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tratto da
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Perun, sincretizzato in sant'Elia
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I serafini a 6 ali
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Quando, nel 980 d.c, Vladimir divenne sovrano di Kiev, i Russi erano
ancora Pagani, e Vladimir stesso eresse su un colle che dominava la
città numerosi idoli, il più imponente dei quali era l'immagine lignea
del Dio del Tuono, Perun, con la testa d'argento e i baffi d'oro.
Un idolo di Perun sorgeva anche a Novgorod, sulle rive del lago Il'men',
e attorno gli ardevano sei fuochi che non dovevano mai spegnersi.
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era il protettore dei soldati e poteva garantire la vittoria o la sconfitta in
battaglia. Per tale ragione, quando i Russi concludevano trattati militari
e commerciali con i Bizantini, giuravano di mantenere la parola per
Perun e per le lame dello loro spade. Inutile dire che Perun era assetato
di sangue e, per assicurarsene l'aiuto gli venivano offerti galli e altri
animali domestici, né erano infrequenti sacrifici umani.
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e del Sole, Dazbog.
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A quei tempi, gli uomini non sapevano darsi ragione degli eventi
naturali, la loro esistenza dipendeva in larga misura dagli elementi, e
terra, aria, fuoco, acqua erano adorati in varia guisa e ritenuti ostili o
favorevoli agli esseri umani a seconda delle circostanze.
Nel celebre "Canto della schiera di Igor" del XII secolo, in cui si narra la
tragica sconfitta di un temerario esercito russo ad opera dei Polovzi, i
venti sono chiamati "nipoti di Stribog". La moglie del principe Igor
lamenta la cattura dello sposo e si chiede, addolorata, perché il signore
dei venti soffi con tanta furia, scagliando le frecce nemiche contro suo
marito e i guerrieri di cui è alla testa, né manca di rimproverare il sole
che apporta calore e felicità ad altri, ma solo sofferenza e morte al
disperso esercito di Igor, che s'aggira sotto i raggi cocenti dell'astro per
deserti senz'acqua.
Nota di Lunaria: Francis Conte
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commentando il lamento di Jaroslavna
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usate sono:
"Piange all'alba dal baluardo a Putivl' Jaroslavna dicendo: O vento,
venticello! perché, Signore, soffi con tanta violenza? Perché sollevi le
saette unghere sulla tua ala noncurante contro i guerrieri del mio sposo?
Non ti basta soffiare in alto sotto le nuvole, e dondolare i navigli sul mare
azzurro?"
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Su tutte le Divinità degli elementi regnava Svarog, Dio del cielo;
erano suoi figli Dazbog, Dio del Sole, e Svarozic, Dio del fuoco. I Russi
adoravano specialmente il Dio del Sole, datore di calore e di luce e nei
byliny (il filone letterario delle leggende sui grandi eroi) il loro amato
principe Vladimir è chiamato affettuosamente "Sole Splendente"; la
scomparsa del Sole era fonte di angoscia, in una terra che per molti
mesi è ricoperta di neve e ghiacci, specialmente in caso di eclisse,
quando si diceva che l'astro era stato divorato dai lupi. Le eclissi
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preannunciavano terribili disastri: guerre, epidemie, carestie.
Nota di Lunaria: gli Slavi avevano personificato le stagioni con Vesna (la
Primavera) che contrastava la temutissima Morana (l'Inverno)
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Cattolici! c'è qualcosa che non abbiano scopiazzato da questo o quel
mito, popolo, leggenda?! -_-
Per quanto riguarda il Sole ingoiato dai lupi, è curioso che in Alchimia ci
sia lo stesso riferimento
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e come non pensare al Ragnorok norreno?
"Loki resterà legato fino al Crepuscolo degli Dei, e questa è la premessa
dell'escatologia cosmica germanica. I segni che preannunceranno il
Crepuscolo saranno: l'Inverno Mostruoso, costituito da tre inverni di
gelo, non interrotti dall'estate. Il Lupo inghiottirà il sole, l'altro la Luna."
