Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Architettura dell’accoglienza
Le implicazioni spaziali della crisi migratoria raccontanti attraverso la digital fabbrication.
Candidato
Lorenzo Emilio De Micco mat. 814867
Relatore
Maria Chiara Pastore
Correlatore
Gian Maria Sforza
1
2
Architettura dell’accoglienza
Le implicazioni spaziali della crisi migratoria raccontanti attraverso la digital fabbrication.
3
4
Abstract
I grandi flussi migratori sono oggi un fenomeno globale che interessa in particolare quelle aree che per posizione geografica
e caratteristiche morfologiche si prestano maggiormente ad essere mete d’approdo convenienti.
La rotta del Mediterraneo centrale. Secondo l’ultimo rapporto dell’ Altro Commissariato Delle Nazioni Unite per i rifugiati
( Unhcr ), nella prima metà del 2015 sono stati 137 mila i migranti approdati sulle sponde europee, con un aumento del 86
per centro rispetto all’anno scorso.
L’isola di Lesbo sta affrontando una grave crisi economica e contemporaneamente tenta di contenere un ondata
migratoria senza precedenti. Dall’inizio del 2015 ha progressivamente assunto una dimensione ingestibile.
La posizione geografica di Lesbo la rende una meta particolarmente conveniente per chi cerca di raggiungere l’Europa.
Nel punto più vicino, l’isola dista solamente 13 chilometri dalla Turchia un’inezia in confronto alla traversata di 300 chi-
lometri che separa Lampedusa dalle coste libiche. Oggi, secondo le stime, sono in media 400 i rifugiati che ogni gior-
no sbarcano a Lesbo, dove vivono circa 90mila abitanti. Agli inizi di una stagione turistica già compromessa dalla cri-
si del debito pubblico, Lesbo è alle prese con una folla stremata che l’accoglienza greca non è in grado di contenere.
Quest’ondata di arrivi sta portando un sistema di accoglienza già inadeguato al punto di rottura. Le condizioni
nei centri di detenzione sono di molto inferiori agli standard nazionali e internazionali e potrebbero qualificar-
si come trattamenti inumani e degradanti. Sembra quanto mai improbabile che lo stato greco riesca a trovare i fon-
di per ristrutturare il proprio sistema di accoglienza, destinato a degenerare ulteriormente con l’aumento degli arrivi.
La tesi tramite una ricerca di ( dati , progetti , casi studio ) prova ad inquadrare nello specifico le problematiche legate al
sistema dell’accoglienza.
Analizza quelle che sono le priorità a cui far fronte come la dotazione di strutture per la ricezione e la registrazione.
Proponga dei programmi funzionali volti a trovare soluzioni in campo architettonico che possano migliorare le condizioni dei
migranti nel periodo di permanenza in questi luoghi.
Tramite la realizzazione di una serie di modelli architettonici che utilizza la digital fabrication nelle sue diverse
applicazioni rappresenti ad una scala leggibile quella serie di fenomeni / attività umane connesse alla crisi migratoria.
5
Contenuti
Abstract.........................................................................................................................................................................................................0
Introduzione..................................................................................................................................................................................................0
I. IL Contesto
2. Il conflitto Siriano
Il conflitto siriano...............................................................................................................................................................................................00
Il conflitto siriano : Siriani rifugiati nei paesi limitrofi...........................................................................................................................................00
Il conflitto siriano : Grecia, porta per la salvezza ..............................................................................................................................................00
Il conflitto siriano : l’isola diLesbo......................................................................................................................................................................00
Il conflitto siriano : le condizioni dei rifugiati sull’isola di Lesbo..........................................................................................................................00
6
III. IL Progetto
7 Il Progetto
Concept.......................................................................................................................................................................................................00
Prototipo uno ( Basic )......................................................................................................................................................................................00
Prototipo due ( Plus ).......................................................................................................................................................................................00
Prototipo tre ( Extra )......................................................................................................................................................................................... ,..
8.I Modelli
La digital fabbrication..................................................................................................................................................................................00
Le macchine adoperate..................................................................................................................................................................................00
I Modelli.............................................................................................................................................................................................................00
Glossario..................................................................................................................................................................................................00
Bibliografia....................................................................................................................................................................................................00
Sitografia.....................................................................................................................................................................................................00
Elenco delle immagini........................................................................................................................................................................................00
7
Introduzione
9
10
11
IL CONTESTO
La crisi dei
rifugiati
In Europa
nel 2015
1
12
EUROPA, TERRA DI SPERANZA
Nel 2015 sono circa 1 milione le persone che hanno affrontato la travesata del
Mar Mediterrano per poter arrivare in Europa
Nel 2015, un numero crescente di persone ha rischi- con il maggior numero di richiedenti d’asilo , segui-
ato la vita per attraversare il Mediterraneo in cerca ta da Albania , Serbia e Kosovo ed Afghanistan.
di sicurezza e protezione. Più di 1 milione di per- Gli Stati Uniti d’America sono stati il secondo con-
sone sono arrivate in Europa con la barca durante tiene con il maggiori numero di nuovi richiedenti asilo
l’anno. Di questi l’84 per cento è proveniente dai nel 2015 con 172.700 richieste , equivalente ad un
primi 10 paesi produttori di rifugiati di tutto il mon- aumento del 42 % rispetto al 2014 (121.200). Una
do, tra cui la Siria, l’Afghanistan e l’Iraq tra i primi tre. quota crescente proveniente dal Messico e paesi
La maggior parte dei nuovi arrivati almeno 850.000 dell’America centrale, con un incremento del 51 %
persone hanno attraversato il Mar Egeo dalla Tur- nel 2015 rispetto al 42 % del 2014 e del 35 % nel
chia e sono arrivati in Grecia. Di questi il 25 % 2013; questi individui provenienti principalmente da
sono bambini ,molti non accompagnati o separa- Messico (19.300), El Salvador (18.900), Guatemala
ti. Nel corso del 2015, 3.771 persone sono morte o (16.400), e Honduras (14.300)scappano dalle vio-
sono state date per disperse nel Mar Mediterraneo. lenze e persecuzioni generate dalla criminalità orga-
Unhcr ha ricevuto nel 2015 2.45 milioni di rich- nizzata transnazionale, violenza delle bande legate
ieste di asilo o domande per ottenere lo status di al commercio di droga causa principale del crescen-
rifugiato , domande provenienti da 174 paesi . te numero di richiedenti asilo in cerca di protezione
Questo ha rappresentato un aumento del nazionale internazionale nel Stati Uniti d’America.
48 % delle richieste rispetto all’anno 2014 La Cina ha visto anch’essa un significativo aumen-
che vedeva una richiesta di 1,66 milioni . to delle richieste d’ asilo, con 15.100 applicazioni.
Numero più alto di applicazioni mai ricevute dall’Unhcr . Svezia al terzo posto nel 2015 con 156.400 nuove
L’europa è stato il continente con maggior numero domande di asilo, più del doppio rispetto all’ anno
di richieste di asilo , nello specifico la Germania con precedente (75,100). Mentre vi è stato un signif-
441.900 richieste è stata il primo tra gli stati euro- icativo aumento nei richieste da parte dei siri-
pei ad ottenere il più alto numero di richieste d’asi- ani per asilo, da 30.300 nel 2014 a 50.900 nel
lo . Un numero che rappresenta più del doppio del- 2015, la maggior parte di questo aumento è de-
le richieste effettuate un anno prima pari a 173.100. sunto da aumenti dei crediti da altre nazionalità
Il maggior numero di richieste è pervenuto dalla Di particolare rilievo sono le applicazioni di persone
popolazione siriana , con 158.000 applicazioni , più provenienti da Afghanistan, che sono nettamente
di quattro volte il numero ricevuto nel corso del 2014 aumentate da 2.900 nel 2014 a 41.300 nel 2015,
( 39.300 ) Inoltre sono cresciute esponenzialmente e dall’Iraq, che ha visto un altrettanto forte aumen-
domande per richiedenti asilo provenienti dall’Albania to da 1.700 a 20.300. Di conseguenza, la Svezia è
passando da 7.900 reclami ai 53.000 con un incre- stato il secondo più grande destinatario dei richie-
mento pari a sei volte quello dell’anno precedente. denti asilo siriani e afghani nel 2015 (dopo rispet-
Nel complesso il popolo siriano è stato il paese tivamente Germania e Turchia,) e la terza maggio-
13
re ad ospitare iracheni, dopo Germania e Turchia. kistan con 10.300 candidati, seguita dal Gambia
Un totale di 152.500 nuove domande di asi- (8.000), Senegal (6.400) e il Bangladesh (6.000).
lo sono state presentate in Russia nel 2015. Sostanzialmente un minor numero di Maliani ha fat-
Russia che rappresenta il quarto destinatario delle to richiesta d’ asilo in Italia nel 2015 (5.500) rispet-
richieste di asilo. Questa cifra rappresenta un netto to al 2014 (9.800). Anche se gli Eritrei rappresen-
calo di richieste di asilo nel 2014 (274.700), in ris- tano una percentuale significativa di coloro che
posta al conflitto in Ucraina. Eppure, l’impatto in cor- arrivano via mare in Italia (19%), solo 700 individui
so di quel conflitto è riflesso sul fatto che il 98 % di hanno presentato una richiesta di asilo nel 2015.
tutte le richieste nel 2015 sono state fatte da ucraini l’ottavo paese destinatario di richiedenti asilo nel
con quasi (149.900) domande di asilo temporaneo 2015 è stato l’Ungheria. Le cifre riportate com-
Oltre al numero di rifugiati siriani in Turchia, il tut- prese di candidati che di solito si muovono in
to coperto da regime di protezione temporanea breve tempo per altri paesi nell’Unione europea,
da parte del governo, c’è anche stato un aumen- Anche con la nuova regolamentazione che non tiene
to del numero di singole richieste di asilo regis- conto dei passanti temporanei , l’Ungheria ha ricevuto
trate con l’UNHCR. In Turchia, l’Ufficio ha regis- circa 74.200 nuove domande di asilo nel 2015. Circa
trato 133,300 nuove domande nel 2015 rispetto a la metà di questi provenivano da persone provenienti
87.800 nel 2014, questo significa che la Turchia è dalla Siria (36.600), seguite da Afghanistan (15.300),
il quinto più grande destinatario di richieste d’ asilo. Pakistan (7.700), e l’Iraq (4.400). Insieme, questi na-
Turchia che ha nel contempo il maggior nume- zionalità compongono circa il 86 per cento di tutte
ro di richiedenti asilo iracheni in tutto il mon- le richieste di asilo pervenute in Ungheria nel 2015.
do. C’è stato anche un notevole aumento del dalla Siria (36.600), seguite da Afghanistan (15.300),
numero di nuovi richiedenti asilo afghani, da Pakistan (7.700), e l’Iraq (4.400). Insieme, questi na-
15.700 richieste nel 2014 a 63.400 nel 2015. zionalità compongono circa il 86 per cento di tutte
Il numero di nuovi richiedenti asilo provenienti dalla le richieste di asilo pervenute in Ungheria nel 2015.
Repubblica islamica dell’Iran è aumentato di 11.400 La Francia è stato il nono destinatario con 74.200
richieste nel 2015 da 8.200 nel 2014. Insieme alla richieste individuali di asilo nel corso del 2015,
popolazione afgana, irachena,le richieste iraniane con un incremento del 59.000 registrato nel 2014.
rappresentato il 98 per cento di tutte le singole doman- Sudan è stato il primo paese d’origine di richie-
de di asilo registrate con l’UNHCR in Turchia nel 2015. denti asilo in Francia con 5.300 applicazioni, se-
l’ Austria è stato il sesto più grande desti- guita da Serbia e Kosovo (5.300) e Siria (5.100)
natario di richiedenti asilo con 85.800 ap- Un altro contrasto con il 2014, quando i princi-
plicazioni ricevute nel corso del 2015. pali paesi di provenienza sono stati la Repubbli-
un forte aumento rispetto al 2014 (28.100). Il mag- ca Democratica del Congo, seguito dalla Russia.
gior numero di queste richieste provenienti da Af Il numero di richiedenti asilo provenienti da
ghanistan (25.200) e Siria (24.400), che insieme Iraq e Afghanistan in Francia sono aumenta-
rappresentano più della metà di tutte le applicazi- ti in modo significativo tra il 2014 e il 2015: da
oni. Questo è in contrasto con il 2014, che ha vis- 900 a 3.100 e da 600 a 2.500, rispettivamente.
to un rapporto relativamente più piccolo 4.900 af- Nel 2015, gli uffici dell’UNHCR hanno registrato
gano e 7.660 applicazioni siriani, anche se queste 257,700 nuove applicazioni individuali per lo status di
due nazionalità erano ancora i più comuni tra i rifugiato e 12.000 in appello o per la revisione. Come
candidati nel 2015. Di particolare rilievo è l’aumen- negli ultimi anni, l’Ufficio in Turchia ha ricevuto il mag-
to dei richiedenti iracheni, che è aumentato più di gior numero di nuove richieste, 133,300, una cifra che
dieci volte da 1.100 nel 2014 a 13.300 nel 2015. è in crescita, seguita dalla Malaysia (22.100), Egitto
Il numero di nuove domande di asilo individuali (83.200) (21.100), la Giordania (19.400), e il Libano (17.800)
registrati in Italia nel 2015 è stato il più alto mai registra- La Turchia rappresenta attualmente oltre la metà
to . Nonostante un aumento da 63.700 nel 2014, l’Ital- (52%) di tutte le nuove applicazioni di asilo ricev-
ia è rimasta il settimo paese per numero di richieste. ute dagli uffici dell’UNHCR, contro il 37 per cento
Tuttavia, il profilo di coloro che chiedono asilo è nel 2014. Insieme, i primi cinque paesi rappresen-
cambiato in modo significativo. Mentre nel 2014 il tano l’ 83 % di tutti le nuove domande di asilo indi-
Mali è stato il principale paese di origine, nel 2015 viduali registrate dagli uffici dell’UNHCR. Come
la Nigeria è stato il primo paese d’origine per i richie- negli ultimi due anni, i siriani hanno depositato il
denti asilo, con 17.800 candidati rispetto ai 9.700 maggior numero di richieste d’asilo in tutto il mon-
nel 2014. Il secondo paese di origine è stato il Pa- do nel 2015 con 373.700 nuove domande ed il
14
ed il 18% del totale mondiale. Inoltre, questa percen-
tuale è aumentata dal 2014, quando siriani rappre-
sentavano il 12 % di tutte le nuove richieste d’asilo.
Escludendo la regioni del Medio Oriente, dove ques-
to gruppo gode di protezione temporanea, le rich-
ieste individuali d’asilo sono state ricevute in 127
paesi; Tuttavia, il maggior numero di queste richi-
este sono state effettuate in Europa, in particolare
in Germania (158.700) e la Svezia (52.035), come
nel 2014. Altri paesi con un numero significativo di
siriani richiedenti asilo inclusi Ungheria (36.600),
Austria (24.400), Paesi Bassi (18.700), Norvegia
(10.500), e il Belgio (10.300). In generale, i tassi di
riconoscimento per siriani richiedenti asilo erano al di
sopra del 90 per cento nel maggior parte dei paesi.
Gli Afghani sono stati il secondo più grande gruppo di
richiedenti asilo, con 239,600 nuove applicazioni reg-
istrate durante il 2015. Ciò esclude gli oltre 2,6 milioni di
rifugiati riconosciuti nella Repubblica islamica dell’Iran
e del Pakistan attualmente residenti in questi paesi.
la Turchia ha ricevuto il maggior numero di richieden-
ti (63.400), seguita dalla Svezia (41.300), Germania
(31.400), e in Austria (25.200). In Turchia, il riconosci-
mento dello status di rifugiato per gli afghani era qua-
si universale nel 2015 (anche se sono state relativa-
mente poche le decisioni sostanziali fatte), mentre in
Svezia e Germania sono stati riconosciuti tre quarti
dei richiedenti (con un riconoscimento totale del’ 75 e
76 %, ). Tra i 10 paesi con più di 5.000 nuove richieste
d’ asilo provenienti da afghani,troviamo il Belgio e la
Norvegia che hanno anche avuto un elevato riconos-
cimento di domande pari al 80 e 83 % rispettivamente
Nel 2015, 203,700 nuove richieste di asilo sono per-
venute da parte di persone originarie dell’Iraq , la
Turchia ne ha registrato il numero più alto di risposte
con (55.600), seguita da Germania (29.800), Sve-
zia (20.300), Finlandia (19.800) e Austria (13.300).
Come per afghani richiedenti asilo, vale il riconos-
cimento quasi universale degli iracheni in Turchia,
mentre la Germania ha anche riconosciuto quasi
tutti i richiedenti asilo iracheni come rifugiati. Neg-
li altri sette paesi con più di 5.000 richieste di asilo
provenienti dal Iraq, vi è riconoscimento universale
in Giordania e in Libano, anche se più di tre quarti
dei rifugiati iracheni sono stati riconosciuti anche in
Belgio e in Finlandia (76% e 85%, rispettivamente) .
Tuttavia, il riconoscimento più basso si è
avuto in Svezia e Austria intorno al 60%
e il più basso in Bulgaria a 46 per cento.
Gli individui provenienti dal Ucraina hanno presentato
175.500 domande d’asilo, una significativa riduzione
delle 288,600 richieste presentate nel 2014. La grande
maggioranza di questi (85%) sono stati registrati in Rus-
15
sia, anche se reclami sono stati presentati in 77 pae-
si. Altri paesi con un numero significativo di richie-
denti asilo provenienti da Ucraina sono stati l’Italia
(4.700), Germania (4.600), e Spagna (3.400). Qua-
si tutte le domande del popolo ucraino sono state
fatte in direzione della Russia per asilo tempora-
neo, e nessuna di queste richieste è stata respinta.
I tassi di riconoscimento erano molto più bassi in altri
paesi: l’Italia ha avuto un riconoscimento totale pari al
65 % , mentre in Germania questo è stato del 55 % .
Altri gruppi nazionali con un gran numero di richi-
este d’asilo asilo sono l’ Albania (68.500), Serbia e
Kosovo (66.100), l’Eritrea (57.000), la Repubblica
democratica del Congo (54.800), Pakistan (52.500) e
Nigeria (44.000). richiedenti asilo provenienti da cias-
cuno di questi paesi sono aumentati rispetto al 2014.
Figure professionali indicano che gli Stati e l’UN-
HCR hanno preso più di 1,18 milioni di decisioni
sulle domande di asilo individuali nel corso del 2015
Queste cifre non comprendono i casi chiusi per ra-
gioni amministrative o con nessuna decisione emes-
sa ai richiedenti, di cui oltre 1 milione sono state
segnalate dell’UNHCR nel 2015. Ungheria e Serbia
e Kosovo hanno rappresentato il 730.500 di questi
casi chiusi a causa di molte persone richiedenti asilo
che subito dopo hanno lasciato ad altri paesi euro-
pei Il personale dell’UNHCR ha aggiudicato 91.800
cioè l’8% per cento delle decisioni di merito totale,
con una diminuzione dal picco di 99.600 nel 2014. A desra :
I dati relativi alle singole decisioni sono incomplete,
alcuni Stati membri non hanno ancora rilasciato tutte 1.Grafico riassuntivo della migrazione forzata
le loro statistiche ufficiali. Così, le decisioni sostan- dell’anno 2015.
Fonte Unhcr
ziali supplementari sono probabilmente già state
prese dagli Stati Membri ma non sono qui riportate.
Sulla base dei dati disponibili, 672.200 richiedenti
asilo sono stati riconosciuti come rifugiati (428,800)
o è stata data loro una forma complementare di
protezione (243.400) durante il 2015. Si tratta di un
numero relativamente piccolo che è aumentato a
partire dal 2014, quando 615.000 richiedenti asilo
sono stati riconosciuti come rifugiati o è stata data
loro una forma complementare di protezione. Al con-
trario, circa 491.900 richieste sono state respinte
nel merito, un numero che comprende le decisioni
negative sia in primo grado di giudizio. I richiedenti
asilo respinti sia a primi e di ricorso possono essere
segnalati due volte, a seconda dei metodi utilizza-
ti dai governi per la segnalazione sulle decisionA
livello globale (UNHCR e degli Stati richiedenti pro- Mentre il RRR è stato significativamente superiore
cedure combinate), il Refugee Recognition Rate a quello del 2014 (27%), la TRR era circa la stesso
(RRR) è stato circa 37 per cento di tutte le decisioni (59%), anche se quest’ultima cifra è ancora superio-
sostanziali prese durante il 2015, mentre il riconosci- re al trend storico dal 2000 . I numeri del 2014 sono
mento per tasso totale (TRR) è stato del 57 per cento stati notevolmente influenzati dalla questione Ucraina
16
17
RIFUGIATI E MIGRANTI
La distinzione tra rifugiati e migranti economici.
