd
lare genericamente di ‘prog melodico’ ma del po’ di nostalgia, in realtà neanche tanta. Rim- e Lp su etichetta Black Widow.
resto la predilezione per la melodia è stata una piango i festival pop di Palermo o Reggio Emi- Info: www.blackwidow.it.
caratteristica sempre presente all’interno della lia, il fatto di poter suonare davanti a tante per-
discografia Delirium, basti pensare a brani sone. Ricordo ‘Un disco per l’estate’ e i Fabio Chighini,
come Dolce acqua, Canto di Osanna, Dio del silen- ‘Cantagiro’, cose impensabili oggi: l’aereo pri- basso
zio, Favola o storia del Lago di vato della RAI per an-
Kriss. Il giusto dosaggio tra dare da Palermo a Ve-
melodie, più o meno imme- Alfredo Vandresi, nezia a fare il
batteria
diate, e fraseggi ricercati. ‘Festivalbar’. Tecnica-
Ascoltando il risultato fina- mente, per la parte
le, credo che l’aspetto mag- audio è più semplice
giormente ‘prog’ sia negli adesso. Hai a disposi-
arrangiamenti, che spesso zione tutto, mentre
risultano tutt’altro che ca-
nonici. Ne sono un esempio
Martin Grice,
il richiamo, per certi versi
sax/flauto
sorprendente, al canto gre-
goriano in Basta, i fraseggi
armonizzati plurifiatistici
con l’utilizzo dei brass en-
semble. Il tutto senza cadere
in uno scolastico richiamo
agli stilemi sonori del genere,
come l’utilizzo spasmodico
Antonio De Sarno

del mellotron o del moog”. Un

113
A due anni dagli
ultimi concerti
dal vivo, arriva
finalmente il tanto
atteso live dei
Van der Graaf
Generator,
contenente anche
la mitica suite
A Plague Of
Lighthouse
Keepers…

Testi: Paolo Carnelli


19/4/2011,
Teatro Carisport
di Cesena.

Francesco Pullè
Peter Hammill,
VdGG a Umbertide,
22/7/2007.

un dato di fatto come dalla sorprendente


reunion del 2005, i Van der Graaf Gene-
rator abbiano già pubblicato ben quat-
tro album dal vivo (di cui due anche in
formato Dvd), compreso questo nuovo
MERLIN ATMOS, testimonianza del
tour che nel 2013 toccò anche il no-
stro Paese. Verrebbe da dire passo,
se non proprio per la presenza di
A Plague Of Lighthouse Keepers: la
mitica suite, cupa e visionaria,
contenuta nell’album forse
più rappresentativo dei Van
der Graaf, quel PAWN HE-
ARTS che nel 1971 ne
contrassegnò il vertice

Peter Hammill,

«Penso che quella Charisma Festiva


22/1/1973.
l,

di Milano sia stata


la data migliore
del tour del 2013.
In qualche modo
la scelta dei brani,
la qualità del suono
e la partecipazione
del pubblico hanno
contribuito a dare
vita a qualcosa
di speciale»
Luca Fiaccavento

Guy Evans
Fabio D’Emilio
Francesco Pullè
dell’espressionismo timbrico e com- chiedere alla produzione di poter ef- Hugh Banton:
19/4/2011,
positivo. Oggi non siamo in grado di fettuare una pausa durante le riprese, Teatro Carisport
affermare con certezza quanta attesa ci in pratica di poter dividere il brano in di Cesena.
fosse all’epoca per l’esecuzione live di due parti e resettare tutti i miei stru-
A Plague Of Lighthouse Keepers, ma sem- menti”. Prima della pubblicazione di
bra scontato che il gruppo dovette fare MERLIN ATMOS, infatti, l’unica ripro-
i conti con la necessità di proporne la posizione integrale della suite esisten-
complessa architettura sonora anche te risaliva al marzo del 1972, quando
dal vivo. E qui iniziarono i problemi. il gruppo fu chiamato a registrare in
Del resto esistono, nel repertorio di studio quell’esibizione di circa trenta
ogni artista, brani destinati a diventa- minuti, apprendendo solo all’ultimo
re dei veri e propri cavalli di battaglia momento di doverla eseguire. Spiega
in concerto e altri destinati a godere il batterista Guy Evans: “La televisio-
di minore fortuna, spesso a causa di ne belga chiedeva sempre ai gruppi di
problematiche varie che ne pregiudi- filmare due spettacoli differenti, perché
cano la riproposizione. Ai Queen, ad doveva tenere conto sia del pubblico dal panico: nessuno ci aveva avvertito
esempio, non è mai stato perdonato il francese che di quello fiammingo. La e a quanto pare non c’era modo di ri-
fatto di non essere stati in grado di ese- maggior parte dei programmi televisivi fiutare. Dovemmo provarla per un paio
guire dal vivo la versione integrale di in Europa erano molto facili, come Top d’ore prima di registrare, perché erano
Bohemian Rhapsody, uno dei loro brani of the Pops, e le band dovevano solo fare mesi che non la suonavamo, eravamo
più importanti, e di aver dovuto ricor- finta di suonare, così immaginammo terrorizzati. Praticamente per noi era
rere nei concerti all’uso di una sezione di dover semplicemente mimare qual- come doverla imparare da capo”. L’ul-
registrata. Nel caso dei Van der Graaf cuno dei nostri pezzi più accessibili, teriore conferma di quanto fosse inu-
Generator il problema è sempre stato come Theme One o Refugees. E infatti fu suale per la band l’idea di confrontarsi
di natura strettamente tecnica, come proprio così, la mattina registrammo lo con il materiale del lato B di PAWN HE-
ricorda l’organista Hugh Banton: “C’e- spettacolo destinato al pubblico fran- ARTS, arriva dalle immagini televisive:
ra un punto in particolare dove era im- cese e suonammo un nostro brano in lo stesso Hammill, infatti, per cantare
possibile modificare i settaggi dell’or- playback. Poi ci spostammo in un al- è costretto a utilizzare il foglio dei te-
gano in tempo reale. Lighthouse Keepers tro studio per la tv fiamminga, che era sti, originariamente incluso all’interno
era originariamente composta da tanti molto più underground, più hippie: dell’album, per potersi disimpegnare
pezzi separati, che poi erano stati regi- con nostro grande stupore, scoprim- al meglio, posizionandolo sul leggio
strati e uniti tra loro in fase di mixag- mo che avevano allestito tutto quanto del piano elettrico. Ad ogni modo, la
gio: era fuori dalle possibilità umane per farci suonare A Plague Of Lighthou- Sopra: copertina cesura di cui parla Banton venne ben
di MERLIN ATMOS
pensare di suonare tutto di seguito. se Keepers. Avevano già preparato la Sotto copertina
mascherata dal montaggio televisivo e
Nel 1972 la eseguimmo alla televisio- scenografia con le candele e le stelle AFTER THE FLOOD - la performance del gruppo, nonostante
ne belga dal vivo, però fui costretto a filanti, era tutto definito. Fummo colti AT BBC 1968-1977. tutto, risultò abbastanza convincente,

