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FA-1

FONDAMENTI
PARTE N
N.1
1
• Grandezze elettromagnetiche (A)
• Equazioni di Maxwell (B)
• Relazioni costitutive (C)

PARTE N.2
• Teorema di Poynting (D)
• Grandezze sinusoidali (E)
• Equazioni
q di Maxwell ((F))
• Teorema di Poynting nel dominio delle frequenze (G)

versione settembre 2009


FA-2
RIFERIMENTI
• [Esp08] - Propagazione,
Propagazione appunti di lezione
lezione, Vittorio Degli Esposti
Esposti, 2008
• [Jef89] - Electricity and magnetism, Oleg D. Jefimenko, Electret, 1989
• [[Riz98]] - Lezioni di campi
p elettromagnetici,
g , Vittorio Rizzoli,, Progetto
g Leonardo,, 1998
FA-3
CORRENTE – TENSIONE - CAMPO
• Il sistema internazionale di misura affianca alle sei grandezze fondamentali
lunghezza, massa, tempo, mole, kelvin e candela, due ulteriori grandezze misurabili
fondamentali, tensione (misurata in volt) e corrente (misurata in ampere).
• CORRENTE ELETTRICA
ELETTRICA. Ha
H tre
t proprietà
i tà che
h la
l iindividuano:
di id magnetica,
ti ttermica
i e
chimica. Si misura mediante i galvanometri; ne esistono in grado di sfruttare
qualsiasi di queste proprietà. I più diffusi sono quelli basati sulla proprietà
magnetica.
magnetica
• TENSIONE. Ha due proprietà, quella di indurre forze di attrazione/repulsione tra
corpi e quella di indurre correnti. Gli strumenti per la misura di tensioni sono detti
voltmetri.
• CAMPI ELETTROMAGNETICI. Sulla base delle misure di queste due grandezze i
fisici sperimentali
p del XIX secolo hanno elaborato un sistema di equazioni
q che
coinvolge una funzione scalare detta “carica elettrica” e quattro funzioni vettoriali del
tempo e dello spazio dette campo elettrico (E), induzione elettrica (D), campo
magnetico
g ((H)) ed induzione magnetica
g ((B).
) Queste funzioni sono chiamate “campi” p
perché rappresentano determinate proprietà che una regione di spazio manifesta.
FA-4
CARICA ELETTRICA
• La carica elettrica è ritenuta una proprietà fondamentale della materia
materia,
rappresentabile con una grandezza scalare. La sua unità di misura è il coulomb (C).
• Prescindendo dalla natura intima della carica elettrica, si ipotizza che sia possibile
considerarla
id l come di
distribuita
t ib it nello
ll spazio
i con continuità
ti ità e che
h ttale
l di
distribuzione
t ib i sii
possa descrivere con una funzione del punto e del tempo regolare e derivabile:

Q( t ) = ∫V ρ(r, t )dV (A1)

• DENSITA’ DI CORRENTE: è il campo vettoriale che descrive il movimento della


di t ib i
distribuzione di carica
i elettrica.
l tt i Si misura
i A/m2:
iin A/

J (r, t ) = ρ(r, t )u(r, t ) (A2)

• La componente della densità di corrente lungo la normale ad una superficie


orientata rappresenta la corrente per unità di superficie che fluisce attraverso la
stessa.
t

dI
J (r, t ) ⋅ ˆi n = (A3)
dS
FA-5
CARICA ELETTRICA
• La corrente elettrica che attraversa una superficie è espressa da:
I( t ) = ∫S J(r, t ) ⋅ ˆin dS (A4)

• Gli esperimenti
p fatti hanno mostrato che esistono solo due tipi
p di cariche,, p
per
convenzione detti positivo e negativo. Cariche dello stesso tipo si respingono,
mentre cariche del tipo opposto si attraggono.
• EQUAZIONE DI CONTINUITA’
CONTINUITA . Si ammette che non ci possano essere processi
fisici che portano a distruzione o creazione di carica. Questo principio è enunciato,
matematicamente, dalla relazione:
∂ρ(r, t )
∇ ⋅ J (r, t ) = −
(A5)
∂t
• Per i teoremi del calcolo vettoriale la forma integrale dell’equazione
dell equazione di continuità è:

∫ ∫
d
J (r, t ) ⋅ ˆi n dS = − ρ(r, t ) dV (A6)
dt
S V
• La corrente uscente dalla superficie uguaglia la diminuzione per unità di tempo della
carica racchiusa entro essa.
d
I( t ) = − Q ( t ) (A7)
dt
FA-6
CAMPI ELETTRICI
• CAMPO ELETTRICO: in una certa regione di spazio è presente un campo elettrico
quando una carica elettrica posta in quiete in un punto della regione sperimenta una
forza proporzionale al valore della carica.
• Il vettore
tt campo elettrico
l tt i è definito
d fi it come:
F(r )
E(r ) = lim (A8)
Δq → 0 Δq
• I campi elettrici si manifestano attorno a tutti i corpi carichi e sono ritenuti
conseguenza della carica stessa posseduta dal corpo. Il campo elettrico si misura in
V/
V/m.
• INDUZIONE ELETTRICA: inserendo, all’interno di una regione materiale sottoposta
a campo elettrico, due lastre metalliche piane ad una certa distanza tra loro, si
sperimenta l’accumulo di carica elettrica di un segno su una delle lastre e di segno
opposto sull’altra. Riducendo la dimensione delle lastre si osserva che rimane
costante la densità di carica indotta.
• Il vettore induzione elettrica (o spostamento elettrico, indicato con la lettera D),
normale alle superfici, misura la quantità di carica indotta per unità di superficie. La
sua unità di misura è C/m2, o anche A s/m2.
FA-7
CAMPI MAGNETICI
• INDUZIONE MAGNETICA: la regione attorno ad un filo percorso da corrente ha la
proprietà per cui ai capi di una spira aperta la cui area vari nel tempo è indotta una
differenza di tensione.
• La
L proprietà
i tà è d
descrivibile
i ibil mediante
di t un campo vettoriale,
tt i l iindicato
di t d dalla
ll llettera
tt B e
B,
chiamato induzione magnetica. Si misura in V s/m2.

• CAMPO MAGNETICO: la regione attorno ad un filo percorso da corrente statica


manifesta la proprietà di deflettere un ago di materiale magnetico. Questa proprietà,
e quindi il campo, è uniforme all’interno di una bobina in cui circola una corrente
statica. Sperimentalmente risulta che nel centro della bobina è costante il rapporto
tra corrente e lunghezza moltiplicato per il numero di spire.
• Il vettore campo magnetico, indicato con la lettera H e diretto lungo l’asse
l asse della
bobina, si misura in A/m.
FA-8
FORZA DI LORENTZ
• FORZA DI LORENTZ.
LORENTZ Una carica elettrica che si muove in una regione di spazio
sede di una campo elettromagnetico è sottoposta ad una forza pari a:
F(r, t ) = q[E(r, t ) + u(r, t ) × B(r, t )] (A9)
• In presenza di una distribuzione di carica la forza per unità di volume (N/m3):
f (r , t ) = ρ(r, t )[E(r, t ) + u(r , t ) × B(r, t )] (A10)

• Questa equazione consente di mettere in relazione i campi elettromagnetici e la


carica elettrica con grandezze meccaniche. Infatti il lavoro compiuto in una regione
arbitraria V dalla forza di Lorentz in un intervallo di tempo infinitesimo:

dL(t ) = ∫V [f (r, t )dV] ⋅ [u(r, t )dt ] = ∫V ρ(r, t )u(r, t ) ⋅ E(r, t )dV dt (A11)

• La
L potenza
t iistantanea
t t ceduta
d t dalla
d ll fforza di L
Lorentz
t alla
ll carica
i lib
libera iin movimento
i t
in V:
dL(t )
p L (t ) = = ∫V J(r, t ) ⋅ E(r, t )dV ((A12))
dt

• E’ attraverso il lavoro compiuto dalla forza di Lorentz che il campo elettromagnetico


cede
d energia
i all mondo
d circostante.
i t t
FA-9
SORGENTI DEI CAMPI
• In generale un campo elettromagnetico che metta in moto una distribuzione di
carica eroga potenza e quindi deve essere sostenuto mediante fenomeni fisici da
esso indipendenti, sostenuti dalle cosiddette sorgenti del campo.
• Le
L sorgentiti vengono schematizzate h ti t con una d
densità
ità di corrente
t elettrica:
l tt i
J i (r, t ) = ρi (r, t )u(r, t ) (A13)

• Si tratta di una densità di carica mantenuta in movimento da forze impresse


indipendenti dal campo. Queste esercitano un’azione meccanica sulla carica
impressa di uguale intensità e di segno contrario alla forza di Lorentz che il campo
esercita su di loro
loro, sostenendo così il campo stesso ed erogando potenza
potenza. Quindi la
potenza istantanea irradiata dalle sorgenti, pI(t), è uguale e contraria a quella che il
campo cede alle cariche impresse attraverso la forza di Lorentz, pLi(t):
p I (t ) = − p Li (t ) = −