19
In alto :
2.fotografia di Maria di Giorgi .
Settembre 2015.
Profughi siriani in cammino verso il confine
macedone.
Egon Kunz
21
22
23
La rotta balcanica
nella pagina precedente
3.fotografia del modello di analisi
In scala 1:100.000 che mostra i paesi interessati
dalla rotta balcanica.
materiali : mdf , plexiglas, colori spray.
24
LA ROTTA BALCANICA
Nel 2015 sono più di 850.000 le persone che hanno attaversato i Balcani, risalendo Grecia,
Macedonia, Serbia, Croazia, Slovenia e Ungheria.
Il 2015 è stato l’anno dei migranti. Un anno fatto da Il 2015, dunque, è stato l’anno della rotta balcanica,
grandi numeri, in continuo divenire. Sono 1.008.616 una via alternativa alla Libia in subbuglio dove trop-
le persone arrivate in Europa via mare per fuggire pi migranti subiscono mesi di torture e incarcerazi-
disperate da guerre, violenze, carestie, delle qua- oni prima di potersi mettere in mare. Questa nuova
li 153.600 sbarcate in Italia, mentre la stragrande rotta ha fatto saltare definitivamente Dublino: i Paesi
maggioranza, più di 850.000, è passata attraverso i d’approdo (fino alla scorsa estate soprattutto Italia,
Balcani, cioè risalendo Grecia, Macedonia, Serbia, ora prevalentemente Grecia) non hanno le forze di
Croazia, Slovenia e Ungheria. Tanti, 3.771, i morti in accogliere le centinaia di migliaia di profughi sbarcati
mare. Ma il 2015 è stato anche l’anno dell’emotivi- che, peraltro, non hanno alcun interesse a fermarsi
tà, di Aylan, il bambino siriano con la maglietta ros- in questi due paesi. Dunque molti hanno attraversa-
sa e la faccia riversa nella sabbia, trovato morto in to lo stivale (o le isole dell’Egeo) verso il Nord Eu-
seguito a uno dei tanti naufragi in mare sulle coste ropa senza essere stati foto segnalati, in contrasto
turche di Bodrum, immagine iconica di un dramma col regolamento Dublino (in base al quale, l’aspirante
senza precedenti. Gli ultimi attentati terroristici, in rifugiato può presentare richiesta di protezione inter-
particolare quelli di Parigi, hanno avuto pesanti con- nazionale nel primo Paese Ue in cui mette piede).
seguenze sulla percezione dell’opinione pubblica sui Al summit europeo, il presidente della Commissione
profughi siriani, al punto che questo ha aperto di- Jean-Claude Juncker ha presentato sostanziali mod-
battito su come cambiare il controllo delle frontiere ifiche al sistema di Dublino che puntano su hotspot,
europee, su come aggiornare Schengen al tempo redistribuzioni e rimpatri. Si tratta di tre aspetti molto
dell’Isis. L’area di libera circolazione all’interno di controversi della nuova politica europea sull’immi-
26 Paesi europei (22 Ue più 4 non membri) è or- grazione. In Italia gli hotspot previsti sono cinque/
mai seriamente in discussione. Il Trattato che istitu- sei, anche se al momento in funzione ce ne sono tre:
isce la zona «senza confini» prevede la possibilità Pozzallo Trapani; Lampedusa. In Grecia sono riusciti
di reintrodurre eccezionalmente i controlli in caso di ad aprire solo delle strutture ibride, che non rispondo-
«minaccia grave per l’ordine pubblico e la sicurezza no esattamente ai criteri richiesti da Bruxelles. Sono
interna». Oppure per «gravi lacune relative al control- i centri di raccolta e, soprattutto, di registrazione (la
lo delle frontiere esterne» (è l’accusa che viene mos- scansione delle impronte digitali archiviata nel data-
sa alla Grecia in un rapporto della Commissione eu- base Eurodac) dei migranti appena sbarcati, e sono
ropea). Al vertice informale Ue di Amsterdam, lunedì stati istituiti centri per l’accoglienza temporanea per
25 gennaio, sei Paesi dell’Unione (Austria, Germania, cercare di regolare il flusso di profughi. Perché il nuo-
Svezia, Norvegia, Francia e Danimarca) hanno chie- vo sistema funzioni, però, è necessario che s’inne-
sto di prorogare i filtri ai confini per due anni. Il che schino anche gli ingranaggi della redistribuzione e
implica, di fatto, una sospensione di Schengen. dei rimpatri. Così è previsto dalle intese europee.
25
LA ROTTA BALCANICA
il mondo di mezzo
manca sottotitolo
Ci sono i rimpatriati. I respinti alla frontiera. E il “mon- La difficoltà di identificarli, visto i pochi posti a dispo-
do di mezzo”: la massa di invisibili con un foglio di sizione nei Centri e la mancanza con il loro Paese di
via. La macchina delle espulsioni ha mille intop- un accordo di riammissione. Solo a Atene, per esem-
pi: dei 34mila “cacciati” dalla Grecia nel 2015, oltre pio, nel 2015 sono ben 1.428 i migranti economici che
18mila sono rimasti sul territorio nazionale e solo hanno avuto il foglio di via restando poi sul territorio.
3.688 sono effettivamente tornati a casa. Il mec- Altra partita, da non confondere con i rimpatri, è quella
canismo è complicato. Come funziona? Un immigra- dei ricollocamenti. Un flop annunciato. Il consiglio dei
to irregolare che non ha diritto all’asilo deve essere ministri dell’Interno Ue il settembre scorso ha deciso di
allontanato.Nel 2015 i provvedimenti d’espulsione redistribuire tra i vari Stati dell’Unione ben 40mila pro-
sono stati 34.107. Peccato che i migranti effettiva- fughi provenienti da Italia (24mila) e Grecia (16mila) in
mente allontanati sono stati solo 15.979. Di questi, due anni. Ebbene ad oggi i profughi che hanno lascia-
8.736 sono i respinti alla frontiera: I respingimenti to la Grecia per un altro Paese Ue sono stati solo 96.
della polizia di frontiera, per lo più di afgani, siriani Non va meglio all’ Italia, che finora è riuscita a trasfer-
e pachistani si eseguono via mare , rimandandoli ire solo 246 rifugiati. Se prosegue cosi secondo fonti
indietro sui traghetti. Via terra, viene respinto verso del governo greco ci vorranno più di vent’anni per
Turchia e Macedonia chi viene rintracciato mentre riuscire a ricollocare la quota assegnata alla Grecia.
cerca di entrare in Grecia: per lo più afgani e siriani. Neanche la carta degli aiuti alla Turchia giocata
E i rimpatriati? Quelli che forzatamente vengo- a dicembre 2016 dall’Europa per arginare i flussi,
no riportati direttamente a casa sono solo 3.688 sembra aver funzionato. Con la mediazione so-
(di cui 1.159 con ordine del giudice perché og- prattutto della Germania, l’Unione europea ha pro-
getto di condanne). I rimpatri solo con i pae- grammato, infatti, di aiutare con tre miliardi di euro
si con i quali ci sono accordi di riammissione. Ankara, perché si adoperi per bloccare le partenze,
Senza accordi non ci sono rimpatri. La Grecia ne ha creare delle strutture per i rifugiati sul proprio terri-
sottoscritto di recente uno con la Turchia, la Spag- torio e rafforzare i campi esistenti. Restano molti
na con il Marocco e la Francia con Camerun, Capo dubbi sulla possibilità di mettere in pratica questo pi-
Verde, Congo, Gabon, Senegal, Tunisia. Ma visto ano: la maggior parte dei rifugiati che si imbarcano
che ogni Stato europeo fa i propri accordi, i migranti da queste coste verso le isole greche non vengono
irregolari,scrive la Commissione Ue possono evi- dai campi profughi turchi, restano nel Paese pochi
tare il rimpatrio trasferendosi da uno Stato all’altro. giorni, contattando rapidamente i trafficanti a Istan-
Insomma, quello che fa notizia è che dei 34mila es- bul. Le spiagge per salpare, poi, sono infinite, e l’ef-
pulsi formalmente dalla Grecia, ben 18.128 non han- fetto dei blitz della polizia è solo quello di rinviare le
no lasciato il territorio: il questore gli ha ordinato di partenze o spostarle di qualche chilometro. Infine, tra
abbandonare lo Stato coi propri mezzi entro sette le proposte della Commissione Juncker c’è la crea-
giorni e questi chiaramente non hanno obbedito. zione di una guardia di frontiera (anche di mare) per
26
In alto :
4.Rifugiato siriano nel nord della grecia in attesa di
approvazione della richiesta d’asilo
(Reuters) 2016
27
Nel gennaio 2015 sono
State oltre 46.000 le
persone arrivate in Grecia di
cui 280 i morti nel tentativo
di arrivare in Europa.
28
LA ROTTA BALCANICA
Grecia
Grecia, il primo passo verso un futuro migliore.
Il 2015 ha salutato il primo mese di gennaio con l’arrivo I mesi estivi sono stati caratterizzati dalla totale dis-
di oltre 46.000 persone e circa 280 morti. Nonostante organizzazione nella macchina degli aiuti: un’estate
le proibitive condizioni meteorologiche, con tempera- quella del 2015 resa ancora più rovente dalla gravis-
ture che da giorni stazionano molti gradi al di sotto del- sima crisi del governo greco, innescata dalle tensioni
lo zero, migliaia di migranti, rifugiati e richiedenti asilo con le istituzioni europee e culminata con le dimis-
continuano a percorrere la rotta balcanica nel ten- sioni del primo ministro Tsipras, cui sono seguite le
tativo di raggiungere l’Europa centro settentrionale. nuove elezioni politiche di settembre. In quella situ-
Il freddo intenso e il vento gelido rendono il cam- azione, l’emergenza dei profughi, accampati in de-
mino difficile soprattutto al confine tra Macedonia e cine di migliaia in piazze e giardini pubblici nelle isole
Serbia, in un’area coperta di neve e di ghiaccio. A dell’Egeo e nella capitale, non rappresentava certo
spingere migliaia di persone a rischiare il viaggio, la priorità per il governo di Atene. Finalmente dopo i
nonostante le temperature polari dell’inverno balca- primi mesi di smarrimento anche il mondo dell’aiuto
nico, è il timore che le frontiere, oggi ancora transit- umanitario, dalle Nazioni Unite alle ONG internazion-
abili, possano presto divenire invalicabili, dopo i forti ali, hanno cominciato a mettersi in moto per assis-
segnali, da parte dei principali paesi di destinazione, tere l’enorme numero di profughi. Da subito la mag-
come Svezia, Germania e Austria, di restrizioni sul- gior parte degli sforzi è stata concentrata nell’offerta
le procedure di ingresso. Sempre più il viaggio ver- di generi di prima necessità (alimentari e vestiario)
so l’Europa si sta quindi trasformando, per i tanti in ad una popolazione in transito, desiderosa di lasci-
fuga per salvezza, in una vera e propria via crucis: are in pochi giorni la Grecia per proseguire il viaggio
ogni paese, Grecia, Macedonia, Serbia, Croazia ha per la salvezza lungo la rotta balcanica, attraversan-
le sue “stazioni”, fermate obbligatorie dove il dolore e do Idomeni, paesino al confine con la Macedonia.
le fatiche vengono alleviate da una vasta rete di aiuti.
IL 2015 è stato un anno orribile per la Grecia: men-
tre la crisi economica, sociale e politica toccava una
delle sue fasi più drammatiche, a partire dal mese
di maggio centinaia di migliaia di profughi, in fuga
principalmente dalla Siria, sbarcavano sulle coste
greche. Un fenomeno quest’ultimo, che ha assunto i
contorni di una vera e propria emergenza umanitaria
e che ha colpito un paese economicamente debole
e politicamente instabile. Nel solo 2015 hanno var-
cato i confini greci 856.723 persone, e il 2016 è ini-
ziato con una media di quasi 2.000 arrivi giornalieri.
29
In basso:
5.Rifugiati siriani presso il campo profughi di
Idomeni al confine macedone che attendono di
poter procedere il continuare il percorso verso il
nord Europa
ldomeni
Marzo 2016 Marko Djurica / Reuters
30
Macedonia
Il flusso migratorio lungo la rotta balcanica consente
ai migranti di entrare in Macedonia dal confine con la
Grecia. Dall’ultimo campo in territorio greco, a Ido-
meni, i migranti possono raggiungere a piedi la prima
tendopoli macedone situata a Gevgelija: i due accam-
pamenti distano circa 600 metri l’uno dall’altro, ai due
lati del confine. Nei mesi autunnali del 2015 la media
di persone che transitava giornalmente in Macedo-
nia era di 6.000-7.000, scesa a circa 2.000-3.000 al
giorno nei mesi invernali. Tra il 20 dicembre e il 15
gennaio la composizione dei profughi giunti è stata
la seguente: 47% siriani, 23% iracheni e 30% afgani.
Di questi il 41% erano uomini, il 37% bambini e il
restante 22% donne. Al Campo di transito di Gevgeli-
ja, gestito dal Governo macedone in collaborazione
con l’UNHCR e la Croce Rossa, i migranti vengono
registrati, ricevono l’aiuto necessario, ed attendono
il treno che in circa 4-5 ore li porterà da Gevgelija
(sud della Macedonia) al Campo di transito di Ta-
banovce (nord del paese, al confine con la Serbia). NEL 2015 : erano circa 2000/ 3000
Ogni treno trasporta circa 1.000 migranti alla volta. le persone che transitavano
Dal mese di Novembre, il Governo macedone ha giornalmente
introdotto misure sempre più restrittive rispetto al
flusso migratorio proveniente dalla Grecia, come
l’imposizione del divieto d’ingresso nel Paese a tutti
coloro che non sono di nazionalità siriana, irakena e
afghana o improvvise chiusure del confine, giustifi-
cate da problemi tecnici. Il confine Macedone è rel-
ativamente corto, e Gevgelija è l’imboccatura dove A sinistra:
affluiscono i migranti arrivati via mare, per cui il lu- 6.particolare del modello al 100.000
ogo più semplice dove bloccarli lungo la rotta e re- che indica il lugo della ppiccola città
di Idomeni al confne macedone
spingerli verso la Grecia senza rischiare delle morti.
La recinzione costruiita in sordina dal governo Mace-
done viene aperta e chiusa a fisarmonica, crean-
do non pochi problemi e rendendo la situazione
ancora più tesa e precaria. La stessa Unione Eu-
ropea è consapevole che il luogo è cruciale, e mi-
nacciando di sospendere la Grecia da Schengen,
paventa, per voce di alcuni dei suoi membri, di sup-
portare la Macedonia nell’erigere le sue barriere.”
Una conseguenza preoccupante dell’inasprimento del-
le misure per l’ingresso in Macedonia è stato l’aumen-
to dei casi segnalati di contrabbando e ingressi clan- Amnesty International, è stato nuovamente riaper-
destini: secondo il Ministero degli Interni macedone, to. Dalle testimonianze filtrate pare che il Centro
nei primi 20 giorni del 2016 si sono registrati oltre 30 non abbia affatto migliorato i suoi standard e le con-
casi. Altra conseguenza diretta è l’aumento del nume- dizioni di vita al suo interno rimangono allarman-
ro dei richiedenti asilo in Macedonia. Negli ultimi mesi, ti. Si segnala inoltre l’ingresso di oltre 200 minori
il Centro per richiedenti asilo “Gazi Baba” di Sko- non accompagnati in Macedonia nell’ultimo mese.
pje, chiuso a luglio del 2015 dopo la denuncia di
31
Serbia
La “rotta balcanica” in Serbia è suddivisa preva-
lentemente in due filoni. Quello principale è cos-
tituito dalla rotta che permette ai migranti di en-
trare in Serbia direttamente dalla Macedonia,
presso il comune di Presevo, dove è stato alles-
tito un ampio campo di transito e di accoglienza.
I migranti che percorrono questa strada sono per
lo più siriani, iracheni e afghani. Nonostante l’arrivo
dell’inverno, il flusso umano non sembra arrestarsi,
caratterizzato da numeri ancora molto significativi:
quotidianamente entrano in Serbia dalla Macedonia
tra le 2.000 e le 5.000 persone. A Presevo i migranti
vengono registrati, possono ricevere gli aiuti di base,
e dalla cittadina serba salgono sugli autobus o sul tre-
no che li conduce direttamente a Sid, al confine con
la Croazia. Esiste inoltre una seconda rotta, meno
visibile, che consente ai migranti di entrare in Ser-
bia dalla Bulgaria, solitamente nei pressi delle città di
Danilovgrad, Bosilegrad e Zajecar. Giornalmente en-
trano dal territorio bulgaro tra le 200 e le 400 persone, DATI SULLA MACEDONIA :
prevalentemente coloro a cui viene negato l’ingresso NUMERI E PERCENTUALI.
in Macedonia (e dunque non-siriani, non-iracheni e
non-afghani). Queste persone, dopo la registrazione
e i primi aiuti, proseguono il loro viaggio in autobus o
in taxi fino a Belgrado, capitale della Serbia. Qui han-
no la possibilità di ricevere ulteriori aiuti, di pernottare
se necessario, ma soprattutto di prendere un autobus
o un taxi che li porti fino al confine con la Croazia
I due filoni della rotta attraverso la Serbia si “riunis-
cono” dunque a Sid, cittadina al confine croato, dove
sono stati allestiti altri due campi di transi- sono quindi costretti a fare domanda di asilo in
to e di accoglienza: il primo nei pressi di un dis- Serbia dove vengono riconosciuti come“richiedenti
messo motel lungo l’autostrada in località Ada- asilo” e in seguito sistemati negli appositi Centri per
sevci; l’altro di fronte alla stazione dei treni di richiedenti asilo, il principale dei quali si trova a Bel-
Sid nei pressi di un mattatoio abbandonato. grado nel quartiere periferico di Krnjaca. Tuttavia sono
A Sid i migranti hanno la possibilità di rifocil- pochi i richiedenti che desiderano realmente fermarsi
larsi, riposare, in attesa dei treni che li con- in Serbia: la maggior parte rimane nel paese fino a che
durranno poi a Slavonski Brod in Croazia. non riesce a trovare un modo (illegale) per riprovare a
Fino al mese di dicembre, la Serbia era solamente una passare i confini ed entrare dunque nello spazio co-
zona di transito, anche se col tempo il paese si sta tras- munitario. La Serbia si sta preparando ad accogliere,
formando in un luogo di sosta forzata, in seguito alla nel prossimo futuro, un ampio numero di migranti per
decisione della Croazia di respingere al confine i non periodi medio-lunghi: infatti, oltre 6.000 posti letto
siriani, non-iracheni e non-afghani. Uomini,donne e sono in allestimento nei Campi profughi e nei Centri
bambini in fuga rimangono dunque “incastrati” nella no per richiedenti asilo. L’impressione è che le misure
man’s land serba: un limbo di stasi obbligata, dal quale sempre più restrittive adottate nei paesi comunitari
non possono proseguire il loro viaggio e non vogliono (dalla Germania all’Austria, dalla Slovenia alla Croa-
tor indietro.Questi migranti, di varie nazional- zia) bloccheranno un numero significativo di persone
ità (provengono da altri paesi mediorientali, pae- in Serbia, ultimo paese alle porte dell’Unione Europea.
si nordafricani e dell’Africa sub sahariana),
32
Croazia
34
Bulgaria
35
Il conflitto
siriano
2
36
IL CONFLITTO SIRIANO
L’accezione “guerra civile” per descrivere il conflitto in atto è stata usata il 15 luglio 2012 dal
Comitato Internazionale della Croce Rossa, che ha definito la crisi siriana un «conflitto arma-
to non internazionale».
La guerra civile siriana , ha avuto inizio il 15 mar- za sciita in Medio Oriente In ambito ONU si è verifica-
zo 2011 in Siria con le prime dimostrazioni pub- ta una profonda spaccatura tra Stati Uniti d’America
bliche contro il governo centrale, parte del con- Francia e Regno Unito che hanno espresso sosteg-
testo più ampio della primavera araba, per poi no ai ribelli e Cina e Russia che invece sostengono il
svilupparsi in rivolte su scala nazionale e suc- governo siriano sia in ambito diplomatico che militare.
cessivamente in una guerra civile nel 2012.