117
Ifan dei Van der Graaf Generator e i collezionisti le hanno in-
seguite per tanti anni. Hanno popolato decine di bootleg, pri-
ma in vinile e poi in formato digitale, e sono state oggetto di
furiosi scambi clandestini attraverso le vecchie registrazioni
su audiocassette. Stiamo parlando delle mitiche BBC Sessions,
ovvero le performance che il gruppo ha inciso negli studi della
radio inglese nel corso degli anni, spesso su suggestione e in
compagnia del celeberrimo dj John Peel. Hanno rappresenta-
to un vero e proprio Santo Graal per tutti gli appassionati,
soprattutto per la loro qualità tecnica e artistica. AFTER THE
FLOOD – AT THE BBC 1968/1977 raccoglie in due Cd materiali
provenienti da nove session differenti, per un totale di ben 22
brani, ma la strada verso l’esaustività è ancora lunga. Soprat-
tutto, la qualità delle varie registrazioni è decisamente poco
omogenea: le cose migliorano con i brani registrati nella secon-
da metà degli anni 70, ma chi si aspettava di ascoltare versio-
ni più nitide, risalenti alla prima parte della decade, rimarrà Guy Evans:
inesorabilmente deluso. In generale, data l’ufficialità del pro- Hugh Banton:
19/4/2011,

Francesco Pullè
dotto (pubblicato su etichetta EMI/Virgin) era lecito aspettarsi
qualcosa di più. Peccato. Teatro Carisport
di Cesena.

oltre che divertente: l’immagine di di produrre un nuovo arrangiamento,


Hammill che alza sorridente un cali- più attuale, di questo brano così im-
ce di vino rosso verso la telecamera, portante per noi, eseguito solo pochis-
mentre gli altri musicisti sono alle sime volte dal vivo”. Tanti anni dopo la
prese con il maestoso finale della com- suite del guardiano del faro è una bella
posizione, è una sorta di manifesto di sfida con cui il gruppo – da diversi anni
quello che era l’approccio della band ridotto a un trio costituito da Peter
Sopra copertina
di PAWN HEARTS
alla propria vita e alla propria arte. Hammill (voce, pianoforte e chitarra
A sinistra immagine La sorpresa, quindi, è stata grande elettrica), Hugh Banton (organo e bass
pubblicitaria anni 70 quando nel 2013, a oltre quarant’an- pedals) e Guy Evans (batteria e percus-
(sopra) e manifesto ni dalle riprese televisive allo Studio sioni) – accetta di misurarsi con corag-
Pistoia Blues del 2013
(sotto).
Mathonet di Brussels, sul sito uffi- gio, riuscendo a ben districarsi tra note
ciale di Peter Hammill è comparso il e fantasmi. Durante il tour del 2013 la
suo annuncio relativo alla imminente band la lascia quasi sempre per la parte
tournée europea del gruppo: “Durante finale dei concerti, sa che la gente è lì
i nostri prossimi concerti estivi abbia- soprattutto per quel momento.
mo deciso di eseguire un paio di brani L’esecuzione del brano è fedele e priva
molto lunghi. di sbavature, forse in alcuni momenti
anche troppo schematica; rispetto al
no di questi è Flight, ori- disco non ci sono grandi aggiustamen-
ginariamente incluso in ti, i tempi delle varie sezioni vengono
un mio album solista del totalmente rispettati e certamente Pic-
1980, A BLACK BOX, che tures/Lighthouse, con la drammatica col-
abbiamo già riproposto dal lisione delle navi e il passaggio spettra-
vivo lo scorso anno in America e Giap- le di organo che la collega a Eyewitness,
pone. Proprio grazie al buon risultato valgono da sole l’acquisto dell’intero
ottenuto con Flight ci siamo convinti a MERLIN ATMOS. L’unico rimaneggia-
cimentarci con qualcosa di ancora più mento importante arriva nella coda
ambizioso… e pericoloso. La nostra in- finale, nella sua conclusione: l’ascen-
tenzione è di provare a suonare dal vivo sione vertiginosa di We Go Now, che in
tutta A Plague Of Lighthouse Keepers. Non studio rimaneva sospesa e in un certo
c’interessa riprodurre esattamente la qual modo irrisolta, s’interrompe bru-
versione originale, speriamo piuttosto scamente; l’arpeggio di pianoforte di

«La sfida più grande nel riproporre


dal vivo A Plague Of Lighthouse Keepers
è stata riuscire a ricordarsela
dall’inizio alla fine…»
Hugh Banton

