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La stessa progressione con utilizzo di suoni estranei alla scala per creare un rapporto V-I ad ogni ripetizione del modulo.
Questa progressione viene spesso definita "modulante", anche se in realtà può cominciare e finire nella stessa tonalità
Una variante della precedente che impiega la settima di passaggio al basso, utilizzando di conseguenza
anche dei primi rivolti
Il modello fondamentale rimane sempre lo stesso, tutti gli accordi di settima sono rivoltati. Vi è un'alternanza
di terzo (246) e primo (356) rivolto
4 La stessa progressione con l'inserimento di un piccolo elemento melodico: la settima prima di risolvere tocca la fondamentale,
dando luogo ad un semplice gioco di imitazione che può avere molte varianti.
Ovviamente, una progressione per cadute potrebbe anche essere armonizzata in maniera unitonale e senza settime, utilizzando
solo i suoni della tonalità e accordi di terza e quinta. Questa è la realizzazione più semplice possibile.
La stessa della precedente con il secondo accordo in primo rivolto 5
Una variante della precedente progressione: il secondo accordo contiene anche la settima. Il primo accordo accordo rimane
una semplice terza e quinta (normalmente la settima non viene utilizzata sui basssi che scendono di terza)
Sempre la stessa progressione con utilizzo di figurazioni (fondamentale ribattuta e settima di passaggio)
che danno luogo ad imitazioni.
Le figurazioni che abbiamo appena visto possono anche essere impiegate all'interno di progressioni modulanti.
Non è possibile fornire esempi per tutti i tipi possibili di progressione: il numero delle combinazioni è difficilmente quantificabile.
Un consiglio sempre valido è quello di individuare in primo luogo i bassi fondamentali che devono avere una logica
stringente e devono presentare (nella grandissima maggioranza dei casi) salti di quarta o quinta. In secondo luogo si
deve decidere se saranno o meno presenti le settime, tenendo presenti le esigenze di preparazione e di risoluzione. Ricordiamo
che la presenza di una settima modifica la sonorità ma non la funzione di un accordo (è una questione sonoriale e non funzionale)
Identificare una progressione come "modulante" è a volte una questione di scelta personale; altre volte l'utilizzo di
alterazioni nel basso è un chiaro indice che la progressione va interpretata e realizzata come "modulante". Ricordiamo a
questo proposito che in senso stretto una progressione modulante è quella progressione che ci porta ad un'altra tonalità
(perlopiù rel. maggiore o rel. minore), ma molto spesso questo termine è inteso in un'accezione più ampia, per cui vengono
chiamate "modulanti" quelle progressioni che, pur non conducendo alla fine ad alcuna nuova tonalità, presentano la caratteristica
di spostare il centro tonale ad ogni ripetizione del modello tramite l'impiego di alterazioni ).
Ricordiamo infine che il settimo grado non va alterato nelle progressioni in modo minore se non nell'ultimo elemento quando
presenta un rapporto V-I. In pratica, si può dire che va utilizzata la scala minore naturale.