La delicata composizione etnica siriana si è forte-
Le iniziali proteste hanno l’obiettivo di spingere alle mente riflessa negli schieramenti in campo. Sebbe-
dimissioni il presidente Bashar al Assad ed elimin- ne le prime manifestazioni anti governative avessero
are la struttura istituzionale mono partitica del Partito uno spirito “laico” e avessero coinvolto tutte le prin-
Bat’h. Col radicalizzarsi degli scontri si aggiunge con cipali città del paese, incluse quelle a maggioranza
sempre maggiore forza una componente estremista Alawita come Latakia il perdurare della crisi ha polar-
di stampo salati che, anche grazie agli aiuti di al- izzato gli schieramenti, portando la componente sciita
cune nazioni Sunnite del Golfo Persico, si pensa a sostenere il governo insieme a gran parte delle mi-
possa aver raggiunto il 75% della totalità dei com- noranze religiose, che hanno goduto della protezione
battenti.Tali gruppi fondamentalisti hanno come prin- del governo laico del Partito Ba’th.Il fronte dei ribelli
cipale obiettivo l’instaurazione della Shari’a in Siria. rimane composto prevalentemente da sunniti, i quali
però non costituiscono un blocco compatto parte della
A causa della posizione strategica della Siria, dei suoi popolazione sunnita continua a sostenere il governo
legami internazionali e del perdurare della guerra civi- e sono sunniti alcuni membri dell’esecutivo e buona
le, la crisi ha coinvolto i paesi confinanti e buona parte parte dell’esercito. Le stragi perpetrate dalle com-
della comunità internazionale. Gli organi dirigenti del ponenti fondamentaliste dei ribelli nei confronti delle
Partito Ba’th e lo stesso presidente appartengono alla minoranze religiose in Siria hanno portato le Nazioni
comunità religiosa Alawita una branca dello scisma Unite a definire la guerra civile come un «conflitto di
che è tuttavia minoritaria in Siria, e per questo moti- natura settaria»
vo le nazioni a maggioranza sciita sono intervenute Le organizzazioni internazionali hanno accusato le
a protezione del governo siriano: sia l’Iran che l’ Iraq forze governative e i miliziani Shabiha di usare i civi-
cercano di mantenere un governo alleato che per- li come scudi umani, di puntare intenzionalmente le
mette di creare una macro regione che arrivi fino al armi su di loro, di adottare la tattica della terra bruci-
Libano e sia combattenti iracheni che iraniani sono ata e di eseguire omicidi di massa; i ribelli anti gover-
presenti a fianco delle Forze Armate siriane. Il fronte nativi sono stati accusati di abusi dei diritti umani tra
dei ribelli è invece sostenuto dalla Turchia e soprat- cui torture, sequestri, detenzioni illecite ed esecuzioni
tutto dai Paesi sunniti del Golfo, in particolare Arabia di soldati e civili.
Saudita e Qatar , che mirano a contrastare la presen-
37
In alto : A destra:
7.Bombardamenti sulla città di Aleppo 2.Grafico sulla situazione dei rifugiati
(Reuters) 2016 siriani presenti nei paesi limitrofi.
38
ll conflitto siriano.
Siriani rifugiati nei paesi limitrofi.
5.021.485
Syria Regional Refugee Response
<http://data.unhcr.org/syrianrefugees>.
5 aprile 2017
5M
2.5M
0M
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Ankara
Turchia Iran
2.967.149
Siria
Cipro
Libano Iraq
1.011.366 253.528
Mar Mediterraneo
Bagdad
Palestina
Giordania
Israele 659.015
Egitto Arabia Saudita
120.104
39
IL CONFLITTO SIRIANO
Siriani rifugiati nei paesi limitrofi
Profughi siriani , il 97 per cento resta in Medio Oriente .
Mentre l’Europa alza muri,numeri record in Turchia e Pakistan
42
Ad oggi
Le persone in fuga dalla guerra stanno per raggiun-
gere quota sei milioni, a cui si aggiungono altri sei
milioni di sfollati interni. La Serbia è il primo Paese
europeo sia come numero assoluto di presenze reg-
istrate sia in rapporto alla propria popolazione, su-
perando Germania e Svezia. “Ma parliamo di numeri
bassi, imbarazzanti per un’Europa che ora chiude le
frontiere. Dove sono nella pratica i valori universali
così tanto declamati?”
Siria, sei milioni di rifugiati in cinque anni di guerra.
E il 45% di loro ,stiamo parlando di quelli registrati ,
ovvero quasi uno su due, al momento vive in Turchia.
L’Europa ? Arriva a malapena ad accogliere il 15%
dei siriani in fuga (di cui il 9% concentrato in due Pae-
si, Serbia e Germania) e ora chiude le frontiere. Sono
inesorabili i dati raccolti nella mappa del network
World conflict maps, aggiornata al 22 marzo 2017:
come valori assoluti lo Stato turco accoglie di gran
lunga più di tutto il territorio europeo messo assieme,
mentre in rapporto al numero di abitanti di una nazi-
one è il Libano, prima di Giordania, Serbia e Turchia,
ad avere l’impatto numerico più elevato.
La fuga nello Stato turco, essendo Paese confinante,
è la strada più naturale per chi vive a Nord della Siria,
dove tutti i profughi sperano di rientrare, prima o poi.
Ma la cessazione delle ostilità è una prospettiva an-
cora troppo irreale. “A scappare verso la Turchia sono
soprattutto persone che vivevano in zone controllate
dai ribelli e bombardate dal regime di Bashar al As-
sad”, “Certamente in Turchia c’è anche chi è fuggito
da Isis, ma in misura minore, perché lo Stato islamico
sottopone gli abitanti delle città controllate a un rigido
controllo per evitare lo spopolamento”, specifica, “
A sud della Siria, invece, “sono fuggiti verso il Liba-
no – che ospita il 18% dei rifugiati, ovvero 1,3 milioni
di persone a fronte di una popolazione di 5 milioni i
sunniti delle montagne del Kalamun, luoghi dove c’è
uno stato di guerra permanente e i villaggi sono presi
di mira sia dalla fazione ribelle fondamentalista legata
ad Al Nusra come dal regime”. In Giordania la cifra si i valori universali con i quali ci si è riempiti la bocca
attesta sull’11%, “ma da tempo le frontiere sono chi- per decenni?”, “Ora che c’è da metterli in pratica nel
use”; mentre in Iraq c’è il 4% dei rifugiati siriani, “so- concreto non valgono più? Stiamo parlando di per-
prattutto curdi dato che si è nel Kurdistan iracheno”. sone che scappano da una guerra”. In cima alla lista
La prospettiva dell’Arabia Saudita (2%)? “Pochissimi degli Stati europei che accolgono sia in termini as-
cercano di andarci, sapendo che è uno Stato dove soluti che in rapporto alla popolazione locale c’è a
i musulmani moderati avrebbero difficoltà a vivere e sorpresa uno degli ultimi entrati, la Serbia, con poco
anche perché per raggiungerla servirebbe un visto più del 5%. Poi la Germania con meno del 4% e la
per il passaggio aereo”. Svezia con quasi il 2%. Il resto? Tolto l’1% abbondan-
Più in là della Turchia, ecco il mar Mediterraneo e, per te dell’Ungheria, tutti gli altri Stati vanno dallo 0,5% in
chi sopravvive al viaggio della speranza in barca, le giù. L’Italia, per dirla tutta, non rientra nelle percen-
porte della Fortezza Europa. “Porte chiuse che non tuali minime della tabella, ovvero è sotto lo 0,1% (il
fanno di certo onore all’Unione europea: dove sono i Brasile, con lo 0,15%, fa meglio).
43
IL CONFLITTO SIRIANO
Grecia,porta per l’Europa.
La vicinanza alle coste turche delle isole greche , la rende meta d’approdo conveniente per i
molti che cercano di raggiungere un futuro migliore in Europa.
45
ll conflitto siriano.
Siriani rifugiati nei paesi limitrofi.
60.000
Syria Regional Refugee Response
<http://data.unhcr.org/syrianrefugees>.
5 aprile 2017
5M
2.5M
0M
2012 2013 2014 2015 2016 2017
Grecia
60.000
In alto :
3.rifugiati presenti in grecia nel 2017
46
Attualmenete sono una
decina i centri operativi
sulle diverse isole greche
47
Europe Refugee Emergency
Site locations in Greece
As of 29 March 2016 08:00 a.m. EET
Drama
479 Total Mainland Eidomeni
11,370
Cherso
3,900
500 Nea Karvali
751 46,122 people on sites EKO Gas station
2,500
Veria
1,000 26,810 capacity min 1,250
377
A
Eleftheroupoili
206
31,810 capacity max Nea Kavala
400
200 3,520
Pieria Pieria (Camping Nireas)
468
Total Islands 2,500
190
Kozani 190
Pieria (Stadium)
202
400 4,242 people on Official sites
202 Pieria
Konitsa
162 400 (Ktima Iraklis)
400 7,450 capacity
150 202
Giannitsa
400
840
Doliana Katsika Trikala 900
Diavata
207 1,075 194 Larisa (Koutsochero) 2,280
400 1,500 200 1,385 2,500
1,300
Thessaloniki port
Filipiada 351
Lesvos 400
660
700
2,122 A
3,500
Thermopiles
387
400
Ritsona Schisto
Chios 1,971
908 Malakasa
1,472 2,000 Victoria Square
1,000 1,107
1,100
1,000
Agios Andreas
125
Eleonas
B 120
Lavrio (Accom. Facility) 712
Site Samos 700
Lavrio 425
People on site 416
399 250
Capacity 850 Piraeus
400
5,600
Elliniko III
Megisti 1,181
102 1,300
0 B
Based on figures from the Coordination Centre for the Management of the Refugee Crisis as of 29/03/2016 08:00 a.m. Eastern European Time.
Online map with additional information: http://www.unhcr.gr/sites
In alto :
4.Grafico che mostra il numero dei centri di ac-
coglienza presenti in Gecia il 29/03/2016
48
L’ ISOLA DI LESBO
L’Isola dista 13 chilometri dalle coste turche , motvio per cui nel estate del 2015 è stata presa
d’assalto da parte dei rifugiati siriani.
50
In alto : nella primavera del 2015 mentre si preparava ad af-
14.Rifugiati siriani che sbarcano suelle coste frontare uno dei momenti più duri della crisi econom-
dell’isola di Lesbo. ica greca, l’isola di Lesbo tenta di contenere un’on-
Internazionale ( Rodriguez. F ) 2016 data migratoria senza precedenti.L’arrivo di natanti
carichi di migranti sulle spiagge dell’isola non è una
novità, ma dall’inizio del 2015 ha progressivamente
assunto una dimensione ingestibile. Nella prima metà
del 2015 sono stati 137mila i migranti approdati sulle
sponde europee, con un aumento dell’86 per cento
rispetto al 2014 .
Primo punto d’arrivo dei profughi provenienti da Siria
e Iraq ed Afghanistan.
51
IL CONFLITTO SIRIANO
Le condizioni dei rifugiati sull’isola di Lesbo
Panoramica sulle condizioni di vita dei migranti all’interno dei campi di prima accoglienza .
52
Ad oggi l’Isola di Lesbo
continua ad ospitare circa
6.160 individui nei suoi
centri di accoglienza
O transizione
Source: Government Authorities/Army/Police
53
54
In alto :
15.Il lungomare di Skala Sykaminias, località nel
nord dell’isola , una delle mete d’arrivo preferite
dai rifugiati. Fotografia di Stefano Bernardini ,
rivista vita
55
Totale rifugiati presenti sulle isole gre- In alto :
5.grafico che mostra il numero dei centri presenti
che sull’isola di Lesbo.
12,978 persone fonte Unhcr
scaricabile da www.Unhcr/Refugees/greece.doc.>
(Official & informal sites, other state
run facilities)
8,501 capacità massima di tutti i centri
(Official & informal sites, other state
run facilities, UNHCR)
56
Il Centro di accoglienza di Pipka
Centro non governativo Pipka , da rifugio a donne , bambini non accompagnati e persone
con handicap, o malattie gravi.
57
Il Campo di prima accoglienza di Kara Tepe
Demographics (Estimated) : Estimated Age & Gender Breakdown Estimated Nationality Breakdown Attica
44% Afghanistan
PoCs (Estimated) 6,160 (All Island) Source: 23% Men
Government 47% 22% Syria
Authorities/Army/Police Women
Accommodation Safe Sleeping Areas for Children and Yes Sufficient Access to Supermarkets, Stores less than 2km /10km
Women Pharmacies or other with public transportation.
Total - Tents 0
Total - Tents with Flooring 0 Protection Referral Mechanism PWSN, SGBV, PSS,
Family reunification Access to ATM / Banking Facilities/Machines less than
Total - PoCs Living in Tents 0 Facilities 2km /10km with public
transportation.
Total - Rub Halls 2
Restoring Family Links Service Yes Availability for PoCs to Cook Communal cooking areas are
Total - PoCs Living in Rub Halls 63 planned but not yet available
Total-Functional/Working 50 NFI Kits for Women and Children Daily Internet Connection 4G/3G
Toilets
Toilets in a Separated Area Yes Sufficient Distribution System Daily Feedback Mechanism No
for Women
Main Channels for Delivering Information to PoC
WASH facilities for People Yes Sufficient
with Specific Needs Bulletin Boards Yes
Total - Showers 24
Audio System No
Total - Showers with hot 24
water Digital Screens Yes
Showers in a Separated Area Yes Sufficient
for Women Info and Advice Desk Yes
Total - Water Taps 47
Other Yes
Hygiene promoters 6 Specify:
Information Sessions
Clean WASH Facilities Regularly
Garbage Disposal Regularly
Distance to the Nearest Less than 10km Three times per day Ongoing Education/Recreational Regularly
Daily Food Distribution Activities
Health Facility or more
Primary Health Care Partially Child Friendly Spaces Sufficient and safe
Food is provided by: NGO, Volunteers
space available
Referral System Fully Food Meets the Nutrition
Standards
0 Proportion -Children Participating 25%-60%
Facilities for breastfeeding Available and appropriate
MHPSS Programmes Partially mothers space
Access Health Services in the Regularly for main
Main Languages Spoken languages used on
tabella n1.
site
All sites are under the responsibility of the Greek authorities. The information as displayed in the site profile is collected on monthly basis and based on information from different
sources, i.e. site manager, Hellenic Police, UNHCR field teams. Please send any feedback to: Hawraa Harkous (harkous@unhcr.org)
59
60
61
Il Centro di detenzione Moria
Demographics (Estimated) : Estimated Age & Gender Breakdown Estimated Nationality Breakdown Attica
24% Afghanistan
PoCs (Estimated) 6,160 (All Island) Source: 20% Men
Government 11% Syria
Women
Authorities/Army/Police
20% 60%
Children 65% Other
Winterization- Planning 1,700
Figures
Accommodation Safe Sleeping Areas for Children and Yes Insufficient Access to Supermarkets, Stores less than 2km /10km
Women Pharmacies or other with public transportation.
Total - Tents 300 PWSN, UASC, SGBV,
Total - Tents with Flooring 220 Protection Referral Mechanism
PSS, Family Access to ATM / Banking Facilities/Machines more
Total - PoCs Living in Tents 1000 reunification Facilities than 2km /20km with public
transportation.
Total - Rub Halls 4
Restoring Family Links Service Yes Availability for PoCs to Cook Site Management does not allow
Total - PoCs Living in Rub Halls 350 communal or individual cooking by
site residents
Total - RHUs 21 Legal AID - Access to AS Procedure Always
Total - PoCs Living in RHUs 300
Tensions between Communities Often
Total - Containers 0 Site adapted for People with Specific No
Total - PoCs living in Containers 0 Needs
Family(ies) per Container (average) 0 SGBV Services Yes
Other Accommodation Yes, but the room is not appropriate or always available
Private Rooms for Counseling
Accomodation facility (ies) - Other Dormitories Lighting Yes, but not for all required areas
Refugee Community Structures Yes
# Families - in Unsafe Shelter 0
Total-Functional/Working 169 NFI Kits for Women and Children Daily Internet Connection 4G/3G
Toilets
Toilets in a Separated Area Yes Insufficient Distribution System Occasionally Feedback Mechanism Occasionally
for Women
Main Channels for Delivering Information to PoC
WASH facilities for People Yes Insufficient
with Specific Needs Bulletin Boards Yes
Total - Showers 118
Audio System Yes
Total - Showers with hot 118
water Digital Screens No
Showers in a Separated Area Yes Insufficient
for Women Info and Advice Desk Yes
Total - Water Taps 215
Other No
Hygiene promoters 0 Specify: 0
Clean WASH Facilities Regularly
Garbage Disposal Regularly
Distance to the Nearest Less than 10km Three times per day Ongoing Education/Recreational Yes – sometimes based
Daily Food Distribution Activities
Health Facility or more on availability of staff
Primary Health Care Partially Authorities, NGO, Child Friendly Spaces Area available, but not
Food is provided by:
Volunteers appropriate in terms of
safety and space
Referral System Fully Food Meets the Nutrition
Standards
0 Proportion -Children Participating Less than 25%
Facilities for breastfeeding Available but not appropriate
MHPSS Programmes Partially mothers space
Access Health Services in the Regularly for main
Main Languages Spoken languages used on
tabella n2.
site
All sites are under the responsibility of the Greek authorities. The information as displayed in the site profile is collected on monthly basis and based on information from different
sources, i.e. site manager, Hellenic Police, UNHCR field teams. Please send any feedback to: Hawraa Harkous (harkous@unhcr.org)
63
64
IL SISTEMA
65
ACCOGLIENZA
Gli aiuti
umanitari
3
66
LA PRIMA ORGANIZZAZIONE
UMANITARIA
Due visioni contrastanti che possono definire le origini delle organizzazioni umanitarie :
Il fondatore della corce rossa Henry Dunant e l’attivismo critico di Florence Nightingale
68
che diedero il via alla prima grande organizzazione
umanitaria.
In basso : Queste convenzioni esprimevano una serie di rego-
21.ritratto di Florence Nightingale le fondamentali per poter alleviare il dolore della
fondatrice dell’infermieristica moderna popolazione sofferente , provvedendo ad aiutare tutti
coloro che soffrivano in ogni luogo dove vi era la ne-
cessità.
Le leggi base dell’organizzazione furono proclamate
citazione : a Vienna nel 1965 , La croce rossa si descrive come
Florence Nightingale
un organizzazione neutrale che non prenderà parte
( Polman 2009 p.6 )
all’interno delle ostilità tra diversi paesi con l’unico
scopo di poter aiutare coloro che sono i sofferenti del
conflitto.
“E’ illogico.
Solo in un picco-
lo paese come la
Svizzera, che non
vedrà mai una
guerra, una tale Differenti sono invece le visioni della fondatrice
dell’infermieristica moderna Florence Nightingale che
considera il lavoro di Durant come non necessario ed
iniziativa potreb- inoltre controproducente.
Ella sosteneva i principi fondamentali stabiliti nella
69
COME LA GUERRA E’ CAMBIATA.
NUOVI CONFLITTI E VECCHE GUERRE
Dalla battaglia di Solferino del 1863 al conflitto siriano del 2012.
come sono cambiati in conflitti durante quesi 150 anni.
