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MEDIA E MINORI

Il senso della notizia


LA TUTELA DEI MINORI
• E’ uno di quei campi in cui alla produzione
legislativa vera e propria si sono sviluppate una
serie di riflessioni che hanno dato vita a carte dei
diritti, codici deontologici, ecc. ,
• Cioè che hanno dato voce a una particolare
sensibilità della comunità mondiale (o di una
parte di essa) nei confronti di questo tema
• Vedremo che nell’attività giornalistica in Italia la
tutela dei minori è, almeno sulla carta, l’unico
ambito in cui è stata messa nero su bianco una
limitazione del diritto di cronaca
LA CARTA DEI DIRITTI DELLA BAMBINA
• Importante perché diffonde la conoscenza di
una lettura di genere dei d iritti sanciti dalla
Convenzione Onu dei diritti dell’infanzia del
1989
• Con principi direttamente finalizzati alla tutela
delle bambine e delle ragazze che, nel
panorama dell’infanzia, rappresentano un
obiettivo di discriminazione ancora più grave e
necessitano di forme specifiche di protezione
OGNI BAMBINA HA DIRITTO
• Di essere rispettata e trattata con giustizia
dalla famiglia, dalla scuola, dai servizi di sanità
e dalla comunità (Art. 1)
• Di ricevere una educazione in materia di
economia e di politica che le consenta di
diventare una vera cittadina (Art. 5)
• Di non essere bersaglio di pubblicità (Art.9)
LA CARTA DI TREVISO
• E’ il codice deontologico varato e approvato nel 1990
dall’Ordine dei giornalisti e dalla Federazione nazionale
della stampa italiana, d’intesa con il telefono Azzurro e
con Enti e istituzioni della Città di Treviso
• Tutela i diritti dei minori attraverso l’individuazione di
NORME VINCOLANTI DI AUTOREGOLAMENTAZIONE
PER I GIORNALISTI
• Si basa sui principi e sui valori sanciti dalla Costituzione
italiana, dalla Convenzione dell’Onu del 1989 sui diritti
dei bambini e sulle Direttive europee
LE NORME
• va garantito l'anonimato del minore coinvolto in fatti di cronaca, anche non aventi rilevanza penale, ma
lesivi della sua personalità, come autore, vittima o teste; tale garanzia viene meno allorché la
pubblicazione sia tesa a dare positivo risalto a qualità del minore e/o al contesto familiare e sociale in cui
si sta formando;
• va altresì evitata la pubblicazione di tutti gli elementi che possano con facilità portare alla sua
identificazione,
• il bambino non va intervistato o impegnato in trasmissioni televisive e radiofoniche che possano lederne la
dignità o turbare il suo equilibrio psico-fisico, né va coinvolto in forme di comunicazioni lesive
dell'armonico sviluppo della sua personalità, e ciò a prescindere dall'eventuale consenso dei genitori;
• nel caso di comportamenti lesivi o autolesivi – suicidi, gesti inconsulti, fughe da casa, microcriminalità, ecc.
– posti in essere da minorenni, fermo restando il diritto di cronaca e l'individuazione delle responsabilità,
occorre non enfatizzare quei particolari che possano provocare effetti di suggestione o emulazione;
• nel caso di minori malati, feriti, svantaggiati o in difficoltà occorre porre particolare attenzione e sensibilità
nella diffusione delle immagini e delle vicende al fine di evitare che, in nome di un sentimento pietoso, si
arrivi ad un sensazionalismo che finisce per divenire sfruttamento della persona;
• particolare attenzione andrà posta nei confronti di strumentalizzazioni che possano derivare da parte di
adulti interessati a sfruttare, nel loro interesse, l'immagine, l'attività o la personalità del minore;
• tali norme vanno applicate anche al giornalismo on-line, multimediale e ad altre forme di comunicazione
giornalistica che utilizzino innovativi strumenti tecnologici per i quali dovrà essere tenuta in
considerazione la loro prolungata disponibilità nel tempo;
• tutti i giornalisti sono tenuti all'osservanza di tali regole per non incorrere nelle sanzioni previste dalla
legge istitutiva dell'Ordine.
LE SANZIONI
• 48. Procedimento disciplinare
• Gli iscritti nell'Albo, negli elenchi o nel registro che si rendano colpevoli di fatti non conformi al decoro e alla dignità professionale, o di fatti che
compromettano la propria reputazione o la dignità dell'Ordine, sono sottoposti a procedimento disciplinare.
• Il procedimento disciplinare è iniziato d'ufficio dal Consiglio regionale o interregionale, o anche su richiesta del procuratore generale competente ai
sensi dell'art. 44.


