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John Locke

Titolo dell'edizione originale


SAGGIO
Essay concerning human Understanding
Traduzione di SULL'INTELLIGENZA UMANA
Camillo Pellizzi
Nei « Classici della filosofia moderna ,
prima edizione l95l
Nella « Universale » libro terzo
prima edizione 1972
con una Introduzione di Carlo Augusto Viano

Editori Laterza 1972


Proprietà letteraria riservata
Casa editrice Gius. Laterza & Figli, Bari, via Dante, 51
DELLE PAROLE

Finito di s.ampare nell,agosto 1972


nello stabilimento d'arti grafiche Gius. Laterza & Figli, Bari
cL 20_0411_8
Ceprrolo I.

DELLE PAROLE, O DEL LINGUAGGIO IN GENERALE

1.-Dio, avendo inteso che I'uomo avesse ad essere una


creatura socievole, Io ha fatto, non soltanto con l'inclina-
zione, e dominato da una necessità, di accompagnarsi agli
altri esseri della specie sua, ma Io ha anche fornito del
linguaggio, destinato ad essere il grande strumento e il co-
mune legame della società. L'uomo, perciò, da natura ha
avuto gli organi suoi foggiati in tal modo da esser atti a
formare suoni articolati, che chiamiamo parole. I\Ia questo
non bastava a produrre il linguaggio; poichè i pappagalli,
e vari altri uccelli, potranno venire istruiti a emettere suoni
articolati abbastanza distinti, benchè tali animali non siano
in alcun modo capaci di linguaggio.
2. Oltre i suoni articolati, perciò, era ancor neces-
sario -che egli fosse in grado di servirsi di tali suoni come
segni di concezioni interiori, e di Iìssarli come contrassegni
delle idee contenute nella sua mente: contrassegni me-
diante i quali esse potcssero venir notificate ad altri, e i
pensieri della mente degli uomini trasmessi dall'uno al-
l'altro.

3. NIa nemmeno questo bastava a dare alle parole tutta


- che
I'utilità dovevano avere. Non basta, per la perfe-
zione del linguaggio, che i suoni vengano presi come se-
gni delle idee, ove di tali segni non si possa far uso tale
Librò terzo l. Delle parole, o del tinguaggio in generale 5

da comprendere in essi varie cose particolari: poichè la aderire, concepite, instillarc, disgustarc, turbamento, tran'
moltiplicazione delle parole ne avrebbe I'eso I' impiego
quillità, ccc., sono tutte parole tolte dalle operazioni di
pieno di perplessità, se ogrli cosa particolare avesse avuto cose sensibili, e applicate a certi modi del pensiero. Spi-
bisogno di un nome distinto con cui significarla. [Per porrc
rilo, nel suo senso primario, è il respiro; angelo è un mes-
rimedio a questo inconveniente, iI linguaggio ottenne an- saggero; e io non dubito che, se potessimo riportarli alle
cora un altro miglioramento nell'uso d'ei terminÌ generali' loro fonti, in tutti i linguaggi troveremmo che i nomi espri-
menti cose che norr cadono sotto i nostri sensi hanno avuto
coi quali fu fatta una sola parola a contrassegnare una mol-
titudine di esistenze particolari; e cluesto uso cosi vantag- la loro prima origine da idee sensibili. Dal che possiamo
gioso dei suoni fu ottenuto soltanto mediante la dillerenza in qualche modo congetturare di quale specie fossero le
delle idee delle quali essi vennero presi come segni: di- nozioni, e donde tratte, che riempirono di sè le menti di
ventando generali quei nomi cui è stato dato da significare coloro che furono i primi iniziatori dei linguaggi, e come
idee gcnerali, e rimanendo particolari quelli che sono usati inconsapevolmente la natura, già nel nominar delle cose,
per idee particolari'.) suggerisse agli uomini le origini e i principi di tutta Ia
loro conoscenza; poichè, per dare nomi che potessero ren-
4, Ottre questi nomi che rappresentano delle idee, vi der note ad altri quelle operazioni, quali che fossero,.che
sono -altre parole di cui gli uomini fanno uso, non per si- essi sentivano in se stessi, o qualunque altra idea che non
gnilicare alcuna idea, ma la mancanza o assenza di certe cadesse sotto i loro sensi, furon costretti a prendere in
prestito parole dalle idee di sensazione comunemente co-
idee, semplici o complesse, o delle idee tutte quante; tali
I

sono nihil in latino, e, in italiano, ignoranza e slerilifti (in nosciute, per ottenere che, in tal modo, gli altri concepis-
ingl. barrenness)' E non si puo dire di tutte queste parole sero piu facilmente quelle operazioni di cui facevano espe-
negative o privative che propriamente non appartengano a rienza in se stessi, ma che non davano di sè alcuna mani-
qualche idea o non ne significhino alcuna: poichè in tal caso festazione esteriore sensibile. E allora, quando avevano ot-
sarebbero suoni perfettamente insignificanti; ma si riferi- tenuto che certi nomi fossero noti e concordati, a signifi-
scono a idee positive, e ne significano I'assenza. care quelle operazioni interne delle loro menti, erano or-
mai abbastanza provvisti per rendere note con parole tutte
5. Ci aiuterà anche un poco a intendere l'origine di le altre idee loro; poichè queste non potevano consistere
tutte -le nostre nozioni e di ogni conoscenza I'osservare in altro che nelle percezioni sensibili esteriori, o nelle
quanto sia grande la dipendenza delle nostre parole dalle operazioni interiori delle loro menti intorno a quelle: in-
idec sensibili conruni; e come quelle di cui si fa uso perchè fatti, come si è dimostrato, noi non abbiamo alcuna idea
rappresentino azioni e nozioni del tutto remote dal senso, che non ci sia venuta originalmente dagli oggetti sensibili
abbiano da quello il loro nascimento, e da idee sensibili che son fuori di noi, o da ciò che sentiamo dentro noi
ovvie siano trasferite a signilìcati più astrusi, e portate a stessi, dall'interiore operare del nostro spirito, di cui
rappresentare idee che non cadono sotto la cognizione dei siamo interiormente consapevoli di fronte a noi stessi.
nostri sensi; ad es.' immaginare, apprend.ete, comprendere,
6. Ma per meglio intendere l'uso e la forza del lin-
-
guaggio, in quanto serve all'istruzione e alla conoscenza,
I Aggiunto nella sarà opportuno considerare:
seconda edizione.
Libro terzo

In primo luogo, c che cosa siano immediatamente appli-


catii nomi nell'uso del linguaggio.
In secondo luogo, poichè tutti i nomi (tranne quelli
propri) sono generali, e quindi non rappresentano parti-
colarmente questa o quella cosa singola, bensl specie e
categorie di cose, sarà necessario considerare, successiva-
mente, che cosa siano queste categorie e tipi, o, se prefe-
rite i nomi latini, cfte cosa siano le specie e i generi delle Ceprror,o IL
cose, in che consislano, e come uengano ad esset formati'
Quando questi argomenti siano stati ben considerati (come DEL SIGNIFICATO DELLE PAROLE
è necessario), ci troveremo in posizione migliore per venir
a scoprire il retto uso delle parole, i naturali vantaggi e
difetti del linguaggio, e i rimedi che dovrebbero essere 1. Benchè l'uomo abbia una grande varietà di pen-
usati ad evitare gli inconvenienti dell'oscurità e dell'incer- -
sieri, e tali che da essi potrebbero trarre profitto e dilctto
tezza ne| significato delle parole: senza di che è impossi- altri come lui stesso, essi stanno tuttavia dentro il suo
bile discorrere intorno alla conoscenza con alcuna chia- petto, invisibili e nascosti agli altri, nè si potrebbe ottenere
rezza o alcun ordine; poichè la conoscenza, riferendosi che di per se stessi apparissero. E poichè non si potrebbero
senlpre a proposizioni, ed essendo, gueste, le piir comuni avere i piaceri e i vantaggi della società senza comunica-
e universali, avviene che essa sia piir connessa alle parole zione dei pensieri, fu necessario che l'uomo scoprisse qual-
di quanto forse non si sosPetti. che segno sensibile esterno, mediante il quale guelle idee
Queste considerazioni, perciò, forniranno la materia ai invisibili, di cui son costruiti i suoi pensieri, potessero ve-
seguenti capitoli. nir rese note ad altri. Nulla era pirì adatto a tale scopo, sia
per abbondanza che per rapidità, di quei suoni articolati
i
che in modo cosi facile e vario I'uomo si trovò ad esser
I capace di produrre, In tal modo possiamo concepire come
le parole, che di natura loro erano così adattate a quello
scopo, venissero ad essere impiegate dagli uomini come
li
I

I
segni delle loro idee: non per alcuna connessione natu-
rale che vi sia tra particolari suoni articolati e certe idee,
poichè in tal caso non ci sarebbe fra gli uomini che un
I

solo linguaggio, ma per una imposizione volontaria', me-


diante la quale una data parola viene assunta arbitraria-
mente a contrassegno di una tale idea. Perciò, lo scopo
delle parole è di essere segni sensibili delle idee; e le idee

t Il Coste: imais pat une institution atbitrafie ». (N'd'T')'


9
8 Libro terzo II. Del significato delle Parole
iI loro signilìcato proprio ed è così necessario dell'impiego del linguag'
- Questo
cire esse rapiii'esentano sono 3.
immediato. gio, che, per questo rispetto, chi conosce e chi non conosce,
il dotto e l'indotto, tutti usano allo stesso modo le parole che
2. Poichè gli uomini usano questi segni o per regi- dicono (quando le dicono con qualche significato)' Le pa-
strare- i loro pensieri, onde assistere la loro memoria, o, role, nella bocca di ognuno, stanno per le idee che egli ha'
per dir cosi, metter fuori le loro idee, esporle agli occhi e ohe intende esprimere con esse. Un bambrno. non avendo
degli altri, le parole, nel loro significato primario o imme- notato altro, nel metallo che egli sente chiamare oro, se
diato, altro non rappresentano c}'e le idee che sono nella non iI colore giallo scintillante e vivace, applica la parola
mente di chi le usa, per quanto imperfettamente o negligen- oro soltanto alla sua propria idea di quel colore, e nien-
temente tali idee possano essere raccolte dalle cose che t'altro; e perciò lo stesso colore, visto nella coda di un
dovrebbero rappresentare. Quando un uomo parla ad un pavone, lo chiama oro. Un altro, che'ha meglio osservato
altro, ìo faper esser capito: e il fine del parlare è che quei Ia cosa, al giallo lucente aggiunge il grande peso: e allora
suoni, come segni, possano render note Ie sue idce all'ascol- il suono oro, quando egli lo usa, rappresenta un'idea com-
di cui le parole sono i segni sono le plessa del giallo lucente e di una sostanza pesantissima. Un
tatore. Dunque, ciò
idee di chi parla; nè alcuno può applicarle immediata- terzo aggiunge a queste qualità quella della fusibilità: e
mente, come segni, arl alcuna cosa che non siano le idee allora, per lui, la parola oro significa un corpo brillante,
giallo, fusibile e pesantissimo. Un altro ancora aggiunge la
che egli stcsso ha: poiche questo significherebbc farne dei
segni delle sue concezioni, e tuttavia appÌicarli ad altre malleabilità, Ciascuna di queste persone usa egualmente
idee; ossia, farne dei segni e dei non-segni delle sue idee la parola oro, quando ha occasione di esprimere I'idea
che ha applicata ad esso; nè può prenderla a segno di una
al tempo medesimo; e cosi, in effetti, ridurle a non avere
alcun significato. Poichè le parole sono segni volontari, idea complessa che per avventura non abbia.
non possono essere segni volontari imposti da lui a cose
4. tr[a sebbene le parole, quali sono usate dagli uomini,
che egli non conosce. Questo significherebbe farne dei -
segni di nulla, suoni senza significato. Uno non può fare
propriamente e immediatamente non possano significare
che le sue parole siano segni di qualità che si trovano nelle
altro dalle idee che sono nella mente di chi parla, questi,
tuttavia, nei suoi pensieri attribuisce loro un segreto rife-
cose, o di concezioni che si trovano nella mente di un
rimento a due altre cose.
aÌtro, se nclla mente sua non abbia alcuna idea di tali qua-
Primo, egli suppone che le sue parole sìano il segno di
lità e di tali concezioni. Finchè egli non abbia qualche idee che si trouano anche nella mente di altri coi quali
idea in proprio, non può supporre che esse corrispondano
comunica: poichè altrimenti parlerebbe invano e non po-
alle concezioni di un altro; nè può usare per esse alcun
trebbe esser capito, se i suoni da lui applicati a una data
segno: poichè in tal modo sarebbero i segni di cosa che
idea fossero tali che I'ascoltatore li applicasse ad un'altra;
egli non sa che cosa sia; il che, in verità, vorrebbe dire il che significa parlare due lingue diverse. Ma, a questo
essere segni di nulla; ma quando egli rappresenta a se p1'oposito, gli uomini non son soliti fermarsi a riflettere se
stesso le idee di altri mediante qualche idea sua propria.
per avventura l'idea che essi hanno, e I'idea che hanno
se a queste egli acconsenta a dare gli stessi nomi che danno
in mente coloro con cui parlano, sia la medesima: ma pen-
loro gli altri, egli li dà pur sempre alle sue proprie idee: sano che basti usare la parola, com'essi immaginano, nella
ossia a idee che egli ha. e non a idee che egli non ha.

Ie"
10 Libro terzo
II. Del signifcato delle Parole 11

comune accezione di quella lingua; col che suppongono 7. Secondo, che, sebbene il significato proprio e im-
- delle parole
mediato siano idee nella mente di chi parla,
che l'idea di cui fanno segno quella data parola sia preci-
samente Ia stessa cui l'uomo comprensivo appartenente allo tuttavia, poichè per I'uso familiare fin dalla culla veniamo
stesso paese applica quel nome. ad apprendere in modo perfettissimo certi suoni articolati,
e prontamente ci vengono alle labbra' e sempre sono a tiro
5, In secondo luogo, poichè gli uomini non amereb- di mano nella memoria, benchè poi non abbiamo sempre
bero -che si pensasse che essi parlino unicamente di ciò cura di esaminare o stabilire in modo perfetto il loro si-
che è nell'immaginazione loro, bensi anche di cose quali gnificato, spesso accade che gli uomini, anche quando vor-
sono realmente, spesso suppongono che le parole stiano rebbero dedicarsi ad un'attenta considerazione, di fatto
altresì per la realtà delle cose. X{a poichè questo si riferisce applicano i loro pensieri piu alle parole che alle cose ''
piir particolarmente alle sostanze e ai loro nomi, mentre Anzi, molte parole essendo apprese prima che si conoscano
forse il primo caso si riferisce alle idee semplici e ai modi. le idee che rappresentano, accade che certuni, non solo
parleremo piu ampiamente di queste due diverse maniere bambini, ma uomini, usino molte parole non diversamente
di applicar le parole quando verremo a trattare dei nomi dai preconcetti, solo perchè le hanno imparate, e si sono
dei modi misti e delle sostanze in particolare; ma conce- abituati a quei suoni. XIa, di quanto le parole abbiano un
detemi qui di aggiungere che si perverte I'uso delle parole, uso e un significato, di tanto vi sarà una connessione co-
e si porta inevitabile oscurità e confusione nei loro signi- stante fra il suono e l'idea, e traccia del fatto che I'uno
ficati, ogni volta che pretendiamo esse rappresentino cosa sta per I'altra: mancando il qual modo di applicarle, altro
alcuna che non siano quelle idee che noi stessi abbiamo esse non sono che insignilìcante rumore.
nella mente.
8. Le parole, per uso lungo e familiare, come si è
6. Riguardo le parole, bisogna ancor considerare: detto,- vengono a suscitare certe idee in noi in modo così
Primo, - che essendo esse immediatamente i segni delle costante e pronto, che siamo portati a supporre un rap-
idee degli uomini, e, per ta1 modo, gli strumenti coi quali porto naturale fra parole e idee. I\[a che esse soltanto signi-
gli uomini comunicano i loro concetti, e si esprimono I'un fichino le peculiari idee degli uomini, e le rappresentino
I'altro quei pensieri e immaginazioni che hanno nel loro per un'imposiziÒne perfettamente arbitraria, è cosa evi-
petto, per I'uso costante viene ad esistere un tal rapporto dente, in quanto spesso esse non riescono a suscitare in
fra certi suoni e le idee che essi rappresentano, che i nomi altri (anche tra coloro che usano lo stesso linguaggio) le
uditi suscitano certe idee non meno prontamente che se stesse idee di cui assumiamo esse siano il segno; e ogni
di fatto ci colpissero i sensi quegli oggetti che sono atti a uomo ha una così inviolabile libertà di far che le parole
produrre le idee medesime. Il che appare manifestamente stiano per le idee che a lui piacciono, che nessuno ha il
in tutte le qualità sensibili ovvie, e in tutte le sostanze che potere di far si che altri abbiano nella mente le stesse idee
ricorrono nella nostra esperienza in modo frequente e fa- che ha lui, quando pur usino le stesse parole che egli usa.
miliare. E perciò anche il grande Augusto, che pur aveva in mano

1 Il Coste agglunge: (ln se stesse», (N.d.T.l.


t2 Libro terzo
quel potere che dominava il mondo, riconobbe che non
avrebbe potuto fabbricare una nuova parola latina; il che
veniva a dire che non poteva arbitrariamente assegnare
I'idea di crri un qualunque suono dovesse essere il segno
sulle labbra e nel comune linguaggio dei suoi sudditi. È
ben vero che l'uso comune, per tacito consenso, attribuisce
certi suoni a certe idee in tutte le lingue, il che tanto lirnita
iI significato di quel suono, che, oye uno non I'applichi Cnprror,o IIL
alla stessa idea, non parla propriamcnte; e lasciatenri ag.
giungere che, ove le parole di un uomo non suscitino, nel- DEI TERMINI GENERALI
l'ascoltatore, Ie stesse idee che egli intendc esse rappresen-
tino nel suo parlare, allora egli non parlerà intelÌigibilmente.
lla quale che sia la conseguenza dcl fatto che un uomo 1. Poichè tutte le cose ehe esistono sono particolari'
qualsiasi usi delle parole in modo diverso, o dal loro signi-
- forse giudicarsi ragionevole che le parole, che
potrebbe
Iicato generale, o dal senso particolare della persona cui dovrebbero esser conformi alle cose, siano particolari an-
egli Ie rivolge, questo è certo, che iI loro significato, nel ch'esse, voglio dire, nel loro significato. Invece, troviamo
suo impiego di quelle parole, è limitato alle sue idee, e le
-
proprio il contrario. Di gran lunga la maggior parte delle
parole non possono essere il segno di nient'altro. parole che costituiscono tutte le lingue sono termini gene-
rali: iI che non è stato effetto di negligenza o del caso,
bensi di ragione e necessità.