118
Eyewitness fa nuovamente la comparsa
in maniera sottilmente inquietante,
«Le BBC Sessions in realtà non erano
aprendo il campo alla chiusura baroc-
ca, che sa di macabro epitaffio: sicura-
quasi mai veri e propri “live”, ma
mente se Edgar Allan Poe fosse stato
ancora in vita, avrebbe apprezzato.
si trattava di esibizioni registrate
Conferma Banton: “La sfida più gran-
de nel riproporre L-K, come l’abbiamo
in studio e poi mandate in onda
ribattezzata durante il tour, è stata riu-
scire a ricordarsela dall’inizio alla fine;
qualche settimana dopo»
ancora una volta, però, si è manifesta- Peter Hammill
to quello strano fenomeno chiama-
to ‘memoria fisica’, grazie al quale le
mani sembrano ricordarsi esattamente
come suonare qualcosa, nonostante
siano passate alcune decadi dall’ulti-
ma volta. La cosa strana è che, prima
di ogni tournée, sono, invece, alcuni
dei brani più recenti del nostro reper-
torio a richiedere maggior lavoro”. E i
problemi tecnici che pregiudicarono
l’esecuzione del lungo brano negli anni
Settanta? “Per me la difficoltà principa-
le rimane ancora come passare da una
sezione all’altra. Ai giorni nostri la cosa
è resa più facile dalla possibilità di utiliz-
zare dei pre-set memorizzati sulle tastie-
re, o almeno dovrebbe essere così… se
il mio set-up non fosse così complicato
da gestire!”. Anche Hammill ora sembra
tirare un sospiro di sollievo: “Effettiva-
mente avevamo un po’ di apprensione
prima del tour riguardo al fatto di dover
suonare A Plague Of Lighthouse Keepers,
soprattutto perché abbiamo annuncia-
to che l’avremmo inserita in scaletta an-
cora prima di averla provata; dovevamo
per forza fare così per essere noi stessi
completamente convinti e motivati.
Abbiamo dovuto prendere insieme del-
le decisioni sull’approccio da adottare
ma alla fine è risultato forse più sem-
plice suonare L-K rispetto a Flight”. Ma
cosa si prova a vestire di nuovo i panni
del guardiano del faro dopo così tanti Peter Hammill, VdGG
anni? Prosegue Hammill: “È come per al Marquee di Londra,
Luglio 1976.
tutti gli altri brani. La musica inizia,
ti butti dentro, t’immergi e in qualche
modo esci fuori alla fine del tunnel.
Una percezione ‘normale’ non è con-
templata. E, soprattutto con i Van der
Graaf, non c’è mai tempo per elaborare
le sensazioni in corso d’opera”. MERLIN
ATMOS è stato pubblicato in varie edi-
zioni, tra cui una limitata che prevede
anche un secondo bonus Cd, conte-
nente altri sette brani registrati durante
il tour del 2013. Peccato, però, che la
qualità di queste tracce non sia impec-
cabile. Niente d’insostenibile, intendia-
moci, ma la differenza rispetto al mix del
primo disco, di cui si è occupato perso-
nalmente Hugh Banton, si sente. Così
come il rombo del motore riprodotto dal
geniale organista all’inizio di Flight, che
richiama probabilmente quello con cui
erano equipaggiati i veivoli inglese du-
rante la Seconda guerra mondiale. Un
capolavoro ingegneristico che prendeva
appunto il nome di Merlin.

MERLIN ATMOS è disponibile su etichetta Esoteric


Antenna in Cd e Lp singolo o in versione doppio
Cd. Info: www.esotericrecordings.com/antenna.htm
Quanto sono Prog i Toto?
Negli anni 80 hanno partorito delle mega-hit che ancora oggi sono presenti in tutti i
tribute show incentrati sulla storia del rock, ma erano anche in grado di scrivere dei
pezzi pop da tre minuti. Allo stesso tempo, erano ispirati dai grandi nomi del prog e nei
loro album ci sono momenti di grande spessore musicale. In più, sognano ancora di
scrivere un concept album. E allora poniamo questa domanda…

I
componenti dei Toto se la ridono dato vita ai Toto, le nostre principali
di gusto. E fanno bene. Hanno Ho sempre fonti di ispirazione erano ELP e Yes. Vi-

amato il
appena pubblicato un disco che visezionavamo i loro dischi, cercando di
dimostra come anche nel 2015 i capire cosa li rendesse speciali, e utiliz-
Toto siano qualcosa di più di un modo in zavamo quello che riuscivamo a scopri-

cui i Toto sanno


semplice gruppo per nostalgici. Non a re come la base su cui costruire le nostre

robert burress
caso, il nuovo album è stato accostato, canzoni”. Secondo Porcaro, è stato lui a
in modo positivo, al mitico TOTO IV del miscelare una mantenere i Toto sul sentiero del prog,

tecnica superba alla


1982. “La colpa è mia, sono stato io a fa- mentre gli altri componenti del gruppo
re riferimento a quel disco”, sottolinea il erano impegnati alacremente a espan-
tastierista Steve Porcaro. “Ho detto a capacità di scrivere canzoni dere il sound della band. “Portammo