V∞
J i (r, t ) ⋅ E(r, t ) dV (A14)

• Si chiama antenna trasmittente qualunque dispositivo che è in grado di sostenere


una distribuzione di correnti impresse e che mediamente nel tempo cede potenza al
campo. Qualunque dispositivo invece che mediamente nel tempo assorba potenza
dal campo
p è detto antenna ricevente.
FA-10
LEGGE DI AMPERE-MAXWELL
• Legge di Ampère: la circuitazione del vettore campo magnetico lungo una linea
chiusa è uguale alla corrente concatenata con la linea stessa:

∫ H(r ) ⋅ ˆi t dl = ∫ J(r )⋅ ˆin dS (B1)


C S

• Questa equazione è valida solamente in condizioni stazionarie. Maxwell, in base a


ragionamenti di tipo fluidodinamico
fluidodinamico, modificò la relazione introducendo un ulteriore
termine detto corrente di spostamento:
d
∫ H(r, t ) ⋅ ˆi t dl = ∫ D(r, t )⋅ ˆi n dS + J (r, t )⋅ ˆi n dS
∫ ((B2))
dt
C S S
• L’equazione in forma differenziale include il termine detto densità di corrente di
spostamento:

∇ × H(r, t ) = D(r, t ) + J (r, t ) (B3)
∂t
• Un campo magnetico può avere origine o da una corrente elettrica o da una
variazione di flusso dell’induzione elettrica.
FA-11
LEGGE DI FARADAY-NEWMANN-LENZ
• Le forza elettromotrice indotta in una linea chiusa è uguale all’opposto
all opposto della derivata
del flusso di induzione magnetica concatenato con la linea stessa.

∫ ∫
d
E(r, t ) ⋅ ˆi t dl = − B(r, t )⋅ ˆi n dS (B4)
d
dt
C S
• In forma differenziale:

∇ × E(r, t ) = − B(r, t ) (B5)
∂t

• Il segno “-” implica che la ff.e.m.


e m indotta è sempre tale da opporsi alla causa che l’ha
l ha
generata (legge di Lenz).
• Quindi ad un campo di induzione magnetica variabile è sempre associato un campo
elettrico
l tt i non nullo.
ll
• La legge di Faraday lega tra loro il campo elettrico e l’induzione magnetica
mediante un’equazione
q in cui compare
p una derivata rispetto
p al tempo:
p q questa
dipendenza coinvolge lo stato di moto relativo tra due sistemi di riferimento in cui si
misurino i campi e, in generale, la misura degli stessi darà risultati differenti.
FA-12
EQUAZIONI DELLA DIVERGENZA
• LEGGE DI GAUSS: il flusso uscente da una superficie chiusa del vettore induzione
elettrica è uguale alla carica elettrica contenuta all’interno della superficie stessa.
• La forma integrale e quella differenziale sono rispettivamente:

S

D(r, t ) ⋅ ˆi n dS = ρ(r, t ) dV
V
(B6)

∇ ⋅ D(r, t ) = ρ(r, t ) (B7)

• Il campo induzione elettrica è quello totale, dovuto anche a cariche esterne alla
p ; tuttavia q
superficie; questo contributo al flusso è nullo.
• E’ una forma alternativa della legge di Coulomb, valida anche per cariche in moto.
• LEGGE DELLA SOLENOIDALITA’ DELL’INDUZIONE MAGNETICA:

S
B(r, t ) ⋅ ˆi n dS = 0 (B8)

∇ ⋅ B(r, t ) = 0 (B9)

• Applicando l’operatore divergenza alla equazioni di rotore, sfruttando l’equazione di


continuità della carica elettrica e ipotizzando
p che esista una g
generica regione
g dello
spazio in cui i campi sono nulli si giunge a derivare le equazioni della divergenza.
FA-13
EQUAZIONI FONDAMENTALI

Forma locale Forma integrale

∂ρ(r, t )
∫ ∫
Equazione d
di ∇ ⋅ J (r, t ) = − J (r, t ) ⋅ ˆi n dS = − ρ(r, t ) dV
continuità ∂t S
dt
V


∇ × H(r, t ) = D(r, t ) + J (r, t )
d
∫ H(r, t ) ⋅ ˆi t dl = D(r, t )⋅ ˆi n dS + J (r, t )⋅ ˆi n dS
∫ ∫
∂t dt
Equazioni C S S
di Maxwell