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Molto tempo dopo che Svarozic era stato dimenticato, le credenze nel
potere e nella santità del fuoco continuavano a sussistere, e nessun
russo avrebbe osato sputare tra le fiamme o parlarne irrispettosamente.
Il fuoco, si credeva, era in grado di curare certe malattie: "Babbino, Zar
Fuoco", suona un incantesimo dell'800, "sii buono con me, brucia tutti i
miei dolori e tormenti, paure e preoccupazioni". Quando scoppiavano
epidemie tra il bestiame, si accendevano falò con "fuoco vivo", una
fiamma ottenuta facendo rotare velocemente un legno appuntito nella
cavità di un altro pezzo di legno, e il bestiame veniva fatto passare tra le
fiamme nella speranza di guarirlo (Nota di Lunaria: vedi il collegamento
con Beltane...)
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Un altro importante Dio la cui immagine durante il regno di Vladimir
sorgeva a Kiev era Veles, patrono del bestiame e dei mercanti
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Terra e Acqua non erano deificati, ma la terra era considerata sacra e a
volte si pronunciavano giuramenti solenni tenendo in mano una zolla
anziché una bibbia. Da antichi documenti risulta che in tempi pagani si
facevano sacrifici di galli e forse anche di bambini a certi corsi d'acqua
abitati da Dei o spiriti, pratica di cui rimase traccia in tempi cristiani
quando ci si recava a sorgenti o pozzi le cui acque si supponevano
avessero poteri taumaturgici.
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A cui, non contenti, aggiungono anche lo scopiazzamento del Miele
Sacro, caro ai Pagani (e agli Slavi in particolare, visto che ne ricavavano
una sorta di idromele) con la loro "vergine delle api":
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E poi, tanto per non lasciare fuori neanche la scopa, usata nei riti wiccan
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i cattolici "ci deliziano" con la loro vergine della scopa:
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-_-
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Rod e dalla Divinità Femminili dette Rozanitsi, nome che si ricollega
all'idea di nascita e di famiglia.
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Mokosh nel suo aspetto Triplice e di Filatrice
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Ovviamente sincretizzata "con la vergine maria"
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Vedi anche
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ah, certo... ovviamente i cattolici hanno anche le "madonne del latte",
ovviamente "pregate" per ottenere la fertilità femminile o assicurarsi un
buon parto... I cattolici hanno scacciato le Dee Pagane e perseguitato i
Pagani per poi continuare a pregare le stesse Dee riunite in una e fare le
stesse identiche cose che facevano i Pagani!!!
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I Pagani hanno il Pentagramma?
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I Pagani adorano l'Artemide di Efeso?
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Anche noi cattolici dobbiamo avere la nostra madonna nera!
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Non c'è cosa che non abbiano scopiazzato! Anche nelle cose più esotiche!
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Ma guarda che combinazione! Questi santini cattolici ci ricordano tanto
Atira (Grande Dea Nativa) Amaterasu (Dea Giapponese del Sole) e
Lakshmi
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Tipico saluto induista!
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Ma lontano dalle città le vecchie costumanze pagane continuarono a
sussistere per secoli (e continuano. Nota di Lunaria)
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poi si adorano gli stessi alberi consacrati però "alla madonna che ci
appare sopra"
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"Madonna del frassino"
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e si cantano "le belle canzoncine a gesù bambino" abbracciando gli alberi!
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Prima si denigrano Priapo, Flora e Demetra, poi si costruiscono gli stessi
tempietti all'aperto, in mezzo ai campi, tutti decorati da spighe!!!
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Si mutilano le statue della Lunigiana, si abbattono le steli, i menhir, i
cromlech, i dolmen
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per poi erigerne uno cattolico!
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"maria" e il sasso (litolatria)
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come nel Neolitico e a Creta
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manco fosse Flora!!!