incredibilmente orecchiabili
qualcuno che per me TOTO XIV era il dentro il groove, il jazz, la fusion, il
suo successore naturale. Con questo rock’n’roll e moltissime altre cose, dato
non volevo snobbare tutto quello che
abbiamo fatto dopo, solo che secondo
Richard West, Threshold che i ragazzi avevano lavorato, tra gli al-
tri, con gli Steely Dan e Boz Scaggs. Ma
me musicalmente avremmo dovuto personalmente ho sempre insistito sul
muoverci nella direzione attuale. Que- fatto che non dovessimo allontanarci
sto è un album che incarna tutto il no- sis, Pink Floyd. E per le armonie vocali ci troppo dal substrato prog che ci aveva
stro credo artistico”. E se si parla di appar- siamo ispirati tantissimo ai Gentle fatti incontrare. Volevo sperimentare al
tenenza musicale, è assolutamente Giant”. L’altro tastierista, David Paich, sintetizzatore, ma nessuno mi ha mai
chiaro in quale contesto i Toto si senta- conferma ancora di più l’amore per il realmente incoraggiato a farlo. Ero
no maggiormente a proprio agio. prog, chiarendo cosa l’ha colpito la pri- quello un po’ bacato. Ora però le cose
“Quando abbiamo iniziato, nel 1977, ma volta che ha visto suonare Steve sono cambiate e agli altri piace quello
volevamo essere considerati un gruppo Lukather. “Lo vidi in un gruppo durante che faccio”. Chiaramente, molte persone
prog rock, ma con una spiccata sensibi- un ballo alla High School. E lo sai cosa Sopra: il nuovo disco conoscono i Toto solo per la loro raffica
TOTO XIV. Sotto
lità melodica”, rivela il chitarrista Steve stava suonando? Dei pezzi degli Yes. Ca- (s-d): Joseph Williams,
di singoli, tra cui Hold The Line, Rosanna e
Lukather. “Siamo tutti cresciuti con i pii subito che un giorno avrei dovuto Steve Lukather, Steve Africa. E Lukather ammette senza pro-
miti prog degli anni Settanta: Yes, Gene- collaborare con lui. Quando abbiamo Porcaro, David Paich. blemi che per il gruppo la cosa è legger-
mente frustrante. “Senti, io sono felice
di aver realizzato quei successi. Mi han-
no permesso di vivere bene. Ma avrei
anche voluto che la nostra etichetta di
quel periodo [la Columbia] avesse pub-
blicato come singoli alcuni dei nostri
pezzi più complessi”. “Qualcuno ci cono-
sce come ‘Quelli di Africa’. Ci sono molte
persone che ci conoscono solo per le
hits, ma che quando vengono a sentirci
dal vivo restano a bocca aperta, quello
che realizziamo in studio è solo una par-
te della storia. Come per i nostri eroi
prog, anche per noi i dischi sono solo
press/ Heather Porcaro

dei semplici trampolini di lancio”. “Ho


sempre amato il modo in cui i Toto san-
no miscelare una tecnica superba alla
capacità di scrivere canzoni incredibil-
mente orecchiabili”, ci rivela con genui-

121
no entusiasmo Richard West, tastierista
dei Threshold. “Per me I Won’t Hold You
Back è una delle ballate rock migliori
che siano mai state scritte. Sono stato
uno dei primi a mettermi in fila per
comprare una copia di TOTO XIV. Mo- Quando
menti come questo non capitano spes-
so”. Porcaro crede che il gruppo abbia
abbiamo dato
compreso l’importanza di avere succes- vita ai Toto,
so a livello commerciale prima di gruppi
del calibro di Yes o Genesis. “Abbiamo
le nostre principali
sempre apprezzato l’arte di scrivere can- fonti di ispirazione
zoni pop da tre minuti e mezzo, e abbia-
mo sempre avuto ben presente la loro erano ELP e Yes.
importanza per lo sviluppo della nostra Vivisezionavamo i
carriera. Non c’è nulla di male nello
scrivere questo tipo di materiale, fintan- loro dischi, cercando
to che fai le cose in modo intelligente e di capire cosa li

NEIL ZLOZOWER/ATLASICONS.COM
non vai a disconoscere ciò che credi sia
importante nella tua musica”. “Sembra rendesse
che siamo arrivati a questa conclusione speciali
David Paich
qualche anno prima che altri, come gli
Yes, facessero lo stesso. Quindi siamo
stati dei pionieri nel dare al prog un po-
sto nelle classifiche dei singoli più ven-
duti? Non direi mai una cosa del genere. David Paich in sere davvero progressive significa essere che possono proporre un nuovo modo
Sono sicuro che altri, come gli Yes, sia- studio nel 1982, sempre consapevoli di come stiano di guardare alla musica. Pensa ad esem-
apparentemente pronto
no arrivati a prendere una decisione si- a darsi al prog più
cambiando le cose. E attualmente in gi- pio a Skrillex. È un ottimo produttore, dj
mile attraverso una strada diversa dalla sfrenato. ro ci sono moltissime cose interessanti e compositore in ambito EDM. Lo so per
nostra”. Malgrado il fatto che per qua- che vorremmo innestare nel nostro certo perché di recente è stato assieme a
rant’anni i Toto siano stati inseriti nella sound. Per esempio, quando ascolti noi in studio. Ed è stata una collabora-
scena del prog americano, il gruppo, quello che stanno facendo nel campo zione davvero proficua. Quando lo vedi
sottolinea Paich, ha poco in comune della EDM [electronic dance music = lavorare al massimo delle sue capacità,
con gruppi come gli Styx o i Kansas. “Ci Musica Dance Elettronica] ti rendi con- ti rendi conto di quanto sappia essere
sono parecchie cose tra quelle fatte da to che c’è moltissimo che possiamo an- innovativo. Mi ha aperto le orecchie a
queste band che mi piacciono. Ma per cora fare per far progredire la nostra nuovi modi di ottenere nuovi suoni, e
me sono molto più tendenti al pop loro musica”. “L’ultima cosa che vogliamo è questo può solo essere un beneficio per
di quanto lo siamo mai stati noi. I Toto rimanere al palo”, aggiunge Lukather. il futuro. Ti rendi conto quanto oggi sia
erano – e sono – più in linea con la sce- “Ci annoieremmo subito se dovessimo facile riuscire a fare qualsiasi cosa”.
na inglese. Non ci siamo mai allontana- fare e rifare sempre le stesse cose. A quel Paich riconosce che per i Toto il modo in
ti troppo da quelle radici, anche se non punto diventeremmo un gruppo rétro: cui è cambiata la tecnologia degli studi
siamo mai rimasti fermi a livello musi- magari a qualcuno potrebbe anche an- di registrazione ha rinforzato l’impor-
cale e abbiamo sempre cercato il modo dare bene ma non è quello che ci spinge tanza della creatività. “Se ti rendi conto
di percorrere nuove strade”. Parlando di ad andare ancora avanti”. “È stupefa- che puoi ottenere tutto grazie al sempli-
tecnologia, i Toto sono sempre stati Steve Porcaro, e il disco cente quanto talento ci sia in giro. Ma- ce tocco di un pulsante”, dice, “allora
pronti a sperimentare con le ultime no- con cui vinsero, TOTO IV gari musicisti che non rientrano in quel- puoi investire più tempo sul lato artisti-
vità, come ci spiega Porcaro. “Per noi es- (sopra). la che è l’idea convenzionale di prog, ma co della tua musica”. Questo tipo di
mentalità emerge chiaramente in TOTO
XIV, un album che – anche il gruppo è
concorde – vede i Toto nuovamente
all’apice della loro forma. “Di questi
tempi non ha senso per un gruppo “sto-
rico” – credo che ci definiscano così – fa-
re un disco solo per farlo”, insiste Luka-
ther. “Devi sentire di avere qualcosa di
importante da offrire al pubblico. E noi
sappiamo di averlo. Magari potrebbe
anche essere l’ultimo disco dei Toto, chi
può dirlo? Per questo motivo il nostro
approccio è stato quello di dare tutto
noi stessi, e di spingerci fino al limite in
tutti i sensi. Eravamo come sei tori chiu-
si in una stanza con una mucca – in ca-
Francesco Desmaele