2. Anzitutto, è impossibile che ogni cosa particolare


abbia-un nome peculiare e distinto. Poichè, dipendendo il
senso e I'uso delle parole dal rapporto che la menle pone
tra le sue idee, e i suoni che usa come loro segni, è neces-
sario, nell'applicazione dei nomi alle cose, che la mente
abbia idee distinte delle cose, e ritenga anche il nome par-
ticolare che appartiene a ciascuna, con la sua peculiare
applicazione a quell'idea. Ma sarebbe superiore ad ogni
capacità umana foggiare e ritenere idee distinte di tutte le
cose particolari che incontriamo: ogni uccello o altro ani-
male visto, ogni pianticella ed ogni albero che abbia col-
pito i sensi, non potrebbe trovare un posto nemmeno nel-
I'inteltetto piir capace. Se deve considerarsi come esempio
di una memoria prodigiosa il fatto che certi generali ab-
bian saputo chiamare ogui soldato del loro esercito col suo
nome, facilmente vedremo la ragione per cui gli uomini
t4 Libro terzo IlI. Dei tertnini generali
non abbiano mai tentato di dare un nome a ciascuna pe- nell'ambito delle specie, delle quali per lo piir hanno da
cora del proprio gregge, o a ciascuna cornacchia che vola servirsi, e dentro le quali hanno spesso occasione di no-
sulla loro testa; e meno ancora di chiamare con un nome minare persone particolari, essi fanno uso di nomi propri;
particolare'ogni foglia degli alberi o granello di sabbia e qui, individui distinti hanno distinte denominazioni'
che si sia trovato sul loro cammino.
5. Oltre le persone, anche i paesi, le città, i fiumi,
3. In secondo luogo, se fosse possibile, sarebbe tut- -
le montagnc e altre simili distinzioni di luogo, solitamente,
tavia -inutile, poiche non servirebbe allo scopo principale hanno trovato dei nomi peculiari, e, anche questo, per
del linguaggio. Gli uomini accumulercbbero invano tanti Ìa stessa ragione: trattandosi di cose che gli uomini hanno
nomi di cose particolari, che non servirebbero loro a- co- spesso occasione di contrassegnare particolarmente, e, per
municare i loro pensieri, Gli uomini imparano i nomi, e dir cosi, mettere davanti agli occhi degli altri quando con
li usano nel parlare con gli altri, solo perchè siano capiti: essi discorrono. E non dubito che, se avessimo ragione di
il il suono
che avviene soltanto quando, per uso o consenso, nominare certi particolari cavalli così spesso come I'ab-
che io produco cogli organi del linguaggio suscita nella biamo di nominare particolari uomini, avremmo nomi pro-
mente di un altro, che lo ode, I'idea cui io riferisco quel pri per quelli, e altrettanto familiari quanto ne abbiamo
suono nella mente mia quando lo produco. Questo non può per questi, e Bucefalo sarebbe una parola altrcttanto fre-
ottenersi con dei nomi applicati a cose particolari; delle quente nell'uso quanto Alessandro. Perciò vediamo che,
quali, io solo avendo qualche idea nella mia mente, i Ioro tra i fantini, i cavalli hanno i loro nomi propfi coi quali
nomi non potrebbero essere significanti o intelligibili per possono essere indicati e distinti, altrettanto comunemente
un altro, che non avesse fatto conoscenza di tutte quelle quanto i loro servitori: perchè, fra di essi, c' è spesso oc-
cose particolarissime che fossero cadute sotto la mia osser- casione di nominare questo o quel cavallo particolare
vazione. quando esso si trova lontano dalla vista.

NIa, in terzo luogo, pur immaginando ciò fosse (3rl- f,u cosa che deve essere ora considerata è - come
- (che non credo), tuttavia, un nomeche
4.
possibile distinto per .'engano ad esser formate le parole generali. Poichè, tutte
ogni cosa particolare non sarebbe di alcun uso notevole ie cose che esistono essendo soltanto dei particolari, in
per il miglioramento della conoscenza: la quale, sebbene qual modo veniamo a incontrare i termini generali? E
abbia fondamento nelle cose particolari, si estende- me- dove troviamo quelle nature generali che si suppone essi
diante le vedute generali; al che giovano propriamcnte le rappresentino? Le parole diventano generali per il fatto
cose ridotte a categorie, sotto nomi generali..Queste cate- che ne facciamo i segni di idee generali; e le idee diven-
gorie, coi nomi che loro appartengono, vengono a chiu- tano generali mediante la separazione da esse delle circo-
dersi entro certi limiti, e non si moltiplicano a ogni istante stanze di tempo e di luogo, e di qualunque altra idea che
oltre ciò che la mente possa contenere, o ciò che l'uso ri- nossa determinarle nel senso di questa o quella esistenza
chicda. E perciò gli uomini per lo più si sono fermati a particolare. Con questo mezzo dell'astrazione esse vcngono
questi termini generali: ma non fino al punto di trattenersi rese capaci di rappresentare piu individui, ognuno dei
dal distinguere cose particolari mediante nomi appropriati, quali, avendo in sè una conformità con quell'idea astratta'
quando la cosa sia sembrata loro conveniente. E perciò, è (come noi diciamo) di quella specie.
16 Libro tetzo lll. Dei telfiini generali 17

7. I,Ia, per dedurre questo punto in rnodo un po, più


- non sarà forse male seguire le a quet;ta un nome, foggiano un termine di estensione piu
distinto, nostre nozioni e comprensiva: la quale idea nuova viene fatta, non con
i nostri nomi lìno dal loro principio, e osservare per quali aÌcuna nuova aggiunta, ma soltanto, come prima' lasciando
gradi procediamo, e con quali passi amplifichiamo le nostre luori la forma e qualche altra proprietà significata dal
idee lìno dalla prima infanzia. Nulla è piir evidente del nome uomo, e ritenendo soltanto le idee di un corpo do-
fatto che le idee delle persone colle quali i bambini (per tato di vita, senso e' moto spontaneo' comprese sotto il
prendere solo questi ad esempio) hanno commercio, sono, nome di animale.
come Ie persone stesse, soltanto delle idee particolari.
L'idea deÌla bambinaia e della madre sono ben formate nel 9. il modo nel guale dapprima gli
Che questo sia
loro spirito; e, come se fossero là dentro dei ritratti di -
rionriniformarono le idee generali, e i loro nomi generali,
quelle persone, rappresentano soltanto quegli individui. I cl'edo sia cosi evidente, che non mi occorre altra prova
nomi che.fin da principio cssi dettero loro sono limitati e basti che un uomo consideri se stesso, o gli altri', e i
a quegli individui; e i nomi d,i tata e rnamma, che il l:am- procedimenti ordinari della loro mente nella ricerca della
bino usa, si riferiscono unicamente a quelle persone. piri conoscenza. E chi ritenga che le nature, o nozioni generali,
tardi, quando il tempo e una conoscenza piit vasta hanno siano altra cosa da tali idee astratte e parziali di idce piu
fatto loro osservare che ci sono tante altre cose nel mondo, complesse, inizialme nte tratte dalle esisterze particolari'
le quali in certe comuni concordanze di forma, e in molte temo che si troverà perso quando dovrà poi andarie a
altre qualità, rassomigliano al loro babbo e alla loro mamma, trovare. Rifletta infatti chi vuole, e poi mi dica, in chc
e a quelle persone che hanno avuto I'abitudine di frequen- dillerisca la sua idea di uonro, da guella di Pietro e Paolo,
tare da principio, essi vengono a formarsi un, idea, della o Ia sua irlea di cauallo da quella tJi Bucef alo, se non nel
quale trovano che partecipano quei molti particolari; e a fatlo di aver lasciato fuori qualcosa che è peculiare a cia-
quest'idea, conformemente ad altre persone, essi danno scun individuo, e avere invece ritenuto tutte guelle idce
per esempio il nome d,i uomo. E cosi veugono ad avere complesse particoìari di molte particolari esistenze in cui
un nome generale, e un'idea generale. Col che non fab- si trova che queste concordano. Prendendo poi le idee
bricano niente di nuovo, ma soltanto lasciano fuori dal- complessc significate dai nomi uomo e cauallo, Iasciando
l'idea complessa che si son fatta di pietro e di Giacomo, iuori solialtto quei particolari in cui esse differiscono, e
di trfaria e di Giovanna, ciò che è particolare a ciascuna, ritenentlo solo quelli in cui concordano, e di questi ia-
e ritengono soltanto ciò che è comune a tutte. iendo una nuova idea complessa distinta, e dandole il
:rome anr'rnale, si avrà un termiue piu gencrale, che com-
8. Nello stesso modo col quale essi raggiungono il prcnde con i'uomo molte altre creature. Lasciate fuori
nome -e l'idea generaìe di uomo, essi facilmente procedono dall' idea d,i animale iI senso e il moto spontaneo, e I'idea
a piu generali nomi e nozioni. Poichè, osservando che complessa che rimane, costituita dalte rimanenti idee sem'
molte cose che dilTeriscono dalla loro idea di uomo, e non plici di corpo, vita e nutrimento, diventa un'idea piu ge-
possono perciò esser comprese sotto quel nome, hanno tut- rerale, sotto il termine piu comprensivo di uiuenle. Ii, per
tavia certe qualità nelle quali concordano con l,uomo, rite-
nendo solo quelle qualità, 'e riunendole in un'unica idea, r Il Coste: «Ciò gli altri fanno».
che facciamo noi stessl, o ciò che
hanno ancora un'altra idea, più generale. E avendo dato \. d. T.).
iII. Dei terruttti generali t9
18 Libro terzo
non indugiare ancor piri su cJuesto particolare, cosi evi- binarsi nel signifìcato del termine definito; e se, invece di
dentc in se stesso, allo stesso modo la mente procede a tale euumerazionc, gli uomini si sono abituati ad usare il
corpo, soslanza, e finalmente a essere, cosa, c altrettali ter- ternrine generale successivo, questo non è avvenuto per
mini universali, che possono stare per ogni idea nostra, necessità, o pcr ottenere una maggior chiarezza, ma ai
quale essa sia. Per concludcre: tutto questo mistcro tlei jìni della rapidità e speditczza, Poichè ritcugo che a chi
generi e delle specie, di cui tanto parlarc si fa nclle scuole, 'r-olesse sapere quale idea rappresenti la parola uomo' se
e, giustamente, tanto poco è invece considerato fuori da gli venisse detto che I'uomo è una sostanza estesa solida,
esse, non consiste in altro che in itlee astralte, piir o nreuo dotata di vita, senso, moto spontaueo e dclla facoltà di
comprcnsive, allc quali sono attribuiti dei nomi. E in tutto ragionare, non ho alcun dubbio che il significato del ter-
ciò v'e una cosa costante e invariabile, ed. è che ogni rnine uomo sarebbc altrettanto ben capito, e I' idea chc rap-
termine piu generale sta per un'idea sillatta, e non è che prcsenta sarebbc fatta conoscere almcno coll altrcttanta
una parte di una qualunque delle idee contcnute sotto di chiarezza, di quando csso vieue defìnito cotne un auimale
essa. razionale: il che, pcr le varie tlefinizioni di animule, ui-
uente e corpo, si risolve in quclle idce che comportano
10, Questo ci può dimostrare la ragione per cui, nel un'enumerazione. Qui, ncllo spiegare il ternrinc ttomo, ho
definir- Ie parole, che altro non è se non un dichiarare il seguito la dcfinizione ordinaria dclle scuolc; la quale, seb-
loro significato, facciamo uso del gencre, ossia della pa- bene non sia forse la piu esatta, set've però abbastanza bene
rola generalc succcssiva che conrprende Ia parola da de- al nrio scopo prcscute. E, in questo caso, si può vedcre che
finirc. Il che non avviene pcr neccssità, ma solo pcr rispar- cosa abbia dato occasione alla rcgola, che una delìnizione
miarci Ia fatica di cnumerare le molte idee semplici rap- dete esscre composta di gcnus e diffc.rentiu; e basta a «li-
plescntate dalla successiva parola generale, ossia gencrc; rnostrarci quanta poca necessità vi sia di tale rcgola, e
o forse, a volte, per Ia vergogna di non poter farc qucsta quanto poco vantaggio possa dcrivare dalla sua strctta
enumcrazione. l\Ia sebbene la dclìuizione mcdiante il gcrrrrs osservanza. Poichè le dcfinizioni, cornc è stato detto, es-
e la dilferenlia (mi si pcrdoni se uso questi terrnini del sendo soltanto spicgazioni di uua parola tncdiante nrolte
mesticre, sebbene siano originalmente latini, dappoichè altre, così che il
scnso o idea che cssa rapprcscnta possa
rispondono ncl modo più proprio a quelle nozioni cui si essere conosciuta con ccrlezza, lc linguc notl sotìo setrpre
applicano)', sebbene, dico, Ia dcIìnizione mediantc il genus cosi costruitc secondo Ic regole dclla Iogica, che ogni tcr-
sia la via piu brevc, tuttavia crcdo si possa mettere in nine possa avcre il suo signifìcato esattamcnte e chiara.
dubbio se sia anche la migliore. Di qucsto son certo, che nentc csprcsso da altri due. L'csperienza ci dà su{Iìcicrlti
non è la sola, e perciò non è assolutamente neccssaria. iagioni pcr ritcnere il contrario; oppure, coloro che ltantto
Poicltè, Ia dclìnizione altro non essendo che un modo di fatto qucsta regola hanno avuto poi il torto di darci ben
far intendere ad altri, con parole, quale idea rappresenti nocire dclìniziorri che vi si attcncsscro. ÀIa, delle delìni-
il tcrmine deIìnito, il migÌior modo di farc una dcfinizione zioni, altro si dirà nel capitoÌo scguente.
è quello di enumcrara lc idce semplici che vcngono a com-
11.-Per tornare alle parolc generali: ò chiaro, da cio
I Il Coslc traduce ln francese Oenus e dilferenrja, e sostituisce l'ln- ihe si è dctto, che il gcttcrule e l'uttiucrsule non appartcu-
ciso con Ia frase scontme parlcnt les looiciens ». (N.d.T.). 3ono all'esistenza gcnerale delle cose, ma sono iuvenzioni
20 Libro terzo III. Dei termini generali 2l
e creature dell'inteÌletto, fatte da esso, per iI suo uso, conformità all'idea cui è annesso il nome essendo ciò che
e riguardano soltanto dei segni, siano essi parole o idee. dà diritto a quel nome; avere l'essenza, e avete quella con-
Le parole sono generali, come si è detto, quando sono formità, necessariamente saranno la medesima cosa: poi-
usate come segni di i_{99 _g_gn_e1ati, e in tal modo possono chè, appartenere a una specie, e aver diritto al nome di
venir applicate indifferentemente a molte cose particolari; queÌla specie, sono due cose che vengono al medesimo. Cosi,
e le idee sono generali, quando vcngono poste a rappre_ per esempio, essere Dn uomo, o essere dclla specie uomo,
sentare molte cose particolari: ma l,universalità non ap- e aver diritto al nome di uomo, è sempre la medesima
particne alle cose stesse, che sono tutte particolari nella cosa. Ancora, essere un uomo, o della specie uomo, e avere
loro esistenza, non eccettuate quelle parole e idee che nel l'essenza di un uomo, è la stessa cosa. Ora, poichè nulla
Ioro signilicato sono generali. Quando perciò abbandoniamo può essere un uomo, o aver diritto al nome di uomo, se
i particolari, i generali che rimangono non sono altro che non ciò che ha conformità con I'idea astratta che il nome
crcature di fabbricazione nostra, la loro natura generale rappresenta, ne alcuna cosa può essere un uomo, o aver
altro non essendo se non la capacità loro conferita, dal- diritto di appartenenza alla specie uomo, se non ciò che
l'intelletto, di significare o rappresentare molti particolari. ha I'essenza di tale specie, ne segue che l, idea astrltta che
Poiche il significato che essi hanno altro non è che un il nome rappresenta, e l'essenza della specie, sono una
rapporto che, dalla mente dell'uomo, viene loro aggiunto. sola e medesima cosa. Dal che è facile giungere all,osser-
vazione che Ie essenze delle specie di cose, e, di conse-
12.-Perciò, la cosa che bisogna ora considelare è: gnenza, la riduzione a specie delle cose, è opera deII, in-
quale sia la specie di significato che posscggono le parole telletto che astrae e produce quelle idee generali..
generali. Poichè, essendo evidente che esse non significano
senrplicemente una data cosa particolare, poiche in tal 13.-Non vorrei si credesse che io qui dimentichi, e
caso non sarebbero termini generali, bensì nomi propri; molto meno neghi, che la natura, nella produzione delle
cosi, dall'altro lato, è altrettanto evidentc che esse non cose, ne fa molte che sono simili: nulla è piu ovvio, spe-
signilicano una pluralità, poichè in tal caso uomo e uontini cialmente nella razza degli animali, e in tutte le cose
avrcbbero lo stesso significato; e la distinzione dei nu- che si perpetuano mediante il seme. Ma tuttavia penso si
meri (come Ii chiamano i grammatici) sarebbe superflua possa dire che il trasceglierle e unirle solto certi nomi è
ed inutile. Dunque, ciò che le parole generali significano opera dell'intelletto, prendendo esso occasione dalla somi-
e una sorla di cose; e ciascuno di questi termini raggiunge glianza clte osserua fra le cose per produile idee generali
tale elletto per il fatto di essere il seguo di un'idca astratta astratte, e fissarle nella mente, coi nomi loro annessi, come
che e nel.la mente; e via via che si trova che le cose esi- modelli o forme (poichè, in tal senso, la parola forma ha
stepti concordano con quell, idea, di pari passo vengono un signilìcato appropriatissimo); e via via che le cose par-
ad essere classificate sotto quel nome, o, che viene al me- ticolari esistenti si trovano concordare con quei modelli,
dcsimo, ad appartcnere a quella sorta di cose. Dal che è senz'altro vengono ad essere di quella specie, hanno quella
evidente che le esscnze delle sorte, o, se piace meglio il denominazione, o sono poste in quella cla.sse. poichè
nornc latino, spccie, di cose, altro non sono che queste idee quando diciamo che questo è un uomo, quello è un cavallo;
astratte. Poiche, I'avere l,essenza di una qualunquc specie questa giustizia, quella crudeltà; questo un oriuolo, quello
e ciò che fa si che una cosa data sia di quella specie; e la utr girarrosto; che altro facciamo se non classificare le
Libro terzo Dei termtni generali 2)

cose sotlo divcrsi nomi specifici, come concordanti con :ostantemente le stesse; no, nemmeno in quella specie che
guelle idce astratte, di cui abbiamo voluto che quei nomi :i è piu farniliare, e di cui abbiamo Ia conosceriza piir
fossero i segni? E che sono le essenze di quelle specie fis- -::tima: essendo stato messo piir d'una volta in dubbio se
sate e contrassegnate dai nomi, se non appunto quelle -'; feto nato da una donna fosse un uomo, fino al punto
idee astrattò dclla mentc? Le quali, per dir così, sono i :he si ò discusso se lo si dovesse nutrire e battezzare; il
legami tra le cose particolari che esistono, da un lato, e, :he non sarebbe avvenuto certo se l'idca astratta, o es-
dall'altro, i nonri sotto i quali le cose stesse dovranno venir s:nza, cui appartcncva iI nome {osse stata opera di natura,
catalogalc. E quando i nomi generali hanno un gualunque ; non invcce quella incerta e varia raccolta di idce sem-
rapporto con le cose particolari, queste idce astratte sono ;ìici che l'intelletto mette assieme e cui poi, astraendola,
l'intermediario che Ii unisce: per cui Ie essenze deÌle spe- :: assegnato un nomc. Pcr cui, in verità, ogni idea astratta
jistinta è un'essenza dist.inta; e i nomi che rappresentano
cie, cosi come ycngono distinte e denominate da noi, altro
non sono nò possono cssere se non quellc precise idee :-:i; idce distinte sono nomi di cose essenzialmente divcrse.
,l:si un circolo è altrcttanto cssenzialmcnte diverso da un
astratte che abbiamo noi nella mcnte. E perciò le presunte
1.iìe quanto una pccora da uua capra; e la pioggia e esscn-
essclìze reali dclle sostanze, se sono diverse dalle nostre
idce astratte, non possono essere le essenze delle specie :-,:lmente diversa dalla neve, quanto I'acqua dalla terra:
dentro le quali noi cataloghiamo le cose. Poiclìè due specie =sscndo impossib.ile comunicarc all'una qucll' idca astratta
potranno esscre una sola altrettanto razionalmente come -::c è I'cssenza dell'altra. E così ogni coppia di idec astratte,
duc essenze diversc potranno csscre I'esscnza tli una sola -::e in una parte qualunque si diversifichino fra loro, e
specie: io dornando quali siano le modificazioni che po- -:. siano stati assegnati nomi distinti, costituisce due sorte
trarrno o non potranno cssere apportate a un cauallo, o nel :-stintc, o, se preferitc, distinte spccic, non mcno esscn-
piontbo, scnza far sÌ che I'uno o I'altro yengano ad essere :-:lnrcnte diverse di qualunque altra coppia, per quanto
:=:ilota o oppo§ta essa sia,
di un'altra specie. Ncl determinare le spccie delle cose me-
diante le noslre idee astratte, ìa quistione è facile da risol-
vere; ma se alcuno voglia regolarsi in questa materia sulla 15.[Ia poichè si ritiene da alcuni (e non scnza ra-
;,:rc) -
che le csscnze dclle cose siano del tutto sconosciute,
base di presunte essenze reali, pcnso che si.lroverà a mal
partito: e non sarà mai in grado di sapere quando preci- : : sarà forse fuori di luogo considerare i diversi signi-
sametrte una data cosa cessi di essere della specie del ca- :',i dclla parola essen:o.
uallo o del piontbo. -\nzitutto, si potrà prendere I'esscnza nel senso dcll'es-
,.=:e stesso di alcuna cosa', per cui essa è ciò che è. E
14. Nè alcuno si meraviglierà di scntirmi dire che --si la costituzione intcrna c rcale, ma generalmcnte (nellc
queste -essenze, o idce astratte (che sono
lc misure dcl nome :,.tanze) sconosciuta, deÌle cose, dalle quali dipendono le
e i limiti dclla specie), sono opera dell'intelìctto, se si ,:t qualità tìiscopribili, può esser chiamata ia loro es-
consideri che almeno quelle complesse sono sposso, in ..::za. Questo è il significato originale proprio della parola,
molti uomini, diverse raccolte di idee semplici; e pcrtanto, --:re è evidente dalla sua formazionc; essenlia, nella sua
ciò che è auorizia per uno, non sarà tale per un altro.
Anzi, anche nclle sostanze, dove senrbra che Ie loro idee - \el tcsto: «the ùctg bcing of angthing »; nel Coste: «la ptopre
astratte siano tolte dalle cose mcdesime, le idee non souo : t::nce de cltaquc clrcse D. (N. d. 1'.).
24 Librc teruo ^.1. Dei tenntni generali 25