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vedi
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La giumenta miracolosa di Mikula, il contadino più famoso nel folklore
russo.
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Devana, la Diana/Artemide Slava
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Lada, la Grande Dea Slava della fertilita'
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Band consigliata
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Black Countess: "Demonica"
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Per vedere altri santini slavi:
http://www.slavorum.org/slavic-mythology-by-igor-ozhiganov/
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Antico Betile Slavo
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Approfondimento:
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"Il cantare delle Gesta di Igor"
Voglio -disse- spezzare una lancia insieme con voi sullo stremo del
campo cumano.
Allora Il Principe Igor montò sulla staffa d'oro e cavalcò per la rada
pianura. Il sole gl'ingombrò il cammino di tenebra.
Div urla dalla vetta dell'albero, ed esige ascolto dalla terra estrania: dal
Volga e dal Litorale, dall'Oltresula e Sugdea, da Chersoneso e da te,
idolo di Tmutorokàn...
E i Cumani fuggirono verso il grande Don per vie non battute; i loro
carri gridano nel cuor della notte, quasi cigni sbandati: Igor guida i
guerrieri alla volta del Don!
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I figli di Russia sbarrarono le vaste pianure dei loro scudi scarlatti, in
cerca d'onore per sé, e di Gloria per Il Principe.
----
Ecco i venti, nipoti di Stribòg, che soffiano dal mare a guisa di dardi
contro le forti squadre di Igor.
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Il Folklore Russo in sintesi
tratto da
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Animali che compaiono di frequente sono il cigno e l'oca
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Qui, per esempio, Ivasko fugge da una strega che se lo vuole mangiare
cavalcando un cigno che lo riporta a casa!
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Un altra leggenda con protagonista una rana è la storia di Ivan e della
principessa-ranocchia.
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Figlio di un re, Ivan eredita una palude durante un torneo, organizzato
con i fratelli, per spartirsi equamente il vasto regno del padre: lanciando
una freccia, in direzioni diverse, i tre fratelli possono così stabilire il
proprio possedimento a seconda di dove cada la freccia, il che, tra
l'altro, implicava anche lo sposare una donna di quella zona. A Ivan
tocca proprio la palude e la sua freccia è capitata proprio vicino a una
rana parlante! Ivan la sposerà perché la rana in realtà non è che una
bellissima principessa con poteri magici, che può togliersi la pelle di
rana e riassumere la forma umana. Dopo una serie di eventi, e
chiedendo l'aiuto della strega Baba Yaga, Ivan riesce a spezzare la
maledizione, rendendo umana per sempre la principessa.
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In Russia ci sono grandi fiumi ed enormi laghi e non c'è da meravigliarsi
che l'acqua abbia parte importante nella mitologia locale. Nei racconti
popolari detti "skazki" l'acqua della vita e della morte resuscita i defunti
e ricompone corpi mutilati. In tempi antichi si pensava che ci fosse una
stretta relazione tra acqua e sangue e l'identità dell'una o dell'altro trova
poetica espressione in numerosi racconti in cui l'eroe o l'eroina, feriti a
morte, si trasformano in fiume o sorgente.
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Colto dal rimorso, Dunai si uccide: dai due amanti morti, scaturiscono i
due fiumi: il Nastasija e il Danubio.
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perché la ragazza viene imprigionata sott'acqua da una malvagia strega,
che ne assume le sembianze per far sì che lo zar sposi lei invece che la
ragazza.
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Sarà il fratellino di Alenuska che, trasfomato in capretto, avvertirà lo zar
dell'inganno, e la ragazza sarà così liberata.
I Russi credevano che negli abissi del mare dimorasse lo Zar del mare.
Quando si traversava l'oceano bisognava offrire qualcosa allo Zar, per
evitare tempeste.