∫ ∫
d
∇ × E(r, t ) = − B(r, t ) E(r, t ) ⋅ ˆi t dl = − B(r, t )⋅ ˆi n dS
∂t dt
C S

Equazioni
∇ ⋅ D(r, t ) = ρ(r, t ) ∫
S

D(r, t ) ⋅ ˆi n dS = ρ(r, t ) dV
V
di
divergenza
∇ ⋅ B(r, t ) = 0 ∫
S
B(r, t ) ⋅ ˆi n dS = 0
FA-14
EQUAZIONI FONDAMENTALI
• Le relazioni elencate nella pagina precedente non sono tutte indipendenti
indipendenti. Infatti:
¾ Le equazioni della divergenza possono essere derivate da quelle di rotore (le
vere e proprie equazioni di Maxwell) utilizzando l’equazione di continuità della
carica.
i
¾ L’equazione di continuità della carica può essere ricavata dalla legge di
Ampere-Maxwell e dall’equazione della divergenza di D.
• Tuttavia nessuno dei due sistemi di equazioni fondamentali è in generale risolvibile,
perché il numero di incognite è superiore al numero di equazioni. Occorre
specificare ulteriori relazioni
relazioni, dette costitutive
costitutive, che specificano i legami tra i quattro
campi vettoriali dovuti influenza del mezzo materiale in cui i campi stessi si trovano.
• In ogni caso una volta che sia nota la dipendenza dei vettori D, B, e J dai vettori E
ed H entrambi i set di equazioni definiscono univocamente i campi E ed H stessi.
stessi
Infatti per il teorema di Helmholtz un campo vettoriale sufficientemente regolare
all’infinito è completamente determinato dalla conoscenza, in tutti i punti dello
spazio del suo rotore e della sua divergenza
spazio, divergenza.
FA-15
RELAZIONI COSTITUTIVE
• Per tenere conto del comportamento effettivo dei mezzi materiali conviene
considerare nella equazione di Ampére-Maxwell una corrente di conduzione
legata ai campi elettrico e magnetico. Le equazioni di Maxwell generali si scrivono:

∇ × H (r, t ) = D(r, t ) + J c (r, t ) + J i (r, t )
∂t (C1)

∇ × E(r, t ) = − B(r, t )
∂t
• I vettori D, B, e Jc descrivono le reazioni del mezzo materiale alla presenza del
campo elettromagnetico. Sono rispettivamente riconducibili ad una polarizzazione
elettrica
l tt i e magnetica
ti d deglili atomi
t ieddelle
ll molecole
l l d
dell mezzo ed
d all ttrasporto
t di
cariche libere. Per un mezzo materiale qualunque le leggi fisiche, dette relazioni
costitutive, che descrivono questi fenomeni possono scriversi mediante operatori
integro differenziali eventualmente non lineari:
integro-differenziali
D(r, t ) = Θ[E(r, t ), H (r, t ), r, t ]
B(r, t ) = Ξ[E(r, t ), H(r, t ), r, t ] (C2)

J c (r, t ) = Φ[E(r, t ), H (r, t ), r, t ]


• La presenza esplicita del tempo indica la possibilità che le caratteristiche del mezzo
varino nel tempo o, in particolare che il mezzo sia in movimento rispetto
all’osservatore.
FA-16
CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI MATERIALI
• Mezzi invarianti nel tempo o stazionari: la risposta del mezzo all’eccitazione
all eccitazione
rappresentata dal campo elettrom. è invariante rispetto ad una traslazione nel
tempo dell’eccitazione stessa, salvo una traslazione nel tempo della stessa entità.
• Mezzi
M i non dispersivi:
di i i i valori
l i di D,
D B,
B e Jc in
i un generico
i punto
t ed
d in
i un generico
i
istante dipendono esclusivamente dai valori assunti dalle eccitazioni nel medesimo
punto e nel medesimo istante. Se questa condizione non è soddisfatta si possono
avere mezzi spazialmente dispersivi o mezzi temporalmente dispersivi
dispersivi.
• Mezzi lineari: i valori di D, B, e Jc in un generico punto ed in un generico istante
dipendono linearmente dai valori delle eccitazioni.
• Mezzi lineari isotropi: i valori di D, B, e Jc in un generico punto ed in un generico
istante non dipendono dalla direzione e dal verso di applicazione delle eccitazioni.
IIn caso contrario si p
parla di mezzi lineari anisotropi.
p
• Una classe importante di mezzi è quella costituita dai mezzi lineari, stazionari, non
dispersivi e anisotropi:
D(r, t ) = ε(r, t ) ⋅ E(r, t )
B(r, t ) = μ(r, t ) ⋅ H (r, t ) (C3)
J c (r, t ) = σ (r, t ) ⋅ E(r, t )
dove i tensori ε, μ e σ sono detti permettività (o permeabilità) elettrica,
elettrica
permeabilità magnetica e conducibilità elettrica.
FA-17
CLASSIFICAZIONE DEI MEZZI MATERIALI
• Si definisce MEZZO NORMALE un mezzo che è non dispersivo
dispersivo, stazionario e
lineare isotropo:
D(r, t ) = ε(r ) ⋅ E(r, t )
B(r, t ) = μ(r ) ⋅ H (r, t ) (C5)