notazione primaria, significando propriamente l,essere. E ;afola essenza senza saper cosa possa signifìcare, suppon-
in tal senso la parola è ancora usata, quando parliamo ;:no I'esistenza di un certo numero di quelle essenze, se-
dell'essenza delle cose particolari, senza dar loro alcun :,ndo le quali tutte le cose naturali sarebbero formate, e
nome. ieile quali ciascuna di esse parteciperebbe in modo esatto,
In secondo luogo, poichè la dottrina e la dialettica delle :-si venendo a far parte di questa o quella specie. L'altra,
scuole si sono tanto date da f:rre intorno al genus e alla .: piu razionale, opinione è di coloro che considerano tutte
species, la parola essenzd ha quasi perso la sua significa- -: cose rraturali avere una costituzione reale, ma scono-
zione primaria: e, anzichè alla costituzione delle cose, è :::uta, delle loro parti insensibili; dalla quale discendono
stata qusi interamente applicata alla costituzione artili,:iale ;elle qualità sensibili che ci servono a distinguerle fra
del genas e della specie, È ben vero che si suppone ordina- -::0. via via che abbiamo occasione di classificarle nelle
riamente esistere una costituzione reale delle specie tielle ;ecie, sotto comuni denominazioni. La prima di queste
cose;e non v'è alcun dubbio che debba esistere una :::nioni, che suppone queste essenze siano un certo nu-
qualche costituzione reale, da cui deve dipendere qua- -ero di forme o incalchi, in cui siano state gettate tutte
lunque collezione di idee semplici coesistenti. l\[a, essendo r€ cose naturali che esistono, e di cui egualmente esse par-
evidente che le cose sono classificate, sotto i nomi, in :i:ipino, penso abbia molto contribuito a confondere la
sorte o specie, solo in quanto concordano con certe idee :::oscenza delle cose naturali. Il frequente apparire dei
astratte, alle quali abbiamo attribuito quei nomi, l,essenza --siri, in tutte le specie di animali, e di deficienti, e altri
di ciascun genus, o sorta, viene a non esser altro da quel- c--:ni prodotti de[a fecondità umana, porta con sè delle
l'idea astratta che è rappresentata dal nome generale, o ; -=ì:oltà che non è possibile far concordare con questa
« sortale >> (se mi si consenta di chiamarlo cosi, da sorta, ,::iesi; essendo altrettanto impossibile che due cose che
come forma « generale > da « genere »). E troveremo che ;,:iecipino esattamente della stessa essenza reale abbiano
questo è ciò che signi{ìca la parola essenza nel suo uso :::prietà differenti, guanto che due figure che partecipano
piir familiare. ::-'a stessa essenza reale di un circolo abbiano dilferenti
Queste due specie di essenze, suppongo, non sarebbero ;::prietà. Ma se anche non vi fossero altre ragioni contro
mal designate coi nomi d.i essenza reale l,ana, e nominale g"::sta ipotesi, in ogni caso il supporre essenze inconosci-
l'altra. r--. e farne tuttavia ciò che distingue le specie delle cose,
* :- procedimento cosi totalgnente inutile e privo di alcun
16. il nome c, è una connes-
l'essenza nominale e ,r-:aggio .per alcuna parte della nostra conoscenza, che
-Frastretta, che
sione così il di
qualunque specie di cose
nome r"::sto fatto solo dovrebbe bastare a farci metter da parte
non può venir attribuito ad alcun essere particolare che ' -::,tesi stessa, contentandoci di quelle essenze delle sorte
per avventura non abbia la medesima essenza, mediante l s;ecie di cose che cadono entro il raggio della nostra
la quale risponde a quell'idea astratta di cui il nome è :i.:scenza: e quando queste siano seriamente considerate
il segno. s, :oserà, come ho detto, che esse altro non sono se non
o'tr':--e idee complesse astratte cui abbiamo assegnato nomi
17. alle essenze reali delle sostanze corporee Sr:,-ali distinti.
-Intorno
(per parlar solo di queste) vi sono, se io non mi sbaglio,
due opinioni, Una è l'opinione di coloro che, usando la
26 Libro terzo -il. Dei termni generali 27

18. così distinto le essenzc in nominali e reali, oggi è erba domani è carne di pecora; e, pochi giorni
-Avendo
possiamo ancora osseryare che, nelle specie delle idec sem- dcpo, viene a far parte di un uomo: e in tutti guesti e altri
plici e dei modi esse sono sempre le stesse, mc ttelle so- ::agoli cambiamenti, è evidente che I'essenza reale delle
stanze sono sempre del tutto diverse. Cosi, una figura che 'ose ossia, quella costituzione da cui dipcndevano le
include uno spazio fra tre linee è I'essenza reale nonchè -
;roprietà di queste cose diverse è distrutta, e perisce
nominale di un triangolo: essendc essa, non soltanto una -
:an loro. I\Ia assumendosi le essenze come idee stabilite
idea astratta cui si attribuisce il nome generale, ma Ia vera :eila mente, con nomi annessi a ciascuna, si suppone che
e propria essenlia, o esserc, della cosa stessa; ossia queì esse rimangano costantemente le stesse, quali che siano
fondamento da cui discendono lutte le sue proprietà, e -e mutazioni cui vanno soggette Ie sostanze particolari. In-
cui esse sono tutte inseparabilmente unite. lla la cosa è i:tii, checchè accada di Alessondro e di Bucefalo, si sup-
ben diversa quando si tratta di cluclla particella di ma-
ieria che forrna I'anello al mio dito: nella quale queste : cauallo rimangano le stesse; e cosi vengono preservate
due essenze sono visibilmente diverse. È infatti dalla costi- '-tere ed intatte le essenze di quelle specie, quali che siano
tuzione reale delle sue parti insensihili che dipendono tutte , cambiamenti cui vanno soggetti alcuni o tutti gli indi-
quelle proprietà di colore, pcso, fusibilità, fissità. ecc., che rdui di quclle specie. Con tal mezzo rimane salva ed in-
si trovano nell'oggetto; costituzione che noi non conosciamo, -- I'essenza di una specie, anche senza l'esistcnza di un
e della quale, non avendone alcuna idea particolare, non r:lo individuo di quella spccie. Poichè, se anche oggi non
abbiamo nemmeno un nome che ne sia il segno. E tuttavia, r: fosse un solo circolo esistente in alcun luogo nel mondo
sono il suo colore, peso, fusibilità, fissità, ecc., che fanno ::ne probabilmente quella figura non esiste in alcun luogo
sÌ chc esso sia oro, o che gli diano diritto a quel nome, "sattamentc disegnata), tuttavia I'idca annessa a quel nome
iI quale è pertanto la sua essenza nominale' Poichè nulla ::: cesscrebbe di essere quella che è; nè cesserebbe di
può esser chiamato oro, se non ciò che possicde una con- .s:siere come modello per determinare quale dellc figure
formità di qualità con quell'idea complcssa astratta cui è ::.:ticolari che noi incontriamo abbia o non abbia diritto
annesso qucl nome. I\la avrcmo occasione di trattare in t- nome di circoltt, e per dimostrare cosi quale di esse,
modo più ampio di qucsta distinzione dellc essenze, che _:e: il fatto di avcr tale essenza, è di quclla spccie. E an-
appartengono particolarmente alle sostanze, quando ver- :'e se non ci fossero ora, e non fosscro mai esistiti in
remo a trattare dei nomi delle sostanze stesse. a:::lra, un animale come I'rrnicotno, o un pesce come la
t':na, luttavia, supponendo che qucsti nomi rappresen-
19.-Che quelle idee astratte che posseggono dei nomi. :*:r idee astratte complesse che non contengano in sè al-
di cui siamo andati parlando, siano esscnze, può risultare :'::a incoerenza', I'cssenza di unn sirena è altrettanto in-
anche dal fatto che ci vien detto, delle essenze, che esse .le :5ibile quanto quella di un uomo; e I'idea di un unicorno
sono tutte ingenerabili e incorruttibili, Il che non può es- : :.ltrettanto ccrta, Iissa e permanente, quanto quella di un
sere yero della costituziouc reale delle cose, che comincia :sr:llo. Da ciò che si è detto è evidente che la dottrina
e pcrisce con essc. Tutte le cose che esistono, ecccttuato i:re--'immutabilità delle essenze dimostra che esse sono sol-
il loro Autore, sono soggette a mutamento; specialmente :r-lo idee astratte; è fondata sul rapporto staLrilito fra
quelle cosc di cui noi abbiamo conoscenza' e che abbiamo
schierate sotto nomi o insegne distinte. Cosi, quello che §el tcsto ! « inconsistencq »; nel Coste: « impossilrilird ». (N, d. T.).
28 Libro terzo

quelle idee e certi suoni come loro segni; e sarà.sempre


vera {intanto che lo stesso nome possa avere lo stesso si-
gnilÌcato.

20. in breve, quello che io


Per concludere, questo è,
direi: -che tutto il gran discutere di geneta e species, e
loro essenze, non si riduce ad altro che a questo, ossia, che
gli uomini, poichè lormano certe idee astratte, e le lìssano
Caprror,o IV.
nella loro mente con nomi ad esse assegnati, con ciò si
pongono in condizione di considerare le cose' e parlarne,
per dir cosi, a fasci, per accrescere e comunicarsi tra loro DEI NOI\{I DELLE IDEE SEMPLICI
la loro conoscenza in modo piir facile e pronto; poichè
la loro conoscenza non potrebbe che avere un progresso
Sebbene tutte le parole, come ho dimostrato, im-
assai lento se le loro parole e i loro pensieri fossero lirni- 1.
-
tati soltanto ai particolari. uediatamente non significhino nient'altro che le idee che si
T':raDo nella mente di chi parla, tuttavia, a un esame piir
rcef,to, troveremo che i nomi d,elle idee semplici, d'ei mod.i
'il: (fra i quali comprendo anche i rapporti) e delle so-
s.r::e naturali hanno, ciascuno, qualcosa di peculiare e
ù-re:so dagli altri. Per esempio:

a Primo, i nomi d,elle idee semplici e delle sostanze,


-
xn guelìe idee astratte che sono nella mente e che essi
m-ediatamente significano, suggeriscono anche una qual-
'qp esistenza reale, da cui è stato derivato il loro modello
r":é:rale. IIa i nomi dei modi misli hanno per limite l'idea
:ne é nella mente, e non portano i nostri pensieri pirì avanti
ni :asi; come vedremo più ampiamente nel capitolo che
Gls€-

,1"-Secondo, i nomi delle idee semplici ed i modi si-


aul,iano sempre I'essenza reale oltre che nominale delle
]m: specie. NIa i nomi delle sostanze naturali significano
Fsr raramente, e forse mai, cosa alcuna che non siano le
,wz.le nominali di quelle specie, e solo queste; come di-
ùilrlreremo nel capitolo che traita in particolare dei nomi
e,llle sostanze.
30 Libro te?zo l, Dei nomi delle idee semqlici ,1

4.-Terzo, i nomi delle idee semplici non sono suscet- -:::c delle parole è soltanto quell'idea di cui chi usa
tibili di alcuna definizione; lo sono invece i nomi di tutte :,:.i..ìna parola inteDdc che cssa sia il segno, il significato
le idee complesse. Che io sappia, non è stato {ìnora osscr- r- ;::rlunque parola sarà marìifesto, la parola sarà definita,
vato da alcuno quali parole siano suscettibili di venir dcfi- ;:::do, con altre parolc, l'idea di cui essa è fatta segno,
nite, e quali no; e sono inctine a ritenere che sia stata : :::'r'a anncssa, nella nrcnte di chi parla, è per dir cosÌ
Ia rnancanza di tale deiìnizionc a dare origine a tante di- ::--:j:esentata, o csposta alla vista, di un'altra pcrsona; e
spute e a tanta oscurità nei discorsi della gcnte, poichè -: :.1 modo viene determinato il suo significato. Questo è
alcuni vorrcbbero delle definizioni di termini chc non --:-:l uso e {ine dclle definizioni; e, pertanto, Ia sola mi-
possono esscre definiti, e altri non pcnsano di doversi con- r;--- di ciò che sia, o non sia, una buona dclìnizione.
tcntare di una spiegazione ottcnuta mediante una parola
piu gcncrale, e con la restrizione dcl suo significato (per ;.-Ciò premcsso, dico che i notni dcllc idee scmplici,
dirla nei tcrmini dcll'arte, mediante un gencre e una dille- : ;.::iii soli, nort sono susccllibili di cssere dcfinili. E la
renza), quando, anche dopo tale definizione, fatta in per- ::;..-:e di ciò è qucsta, chc, gli svariati terrnini di una
fetta regola, nrolto spesso coloro che la ascoltano non hanno, l:- --zione signilicando idee svariate, presi tutti insicme
dcl significato di quclla parola, un concetto piu chiaro di ::-- possono in alcun modo rapprcseutare un'idca non
quello che avessero prima. Almeno questo pcnso, che non : "":::l composita: e perciò una dcfiuizionc, la quale, pro-
sarà dcl tutto fuori del nostro prcscnte proposito dimo- :-::-ente, altro non è che Ia spiegazione del signilìcato di
strare quali parole siano susccttibili di definizione e quali l:.;. .-l:ta parola mediante varic altre, ciascuna delle quali
no, e in che consista una buona definizione; e che questo :,- significa la stcssa cosa, nei nomi delle idee semplici
sia per darci tanta luce intorno alla natura di questi segni :-- può avere alcun luogo.
e intorno alle nostre idce, da mcritare una pitr particolare
considerazione. i- Per non aver osservato qucsta dilTcrcnza che si
':-: : -fra le nostre idcc, e i norni con cui Ie esprimiamo,
5. Qui non mi darò Ia pena di dimostrare che non - : 1:odotto quel grandc e futilc dibattere nclle scuolc,
tutti -i tcrmini sono definibili, poiche mi basta ricordare r ::: tanto facilnrcnte si nota il rillcsso nclle definizioni
quel progrcsso in infiniturn cui la cosa evidcntentcnte ci :: ::se ci danno di alcune di queste idec sernplici. Poichè,
portcreblte, se conccdessimo che tutti i nonri possono es- ;: :-- che riguarda la nraggior partc di esse, persino quei
serc dcliniti. Poichò, se i tcrmini di una data dcfinizione :;::::i di defìnizioni furon costrctti a lasciarlc non defi-
dovessero esser definiti ancora da un'altra, dove ntai po : : .enpliccnrcnle per l'intpossibilità che tlovarono nel-
tremmo fermarci alla finc? Bcnsi, in base alla natura «lclle '' :.::csa. Quale esprcssione di gergo pitr culiosa e rallì-
nostrc idce e al significato dclle nostre parole, dimostrero :.: , -- quclla contcnuta nella seguentc definizionc avrebbe
percltè alcuni noni po.ssono esserc defuùti ed allri no, e : -:- invcntarc mai i'ingegno unrano? « L'atto di un es-
quali siano glì uni e gli altri. r-: -:: potenza, in quanto in potcnza.>> Essa mcttcrebbe
: ."-:aiazzo qualunquc uomo razionalc, cui già non fosse
6. Si riconosce da tutti, credo, clte ana de/iniriont : ì.: ;.i' la sua famosa assur<Iità, ove egli dovessc indovi-
altro -non è clreil far conoscere il signi/icalo di una parolc r;.-::: chc parola si possa inrmaginar nrti che voglia cs-
mcdictttlc uari allri ternini non sinonimi, poichè il signi rs: -: spiegazione. Se Ciccronc, domandando a un olan-
32 Libro terzo 1' Dei nomi delle idee semqlici )3

dese che cosa significasse beweeginge, avesse ricevuto 1ù. « L'atto del perspicuo, in guanto perspicuo », è
questa spiegazione nel suo stcsso linguaggio, e cioè che
- delìnizione peripatetica di un'idea senrplice; la
:-,':ltra
signilica «actus entis ìn potentia quatenus in polentia», :::-e. sebbcne non piu assurda di quella citata dcl moto,
m! domando se si possa immaginare che in tal modo egli :::::via rivela in modo piu eviderrte la sua inutilità e insi-
avrebbe capito ciò che significa la paroÌa beweeginge', o $:--:-:anza. Poichc l'espcricnza facilmcnte convincerà chiun-
avrebbe indovinato guale idea abbia normalmente nella r:: che essa non può far si che il significato della parola
testa un olandese, e significhi ad un altro, quando usa quel ;:: (che pretcnde dclìnirc) sia in alcun modo contpreso
suono. r-i::Ì cicco; ma la dclìnizionc del moto a prima vista non
:,n::!r'a cosi inutile, poiche sfugge a questo mezzo di met-
9. Nè i filosofi moderni, che hanno cercato di libe- :,::-" alla prola. Qucst'idea semplice venendo a noi per'
rarsi -dal gergo delle scuole e di parlare intelligibilmente, r:::o del tatto oltre che della vista, è impossibile dare
sono riusciti molto meglio a definire le idee semplici, o con ::r:=-pio di una persona che non abbia altra maniera per
lo spiegare le loro cause, o in qualunque altro modo, Gli l.::urarsi I'idea dcl moto, tranne quella sola della defini-
atomisti, che deIìniscono iI moto come <( un passaggio da l:-e di quel nolne. Coloro che ci dicono che la luce è
un posto ad un altro », che altro fanno se non mettere un u: g:ande numcro di piccoli globuli, i guali tanno a col-
sinonimo per un altro? Infatti, che altro è passal1gio se -l :: r'ivaccmente il fondo dell'occhio, parlano in modo piu
non mouimento? E se fosse loro chiesto di dire cosa sia :::-i.igibile che non le Scuole: e tuttavia, qucstc parolc, per
il passaggio, come potrebbcro definirlo meglio chc con la tru::io perfettamente compt'ese, non rendcrebbero meglio
parola movimento? Poichè, non è per lo meno altrettanto l:r-: l'idea che Ia parola lrrce rapprcsenta a chi già non Ia
proprio e significante dire il passaggio è un movimento
<< :r:-sse, che se uno gli diccsse che la luce altro non è che
da un posto ad un altro >), quanto dire « il movimento e un m: .ompagnia di piccole palle da tennis, che certe fate,
passaggio ecc.? ». Questo è un tradurre, e non un definire. mr-::te tutto il giorno, colpiscono con racchettc scaglian-
quando scambiamo l'una per l'altra due parole dello stesso 8..: contro Ia fronte di certi uomini, mentre non lo fanno
signilìcato; delle guali, quando una sia meglio compresa r:r :ltri. Poiche, supponendo che questa spiegazione dclla
dell'altra, può servire a scoprire quale idea rappresenti la : :rsi sia vcra, purtuttavia I'idea della causa della luce.
parola sconosciuta; ma ciò è ben lontano dall'essere una rLn: ::e se la possetlcssimo in modo esattissimo, non ci da-