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una di queste leggende parla di Sadko, un marinaio che viene rapito
dallo Zar. Una volta prigioniero, è obbligato a suonare continuamente
per lo Zar, che danzando al suono della musica, scuote il mare fino a
provocare violente tempeste. Sadko verrà salvato da un santo, e una
volta risalito sulla terraferma, edificò delle cattedrali.
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Ivan Pisello (nato per partenogenesi: una donna resta fecondata
mangiando un pisello) combatte contro il drago che ha rapito la
principessa Vassilissa dalla Treccia d'Oro
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Notate come il personaggio di Ivan Pisello ricordi proprio Thor con il
suo celebre Martello...
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non è da escludere (secondo me) che il mito sia stato ricalcato da Thor,
o che sia lo stesso Thor in versione russa "semplificato" nel folklore
russo dopo l'avvento del cristianesimo.
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Spesso i draghi sono dotati di moltissime teste!
Koscei l'Immortale
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è uno dei più strani e sgradevoli personaggi delle fiabe russe. Non può
essere ucciso perché "la sua anima" non risiede nel suo corpo, ma è
nascosta in un uovo dentro un'anatra a sua volta celata dentro una
lepre. Nel folklore di molti popoli, compreso il russo, l'uovo è il simbolo
della vita stessa, trattandosi della cellula femminile da cui si forma
l'embrione. Stando a molti miti l'universo si sarebbe formato a partire
da un uovo.
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Racconti popolari dei Finlandesi, con i quali i Russi si sono mescolati in
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una precoce fase della loro storia, scambiando credenze e costumanze,
narrano che un'anatra depose un uovo su un'isoletta sorta dal mare
primordiale e che l'uovo rotolò in mare e si ruppe. Dalla sua parte
inferiore si formò la terra, dalla parte superiore il cielo.
L'uovo che contiene l'anima (la morte) di Koscei sta dentro un'anatra a
sua volta dentro una lepre, altro animale che ha a che fare con le uova.
Eostre, antica Dea sassone, la cui festa per il ritorno della primavera
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Ovviamente coniglio e uova sono stati scopiazzati alla grande nell'arte
cattolica, con risultati esilaranti visto che la lepre e il coniglio sono
animali associati... alla sessualità!!!
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Miranda Gray così definiva la lepre:
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La Lepre
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Si diceva che le macchie sulla faccia visibile della Luna raffigurassero
una lepre o un coniglio.
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La lepre era anche associata ai poteri femminili lunari della divinazione,
della trasformazione, della follia mistica e della sessualità. La Regina
Celtica Boudicca usava una lepre per prevedere l'esito delle battaglie; la
liberava da sotto il mantello e osservava la direzione che prendeva. La
connessione della lepre con la sessualità è sopravvissuta fino ai nostri
tempi e ha trovato espressione nell'immagine della ragazza vestita da
"coniglietta".
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è possibile che a causa di questi rimandi, la Chiesa considerasse la lepre
un animale di cattivo presagio. Le lepri vennero associate alle streghe e
si credeva che una strega sotto forma di lepre potesse essere uccisa solo
con un crocifisso d'argento o, successivamente, con una pallottola
d'argento.
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La prima immagine con cui si apre il cartone di Sailor Moon (Bunny
significa coniglietto), nel primissimo episodio, è proprio un coniglio:
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Un altro elemento interessante, chi ci farebbe pensare ad un
collegamento con le antiche Dee, forse persino con Giunone, lo
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troviamo nella storia di Marfa Vseslav'evna che concepisce Volkh
Vseslav'evic (destinato ad essere un grande mago) quando un serpente
le si attorciglia intorno al piede
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Notate il confronto con la Giunone Sospita
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Scopiazzata, ovviamente, dal cattolicesimo:
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Non è maria a schiacciare il serpente. Infatti, nella genesi non è la
donna che deve calpestare il serpente, ma la progenie della donna:
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è "la sua stirpe" (ovvero gesù) che schiaccia la testa del serpente, non la
donna in sé. Quindi, al massimo, se i cattolici vogliono rappresentare la
scenetta, dovrebbero mettere gesù a calpestare il serpente, non maria,
che è una signora nessuna, esegeticamente parlando.