lore!”. Paich loda anche il produttore C.J.


Vanston per essere riuscito a tenere tutti
concentrati. “Ha già lavorato con noi,

122
Toto: un gruppo
Toto Live a Verona: prog in incognito?
Steve Porcaro,
Steve Lukather
e Joseph Williams.

press/toto management

Prendi gli Yes e i Pink Floyd,


poi aggiungi gli Steely Dan
e John McLaughlin,
e alla fine ci butti dentro qualcosa
dei Deep Purple. E quel che
ottieni sono i Toto
Francesco Desmaele

Steve Lukather
YES
CONNECTION
26 date in America e la speranza
di vederli insieme
anche in Europa…
Francesco Desmaele

per cui sa come funzionano i Toto. Il suo Steve Lukather menti cardine del nuovo disco. “Ci co-
non è stato un lavoro facile perché sia- alla Casa del Jazz nosciamo così bene che non c’è biso-
di Roma, 4/8/2011.
mo tutti abbastanza testardi, ma è una gno di parlare. Ci basta un’occhiata.
persona che sa ascoltare le idee di tutti Capiamo tutti istintivamente quando
ed è riuscito a fare in modo che ci fosse una canzone è pronta per essere pub-
equilibrio tra l’aspetto sperimentale e blicata. Ci siamo divertiti talmente tan- Sembra quasi fatto apposta: si parla
l’accessibilità della nostra musica”. Ma to lavorando a questo nuovo disco che di prog ed ecco che i Toto annunciano
possiamo dire che i Toto hanno uno sti- mi sento di nuovo come se avessi 15 che dal 7 agosto al 12 settembre sa-
le o un sound ben preciso? Qualcosa di anni. Da fuori possiamo sembrare dei ranno in tour in America con gli Yes.
unico? Lukather dice, molto semplice- vecchietti, ma dentro siamo sempre dei “I promoter cercano sempre di accor-
mente: “Prendi gli Yes e i Pink Floyd, giovani teppistelli”. Malgrado tutto pare insieme le band che hanno avu-
to successo tra la fine degli anni Set-
poi aggiungi gli Steely Dan e John quello che il gruppo ha ottenuto finora, tanta e l’inizio degli anni Ottanta, e
McLaughlin, e alla fine ci butti dentro i Toto hanno ancora molte ambizioni noi finora ci eravamo sempre chia-
qualcosa dei Deep Purple. E quel che per il futuro. Per esempio, Porcaro vor- mati fuori”, spiega Lukather. “Ma gli
ottieni sono i Toto. Sono questi i vari rebbe fare… “un concept album! Sono Yes sono i nostri miti d’infanzia, per
elementi che hanno sempre costituito il un tastierista nerd, per cui ho sempre noi è come un sogno che si avvera. E
nostro sound. Quando lo analizzi in pensato che a un certo punto dovessi- poi, magari, in questo modo avremo
la possibilità di conquistare qualche
questo modo, sembra tutto molto sem- mo creare la nostra versione di TALES nuovo appassionato anche tra i prog
plice. Ma posso assicurarti che non lo FROM TOPOGRAPHIC OCEANS…”. fan, dato che abbiamo sempre avu-
è”. Paich, invece, è meno convinto che il “Veramente siamo andati vicino a pub- to un nostro lato prog che ogni tan-
gruppo abbia un suo sound ben defini- blicare un concept album”, ride Paich. to ci piace mostrare”. In realtà, non
to. “Sinceramente non sono così sicuro “Quando abbiamo scritto l’ultima can- è la prima volta che le strade di To-
to e Yes si incrociano: nel 1988 David
che ne abbiamo mai avuto uno. Puoi zone del disco, Great Expectations, aveva
Paich, Steve Lukather, Steve Porcaro,
identificare alcuni temi presenti nei no- un tema narrativo così potente che ho Jeff Porcaro e Joseph Williams prese-
stri brani. Ci sono molte armonizzazio- pensato che sarebbe stato interessante ro attivamente parte alla realizzazio-
ni – motivo per cui è ottimo poter con- farne il centro dell’album, e far ruotare ne di IN THE CITY OF ANGELS, quin-
tare su quattro cantanti nell’attuale for- tutti gli altri brani attorno. Ma non sia- to album solista dell’ex cantante degli
mazione – un bel beat, un groove, me- mo riusciti a far funzionare l’idea. Così Yes, Jon Anderson. Nello stesso anno
Anderson restituì il favore incidendo
lodie potenti, una buona tecnica alla fine ogni brano ha una sua storia,
le backing vocals per Stop Loving You,
musicale… e di solito c’è qualcosa di di- ma non sono legate assieme. Lukather, singolo di successo tratto dall’album
verso nel modo in cui arrangiamo tutto però, insiste che anche per un altro dei Toto THE SEVENTH ONE. Da ricor-
quanto”. “Credo che la nostra vera abili- aspetto l’album è molto legato a quello dare anche altri due incontri, seppur
tà stia nell’essere capaci di suonare che facevano gli Yes e gli altri gruppi all’interno di progetti di breve dura-
qualsiasi cosa, e in ogni modo possibi- prog 40 anni fa. “Abbiamo fatto un di- ta: i Chris Squire Experiment, in cui
all’inizio degli anni Novanta assieme
le: siamo molto flessibili e siamo in gra- sco che scorre. Oggi troppi gruppi si ac-
al bassista degli Yes ha militato anche
do di decidere molto velocemente, sia contentano di avere una o due canzoni il tastierista dei Toto Steve Porcaro, e
in studio che dal vivo. Alla resa dei con- Lontano da AFRICA: decenti in un Cd. Ma un disco non è so- YoSo, supergruppo che riuniva alcuni
ti, questo è quello che può essere consi- HYDRA (in alto) lo un insieme di brani scollegati tra lo- ex membri degli Yes (il tastierista To-
derato il nostro approccio prog alla mu- e MINDFIELDS hanno ro. Deve farti venire voglia di ascoltarlo ny Kaye e il bassista Billy Sherwood) e
mostrato il lato l’ex cantante dei Toto, Bobby Kimball.
sica. Poi lascio ad altri il compito di de- più sperimentale dall’inizio alla fine più e più volte. Ci
Gli YoSo hanno pubblicato nel 2010
cidere in che modo tutto ciò possa dare del gruppo. piace pensare che stiamo aiutando la
il loro unico album, intitolato ELE-
luogo a un particolare tipo di sound”. gente a riscoprire quel piacere che ren- MENTS, prima di interrompere l’atti-
Lukather cita anche l’intesa tra i mem- de ascoltare un disco un’esperienza as- vità l’anno successivo.
bri storici del gruppo, compreso il can- solutamente speciale”. Paolo Carnelli
tante Joseph Williams, tornato nei Toto
da qualche anno, come uno degli ele- Info: www.totoofficial.com.