deIìnizione, a mcno che non si voglia dire che ogni parola *t:-e I'idea della luce di per se stcssa, guale si prcsenta
inglese nel dizionario è la dcfinizione della parola latina ,ril ::- con una cosi particolare percczione, più che I'idea
cui corrispoude, e che movimento è una definizione di ou:.: ::gura e tlcl moto di un pezzo d'acciaio allìlato non
motus. Ne, quando Ia si esamini bene, Ia dcfinizionc che i :: :::cbl;e l'idea del dolore che guell'acciaio è in grado
Cartesiani ci danno, ossia « la successiva applicazione delle rr r:::"rminarc in noi. Poichè Ia causa di qualunquc sensa-
parti della superficie di un corpo a quclle di un altro >. r:::- e la scnsazione di per se stessa, in tutte le idce
si dimostrerà una molto rniglior definizione del moto. mlr:-l:i di un dcterminato senso, sono due idee divcrse,
* ::s: differcnti e distanti I'una dall'altra, che non sarcbbe
;r,r':-,:le trovarne altre due cosÌ diversc fra Ioro. E pcrciò,
ùr:':. se i globuli di Descartes continuassero a colpire Ia
r « llovimento » ln "n*: -:. di un uomo chc fosse cieco a causa di wa guLta
olandese.
34 Libro terzo
-; )ei nomi delle idee semplici 35
setena' egli con ciò non avrebbe mai un'idea della luce,
i:::::. o capace, di produrre in noi l'una o l'altra idea, che
o di cosa alcuna che ad essa si avvicini, pur comprendendo
perfettamente che cosa siano dei piccoli globuli, e che cosa
:-- io possa fare di per sè il srtono luce o rosso. E infatti,
::- sperasse di produrre un'idea di luce o di colore me-
signi{ichi colpire un altro corpo. E perciò i Cartesiani :-:::e un suono, comunque formato, dimostrerebbe di at-
pongono grande attenzione a dislinguere tra guella luce
:.-:::'rsi che i suoni siano visibili, o i colori udibili' e di
che è Ia causa di quella sensazione in noi, e I'idea che '-,=.e. che le orecchie as§olvessero all'uflicio di tutti gli
è prodotta in noi da essa, e che è ciò che propriamente : ---- sensi. Il che è come dire che potremmo gustare, odo-
si chiarna la luce.
:;:. e vedere con le orecchie: specie di lìlosofia degna
":-- di Sancho Panga, che aveva la già facoltà di vedere Duì-
11.-Le idee semplici, come si è già visto, si possono r-:=: per sentito dire. E perciò, chi non abbia ricevuto
ottenere soltanto mediante quelle impressioni che gli og-
getti stessi fanno sulla nostra mente, mediante le vie di
l:--' mente, attraverso I'accesso appropriato, I'idea sem-
accesso appropriate e destinate a ciascuna specie. Se non
;---e cire una data parola rappresenta, non verrà mai a
i;;::e il significato di <Iuella parola mediante alcun'altra
sono ricevute in questo modo, tutte Ie parole di questo
:-::la o suono quale che sia, messi assiemc secondo qua-
mondo, di cui si faccia uso a spiegare o definire uno qua-
---=ire regola di definizione si possa immaginare, II solo
lunque dei loro nomi, non saranno mai al caso di produrre
::::o eIlìcace sarà guello di applicare ai suoi scnsi l'og-
in noi l'idea che quel nome rappresenta. Poichè le parole,
essendo dei suoni, in noi non possono produrre idee sem-
{:::r appropriato, e cosi produrre in lui quell'idea di cui
plici che non siano le idee di cluegli stessi suoni; nè susci- '-i ;:à appreso il nome. Un cieco studioso, che si era molto
el.:-cato la mente intorno agli oggetti visibili, e aveva
tare alcuna idea in noi, se non per quella volontaria con- i:::, uso delle spiegazioni date dai suoi libri e dai suoi
nessione che si sa esistere fra quei dati suoni e le idee
r:--:i per intendere quei nomi della luce e dei colori che
semplici di cui l'uso comune li ha assunti a segni. E chi
i.:-: cosi spesso uditi, si vantava un giorno di avere
Ia pensa diversamente, provi a vedere se alcuna parola può
-:=:i capito che cosa significasse scarlatto, AI che, avendo
dargli il sapore di un ananasso, e fargli avere l'idea veri- '::sio un amico suo che cosa fosse lo scarlatto, il cieco
dica del gusto di quel frutto famoso per il suo sapore. Chè --.::-se che era come il suono di una tromba. Chi speri di
se gli verrà detto che quel sapore somiglia in alcun modo
ri,::-.re la comprensione del nome di qualunque altra idea
ad altri sapori di cui egli ha già I'idea nella memoria. i:---;.icc, che egli abbia, soltanto per definizione, mcdiante
impressavi da oggetti sensibili non scorlosciuti al suo pa-
: := altre parole usate a spicgarlo, otterrà una compren-
lato, di quel tanto egli potrà avvicinarsi all'idea cercata. r:-= di quel nome dello stesso genere di questa.
secondo il grado di quella somiglianza. trIa ciò non signi-
fica darci quell'idea mediante una definizione, bensì susci-
:2.-Il caso è tutto diverso quando si tratta delle idee
tando in noi altre idee semplici mcdiante i loro norni co.
:;:_:lassc. Poichè qucste consistono di varie idce semplici,
nosciuti: il che sarà ancora ben diverso dal vero sapore : Ì:'-:x nella possibilità delle parole che rappresentano Ie
di quel frutto medesimo. Per la luce e i colori, e tutte le '.;:-: idce semplici che formano quclla composizione l'im-
altre idee semplici, è la stessa cosa: poichè il significato Ìr ::rc idce complesse nella mentc, idee che mai vi erano
ilei suoni non è naturale, ma soltanto imposto e arbitrario. r::: prima, e così far comprendere i loro nomi. In tali
E nessuna delinizione della luce o della rossezza è più
-:::lte di idee che vanno sotto un solo nome, ha luogo
)6 Librc tetzo ii )et nomi delle idee semplici )7

la definizione, o I'insegnamento del significato di una pa- ::--:;!a quella definizione, per guanto complessa e per-
rola mediante varie altre, e questo può farci capire i nomi :':"- essa fosse, mai farebbe si che un cieco la potesse
di cose che non sono mai venute a tiro dei nostri sensi, :r;-:e: poiche molte delle idee semplici che formano quel-
e può foggiare ,idcc confacenti a queile cose nclla mente -' .:ea complessa essendo nell'ordine delle idee da lui mai
di altri, quando usan'o quei nomi: sempre che nessuno dei :::::uie mcdiante la sensazione e I'espcrienza, nessuna pa-
terrnini dclla delìnizione rappresenti una qualche idea -,ri potrebbe essere in grado di suscitargliele nello spirito.
semplice che non sia rnai prima di allora entrata nel pcn-
siero della persona cui la spiegazione è fatta. Così, a un 11.-Le idee semplici, come si è dimostrato, possono
cieco, si potrà spiegarc la parola slalrra mediante altre pa- *r:e:e ottenute solo per esperienza, da quegli oggetti che
role, rna non Io si potrà fare per pittura, poichè i suoi !t:.: r appropriati a produrre in noi quclle percezioni.
scnsi gli hanno dato I'idea della figura ma non quella dci -,:.i:do, con guesto rnezzo, la nostra mente è ben fornita
colori: la quale, perciò, non può essere suscitata in lui G- .sse, e ne conosciamo i nomi, allora siamo in condi-
dalle parole. E questo fece vincere la scommessa al pit- : ::: di delinire, e mediante la definizione capire, i nomi
tore contro lo scultore: quando ciascuno dei due sostencva [rr:.: idec complcsse chc di esse si compongono. Ma quando
I'ecccllcnza dell'arte propria, e lo scultore pretendcva che ur :ermine sta per un'idea semplice che uno non ha mai
la sua fosse da preferire, perchè si spinge piri lontano, r'-:- iinora nella mente, è impossibile, con qualunque pa-
e anche coloro che hanno perso la vista possono percepirne rr,-r- fargliene sapere il significato. Quando un tcrmine
I'ecccllenza. II pittore
accettò di sottoporsi al giudizio di nl:,'::rque rappresenta un'idea che uno conosce già, ma
lgr -:r. che quel termine sia il segno di quell' idea, allora
un cieco; il quale, condotto là dove era una statua fatta
dal primo, e un quadro dal secondo, venne fatto prima av- m :,:ro nome della stessa idea, col quale egli abbia con-
vicinare alla statua, della quale seguì con le mani tutti i ru.e::1ine, può fargliene capire il significato. Ma in nessun
liueamenti del volto e dcl corpo, e con grande amrnira- =s: =ai un qualunque nome di una qualunque idea sem-
zione applaudi I'abiiità delì'artelice. I\Ia essendo con«lotto 3u:e è suscettibile di definizione.
poi davanti al quadro, e avendovi posto sopra le mani, gli
vennc dctto che ora toccava il capo, e poi la fronte, gli 15.-In quarto luogo, sebbene i nomi delle idee sem-
occhi, il naso ecc., via via che le srrc mani si muor'eyano ui:- :on possano aver l'aiuto della definizione per deter-
reniri.--e il loro significato, questo però non impedisce che
sulle parti dclla pittura sul canovaccio, senza che egli
*:ue; s:ano generalmente meno dubbì ed incerti di quelli
avvcrtisse Ia pur rninima dilTerenza: per il che esclanrò
clte questa doteva esser davvelo opera divina, se poteva le -odi misti e delle sostanze: e questo perchè essi,
rapprescntar loro tutte quelle paiti, dove egli non potcva mmrg:=sentando soltanto una percezione semplice, Ia gente,
nò seutire nè percepire alcuna cosa. r -: piu, concorda circa iI Ioro signilìcato in modo fa-
'i.e: i:erfetto; e, intorno aI loro signilìcato, poco c'è da
13.-Chi usasse la parola arcobaleno parlando con
'vmm:l:-dere e da disputare. Chi apprenda una volta che la
uno che couoscesse tutti quei colori, lna non avcsse mai \!ln:.?zza è il nome del colore che ha osservato nella
visto il fettorncno, enumerando la figura, Io spessore, !a &r.-? : nel latte, dillìcilmente applicherà quella parola in
posizione c I'ordine dei colori dcfinirchbc tanto bcne quclla @nr[: e-rato, Iìntanto che ritenga I'idea; e quando egli
Fmnrn's
parola, che essa potrebbe esser perfettamente capita. E 6lsl tutto perduta, non è facile che ne sbagli il signi-
,8 Libro terzo
l; )ei nomi delle ideesemplici 39
Iìcato, ma si accorgerà di non capirla' Qui non c'è quella
a-:-da tanto i colori che i suoni, e altre simili idee sem-
molteplicità di idee semplici da mettere assieme, che de- : -::. Io si fa mediante una parola che significa tutto ciò
termina I'incertezza nei nomi dei modi misti; nè una pre- ::: i'iene nella mente solo mediante un dato senso. E cosÌ
sunta, ma sconosciuta, essenza reale, con proprietà che ne ::::rine gcnerale d,i qualità' nella sua accezione ordi-
dipendano, il preciso numero delle quali è anch'esso ignoto; lr:-:. comprende i colori, i suoni, i sapori, gli odori e le
e tutto ciò è causa della dillicoltà nei nomi delle sostanze' ryu-:tà tangibili, per distinguerli dall'estensione, dal nu-
Ma, al contrario, nelle idee semplici I'intero significato ure--:. dal moto, dal piacere e dalla pena, che operano
del nome è conosciuto subito, e non consiste di parti, per or:--: impressioni sulla mente, e introducono le loro idee,
cui, a metterne assieme piir o meno, l'idea possa variare, uc,':ante più di un senso.
e così il significato del nome essere oscuro, o incerto.
ii. In sesto luogo, i nomi delle idee semplici, delle
16.-In quinto luogo, ancor questo si potrà osservare - e dei modi misti hanno anchc fra
§ir§;--::ze loro questa
delle idee semplici e dei loro nomi, che esse hanno ben ci.i::enza: che quclli d,ei modi misli rappresentano idce
pochi ascendenti in linea preadicamentali (come la chia- :er:'ittamente arbitrarie; di quelli dclle soslanze non si
mano), dalla specie piu bassa al summttm genus' E la ra- Irr: dire esattamente lo stesso, poichè si riferiscono a un
gione di questo è che, la specie piir bassa non essendo ur:,:i-iio, sebbene con una certa latitudine; e quelli delle
altro che una data 'idea semplice, nulla si puo toglier da w:: semplici sono presi in modo perfctto dall'esistenza
questa, così che, essendo stata tolta la dilferenza' essa possa !s*: cose, e non sono afatto arbitrari. E qual differenza
concordare con qualche altra cosa in una determinata idea ::,: ::ccia nel signilicato dei loro nomi, lo vedremo nei
che sia comune ad entrambe: la quale, avendo un solo irF-::li scguenti.
nome, sarà il genere delle altre due: per es., non c' è niente I no:ni dei modi semplici poco differiscono da quelli
che possa esser lasciato fuori dall'idea di bianco e rosso rre:+ idee semplici.
per farle concordare in una data apparenza comune' e
cosi avere un solo nome generale; al nrodo come, se si
Iascia la razionalità fuori dall'idea complessa di uomo'
questo la fa concordare con I'idea del bruto, nelf idea e
nel nome piir generale dell'animale' E perciò, quando, ad
evitare fastidiose enumerazioni, si voglion contprendere
tanto il bianco che il rosso, e molte altre idee semplici
dello stesso tipo, sotto un solo nome generale, si è costretti
a farlo mediante una parola che denota soltanto la maniera
cou la quale tali idee entrano nella mente. Poichè quando
il bianco, il rosso e il giallo vengono tutti compresi sotto
il genere o nome di colore, questo non significa nient'altro
che quelle idee che son prodotte nella mente solo dalle
vista, e vi entrano solo attraverso gli occhi. E quando sr
voglia foggiare un termine ancor piu generale, che com-
-,' ):; nomi dei modi misti
e. dei rupporti 4l
r:::, conformi. Ì!Ia, nelle sue idee complesse dei modi
n-.:--:.la mente prende la libertà di non seguire cÒn esat-
.c--'l'esistenza delle cose. Essa unisce e ritiene certe
:;-::icni' come altrettante idee specifiche distinte; men-
":r :ilre, che ricorrono in natura altrettanto spesso, ven-
4r:r: neglette, e non ricevolo particolari nomi o specifi-
:*-':li. Nè lo spirito, in queste idee dei modi misti, come
r.É--e idee complesse delle sostanze, li esamina con riferi-
Ceprr:or.o V.
me:-io all'esistenza reale delle cose; nè li riscontra su mo-
le ' che contengano quelle date composizioni particolari
DEI NO}II DEI MODI IIIISTI E DEI RAPPORTI :l =:tura. Per sapere se la sua idea dell'adrrllerio o del-
-'-::eslo sia giusta, forse che un uomo I'andrà a cercare
.:r Jcun luogo fra le cose esistenti? O forse che I'idea è
l.-Poichè i nomi dei modi misli sono generali, essi
nr:: perchè qualcuno è stato testimonio di una simile
rappresentano, come si è dimostrato, sorta o spccie di cose'
ciascuna delle quali ha la sua essenza peculiare. Anche le
'-:-c? No: qui basta che gli uomini abbiano messo as-
§.É=e una collezione di idee simili formandone un'idea
essenze di queste specie, come pure si è visto, altro non :'r,rJlessa, la quale costituisce I'archetipo e l'idea specifica,
sono che le idee astratte che abbiamo nella mente, cui è s:, che una tale azione sia stata, o meno, comntessa in
connesso il nome. Fin qui, i nomi e le essenze dci modi
-::::n natura.
misti nulla contengono se non ciò che hanno in comune
con altre idee; ma se li esamilriamo un poco pitr da vicino. 4.-Per ben comprendere questo, dobbiamo conside-
trovcremo che essi hanno qualcosa di particolare, che forse in che consistaquesto fare le idee complesse; che non
può meritare la nostra attenzione.
---'
: iare una qualunque idea nuova, bensi mettere assieme
urr,*--e che già Ia mente possiede. E in tale occasione la
2.-La prima particolarità che osserverò in loro è che :re-ie fa le seguenti tre cose: primo, sceglie un certo nu-
le idce astratte, o, se preferitc, le essenze, delle varie specie nerr di idee; secondo, pone un certo legame fra di esse.
di modi misti sono prodotte dall' intelletto, nel che dilferi- : -:- fa un'idea sola; terzo, le lega assieme con un nor.!e.
scono da quelle dclle idee scmplici, poichè in quest'ultimz 5r esaminiamo come procede la mente nei riguandi di
specie la mente non ha il potere di produrre alcuna idea rm.,rsle idee, e quale libertà si prendc con esse, facilmentc
ma solo riceve quelle che le sono offerte dall'esistenza realr ilm"-.:1'eremo come queste essenze dclle sptcie dci modi
delle cose che operano sopra di essa. u---: siano fabbricazioni della mente; e di conseguenza,
:rc.e Ie specie stesse siano di fattura umana.
3. In secondo luogo, queste essenze delle specie dei
modi-misti, non soltanto son fatte dalla mente, ma soDo 5. Nessuno può dubitare che queste idee dei rnodi
fatte in modo molto arbitrurio, scnza modellì e senza rif* uilr: -siano fatte mediante una raccolta volontaria di idee,
rimcnlo ad alcuna esistenza reole. Nel che diffcriscono
dalle irlee delle sostanze, che portano con sè la supposi - il Coste : « combinazioni o collezioni ». (N. d. T.).
zione di un qualche essere reale, da cui sono tratte, e cu
-,- Dei nomi dei modi misti e
dei rapporti 43
42 Libro terzo
.:ricidio, e con I'altra no? O quale legame esiste in natura
messe assieme nella mente, indipendentemente da qualun- i:a I'idea del rapporto tra il padre e l,uccidere, piuttosto
que modello originale in natura, se si rifletta soltanto che
:-.e non tra quest'ultima e l'idea di un figlio o di un vi-
questa specie di idee complesse può venir prodotta, astratta' ::-o. mentre quelle due prime vengono combinate a for-
puo ricevere dei nomi, e così venir costituita una specie,
-.re l'idea complessa, e in tal modo se ne fa I'essenza
prima che un qualunque individuo di tale specie sia mai :.la specie distinta parricidio, mentre l,altra non dà luogo
esistito. Chi puo dubitare che le idee di sactilegio o adul' r-isolutamente ad alcuna specie distinta? Eppure, sebbene
ferio potrebbero venir foggiate nello spirito degli uomini' 1:il'uccidere il padre o la madre si sia fatta una specie
e ricever dei nomi, e così venir costituite queste specie ''siinta dall'uccidere il proprio figlio o figlia, tuttavia, in
di modi misti, prima che I'una o I'altra azione venisse mai :erii altri casi, anche il figlio e la fìglia sonrt considerati,
commessa? E dell'idea si potrebbe parlare benissimo, e ::! meno del padre e della madre: e sono tutti egual-
ragionarne, e scclprire sul conto suo certe verità, mentre compresi in una stessa specie, come in quella del-
-erte
ancora essa non avrebbe alcuna esistenza se nou nell'in- -':.tcesto. Così la mente, nei modi misti, unisce arbitraria-
telletto, così come se ne può parlare e discorrere ora'
quando entrambe quelle idee hanno un'esistenza reale an- =3ìrte, a formare idee complesse, ciò che le conviene;
-eltre altre idee semplici, che, tutto sommato, hanno fra
che troppo frequente. Dal che appare chiaro di quanto le .::o altrettanta unione in natura, vengono lasciate disperse,
varie specie dei modi misti siano creature dell' intelletto, e ::ai combinate a formare una sola idea, perchè in quei
dove hanno un'esistenza in quanto sono ancillari a tutti ::si gli uomini non hanno bisogno di un solo nome. È
i fini della verità e della conoscenza reale, allo stesso modo rrldente dunque che l, intelletto, di sua libera scelta, pone
di quando le cose esistono realmente. E non possiamo du-
bitare che i lcgislatori spesso abbiano fatto leggi intorno - collegamento fra un certo numero di idee, le guali in
ì"iura non son piu unite fra loro di guanto lo siano altre,
a specie di azioni che erano soltanto creature del loro :-.e esso invece lascia fuori. Altrimenti, perchè mai si sa-
intelletto: esseri che non avevano altra esistenza se non
nella loro mente. E penso che nessuno possa negare che
-bbe contrassegnata la parte deìl'arma con la quale viene
la resurrezione fu una specie dei modi misti della mente =ierto il principio di una ferita, per formare quella specie
d-tinta che è detta stubbing 1, mentre si è trascurato di
prima di essere realmente esistita.
-:ordare il disegno e la sostanza dell,arma? Non dico che
;esto sia fatto senza ragione, come vedremo meglio in se-
6. Per vedere con quanto arbitrio la mente produca 4r:to; ma questo dico, che è fatto per una libera scelta
-
queste essenze dei modi misti non abbiamo che da esami- lelia mente, nel perseguimento dei propri fini; e che per-
nare ulla qualunque di esse. Anche un breve esame ci con- :;l queste specie di modi misti sono una fahbricazione
vincerà essere la mente quella che combina varie idee r,*-l'intelletto. E nulla è piir evidente del fatto che, per lo
indipendenti e sparse a formarne una sola complessa; e'
;::. nel foggiar queste idee, la mente non cerca I suoi mo-
mediante ilnome comune che essa dà loro' ne fa I'essenza deÌii in natura, nè riferisce le idee che foggia all'esistenza
di una certa specie, senza regolarsi sulla base di alcuna
connessione che esse abbiano in natura. E infatti, in na- : ktteralmente, nel senso giuridlco della parola al tempo dell'A,.
tura, forse che l'idea dell'uomo, piu che queÌla di una pe- (
=ipire a morte con arma dl punta ». lìicorda il Coste in una nota
cora, ha rapporto coll'uccidere, per cui dell'uccidere si fa 5É la legge inglese puniva pit:l severamente in questo caso'che non
rÉr €so di omicidio ellettuato con un colpo dl iaglio. (N. d..I.).
una particolare specie di azione, significata dalla parola
-, Dei nomi dei modi misti e dei ruppotti 45
Libro terzo