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Per vedere cosa rappresenta e simboleggia il serpente, per davvero (e non
nel delirio cattolico):
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La Dea Cretese, le induiste Manasa e Naga, la cinese Nu Wa, Medusa,
l'azteca Coatlicue, l'africana Mami Wata, l'italica Angitia,
o ancora, le più celebri Giunone e Athena
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su Creta.
Il fatto che anche nel folklore russo ci sia la leggenda di tale donna (che
non è da escludere che sia stata, originariamente, in epoca pre-cristiana,
una Dea) che resta fecondata dopo che un serpente le si è attorcigliato
ai piedi, e per di più è immaginata praticamente quasi nella stessa
posizione di Giunone, la dice lunga su come era universalmente diffusa
l'idea del Serpente associato a una figura femminile....
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Un altro personaggio molto importante è il corvo. La figura del corvo è
considerata divina da molti popoli nella fascia siberiana, per esempio
presso i Coriachi:
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vedi questo libro:
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Infine, vediamo la vicenda dell'orso. Anche il lupo appare spesso nei
racconti, aiutando il protagonista.
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In molte storie, l'orso è un potenziale compagno e amico dell'uomo,
addirittura un buon marito, come nel caso di "Masenka e l'orso",
mentre in "L'orso che perdette una zampa" ricorda l'animale
vendicativo della leggenda siberiana.
146
Riporto questo racconto, "L'orso che perdette una zampa", se vogliamo
anche a tinte horror (forse un po' troppo fortino per un pubblico di
bambini per i quali è stato pensato il libro); mi è piaciuto molto per
l'atmosfera inquietante molto "buzzatiana", che ricorda i racconti brevi
di Buzzati di "Le Notti Difficili" o "La Boutique del Mistero"... che
consiglio davvero di leggere
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C'era una volta una vecchia contadina crudele e senza cuore che tirava
pietre agli uccelli e bastonava i cani che incontrava. Un giorno la
vecchia tornava dalla foresta dove era andata a raccogliere bacche,
quando si imbatté in un orso che dormiva sotto un cespuglio e subito la
vecchia pensò di ricavarne qualche vantaggio. Ma non poteva rubargli
niente, perché gli orsi non portano né abiti né scarpe, e allora cavò il
coltello e gli tagliò una zampa. Giunta a casa, scuoiò la zampa e mise da
parte la pelliccia; la carne e l'osso li mise in una pentola per farne uno
stufato. Mentre la carne cuoceva, cardò la pelliccia e si mise a filare la
peluria, dicendo fra sé "Come sono stata fortunata oggi. Avrò una cena
succulenta, lana per farmi le calze e una pelle con cui rivestire il mio
sgabello. Quanto all'orso, bhè, se la caverà con tre zampe. Vero che non
mi ha fatto niente di male, ma chissà quanta gente ha terrorizzato."
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come prima. Scese l'oscurità. Mezzanotte era vicina. La zampa era
ancora cruda, il filo continuava a spezzarsi, e la vecchia non poteva né
mangiare né andare a dormire. Cominciava a provare una lieve
sensazione di paura, anche se non sapeva dire perché. E prese a tremare
in tutte le membra. Più si avvicinava la mezzanotte, più cresceva la
paura. Poi, lontano, dalla parte della foresta, le parve di udire un
gemito. Adesso la vecchia tremava talmente che i denti le battevano. La
voce andava avvicinandosi, ormai era proprio fuori dall'izba (casa) e
cantava queste parole: "Di villaggio in villaggio sono passato, ogni
villaggio ho trovato addormentato, ma sveglia una vecchia nonna, sulla
mia pelle è seduta questa donna, la mia pelliccia essa sta filando, e la
mia stessa carne cucinando.
