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• 49. Competenza
• La competenza per il giudizio disciplinare appartiene al Consiglio dell'Ordine presso il quale è iscritto l'incolpato.
• Se l'incolpato è membro di tale Consiglio il procedimento disciplinare è rimesso al Consiglio dell'Ordine designato dal Consiglio nazionale.
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• 50. Astensione o ricusazione dei membri del Consiglio dell'Ordine
• L'astensione e la ricusazione dei componenti del Consiglio sono regolate dagli artt. 51 e 52 del codice di procedura civile, in quanto applicabili.
• Sull'astensione, quando è necessaria l'autorizzazione, e sulla ricusazione decide lo stesso Consiglio.
• Se, a seguito di astensioni e ricusazioni viene a mancare il numero legale, il presidente del Consiglio rimette gli atti al Consiglio dell'Ordine designato
dal Consiglio nazionale.
• Il Consiglio competente a termini del comma precedente, se autorizza l'astensione o riconosce legittima la ricusazione, si sostituisce al Consiglio
dell'Ordine cui appartengono i componenti che hanno chiesto di astenersi o che sono stati ricusati; altrimenti restituisce gli atti per la prosecuzione
del procedimento.
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• 51. Sanzioni disciplinari
• Le sanzioni disciplinari sono pronunciate con decisione motivata dal Consiglio, previa audizione dell'incolpato.
• Esse sono:
• a) l'avvertimento;
• b) la censura;
• c) la sospensione dall'esercizio della professione per un periodo non inferiore a due mesi e non
• d) superiore ad un anno;
• e) la radiazione dall'Albo. Legge Istitutiva dell’Ordine dei giornalisti (1963)
OBIETTIVO SULLA TELEVISIONE
• Che rischia di diventare la grande dimenticata
perché l’attenzione si sta spostando sulle
potenzialità e sui pericoli di Internet
• Ma la televisione continua ad essere la nostra
compagna di vita quotidiana
• Un dato: il 50% dei bambini anconetani in età
scolare consuma i pasti principali davanti alla
tv. La metà sta in silenzio – non comunica. Per
l’Oms questa è una della cause di obesità
L’IMMAGINE
• Promozione di una immagine femminile che il più delle
volte spinge all’autodiscriminazione
• Perché propone un modello che privilegia quasi
esclusivamente l’estetica e quasi mai il saper essere e il
saper fare
• La ragione di ciò sta nella tendenza a uniformare tutti i
linguaggi a quello dello spettacolo, in cui,
naturalmente, la fisicità ricopre un ruolo fondamentale
• Anche gli adulti fanno fatica ad operare una
separazione tra i vari registri, figuriamoci i bambini
ALL’ORIGINE C’E’ L’INFOTAINMENT
• significa letteralmente informazione-spettacolo (oppure lo spettacolo
dell'informazione). È un neologismo di matrice anglosassone e di ambito radio-
televisivo nato dalla fusione delle parole information (informazione) ed
entertainment (intrattenimento).
• L'infotainment ha origine dalla mescolanza di più generi per andare incontro
all'instabile livello d'attenzione del pubblico. L'obiettivo è quello di fare spettacolo
all'interno dei programmi che dovrebbero essere informativi.
• Anche nel panorama dell'informazione mediale siamo bombardati da informazioni
di ogni tipo,soggetti quindi ed effetti e fenomeni di overload, una notizia quindi
per poter emergere e richiamare l'attenzione deve essere spettacolarizzata,
tendendo all'infotainment.
• Esempio: in alcuni programmi di infotainment la differenza di idee non viene
rappresentata all’interno di un dibattito in cui il moderatore gestisce i tempi, gli
spazi e le parole delle controparti, ma in una vera e propria arena, al centro della
quale c’è un mattatore, che alimenta scontri e polemiche, spesso in funzione
esclusiva dell’audience.
• E’ una modalità bellicosa che si sostituisce a una modalità pacifica e di
composizione dei conflitti, di rappresentazione di una molteplicità di principi
IL PROBLEMA
• E’ la generalizzazione di questa tendenza, che
può diventare degenerazione
• La degenerazione si ha quando, a causa
dell’eccessivo uniformarsi dei linguaggi, si
perde la percezione della distinzione tra il
racconto della realtà e la rappresentazione
ludica o fantastica
STAI ZITTO CHE DEVO ASCOLTARE IL
TELEGIORNALE
• Quel silenzio serviva a sottolineare un
momento della giornata in cui si ascoltava il
racconto di quanto era accaduto nella realtà.