La necessita di aiuti umanitari è per lo più stretta- fra nazioni , ma sono il risultato di un processo di
mente connessa a la nascita di nuovi conflitti. post- modernizzazione e frammentazione degli stati
In questo paragrafo la tesi si pone come obbiettivo e singole parti con identità propria.
quello di ottenere una visione d’insieme riguardanti le Oggi giorno vi sono conflitti cronici per controlli politi-
organizzazione umanitarie. ci , conflitti per marginalizzazione e possesso diretto
La prima risposta umanitaria organizzata da Dunant alle risorse , che rendono la possibilità di avere pace
durante la battaglia di Solferino è identificativa con un in questi territori molto remota.
scenario tipico dei conflitti del 19 secolo , la guerra è Inoltre oggi giorno gli eserciti non sono esclusiva-
sicuramente differente rispetto agli attuali conflitti , l’ mente appartenenti ad un nazione cosi da avere un
evoluzione socio politica e geo politica oggi giorno si identificazione specifica , gli stati partecipanti non
sono nettamente trasformate e gli stessi fattori di un sono caratterizzati da un unico gruppo militare , vi
conflitto oggi giorno sono del tutto differenti ,gli attori sono una pluralità di attori in un conflitto che giocano
che ve ne partecipano , gli obbiettivi , la durata , le diverse parti , oggi sono presenti mercenari , milizie
vittime , l’aspetto più visibile e triste del cambio dei organizzate , polizia armata , movimenti , paramilitari
conflitti è confrontabile con il confronto delle vittime ed organizzazioni criminali che hanno diversi back-
militari e civili. ground , che rendono difficile scindere la figura di un
l’aumento dell’incolunibilità della popolazione è net- militare da un civile.
tamente cresciuto nei conflitti del nostro secolo, il Inoltre oggi giorno durante i conflitti i morti civili non
pericolo per i civili ha avuto un incremento contin- sono certo colpiti unicamente da armi da fuoco o
uo negli ultimi 150 anni.Per esempio nella battaglia bombardamenti ma le cause della morte dei civili e
di solforino il 90 % dei morti era rappresentato dalle strettamente connessa al conflitto ma non diretto, ep-
forze dell’esercito , rispetto al 10 % delle vittime civili idemie , condizioni di estrema povertà , privazione dei
( Polman , 2009 p. 7 ) beni primari necessari , rende i civili principali attorni
Questo scenario ha subito una netta trasformazione dei conflitti odierni. Le nuove guerre accadono preva-
ribaltando la statistica durante il secondo conflitto lentemente in presenza di governi repressivi , in zone
mondiale, infatti per la prima volta nel conflitto del socialmente e politicamente divise e frammentare in
1939 - 1945 il numero di civili e militari si può equi- presenza di governi instabili.
parare.All’inizio di questo secolo e dopo la caduta Nel passato i conflitti nascevano fra gli stati per
del muro di Berlino è visibile come il numero delle interessi di territoriali, oggi giorno Oltre a questioni
vittime civili durante i conflitti sia predominante con economiche, le guerre sono dovute principalmente
un rapporto di 8 : 1 ( Kaldor , 2000 ) il numero di morti allo smantellamento delle forme di potere guidato da
civili nel recente conflitto siriano iniziato nel 2012 ci autorità dello Stato o da gruppi di antagonisti, alla
mostra come questo rapporto stia tragicamente cre- radice di questi conflitti ci sono identità, religiosa,
scendo , con un 70 % di civili coinvolti nel conflitto etnica o dispute tribali.
contro un 30% di militari deceduti. l’esplosione di violenza sembra essere allo stesso
Questo è un dato molto significante e storicamente tempo sia la causa e conseguenza della radical-
valido per comprendere come i conflitti si siano tras- izzazione di posizioni opposte, come fra autorità
formati negli anni ma non è certo sufficiente però a e gruppi ribelli.I metodi di guerra comprendono i
comprendere e descrivere i conflitti moderni. fenomeni delle tattiche di terrorismo e guerriglia,
Questa ineguaglianza dipende da questione con- diretto principalmente contro i civili come una forma
nesse al nuovo modo di concepire la guerre ( New di controllo territoriale e sociale, piuttosto che contro
wars ,Kaldor , 1999 ) le forze nemiche.
Le nuove guerre non sono ormai più conflitti diretti fra Inoltre le nuove tecnologie svolgono un ruolo sempre
70
più importante nei conflitti . In alto :
la trasmissione immediata delle informazioni, am- 22.Militari america in attesa di ordini
plificano il panico degli atti terroristici,connettono internazionale luglio 2016 foto. R. Heven
reti criminali ma nello stesso tempo aumentano la
sensibilizzazione alla causa umanitaria.
reti criminali ma nello stesso tempo aumentano la
sensibilizzazione alla causa umanitaria. Nuovo è an-
che il modo di finanziare i conflitti, nel passato i con- conflitti implicano anche dal lato politico delle trat-
flitti venivano finanziati interamente dagli stati inter- tative a lungo termine con situazioni croniche che
essati,oggi giorno finanziamenti illegali , traffici illeciti spesso divengono permanenti.In tutta risposta la
di merci e necessità rendono i conflitti più duraturi e pratica del aiuto umanitario ha dovuto cambiare negli
meno controllabili in queste aree di nuova guerra. anni il suo modo di attuare, la ridefinizione di questa
Le organizzazioni terroristiche possono essere fi- pratica è legata a un concetto che costituisce ancora
nanziate con il danaro ottenuto tramite l’appropiazzi- la base del dibattito sugli aiuti umanitari. Complex
one dei pozzi di petrolio , tramite la vendita di armi Political Emergencies (CPE) ( ERCOLESSI , 2004 )
o diamanti, diviene cosi difficile individuare un vero Questa crisi multidimensionale che coinvolge diversi
nemico , per chi ha interessi politici o interessi pur- aspetti della politica mondiale nasce in questo ultimo
amente economici. In tutto questo caos la questione secolo , e con questi nuovi conflitti e problematiche
umanitaria e quindi i cittadini sono coloro che vivono è inevitabile che si organizzino nuove forme di aiuto
la condizione più disastrosa. Ci sono profondi squilibri umanitario, e che vi sia una ricerca di nuove solu-
sociali , come le carestie , un notevolmente sposta- zioni politiche ( CPE ) tutti questi aspetti verranno
mento della popolazione , lo smantellamento delle affrontati nel capitolo seguente, per poter compren-
strutture basilari e delle infrastrutture , questi nuovi dere le dinamiche delle associazioni umanitarie.
71
10%
90% 1863
Battaglia di Solferino
civili soldati
50% 50%
1939 / 1945
Seconda Guerra Mondiale
civili soldati
70% 30%
2017 / oggi
Guerra civile siriana
civili soldati
72
A sinistra:
5. Grafico che mostra i dati dei morti civili e soldati
a conforntro
( Polman 2009 )
Violations Documentation Center In Syria.
www.vdc-sy.info./ > Accesso 20 dicembre 2016
73
LA DIMENSIONE POLITICA DEGLI
AIUTI UMANITARI
La controversia fra aiuti umanitari ed interessi politici , rendono complessi i mandati e gli
obiettivi delle organizzazioni umanitarie.
Le leggi internazionali sugli aiuti umanitari ( IHL, IN- Le organizzazioni umanitarie sono diventate sempre
TERNATIONAL , HUMANITARIAN LAW ) si basano più sostitutive degli attori statali, come ad esempio
sulla conferenza di Ginevra del 1864, Fino al 2006 ONU e UE e le ONG questo ha causato un significa-
tutti gli stati nel mondo hanno riconosciuto i principi tivo stanziamento di fondi per gli aiuti, per esempio
fondamentali di questa convenzione , tra il 1986 e il 1995 i fondi della comunità europea di
La prima convenzione strettamente voluta da Dunant, ufficio per gli aiuti umanitari europei sono passati da
è successivamente stata susseguita da altri convegni 80 a 1117 milioni di euro: un incremento dal 3,1% al
in base alle variazioni dei conflitti in corso. 15,3% del valore totale dei programmi di aiuto.
Nel 1949 durante il quarto convenfo furono inserite Questi sono gli anni in cui l’ONU ha aperto gli uffici
nuove convenzioni che hanno rimpiazzato le prec- per il coordinamento degli affarmi umanitari ( ocha ) e
edenti , che oggi giorno sono ancora in uso con dei nello stesso tempo l’unione europea ha aperto l’orga-
protocolli aggiunti nel 1977 e nel 2005. nizzazione umanitaria ( ECHO ) che si diversifica dal-
I cambi più importanti e sostanziali attuati alla con- le altre istiuzioni di questo tipo per la gestione della
venzione furono introdotti nel 1949 al termine del cooperazione allo sviluppo.
secondo conflitto mondiale , è stabilivano l’inserimen- il ruolo e il crescente numero di ONG internazionali
to di una legge per la tutela dei civili durante il periodo è anche centrale. Le ragioni di questo aumento sig-
di conflitto , e il diritto dei soldati feriti ad essere trattati nificativo interesse per gli aiuti umanitari si trovano
come non combattenti. nella visibilità mediatica di queste operazioni, con un
conseguente aumento in caso di accesso a forme di
Lo scopo era quello di stabilire la pratica della guer- finanziamento pubblico e private,negli ultimi decenni
ra nei limiti di accettazione del pubblico in risposta la collaborazione tra gli operatori umanitari e le forze
ai cambiamenti radicali che si sono verificati nel post militari hanno creato un nuovo modus operandi uma-
guerra coloniale e post guerra fredda. I principi hanno nitario.Nuove forme di collaborazione , inclusa quella
ampliato ed elaborato nel corso degli ultimi due de- militare sono diventate uno strumento usato anche in
cenni per renderlo più pragmatico campo internazionale per la sicurezza e la protezione
dei civili, questo metodo di intervento è di fatto intera-
Il quadro istituzionale degli aiuti umanitari è costi- mente gestito dall ONU.Le organizzazioni umanitarie
tuito da tre componenti principali: le organizzazioni sono andate via via affiancando gli interventi militari.
intergovernative, Stati donatori e organizzazioni non L’aiuto umanitario è sempre più spesso fornito in ris-
governative. I rapporti tra di loro sono determinati da posta agli interventi militari condotti da altre nazioni.
leggi internazionali. In questa fase storica il ruolo del- La definizione dei ruoli è diventata incerta, così come
lo Stato ha avuto una decrescita significativa, con l’ la legittimità del coordinamento delle azioni tra attori
avvento della privatizazzione di molti aspetti essen- civili e militari.
ziali, e le spese per il welfare e le spese militari. di conseguenza, il rischio che gli obiettivi militari e
74
politici si sovrappongono con gli obiettivi umanitari è Questo dibattito è l’evoluzione delle correnti di
diventato sempre più comune. pensiero che ha avuto origine dalle visioni con-
Agenzie di aiuto umanitario sono state investite di trastanti di Dunant e Nightingale, nel periodo della
funzioni politiche di tutela dei diritti umani, la pro- costituzione della croce rossa. La prima di queste
mozione della pace, forme di negoziazione politica correnti di pensiero, a sostegno dello sviluppo è la
sono azioni che vanno ben oltre l’obiettivo dell’uma- più seguita nella pratica umanitaria, agenzie inter-
nitarismo. Queste azioni hanno prodotto uno sposta- governative, come l’UNDP, adottatno e diffondono
mento dall’assistenza all’ intervento umanitario che documenti ufficiali in materia di sviluppo. il problema
ha causato alcuni paradossi umani e politici. principale di questo dibattito è quello di individuare
Questo cambiamento ha portato ad una fusione dei la organizzazioni umanitarie corrette e quali opera-
concetti di sicurezza (risposta alle emergenze) e tore umanitario dovrebbe prendere in carico il vuoto
quelli di sollievo e di sviluppo, inteso come un pro- politico delle istituzioni tre le Nazioni Unite, poten-
cesso di democratizzazione. ze internazionali e le istituzioni regionali. Inoltre,
Molti conflitti recenti sono esempi di questa tenden- bisognerebbe comprendere la capacità effettiva degli
za, come Afganistan e in Iraq nei primi anni 2000. operatori di aiuto umanitario sono realmente utili per
il dibattito sulla fusione tra la politica e le organiz- avviare nuovamente lo sviluppo ( natura controversa
zazione umanitarie ha assunto due posizioni con- del concetto stesso, fortemente caratterizzato da
trastanti a partire dagli anni Novanta. questioni ideologiche) spesso vi è una mancanza di
Da un lato c ’è il un modello di “sviluppo continuato” conoscenza approfondita delle situazioni locali Quali
un collegamento delle operazioni di soccorso per la impediscono loro di distinguere la forze costruttive
visione a lungo termine per le strategie di sviluppo delle forze distruttive presenti sul sito.Nella sezione
delle capacità locali. Dall’altro parte un approccio successiva l’ analisi ha lo scopo di identificare chi
minimalista da parte delle organizzazioni umanitarie tra tutti i soggetti interessati sono i beneficiari reali
la riduzione al minimo delle operazioni per distribuzi- all’interno di un sistema molto strutturato e comples-
one di merci e risorse di prima necessità . so che prima di tutto dovrebbe proteggere la gente
Avvolte ci si trova di fronte a forme di manipolazione, e sostenere luoghi sottoposti ad una Crisi umanitar-
compromesso politico e dipendenza degli aiuti. ia.
75
CHI SONO I REALI BENEFICIARI DEL
SISTEMA UMANITARIO ?
Aiuti per le persone o persone pagate per le guerre ? la tendenza delle organizzazioni
umanitarie a cercare di realizzare un profitto.
Neutralità, imparzialità e indipendenza sono i prin- La fornitura di grandi quantità di merci per un lungo
cipi fondamentali delle organizzazioni umanitarie. periodo tende ad indebolire la produzione locale, che
Lo spazio umanitario più stabile può essere definito stabilisce le forme di dipendenza dagli aiuti, la distor-
come un area virtuale in zone di guerra . sione questione mostra come in alcuni casi la risorsa
le vittime dovrebbero avere la priorità su qualsiasi tipo possa essere lontano da forme di aiuto e crei una
di potere politico o militare. Il rispetto dei principi op- distorsione delle verità. Dalla politica sociale alla con-
erativi di cui sopra è diventato sempre più difficile a centrazione delle risorse su gestione militare facilità
trovare riscontro in un spazio umanitario sempre più indubbiamente la gestione.
complesso che sta cambiando a causa delle nuove gli aiuti umanitari come suggeriva la NIGHITINGALE
guerre. un secolo e mezzo fa facilitano la generazione di in-
Tale struttura che gestisce questo spazio richiede un stabilità , inoltre un altro aspetto che getta un’ombra
alto grado di apoliticizzazione delle agenzie umanita- sulle risposta umanitaria è il tendenza a valutare gli
rie e di coloro che vi lavorano. interventi in termini di quantità. Questa è chiamata la
Sia che la relazione sia diretta o indiretta , tramite la trappola dei numeri. (Ercolessi 2004)
fornitura degli aiuti primari e la continuazione deg- I risultati qualitativi passano in secondo piano, i nu-
li aiuti in secondo momento gli aiuti possono essere meri sono utilizzati per aumentare consenso pubblico
alimento della stessa sofferenza e causa di ulteriore nei paesi occidentali e di conseguenza servono per
conflitto. aumentare la fonte di finanziamento pubblico o priva-
Poiché la cooperazione con le autorità locali aumen- to che sia.
ta, così fa il rischio di corruzione, di deportazione del- Questa condizione diventa una caratteristica perma-
la popolazione e di divisione dei prodotti forniti. nente di molti operatori umanitari che tendono ad
I beneficiari degli aiuti diventano così il governo e non inseguire le crisi con una maggiore visibilità mediati-
i civili. Il cibo è una delle necessità più importanti, non ca e quindi abilitati sollecitare un maggior numero di
solo per il sostentamento delle truppe, ma anche per- donatori.
ché è utilizzato per attivare meccanismi di controllo I campi per rifugiati forniscono condizioni favorevoli
sulla popolazione attraverso metodi di distribuzione. da questo punto di vista: folle in spazi ristretti e gran-
Dal momento che i campi profughi sono recinti stra- di sofferenze, purtroppo garantiscono alta visibilità, il
tegici, facilitano una gestione criminale delle risorse. problema principale in tali contesti si rivolge, in defini-
i gruppi più potenti sono in grado di controllare l’ap- ta come l’identificazione e la selezione dei beneficiari
provvigionamento di cibo ed ottenere cosi maggiore degli aiuti.
approvazione all’interno della popolazione. questo Tutte le persone all’interno di un campo profughi han-
si verifica a causa di una progressiva mancanza di no la condizione comune di rifugiato, che lo rende
responsabilità di politici nazionali e delle autorità del molto difficile da identificare in base a diversi gradi
luogo. di vulnerabilità e sofferenza.
76
tati solo come corpi da sfamare.
In alto : Essi non sono altro che la rappresentazione di un
23.Rifugiati siriani in cammino
problema ed di una spesa per le risorse dell’econo-
David Beltrn , Rivista Vita , 2016
mia globale. I beneficiari rimangono quindi soggetti
largamente passivi,i beneficiari restano soggetti in
gran parte passiva, essi creano una un discrepanza
significativa tra la decisioni prese e le organizzazi-
oni che effettuano interventi con la gente del posto
La calibrazione degli interventi richiede una conos-
per interesse reale.La valutazione del risultato tende
cenza approfondita del tessuto sociale e politico, che
a ignorare i criteri del benessere del destinatario,
spesso non è presente. Pertanto, il rischio di fomen-
limitando l’analisi e gli aspetti quantitativi di numeri
tare le tensioni nella comunità a causa della percezi-
e statistiche per assicurare impatto mediatico. Dato
one di discriminazione è molto alta. la distribuzione
che questa è la tendenza, tale questione di etica e
indifferenziata dei beni diventa la soluzione a questo
moralità nelle organizzazioni umanitarie dovrebbe
problema soltanto potenziale.Un modo alternativo,
essere riportata in primo piano.
che è certamente più impegnativo, ma non sempre
infatti gli aiuti umanitari sono ormai ampiamente
attuabile sarebbe trasformare la definizione e le final-
percepiti come un grande serbatoio di contratto per
ità e obiettivi del metodo di distribuzione.
un gran numero di organizzazioni laiche e religiose
Ciò contribuirebbe a mantenere i beneficiari costante-
che mirano a diventare partner dell’UNHCR su
mente e direttamente informati.
differenti scale di attuazione.
La crescita dei principali soggetti interessati nei pro-
Questi sono rappresentati principalmente da ONG
cessi di progettazione e gestione degli aiuti umanitari
(Oltre che dalle agenzie statali), che ottengono con-
ad eseguirne anche molti dal basso. Le vittime di
tratti di organizzazioni intergovernative per gestire
una crisi umanitaria sono tutti frequentemente valu-
77
le crisi, per esempio attraverso la realizzazione di
campi profughi, il quadro delle ong d’azione copre
tutti gli aspetti di aiuti umanitari, generando la febbre
verso questa forme di “ aiuto “ che crea competività
paragonabili a quelli presenti nel mondo industriale
del marketing.
Nonostante l’assistenza umanitaria e la sua idea
abbia provenienza da idee i filantropiche ed uma-
nistiche, evitare i compromessi significherebbe
rinunciare ai privilegi economici. La relazione tra le
dinamiche impone questione etica delicata circa la
permanenza di ONG in questi luoghi (Ercolessi 2006)
il dilemma, la cui soluzione sembra impossibile, è se
è meglio rinunciare al compito umanitario o entra a
far parte del sistema che produce reddito attraverso
queste attività, e allo stesso tempo divenire promo-
tore di guerra.
In alto :
Statistiche mostrano che le agenzie di aiuto umanitar- 24.rifugiati siriani presso il campo profughi di
io stanno diventando sempre più attive su più fronti, Zaatari in Giordania
la gestione di una quantità di un maggior numero di
fondi ad esempio nei campi refugge ruandesi in Kivu
150 ONG che operano contemporaneamente sono
stati rilevate (Ercolessi 2004) l’UNDP ha, calcolato
che nel mondo ci sono più di 50.000 ONG internazi-
onali (Furlanetto al 2014), e sommando tutti i fondi
destinati a queste organizzazioni si stima che formi-
no l equivalente della quinta economia mondiale.
in questo sistema, dove la gestione dipende in pri-
mo luogo dal agenzia delle Nazioni Unite, gli aspetti
economici connessi con beni e servizi (in relazione
alla costruzione di infrastrutture ed edifici) costruttive
e tecniche sono molto importanti, nella maggior parte
delle agenzie delle Nazioni Unite questo settore ap-
pare nel top ten, e non di rado tra i primi tre elementi
di candidatura per i contratti relativi alla fornitura di
materiali e servizi (UNOPS 2014 P 100- 117) ques-
to settore sembra essere redditizio per le professioni
tecniche,dell’UNCHR, l’agenzia più importante per la
protezione dei rifugiati e la gestione internazionale
delle emergenze, sostiene di avere speso nel 2012
oltre 17 milioni di dollari nelle costruzione di strutture
e per la produzione di componenti ANS FORNITURE
(UNOPS 2014 p.114 )
78
1.USA
2.Cina
3.Giappone
4.Germania
5.ONG
L’ONU ha calcolato che l’economia totale delle ONG
di tutto il mondo costuituirebbero la quinta pià grande
economia del mondo.
(Furlanetto , 2014 )6 grafico.
5.Francia
6.Brasil
7. Gran Bretagna
8.Italia
79
Vivere
l’emergenza.
La pianificazione
dei campi
4
80
Rifugiati. Chi sono , chi li protegge.
Sintesi del quadro di tutela sul diritto all’abitare , l ‘opzione campo. Spazio . Tempo .
Cittadinanza
In alto :
26.Uno dei molti campi presenti in Turchia
costruiti dopo gli accordi tra U.E ed Ankara
stipulati nella primavera del 2016
Reportage di Fabio Amato
82
In basso :
25.Bambini che giocano all’ingresso di un
accampamento costruito in territorio turco
al confine con la Siria.
Reportage di Fabio amato
83
Panoramica sulla tutela e il diritto alla
casa.
contenuti del principale documento internazionale e introduzione al vocabolario delle con-
dizioni abitative dei rifugiati, gli insediamenti di transizione i campi profughi e shelters.