Tenetelo dunque presente: non fate mai del male a nessuno che non vi
abbia offeso, e non prendete mai niente senza chiederne prima il
permesso al legittimo proprietario.
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151
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Baba Yaga: Antica Dea Psicopompa?
tratto da
153
Tra tutti gli strani personaggi che ricorrono nelle fiabe russe, Baba Yaga
Баба-Яга
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è forse il più noto. Di solito, è vista come una strega malvagia e
pericolosa, ma non è del tutto esatto.
Di Babe Yaghe, infatti, ce ne sono due, una perfida e l'altra buona, che
può prestare aiuto all'eroe. A volte, nell'ambito di una stessa storia,
accade che Baba Yaga riveli qualità positive o negative, a seconda delle
circostanze.
155
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Ma perché le zampe di gallina? Nessuno sa dirlo con precisione. Forse,
comunque, la spiegazione più semplice è che gli enormi tronchi tagliati
a una certa altezza, i ceppi conservanti le loro radici, sui quali i Russi
usavano posare i 4 angoli delle loro izbe (case) somigliavano
effettivamente a zampe di gallina.
157
.... a sua volta associata a un calderone, che è come un mortaio, solo più
grande! Solo un caso... oppure c'è un collegamento anche con Cerridwen?
vedi qui
158
E quando l'eroe del racconto si avvicina alla capanna e vi sbircia dentro,
gli può capitare di constatare che Baba Yaga la riempie completamente,
con il naso premuto contro il soffitto e i piedi ficcati nell'angolo
opposto.
159
magra come uno scheletro, tant'è che a volte è chiamata Baba Yaga
Gambe Ossute. Ha il naso e i denti lunghi e appuntiti.
160
(Nota di Lunaria: da qui il suo essere psicopompa, come Ecate)
161
Alcuni studiosi di folklore sostengono che la capanna di Baba Yaga è
posta, a vigilarli, agli accessi del mondo dei morti, alla frontiera tra
questo e il mondo dei vivi. Nei racconti, Baba Yaga è molto temuta
perché è ben nota la sua tendenza a divorare carne umana e a rapire
bambini, esattamente come i Lesij (che vedremo più sotto)
162
Baba Yaga ha grandi poteri sulla foresta in cui abita e sugli animali che
vi vivono. Bestie del suolo e uccelli le obbediscono, allo stesso modo dei
viventi.
Nota di Lunaria: ci potremmo vedere un riferimento alla Signora degli
Animali, la Signora delle Fiere, la Potnia Theron
163
l'iconografia del volto, a sua volta, ricorda molto la Gorgone e Kali
E Baba Yaga esercita un dominio persino sul tempo, tant'è che Giorno,
Notte e Sole sono i suoi servi (e qui il collegamento con Kali, è ancora
164
più evidente: è la Madre del Tempo...).
Baba Yaga è accompagnata anche dal corvo e dal gatto...
165
...altri due animali carichi di simbolismo: Morrigan e Bast...
Una delle storie più celebri che hanno per protagonista Baba Yaga è
quella di Vassilissa la Bella, figlia di un mercante. La ragazza, orfana di
madre, viene angariata dalla matrigna e dalla sorellastre. Ma la madre,
prima di morire, le aveva lasciato in eredità una piccola bambola
166
magica, suo aiuto e guida. Per quanto la matrigna cerchi di liberarsi di
Vassilissa, trascinandola nel bosco infestato da Baba Yaga, la ragazza
riesce sempre a ritrovare la strada per tornare a casa. Gli elementi
simbolici della fiaba sono legati alle attività che le tre (numero
altamente simbolico!) ragazze devono fare: cucire e filare. In
particolare, le due sorellastre fanno merletti e calze, mentre Vassilissa
deve filare. Ricordiamo che una delle Dee più celebri del pantheon
russo è proprio Mokosh
167
Una sera, le tre ragazze all'opera, restano prive di luce, perché la
candela si spegne, e non c'era fuoco in casa per riaccendere la luce.