J c (r, t ) = σ(r ) ⋅ E(r, t )

Tale mezzo si dice infine omogeneo se i parametri costitutivi sono indipendenti dal
punto.
• Per un mezzo normale le equazioni
q di Maxwell p
possono scriversi:

∇ × H(r, t ) = ε(r ) E(r, t ) + σ(r )E(r, t ) + J i (r, t )
∂t (C6)

∇ × E(r, t ) = −μ(r ) H (r, t )
∂t
• Sono due equazioni differenziali lineari alle derivate parziali del primo ordine e non
omogenee nei due campi vettoriali incogniti
incogniti, aventi come termine noto le correnti
impresse. Il problema fondamentale dell’elettromagnetismo è integrare queste due
equazioni con determinate condizioni al contorno.
• La
L lilinearità
ità delle
d ll C6 assicura
i lla validità
lidità d
dell principio
i i i di sovrapposizione
i i degli
d li
effetti. Ovvero, in presenza di due o più sorgenti, il campo complessivo è la
somma dei campi sostenuti dalle singole sorgenti.
FA-18
TEOREMA DI POYNTING
• Le correnti impresse da forze indipendenti dal campo
campo, trasferiscono energia al
campo elettromagnetico mediante il lavoro compiuto contro la forza di Lorentz. E’
possibile scrivere dettagliatamente il bilancio di questo scambio energetico (A14).
• Supponendo
S d una regione
i lilimitata
it t iinvariante
i t nell ttempo, sede
d di un mezzo normale
l e
di una distribuzione di correnti impresse, dalle equazioni di Maxwell si può scrivere:
∂ ⎛1 1 ⎞
− Ji ⋅ E = ⎜ ε(r )E ⋅ E + μ(r )H ⋅ H ⎟ + σ(r )E ⋅ E + ∇ ⋅ (E × H ) (D1)
∂t ⎝ 2 2 ⎠
dove si è sottintesa la dipendenza dal punto e dal tempo di campi e sorgenti.
• Integrando ed applicando il teorema della divergenza si ottiene l’equazione del
teorema di Poynting:
d ⎛1 1 ⎞
− ∫V J i ⋅ E dV = ∫⎜ ε (r )E ⋅ E + μ(r )H ⋅ H ⎟ dV + ∫V σ(r )E ⋅ E + ∫SE × H ⋅ ˆin dS (D2)
dt V⎝ 2 2 ⎠
• Con ovvia corrispondenza
p dei simboli il teorema p
può scriversi sinteticamente:
d d
p I (t ) = u E (t ) + u H (t ) + p J (t ) + p T (t ) (D3)
dt dt
• Da un punto di vista dimensionale il termine a primo membro è una potenza:
[p I (t )] = A2 V m3 = VA = W (D4)
m m
FA-19
BILANCIO DI POTENZE
• Il teorema è un bilancio di cinque termini con il seguente significato:
1) pI(t): la potenza istantanea erogata dalle correnti impresse localizzate entro V.
2)) uE((t)) e uH((t):
) rappresentano
pp l’energia
g immagazzinata
g dal campop elettrico e da
quello magnetico entro la regione V. Nel caso in cui i parametri costitutivi siano
indipendenti dal tempo i due termini perdono significato. Se il mezzo è passivo
l’energia assorbita dal mezzo deve essere strettamente positiva e quindi in tal
caso:
ε(r ) > 0 μ(r ) > 0 (D5)