reale delle cose, bensi pone assieme guelle idee che meglio
: l:ile madre, e cosÌ foggiano una specie distinta dall'ucci-
r--:e del Iìglio o del vicino di una persona, questo è dovuto
servano ai suoi scopi, senza vincolarsi ad una precisa imi-
tazione di cosa alcuna che realmente esista'
i--: diversa odiosità del crimine, e alla punizionc distinta
:': si deve infliggere per I'uccisione del padre e della
::l:e, diversa da quella che dev'esser inflitta per l'ucci-
7. Ma sebbene queste idee complesse, o essenze di
- dipendano dalÌa mente, e siano da essa prodotte
s-::e di un Iìglio o di un vicino; e perciò provano che
modi misti,
: :!-.essario indicarla con un nome distinto, il che costi-
con grande libertà, tuttavia non son fatte a casaccio' e ::-s:e lo scopo di quella distinta combinazione. l\la sebbene
messe assieme alla rinfusa senza ragione alcuna' Ilcnchè
gueste idee complesse non siano sempre copiate dalla na-
-::,jee di madre e di figlia siano trattate così diversamente,
:::- riferimento all'idea dell'uccidere, che la prima vicne
tura, sono tuttavia sempre acconce al fine per cui sono ::-,:a a questa per formare un'idca astratta e distinta che
fatte le idee astratte; e benchè siano combihazioni ottcnute
:: i.l:l nome, e costituisce in tal modo una specie distinta,
con idee di per sè abbastanza disunite, altrettanto poco : -':ltra no, tuttavia, nel rispetto della conoscenza carnale,
collcgate fra loro, in se stesse, quanto molte altre cui
lo
a fortnarne ::-::nbe sono incluse nel nome di inceslo: e questo, an-
spirito mai assegna un rapporto che le combini :-::! per la stessa opportunità di esprimcre con un solo
un, sola idea, tuttavia esse vengono semprc formate per la ::r:e, e riconoscere come di una sola specie, quelle sconce
comodità della comunicazione, che è iI principale scopo .:.-::i che, ben piu di altre, hanno una loro peculiare tur-
dcl linguaggio. Il linguaggio serve a significare, con brcvi
suoni, e con facilità e prontezza, concezioni generali' nelle
;.^:dine; e questo, onde evitare circonlocuzioni e tediose
i,:::lizioni.
quali si può contcnere' non solo una grande abbondanza
di particolari, ma anche una gran varietà di idee indipen- 3. Basta avere una conoscenza anche modesta di di-
denti,raccoÌteaformarneunasolacomplessa'Perciò'nella -lingue per convincersi della verità di questo, cssendo
formazione delle specie dei motli misti, gli uomini si sono "l-e
::-o- facile osscrvare in una data lingua un gran numero
prcoccupati soltanto di quelle combinazioui che al'evano
occasionc di menzionare gli uni agli altri' Queste essi halìno
L;:iole le quali non ne hanno nessuna che risponda loro
-.- .:::'altra. Il che dimostra chiaramente che gli abitanti di
combinate in idee complesse distinte, e han dato loro dei .lr- dato paese, per i loro costumi e modo di vita, hanno
nomi; mentre altrc, che in natura hanno fra ìoro un colle- :--.- :.to occasione di foggiare varie idee complesse, e hanno
gamento altrettanto stretto, vengon lasciate disciolte e non
:-:'-: loro dei nomi, benchè altri mai le abbiano riunitc a
sono considerate. Poichè, per tenersi soltanto alle stesse l.:=arc idce specilìche. Questo non avrebbe potuto acca-
azioni umane, se si dovessero fare delle idee astratte di- i::: se tali specic fossero un prodotto costante dclla natura,
stinte di tutte le varietà che possono venire osservatc in r ::r raccolte fatte ed astratte dalla mente, allo scopo di
quelle, il numero ne dovrebbe essere infinito, e la mcmoria
ri:r un nome a qunlcosa e per la comodità della comtrni-
verrelrbeconfusadallaloroabbondanza'oltrechesovrac. :::-:ne. I termini della nostra lcgge, che non sono suoni
caricata con assai poco utile. È suflìciente che gli uomini --: - l:. diliìcilrnente troveratrno parole corrispoudenti in
foggino e diano un nome a tante idee complesse di questi
-s::::ruolo o italiano, che pure non sono lingue davvero
mdrìi misti, per quante, nel corso ordinario dei loro affari'
:,:- È:e; e assai meno facilmente ancora, penso, essi po-
trovano di aver motivo di usare, e perciò indicare con ::-lero venir tradotti nei linguaggi dei Caraibi o dei
nomi. Se uniscono all' idea dell'uccidere I'idea del padre
46 Libro terzo )a tomi dei modi misti e dei rapporti 41

Westoe: ela uersura 'dei Rornani, o il corban ' dcgìi Ebrei' ;'"--.:a e alle species, c alle loto essenze, come se fossero
non hanno parole in altre lingue che rispondano ad essi: ,:- regolarmente e costantemente fatte da natura, e aves-
del che la ragione è evidente, da ciò che si è detto. Anzi, ;::- ::n'esistenza reale nelle cose; laddove, a un piir acuto
se esaminiamo un po'piu attentanrente la que§tione, e con-
frontiamo con esattezza diverse lingue, troveremo che, seb-
":;=e, si rivelano come nient'altro che artifici dell'intel-
È:-:. :ler la piu facile signiiìcazione di quelle collezioni di
bene esse abbiano parole che, nelle lraduzioni e nei dizio- ::: :he esso può avere frequente occasione di comunicare
nari, sono trattate come se fossero corrispondenti I'una al- :::-:;rte un solo termine generale: sotto il quale possono
l'altra, tuttavia dillicilmente se ne troverir una su dieci, .i-i:--: comprese diverse cose particolari, per quel tant<l
scelte di tra i nomi dclle idee complesse, e special- :-i,: isse concordano con quell'idea astratta. Che se il si-
mcnte dei modi misti, che rappresenti la stessa idea pre- ;;-'::to alquanto dubbio della parola specie può far si
cisa che rappresenta la parola con cui i dizionari Ia ren- :-r,: : ;nolti appaia piuttosto ostico quello che io dico, che
dono. Non vi sono idee piu comuni e meno composite delle ,e ;::ie dei modi misti sono « fatte dall'intelletto », credo
misure di tempo, di estensione e di peso; e i nomi latini, ::r::-.:a nessuno possa negare che è la mente a foggiare
hora, pes, libra, senza riillìcoltà vengono tradotti coi nomi :l- :iee complesse astratte, cui sono assegnati nomi spe-
inglesi che stanno per ora, piede e libbra: tuttavia, nulla :--: ::- E se sia vero, come è, che la mente forma i modelli
è piu evidente del fatto che le idee che il Romano annet- ;*-; :--.5cegliere e nominare le cose', lascio a chiunque con-
teva a questi nomi latini erano molto diverse da quelle iix::::e chi mai segni i confini di ciascuna sorta o specie:
che un inglese esprime con le parole inglesi' E sc I'uno o r :'=. per me, species e sorta non hanno fra loro altra
I'altro di costoro dovesse far uso delle misure che i par- l.l.:--=:za che quella di essere un nome latino l'una, ita-
lanti I'altra lingua designarono con quei nomi, si trovc- L,-: -'aitra.
rebbe del tutto in errore nei suoi conti. Queste sono prove
troppo sostanziose perchè §e re possa dubitare; e trove- :".-Lo stretto rapporto che c'è fra specie, essenze,
remo che la cosa sta nello stesso modo, tanto maggior- , -::: ttomi generali, almeno nei modi misti, apparirà
mente, nel caso dei nomi di idee piir astratte e composite, *: :: -egiio quando si consideri essere appunto il nome
come sono la maggior parte di quelli che vengonrr a costi- :-:, , :he sembra preservare quelle essenze, e dar loro
tuire i discorsi dclla morale: i quali nomi, quando si abbia l;-: r ::::ta continuativa. Poichè, il legame tra le parti di-
Ia curiosità di confrontarli con quelli coi quali vengono m i-;. i: quelle idee complesse essendo opera della mente,
tradotti in altre lingue, se ne troveranno ben pochi che ::.,-.:: '::ione, che non ha alcun particolare fondamento
corrispondano esattantente per tutta I'estensioue del loro -: ::--:1. cesserebbe di nuovo se non ci fosse qualcosa
signilicato. r.::: -.: dir cosi, la tiene assieme, e impedisce alle parti
;:l 1 .:: =:dersi. Perciò, sebbene sia la mente che fa la rac-
9. Se mi fermo in modo così particolare su questo '::rili- : il nome qucllo che, diciamo cosi, rappresenta il
punto,- è perchè non ci si abbia a ingannare intorno ai ffr,l- rr8 tiene strette assieme le parti. Quale grande va-
r*:-r. r- :dee diverse non tiene assieme la parola lilumplrus,
t Pagamento mediante prestito. (N. d. Fraser).
2 Costrrnrc ebraico di interdire all'uso comune un oggctto consacrato. ::ste: «per ridurre le cose ln ispecle, e dar loro dci nomi»
(N. d. Fraser)'
Libro teno -,'. Dei nomi dei modi misti e dei rappotti 49

dandocele come una sola specie! Se questo nome non fosse ::È scopo farle generali, ove per avventura esse non po-
stato mai foggiato, o frtsse andato perduto del tutto, senza ::i.sero aver nomi generali per comodità del discorso e della
dubbio avremmo potuto avere delle descrizioni «ii ciò che -:=unicazione? Così vediamo che l'uccidere un uomo con
accadeva in guclle solennità: ma sempre, pcnso, ciò che :-l stocco, o invece con una scure, sono due cose viste
tiene assieme queìle divcrse parti, ncll,unità di una sola :-Ie due specie di azione non distinte; ma se la punta
idea conrplessa, è proprio quclla parola che vi è conncssa; ::iia spada entra per prima nel corpo, il fatto passa per
senza la quale, ìc varic parti dell,idca conrplessa non ver- :-e specie distinta, là dove ha un nome distinto, come in
rebbero mai pensate comc costitucr-rti una cosa sola, più i-:hilterra, nella cui lingua è chiamato stabbing; ma in un
che ciò non accada di qualunque altro spettacolo, che, non i---:o paese, dove non sia accaduto clle la cosa sia stata spe-
esscndo stato mai fatto piu di una volta, non sia stato :-1.ìcata sotto un nome peculiare, essa non passa per una
mai nemmcno riunito in una sola idea contplessa, sotto -.!ecie distinta. trIa nelle specie delle sostanze corporee,
una sola denominazione. Pcrciò, quanto nci modi nristi :eachè sia la mellte quella che costruisce I'essenza nomi-
['unità nccessaria a una qualunque essenza dipcnda dalla -.Ie, tuttavia, poichè quelle idee che in essa son combinate
mentc, e quanto la continuazionc e dcterminazione di qucl-
-.: suppone abbiano un'unità in natura, sia che I'uomo Ie
l'unità dipcnda dal nome che Ie è aunesso nell'uso comune, ::unisca tra loro o meno, ne deriva che questc sono consi-
Iascio considcrare a coloro che cr:edono Ic essenzc e lc spe- {erate come specie distinte, senza alcuna operazione della
cie siano cose reali e fondate nclla natura. -ente, che consista o nell'astrarre, o nel dare un nome a
irell'idea complessa.
11.-E, analogamente, troviamo che gli uomini, par-
lando dci modi misti, rararnente immaginano o scambiano 12.-Anche, in conformità con ciò che si è detto circa
qualunque altra idea complessa con una specic di qucsti,
-'essenza delle specie dei modi misti, che sono creature del-
trannc quellc che sono distinte da un nome: poichè qucste :' intelletto piuttosto che opera di natura, conformemente'
specie, essendo csclusivanrente di umana fattura, allo scopo i-co, a guesto, troviamo che i loro nomi - conducono i
di dare un nomc a qualcosa, di tali specie non si prcnde -
-lstri pensieri all'intelletto, e non piir in là. Quando par-
notizia, e nemmeno si supponc che esistano, ove ad esse -.amo di gÌustizia o di gratitttdine, non ci foggiamo alcuna
non sia Icgato un notne cotne segno del fatto che I'uonro -=maginazione di cosa che esista, e che noi cerchiamo di
ha conrbinato in una sola idea varie altre idee prima sciolte; ::ncepire; ma i nostri pertsieri hanno termine nelle idee
e con quel nome ha dato unità durevolc alle parti che, ,stratte di quelle virtri, e non cercano oltre: come invece
altrimcnti, avrcltltero cessato rli avcrnc una, non apperìa ianno quando parlianro di un cauallo, o del ferro, le cui
Ia nrcnte avcsse lasciato da parte quell'idca astratta, c ces- ;dee specilìche non consideriamo esistano puramcnte nello
sato di pensarla attualmente. 1\la una volta che ad essa è seirito, bensì nelle cose stesse che lorniscono i modelli
stato annesso un nonle, ncl qualc Ie parti di qucll'idea :"riginali di quelle idee. I\Ia nei modi misti, o altneno nella
complessa trovano un'unità sistcmata e permanentc, allrtra, parte piu notevole di essi, che sono entità moraìi, conside-
per dir così, è stabilita I'csscnza, e si guarda alla specie :iamo i modelli originali come cose che sono nello spirito;
cornc a cosa complcta. Poichè, a che scolto la mcmoria si e a quelli ci riferiamo per distinguere gli esscri partico-
incarichere bbc di farc tali composizioni, sc qucslo n()n av- lsri sotto nomi distinti. Da cio, penso, deriva che queste
venissc per via d'astrazione, onde renderle generati? E a esscnze delle specie dei modi misti, con un nome piu par-
',- Dei nomi dei nodi misti e dei rupporti 5l
,0 Librc terzo