124
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Tra le tante nuove prog di uno dei brani scritti evidenti punti di con-
dal chitarrista France- tatto e di affinità con
band attualmente in sco Zago, Not A Good la scena prog nordica
circolazione, poche sono Sign appunto, rispon- degli anni Novanta
deva perfettamente alle (Landberk soprattut-
riuscite a rendere la loro nostre esigenze, oltre to), ma è come se al
musica così attinente a fuggire l’ingenua posto delle brume e
tendenza che sembra- delle montagne in-
alla realtà che viviamo vamo aver dimostrato nevate trovassimo lo
in questo complesso fino a quel momento di
voler a tutti i costi tro-
smog della tangenzia-
le di Milano e i palazzi
periodo storico e sociale vare dei giochi di paro- di periferia. Tutto, per
come i Not A Good Sign... le in una lingua in fin
dei conti non nostra.
giunta, visto e vissuto
‘da una certa distan-
Ci è piaciuto da subito za’. L’uomo schizoi-
l’aspetto del presagio, de del ventunesimo
ati nel 2011 come una sorta di ‘su- quindi quella tipica secolo si è guardato
pergruppo’ composto da elementi sensazione che qualco- allo specchio e ha
di Yugen e La Coscienza di Zeno, sa stia per andare storto, senza tuttavia ripor- perso mordente, si è scoperto invecchiato,
entrambi appartenenti alla scu- tare lo scoraggiamento della consapevolezza intristito, abbattuto. “Indubbiamente l’espe-
deria AltrOck, i Not a Good Sign che qualcosa di negativo sia già successo. L’ab- rienza King Crimson gioca un ruolo primario
hanno impostato con meticolosi- biamo reputato il perfetto equilibrio per poter nelle influenze della musica che costruiamo
tà il loro campo d’azione fin dall’o- descrivere, come del resto già stavamo facendo con Not a Good Sign”, conferma Botta, “Penso
monimo album d’esordio del 2013. In questo con la musica, delle sensazioni che stanno in che sia uno dei gruppi più rispettati da tutti i
senso, anche la scelta del nome del gruppo ha quella zona molto vicina a quella malinconica musicisti della band, passati e presenti, e cre-
voluto essere rivelatrice di un orientamento (molto frequentata da certo postrock), ma che do che per l’eterogeneità della proposta mu-
ben preciso, marchiandone a fuoco la produzio- ne attenua le componenti di piacere a favore di sicale, per le affinità e per la notevole perizia
ne musicale: “Volevamo trovare qualcosa che sfumature di disagio e distopia”. È un progres- strumentale potrebbe continuare a esserlo per
restituisse un’idea del tipo di musica che stava- sive rock in scala di grigio, più che in bianco e lungo tempo. Personalmente ho apprezzato la
mo sviluppando, ma nessuna delle proposte ri- nero, quello dei Not a Good Sign. Ovviamente musica dei King Crimson solo in un secondo
sultava particolarmente convincente”, ricorda il non si tratta di una caratterizzazione negativa momento rispetto alla scoperta del prog rock.
tastierista Paolo «Ske» Botta. “Ci abbiamo mes- ma semplicemente di un dato di fatto. In FROM Nell’adolescenza, infatti, ho passato parecchi
so qualche mese a capire che in realtà il titolo A DISTANCE, loro secondo album, emergono anni attratto quasi esclusivamente dal prog