3) pJ(t):
(t) rappresenta
t energia
i ceduta
d t dalle
d ll forze
f di Lorentz
L t alle
ll cariche
i h libere
lib che
h
si muovono nel mezzo e/o agli atomi del reticolo cristallino. E’ una potenza
ceduta sotto forma di calore (effetto Joule). Se il mezzo è passivo deve essere:
σ(r ) ≥ 0 (D6)

4) pT(t): rappresenta la potenza istantanea che fluisce attraverso la superficie S e


viene ceduta alla regione ad essa esterna; è detto potenza istantanea
trasmessa (o irradiata) attraverso la superficie S. E’ una potenza che in
generale fa fronte alle necessità energetiche della regione esterna.
FA-20
TEOREMA DI POYNTING
• Il cosiddetto vettore di Poynting:
P(r, t ) = E(r, t ) × H (r, t ) (D7)

non ha significato
g fisico p
punto p
per p
punto: solo il suo flusso attraverso una superficie
p
chiusa è fisicamente identificato.
• L’espressione (D1), forma locale del teorema, può anche riscriversi:
∂ ⎛1 1 ⎞
⎜ ε(r )E ⋅ E + μ(r )H ⋅ H ⎟ + ∇ ⋅ P = (− σ(r ) E + J i ) ⋅ E (D8)
∂t ⎝ 2 2 ⎠
la quale evidentemente è una relazione di continuità che coinvolge una densità di
energia del campo, il vettore di Poynting, un effetto termico ed un eventuale densità
di potenza erogata dalle sorgenti.
• Il teorema
t indica
i di che
h l’energia
l’ i è trasportata
t t t dai
d i campii ed
d è distribuita
di t ib it nella
ll regione
i
occupata dai campi stessi. Su questo principio si basano gran parte dei dispositivi
utilizzati per la trasmissione dei segnali (guide d’onda, linee di trasmissione, fibre
ottiche,
tti h ecc…): ) in
i queste
t strutture
t tt le
l partiti metalliche
t lli h e quelle
ll di
dielettriche
l tt i h non
servono per il trasporto o il confinamento di correnti, ma per modellare il campo
elettromagnetico nello spazio circostante e trasferire energia disegnando un
opportuno campo di flusso del vettore di Poynting
Poynting.
FA-21
GRANDEZZE SINUSOIDALI
• Una grandezza vettoriale le cui componenti variano sinusoidalmente nel tempo
(detto vettore sinusoidale), può scriversi in due forme equivalenti:
( )
E(t ) = E xM cos(ωt + ϑx ) ˆi x + E yM cos ωt + ϑy ˆi y + E zM cos(ωt + ϑz ) ˆi z
~
(E1)
E(t ) = E1 cos(ωt ) − E2sen (ωt )
~

dove si è posto:
E1 = E xM cos(ϑx )ˆi x + E yM cos(ϑy )ˆi y + E zM cos(ϑz ) ˆi z
(E2)
E2 = E xMsen (ϑx ) ˆi x + E yMsen (ϑy )ˆi y + E zMsen (ϑz ) ˆi z
• Definito il vettore complesso (detto fasore)
jϑ y
E = E1 + jE2 = E xM e jϑ x ˆi x + E yMe ˆi y + E zM e jϑz ˆi z (E3)

si p
può scrivere:
E(t ) = Re[E exp( jωt )]
~ (E4)

• Per questo motivo il vettore complesso E è detto vettore complesso rappresentativo


del vettore sinusoidale E(t). Nel caso di un campo vettoriale sinusoidale, si avrà un
campo vettoriale complesso rappresentativo.
FA-22
PROPRIETA’ DELLA TRASFORMATA DI STEINMETZ
• La tre relazioni fondamentali tra vettori sinusoidali e vettori complessi
rappresentativi sono:
1) Il vettoriale rappresentativo di un vettore sinusoidale è nullo se e solo se lo è il
vettore
tt sinusoidale
i id l stesso.
t
2) Il campo vettoriale rappresentativo di un campo sinusoidale cui è applicato un
operatore differenziale che agisce sulle sole coordinate spaziali è ottenuto
applicando l’operatore sui vettori del campo complesso rappresentativo del
campo sinusoidale.
~ ~
[
Ψ{E(r, t )} = Re Ψ{E(r, t )}exp( jωt ) ] (E5)

3) Il campo vettoriale rappresentativo di un campo sinusoidale cui è applicata una


derivata rispetto al tempo è ottenuto moltiplicando per un fattore jω il campo
complesso rappresentativo del campo sinusoidale.