Decidono quindi di mandare Vassilissa da Baba Yaga, a richiedere il
fuoco. Rincuorata dalla bambola magica, la fanciulla si avventura nella
buia foresta. Proprio lì, Vassilissa vede due cavalieri: uno tutto bianco e
l'altro tutto rosso. Dopo due giorni di cammino, Vassilissa giunge da
Baba Yaga.
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Vede la casa, ornata da una cinta di ossa umane, con sopra dei teschi.
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E all'improvviso compare Baba Yaga, a cavallo di un mortaio (1),
spingendosi con un pestello che usava come remo e cancellando le
proprie tracce con una scopa.
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Si fermò al cancello e prese a fiutare. Vedendo davanti a sé la fanciulla,
che, tremante, le chiede del fuoco, Baba Yaga acconsente, a patto che la
ragazza svolga per lei diversi compiti. (2)
171
Per alcuni giorni la ragazza si ferma da Baba Yaga, aiutata dalla magica
bambola che pulisce la casa e il cortile, prepara la cena, lava i panni,
separa il frumento dal loglio. Baba Yaga ne resta stupita e domanda alla
ragazza: "Hai qualcosa da dirmi?"
"Avrei un desiderio da esprimere", risponde la fanciulla.
"Ti ascolto, ma non essere troppo curiosa. Se impari troppo, invecchi
anzitempo." (3)
Vassilissa si accontentò di chiedere chi fossero i tre cavalieri: bianco,
rosso, nero.
"Sono Giorno, Sole, Notte", spiegò Baba Yaga, "E sono al mio servizio".
Poi volle sapere a sua volta come mai le faccende fossero state fatte così
bene.
"Mi aiutano le benedizioni di mia madre", rispose Vassilissa.
"Ah sì?" rispose la vecchia. "Quando è così, vattene, non so che farmene
di gente che sia stata benedetta" (4) . Spinse Vassilissa fuori dal
cancello, prese uno dei crani con le orbite ardenti, lo piantò su un
bastone e lo diede a Vassilissa. "Eccoti la luce per le tue sorellastre."
172
Vassilissa corse a casa in gran fretta. Il teschio le illuminava il cammino,
173
spegnendosi solo all'alba.
Giunta che fu, fece per gettare il teschio, pensando che ormai non ci
fosse più bisogno della luce, ma il teschio disse: "Non gettarmi, portami
dalla tua matrigna".
Matrigna e sorrellastre la accolsero gentilmente; da quando era partita,
le dissero, non erano riuscite a tener accesa nessuna fiamma: gli
acciarini non mandavano scintille, le braci che si erano fatte prestare
dai vicini si estinguevano. (5)
Portarono il teschio in casa e lo misero sul tavolo. Gli occhi ardenti del
teschio fissavano matrigna e sorellastre; avevano un bel cercare di
nascondersi, ovunque andassero, gli occhi le inseguivano. Al mattino
erano ridotte in cenere e solo Vassilissa era rimasta in vita. (6)
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lascia intendere che Baba Yaga sia anche una rappresentazione della
Medicina, quindi, ancora una volta, della Sapienza.
176
(2) Riguardo al fatto che Baba Yaga acconsenta a donare il fuoco (la
Sapienza? La Luce della Conoscenza?) alla ragazza solo se lei si
impegnerà a svolgere diversi compiti, lo si può vedere come: "La
Sapienza si acquista solo lavorando, studiando e impegnandosi
duramente".
(6) Chi usa la Sapienza per fini malvagi o si arroga meriti intellettuali
che non ha, finisce per pagare ed essere svergognato ("incenerite").