ticolare, siano dette nozioni; come cose che, per un pecu- ;::-ìla nominale sono una sola e mcdcsima. Qualc impor-
liare diritto, appartengono all'intelletto. :::za abbia ciò pcr Ia couoscenza certa della verità gene-
:- e, Io Ycdremo in seguito.
13, Da ciò, analogamente, possiamo renderci conto
- quelle idee complesse dci modi rnisti siano co-
del perchè
15.-Qucsto ci puo anche dimostrare Ia ragione per
munemente e piri spesso composte e decomposte ' che non -::. per lo piu, i nomi dei nrodi misti sono appresi prima
quclle delle sostanze naturali. Poiche, essendo fabbrica- :': siano pclfettamente conosciute Ic idee da cssi rappre-
zione dell'intelletto, il quale in esse persegue solo i propri -::irte. Poichè, d'ordinario, tlon cssendovi spccie di qucsti
Iìni, e la con-renienza di esprimere in brevc le idec che --Ci di cui si prcnda notizia, chc non siano quelle che
vuol render note ad altri, esso con grandc libertà spesso '::::ro nouti, e quelle specie, o piuttosto le loro csscnze'
uniscc in una sola idea astratta cose che, nellu natura loro,
:sendo iclec cornplesse astratte, prodotte arbitrariarncnte
non hanno alcuna coerenza; e cosi sotto un termine solo, :--lo spirito, è convcuicnte' se non neccssario, conoscere
mette in fascio una gran varietà di idee conrposte e decom- - :-;ni prima che uno si sforzi di foggiare a se stcsso quelle
poste. Si prenda il nome d,i processionet chc gran mesco- -::e conrplesse; a mcno chc uno non voglia ricmpirsi la
:.sia di un gran tlutnero di idee contplcsse astrattc, pcr le
lanza di idee indipendenti di pcrsone, abiti, addobbi, or-
dini, movimenti, suoni, non si contiene mai in quell'idea ;:::ìi gli altri non hanno dei nomi, c delle quali non potrà
complessa, che arbitrariamente lo spirito dcll'uonro ha messa ;:::tli far nulla, se non nlettcrle da parte e ricacciarle
insieme, onde esprimere tutto ciò con un nome solo? irlen-
-.-i'cblio. Riconosco che, all'inizio dellc linguc, fu Iteces-
tre, al contrario, le idce complesse dclle specie di sostanze, ;;:;o avcre l'idea prima che le si dcssc il norne; c così è
di solito, son formate soltanto di un piccolo numero di idee i-:or oggi quatrdo, Ioggiando una nuova idca complessa,
semplici; e nelle specie degli animali, comunemente, tutta -:::ro, col darlc un nuoYo nomc, forma una nuova parola.
quanta I'essenza nominale si compone soltanto di queste M- qucsto non riguarda i linguaggi già stabiliti, chc gcne-
due: la forma e la voce. ::-=ente hanno provvedtrto in tÌìodo assai anlpio a foggiar
:::lle idce che gli uomini hanno frcqucnte occasione di
14. Un'altra cosa possiamo osseÌ'vare da cio che si ;:-sare e conrunicarc; c, a proposito di tali i«Iee, domando
- ed è che :.È ;Ìon sia qttcsto il mctodo oldir-rario col qualc i bamllini
è dctto, i nomi dci nrodi misti sempre signiiicano
(quaudo abbiano un qualunque significato dctcrrninato) ::larano i nonri dci modi nristi prima di avcrnc lc idcc.
I'esscnza rcale rJella loro spccie. Poichè, queste idce astratte
i::se una persona su millc foggcrà mai le idec astratte di
essendo opera dell'uomo, e non rif ercndosi all'e sistcnza ;.::!a e antbizionc, prima di avcrnc intesi i nonri. Rico-
reale dcllc cose, non v'è alcuna supposizione chc qucl ::s:o che Ia cosa sta divcrsantcntc qunndo si tratta di idee
nome possa significare qualcosa di piu, oltre quell'idea re-:plici c dellc sostattzc: poichò qucste, csscudo idcc che
conrplessa che Ia mente stessa ha formato, e chc ò tutto
--:io una reale csistcnza e trliità in natura, arviene che
ciò che essa intendc esprimer con quclla; ed è ciò da cui -r idee siano ottcnute prima dci nomi.
dipendono tuttc le proprictà della spccie, e da cui sol-
tanto, tutte, dcrivano: e cosi, in queste, I'essenza reale e 16.-Quello che si ò dctto qui d'ci mcdi mis/i, con assai
:,::he dill'erenze, è anchc applicabilc ai rullltorli: il che'
r Qui, e poco oltre, il :ssendo cosa chc ognuno può osservare per suo conto, nri
Coste omette « decomposte », (N, d. T.).
-,-.
52 Libro terzo Dei nomi dei modi misti e dei rapporti 5)
risparmierò la fatica di indugiarmici. E questo tanto pirì ::sendo cosa frequente in altri, sia forse anche possibile
se si pensa che cio che qui ho detto nei riguardi delle ^- ioro, aver talvolta nel loro parlare e nel loro scrivere ot-
Parole, in questo Terzo Libro, forse alcuni giudicheranno :--e ed approvate parole, che posseggono tuttavia signifi_
essere nrolto piu di quanto richiedesse un argomento di :::o inccrto, scarso, o addirittura nullo. E perciò non è
così lieve impoitanza. Riconosco che la materia avrebbe ::sa irragionevole che essi facciano un esame interiore per
potuto essere racchiusa in uno spazio pitr breve; ma de- ::-to proprio, e sian disposti a tollerare che quelle parole
sideravo fermare iI mio lettore sopra un argomento che re:gano esgminate da altri. Con questo intento, perciò,
sembra a me nuovo c un po' fuori dtlle strade battute (certo,
;:rcederò a quello che ancora ho da dire su questa materia.
è un argomento cui non pensavo quando cominciai a scri-
vere); cosicche, studiandolo fino in fondo, e rivoltandolo
da ogni parte. I'una parte o I'altra di esso potesse venire
incontro ai pensieri di ognuno, e dare occasione anche
ai piu ostili o negligenti di riflettere sopra un dilluso frain-
tendimento, che, sebbene sia di gran conseguenza, viene
tuttavia assai poco avvertito. Quando si pensi quanto chiasso
e confusione si faccia intorno alle essenze, e quanto, tutte
le specie di conoscenza, discorso e conversazione, siano
alllitte e messe in disordine dall'impiego e applicazione
negligente e confusa delle parole, si vedrà forse che va-
leva la pena di chiarire questa materia fino in fondo. Fl
pertanto mi si perdonerà se mi sono indugiato a lungo
su un argomento che ritengo abbia bisogno di essere incul-
cato, poiche gli errori in cui solitarnente incorrono gli
uomini in questo genere di cose non sono soltanto i mag-
giori ostacoli alla vera conoscenza, ma hanno anche tanta
reputazione da venire scambiati per la conoscenza stessa.
Spesso gli uomini vedrebbero quale modesto nutrimento di
ragioue e verità (anzi forse, nessuno) sia commisto a quelle
pt'esuntuose opinioni in cui si pavoncggiano, se soltanto
guardassero un poco oltre quei suoni che vanno di moda.
e.osservassero quali fdee siano o non siano comprese sotto
quclle parole dclle quali essi vanno talmente armati in ogni
occasione, e con Ie quali tanto Iiduciosamente si arrabat-
tano. Pcnserò di aver reso qualche servizio alla verità alla
face ed al saperc se, indugiandomi un poco su questo argo-
mento, potrò far si che gli uomini rillettano sull'uso che
fanno dcl linguaggio, e darò loro motivo di sospettare che.
Dei nomi delle sostarze ,5
2.-La misura e il confine di ciascuna sorta o specie,
:-: costituiscono quella sorta partìcolare, e la distinguono
::--e altre, è quella che chiamiamo la sua essenza, la qua.le
i,::l non è che quell'idea astratta cui va connesso il nome;
.:: cui tutto ciò che è contenuto in quell' idea è essen-
: -:-e a quella sorta. E sebbene questa sia tutta I'essenza
:.--e sostanze naturali che noi conosciamo, o mediante la
;:.le le distinguiamo in tante specie, tuttavia io la chiamerò,
Caprror,o VI.
;-::la dalla reale r:ostituzione delle sostanze, dalla quale
DEI NO}II DELLE SOSTANZB :::'sia essenza nominale dipende, assieme a tutte Ie pro-
::-:ii di quella data specie; la quale perciò (ossia Ia costi_
--.:-:ne delle sostanze), come è stato detto, potrà esser chia-
1. I nomi comuni delle sostanze, noncl.rèaltri ter-
::.:t l'essenza realc. Ad es., l,essenza nominale dcll,oro è
mini -gcnerali, rapprescr-rtano delle sorle o specie: il che
r-::-.'idea complcssa che è rappresentata dalla parola oro;
altro nou vuol dirc sc non chc vcngotlo prcsi conlc scgni
:.-:. per esempio, un corpo giallo, di un certo peso, mal_
«li quclle iclee cornplesse in cui cottcordallo, o potrebbero :::-le, fusibile e fisso. I\Ia I'esscnza reale ò la costituzione
coitcordare, varie sostanze particolari: in grazia di clte l:--: parti insensibili di qrrel corpo, da cui dipendono quelle
esse sono suscettillili di venir comprcse in una sola con- l--:-:;à e tutte Ie altre proprietà deII'oro. Apparirà evi_
cezione conìurle, c signilìcate con un solo notne' Dico che ri.:::s a prima vista quanto siano diverse queste due cose,
concordano, o potrebl;ero concordare: poichè, sebbene non .iit::eae entrambe siano chiamate essenze.
esista chc tttt unico solc tlcl mondo, tuttavia, I' iiica di esso
esscndo astratta, per cui piu d'una sostlnza (se ve ne fos- i.-Infatti, benchè forse il moto volontario, col senso
sero varic) potrcbbe singolarmeute concortlare con questa' * :::i Ia ragione, uniii a un corpo di una certa forma,
il sole vicne ad csscre utlx specie, quasi come sc vi fos- ri:t l'idea complessa cui io ed altri annettiamo il nome
scro altrettanti soli quante vi sono stcllc. Ne mancano di 't* --lno, e sia perciò I'essenza nominale della specie chia-
buonc ragioni coloro che pcnsarlo che in realtà moìti soli :;:: in quel modo, nessuno pero dirà che quell,idea com_
vi siatro, e cire ciascuna stclla lìssa corrisponda all'idea : :..": sia l'essenza reale e la fonte di tutte le operazioni
che il nome di sole rapprescnta, per chi si troli alla di- r.:É :- possollo trovare in ciascun individuo di tale specie.
stanza neccssaria: il che, sia detto di passata, può anche ,tr :-:damento di tutte quelle qualità che sono gli ingre_
tlinrostrarci di qrranto le sortc, o, sc prcleritc, i gencri e r*r::- della nostra idca complessa è qualcosa di ben di_
lc spccic dclle cose (poiche questi tcrnrini latini' pcr me' ì:-:-: e se noi avessimo una tale conoscenza di quella
non hanno altro signilìcato da quello dclla parola inglesr ':.i"-::zione dcll'uomo da cui dcrivano le sue facoltà di
sorl), dipendano da quclÌe collezioni di idee che pcr a§-
gli uornini hanno fatte, e non dalla natura reale = -i:. sensazionc, ragionamento ed all.ri poteri, e da cui
vcntura u:'::je quella sua Iìgura cosi regolare, come è possibile
dcllc cosc; poiche nou è impossibilc chc, parlando pro- ':rr ;uesta conosccnza) l,abbiano gli angeli, e come è certo
priamcrttc, possa essere sole per uno quello che è stcll: :c -'ha il suo Creatore, avremmo della sua essenza una
pcr un altro.
56 Libro terzo - Dei nomi delle sostanze 57

idea ben diversa da quella che ora si contiene nella nostra .:::le di cose; ma subito, allora, in conforrnità coll,idea
deIìnizione di quella specie, quale che essa sia; e Ia nostra r.-:-ita di quclla spccie, si trova qualcosa che e essenzinle.
idea di un qualunque singolo uomo sarebbe altrettanto di-
:.-::ini chi vuole i propri pensieri, e troverà che, non
versa da quella che è ora, quanto lo è Ia conoscenza di chi ;:-:::la egli supponga qualcosa di essenziale, o ne parli,
sia informato di tutte Ie molle, le ruote e gli altri con- ;-- r'i.rà nella mcnte la considerazione di qualche specie,
gegni che si trovano nel famoso orologio di Strasburgo, , -- :dea complessa significata da un qualche nome gene-
dalla conoscenza che ne ha un contadino che lo contempla: -.i:: e con riferimento a cio si dirà che questa o quella
il quale si limita a vedere iI moto della sfera, sente battere :-.--:a è csscnziale. Per cui, ove si domandi se sia essen-
la soneria, e osserva soltanto alcune delle cose che appaiono :-:-: a me o ad alcun altro essere corporeo particoiare iì
esternamente. : -...:der la ragione, io dirò che no, non lo è piu di quanto
: -: sia essenziale a questa cosa bianca sulla quale scrivo
4.-Che l'essenza, nell'uso ordinario della parola, si : :'..i'e delle parole scritte sopra di essa. Ma se quell'es-
riferisca alle specie, e che negli esseri particolari non *:-: particolare tlebba venir classificato come apparte-
venga considerata se non in quanto essi sono ordinati nelle Ì1--:: alla specie uomo, e se gli si deve dare il nome di
specie, appare da questo: che, sol che si tolgano via le : :,. la ragione gli sarà allora essenziale: supponendo
idee astratte mediante le quali riuniamo gli individui nelle :r -: ragione faccia parte dell,idea complessa rappre-
specie e ii classilichiamo sotto nomi comuni, immediata- n--::a dal nome di uomo, come è essenziale per questa
mente svanisce il pensiero di alcuna cosa che sia essen- ',." su cui scrivo di contenere parole, se vorrò darle il
ziale ad alcuno di essi; non abbiano nessuna nozione del- : := di tratiato, e classificarlo sotto quella specie. E percio.
':"=...::zlale e il non essenziale si riferiscono soltanto allc
I'una cosa senza l'altra ', il che dimostra in modo evidente
il rapporto fra loro. È necessario per me essere quaÌe sono: : ::--= idee astratte, e ai nomi che vanno connessi a quelle;
Dio e la natura mi hanno fatto cosi; ma non c'è nulla che : -:= r'iene a dire soltanto questo, che, una qualunquc
io abbia e che sia essenziale a me. Un accidente o una .," particolare la quale non abbia in sè quelle qualita
malattia può alterare molto profondamente il mio colore :: -.- contengono .nell' idea astratta rappresentata cla un
o la mia forma; una febbre o una caduta puo togliermi Ìa t"- - :<rmine generale, non può venire classificata sotto
ragione o Ia memoria, o tutte e due; e un colpo apo' i:r -: sitecie, nè essere chiamata con quel nome, poiche
plettico può non lasciarmi nè i sensi, nè I'intelletto e' ::r -'-dea astratta è l'essenza stessa di quella specie.
addirittr-rra, nemmeno la vita' Altre creaturc della mi:
forma posscut() essef fatte con facoltà piir numerose e mi- i Ciò posto, se, per certuni, l,idea di corpo non sia
- estensione o spazio, allora
gliori, oppure meno numerose e peggiori' delle mie; ei .:r: :-raa la sotidità non è cssen.
altre possono averc ragione e senso in una forma e in u: lr;: -:i corpo; se per altri l, idea cui danno iI nome di
corpo molto cliversi dai miei' Nessuna di queste cose i
":: sia quella deÌÌa solidità e dell,estensione, allora la
rliii . :- r sarà essenziale al corpo. Di conseguenza, quello,
essenziale a me o a loro, oad un individuo quale che sia, lìn;
a tanto che la mente non le riferisca ad una qualche sorta :
r r-:-- , soltanto, che fa parte dcll,idea complessa rappre-
nr::;-,:. dal nome di una specie, è considerato come essen-
senza di esso nessuna cosa particolare può venire
r ossia, dell'essenza della cosa senza idca astratta, o noE
(N. d. T.).
s--iuta come appartenente a quella specie, nè ar.er
,8 Libro tefto Dei nomi delle sostanze 59

diritto a quel nome. Se si trovasse una particella di materia :-::, che è il fondamento di tutte Ie proprietà che si com-
che avesse tutte le altre qualità che sono nel ferro, ma j-:::, in essa, e che costantemente si trovano coesistere
non obbedisse alla calamita, non ne fosse attratta e non ne ::: i'essenza nominale; queìla particolare costituzione cire
subisse I'orientamento, forse che qualcuno domarderebbe :::- cosa ha entro se stcssa, senza alcun rapporto con
se a quell'oggetto manchi qualcosa di essenziale? Sarebbe i --:! cosa che sia fuori. NIa I'essenza, anchc in questo
assurdo chiedere se una cosa che esiste realmente manchi
":-..:. si riferisce ad una soila, e suppone una specic,
di qualcosa che è essenziale ad essa. O si potrebbe forse i,--::è, tlattandosi di quella costituzione reale da cui di-
domandare se questo costituirebbe una diflerenza essen- :,.--::no le proprietà, essa necessariamente suppone una
ziale o speciliea, oppure no, dal momento che noi non ab- ,",--: di cose, poichè le proprietà appartengono soltanto
biamo alcun'altra misura dell'essenzinle e dello specifico i :. specie, e non agli individui: ad es., supponendo che
se non Ie nostre idee astratte? E d'altronde, parlare di :::s=::za nominalc dell'oro sia un corpo di queÌ peculiare
diflerenze specilìche nella nalurd, senza riferimento alle "- .-. e peso, con malleabilità e fusibiiità, l,essenza reale
idee generali che si contengono nei nomi, significa parlarc , ::=lia costituzione delle parti dclla materia, da cui di-
in modo inintelligibile. Poichè, io chiedo a chiunque, che ;,:-l:no queste qualità e la loro unione; ed essa è anchc
cosa basterà a porre una differenza essenziale in natura '-:damento della sua solubilità in acquaragia, e delle
fra due quaìunque esseri particolari, se non si tenga alcun -. -:;roprietà che vanno con quella idea complessa. eueste
conto di una qualche idea astratta, considerata come es- :, i I Éss€uZ€ e proprietà, ma tutte fondate sulla supposi_
senza e tipo di una data specic? Se si lasciano del tutto :: --: di una specie di idea astratta generale, che i. coìrsi,
da parte tutti questi modelli e tipi, si troverà che per tutU 1.-.:: immutabile; ma non c'è nessuna particeÌla inclivi,
gìi esseri particolari, considerati puramente in se stessi. t-:-= di nrateria cui una qualunque di queste qualiià sia
tutte Ie ìoro qualità sono egualmente essenziali, e tutto. - - :-:te connessa da esserle essenziale o esserne insepa.
in ciascun individuo, gli sarà essenziale; oppure' ciò che -:: -:. Ciò che è essenziale appartiene alla cosa come con_
pitr importa, nulla gli sarà essenziale aflatto. Poichè, scb- !r : -:e, subordinatamente alla qualc ta cosa appaltiene a
bene possa esser ragionevole domandare se sia essenziale i-,: -r:.1 o quclla sorta; ma ccssate di considerarla come
al ferro I'obbedienza alla calamita, io penso tuttavia che .: da classi{ìcare sotto il nome di una qualche itlea
sia dcl tutto inappropriato e irrilevante domandare se ci: -..---:i:. e allola non c'è pidr nulla chc le sia ncccssario,
sia essenziale a quel particolare pezr.etlo di materia cc- : - . :he sia da essa inseparabile. È ben vero cire, per
quale taglio ìa mia penna, senza considcrarlo sotto il nrm: :',-::: riguarda le essenze reali delle sostanze, l'csscr loro
d,i ferro, o come appartenente ad una ccrta specie. E se. : -- supponiamo soltanto, senza sapere prccisamente che
come si c detto, le nosire idee astratte, cui vanno alìnesi ,: s-:;ro; ma ciò che tuttavia le riconnettc alle spccie,
dei nomi, sono i con{ìni delle specie, nulla può esse:r I i:a:.nza nominale, di cui esse sono fondamento e causa
essenziale se non cio che è contenuto in quell'idea. l *: ,
---:i.
6. spesso ho fatto parola di u:r
È ben vero che -
Si dovrà ora considerare guali siano, fra tali es-
-
essenza reale, distinta nelle sostanze da quelle loro idr* tllr,-:.-- cuclle mediante
le quali lc sostanze vcngono deter_
astratte, che chiamo Ia loro essenza nominale. Con quesz rm.:::: in sorte o spccie; e ciò, è evidente, si fa mediante
essenza reale intendo quella reale costituzione di alcu:r '' :*.:.:::.1 nourinale. Poichò è dessa la sola che ii nome, che
i
-
60 Libro terzo :-. Dei nomi delle sostattze 6L