Privare una persona del diritto alla casa fa di lui in disastri naturali, che danno risposta di emergenza per
immediato un rifugiato , i risultati dei tentativi contro- soluzioni durature (corsellis e Vitale, 2005, p 10) per
versi e inevitabili per garantire questo diritto nel mon- quanto riguarda l’alloggio, il concetto è rappresenta-
do sono saldamente nelle menti della civiltà occiden- tivo di un processo di stabilizzazione l’UNCHR prom-
tale. Immagini di Campi profughi, tra cui, le foto del ette di implementare nei suoi piani per la protezione e
campo kara Tepe trasmettono istantaneamente una assistenza ai rifugiati, da soluzioni transitorie a soluz-
condizione abitativa improvvisata. ioni durature. Il contesto a cui si riferisce è più esteso
in questa paragrafo cercherò di definire e mostrare rispetto alle risposte temporaneo e di emrgenza .
quelle che sono le soluzioni abitative più utilizza- L’impatto degli insediamenti esaminato in una scala
te all’interno di questi campi, e definire un glossario più ampia determinato come il tempo influenza la pro-
riconosciuto a livello internazionale per definire tali gettazione e le conseguenti ripercussioni ambientali
soluzioni abitative e sociali.
La gestione campo pianificato è una delle opzioni di
La convenzione comune che fa riferimento al diritto insediamento di transizione.
alla casa in un contesto giuridico internazionale fu Mentre la linee guida e manuali di emergenza più im-
promossa dall’Assembla generale delle Nazioni Unite portanti non considerano mai un campo programma-
a cui fanno riferimento tutte quelle clausole del diritto to come opzione preferita per i rifugiati tuttavia essa
di asilo relative allo status di Rifugiato. rappresenta ancora una soluzione molto praticata e
Articolo 25 (I) dei diritti fondamentali dell’uomo dichi- legata a questioni di pianificazione e progettazione.
ara che i diritti fondamentali comprendono il diritto a Le alternative per un riparo comune o individuale per
un alloggio adeguato: “Ogni individuo ha diritto ad un gli sfollati sono stati suddivisi in quattro opzioni: tem-
tenore di vita sufficiente a garantire la salute e il be- poranee o di transizione definite dal programma del
nessere proprio e della sua famiglia, con particolare UNHCR : centro collettivo (strutture di fibrocemento
riguardo all’alimentazione, al vestiario, all’abitazione, affiancate a Prestrutture esistenti, edifici) campi di
e alle cure mediche e ai servizi sociali necessari; ed ricezione e campi di transizione (campo temporaneo)
ha diritto alla sicurezza in caso di disoccupazione, campi autocostruiti (una comunità disseminata e de-
malattia, invalidità, vedovanza, vecchiaia o in altro posita in campi, indipendenti forniti di assistenza da
caso di perdita di mezzi di sussistenza per circos- parte del governo locale o da comunità umanitaria)
tanze indipendenti dalla sua volontà.” (IASC 2011, P127).
il diritto alla casa per le persone costrette a lasciare C’è anche un altro termine che identifica in linea di
le loro case ed il loro paese è protetto da regolamen- massima il diritto fondamentale ad un alloggio ade-
to internazionale. Questo termine è stato definito dal guato, il termine è shelter o rifugio opportunamente
processo di pre Recensione SHELTER PROJECT definito nella sezione Agenda UN-HABITAT IVB 1996
per indicare il regolamento e derivato da conflitti e La descrizione è estremamente ampia e non contem-
84
pla un diritto individuale fondamentale di vivere in uenti: sicurezza nella tenuta strutturale, la disponibil-
una comunità familiare : un shelter adeguato sig- ità di diversi servizi, abitabilità, materiali e strutture
nifica più di un tetto sopra la testa. Significa anche ed infrastrutture adeguate, integrazione alla cultura
un’adeguata privacy, spazi adeguati, accessibilità locale.
fisica ,un’adeguata sicurezza ed una sicurezza nella Il quadro dei diritti qui descritto è Internazionale e
permanenza in un luogo, stabilità strutturale e durata universalmente applicabile, ma ci sono molte altre
nel tempo, illuminazione adeguata, riparo dotato leggi e regolamentazioni con vincoli differenti e spec-
di riscaldamento e ventilazione ed adeguate infras- ificità a seconda della comunità o nazioni in cui il
trutture di base, come ad esempio , fornitura acqua, campo è posizionato.
servizi igienico-sanitari e gestione dei rifiuti,strutture Altre nove regole possibili e necessarie a partire dal-
per la salute ed un adeguata posizione con diretta la più generali, sono : Il diritto ad un accesso legale
accessibilità al contesto. nazionale ed internazionale, accesso gli strumenti
L’adeguatezza deve essere determinata con le regionali e nazionali per la conoscenza delle leggi
persone interessate, tenendo conto della prospettive nazionali e le regolamentazioni anche in riferimento
per lo sviluppo graduale e dipende da fattori cultura- al campo profughi, regole tradizionali per i rifugia-
li, sociali, sviluppo ed economiche. ti, leggi e regolamenti sulla distribuzione da parti
i criteri minimi in materia di alloggio adeguato sono governative o politici, leggi religiose , regole interne
riportati in un recente documento redatto dal UN- , codici di condotta.
HCR e UN-HABITAT (2015): devono essere i seg-
A sinistra:
27.Foto in bianco e nero di un gruppo di bambini
mentre leggono il poster con la Dichiarazione
universale dei diritti umani, 1950.
@UN PHOTO
85
“Ogni individuo ha diritto
ad un tenore di vita suffici-
ente a garantire la salute e
il benessere proprio e della
sua famiglia, con particolare
riguardo all’alimentazione, al
vestiario, all’abitazione, e alle
cure mediche e ai servizi so-
ciali necessari; e ha diritto alla
sicurezza in caso di disoccu-
pazione, malattia, invalidità,
vedovanza, vecchiaia o in al-
tro caso di perdita di mezzi di
sussistenza per circostanze
indipendenti dalla sua
volontà.”
86
Campo.
Tempo e rifugiati
politiche di privazione . il carattere di permanente temporaneità della vita dei rifugiati e la
segregazione sistematica in aree marginali.
In alto:
29.Vestiti stesi alla rete di separazione del centro
di accoglienza e di transizione
di Kara Tepe , Lesbo , 2016
Foto di Amato.F
88
In alto: Come i campi sono fatti, dove sono collocati e quanto
30.foto del centro di accoglienza e di transizione tempo durano sono tutte questioni che coinvolgono
di Kara Tepe , Lesbo , 2016 l’ambiente costruito,un ambiente che assiste, isola e
foto di Amato.F
protegge dalla paura contemporanea di contatto con
i rifugiati. La necessità di sopravvivere, così come la
differenziazione culturale è data dalla distribuzione
di beni e risorse, tutte coesistono in uno spazio ibri-
do complesso, un mix tra un campo militare ed un
campo fatto di cluster i quali nel corso degli anni si
fondono e si scambiano, in base alla stessa logica del
baraccopoli delle grandi città.
Non è accidentale che la letteratura che si occupa dei
campi profughi si è sviluppata in due direzioni: una
sociale -umanistica che affronta la questione da un
punto di vista psicologico incentrato sulle condizioni
di vita dei rifugiati, e un punto di vista tecnico mana-
geriale e pragmatico che descrive la pianificazione e
la gestione dei campi come soluzione di un problema
Questi due modi di interpretare il mondo probabil-
mente hanno bisogno di essere incrementati ed uniti
se si vuole avere una ricaduta positiva sulla vita delle
persone.
89
Campi e Shelters
Modelli di
progettazione
5
90
Linee guida alla progettazione dei campi
1906 - 1981
lo sviluppo del primo manuale dell’UNHCR per l’emergenza. La progettazione del campo e
la sua organizzazione .
91
Il più antico ed importante documento, che illustra un
regolamento per persone in situazione di emergenza
e senza dimora sono una serie di foto scattate dopo
uno dei disastri naturali più devastanti della storia de-
gli USA, il terremoto del 1906 a San Francisco.
anche se le condizioni di vita tra rifugiati politici e per-
sona sfollate a causa di disastri naturali differiscono
enormemente, esse confluiscono sul layout del cam-
po.
Nonostante tutto, il terremoto di San Francisco è im-
portante ed è stato spesso studiato per il disegno e
la particolare attenzione ai limiti critici nella pianifica-
zione (Davis, 1989, pag 80 -81) In pochi mesi dopo il
terremoto più di 5.000 ricoveri sono stati costruiti da
Army Corps of Engineers per accogliere oltre 40.000
sfollati (Architecture for Humanity 2006, p. 33)la ris-
posta al disastro è stata data attraverso la realizzazi-
one di un campo in stile militare rapido ed efficiente.
I rifugi di emergenza sono stati disposti su una griglia
equidistante con poca considerazione per la comu-
nità, annullamento della privacy e del concetto di pro-
prietà per le famiglie residenti (jennedy 2008, p78)
Questi criteri sono ancora presenti nel disegno del
campo odierno e hanno gli stessi effetti sulla vita dei
rifugiati.
Tra il 1906 e la seconda guerra mondiale di rarità
sono i documenti che affrontano il progetto e la ges- In alto :
32.Compertina del testo Plastic Sheeting
tione dei campi profughi o post disastro naturale , e di Jim Howard and Ron Spice pubblicato da Oxfam.
nonostante l’aumento notevole di grandi spostamenti
forzati a causa dei conflitti ,la progettazione dei campi Questa tipologia di lavoro di pianificazione e spie-
era lasciata ad una forma di si semi auto organizzazi- gazione è perfettamente strutturato nel lavoro di
one , visti esclusivamente come luoghi di tempora- Freud Cuny che nel 1971 ha fondato la società no
neità e transitorietà e dunque privi di regolamentazi- profit - Interact Relief and Recostruction Corp , un or-
oni di progetto. ganizzazione multidisciplinare che ha a che fare con
aree tecniche per gli aiuti umanitari, gestione rifugiati
Il dibattito sulla progettazione dei campi è iniziata nei , costruzione degli shelters e gestione della . WASH
primi anni settanta, quando le organizzazioni di aiuto (water sanitation and hygine) per la logistica della
umanitario stamparono i primi manuali tecnici sulla progettazione dei campi.
progettazione dei campi (principalmente ad uso inter- il Centro Cuny successivamente ha messo tutto il
no) Un esempio : “ la guida tecnica alla progettazione lavoro per l’organizzazione in un archivio che risulta
Oxfam con l’utilizzo dei teli di plastica “ il suo utilizzo essere estremamente importante come strumento di
per l’edilizia abitativa di emergenza fu elaborata e dis- risorsa metodologica e teorica per la progettazione
tribuita da Howard e Spice nel 1973. e la gestione campi. A differenza dei documenti ap-
Successivamente con il crescere delle ONG si è avu- portati delle organizzazioni umanitarie presenti come
to un ampliamento del numero di manuali e relazioni, prodotti finiti senza spiegazione il processo utilizzato
che inserivano conoscenze ed idee da altri campi del- per sviluppare l’ archivio di CUNY è l’unico al mondo
la progettazione di queste aree , come la logistica, i con i documenti che illustrano il lavoro svolto all’inter-
trasporti, la salute pubblica e la pianificazione urbana. no del campo passo per passo. CUNY fonda la Inter-
Grazie ai testi chiave come Housing by People, scrit- act dopo la sua esperienza personale nella guerra del
to da Turner nel 1967, ci fu una crescente attenzione Biafra in Nigeria alla fine degli anni 60, Questo conflit-
sull’argomento e sulle metodologie di approccio e più to è considerato come uno dei momenti più importanti
in generale sul processo di partecipazione nella pia- per le organizzazioni umanitarie , nelle complesse vi-
nificazione urbana e architettonica. cissitudini del conflitto nigeriano ,la gestione di Cuny
92
riesce ad unire una dimensione politica ed una di-
mensione umanitaria sviluppando un nuovo approc-
cio ad interventi settoriali sulla base delle necessità
e delle finalità della comunità colpita , garantendo
un sostegno nello sviluppare le proprie auto difese
come strumenti di supporto , ed evidenziando come
queste organizzazioni necessito di personale special-
izzato nella gestione di situazione post - emergenza.
“La risorsa primaria nella progettazione post - disas-
tro sono le radici motivazionali dei superstiti, dalla
presenza di un amico a la famiglia ai gruppi di aiuto.la
presenza di situazioni familiari rende in automatico la
permanenza meno sgradevole.
La posizione dei rifugi assume dunque una funzione
fondamentale , nella creazione delle relazioni all’in-
terno dei campi.
Davis ha lavorato con Cuny e fu il suo testo che con-
tiene il primo vocabolario allo stato embrionale scelto
per descrivere gli elementi cruciali della progettazi-
one di un campo : I cluster shelter , progettati seguen-
do il design in stile militare utilizzato per progettare il
campo di San Francisco nei primi anni del ventesimo
secolo, basato sull’ approccio e sui significati paralleli
di cluster (gruppo di rifugi) e della comunità. il rag-
gruppamento dei nuclei familiari (cluster rifugio) è una
configurazione spaziale che permette alle persone di
creare una configurazione sociale basata su relazioni
comunitarie preesistenti. la persistenza non è un cri-
terio universale, ma permette di valutare se la pianifi-
cazione è socialmente e culturalmente adeguata, può
anche essere calibrata a seconda del contesto e l’uso
dello spazio pubblico e privato nelle diverse culture.
Questo criterio non è universale, ma permette di
valutare se la pianificazione sociale e culturalmente
adeguata, può anche essere calibrata in contesti con
l’utilizzo dello spazio pubblico e provate in altre situ-
azioni con diverse culture.
La prima data di progetto documentato e limitata al
1972 ed è effettivamente implementata l’idea di ri-
fugi cluster “ gruppi “ si dimostra essere stata una
rottura radicale con layout in stile militare Il progetto
prevedeva la costruzione di un campo in Coyotope,
Nicaragua, dopo un forte terremoto nella città di Ma-
nagua. Il layaout complessivo del gruppo di shelter In alto :
( cluster ) prevedeva anche una struttura destinata 33.Disegno della planimetria e fotografia aere
adel campo di Coyotepe in Mariagua, Nicaragua ,
alla cucina ed ai servizi igienici , quasi auto suffici- progettato da Fred Cuny.
ente come un piccolo villaggio rurale, mentre non vi (Kennedy,2008,pp87,89 )
è alcuna prova documentale per valutare la validità
di questo modello rispetto ad altri modelli di campo ,
molti degli scritti su questo argomento riferivano che
la costruzione adottata da Cuny si era dimostrato in
seguito responsabile di vari benefici (mostrando un
maggior senso di comunità, eliminando molti prob-
93
blemi di tipo sociale come la criminalità e gli atti van- damentale che influenza la standardizzazione del
dalici ecc) e si dimostrava anche un approccio meno disegno
caro costando il 37% in meno per opera rispetto ad La necessità di migliorare la salute pubblica entra a
altri campi costruiti contemporaneamente nella stes- far parte degli interventi umanitari, quando un testo “
sa zona con una suddivisione militare . Guide to sanitation in natural disasters “ viene pub-
Il campo è diventato un modello replicabile in altre blicato nel 1971 dall’ organizzazione mondiale della
parti del mondo, ma ha spesso perso uno dei suoi salute agli inizi degli anni ottanta divenne subito uno
tratti più positivi: i cluster flessibili. l’apparente somi- dei principali tesi di riferimento per la progettazione
glianza ai cluster quadrati in realtà ha permesso una dei campi profughi.
certa flessibilità ed ha integrato negli schemi per il Questo trasferimento delle conoscenze e continuo
progetto di layout del campo che Cuny ha incluso nel interesse nell’argomento ebbe inizio nei primi anni
suo progetto 1982 nella prima edizione del manuale 80 con l’intensificazione dei conflitti mondiali e le situ-
UNCHR per l’emergenza azioni di emergenza ed il conseguente aumento del
Un altro esempio è il campo costruito tra il 1973-1974 numero di sfollati.
dopo un’alluvione disastrosa nella regione Khulua in Cuny e la sua organizzazione continuarono a pro-
Bangladesh. Rispetto al progetto nicaraguense ques- durre una serie di documenti teorici e pratici e linee
ta volta Cuny ha fatto una serie di miglioramenti guida per le organizzazioni umanitarie in molte delle
- Una maggiore attenzione per l’ambiente circostan- zone più colpite dai conflitti internazionali e crisi uma-
te in base ad una valutazione della densità della nitarie, ad esempio nel 1978 Cuny si trovò in Cam-
popolazione bogia durante l’invasione vietnamita ed ancora tra
- La valutazione del clima e microclima suddiviso in Etiopia e Somalia durante la guerra del 1980 , la sua
tre livelli separati con una capacità di flessibilità suffi- organizzazione pubblica durante questi anni due tesi
ciente in modo tale da fare di un reparto e il numero di linee guida per la costruzione dei campi e per le
di shelters un altro reparto che poteva essere mod- normative legate alla loro progettazione.
ificato o ridotta a creare lo spazio autosufficiente tra Stabilisce in uno di questi testi la superficie minima
per lo spazio pubblico e quello privato. per ogni abitante all’interno dei campi equivalente ai
- Esame delle strutture sociali della comunità bene- 40m” ed il diritto ai 15 litri di acqua per ogni persone
ficiaria. ad uso quotidiano. Le linee guida includevano anche
- migliorare i livelli di sussistenza il layout del campo semplici disegni di gruppi di unita di rifugio ( shelters
progettato per supportare positivamente la sussisten- ) da 16 blocchi posizionati in modo circolare con uno
za delle persone, ma avere anche un programma di spazio comune destinato all’alimentazione e alla
formazione tecnica e zone per ricoveri che potessero cucina ed ad una zona destinata ai servizi igienici per
essere adattati da gli stessi abitanti. ogni blocco da 16 unita.
Nonostante questi miglioramenti negli anni a venire Queste linee guida evidenziano il problema centrale
l’interesse di questa tipologia di campo si è concen- di equilibrio tra standard minimi universali e la loro
trata principalmente sul l’uso di criteri di progettazi- attuazione nelle comunità locali, e si ponevano come
one basati su standard minimi, in particolare la dis- una soluzione di rilevanza specifica e globale, Inter-
tanza tra le latrine e ripari. cat ha illustrato il nocciolo della questione e ha fornito
Infatti, alla fine degli anni Settanta, un processo di razi- il proprio parere sulla funzioni dei manuali .
onalizzazione in base a standard minimi quantitativi Dimensione e densità non dovrebbero essere le
cominciò ad essere utilizzato nella progettazione del questioni chiave, invece ci si dovrebbe concentrare
campo e la direzione di emergenza, questa tendenza sulla necessità o meno di questi sistemi , e la pro-
è stata innescata soprattutto dalla necessità di otte- gettazione del campo dovrebbe essere incentrata sul
nere la migliore distribuzione possibile delle risorse soddisfare le esigenze dei suoi residenti.I campi sec-
disponibili ritenute sacre. Il testo più rappresentativo ondo Cuny dovrebbero essere progettati come delle
che illustra la questione è Urbanisation Primer (Cami- città , e dovrebbero pretendere di avere gli stessi fat-
nos & Goethert 1978) nel quale gli autori non usano tori e la stessa considerazione, Il design di ogni sin-
solo calcoli matematici per descrivere e progettare golo campo deve riflettere la comunità e il suo senso
in modo razionale , ma utilizzano la matematica per di appartenenza ad una cultura specifica ed essere
definire le rotte più brevi possibili per raggiungere le rappresentativa della struttura comunitaria dei rifugia-
Infrasruttura o calcolare i minimi standard accettabili ti , ed essere in grado di materializzare le relazioni tra
di superficie per persona o per famiglia. i gruppi di alloggi ( clusters ) e le teorie sul senso di
la parte della salute pubblica è un altro campo fon- comunità teorizzate da Cuny nei primi anni 70.
94
Per ragione che verranno affrontate successivamente
in questo paragrafo questi argomenti come vedremo
non avranno molto seguito , comunque , quando
questi criteri enunciati da Cuny furono pubblicati nel
1981 essi diventarono in automatico parte della pri-
ma riedizione del manuale per le emergenze edito dal
UNCHR.
Questo manuale si focalizzava in particolare modo
nella gestione dell’emergenza con capitoli che si oc-
cupavano nello specifico della progettazione dei cam-
pi profughi. In questa prima pubblicazione , le infor-
mazioni gli sketch fanno riferimento a modelli adottati
nel 1973 per il campo profughi del Bangladesh , ma
altri aspetti e funzioni furono semplificati e razional-
izzati.Tuttavia, la disposizione della comunità rimane
la stessa: un approccio decentrato con piccoli semi
unità di comunità indipendenti o villaggi ,ed una se-
rie di rifugi ( shelter ) flessibili inseriti nel gruppo per
soddisfare i bisogni dei rifugiati. Ogni decentramento
delle strutture è parte di un semi indipendenza delle
unità come ripreso dal progetto del campo del Ban-
gladesh . In generale , gli standard sono per lo più di
tipo qualitativo , a differenza delle edizioni successive
del manuale di Cuny.