• 49. Competenza
• La competenza per il giudizio disciplinare appartiene al Consiglio dell'Ordine presso il quale è iscritto l'incolpato.
• Se l'incolpato è membro di tale Consiglio il procedimento disciplinare è rimesso al Consiglio dell'Ordine designato dal Consiglio nazionale.


• 50. Astensione o ricusazione dei membri del Consiglio dell'Ordine
• L'astensione e la ricusazione dei componenti del Consiglio sono regolate dagli artt. 51 e 52 del codice di procedura civile, in quanto applicabili.
• Sull'astensione, quando è necessaria l'autorizzazione, e sulla ricusazione decide lo stesso Consiglio.
• Se, a seguito di astensioni e ricusazioni viene a mancare il numero legale, il presidente del Consiglio rimette gli atti al Consiglio dell'Ordine designato
dal Consiglio nazionale.
• Il Consiglio competente a termini del comma precedente, se autorizza l'astensione o riconosce legittima la ricusazione, si sostituisce al Consiglio
dell'Ordine cui appartengono i componenti che hanno chiesto di astenersi o che sono stati ricusati; altrimenti restituisce gli atti per la prosecuzione
del procedimento.


• 51. Sanzioni disciplinari
• Le sanzioni disciplinari sono pronunciate con decisione motivata dal Consiglio, previa audizione dell'incolpato.
• Esse sono:
• a) l'avvertimento;
• b) la censura;
• c) la sospensione dall'esercizio della professione per un periodo non inferiore a due mesi e non
• d) superiore ad un anno;
• e) la radiazione dall'Albo. Legge Istitutiva dell’Ordine dei giornalisti (1963)
OBIETTIVO SULLA TELEVISIONE
• Che rischia di diventare la grande dimenticata
perché l’attenzione si sta spostando sulle
potenzialità e sui pericoli di Internet
• Ma la televisione continua ad essere la nostra
compagna di vita quotidiana
• Un dato: il 50% dei bambini anconetani in età
scolare consuma i pasti principali davanti alla
tv. La metà sta in silenzio – non comunica. Per
l’Oms questa è una della cause di obesità
L’IMMAGINE
• Promozione di una immagine femminile che il più delle
volte spinge all’autodiscriminazione
• Perché propone un modello che privilegia quasi
esclusivamente l’estetica e quasi mai il saper essere e il
saper fare
• La ragione di ciò sta nella tendenza a uniformare tutti i
linguaggi a quello dello spettacolo, in cui,
naturalmente, la fisicità ricopre un ruolo fondamentale
• Anche gli adulti fanno fatica ad operare una
separazione tra i vari registri, figuriamoci i bambini
ALL’ORIGINE C’E’ L’INFOTAINMENT
• significa letteralmente informazione-spettacolo (oppure lo spettacolo
dell'informazione). È un neologismo di matrice anglosassone e di ambito radio-
televisivo nato dalla fusione delle parole information (informazione) ed
entertainment (intrattenimento).
• L'infotainment ha origine dalla mescolanza di più generi per andare incontro
all'instabile livello d'attenzione del pubblico. L'obiettivo è quello di fare spettacolo
all'interno dei programmi che dovrebbero essere informativi.
• Anche nel panorama dell'informazione mediale siamo bombardati da informazioni
di ogni tipo,soggetti quindi ed effetti e fenomeni di overload, una notizia quindi
per poter emergere e richiamare l'attenzione deve essere spettacolarizzata,
tendendo all'infotainment.
• Esempio: in alcuni programmi di infotainment la differenza di idee non viene
rappresentata all’interno di un dibattito in cui il moderatore gestisce i tempi, gli
spazi e le parole delle controparti, ma in una vera e propria arena, al centro della
quale c’è un mattatore, che alimenta scontri e polemiche, spesso in funzione
esclusiva dell’audience.
• E’ una modalità bellicosa che si sostituisce a una modalità pacifica e di
composizione dei conflitti, di rappresentazione di una molteplicità di principi
IL PROBLEMA
• E’ la generalizzazione di questa tendenza, che
può diventare degenerazione
• La degenerazione si ha quando, a causa
dell’eccessivo uniformarsi dei linguaggi, si
perde la percezione della distinzione tra il
racconto della realtà e la rappresentazione
ludica o fantastica
STAI ZITTO CHE DEVO ASCOLTARE IL
TELEGIORNALE
• Quel silenzio serviva a sottolineare un
momento della giornata in cui si ascoltava il
racconto di quanto era accaduto nella realtà.
• Si ascoltava in silenzio, perché si attribuiva
valore al messaggio