è il contrassegno della sorta, significa. È dunque impossi- -- :specie secondo le loro essenze reali, sarcbbe altrettanto
bile che alcuna cosa determini le specie delle cose, che .::rrssiltilc trovare proprietà «Iiyerse in due sostanze indi-
noi classifichiamo sotto nomi generali, se non quell'idea -r.;ali della stessa specie, quanto lo è il trovare proprieta
di cui quel dato nome è designato come contrassegno: che : .:se in duc circoli, o in due triangoli equilateri. È pro-
è, come abbiamo dimostrato, ciò che chiamiamo essenza ---::lentc l'essenza, rluale appare a nor, quella chc assegna
nominale. Perchè diciamo che questo è un cavallo e quello ::,i oggeito particolare a questa o quclla classl.s; o, che
è un mulo, questo un animale e quella una pianta? Come -:e al mcdesinto, a questo o quel nome gcneralc: e che
fa una cosa particolare ad essere di questa o di quella i :,r può esscr ciò, se norì quell,idca astratta cui va con_
--::: ) eLì€l rlorne, e chc pcrtanto ha, invero, un riferimcnto,
specie, se non per il fatto di avere quell'essenza nominale?
Oppure, che viene al medesimo, per il fatto di concordare : :- tanto all'esscle tleìle cose particolari, quanto allc loro
con quell'idea astratta, cui va connesso quel nomè? Ed i : :-i-riìli denominazioni?
io vorrei che ognuno riflettesse per conto suo, quando usa
o sente usare da altri uno qualunque di questi nomi di .. Nè invcro possiamo classilicare e catalogare le cose,
-
. :- conseguenza (che è lo scopo deì classifìcarc) denomi-
sostanze, o altri nomi, per decidere quali specie di essenze
essi signilichino. :-::-e secondo le loro essenzc rcali: perchè non le cono-
-. ::r.o. I-e nostre facoltà, ncìla conosccnza e nella distin-
8. E che per noi le specie delle cose null'altro siano : :r deìle sostanzc, non ci portano oltre una collezione di
che il- classificarle sotto nomi distinti, secondo le idee r-.-.e itlee sensibili che osseruiamo in loro; la quale, anche
complesse che sono in nof e non secondo essenze precise, c,,tta con la maggior diligcnza ed esattezza di cui siamo
distinte e reali, che siano in loro, risulta chiaro da ciòl :: -'.:i. resta scmpre tuttavia piu lontana tlalla vera costi_
che tloviamo molti di quegli individui che vengon classi- :::..,:re interna onde lali cJualità derivano, di quanto non
Iicati come una specie sola, chiamati con un nome comune. . r, -ùme ho detto, l'idea di un contadino intorno al mec-
e cosi riconosciuti come apparte.nenti ad una sola specie. ::-slo interuo di qucl famoso oroìogio tli Strasburgo, di
i quali tuttavia hanno qualità, dipendenti dalla loro costi- i :-gli vcde soltanto i moti, c la fìgura, estcriori.
' : ;ianta o animale, anche il piir sprcgevolc, che Non
tuzione reale, altrettanto differenti I'uno dall'altro quanto non
da altri individui da cui si considera che essi differiscano :: -rda il piu vasto intelletto. E sebl_rene l,uso familiare
specificamente. È ben facile che ciò venga osservato da i, :,rcciamo delle.cosc intorno a noi logori e uccida la
tutti color:o che si occupano di corpi naturali, e in parti- : :-:tr meraviglia, non perciò esso ci guarisce dclla nostra
.i:r -::itzx. Quando r.cnianro ad esaminale lc pictrc su cui
colare i chimici se ne debbono spesso convincere, per
triste esperienza, quando, e talvolta invano, vanno a cer- --::-:nianto, o il ferro che maneggiamo ogni giorno, su-
carg in una data particella di zolfo, di antimonio o di : - i:oviamo chc non sappiamo coure sian fatti; e non
vetriolo Ie stesse qualità che hanno trovato in altre. Poiche- ;": -,.,:no dare alcuna ragione delle qualità diverse che
sebbcne siano corpi della medesima specie, che hanno la
:-: -::ro in loro. lì evidcnte che la costituzione interna,
stessa esscnza nominale sotto lo stesso nome, tuttavia, asse
:-- .:: dipendono le loro proprictrì, ci e ignota: poichò,
ii.:. -:' a .r'oler prcndere, di tali qualitrì, la piir grossolana
spdsso, ad un esame più rigoroso, rivelano qualità cosi di-
r ' :: che si possa imntaginare, <:he cos'e quel
verse le une dalle altre da frustrare I'aspettativa e le faticht tessuto
le-. = :arti, quell'esscnza reale, che rcnde fusibili fra loro
dei chimici anche pitr attenti. Ma se le cose fossero distinte
'.',. Deì notni
62 Libro terzo delle sostafize 6)
il piombo e l'antimonio, e non il legno e le pietrc? Che - -::-o spiriti sono stati avviati pcr la vana riccrca delle
cosa rcnde malleabili il piombo e il ferro, e non l'anti- r -- :rìe sostanziali »: dcl tutto inintelligibili, e dellc quali
monio e Ie pietre? Eppure, quale distanza infinita ci sia :;.ì rnolto sc a.l.rbiatno una qualche oscura o confusa con_
lra queste proprietà grossolane e i sottili congegni e Ie ::--;nc in generale.
inconccpibili essenze reali detle piante o degli animali, è
cosa che tutti sanno. L'arte creatrice di Dio, onniscielìte 11.-Che il nostro classificare e distinguere Ie sostanze
e onnipotente, nella gran fabbrica dell'universo e di ogni :::::ali nellc specie consista nelle esscnze nominali crcate
parte sua cccedc la capacità e la comprensione dcll'uomo : .; spirito, e non nellc esscnze rcali chc si trovano nelle
piu indagatore e intelligente, assai piti che la rnigliore :-::= stesse, è dirnostrato ancora dalle nostre idee degli
invenzione del piir ingegnoso fra gli uomini non ecceda Ie " --ii. Poiche la mcnte otticnc qucllc idcc scmplici chc
concezioni delle più ignoranti fra le creature razionali. i,:-;uisce agli spiriti solo ri.{ìettcnrlo sulle suc propric
Invano perciò pretendiamo ordinare le cose in ispecie, e ' _:-tzioni, essa nol.t ha, ne può averc, altra nozione di
uno
disporle in certc classi sotto certi nomi, in base alle loro , ,---:o se non attri.ltuendo tutte quellc opcrazioni che trova
essenze reali, che sono cosi lontane dalla nostra capacità : :3 stessa ad una specic di esseri, scnza considcrare la
di seopcrta o di comprensione. Un cieco potrà piir facil- :--::ia. E anche I'idca piu perfetta che abltiamo di Dio non
mente trascegliere degli oggetti secondo i loro colori, e : ---: I'aitribuzione dclle stcsse i<Iee sernplici che abbiamo
chi ha perso I'odorato distinguere un giglio da una rosa ; .:::ute dalla riflessioue su ciò che tloviamo in noi stessi,
in base al loro odore, che non mediante quclle costituzioni : :---. concepianro posscggano maggior pcrfczione di quella
interne che egli non conosce. Chi crcde di potcr distin- :: si avrebbc ove csse mancassero, _ I'attribuzionc, dico,
guere le pecore dalle capre dalle loro essenze reali, che gli r :"ellc idce sernplici, in grado illimitato, a Lui. Così,
sono seonosciute, potrà compia'cersi di mettere alla prola i =: -l,t ottcnuto dalla rillcssione sopra noi stessi I, idea
le sue capacità su quelle specie che si chiamano il cassie . ,::islcnza, dclla conosccnza, dclla potcnza e dcl pia_
uario e il quereclinclio', e, dalle loro essenze reali in-
tcrne, determinare i confini di quelle specie, senza sapere i :--: chc malìcarne, e quanto piu abbiamo di ciascuna
qual sia l'idea complessa delle qualità sensibili che cia- - ' _ :r:cglio 1111srìd6 assicme tutte qucste idee, c aggiun-
scuno di quei nomi rappresenta nei paesi dove si trovanl ; : -: a ciascuna- l,attributo dell, infinità, ottcniamo l, irlea
tali animali. ' "-.:ssa di un esscre cterno, onniscicnte, onnipotentc,
.: : -,.:mcnte saggio c felice. E sebbene ci si dica che vi
10,-Percio, guelli cui è stato insegnato che lc var-* :tl : : ':ir-erse spccie di angcli, non srppianro tuttavia
come
specie dclle sostanze avrebbero le loro distinte forme se -*.::li idec spccilìchc distinte di essi: non ccrto perchè
stanziali interue, e che sarebbero queste forme a deterc-' .ii,i. -- -:ionga che I'csistcnza di piu
di una specie di spiriti
nare la distinzione delle sostanze nelle loro vere spccie r ,ir : _:.possibile; ma pcrchè, non avcndo
altrc idec scm_
nei gcncri, sono stati portati ancor piir lontani dal vero, r iri :- ::è csscndo capaci di foggiarnc) applicabili a tali
,r,:.,:--. trtnnc quelle poche che possianro ricavare da noi
I Il cassiovarlo, DiÌr volte citato dal L" è un ucccllo che ll Bu:E
ri: -- e da.lle azioni dcl.la nostr.a ntcntc ncl pensare, nel
il]{r -r':- c ncl muovere lc varic parti
dlce csscrc stato portato da Giava in Europa dagli Olandcsi; I'altu rlcl nostro corpo, non
animale è una specie di lepre che si trova nel CiIe. (N. d. trrascr). ur]lir::J alcun altro modo per distinguere nellc nostre con_
u Libro terzo -;-. Dei
nomi delle sostanze 65

cezioni, l'una dall'altra, le varie specie di spiriti' se non -::ir sopra di noi, che non di creature sensibili e matcriali
guello che consiste nell'attribuir loro le operazioni e i :.::o di noi, a me sembra probabile da questo: chc, in
poteri che troviamo in noi stessi, in un grado piu alto o ':::l il mondo corporco visibile, non vcdiamo
inter.r,alli
piu basso; e così non abbiarno idee specifiche molto di- - -::une. La discesa, a cominciare proprio da noi, avviene
stinte degli spiriti, bensi solamente di Dio, aI quaìe attri- :.: distacciri Iievi, e attraverso una serie continuata rIi
buiamo sia Ia durata che tutte quelle altre idee, assieme -.r-. che, in ciascun passaggio, diffcriscono assai poco
all'inlinità, invece, agli altri spiriti Ie attribuiemo con una . --: dall'altra. Vi sono pcsci chc hanno aÌi, c che non
Iimitazione. Nè, a quanto io intendo nella mia umiltà, ac- . -t stranieri nella regione dcll'aria; c vi son certi uccclli
cade che noi poniamo una difl'erenza fra Dio c quegli altri "---. abitàno I'acqua, il cui sangue è freddo comc qucllo
spiriti, nelle nostre idee, mediante un qualunque numero :=- pesci, e Ia loro carne cosÌ similc a quella dei pcsci ncl
di itlce semplici che abbiamo dell'uno e non dcgli altri. -:: ie, che si permette alla gcntc scrupolosa di mangiarne
all'infuori dell'idea dell'infinità. Poichè tutte Ie idee par- *: gionri di magro.
- Vi sono animali cosi vicini, nclla
ticolari di esistcnza, conoscenza, volontà, potere, moto' ecc- ::i-re, tanto agli uccclli che alle belt.c terrestri, che stanno
sono derivate dalle operazioni della nostra mente, noi Ie " :-:ii tra i due; gli auirnali anfibi collegano fra loro quelli
attril-ruiarno tutte a tutte le specie di spiriti, soltauto con -:::!.stri c quelli acquatici; le foclie
vivono per telra e nel
una dillerenza di gradii e ci spingiamo fino all'cstremo -'::e. e i nrarsuini hanno il sangue caldo e ìc intcriora del
delìa nostra possibile immaginazione, che raggiunge per- - --:ie: pcr non dire di ciò chc vien riferito, ottimistica-
sino l'inlinità, quando vogliamo foggiare quanto meglio s :: -::e', delle sircne o degli uomini dcl marc. Vi sono
certi
possa un'idea dell'Essere Primo': il quale tuttavia, è cosa :--:: che scmbrano avcre altrettanta conoscenza e ragione
certa, è inIìnitamente piu remoto, nell'ecccllenza reale della :'-::lo ccrtuni che son chiamati uomini; e i regni anirnale
sua natura, dal piu alto e piu perfetto di tutti gli esse; : -":3etale sono fra loro cosi strettarnente uniti che, se
creati, di quanto I'uomo piir grande, anzi, il piu puro ser* :-::diate il piu basso csserc tlcll,uno e il piir alto del_
fino, Io sia dalla pih spiegcvole parte della materia; e, È : -.,r, fra loro diIIìcilmentc si potrà percepirc una grande
conseguenza, deve eccedere all'infinito i limiti di ciò cb't : I::etrza; e cosi via, finchò si arriva alle parti dclla ma_
il nostro limitato intelletto può pensare di Lui. ,--: che sono piu bassc c piu inorganicltc,
e tlovunque
----:-:emo che Ie larìe specie sono collegatc tra Ioro, e
12.-Non è impossibile concepire, e non ripugna alir :., dilìeriscono se non pcr grarìi quasi insensibili. E
ragione, che possano esservi molte specie di spiriti, altrer :-::do consitleriamo Ia pr.rtenza e la saggczza infinita del
tanto separati e diversi{icati I'uno dall'altro da proprier -.-:::rre, altbiamo ragione di pcnsare chc sia cosa confa_
distinte di cui non abbiamo alcuna idea, quanto sono & r -:: a.lla magnilica ar.monia dell'unit.crso,
c al grandc di-
verse l'una dall'altra, per effetto di proprietà che cor^:- ii-: e all' inlìnita ltontà dc!l'Architetto, che le specie dclle
sciamo e osserviamo in loro, le specie dclle cose sensib:: ..:::uie, pcr gradi licvissimi,
,
asccndano altrcsi cla noi
Che vi sia un maggior numero di specie di creature intea- -:.-:: Ia Sua infinita pcrfczione, conte vediamo
clte gra_
i -:--::ente disccndono sotto di noi: il chc, sc sia cosa
1 Il Coste: «con la sola diffcrenza del grado, flno al più alto a
possiamo immaginare, e arit.lirittura fino all'inlìnito, quando ci w §.1 tcsto « cortlldcnllg », chc il Costc non traducc, mcntrc ll
gliamo formarc un'idea ccc, >>, (N. d. T.). ia:t: si dornanda, iu nota. se lon sia sarcastico. (N. d. T.),
I'acccrrno
6 Libro tetzo ',';. Dei nomi delle sostanze
67

probabile, avremo allora qualche ragione di persuaderci ::-.'ia. se supponiamo che ciò sia fatto in base aìla loro
chr: siano molte piu specie di creature sopta di noi di
vi :,slituzione interna e reale, e che Ìe cose esistenti siano
quante non r'e ne solto sotto; essendo noi, nel grado della --s'linte da natura, in tantc specie, per mezzo delle essenze
nostra perfezione, molto piu lontani dall'essere infinito di :=-.-i. allo stesso modo comc noi le distinguiamo in ispecie
Dio di quanto non lo siamo dal piu basso stato dcll'essere, -ediante i nomi, ci esponiamo a cadere in grantli er.rori.
e da queilo che piir si avvicina al nulla. Eppure, di tutte
quelle specie distinte, per le ragioni dette sopra, non ab- 11.-Per distinguere in ispecie gli esseri sostanziali
biamo idee chiare e distinte. ;,::-ndo l'ipotesi consueta, che vi siano certc precise es_
j.:---ze o forme delle cose, mediante
Ie guali, da natura, tutti
13,-[Ia torniamo alle specie de]le sostanze corporee' ;-- :rdividui esistenti sarebbero distinti in ispecie, sono
Ove io chiedessi ad alcuno se il ghiaccio e l'acqua siano :::essarie le condizioui scguenti:
due specie distinte di cose, non dubito che mi si rispon-
derebbe per l'alfermativa: e non si può negare che chi 15. bisognerebbe esser certi che la natura,
dice che sono due specie distinte abbia ragionc. lla se un
-Anzitutto,delle cose,
::--.: produzione sempre Ie foggia in morlo che
inglcse cresciuto nella Giamaioa, il quale forse non avrà :;--:ecipino di certe essenze regolate e staltilite, che do-
mai visto il ghiaccio nè sentitone parlare, vcnendo in In- ":::bero essere i modelÌi di tutte Ie cose dcstinatc a esser
ghilterra d'inverno, trova che l'acqua che ha posta nella :: jrtte. Questo, uel senso grezzo in cui viene usualnrente
sua catinella alla sera è in gran parte ghiacciata alla mat- :-,::sio. richiederebbe una qualchc migliore spiegazione
tina, e, noil conoscendo nessun nome peculiare della cosa, ;:--a che vi si potesse consentire appieno.
la chiami acqua indurita, io chiedo allora se questa sa-
rebbe per lui una specie nuova, diversa dall'ac(ua' E credo Itì.-In secondo luogo, sarcbbe necessario sapere se
che qui si rispondercbbe che per Iui non sarebbe una .rr :-1tura sempre raggiunga, nella produzione rlelle cose,
nuova specie, come una gelatina di carne rappresa' quando r-:--'r-ssenza che si propone. La nascita di csscri iregolari
è fredda, non è una specie distinta dalla stessa gelatina ::-:struosi che è stata osservata in diverse spccie di ani-
quando è fluida e calda; o piu che l'oro liquido nella ::::--. ci darà sempre motivo di dubitare di una di queste
fornace non sia una specie distinta dall'oro solido nelle r-: -potesi, o di entranrbe.
mani di un artelìce. E se la cosa sta cosi, è chiaro che
le nostrc specic distinte altro non sono che dislinte idee 1i.-In tcrzo luogo, occorrerebbe precisare se quelli
complesse, con distittti nomi chc ui uanno conne ssi' È vero :-:: :hiamiamo nrostri siano realntente una specie distinta,
che ogni sostanza che esista ha Ia sua costituzione parti- ,e:-:do Ia nozione scolastica dclla parola specie; cssendo
colare. da cui dipendono quelle qualità e potenze sensibili "r-:, che tutto ciò che esistc ha Ia sua costituzionc parti-
che osserviamo in essa; ma la classificazione delle cose ' ::e. E tuttavia troviamo che alcuni di questi plotlotti
in ispecie (che altro non è se noll un trasceglierle e rag- I :;:::-:osi hanno poche o ncssuna di quclle qualità chc si
grupparle sotto titoli diversi) è fatta da noi secondo le il ,i,r:: _:ìe dcrir.ino dall'essenza delle specie da cui traggono
irlce che noi ne abbiamo: il che, sebbene basti a distin- fl
* ::-:ini i mostri, o chc si acconlpaguano a quelle specie,
gucrle con dei nomi, in modo che noi possiamo discor- rlLi: ::.raÌi, in ragior:e della loro discendcnza, i mostri stessi
rerne quando non le abbiamo presenti davanti a noi' tut- Mr::::no appartenere.
68 Librc terzo Dei nomi delle sostanze 69

18.-In qtlarto ltrogo, lc esscnze reali di qrreìle cose 2U.-.Da tutto cio appare chiaro che noi distinguianro
chc rroi distinguiarno in ispecie, e che, cosi distintc, nomi- -: sostanze in ispccie mediantc i n<-rmi, scnza che ciò sia
niamo, dovrcbbcro cssere conosciute: ossia, noi dovrcmmo -: :lcuu modo fondato sulle loro cssenze rcali; nò possiarno
ayernc le itlec. 1\la poichò sianio nell'ignoranza pcr ciò ;::[endere di ordinarlc e dctermitrarlc csattamente nclle
che riguarda qucsti quattro punti, le presuutc essenze reali -.;:ie, sccondo dill'crenze internc cssenziali.
rlcllc cosc non ci aiutatro in alcun modo a distinguere lc
sostanze in tartte spccic. 21.-lIa poichò, come si è osscrvato, abbiamo bisogno
:- parole gencruli, sebbenc non conosciamo lc cssenze reali
19. In quinto luogo, il solo aiuto immaginabile in :.--e cose, tutto ciò che possiamo farc è raccogliere quel
questo-caso verrcbllc dal fatto che, avendo fornlato delle :-::rcro di jdce semplici chc, all'csame, troviamo unite as-
idec conrplesse perfettc di quelle proprictà delle cose clte ;-:::e nelle cose csistcnti, e di esse fale una sola idca com-
dcrivano tlalle loro divcrse essenze reali, in basc a tali : :'ssa. E scbbene qucsta non sia I'essenza rcale di una
idcc conrplcsse rtoi distirlgucssimo le cose stesse in tante ---:-unque sostanz:r cìre esista, è tuttavia l'cssenza speci-
specie. Ma Ircmnretro questo si puo fare. Perchè, ignorando --: cui appartiene il nostro nomc, e lc duc cose souo per-
noi I'esscuza rclle in sc stcssa, ci ò irnpossibile cotloscere :-.-::bili tra loro; e con ciò possiamo almeno mettcre alla
tutte quclle proprictà chc ne derivano, e che all'esscnza :---;a le verità di queste csscnze nontinali. Pcr eseurpio,
rcale souo talmcntc colllìessc, da far sì che, utta qualunqrte : ;- chi dice che I'essenza del corpo è l'cslcnsione. Se la
di esse nrancatrtlt>, potrcmtno con certezza concludcre che :,::i sta cosi, non potremo rnai comtnettere errorc nel so-
là non si trovl quelln data essellza' e che perciò la cosa i:--::irc l'cssenza di una cosa qualunqtrc alla cosa stcssa.
.-- -.ra, neI discorso, mettiamo I'cstensione aI posto del
non è di quclla spccie. Notl potrcnto mai sapere quale sia
il nunrcro preciso delle proprictà ctre dipendono dall'es- : -:-:lo. e quando dot'remmo dire che il corpo si nruove,
senza reale dell'oro, ntaucntldo tlnn qLtalttnque delle qtrali. :---:;no chc I'cstensionc si muove: e vcdrerno come la cosa
I'cssenza rcale «lcll'oro, e di conscgucnza l'oro, non vi sa- i_-;:ia mal detta. Chi dicesse che un'cstcnsione, con l'im-
rebbc,-a meno chtt non conosccssimo I'cssenza realc del- :--sl, nuovc un'altra estensionc, già soltanto con qucsto
I'oro di pcr se stcssr, e in basc a qrtesta determinassimo :- - l-l di esprinrersi dimostrcrel-rbc l'assur.tlità di quclla no-
la specie in qttestit>ne. Con la parola oro, qtti, si deve in-
ir