∂E(r, t )
~
= Re[ jωE(r ) exp( jωt )] (E6)
∂t
∂ n E(r, t )
[ ]
~
= Re ( j ω)n
E(r )exp( jωt ) (E7)
∂t n
FA-23
EQ. DI MAXWELL NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE
• Se tutte le grandezze elettromagnetiche sono funzioni sinusoidali del tempo con la
stessa pulsazione, introducendo i campi vettoriali complessi rappresentativi dei
campi vettoriali sinusoidali che compaiono nelle stesse, queste ultime possono
essere scritte come:
⎧∇ × H (r, ω) = jωD(r, ω) + J c (r, ω) + J i (r, ω) (F1)

⎩∇ × E(r, ω) = − jωB(r, ω)
• Le equazioni costitutive per un mezzo normale assumono la forma:
D(r, ω) = ε(r )E(r, ω)
B(r, ω) = μ(r )H(r, ω)
(F2)

J c (r, ω) = σ(r )E(r, ω)


• Nella
N ll maggior
i parte
t ddeii casii i parametri
t i costitutivi
tit ti i presentano
t una di
dipendenza
d d
dalla
ll
frequenza: è il mezzo è quindi temporalmente dispersivo. Tuttavia la complessità
delle equazioni di Maxwell rimane invariata da un punto di vista formale.
D(r, ω) = ε(r, ω)E(r, ω)
B(r, ω) = μ(r, ω)H (r, ω) (F3)
J c (r, ω) = σ(r, ω)E(r, ω)
FA-24
EQ. DI MAXWELL NEL DOMINIO DELLE FREQUENZE
• Nel dominio delle frequenze un mezzo è detto normale quando è spazialmente non
dispersivo, stazionario e lineare isotropo.
• La permettività complessa del mezzo è definita come:
σ(r, ω)
εc (r, ω) = ε(r, ω) + (F4)

• Il problema generale di risoluzione delle equazioni di Maxwell nel dominio della
frequenza si esprime, da un punto di vista matematico come:
⎧∇ × H (r, ω) = jω εc (r, ω) E(r, ω) + J i (r, ω) (F5)

⎩∇ × E(r, ω) = − jω μ(r, ω) H (r, ω)
• L’equazione di continuità nel dominio delle frequenze:
∇ ⋅ [σ(r, ω) E(r, ω) + J i (r, ω)] = − jω ρ(r, ω) (F6)

Da cui le equazioni della divergenza:


⎧∇ ⋅ [ε(r, ω) E(r, ω)] = ρ(r, ω)
⎨ (F7)
⎩∇ ⋅ [μ(r, ω) H (r, ω)] = 0
• Se il mezzo è omogeneo:
⎧ ρ(r, ω)
⎪∇ ⋅ [ E(r, ω)] =
⎨ ε(ω) (F8)
⎪⎩∇ ⋅ [ H(r, ω)] = 0
FA-25
POTENZA IN REGIME SINUSOIDALE
• Dati due vettori sinusoidali alla stessa pulsazione
pulsazione, il valor medio in un periodo del
loro prodotto scalare può scriversi:
T T T
~ ~ 1 ~ ~ 1 ⎡ F ⋅ G* ⎤ 1 ⎡ F ⋅ G j2ωt ⎤ ⎡ F ⋅ G* ⎤
F ⋅G =
T ∫
F ⋅ Gdt =
T ∫
Re ⎢
⎣ 2
⎥ dt +
⎦ T ∫Re ⎢
⎣ 2
e ⎥

dt = Re ⎢
⎣ 2


(F9)
0 0 0

• Il valor medio del prodotto vettoriale: ~ ~ ⎡ F × G* ⎤


F × G = Re ⎢ ⎥ (F10)
⎣ 2 ⎦
• Quindi la potenza istantanea relativa ad un volume V
(F11)
⎡ J (r ) ⋅ E(r ) ⎤
*
⎡1 ⎤
pL (t ) =
J (r, t ) ⋅ E(r, t )dV = Re ⎢ dV ⎥ + Re ⎢ exp( j2ωt ) J (r ) ⋅ E(r ) dV ⎥
~ ~
~
V ∫ ∫
⎢⎣ V 2 ⎥⎦ ⎣2 V ∫ ⎦
è somma di un termine costante e di un termine sinusoidale di p pulsazione 2ω.
• La potenza attiva vale: ⎡ J (r )* ⋅ E(r ) ⎤
J (r, t ) ⋅ E(r, t )dV = Re ⎢
~ ~
PL =
V ∫ ⎣⎢ V
∫ 2
dV ⎥
⎦⎥
(F12)