L’applicazione universale delle regole di questo man-
uale rimango il fulcro del lavoro di Cuny per l’edizione
completa del 1982, tuttavia piccoli cambiamenti ven-
gono effettuati in relazione alla localizzazione dei
campi e della relazione con il contesto.
In generale tutti i concetti espressi per la proget-
tazione dei campi redatti da Frud Cuny per questa
edizione rimangono invariati e sono oggi giorno anco-
ra applicati su larga scala come linee guida alla pro-
gettazione dei campi profughi.
Il modello si basa sulla frammentazione della super-
ficie del campo , sulla inserimento dei blocchi di clus-
ter , e sul modulo degli shleter che circondano sem-
pre un edificio con funzioni amministrative situate al
centro dei cluster , un blocco amministrativo con uno
spazio per la comunità e con le sue attività .
95
Linee guida alla progettazione dei campi
1981 - 1995
Dalla prima alla seconda edizione del manuale sulla pianificazione dei campi del UNCHR
la prima edizione completa di questo manuale per le L’UNCHR lancio una revisone della sua politica di ris-
emergenze redatto dal UNCHR fu stampato e messo posta alle emergenze, il risultato è stata l’introduzione
in circolazione nel 1982 con una serie di modifiche del concetto di soluzione duratura e rimpatrio volon-
rispetto al manuale di Cuny. tario come la scelta migliore per i rifugiati.
Questa edizione viene usata come base per cambi- questa tendenza ha influenzato enormemente la pia-
are gradualmente e modificare l’idea dei blocchi co- nificazione del campo e il suo disegno , disintegran-
munitari disegnati e implementati dal testo di Cuny do il fatto che la maggior parte dei campi avevano
“Intertect” , in modo cosi evidente che questo stesso una durata limitata e sì imprevedibile i nuovi termini
concetto tende a sparire del tutto in questa edizione. che raffigurano i campi come uno spazio che diviene
UNCHR modifica la formulazione del 1982, ed in permanete fanno gradualmente rimuovere dai manu-
questa edizione completa del manuale,l’ introduzione ali il concetto di temporaneità che viene sostituito da
al relativo capitolo, che i campi profughi dovrebbero quelli che danno l’impressione di stabilità, e con esso
di norma essere considerati come ultima risorsa. si stabiliscono nuovi elementi costruttivi come strade,
case, villaggi, città per i profughi.
96
l’UNHCR ha stabilito una netta distinzione tra un cam-
po temporaneo utilizzato solo in caso di emergenza,
e del regolamento che può svilupparsi ed essere
considerato come spazialmente ed economicamente
connesso ai suoi dintorni. Il testo “intertect “ continua
il suo lavoro concettuale nel corso degli anni ottanta,
ma a causa di questa evoluzione nel concetto di cam-
po, sembra aver preso una strada molto diversa dal
manulae per le emergenze del Unhcr.
Da una parte troviamo l’ideologia di Cuny con la
quale i campi temporanei possono essere trasfor-
mati in campi permanenti come una città , continua
ad affermare che sia una teoria valida perché la vita
dei campi è totalmente imprevedibile, Dall’altra parte
Keith Hardin , un altro associato della INTERTECT ,
pubblica delle nuove linee guida per i campi basando-
si sulla loro temporaneità e sulla natura stessa di tem-
poraneità che essi esprimono , anche se anch’esso
considera possible un espansione quando nuovi rifu-
giati arrivano nel campo.
E’ molto importante notare che nei primi anni 70 e la
meta degli anni 80 vi è stato un notevole aumento dei
campi profughi all’interno del globo , infatti molti cam-
pi in questi anni raggiungo quote di 18.000 abitanti.
Se da una parte si teorizza la necessità di una pro- Nella pagina precedente a
gettazione anteriore , che vada a sacrificio di tem- sinistra :
atiche come la flessibilità per gli utenti ( dove inserire 35.Due differenti configurazioni per la proggetazzi-
one del blocco shelters per i campi rifugiati.
gli shelter ) dall’altra parte questa nuova metodologia
( Kennedy 2006 )
di progettazione spinge a ripensare le relazioni fra i
campi profughi e le città e le sue relazioni.
Il modello elaborato da Keith Hardin diviene la base
teorica per la formazione al programma dell univer-
sità del Wisconsin nel 1987 per il corso di “ Disaster
Management Centre “ e per oltre altre iniziative agli
inizi degli anni 90 , incluso la formazione dei manager
per la pianificazione dei campi dell UNHCR.
Molte sono le critiche all’idea della pianificazione dei
campi utilizzata negli anni 80 , eliminando quei criteri
di collaborazione e rapporto con il contesto e la co- ocabile sottolineato la natura temporanea dei campi
munità enunciati da Cuny nei primi anni 70 , critiche ed efficacemente influenzato il lavoro dell’UNHCR, il
ed interessi che arrivano da molti studiosi ed antro- testo è formulato come segue: i “Campi sono pre-
pologi interessanti dell’argomento , tra questi impor- visti per ospitare una necessità di sopravvivenza
tante segnalare un testo pubblicato da Barbara Harrel base, l’integrazione regionale è una priorità bas-
Bond titolato “ IMPOSING AID “ imponendo gli aiuti sa la sopravvivenza è il bisogno primario, l’inte-
del 1986. Un testo che muoveva delle critiche rinvig- grazione regionale ha priorità bassa, la loro per-
orendo l’idea che i campi dovrebbero essere l’ultima manenza è breve è quindi temporanea “.
speranza per i rifugiati , anche alla luce del fatto che Queste limitazioni vennero bloccati sulla evoluzione
si tratta di campi con una natura temporanea e vi è temporale dei campi e l’impossibilità conseguente di
richiesto un richiesto meno supporto politico da parte stabilire alcun tipo di relazione con l’ambiente circos-
dei paesi ospitanti. tante fuori del campo.
Anche se mai a cura dall’UNHCR il testo intitolato La combinanzione di tutti questi elementi formano le
Refugee camps a primer rapid site planning scritto basi concettuali della seconda edizione del manuale
da Goethert e Hamdi nel 1988 ha in modo inequiv- per le emergenze dell’ UNCHR del 1998
97
Linee guida alla progettazione dei campi
1995 - 2016
Standard minimi e gerarchia degli spazi. Del manuale Sphere Project.
L’ aumento esponenziale di norme minime è l’elemen- più utilizzato nella pianificazione dei campi.
to che differenzia ulteriormente la seconda edizione Come per il manuale dell’UNHCR, un capitolo del
dalla prima edizione del manuale dell’UNHCR per le manuale Sphere Project si occupa della pubblica-
emergenze, le norme diventano più quantitative a dif- zione del disegno del campo: “ Standard minimi e
ferenza di quelle qualitative introdotti da INTERTECT norme sugli shelter “ (progetto sfera 2011) capitolo
negli anni Settanta. Durante gli anni Novanta gli aiuti che ha sottolineato che le norme del manuale del UN-
umanitari sono cresciuti in termini di budget,in nume- HCR appaiono essere concentrate per lo più sugli
ro di attori e consequenzialmente della popolazione aspetti qualitativi mentre in realtà essi possono es-
beneficiaria. Ciò ha portato ad una maggiore richies- sere numericamente verificati utilizzando indicatori
ta di responsabilità e ad avere necessità di strumenti chiave come criteri numerici associati a tutti gli stan-
per valutare il lavoro delle organizzazioni umanitarie. dard in ordine per misurare l’efficienza.
Questa richiesta diventa più pressante durante 1994 Questa metodologia introdotta dal manuale Sphere
- 95 quando la Crisi in Ruanda a causa delle con- raggiunge efficacemente la responsabilità richiesta
dizioni disastrose dei campi profughi sovraffollati ri- negli anni novanta.
portati dai media di tutto il mondo evidenziano il prob- The Sphere Project è un manuale che si concentra
lema di una mancata organizzazione, e mostrano le per lo più sulla questione della salute pubblica, pren-
falle organizzative. dendo in considerazione le innumerevoli testimoni-
PROGETTO SPEHRE è sviluppato in risposta a anze di condizioni disastrose dei campi per rifugiati
questa situazione, nel corso degli anni è diventato analizzati negli anni . Sottolinea l’importanza della
ampiamente conosciuto e riconosciuto a livello inter- condizioni di salute e pulizia che necessitano i campi
nazionale dalle agenzia per lo sviluppo come man- per poter rendere dignitosa la vita dei rifugiati.
uale di riferimento. su questo tema Kennedy (2008) sottolinea non solo
La risposta di tale manuale sugli standard minimi è la necessità di rispettare tali criteri nei campi, ma ri-
stato accettato e firmato da tutte le organizzazioni corda che questi principi non sono gli unici che posso-
umanitarie del mondo. no essere adottati, a differenza dei principi del primo
L’obiettivo comune è quello di “migliorare la qualità manuale SPHERE PRO la seconda e la terza versi-
dell’assistenza umanitaria e aumentare la respons- one del manuale dell’UNHCR, affrontano indicazioni
abilità degli attori impiegati nelle organizzazioni uma- sulla gestione degli shelter e sulla progettazione che
nitarie.Il primo risultato del progetto è l’insieme di rispetti la normativa e gli standard sulla salute pub-
linee guida intitolato “ Humanitarian charter and min- blica a discapito di una gestione dello spazio comu-
imum standards in humanitarian response” del 1997. nitario.
il progetto “Sphere” organizza programmi di formazi- Il rispetto di tali standard limita gravemente progetti
one con il supporto di importanti ONG e delle agen- alternativi specie nella gestione dello spazio vitale .
zie di donatori.Assieme con il manuale dell’UNHCR, E seppur temporanee certe esigenze spaziali sono
quello prodotto dalla Sphere è diventato il manuale necessarie per il bisogno degli utenti .
98
l manuale sfera non spiega esplicitamente le ragioni
di questa scelta metodologica, invece si afferma che
la ratio generale dietro il testo è concentrata sul diritto
umano e su un approccio di responsabilità umanitaria
che oltre a fornire riferimenti chiave al documento si
pone come una dichiarazione internazionale .
Così com’è la s p e h e r e è una dichiarazione univer-
sale di egualitarismo per garantire la sopravvivenza
dei più vulnerabili fornendo risorse primarie a tutti
la restituzione di un abitazione un rifugio viene enun-
ciata dal progetto Sphere come un dovere per tutti
coloro che sono costretti a vivere la condizione di ri-
fugiato , sottolinea come ogni individuo che ha perso
la casa dovrebbe avere libero accesso ad un ritardo
adeguato ed ad una fornitura di beni di prima neces-
sità.
La disposizione dei modelli di campi e rifugi nel man-
uale Sphere Project è lo stesso di quello pubblicato
nel manuale sulle emergenze del UNHCR.
Una gerarchia di componenti costituita dai singoli
shelter , ai cluster residenziali, ad un blocco ed una
zona di progetto chiusa isolata dal contesto circos-
tante e con una differenziazioni di funzioni tra interno
ed esterno del campo .
L’accento è posto sulla breve durata della vita dei
campi, senza alcun tipo di riferimento alle teorie di
progettazione dei campi utilizzate negli anni Settanta.
La conseguenza è nessuno spazio previsto per pro-
cessi di sussistenza interna per i rifugiati che permet-
ta loro di crearsi con dei propio mezzi una graduale
modificazione dell’ambiente circostante.
Tuttavia, Sphere project fornisce una serie di chiari-
menti che non esisteva nel passato, specialmente per In alto :
quelle organizzazioni che operano nel settore dei di- 36.Copertina del testo
Transitionnal settlement di Corsellis e Vitale.
sastri naturali o lavoratori esterni al sistema di tutela 2005 prodotto da Oxfam
rifugiati.
Dopo quasi dieci anni di dibattito sulle relazioni tra
l’applicazione locale ADN e le linee guida generali,
del manuale sfera ci si è concentrati sulla produzione dei campi per rifugiati e campi di transizione.
di un manuale universalmente applicabile. La secon- Testi pubblicati da organizzazioni umanitarie,privati
da edizione del manuale dell’UNHCR per emregency con interessi individuali , università che si occupano
stampato nel 1998 si muove anche in questa direzi- della questione umanitaria e testi che si occupano di
one, inoltre quest’ultima edizione non include disegni una revisione di articoli inerenti all’argomento specifi-
di progetto di campi già abbastanza irrilevanti anche co della progettazione dei campi per rifugiati.
nella prima edizione. La pianificazione del campo non è il solo argomento
Alla fine degli anni novanta altri testi scritti da autori ad essere descritto in questi manuali, ma molta impor-
e altre fonti sono state stampate e messe in circolazi- tanza viene data agli obiettivi strategici che tendono
one con diverse e nuove idee anche se tutti questi ad essere descritti in modo più complesso e meno
testi fanno riferimento agli stessi criteri di progettazi- flessibile rispetto alle spiegazioni sulla progettazione
one campo pubblicati da UNHCR e Sphere Project , delle soluzioni standard e quelle durevoli proposte nei
molti sono i documenti scritti e testi prodotti sull’argo- manuali precedenti.Anch’essi contengono una serie
mento , ma in questo paragrafo andremo ad analizza- di idee a lungo termine sulla progettazione e costruz-
re solo quelli suggeriti da Kennedy ( 2008 ) classificati ione di campi profughi .
99
campo: approssimativamente 200.000 abitanti
Gerarchia di uno spazio modulare per un campo rifugiati : Campo suddiviso in settori , blocchi , comnuità,
4 settori
• fasce tagliafuoco : 30m per ongi costruzione 300m
• le strade seguono i contorni del campo e sono
fuori dal centro
• il sistema idraulico segue le strade
Transitional Settlementes Displaced Population ( Corsellis e Vitale , 2005 ,p.380 )7grafico
100
Sphere Project (2015) UNHCR (2015)
space required
Tabella , indicativa delle differenze basilari tra il manuale sphere project ed il manuale per le emergenze Unhcr.
fire breaks
minimum distance 2m 2 times structure height
between buildings 3–4 times structure height
if highly flammable
minimum distance 6m
between clusters of
dwellings
water supply
minimum quantity of 15 7 minimum for sur vival
water available (litres per 15–20 as soon as
person per day) possible
sanitation
maximum people per 20 people (if sex- (1) family (6–10 persons)
latrine (UNHCR specifies segregated public toilets) (2) 20 persons
in order of preference, 1–3 (3) 100 persons (or a
defecation field)
101
Il primo testo preso in considerazione sull’argomento alcuni dei principali concetti del lavoro di CUNY -
titola : “Shelter Provision And Settlement Policies for Davis e Zetter (1995), in particolare è chiaro che la
Refugee : A state of the Art Review” ( zetter 1995 ) definizione di TRANSIOTIONAL SETTLEMENTES è
il testo è da considerare essenziale perché contiene utilizza in modo tale che i lettori/attori si concentrino
un approccio basato sull’applicabilità di uno sviluppo sugli avvenimenti della popolazione colpita, piuttosto
comunitario teorizzato ed espresso due decenni pri- che sulle agenzie / organizzazioni di aiuto umanitario.
ma da Cuny e Davis.Tuttavia, anche se questo testo Il ruolo principale di queste organizzazioni dovrebbe
tratta esclusivamente di rifugi ed insediamenti per ri- essere quello di sostenere un processo piuttosto che
fugiati manca di disegni esplicativi del concetto della fornire risultati.
pianificazione del campo. Corsellis & Vitale (2005) sottolineano l’importanza
Inoltre questo testo è importante perché il termine del sostegno per i mezzi di sussistenza sostenibili
rifugiato diviene più specifico e politicamente orienta- per i rifugiati associando gli aiuti ad una politica che
to essendo esso scritto solo dopo la convenzione di si occupi di sviluppare progetti con un ottica di tran-
Ginevra del 1951. Convenzione che chiarisce defin- sizione si ma che tenga conto di un continuo sviluppo
itivamente la condizione del rifugiato con un accezi- del campo.
one specifica che a differenza dei testi analizzati in Il concetto innovativo di questo manuale è che non
precedenza di Cuny e Davis utilizzavano il termine stigmatizza nessun modello insediativo specifico per i
rifugiato principalmente per descrivere tutti coloro rifugiati e al tempo stesso non assume nessun mod-
che avevano perso le loro case in disastri naturali di ello come quello universale.
grosse dimensioni.
Un altra ragione per la quale questo testo è di fonda-
mentale e l’inserimento di una serie di capitoli speci- In basso :
fici nello studio dello sviluppo nella progettazione del 37.Copertina del Management toolkit
campo nelle situazioni di emergenza, progettazione pubblicato dal Norvegian Regugee Council
che da un lato deve essere costruita in tempi brevi edizione del 2015
mentre dall’altro deve essere in grado di sostenere
e integrare la riabilitazione e lo sviluppo dei rifugiati
attraverso una strategia globale per rafforzare le ca-
pacitòà ed i mezzi di sussistenza.
Importante il paragrafo che prende in considerazione
le soluzioni durevoli utilizzati per l’alloggiamento dei
rifugiati più problematici , testo che si concentra sul-
le pratiche contestualizzanti e sul diritto di migliorare
le competenze e le conoscenze locali. Zetter, autore
del testo introduce il termine TRANSIOTIONAL SET-
TLEMENTES ( insediamento di transizione ) , cioè
passare da una situazione di campo di emergenza
per sviluppare un piano di insediamento successivo
a lungo termine.
nonostante l’importanza del testo di Zetter, le sue te-
orie sono rimaste un po ‘al di fuori del mainstream
di sviluppo delle politiche internazionali delle organiz-
zazioni e non hanno mai fatto parte della politica uf-
ficiale dei manuali pubblicati dall’UNHCR e SPHERE
Un’altra esperienza importante è stata intrapresa da
un piccolo gruppo di ricercatori della Cambridge Uni-
versity.Chiamata inizialmente “ Shelterproject” e ora
rinominata Centro Shelter.
Questo testo, il più famoso è intitolato “ Transitional
Settlement , displaced population” (Corsellis & Vi-
tale 2005) Gli autori affermano immediatamente che
fanno riferimento agli standard UNHCR e Sphere,
e sommando le linee guida le rivisitano modificano
102
Sei diverse soluzioni di insediamento di transizione Due sono i capitoli che si occupando della progettazi-
sono descritti a tratti positivi e negativi e valutati come one del campo nelle sue diverse tipologie , “Camp
parte di un processo in continuo sviluppo piuttosto set up and closure” (NRC 2004 PP 187 .236) and
che il suo risultato finale. Shelters (NRC 2004 PP 453-483) Anche se il testo
la pianificazione dei campi sono una di queste soluz- “Toolkit” è stato pubblicato prima del manuale di Cor-
ioni analizzate, e diversi esempi sono descritti e val- sellis & Vitale (2005) si fa più volte riferimento a tale
utati.Un esempio il confronto fra campi che adopera- pubblicazione a causa del processo di revisione del
no una suddivisione dello spazio utilizzando cluster manuale della Cambridge University già conosciuto
SHELTER , in contrasto con la sequenza lineare di ma pubblicato solo a posteriori.
rifugi di Davis che fanno riferimento allo stile militare The Norvegian Refugee Council ha voluto fornire un
(1982) Anche se questi sono tutti esempi positivi che manuale pratico per gruppi che si occupano della
rivelano un rigido schema gerarchico consolidato di gestione e della pianificazione nei campi, incentrato
spazio senza apparentemente perdere conoscenza nello specifico sui criteri relativi alla sicurezza strut-
delle origini di questa metodologia gerarchica. turale e la sicurezza dei rifugiati.Obiettivo primario del
Il testo nonostante il fatto che si limiti ad analizzare NRC è la fornitura di aiuti umanitari durante la fase di
esclusivamente l’innovazione di un singolo cluster emergenza di un conflitto o di una catastrofe naturale,
rispetto alla pianificazione di un intero campo è ad quando i bisogni sono spesso più acuti. Tuttavia, gli
oggi un dei testi più importanti sulla pianificazione del aiuti di emergenza da soli non possono risolvere le
campo prodotto negli ultimi anni.Un altro testo impor- cause con una portata cosi vasta. Tale approccio può
tante è il toolkit “ Camp Management “ o Gestione del anche creare dipendenza dagli aiuti. Pertanto, NRC
campo prodotta nel 2004 da un unica organizzazione: persegue un approccio olistico, basato sui diritti, che
The Norvegian Refugee Council, il toolkit si concentra comprende aiuti di emergenza e di recupero precoce,
solo su campi profughi , ma non esclude la rappre- e che mira a promuovere la resilienza dei soggetti e
sentazione della pianificazione dei campi . soluzioni sostenibili per lo spostamento.