Segni
premonitori te s t i pao l o carne l l i
126
i mm a g i n i ant on i o de s a r no
italiano dei Settanta, con la sola eccezione degli sco. Fortunatamente non siamo persone che “Effettivamente, fino a questo momento siamo
ELP. Tramite amici, ero venuto in contatto con si perdono d’animo facilmente e, a seguito di riusciti a evitare la tentazione di estendere le
alcune cose dei Genesis, dei Van Der Graaf Ge- una fitta discussione sulle possibili alternative, composizioni a dismisura, solo per il gusto di
nerator e dei King Crimson, ma non era scattata abbiamo quindi fissato una serie di provini con arrivare a un dato minutaggio. Al contrario,
la scintilla. Solo dopo qualche anno la chiusura alcuni musicisti interessanti e interessati. Ci ha alcuni dei brani di FROM A DISTANCE sono de-
di un negozio di dischi locale con conseguente colpito in particolare uno di loro, Gian Marco cisamente corti. Personalmente non ho niente
svendita totale, mi diede lo stimolo a dare una Trevisan, chitarrista cresciuto a pane e Genesis contro i brani lunghi o lunghissimi, alcuni dei
seconda chance a queste band tanto declama- ma musicalmente onnivoro, con una formazio- miei brani prog preferiti superano i 10 minuti.
te ma da me poco frequentate. M’innamorai ne a tutto tondo. Abbiamo quindi cominciato Ritengo però sin troppo facile allacciare tra di
di band come Gentle Giant, Hatfield and the a provare il materiale nuovo quasi in parallelo loro dei frammenti musicali che non hanno in
North e King Crimson, appunto. Dei KC mi in- all’attività di studio e, per marcare il suo ingres- realtà altro motivo di coesistere nella stessa
trigava in particolare la varietà stilistica della so nella band, gli abbiamo fatto registrare delle composizione se non quello di allungare il bro-
prima parte della loro discografia, ognuno un chitarre e in particolare il solo in Flying Over Ci- do. Trovo al momento più interessante cercare
capitolo a sé stante. In effetti alcuni dischi li ties, un po’ il nostro singolo se vogliamo, pro- di asciugare le idee e ridurle alla loro struttura
adoro, alcuni mi piacciono mentre altri quasi prio per sottolineare l’importanza che vogliamo essenziale, per essere poi in grado di giocarne
non li sopporto”. Sicuramente ai King Crimson dare al suo contributo al sound della band sin le più seducenti sfumature in una struttura che
era molto legato il chitarrista Francesco Zago, da subito”. Una delle caratteristiche peculiari e mantenga un suo equilibrio formale distinto.
considerato in Italia (e non solo) il perfetto al- vincenti dei Not a Good Sign è anche quella di Allo stesso tempo non ritengo assolutamente
ter ego di Robert Fripp. La chitarra di Zago è provare ad applicare elementi prog alla forma che i tempi composti o la polimetria siano una
ancora presente anche in FROM A DISTANCE, canzone. Ad esempio, finora la lunghezza dei regola inderogabile del prog. Ironicamente, un
nonostante attualmente non faccia più parte brani pubblicati non ha mai superato un mas- brano come I Feel Like Snowing, che forse è il più
del gruppo. Spiega ancora Botta: “Poco prima di simo di sette minuti e mezzo. Conferma Botta: propriamente “progghettone” del disco, è in
cominciare le sessioni di registrazione, France- realtà un 4/4 dall’inizio alla fine. Non bisogna
sco Zago, chitarrista, cofondatore, compositore dimenticare che all’interno di qualsiasi metro,
e autore dei testi, ci ha annunciato la decisione e quindi anche del 4/4 o del 6/8, può esistere
di non continuare il suo percorso con il gruppo. tutto un mondo di accenti che, se usati sapien-
Conoscendo e collaborando con Francesco da temente, possono fornire infinite combinazioni
parecchi anni, ho subito capito che su questa ritmiche in grado di soddisfare persino il prog-
decisione non ci sarebbero stati ripensamenti. ger più incallito”.
Francesco avrebbe coperto un ultimo concerto
col vecchio repertorio e le registrazioni del di- FROM A DISTANCE è disponibile
sco in studio, ma avremmo dovuto fare a meno in Cd su etichetta AltrOck/Fading Lights.
di lui per la parte di promozione del nuovo di- Info: www.notagoodsign.org

“C’interessa essere aderenti alla


realt cos come la percepiamo
attualmente, evitando le fughe nel
regno dell’immaginazione che tanto
hanno regalato anche e soprattutto al
mondo storico del progressive rock...”

127
Inevitabile ricominciare

P
da Francesco…
iù che “ricominciare” di-
rei che si “prosegue da
Francesco”. Intendo dire
che tutto accadrà nel
modo più naturale e par-
tecipato, sia per noi che per il pubblico.
Il materiale del Banco, che Francesco
e io abbiamo scritto insieme in questi
40 anni, è qualcosa di speciale, che
non può non proseguire a racconta-
re le visioni di vita diventate musica,
le percezioni, pubbliche e private, che
abbiamo condiviso, le opinioni, i desi-
deri, i valori. Tutto questo proseguirà a
raccontare Francesco e il Banco in ogni
concerto che da ora in avanti faremo.

Banco punto e a capo…


che percorso?
Nel 2015, il Banco porterà in tour UN’I-
DEA CHE NON PUOI FERMARE. Non
può essere altrimenti. L’autenticità dei
motivi che hanno ispirato questo la-
voro è tale da spingermi a proseguire
nella direzione intrapresa: le voci del
grande teatro e del grande cinema ita-

Sun’idea
liano, come Tony Servillo, Valerio Ma-
standrea, Rocco Papaleo, Moni Ovadia,

empre
Franca Valeri, danno vita ai testi scritti
da Francesco e continueranno a intrec-
ciarsi con la musica live del Banco fino
a dicembre 2015. In questi ultimi mesi
ho scritto molta musica inedita per il
Banco e qualcosa potrebbe vedere luce
prima della fine dell’anno, mentre s’in-
tensifica il lavoro sull’ORLANDO, vera


e propria opera rock. Insomma, da
un lato l’intenso lavoro di scrittura e

puoi
dall’altro i concerti. Il momento in cui

che non
incontri la gente con la tua musica re-
sta sempre, al di là di tutto, il momento

re
della verità. È bello per questo.

