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I prescelti dello Stregone

La regione era tutta in fermento, il re aveva affisso da pochi giorni una taglia con sopra una
ricompensa molto alta per chiunque gli avesse portato la famosa sfera magica … , la quale ha il
potere di cambiare le condizioni climatiche in qualunque luogo e di qualunque tipi. Negli ultimi
periodi si erano verificati diversi fenomeni temporali molto preoccupanti: tempeste di fulmini e
grandine sulla foresta grigia, violente tempeste di sabbia nelle zone desertiche e continue bufere
sui monti della regione. Se il re avesse annunciato una cosa del genere qualche anno fa tutti i suoi
sudditi avrebbero creduto che egli cercava la sfera per riportare la pace climatica sul territorio, e
molti lo avrebbero aiutato volentieri; ma negli anni a venire il re è diventato sempre più freddo e
distaccato dal suo popolo, raramente riceve per delle udienze, e recentemente non si fa troppo
spesso nemmeno in giro, nemmeno nei pressi del suo castello. Con questo genere di presupposti
pochi avventurieri si prodigavano per cercare la sfera, solo bandito, guardie reali o stolti erano tanto
determinati nel compiere quest’opera. Ma in realtà c’è anche chi si avventura in tale ardua impresa
non soltanto per fama, denaro o gloria, bensì per salvare la propria gente o per cercare qualcuno di
molto importante.
Spostiamoci adesso in una locanda, la locanda del ratto avvelenato, all’interno della quale
troveremo soggetti che ritorneranno spesso nella nostra narrazione. Al bancone troviamo un
ragazzo, un elfo per l’esattezza, alto con biondi capelli e con due grandi occhi eterocromatici, il
destro color nocciola, il sinistro celeste come un fiume mite che attraversa i campi. Solo, solo come
chi sembra essere abituato ad esserlo stato per molti anni addietro, curvo sul suo bicchiere di sidro
di mela che gli era stato appena portato da un oste umano, ben piazzato, un po' trasandato ma con
sguardo attento. Il timido elfo indossava un vestito, in realtà diviso dalla cintura ma a causa della
mono tinta di verde era difficile rendersene conto, con attaccato delle foglie che non sembravano
dargli fastidio, anzi, si dilettava a suonarle per calmare i propri pensieri. Voltando il suo sguardo era
difficile per lui non notare, seduto ad un tavolino li vicino a lui, un mezz’orco alto più o meno due
metri e venti, con un grandissimo randello attaccato alla sua schiena. Aveva delle grosse zanne che
gli partivano dalla mandibola, capelli rasati e una muscolatura degni di un gladiatore. È difficile
vedere un mezz’orco tranquillo e che pasteggia in una taverna senza attaccare briga con qualcuno,
questo se ne stava seduto a bere ed accanto a lui c’era un nano molto chiassoso, era rivestito da
una grossa e pesante armatura la quale ricopriva tutto il suo corpo; stava bevendo con grande
allegria e mangiava ruminando come una vacca da latte. Si poteva facilmente dire che quello fosse
il tavolo più rumoroso dell’intera taverna. Le sorprese non finivano lì. Accanto al nostro elfo stava
seduto un altro elfo, più basso, ma con un fare molto arrogante ed un ghigno minaccioso; teneva in
una mano il calice di birra e con l’altra la spada, ancora infoderata, ma sembrava pronto ad usarla
anche subito.

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