103
l’NRC sottoscrive la politica e le linee guida del man-
uale del UNHCR e ne rispetta gli standard.
Inoltre il testo mostra come vi sia sempre un colle-
gamento visibile tra gli obbiettivi e la creazione di
un design ottimale del campo e come in base a tali
obiettivi, la pianificazione viene seguita da come il
design possa sostenere l’ obbiettivo generale.
Dopo la pubblicazione del Toolkit del NRC , i due man-
uali principali, the Sphere Project ed il manuale per
le emergenze ( Handbook for emergency )UNHCR,
sono stati rivisti e pubblicati in una nuova edizione.
La nuova edizione dello Sphere Project rivela delle
difficoltà nel raggiungere gli standard numerici prefis-
sati dal toolkit e sottolinea perplessità nel applicare
alcuni principi del testo norvegese, specie sulla ques-
tione della pianificazione dei campi a stretto contatto
con la città, questo per evitare tensioni e disuguagli-
anze tra i campi e le comunità vicine. In altre pa-
role, questa edizione allenta i principi di applicazione
universale delle norme in favore di un sostegno per
l’adattamento locale degli interventi.
infatti tali standard di accoglienza più qualitativi con-
sentono alle famiglie di aumentare gradualmente la
prestazione delle case residenziali, ed a loro volta,
questo migliora il processo di transizione dall’emer-
genza alla soluzione duratura.
In alto UNHCR pubblica una terza edizione delle linee guida
38.Lofachi,M 2007
da seguire a livello internazionale , dal Handbook for
Concetto della dispiszione degli shelter
struttre modulari 16 / blocchi , 1 shelter familare emergency , il capitolo sulla pianificazione del cam-
ogni shelter con una area di 18 m” po e gestione degli shelter ( Planning and Shelter
Unhcr,2007 pp.207. 224) si occupa del design e della gestione
strutturale per i rifugiati, ribadendo le premesse iniz-
Nella pagina precedente : iali del manuale (UNHCR 2007 p 6- 8) il capitolo in
39.Copertina del Manuale per le emergenze questione enfatizza l’importanza dei processi parte-
seconda edizione , Unhcr ( 2007 ) cipativi che dovrebbero essere attuati con le autorità
governative e locali (nella scelta del sito) e con i rifu-
Nella pagina precedente giati (per quanto riguarda la pianificazione del cam-
40.Copertina del manuale per gli standard minimi po) il capitolo raccomanda un approccio che vada dal
Per la progettazione del campo , Sphere Project basso verso l’alto ( bottom up ) da adottare in tutti
le situazioni , a partire dalle più piccole unità sociali
e assetti sociali tradizionali preservando le strutture,
L’enfasi su questi temi riduce lo spazio dedicato al per quanto possibile.
processo di continuo sviluppo nei campi per rifugiati, Tuttavia, ci sono anche istruzioni per quanto riguar-
anche se vi sono indicazioni fornite che riguardano lo da l’attuazione di questi processi o le indicazioni su
spazio e l’aspetto temporale.Il toolkit da una revisione come risolvere i potenziali conflitti legati all’utilizzo
della terminologia utilizzata per definire la relazione dello spazio previsto all’interno delle comunità. In
tra campo e città. La gerarchia del campo è descritta particolare ci sono indicazioni che riguardano il pro-
utilizzando termini che ricordano l’idea di città (NRC, cesso partecipativo riguardante il layout del campo, la
2004, pp 37-40)ed il concetto di sviluppo urbano, il posizione dei rifugi, i numeri di rifugi in ogni cluster e
layout del campo proposto si basa sui clusters, quat- le aree servizi per residenti, Rispetto alla precedente
tro diverse variazioni rispetto all’asse centrale, ma edizione, la terza analizza le opzioni differenti tipolo-
poiché la struttura è ipotetica non si fa riferimento al gie insediati, transitorie descritte con i loro vantaggi
rapporto tra il sito ed il contesto. e le carenze.
104
Le opzioni sono: insediamenti sparsi , rifugi di mas- SHELTER, CLUSTER, BLOCK, CAMP.
sa, e campi. Campi sono sempre considerati l’ultimo In alcuni casi il testo di (Corsellis e Vitale) mostra
opzione (UNHCR 2007) più un attenzione nella gestione degli spazi e la tran-
Il capitolo prosegue descrivendo i criteri per diver- sizione tra lo spazio pubblico e privato , questo gra-
si aspetti che necessità il design del campo, dalla zie alla morfologia del “U - cluster Shaped “che ha
selezione del sito alla pianificazione e design dei introdotto un design con elementi che sono molto dif-
singoli shelter “ riparo “. Ie linee guida sono sempre ferenti dalla linearità dominate o il layout della griglia.
numeriche, il capitolo delinea la superficie minima In generale, l’aspetto quantitativo (standard minimi
consigliata per singola persona in (45 m “) in modo per gli insediamenti e la valutazione dei rifugi “ shel-
da determinare la dimensione prevista del campo e ter “ campeggi e insediamenti) sono ora considerati
selezionare un luogo adatto, ma prevede anche lo voci prioritarie nel tentativo di proteggere i rifugiati,
spazio libero per una futura espansione, Altri stan- perché sono, a tutti gli effetti, aspetti primari della vita
dard minimi sono forniti al fine di garantire non solo dei rifugiati.Questa tendenza non tiene conto deg-
la giusta distanza tra rifugi, ma anche la densità di li aspetti operativi o performativi che influenzano la
popolazione per i servizi ed infrastrutture. qualità della vita in un campo, come ad esempio il
La Gerarchia degli elementi spaziali nel campo tentativo di creare la propria principale risorsa eco-
rimane invariata rispetto ai modelli più recenti, anche nomica, in altre parole, il modello di progettazione
se si consiglia una progettazione di tipo modulare, campo globale non esplicitamente fornisce il diritto
il manuale specifica inoltre che questo non significa umano all’autodeterminazione di una dignità che è
necessariamente utilizzare un layout a griglia anche impossibile da raggiungere quando tutto ciò che vi-
se un layout a griglia è descritto come adatto per la ene fornito è il minimo indispensabile per sopravviv-
sua semplicità nel design e si presta ad una facile ere in un ambiente costruito, o meglio in un ambiente
implementazione degli elementi shelter o altre strut- costruito alla velocità della luce, con assolutamente
ture che siano . Il Manuale specifica anche che bisog- nessun tipo di relazione spaziali appropriata. Questo
nerebbe fare degli sforzi per evitare un disegno cosi insieme di procedimenti è parte di protocollo ricor-
schematico che segue un griglia per evitare di creare rente dedicato all’uso e gestione dello spazio e sem-
nei rifugiati un totale senso di non appartenenza al bra assicurare l’esclusione permanete dei rifugiati.
luogo perché il design della griglia rigida non crea un (Buman 2005) c’è un divario netto tra funzioni res-
potenziale senso di appartenenza, che è cruciale per idenziali e non residenziali, inoltre questa separazi-
il corretto uso, la pulizia e la manutenzione. one vis a vis con i dintorni del campo e le comunità
Anche in questo caso, le procedure per implementare di accoglienza è sempre più esasperata, per motivi
questi criteri sono mal spiegati e il manuale non for- politici e alla fine si trasforma in segregazione. Non
nisce informazioni sulla progettazione e processi pro- sono previste rotte esistenti e passanti all’interno dei
cedurali necessari per valutare queste esigenze. Tut- campi, o, meglio ancora, è implicitamente in contras-
tavia, rispetto alla passate edizioni, questa edizione to che vi sia la possibilità .
fornisce una serie di grafiche per la progettazione di L’ingresso in un campo viene sempre filtrato dagli
un cluster di comunità, questo disegno replica il grup- uffici di amministrazione delle agenzie di aiuto uma-
po U dei progetti di Cuny per i campi del Bangladesh nitario, e i confini sono costruiti sempre con una re-
negli anni settanta. cinzione di sicurezza.
Tuttavia non si focalizza sugli spazi tra cluster e Questa è la configurazione spaziale prevista dalla
relazioni con il mondo esterno. La prova della natura progettazione del campo attuale, l’intenzione è quella
sistematica di queste scelte illustrate è il fatto non ci di salvaguardare e proteggere, ma in realtà attualè
sono riferimenti ai rapporto tra il campo, è le immedi- appare per mantenere sempre i profughi nel bel mez-
ate vicinanze e la popolazione locale.Una revisione zo della dolorosa impermanenza , completando così
generale delle attuali linee guida mostra che i modelli il processo di privazione politica sociale che ha avuto
di progettazione campo si basano sul concetto di ta- inizio con le lunghe crisi migratorie e poi con i rifugiati.
glia unica di un sistema rigido ed estremamente strut- l’intenzione è quella di salvaguardare e proteggere,
turato, che ha portato ad un disegno campo quasi ma in realtà attua è appare per mantenere sempre i
univoco e globale, anche se con diverse varianti. Gli profughi nel bel mezzo della dolorosa impermanenza
standard numerici utilizzati per raggiungere gli obiet- , completando così il processo di privazione politica
tivi di sicurezza, igiene e protezione si materializzano sociale che ha avuto inizio con le lunghe crisi migra-
in una gerarchia spaziale dell’ambiente costruito rib- torie e poi con i rifugiati.
adito nella maggior parte dei manuali costituito da :
105
Shelter design.
Dall’emergenza alla soluzione duratura
shelter temporanei e soluzioni adoperate nella prefabbricazione degli shelter.
In alto :
41.Esploso assonometrico del Better shelter by
Ikea
Foundation, trasporabile , facilmente assemblabile
106
“ The shelter” dopo il disastro o l’emergenza è l ‘og- trasferite da un sito temporaneo ad una posizione
getto più comunemente utilizzato dalle famiglie acco- permanete, essere modulari ed in grado di essere
lte nei campi . Questo sezione identificherà il disegno riciclati (Shelter Centr 2012) il Materiale di costruz-
dei rifugio più utilizzato da parte dei principali manuali ione cambia a seconda della disponibilità locale e
e linee guida e lo confronta con il design utilizzato nel deve utilizzare le tecniche e tecnologie di costruzione
campo di Kara Tepe . sviluppate nel paese ospitante. la soluzione migliore
Il termine è shelter o rifugio è usato per descrivere può essere il più possibile simili alle scelte normal-
una condizione anomala temporanea, differisce dal mente effettuate da persone che costruiscono un
termine “HOUSING “ che invece segnala l’idea di per- insediamento permanente nel proprio paese
manenza e normalità. Uno Shelter è una soluzione Non dimentichiamo che il manuale dell’UNHCR per
abitativa che viene predisposta per i rifugiati, in parti- le emergenze ha inserito i teli di plastica come un
colare quelli che finiscono nei campi, nel corso degli elemento cruciale per la costruzione delle coperture
anni la progettazione di rifugi si è evoluta sulla base oltre gli shelters.
di un processo formalizzato dall’UNHCR che va da Il manuale raccomanda che la struttura portante dei
una situazione transitoria dall’emergenza a soluzioni rifugi debba essere fatta di bambù o legno, ma mette
durature. anche in guardia contro il rischio di disboscamento
La richiesta della gestione dei rifugi e della loro delle aree boschive vicine. costruzione di riparo ed il
costruzione tecnica e della facilità di assemblaggio loro miglioramento conseguente dovrebbero essere
sono degli aspetti di primaria importanza , per coloro auto gestiti da gruppi individuali con l ‘aiuto e le com-
che lavorano e gestiscono l’organizzazione umanitar- petenze tecniche dello staff umanitario, in modo tale
ia.Fornire rifugi è eseguirne la costruzione è la voce che questo rafforzi l’ identità.
di bilancio più costosa nella gestione dei campi. Questa scelta riduce potenzialmente il tempo di
Ci sono diverse definizioni del termine riparo o shel- costruzione e contiene il costo oltre a promuove
ter ,ma sono tutti concettualmente simili alla seguente l’identità culturale e il senso di possesso.
definizione: spazio abitabile , coperto che fornisce Nonostante il tipo di materiali utilizzati gli standard
un ambiente di vita sano e sicuro con un adeguata minimi interni di un singolo shelter devono essere al-
privacy ed una dignità per i gruppi le famiglie e gli meno 3.5.m “per persona in climi tropicali e climi caldi
individui che risiedono all’interno di esso (SHELTER ad esclusione degli impianti di cottura o cucina, ed
CENTR 2012 ) minimo di 4,5. M” a persona in clima freddo, tra cui le
Subito dopo un evento catastrofico o un conflitto lo strutture della cucina e bagno.
shelter di prima emergenza è sicuramente la tenda Ricordiamo che la grande maggioranza dei manuali
scelta per motivi di rapidità, convenienza e costo adoperati dalle organizzazioni umanitarie stabilivano
ridotto. Tende con il logo blu dell’UNHCR sono la una serie di ragioni per cui gli shelter prefabbrica-
soluzione standard più conosciuta e sono normal- ti venivano visti come una soluzione inadeguata nei
mente utilizzate nei campi previsti. Le caratteristiche centri di temporaneità transitoria fino alla nascita del
tecniche sono stabilite nel catalogo UNHCR. better shelter by ikea foundation che ha letteralmente
Le tende (660x440x220cm) in grado di ospitare un stravolto il mondo dell’organizzazione dei campi pro-
gruppo di quattro o sei persone hanno una durata di fughi.
vita che dipende dalla qualità del tempo , il clima, e la Per cui gran parte di quelle ragioni che considerava-
cura degli abitanti sono elemento aggiuntivo . In gen- no gli shelter prefabbricati come inadeguati : costi alti
erale le tende non durano più di dodici mesi e sono per singola unità, una produzione più lenta , problemi
particolarmente inadeguate sia durante il freddo in- di trasporto, comprensivo del costo, problemi di as-
verno, o le alte temperature ,dopo la fase di emergen- semblaggio, l’inadeguatezza dei rifugi vis a vis come
za iniziale l’UNHCR fornisce soluzioni più durature problematica culturale e sociale sono stati eliminati
quando possible. con la produzione di questo “SHELTER “
Il graduale miglioramento delle condizioni abitative
dall’emergenza alla soluzione duratura, coinvolge ri-
fugi realizzati con materiali più forti e protettivi . I ma-
teriali devono avere le seguenti caratteristiche : devo-
no essere intercambiabili ed essere in grado di fare
parte della casa permanente o essere riutilizzabili per
altri scopi, devono essere in grado di essere trasferite
da un sito temporaneo ad una posizione permanete,
107
Shelter :
spazio abitabile , coperto
che fornisce un ambiente
di vita sano e sicuro con
un adeguata privacy ed
una dignità per i gruppi le
famiglie e gli individui che
risiedono all’interno di
esso
108
Better shelter ikea foundation 2015
Vincitore del premio internazionale Beazzley Design of the year award 2017
109
110
111
IL PROGETTO
Panoramica
del
Progetto
6
112
I SOGGETTI INTERESSATI.
soggetti coinvolti nel progetto e il loro coinvolgimento politico nella definizione e realizzazione
del progetto.
Nel capitolo precedente si è preso in considerazione La relazione analizza l’impatto della vita dei rifugiati
quelli che sono gli elementi del contesto ed alcune nelle diverse fasi del loro percorso in rapporto alla cri-
delle soluzioni adoperate all’interno dei centri presen- si di un sistema di accoglienza e di gestione da parte
ti sull’isola di Lesbo , che dimostrano quali siano le del governo europeo che si è trovato nettamente im-
carenze funzionali e spaziali all’interno di questi lu- preparato a gestire la situazione in un primo momen-
oghi. to ed in un secondo momento ha preferito chiudere i
Questo progetto lavora su una scala molto ridotta ed confini e dimenticarsi della questione.
è strettamente legata al contesto , un progetto “site Alcuni degli elementi studiati è già descritti (caratter-
specific” replicabile li dove le soluzioni degli shelter istiche tecniche dello shelter, clima, trend del cam-
utilizzati siano gli stessi adoperati per il campo di po,la morfologia,e necessita degli individui presenti
kara tepe , ricordando che il Better shelter sarà ed è all’interno del campo )
gia una delle soluzioni maggiormente adoperate per saranno analizzati più in dettaglio in questa sezione.
questo tipo di situazioni. Prima di illustrare i dettagli per quanto riguarda gli
Un progetto ad una scala ridotta ma con un enorme obiettivi e l’evoluzione del progetto, è importante pre-
impatto sulla vita dei rifugiati sentare i principali attori del progetto SPIRAGLIO e
Il progetto è coinvolto nel migliorare le condizioni di come hanno influenzato il contesto. I principali sog-
permanenza “ temporanea “ all’interno del campo e getti interessati sono: Il governo e le magistrature del-
migliorane le prestazioni termiche dei rifugi prefabbri- la Grecia i profughi siriani, l’UNHCR ed altre ONG e
cati per i periodi più caldi dell’estate sull’isola di Les- partner operativi nella gestione del campo.
bo e nel contempo creare una struttura modulare in Le poche informazioni ottenute dal governo della
grado di sopperire la mancanza di funzioni e spazi Grecia e la sua influenza diretta su
necessari ad una quotidianità complessa. Lesbo come paese ospitante sono state già in parte
Nella redazione del progetto ho adoperato due pros- presentate nella prima parte del testo, la sua influ-
pettive, la prima da osservatore , che indaga quelle enza ha contribuito al senso di provvisorietà perma-
che sono le parti interessanti e gli avvenimenti di nente caratteristica che è presente nella direzione dei
attualità legati alle crisi dei rifugiati ed ai sistemi di diversi campi presenti sull’isola ed in particolare in
accoglienza , nello specifico il sistema funzionale del Kara tepe.
campo di prima accoglienza di kara tepe e la sua ges- Ciò dimostra che la politica del governo non sia rius-
tione.La seconda fase del progetto “spiraglio” si eseg- cito a garantire che le comunità del accoglienza siano
ue attraverso un analisi approfondita dei dati raccolti sufficientemente soddisfatte e in grado di svolgere
durante la prima fase di studio e ricerca dati ed in- la loro funzione temporanea mettendo in risalto tutte
formazioni, questo metodo può essere considerato quelle problematiche legate all’accoglienza ed ad una
come un rapporto critico di importanti eventi e ragioni situazione difficilmente gestibile.
che hanno indotto il progetto in una determinata di- E consequenzialmente influenzano negativamente
rezione. sulla qualità dell’ambiente costruito in cui i rifugiati
113
vivono.Forti sono le influenze indirette esercitate an- Basandosi sull’analisi del sistema degli aiuti umanitari
che da altre parti interessate per la realizzazione di e dei rifugiati nei campi illustrati nei capitoli precedenti
questo progetto, nella scelta dei materiali scelti , nella questo progetto “Spiraglio” per il campo di kara Tepe
volontà di creare un architettura semplice , facilmente ha il compito chiave di aiutare i principali utilizzato-
assimilabile in loco e trasportabile e sopratutto eco- ri estremamente bisognosi. La situazione nei campi
nomica, data la mancanza di fondi da parte sia del profughi rispecchia il concetto espresso da HASHIM
governo greco che delle ONG che si occupano qua- SARKIS ( architetto libanese ) (Aravena.2000)
si esclusivamente della gestione dei campi presenti “I Progetti sono in genere fatti per coloro che han-
sull’isola.Il governo greco ha svolto un ruolo impor- no i soldi e anche quando sono destinati a coloro
tante, a cominciare dalla stagione invernale del 2016 che non hanno i soldi che ancora una volta ten-
quando ha progressivamente donato i circa 700 rifugi dono a proteggere i loro interessi comuni, non
prefabbricati ( better shelter ikea )con la supervisione quelli dell’individuo in difficoltà”
del UNHCR il quale ha innescato l’idea del progetto la municipalità è una delle autorità più importanti ,
SPIRAGLIO . responsabile di gran parte delle decisioni per quan-
Le principali parti interessate sono invece i rifugiati to riguarda il campo (progettazione, realizzazione,
presenti nel campo , nella stragrande maggioranza gestione, economica e politica) L’UNHCR collabora
siriani fuggiti dal conflitto del 2011 con numerosi partner ONG provvede a tutti i bisogni
115
ANALISI
117
118
planimetria scala 1:1000
superficie 57.000 mq”
119
120
STATO DI FATTO
122
+ +
39 70 20
PROGRAMMA PROGRAMMA PROGRAMMA
punto ricarica telefoni
zona di passaggio nuovi punti di vista stampa documenti
connessione fra persone spazio coperto luogo di meditazione
raccolta differenziata
struttura leggere ripostiglio personale ingresso coperto
removibile seduta illuminazone
sedute sedute pre ingresso
illuminazione appendi abiti
zona stesura abiti sopraelevato deposti biciclette
play ground copertura retro sedute
copertura interstiziale
129
spazi interstiziali
123
CRITICITA’
126
In basso :
48.Fotografia della disposizione degli alloggi
Better shelter ikea foundation nel centro di
accoglienza di kara tepe. Lesbo 2016
127
In basso :
49.Francesco Floris 09 giugno 2016
Una porzione del campo di Kara Tepe
durante la notte, dopo una serata piovosa.