ferma …
A 15 mesi da
lla scompars
a
o
ce sco “B ig ” Di Giacom anti
di Fra n
a in p is ta p er portare av
il Banco torn e e le su e emozioni.
id e
anche le sue n zi il B a nco del Mutu
o
o c e
Per Vittorio N vero “un’idea che non
av
Soccorso è d m e c re de che Big sa

”, co
puoi fermare gli altri ragaz
zi.
re co n lu i e
semp 8 (Cassino),
6 (Roma), 1/
In concerto: 6/ o(6/9),
ta), 6/9 (Verun arletta).
22/8 (Macera 6/11 (Pa lermo), 5/12 (B
la),
10/10 (Sinisco
Bellachioma
Testi: Guido

128
La nuova formazione dall’altro l’eredità poetica di Francesco
in concerto, cosa deve esigeva un’intesa speciale, diversa da
attendersi il pubblico? un semplice rapporto di lavoro. C’era
La serata del 6/12/2014 al Gran Teatro bisogno di profondità e questa è arriva-
di Roma sarà il riferimento ideale sia ta. La musica e le parole mi sembrano
per noi che per i fan: una formazione di particolare intensità, ispirate molto
elettrica allargata alle voci, percussio- dalla genialità dell’opera di Ludovi-
ni, trombe e due ospiti d’eccezione che, co Ariosto. L’Orlando Furioso è visione
insieme a noi, potranno offrire l’ascolto profetica di un’umanità osservata con
dei brani storici del Banco riarrangiati, occhi uguali, in cui l’uomo è al centro
sottolineandone la potenza ritmica e del mondo con i suoi sogni e i suoi af-
armonica. Sul palco ci saranno vecchi fanni, senza che categorie universali lo
e nuovi compagni di avventura: Tizia- costringano in gabbie di appartenenza,
no Ricci al basso, vera colonna ritmi- tali da stravolgerne il destino. Il respiro
ca; Filippo Marcheggiani alla chitarra, dell’uomo rinascimentale vive in questa
sempre più ispirato; Nicola Di Già alla opera, ricca d’ironia, creatività, ma so-
chitarra, entrato ormai in pianta stabi- prattutto di un’attualità sconcertante.
le nel gruppo; Vito Sardo alla batteria;
Arnaldo Vacca alle percussioni, elet- Differenze e similitudini
troniche e acustiche; Stefano Monastra Vittorio con tra ieri e oggi, non solo
e Andrea Priola alle trombe. A tutti i Alda Merini. per il Banco…
concerti del tour parteciperanno anche Alcune differenze. L’ascolto della mu-
Maurizio Solieri, chitarra storica di Va- sica nel 1972 avveniva in gruppo e si
sco Rossi e autore di molte sue canzo- ascoltava più volte di seguito uno stes-
ni, e John De Leo che, con la sua formi- so brano; oggi ascoltiamo da soli, quasi
dabile vocalità, intrerpreterà alcuni dei mai più di una volta lo stesso brano. I
giovani di allora e quelli di oggi: la mia
generazione è stata fortunatissima per-
ché avevamo dietro le spalle il passato
recente della guerra e delle sue mace-
rie, materiali e morali. Davanti c’era
per forza qualcosa di meglio perché
non sarebbe potuto accadere niente di
peggio della guerra. Il nostro coraggio
brani più classici del BMS. Ma le voci, era figlio del proprio tempo ed è stato
durante il concerto, non si limiteran- meno eroico di quello che devono ave-
no solo a quella di John e alla mia. Ci re i ragazzi oggi. Ad essi noi abbiamo
saranno anche due nuovi protagoni- rubato la speranza: è la cosa più grave
sti dei nostri concerti (Giacomo Voli che una generazione possa fare a quel-
e Margary Signorino), scelti fra le la successiva.
voci selezionate per l’ORLANDO. Le similitudini. Ancora una volta sono
Insomma, una formazione che i giovani che interpretano, nonostante
prevede 11 persone sul palco per tutto, la speranza collettiva: se non ci
più di due ore di concerto. Credo fossero loro a sfidare l’imbarbarimento
proprio che sarà grande musi- generale col cuore oltre l’ostacolo…
ca. La produzione sarà curata da noi saremmo alla frutta. Quando sento
Giancarlo Amendola, manager parlare male di loro o li vedo nomina-
del BMS da diversi anni. re paternalisticamente o, peggio, a fini
elettorali, avverto la stessa rabbia dei
L’Orlando Furioso… miei vent’anni. Non stronchiamoli ma
Come annunciato a settembre, sosteniamoli, ridiamogli fiducia in se
ORLANDO sarà la nuova opera ine- stessi: sono loro la musica d’autore,
dita del Banco del Mutuo Soccorso. Si quella vera.
articolerà in tre atti e, probabilmente, in
Giovanni Coccia

altrettanti Cd. S’intrecceranno fra loro


vari linguaggi musicali, dall’opera lirica
al progressive, ovviamente, alla musica
etnica, alll’elettronica. Io e mio figlio
Michelangelo da gennaio abbiamo
iniziato a trasferire le partiture, scritte
sulla carta, nei computer e al momento
siamo a 50 minuti di registrazioni. Nel
frattempo la Banco Factory ha già indi-
viduato alcune voci di grande bellezza
per dare vita all’opera. Un fatto parti-
colarmente importante è stato trovare
in Paolo Logli, scrittore, sceneggiatore,
fan del Banco, amico mio e di France-
sco, il coautore ideale per il libretto e i
testi. Dico importante perché da un lato
mi è risultato davvero naturale intera-
Roma , 6 dicembre 2014.
gire con lui nello scrivere testi e libretto,

129
Recovered
copertine storiche rielaborate da artisti e designer
del WEB e non… in questo numero una cover di “MDAX”

Sprea S.p.A. ISSN: 2039-649x


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