• Poi dal linguaggio della notizia, si passava a
quello della fiction e a quello dello spettacolo
• La distinzione era netta
MARIO PASTORE
• Entrate nella gente, all’ora di cena, per
raccontare i fatti della giornata
• Dovete farlo con eleganza, con sobrietà, con
discrezione, ma anche con autorevolezza
• Non occorre gridare o agitarsi (sbracciare) per
comunicare una notizia, ma tre semplici cose:
TRE SEMPLICI COSE
• 1) Usare un linguaggio appropriato, cioè le
parole giuste = conoscere la lingua
• 2) Documentare la notizia con le immagini
giuste (quelle che raccontano, non quelle che
fanno sensazione). Il concetto di stupore,
stupire il lettore, è già contenuto
naturalmente nella notizia, quindi bisogna
scegliere la notizia
• 3) DIRE LA VERITA’
DIRE LA VERITA’
• Informazione è sinonimo di verità e di
trasparenza
• Se non ci sono la verità e la trasparenza non
stiamo trasmettendo una notizia, stiamo
facendo propaganda, make up o, peggio,
mistificazione, cioè il contrario
dell’informazione
IL LINGUAGGIO DELLE NOTIZIA
• A tutto questo corrisponde un linguaggio
preciso, che non è quello dello spettacolo e
che i giornalisti hanno il dovere di conoscere e
di praticare
• Non possiamo cedere alla chimera della
uniformazione del linguaggio
• E’ un dovere nei confronti degli adulti, ma
soprattutto nei confronti dei bambini, che, in
questo caso, sono fascia debole
OSSERVATORIO DI PAVIA
• Il minore, in una fase di strutturazione della personalità, cerca
costantemente modelli da imitare e la televisione penetra in questa
dinamica offrendogli modelli di facile identificazione, capaci di
manifestare, in tempi medi e lunghi, riflessi significativi s ulla
formazione degli stereotipi, ad esempio proprio gli stereoptipi di
genere, dei ruoli sociali e dei quadri dei valori
• Da questo possono derivare la costruzione di identità personali
fragili e instabili, una socializzazione inadeguata rispetto a quella
necessaria del bambino, che deve sviluppare le complesse
competenze di attore sociale, la crescente omologazione culturale
prodotta dalla globalizzazione dei modelli televisivi, la perdita di
adattamento alla propria realtà e la diffusione di forme di cultrìura
debole e sradicate dal contesto di elaborazione
IL RISCHIO CONCRETO
• E’ la scomparsa dell’infanzia come condizione
esistenziale, cioè la trasformazione del ruolo s
sociale infantile, che diventa vassallo del
mondo adulto
• La tv, cioè, può diventare specchio per i
bambini, che però da questo specchio
possono uscire deformati
ESEMPI: QUANDO STANNO DENTRO
LA TV
• Cantano come gli adulti
• Recitano copioni in cui risultano simpatici, però
non per il loro saper essere e saper fare, ma in
base a una serie di stereotipi che piacciono agli
adulti (quello che nel senso comune ci si aspetta
che un bambino dica o faccia)
• Producono spettacolo autonomamente e senza
guida, senza la consapevolezza della fatica e della
perizia necessaria per compiere determinati
percorsi
ESEMPI: QUANDO USANO LA TV
• Sempre più protagonisti delle scelte (tv
tematica, web)
• Sempre più responsabilizzati
• Sempre più creatori
• Sempre meno assistiti dall’adulto nel processo
di creazione
• GRANDE EQUIVOCO: il processo di creazione è
semplice
I PRIMI BAMBINI CHE CRESCONO
SENZA LE FAVOLE
• Il processo magico innestato dal c’era una
volta: ci porta nella finzione
• L’esperienza del teatro del Canguro
L’ALTRA FACCIA DELLA TV
• Cresce e cambia
• Può essere strumento di crescita e di
cambiamento
MA
• Gli operatori dell’informazione sono
responsabilizzati rispetto ai linguaggi:
ripensamento, rifondazione, nuova centralità
dell’informazione responsabile
• Il genitori sono responsabili del GOVERNO DEL
MEZZO TELEVISIVO che deve portare alla
conquista graduale dell’AUTONOMIA
LA LOGICA DELL’ATTENZIONE
• E’ necessario passare da una logica
protezionistica e della preoccupazione a una
logica più propositiva, che potremmo
chiamare dell’attenzione e della presenza.
UNA SPERANZA
• La riscoperta della scrittura e della lettura nei
nuovi media, che oggi si affiancano alla tv in
modo sempre più netto – I social network
• La sfida di questa nuova era: accompagnare i
nostri ragazzi alla riscoperta del gusto della
scrittura e della lettura.

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