Mancanza di un sistema
di illuminazione adeguato.
128
In basso:
50.Markus Heine, NurPhoto/Getty Images
civili sirani nel campo di Kara tepe Lesbo
129
In basso :
51.Petros Giannakouris, Ap/Ansa)
Immagini di un pranzo in uno spazio indefinito
nel centro di kara Tepe Lesbo , 2016
130
In basso :
52.Bambini siriani giocano a pallone tra gli
spazi interstiziali degli alloggi better shelter
Markus Heine, NurPhoto/Getty Images
131
SCOPI E FINALITA’
soggetto tempo
106 rifugi prefabbricati ( better shelter ikea ) Progetto spiraglio è un architettura temporanea che
compongono il pattern del campo di Kara Tepe ha una permanenza che si affianca alla durata dei
Gi spazi interstiziali che li dividono possono essere better shelter ikea , assecondano la vita deei rifugi e
sfruttati per creare delle architettura che spezzino la creando una simbiosi con queste strutture.
monotonia del campo
In breve budget
Il progetto “ spiraglio” ha come obbiettivo quello di mi-
gliorare le condizioni di vita dei rifugiati che vivono Un struttura lignea , facilmente assemblabile e sopra-
il campo , nello specifico gestire quegli spazi definiti tutto economica , che possa permettere all’ammin-
“ interstiziali” per fornire una serie di funzioni spesso istrazione del campo di poterla aquistare o semplic-
basilari che mancano. mente auto costruire con l’aiuto degli stessi ospiti del
Un architettura in grado di rendere il soggiorno “ tem- centro , rendendoli partecipi.
poraneo” di qualità migliore e sopperire a mancanze
oggettive
Utenti
Il progetto ha come target gli ospiti del centro di Kara
Tepe, persone che necessitano di spazi privati , lu-
oghi di aggregazione o semplicmente spazi coperti
dalle intemperie o dal forte sole esitivo.
Implementare
il progetto spiraglio cerca di apportare attraverso una
micro architettura , modulare , facilmente assembla-
bile, trasportavile ed economica uno spazio polifunzi-
onale che possa sopperire a delle mancanze / caren-
ze , inserendosi negli spazi interstiziali.
132
Il progetto “Spiraglio” cerca
di apportare una serie di
migliorie alla quotidianità
delle persone che vivino
all’interno del campo.
Nello specifico si insersce
negli spazi interstiziali tra gli
alloggi standardizzati .
Aree di risulta , spesso spazi
dimenticati privi di carattere
che hanno un grande
potenziale.
133
Design
del
Progetto
7
134
Concept
Concept
135
136
BASIC:
Le caratteristiche prescritte per la progettazione di un
buon rifugio o elemento intgrativo presenti nei campi
devono seguire le caratteristiche descritte nel testo
Shelter Center ( 2014 )
Devono essere intercambiabili ed essere in grado di
fare parte di un eventuale struttura permanente o es-
sere riutilizzabili per altri scopi, devono essere in gra-
do di essere trasferiti da un sito temporaneo ad una
posizione permanete, essere modulari ed in grado di
essere riciclati.Basic è il prototipo che si inserisce fra
gli spazi interstiziali di minore larghezza .E’ il modu-
lo principale costituito da una struttura lingena com-
posta da pilastrini 5x3 cm che va componendo un un
corridoio coperto e rialzato di 95 cm di laghezza per
una lunghezza complessiva pari alla lunghezza del
better shelter ikea ( 5.7 m ).Una parete attrazzata ,
un corridoio coperto e rialzato che in caso di pioggia,
offre uno spazio asciutto e protetto.
Spiraglio Basic offre la possibilita a due famiglie ospi-
tate nei better shelter di avere uno spazio semi priva-
to ,uno spazio polifunzionale in grado di poter offrire
una zona di ricovero , una seduta , una mensola , uno
spogliatoio, un piccolo deposito e molte altre funzioni
che possono essere create ed inventate dai fruitori.
137
FUNZIONI
passaggio coperto / pedana rialzata / mensole / sedute / deposito piccoli oggetti
5.7000
0.9500
0.9500
138
VARIANTI POSSIBILI
N.0.1
N.0.2
139
PLANIVOLUMETRICO
PROTOTIPO BASIC
140
ASSONOMETRIA
PROTOTIPO BASIC
141
142
PLUS:
Il prototipo spiraglio Plus , cerca di dare risposta ad
una delle carenze più visibili all’interno del campo di
Kara Tepe . La mancanza di spazi attrezzati per la
socializzazione fra gli ospiti del centro. Ed un luogo
dove poter condividere del tempo con il propio vicino
in uno spazio protetto.
Plus si inserisce negli spazi interstiziali , occupando
uno area 16.24 m “ data dalla somma di tre moduli 95
cm X 5.7 m.
E’ costitutito da due moduli Basic leggermente mod-
ificati più un terzo elemento centrale che permette
attraverso pochi movimenti di creare uno o più tavoli
dove poter svolgere diverse funzioni .
Uno spazio vicino le proprie abitazioni dove poter
consumare un pasto veloce , un luogo dove poter or-
ganizzare una cena e condividerla con i propi vicini,o
semplicmente uno spazio dove poter lavorare , leg-
gere,studiare, caricare il telefono mentre si gioca a
carte e si beve del thè.
Una micro architettura , facilmente assemblabile , che
da modo agli ospiti di rendersi partecipi di un momen-
to di aggregazione , costruendo degli spazi che pos-
sano incrementare la qualità della vivibiltà quotidiana
all’interno del campo.
Il tutto sotto la supervisione dello staff e di personali
specializzato che dirigere e controlla che l’assem-
blaggio venga effettuato un maniera corretta.
143
ASSONOMETRIA
PROTOTIPO PLUS
144
VARIANTI POSSIBILI
N.0.1
N.0.2
145
PLANIVOLUMETRICO
PROTOTIPO PLUS
146
ASSONOMETRIA
PROTOTIPO PLUS
147
148
EXTRA:
Il campo di Kara Tepe è sicuramente uno dei centri di
accoglienza meglio organizzati , e strutturati dell’Isola
di Lesbo , il fatto che sia improntato ad un determina-
to tipo di accglienza diretto in particolar modo verso
nuclei familiari o bambini non accompagnati, lo rende
da un lato un centro meno complesso nella gestione
e nello stesso tempo un luogo che necessita di spazi
ben predefiniti, che possano sopperire alle necessità
quotidiane dei suoi ospiti.
Il centro ad oggi è composto per il 47 % da bambini
che non hanno spazi sufficienti a loro dedicati , specie
per quanto riguarda zone di studio o spazi ricreativi.
Il prototipo spiraglio Extra da la possibilita di avere
tramite l’aggregazione di diversi moduli una area di
27m” dove è possibile ricreare in base all’assemblag-
gio del prototipo una zona dedicata allo studio , uno
spazio dove semplicmente condividere del tempo
in compagnia su delle sedute, una superficie libera
dove i bambini possono giocare.
Tutti i prototipi hanno inoltre come obbiettivo quello di
creare degli spazi coperti che in caso di emergenza
possano essere destinati ad accogliere nuovi ingressi
allestendo i prototipo a shelter occasionali.
149
FUNZIONI
passaggio coperto / pedana rialzata / mensole / sedute / deposito piccoli oggetti
punto ricarica telefoni / tavoli / aggregazione / spazi componibili / zona lavoro
spazio libero
5.7000
0.9500
150
VARIANTI POSSIBILI
N.0.1
N.0.2
151
PLANIVOLUMETRICO
PROTOTIPO EXTRA
152
ASSONOMETRIA
PROTOTIPO EXTRA
153
I modelli
8
154
LA DIGITAL FABBRICATION
In alto :
53.fotografia di Shopbot.com
fresa a controllo numerico a 6 assi
In azione .
155
LE MACCHINE UTILIZZATE
LASER CUT
156
Ad esempio, è possibile utillizzare una Multicamm
2000, che grazie a una potenza di 400W e a una
superficie di 150 x 300 cm è capace di tagliare
materiali di derivazione organica fino a 3 o 4 cm.
La precisione di queste macchine ha dato vita a un
nuovo modo di costruire gli oggetti. Infatti, è possibile
tagliare i materiali con una definizione tale da creare
delle parti che si incastrano perfettamente fra di loro.
Tuttavia, bisogna tener presente che più è spesso il
materiale da tagliare più grande sarà la percentuale di
materiale bruciato in eccesso. Infatti, per raggiungere
l’estremità inferiore del materiale, il laser è costretto
a toccare inevitabilmente anche la parte di materiale
già bruciata. Più è spesso il materiale, più laser dovrà
Spostarsi lentamente lungo il materiale amplificando
l’effetto. Esistono dei software pen source come
MagicBox (www.magic-box.org) che, dato un assem-
blaggio a incastro e lo spessore del materiale, per-
metto di calcolare automaticamente le misure nec-
essarie per evitare questo effetto indesiderato. Così
come la sign-cutter, anche la laser-cutter può ricevere
comandi direttamente da programmi vettoriali con-
venzionali come Adobe Illustrator. Allo stesso modo di
una stampante tradizionale, la macchina è dotata di
una propria interfaccia di configurazione in cui è pos-
sibile regolare la velocità, la potenza e la risoluzione
del laser. Questi sono i settaggi principali che fanno sì
che il laser possa attraversare o meno un materiale.
La sua compatibilità con questi software dimostra
come la tagliatrice laser sia un macchinario mol-
to significativo per quanto riguarda la democratiz-
zazione degli strumenti di fabbricazione digitale.
Un tempo, infatti, questa tecnologia era riservata al
settore industriale, ma oggi con la creazione di ver-
sioni ridotte delle macchine industriali e l’abbas- sa-
mento dei prezzi, dovuto anche all’apparizione sul
mercato di macchine super-economiche di produz-
ione cinese, queste macchine stanno diventando
sempre più popolari e si stanno diffondendo allo st-
esso modo delle stampanti laser nel decennio scorso.
Personalmente, al momento l’unico aspetto che mi
impedisce di immaginare queste macchine presenti
in ogni casa, come le stampanti a getto d’inchiostro, è
il sistema di aspirazione del quale esse necessitano.
Infatti, queste macchine sono sempre affiancate da un
aspiratore che ha la doppia funzione di evitare che il ma-
teriale bruci eccessivamente e di aspirare i fumi creati
dalla mini- combustione di materiali come l’acrilico.
Per quanto riguarda le macchine digitali da taglio, la
laser-cutter, non rappresenta lo strumento definitivo in
quanto, come abbiamo visto, presenta ancora dei limiti
nei materiali. Due macchine più potenti in questo senso
sono la fresa da taglio e la tagliatrice a getto d’acqua.
157
FRESA CNC
159
160
161
I MODELLI
Bibliografia:
Manuali per l’emergenza
-Adams, John (Ed.) (1995) Sanitation in Emergency Situations: Proceedings of an interna-
tional workshop. Oxfam: Oxford.
-Adams, John (1999) Managing Water Supply and Sanitation in Emergencies. Oxfam: Ox-
ford.
-Almedom, Astier M., Blumenthal, Ursula and Manderson, Lenore (1997) Hygiene Evaluation
Procedures: Approaches and methods for assessing water and sanitation-related practices.
London School of Hygiene and Tropical Medicine (LSHTM) and International Nutrition Foun-
dation for Developing Countries (INFDC): London.
-ARGOSS (2001) Guidelines for assessing the risk to groundwater from on-site sanitation.
British Geological Survey Commissioned Report CR/01/142. 97pp
-Assar, M. (1971) Guide to Sanitation in Natural Disasters. WHO: Geneva.
-Boot, Marieke T. and Cairncross, Sandy (1993) Actions Speak: The study of hygiene be-
haviour in water and sanitation projects. IRC: Hague, The Netherlands
-Brandberg, Bjorn (1997) Latrine Building: A handbook for implementation of the SanPlat sys-
tem. Intermediate Technology Publications: London.
-Blic Health Engineering in emergency situation A Handbook for implementig health pro-
grammes in deprived environments In particular in camps of displaced persons medici senza
frontiere 2012
-Chalinder, Andrew (1994) Good practice review 1: Water and sanitation in Emergencies.
Overseas Development Institute: London.
-Compedium Transitional learing spaces.Resilient design and costrucion in emregency UN-
CHR 2013
-Curtis, V. and Cairncross, S. (2003) ‘Effect of washing hands with soap on diarrhoea risk in
the community: A systematic review’ in
The Lancet Infectious Diseases, Vol 3, May 2003, pp 275-281.
-Davis, Jan and Lambert, Robert (2002) Engineering in Emergencies: A practical guide for
relief workers. RedR/ IT Publications: London.
-Esrey, S. A. (1996) ‘Water, waste and well-being: a multicountry study’. American Journal of
Epidemiology, 143, pp 608-623.
-Senior capstone by An Huynh.EMERGENCY URBANISM.Designing refugee camps in Jor-
dan.College of Built Environments University of Washington Seattle june 2015
-The camp management toolkit .Norwegian Refugee Council (NRC)/The Camp Management
Project (CMP) Edition May, 2008
-Pelin Tan Profesora, Facultad de Arquitectura, Artuklu University, Mardin, Turquía Architec-
ture in crisis.exception as a Form oF Decay
-Civitas, polis, and urbs
Reimagining the refugee camp as the city WORKING PAPER SERIES NO. 96
Refugee Studies Centre .Oxford Department of International Development University of Ox-
ford ottobre 2013
162
-Médecins Sans Frontières (1994) Public Health Engineering in Emergency Situations. Mé-
decins Sans Frontières: Paris.
-Médecins Sans Frontières (1997) Refugee Health: An approach to emergency situations.
Médecins Sans Frontières, Macmillan Education Ltd: London and Basingstoke.
-Oxfam (2001) Guidelines for Public Health Promotion in Emergencies. Oxfam Humanitarian
Department, Oxfam GB: Oxford.
-Oxfam (2000) Guidelines for excreta disposal in Emergencies. Oxfam Humanitarian Depart-
ment, Oxfam GB: Oxford.
-Sphere Project (2004) Humanitarian Charter and Minimum Standards in Disaster Response.
Standing Committee for Humanitarian Response (SCHR): Geneva (http://www.sphereproject.
org)
-UNCHS (1986) Community Participation in Low-cost Sanitation. United Nations Centre for
Human Settlements (Habitat): Nairobi.
-UN-HABITAT (2006) The UN-HABITAT Vacutug Project. UN-HABITAT: Nairobi. (http://hq.un-
habitat.org/programmes/vacutug/Overview.asp)
-UNHCR (2000) Handbook for Emergencies. UNHCR: Geneva.
-UNICEF (1998) Happy, Healthy and Hygienic: How to set up a hygiene
promotion programme. United Nations Children’s Fund: New York.
-UNHCR Resettlement Handbook
United Nations High Commissioner for Refugees 94, rue de Montbrillant 1202 Geneva, Swit-
zerland
-Refuee camp planning and costruction handbook Air force handebook.15 June 2002
-Handbook for Emergencies .High Commissioner UNHCR 9 July 2002
-UNHCR
HANDBOOK FOR REGISTRATION.Procedures and Standards for Registration, Population
Data Management and Documentationsettembre 2013
-Training Manual on Human Rights Monitoring 2012
-The Johns Hopkins and Red Cross / Red Crescent PUBLIC HEALTH GUIDE FOR EMER-
GENCIES Saade Abdallah, MBChB, MPH Gilbert Burnham, MD, PhD editors
Bibliografia progetti:
from emergency shelters to homes desgin of paperboard housing exploring living conditions
in post disaster settlements Jonas Lundergen e Francessa Tassi Svezia 2014
-Flexibile Architecture What value does exible architecture add to dwellings Aishwarya
Bharatkumar 2012
-Bamboo Lives A school village project for burmese refugees in mae la camp Merdecede
Sarua Tesi magistrale politecnico di milano luglio 2013
-Structures for the Displaced: Service and Identity in Refugee Settlements James KENNEDY
Master of Architecture, Katholieke Universiteit Leuven Geboren te Wallsend, England
-Lesvos RE-fugee RE- make RE- use Novembre 2015
-Refugee matters Integration : obligation to opportunity Plymout University
2015
The 4 solution Can Refugee camp design facilitate life post camp ? Francis McCabe
University of Strathlyde marzo 2014
163
The summersitation of Jordanian Shelters Permanent impernance in the design of refugee
camp 2014
-The road to recovery.A dissertation on sherlet provision afer natural disaster Tamara
khan2013
-Rightful landscape A response to an unexpectedly long stay in the Zaatari camp
Robert Kruijt MSC Landscape architecture and Planning Major, thesis Landscape architec-
ture 862112 December, 2014
-Oasis of Resilience
Healing and empowering Syrian Children in Za’atari refugee camp Malda Takieddine A de-
sign Thesis 2015
-Refugee Camps or Ideal Cities in Dust and Dirt Manuel Herz 2015.
-Emergence(y) Design tactic for disater pron urban landscapes Niki Schwabe 2015
-Refugee camp to city From reactive to resilient Nada Maani Tesi di laurea magistrale del
2015
-SHELTER DESIGN CATALOGUE UNCHR 2016
-Practical Guide to the Systematic Use of STANDARDS & INDICATORS in UNHCR Opera-
tions 2016
-In the interim A framework for productive neighbouhoods in a tempory refugee city Liv Grete
Stromme Framgard 2016
-The refugee city ,Redefnition of the refugee camps in Kurdistan Univesity of Delf
-Urban Systems of the Refugee Camp Syracuse Univerisy Surface Julia Slater .2014
Bibliografia modelli :
-Claudio Umberto . La pratica del modello , riflessioni e tecniche per il modello in architettura
-La Troisiere Dimension A.A.M editions 2016
-Architectrurla supermodels , Tom Porter e Jhon Wale Architectural press. 2009
-Modellando , modellano , modello digitale e modello fisico , Maria Pignataro , Maggiori
edizioni 2010
-Architecture and Miniature , Mark Morris 2013
-Model builders notebook: a guide for architetct , landscape. Fuller Moore , edito Mcgraw -Hill
-Desing with Models, a stdio guide to making and using architectural design models , second
edition , Griss B.Milus 2016
-Architectural Models, construction techniques , Wolfgang Knoll and Martin Hechngen.B.t
Bats ford LTD. London
-Maquetas, La rapresentacion del espacio en el proyecto arquitectonico .G.G Mexico.
-Modelli e prospettive, la rappresentazione dell’ambiente e dello spazo nel progetto architet-
tonico Lorenzo Gonzales Luigi Buzzoni
-Les maqueres d’architecture fonction et ecolition d’un instrument de conception et realisa-
tion. Campisano Editore
-The material and digital model, a conection of published and papers on architectural rapre-
sentation. Piero Baiozzini , Ermes edizioni scientifiche 2016.
-Tra reale e virtuale , Luigi Bistaonino e Massimo Giordani Celid Edizioni
164
-Come realizzare un modello architettonico. Nick Dunn Loyos edizion
- Marino Borelli , progetti e modelli Cuen edizioni
- Sul modello di architettura , Piero Barlozzini , Materico e digitale , edizioni Kappa
- Il modello in architettura, uno strumento di rappresentazione tanto arcaico quanto attuale
,edizione Kappa
-Come costruire un modello / plastico architettonico , Sergio copadeschi, Di Biaso editore
-Handbuch und planurgshife , Modellban fur architekten. Ansgard Osvald Dom edition
-Architectural Models Ansgard Osvald Dom edizioni
-Architettura e simulazione , la rappresentazione dall’idea al modello fisico al modello vituale
Rita Valenti.
- Modelli di architettura , Mario Botta , oikos edizione 2000
-Inspiration a procces in architecture , Daniel Libeskind
- Quaderni della biblioteca della facoltà di palermo , Architettura del bisogno , Progetti e mod-
elli per l’emergenza abitativa.
-Construction and desing manual, Dom edizioni
-La figura plastica dell’architettura modelli di rappresentazione, edizioni Kappa.
165
Elenco delle immagini:
166
167