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I contadini russi nutrivano un timore reverenziale per la foresta, e
anche i più coraggiosi tra loro riluttavano a metterci piede o a passare
lungo i suoi margini nottetempo: il viandante rischiava di perdersi, di
cadere in un burrone o in una palude, di morirvi di fame o ucciso dalle
bestie feroci e soprattutto di imbattersi nei demoni della foresta, i Lesij
180
non me ne vogliano tutti coloro che conoscono il russo e rabbrividiscono
nel vedere questo termine scritto con la nostra S :P -
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184
Il Lesi compariva e scompariva all'improvviso, poteva cambiare a
volontà forma e dimensioni e cangiarsi in tutte le bestie della terra o
dell'aria che abitavano la foresta, soprattutto il lupo e l'orso che
godevano della sua particolare protezione (Nota di Lunaria: per quanto
riguarda l'orso, come vedremo più in là, è probabile che agli inizi fosse
adorato come animale totemico)
(Nota di Lunaria: appunto. Tutto questo farebbe pensare che il Lesi non
fosse altro che un antico Dio delle selve, un Signore degli Animali, poi
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"degradato" a semplice "creatura della foresta, se non demone" in epoca
cristiana. Vedi anche il confronto con Anna la Nera
Uno dei divertimenti preferiti dei Lesij consisteva nel rubare bambini
non ancora battezzati o che fossero lasciati incustoditi; amavano anche
far perdere la strada ai viandanti che si smarrivano nella profondità
della foresta. Ma I Lesij non erano le sole creature soprannaturali
all'interno della foresta: c'erano anche le Rusalke, ovvero le ninfe
acquatiche che spesso però salivano sugli argini dei fiumi e sulle rive dei
laghi, soprattutto nelle notti di luna piena, per cantare o ballare ornate
di ghirlande, o dondolarsi sui rami degli alberi sovrastanti le acque.
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A volte erano munite di coda e potevano trasformarsi in pesci, rospi,
rane. Ma soprattutto amavano starsene a pettinarsi i lunghi capelli verdi
o dorati ammirandosi in uno specchio. Una Rusalka non poteva vivere a
lungo fuori dall'acqua, ma finché aveva il pettine era al sicuro perché il
pettine le conferiva il magico potere di far comparire l'acqua quando e
dove volesse. Le Rusalke erano spesso tristi e solitarie, sempre in cerca
di un compagno con cui condividere l'esistenza nei loro palazzi di
cristallo sotto l'acqua, per cui i contadini quando andavano a nuotare
non mancavano di farsi il segno della croce o di portarne una al collo
perché rendeva le Rusalke incapaci di fare del male.
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Le Rusalke cercavano anche di catturare i bambini tentandoli con cesti
di frutta, noci, focaccine e biscotti.
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e se un giovane era tanto sciocco da rispondere, lo avevano in loro
potere: lo inducevano a unirsi ai loro passatempi solo per trascinarlo
all'acqua e farvelo morire. (Nota di Lunaria: c'è da far notare che
comunque come tutte le fate anche le Rusalke erano volubili: spesso
amavano di un amore sincero e appassionato i viandanti e i contadini,
svolgendo per loro diversi lavori)
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Un'altra creatura era il Domovoi, lo spirito dell'antenato fondatore della
famiglia, che vigilava sul benessere dei suoi componenti ed era
chiamato "nonno" e che abitava nel cuore della stufa, il centro di ogni
izba (casa).
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Il fuoco era così importante (non a caso, in epoca Pagana, era adorato
personificato nel Dio Svarozic) che quando una famiglia cambiava casa
portava con sé le braci dell'antico fuoco con cui accenderne uno nuovo.
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Benché temutissimo, nella leggenda accetta di aiutare una povera
ragazza, Marfusa,
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Il demone, dopo averla messa alla prova, conquistato dalla gentilezza
della fanciulla, decide di lasciarla andare, riportandola a casa e
donandole ricchi doni; quando la matrigna (che aveva due figlie) tenta
di raggirare Morozko conducendogli le sue due figlie, con la speranza
che anche loro possano arricchirsi, esse si comportano da maleducate;
Morozko le punisce quindi facendole morire congelate.
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