• Il termine sinusoidale di pulsazione 2ω che compare nella (F10) è detto potenza


istantanea reattiva, mentre la grandezza complessa:

∫V J(r ) ⋅ E(r )dV (F13)


reazione elettromagnetica.
FA-26
TEOREMA DI POYNTING
• Se tutte le grandezze sono sinusoidali e il mezzo è normale
normale, ma non dispersivo
dispersivo, il
teorema di Poynting nel dominio delle frequenze può scriversi (sottintendendo la
dipendenza dal punto e dalla frequenza dei campi):
J i* ⋅ E + M i ⋅ H * ⎛ H ⋅ H *
E ⋅ E*⎞
− ∫ dV = j2ω ⎜⎜ μ(r )
∫ − ε(r ) ⎟ dV

(G1)
V 2 V
⎝ 2 2 ⎠
E ⋅ E* E × H* ˆ
+ σ(r )
∫ dV +∫ ⋅ i n dS
V 2 S 2
• Poiché la potenza istantanea e quella attiva irradiate dalle sorgenti valgono
~ ~ ~ ~ ⎡
Ji ⋅ E + M i ⋅ H J i* ⋅ E + M i ⋅ H * ⎤
pI ( t ) = −
~
∫ dV PI = Re ∫R ⎢− dV ⎥ (G2)
V 2 ⎣⎢ V 2 ⎥⎦
al termine al primo membro della (G1) si dà il nome di potenza complessa
i di t dalle
irradiata d ll sorgentiti
J i* ⋅ E + M i ⋅ H *

PIc = −
V 2
dV ≡ PI + jQ I (G3)

dove QI è detta potenza reattiva irradiata dalle sorgenti sorgenti.


• In modo del tutto analogo si definisce la potenza complessa trasmessa
attraverso la superficie S:
E × H* ˆ
PTc = ∫
V 2
⋅ i n dS ≡ PT + jQT (G4)
FA-27
TEOREMA DI POYNTING
• Questa relazione identifica un vettore complesso di Poynting
Poynting, il quale tuttavia non
ha alcuna relazione precisa con il vettore reale. IL vettore complesso non è il vettore
rappresentativo del vettore di Poynting e, in particolare, ha pulsazione doppia
rispetto al primo.
primo
• Dato che il mezzo è non dispersivo le energie istantaneamente immagazzinate
sotto forma magnetica o elettrica sono:
~ ~
H ⋅H
u H (t ) = μ(r )
~
∫ dV
(G5)
~ 2~
V
E⋅E
u E (t ) = ε(r )
~
∫ dV
V 2
• I valori medi nel tempo, sono esattamente i termini che compaiono nella (G1):
H ⋅ H*
U H = μ(r )
∫ dV (G6)
V 4
E ⋅ E*
U E = ε(r )
∫ dV
V 4
• Infine la potenza istantanea dissipata per effetto Joule, il cui valor medio nel tempo,
è detto potenza attiva dissipata:
~ ~
E ⋅E E ⋅ E*
pJ (t ) = σ(r )
∫ PJ = σ(r )

~ dV dV (G7)
V 2 V 2
FA-28
TEOREMA DI POYNTING
• Quindi la relazione di Poynting può riscriversi
riscriversi, separando parti reali ed immaginarie:
PI = PJ + PT (G8)
Q I = 2ω(U H − U E ) + QT

• BILANCIO DELLA POTENZA ATTIVA. Integrando rispetto al tempo la (D2) e


dividendo per il periodo T si otterrebbe esattamente l’equazione (G8a) che quindi
altro non è che la media in un periodo del bilancio delle potenze istantanee
istantanee. In tale
formula non compaiono termini legati all’immagazzinamento di energia nel mezzo;
ciò significa che le sorgenti devono far fronte solamente alle variazioni istantanee di
energia e tali variazioni sono a media nulla in un periodo
periodo.
• BILANCIO DELLA POTENZA REATTIVA. Innanzitutto si definisce condizione di
risonanza locale o globale quella condizione in cui Qi=0 perché lo è punto per
punto la sua funzione integranda o o, rispettivamente
rispettivamente, il valore dell’integrale
dell integrale. In tale
condizione il trasferimento di potenza dalle sorgenti al campo è massimo. I motivi
per cui ci si può discostare dalla condizione di risonanza sono legati o a
immagazzinamenti di energia nel mezzo o ad una richiesta di potenza reattiva
esterna alla superficie del teorema di Poynting (come attesta la G8b).

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