• Si ascoltava in silenzio, perché si attribuiva
valore al messaggio
• Poi dal linguaggio della notizia, si passava a
quello della fiction e a quello dello spettacolo
• La distinzione era netta
MARIO PASTORE
• Entrate nella gente, all’ora di cena, per
raccontare i fatti della giornata
• Dovete farlo con eleganza, con sobrietà, con
discrezione, ma anche con autorevolezza
• Non occorre gridare o agitarsi (sbracciare) per
comunicare una notizia, ma tre semplici cose:
TRE SEMPLICI COSE
• 1) Usare un linguaggio appropriato, cioè le
parole giuste = conoscere la lingua
• 2) Documentare la notizia con le immagini
giuste (quelle che raccontano, non quelle che
fanno sensazione). Il concetto di stupore,
stupire il lettore, è già contenuto
naturalmente nella notizia, quindi bisogna
scegliere la notizia
• 3) DIRE LA VERITA’
DIRE LA VERITA’
• Informazione è sinonimo di verità e di
trasparenza
• Se non ci sono la verità e la trasparenza non
stiamo trasmettendo una notizia, stiamo
facendo propaganda, make up o, peggio,
mistificazione, cioè il contrario
dell’informazione
IL LINGUAGGIO DELLE NOTIZIA
• A tutto questo corrisponde un linguaggio
preciso, che non è quello dello spettacolo e
che i giornalisti hanno il dovere di conoscere e
di praticare
• Non possiamo cedere alla chimera della
uniformazione del linguaggio
• E’ un dovere nei confronti degli adulti, ma
soprattutto nei confronti dei bambini, che, in
questo caso, sono fascia debole
OSSERVATORIO DI PAVIA
• Il minore, in una fase di strutturazione della personalità, cerca
costantemente modelli da imitare e la televisione penetra in questa
dinamica offrendogli modelli di facile identificazione, capaci di
manifestare, in tempi medi e lunghi, riflessi significativi s ulla
formazione degli stereotipi, ad esempio proprio gli stereoptipi di
genere, dei ruoli sociali e dei quadri dei valori
• Da questo possono derivare la costruzione di identità personali
fragili e instabili, una socializzazione inadeguata rispetto a quella
necessaria del bambino, che deve sviluppare le complesse
competenze di attore sociale, la crescente omologazione culturale
prodotta dalla globalizzazione dei modelli televisivi, la perdita di
adattamento alla propria realtà e la diffusione di forme di cultrìura
debole e sradicate dal contesto di elaborazione
IL RISCHIO CONCRETO
• E’ la scomparsa dell’infanzia come condizione
esistenziale, cioè la trasformazione del ruolo s
sociale infantile, che diventa vassallo del
mondo adulto
• La tv, cioè, può diventare specchio per i
bambini, che però da questo specchio
possono uscire deformati
ESEMPI: QUANDO STANNO DENTRO
LA TV
• Cantano come gli adulti
• Recitano copioni in cui risultano simpatici, però
non per il loro saper essere e saper fare, ma in
base a una serie di stereotipi che piacciono agli
adulti (quello che nel senso comune ci si aspetta
che un bambino dica o faccia)
• Producono spettacolo autonomamente e senza
guida, senza la consapevolezza della fatica e della
perizia necessaria per compiere determinati
percorsi
ESEMPI: QUANDO USANO LA TV
• Sempre più protagonisti delle scelte (tv
tematica, web)
• Sempre più responsabilizzati
• Sempre più creatori
• Sempre meno assistiti dall’adulto nel processo
di creazione
• GRANDE EQUIVOCO: il processo di creazione è
semplice
I PRIMI BAMBINI CHE CRESCONO
SENZA LE FAVOLE
• Il processo magico innestato dal c’era una
volta: ci porta nella finzione
• L’esperienza del teatro del Canguro
L’ALTRA FACCIA DELLA TV
• Cresce e cambia
• Può essere strumento di crescita e di
cambiamento
MA
• Gli operatori dell’informazione sono
responsabilizzati rispetto ai linguaggi:
ripensamento, rifondazione, nuova centralità
dell’informazione responsabile
• Il genitori sono responsabili del GOVERNO DEL
MEZZO TELEVISIVO che deve portare alla
conquista graduale dell’AUTONOMIA
LA LOGICA DELL’ATTENZIONE
• E’ necessario passare da una logica
protezionistica e della preoccupazione a una
logica più propositiva, che potremmo
chiamare dell’attenzione e della presenza.
UNA SPERANZA
• La riscoperta della scrittura e della lettura nei
nuovi media, che oggi si affiancano alla tv in
modo sempre più netto – I social network
• La sfida di questa nuova era: accompagnare i
nostri ragazzi alla riscoperta del gusto della
scrittura e della lettura.