:.-::. L'esscnza di una data cosa rispctto a noi e tutta


tenrlcrc che tlcsigtro ult pczzo particolare di materia: ad es'. I
:--:Ll l'idea complessa comprcsa e contrasscgnnta da quel
I'trltirua ghitrca che ò stata coniata. Poichè. se la parola in :-::.e: e dellc sostanzc, oltre lc idee sentplici distinte e
qucsto clso I'apprcscntassc, ttel sutl significato orrlinalio' i
::--:eplici chc Ie formano, I'a sempre parte I'idca confusa
qucll' itlea complessa che io, o chiunque altri, chiama oro' il :-:,stanza, ossia di un sostcgno e causa sconosciuta della
ossia l'esscnza ttomitrnlc dcll'oro, qttcsto sarelllle tttr par-
:

ri
:-, unit-lnc; e pcrciò I'esscnza dcl corpo non ò la nrrda
larc. a casa,:cio. 'l'arrto ò dillicilc illustrurc il vario sigttifi- :: -:sione, ma una cosa solida cstcsa; e pcrciò ancora il
cato c lc nroltcltlici irnpcr[ezioni dcllc parole, quando nor
rii
r,-:- che urìa cosa solida estesa si nruor.c, o ne spinge
a.l-rbiam«r altro che parolc per farlo! fl
::-:-lra, fa tutt'uno col dirc chc un corpo si nluo\-e o
:. :_:e, cd ò altrettauto intelligibilc. Analoganrcntc, dirc che
::: ::: irnalc razionalc è capace di cont'crsazionc fa tutt'uno
'-- dire chc ne e capace un uomo; ma nessutìo dirà che
70 ljbrc terzo Dei nomi delle sostanze 7L

la razionalità è capace di conversazione, poichè essa non ---5uaggio non sarà per noi il segno di diverse costitu-
costituisce tutta quanta l'essenza cui diamo il nome di :--:ri e specie reali tra un idiota e un uomo ragionevole?
uomo. :::si per tutto il resto, se pretendiamo che Ia distinzione
:.-:e specie, o dclle sorte, sia stabilita in modo Iìsso dalla
22.-Vi sono delle creature nel mondo che hanno una '-::na reale e dalle segrete costituzioni delle cose.
forma simile alla nostra, ma sono vcllose, e mancano loro
il l.inguaggio e la ragione. Vi sono degli idioti fra noi che 23. E non si dica che la presunta specie reale venga
hanno in modo perfetto la nostra forma, ma non hanno la -
---::rtenuta distinta ed integra dal potere della propaga-
ragione, e alcuni nemmeno iI linguaggio. Vi sono delle ::-:e delle specic stesse, con I'unione del maschio e della
creature, a quanto si dice (sit fides penes authorem, ma non -.::::ìina negli animali, e coi seme nclle piante. Poichè,
sembra contradittorio che ve ne siano di tali) le quali, con ::: concedendo che ciò fosse vero, nella distinzione della
linguaggio, ragione e forma chc, in ogni altra cosa, con- :;.-:ie delle cose non ci porterebbe oltre Ie tribu degli
cordano con i nostri, hanno code pelose, altre presso le ,:-=ali e dei vcgetali. E che faremo per il resto? XIa
quali i maschi non hanno barba, c altre in cui Ie femmine :.:-he in quel riguardo il principio non è sulliciente: poi-
l'hanno. Se si domandasse se tutti questi siano uomini o ::,i. se la storia non mente, delle donne hanno concepito
no, cioè tutti della specie umana, è chiaro che la domanda rl c:pera di scimmie; e quale specie reale, secondo questo
si riferirebbe unicamente all'essenza nominale: poichè :---terio, verrebbe a rappresentare in natura un tale pro-
guelli tra di essi cui la definizione della parola uomo, o : -:io. sarà una nuova questione : e abbiamo motivo di
l'idea complessa signifìcata da quel nome, si conviene, ::=dere che questo non sia impossibile, poichè sono così
saranno uomini, e gli altri no. I\Ia se I'indagine verte sulla ::.quenti nel mondo i muli e i jumart, i primi dovuti al-
presunta essenza reale, e sul punto se la costituzione in- - -::crocio dell'asino con Ia cavalla, gli altri da quello del
terna e la forma di queste diverse creature siano specifi_ :rr-r con la cavalla. Io vidi una volta una creatura che
camente differcnti, per noi è assolutamente impossibile ::sreva dall'incrocio di un gatto con un topo, e prescntava
risponderc, poichè nessuna partc di quella costituzionc e :--lenti in sè le tracce di entrambi; nel che sembrava che
forma intcrna cntra nella nostra idca specifica; abbiamo : ::rtura non avcssc seguito il modello nè solo dell'una
solo ragione di pensare che, dove c,è tanta dillerenza tra .:-e nè solo dcll'altra, ma le avesse confuse assierne.
le facoltà o la forrna esteriorc, la costituzione interna non : :Ìri aggiungcrà a questo i prodotti mostruosi che tanto
sia esattamente la stcssa. I\Ia vano è chiedere quale diffe_ :: =sso si incrontrano in natura, troverà che è bcn diilicile
renza nella costituzione interna reale faccia una differenza .: ::e solo nelle razze degli animali determinare mediante
specifica, fintanto che Ia nostra misura delle specie sia, i ;eerazione da quale specie ciascun animalc ciiscenda;
quale è, soltanto quella delle nostre idee astratte, quali noi : :,:r saprà dove batterc il capo pcr quanto riguarda l'cs-
le conosciamo, e non quclla costituzione interna, che non fa ì":r-23 rcale, sc egli la ritenga ccrtamente determinata dalla
parte dclle idee stesse. Forse che solo Ia dillerenza del l:::-razione, e tale che essa sola abbia diritto al nome spe-
pelame sulla pclle contrassegnerà una diversa costituzione
-o. ìla, inoltre, se le specie degli anirnali e delle piante
specilica intcrna tra un idiota e un babbuino, quando essi r':-:jono distinguersi soltanto dalla generazione, dovro io
hanno Ia stessa forma, e mancano entrambi di ragione e i-::re nelle Indie pcr vedere i duc generanti r:li quel dato
di linguaggio? E forse che la mancanza di ragione e di i--,=ale, e la pianta da cui fu raccolto il seme r:ire ha pro-
I
72 Libro terzo I
, - )ei nomi delle sostanze 7)

dotto quella data pianta, per sapere se il primo sia una -:5-:e. hanno avuto nascita e significato ad opera di gente
tigre, e la seconda sia una pianta di tè?,1 -::-:::lte e ilì.:t[g121n, che ha trascelto e denonrinato Ie
::=.::n base alle qualità sensibili che in esse trovava, onde
24. Tutto considerato, è evidcnte che gli uomini for- ..: --:- modo significarlc, quando non eran presenti, ad altri,
- essenze delle /oro varie specie
mano le di sostanze con Ie L.-i :ce avessero occasione di menzionare una specic op-
Ioro collezioni di qualità sensibili, e che Ie strutture in- r::: una cosa particolare.
terne reaii delle sostanze stesse non sono considerate dalla
maggior parte degli uomini nel classi{ìcarle. Meno ancora, -:'--Essendo dunque evidente che noi scegliamo e no-
se non da coloro che in questa parte del mondo ltanno [..:-:=o le sostanzc dal]e loro essenze nominali e non da
imparato iI linguaggio dcllc scuole, si è mai pensato alle rrr:--= reali, ciò che si doYlà ora considerare è come, e
formc sostanziali, e tuttavia quegli ignoranti, che aon pre- tri ::^i. vengano ad esser prodotte queste esscnze. Quanto
teudono di avere alcuna pcnetrazione nelle essenze reali, .r..-. --::no quesito, è evidente che esse sono fatte dalla
nè si danno pcnsiero delle for.me sostanziali, ma si con- EÈ:-::. e non dalla natura: poichè, sc fosscro opera della
tentano di riconoscere le cose I'una dall'altra dalle loro r:----:. non potrebbero essere cosi varie e diversc nei di-
qualità sensibili, spesso nc conoscono assai megtio le dif- 'l-:- uomini come I'espericnza ci dimostra che sono. In-
fercrtze, possono piu esattamente distinguerle dai loro usi, r.:. ,- se esamineremo la cosa, non troveremo che I'essenza
e sanno assai mcglio che cosa attendersi da ciascuna, che :.:,::ìe di alcuna spccie di sostanze sia la stcssa in tutti
non quci sapienti dottori sottili, che tanto profondamente *... --:::ini; anzi, ncmmeno di quella della quale, fra tutte,
Ie scrutano, e pallano con tanta fiducia di qualcosa che ri.L:,::::l una conoscenza piu itrtima. Non sarebbe possibile
si troverebbe in esse, più nascosto e piu essenziale,. -:e -' :dea astratta cui è dato il norne di rrorno fossc di-
-,"",: -;r dilcrsi ucrmip!, se fosse stata prodotta tlalia na-
25. [Ia supponcndo che le essenze rcali delìe sostanze L, i : che per uno essa sia quella di animul raltonale, e
fosscro- discopribili da coloro che si applicassero con se- :, - -: rÌLro, antntrtl implurr,c bipcs lutis unguil.us. Chi li-
verità. a tale indagine, non potremmo tuttavia ragionevol- . ::: il nome di uonro arl un'idea complcssa, composta
mente pensare che la classificazione delle cose sotto nomi :u ]:,-,sl e moto spontanco, uniti ad uu corpo di quella
gencrali sia stata rcgolata secondo quclle costituzioni reali l .:. -::;na ha con ciò una certa essenza della specie
intcrne, o secondo altro che non fosscro le loro apparenze ur. :: - - . chi, dopo un esame ulteriorc, aggiunge Ia raziona-
ouur'e: poichò, lc lingue, in tutti i paesi, si sono formate --: un'altra esscnza dclla spccie chc chiamo uomo:
assni prima dclle scienze. E pcrciò non sono stati dei Iìlo- ;r,r:,- -he lo stesso inclividuo si trovcrà ad essere un vcro
solÌ o dci logici, o gcnte chc si sia prcoccupata delle forme ilu:i: l:r I'uno, e non per.l'altro. Credo che non vi sia
e delle essenze, coloro che hanno formato i nonri gcnerali ..-Ll :-.ssuno il quale conccda che questa 1ìgura cretta, così
che si trovano in
uso fra Ie diverse nazioni; invecc, quei )trul: : -:rsciuta, sia Ia dilfcrenza esscnziale dclla spccie
termini piu o meno qomprensivi, per Io più, e in tutte le xrur.,:: : e tuttavia, e ben visibilc quanto Ia gente dctermini
,,urL :;::-e dcgli aninrali piuttosto dalla loro forma che non
i.i --:o ascendenza: poichò spesso si è discusso se certi
trl
r Aggirìntc nella seconda cdizionc.
2 Aggiungc il Costc: «di quclle qualità scnsibili che tutfl posson
urr :=:;:i dovcsscro essere preservati o ammessi al ltat-
vedcre nclle cosc scnza fatica ». (N. d.1'.). &u;!,i=:. cppure no, solo a causa della diflerenza della loro
74 Librc terzo - )ei nomi delle sostarrze 75

configurazione esterna dalla forma ordinaria dei bambini, §i:-:so modo come tutto il resto della sua figura, con quel-
senza saìrere se essi non fossero altrettanto capaci di ra- -::::la e quelle altre parti della persona che fecero di
gione quanto certi infanti nati con altra forma: alcuni dei :-,- per deforme che fosse, un individuo capace di diven-
quali, sebbene abbiano la forma comunemente approvata, r-: un dignitario della Chiesa?'l
non si dimostrano mai capaci, in tutta la loro vita, uem-
meno di quella parvenza di ragione che si trova in una ii.-In che dunque, vorrei sapere, consistono i con-
scimmia o in un elefante, e mai danno alcun segno di es- j:- irnmutabili di quella specie? Se esaminiamo la que-
sere determinati da un'anima razionale. Dal che è cvidcnte .r.,:e. è evidente che non esiste una cosa simile fatta dalla
che Ia ligura esteriore, che in quei casi si era trovata im- x.:.::::. e da lei stabilita fra gli uomini. È evidente che noi
perfetta, e non Ia facoltà della ragione, di cui nessuno po- :,:: :onosciamo I'essenza reale di quella o cli alcun'altra
trebbe dire se, nella stagione sua propria, sarà presente o r.:-e di sostanze; e pcrciò siamo così indeterminati nelle
no, è stata considcrata come essenziale alla specie unrana. r-:::e essenze nominali, che noi stessi facciamo, che, se
Il dotto sacerdote e il giurista, in tali casi, debbono rinun- :, -::errogassero vari uomini circa un feto di forma strana,
ziare alla loro deIìnizione consacrala d,i animal rationale, l -: :.opena questo fosse nato, per sapere se sia un rromo
e sostituirvi qualche altra essenza della specie ulnana. :-. non c'è dubbio che ci troveremmo davanti a lisposte
[Monsieur l\Ienage ci fornisce un esempio di cui vaie la ll Il
che non potrebbe accadere se le essenze nomi-
::se.
pena di prender nota in questa occasione: « Quando » egli t =ediante le quali limitiamo e distinguiamo le specie
dice, nacque I'abate di Saint llartin, aveva tanto poco
<< sostanze, non fossero fatte dall'uomo con una certa
la figura di un uomo, che somigliava piuttosto ad un mo- l.- -r. ma fossero invece esattamente copiate da limiti
stro. Si rimase url certo tempo a discutere se dovesse esser lr- :-s: posti da natura, mediante i quali essa aycsse di-
batlezzato o meno. Tuttavia venne battezzato, e dichiarato rli - :: tra Ìoro, a formare le specie, tutte le sostanze. Chi
provvisoriamente un uomo >), (cioe, fino a tanto che il l: :-::derebbe a decidere a quale specie appartenesse queÌ
tempo non avesse fatto conoscere ciò che veramcnte era). .::; di cui parla il Liceto', che aveva testa d'uomo e
« La natura lo aveva foggiato in modo così sciagurato, che
$
- : di maiale? O quegli altri, che con corpi di uomo
per tutta la vita fu chiamato l'Abbe nlalotru; ossia, deforme. r'-:::o teste di animali, collre cani, cavalli ecc.? Se una
Era di Caen >> (ùIenagiana, tomo I, p. 278 detl'edizione olan- ;:.i -:que di queste creature avesse potuto vivere, e par-
dese, 1694). Come si vede, per poco questo bambino non .":-:. ::ò avrebbe accresciuto la diliìcoltà. Se la parte supe-
venne escluso dalla specie dell'uorno unicarnente per la '- -:- llno al mezz,o, avesse avuto forma umana, e tutto
sua forma. Così com'era, la scampo per poco; ed è certo :::",:.-: che veniva piir giu suina, sarebbe stato omicidio
che una figura un poco piu contrallatta ne lo avrebbe ,ili:----:arla? O si sarebbe dovuto consultare il vescovo, per
escluso, ed egli sarebbe stato giustiziato, come cosa cui ilrui,::: se era abbastanza un uomo per ammetterlo, o rneno,
non si dovesse permettere di passare per un uomo. E tut- rur :-:e i-rattesimale? Come mi è stato detto che accadde
tavia, non si può darc nessuna ragione per cui, se i linea-
menti del suo volto fossero stati un poco alterati, no:
avesse potuto risiedere in lui un'anima razionale. Perchè -.-::i!nto nclla quarta cdizione,
mai un volto un poco piu lungo, o un naso piu piatto, c ::::unato Liceto, medico c {ilosofo aristotelico italiano (1577-
lri- --- i3tto è citato dal De ùlonstrorum Cdusis (lib. I, c. 3). (N. del
una bocca piu larga, nou avrebbero potuto consistere, allc n.ILlE- _
76 Libro terzo , - )ei norni d.elle sostaflze 77

in Francia alcuni anni fa, in un caso alquanto similc. Tanto -..::atura. Nessuno unirà Ia voce di una pecora alla forma
s«-rno incerti pcr noi i conlìni dclle specie degli animali, l.' :::l cavallo, nè il colore del piombo al peso c alla fìssità
i quali tton hauno altre misurc se non le idcc complcsse lr--'c:o, per farne delle idee complesse di rtna qualunque
da noi stessi mcsse assieme; e tanto lontani noi siamo dal n;:'-::lza reale; sempre che egli non intenda riempirsi il
corìoscere con certeZza cosa sia un uonlo, scbbcne forsc si :-r;: di chimere, e il suo discorso di parole inintelligibili'
sia pronti a considerare grande ignoranza l'csprcssionc di -:sc-rrando certe qualità che vanuo sempre unite ed csi-
un qualunque dubbio su questo punto! E tuttavia credo di r.:: assieme, gli ttontini hanno in ciò copiato Ia natura,
poter dire che i confini certi di quella specie sono tanto : i: iriee cosi unite, hanno fatto le loro idce comllicssc
lontani dall'essere detcrminati, e il prcciso numero dclle m:--e sostanze. Poichè, sebbene gli uomini possano fare
idee semplici che ne formano I'esscnza nominalc c tanto r,:r le idce complcsse che loro piacciano, e dar loro i
lontano dall'cssere stabilito e pcrfettamente conosciuto, che l::: che vogliouo, tuttavia, se vogliono esser contl;rcsi
aucora su questo punto possono sorgere dubbi molto gravi. rr:,:rlo purlano di cose realmenle esislenli, in qualclle
Iìd io irnmagino che nessuna dclle definizioni dclla p:rrola rr s::a debbono conformare le loro idee alle cose di cui
uomo che a tutt'oggi abbiamo, e nessuna dclle descrizioni lr:::don parlare, altrimenti il linguaggio degli uornitti sa-
di quella specic di animali, sia tanto pcrfetta ed esatta da -.::e come qrrello di Babele, e le parole di ognuno cssendo
soddisfare una persona di buon senso c capace di un csame .n:e-liSibili soltanto a Iui, non servirebbero pi[r alla con-
penctrante, e ancor meno da ottenere un conscnso gencrale, ,:-:zione e agli aftari ordiuari <Iclia vita, ol'e le itlce chc
e <Ia esser tale che ad essa, e in ogni luogo, la gcnte vor- :s-- i3pprescntano non rispondesscro' in qualche misura,
rebbe aderire in nrodo consistentc nclla dccisioue di casi r!-g epparenze comuni e alla couformità delle sostanze
controvcrsi, nel dcternrinare questioni di vita o di morte, ry:i- esistono nella realtà,
o di batiesinro o non battesimo, ogni volta che il problcma
si prcseutasse. 1;1. secondo luogo, sebbene lo spirito dell'uomo, nel
1r: i.e-In suc idee conlplesse delle sostanze' non ne metta
28.-1\Ia sebbene qneste cssenze nominali delle sostanze u;- issieme che nou coesistano nella rcaltà, o di cui non
siano opera dclìa mcntc, csse nou sono tuttavia costruite s" :::-lponga clle coesistallo e con ciò veramente esso
-
in rnodo cosi arbitrario come quelle dci modi misti. Per lrn:,.1e in prcstito quell'unionc dalla natura-tuttavi:r iI
formare una qualunquc esscnza nominale è neccssario. rru=::o di idee che esso volta a volta combina dipcnde
prinro, che le idce di cui cssa consiste abbiano tra Ioro r; .: diversa cura, indrtstria o fautasia di chi foggia Ie
una talc unità da costituire un'idea sola, per quanto com- .r,r.rrr'l stesse. In generalc gli uomini si coutcutano di alcuttc
posita essa sia; secondo, chc Ic idcc particolari così unite lrlr:1: e ovvie qualità settsibili, e spesso, se lloll scnlpre'
siano esattamente lc stessc, nc piu nò nreno. Poichò se rc -:scian fuori altre, non mcno inrportanti e saldantettie
duc idce conrplesse astratte dilleriscono o ncl numcro c, m-:: fra loro tli quelle che essi scelgono. Vi sono due
nclla sorta dcllc loro parti componenti, esse formano due rrn*::e di sostanze sensibili: una ò quella dci corpi orga-
esscnze dìr'crse, e non un'cssenza sola c idcntica, Nel primo l.::.:i, che sono perpettrati dal semc; e, in questi, ia
di qùesti casi, la mcntc, ncl formare lc sue idee complessr ,,u-::: è ciò chc per noi costituisce la qualità che ci guida,
delle sostanzc, seguc soltanto Ia natura, c non unisce fre urr::-è ìa partc piir caratteristica chc determina la specic.
loro idee di cui non si supponga che abbiano un legarne E :.e--ciò, nci vcgetali e negli animali, uua sostauza solida
Libto terzo
- )ei nomi delle sostanze
estesa dotata di quella tale lìgura, di solito, serve allo :É:--r;1odi alcune poche ovvie ed esteriori apparenze delle
scopo; poiche, sebbene certi uomini sembrino fare un gran '::i.. onde facilmente distinguere con esse' e classificare,
conto della Ioro deIìnizione di animal rationale, tuttavia, se É r-se stesse per le faccende comuni della vita: e cosi,
si trovasse una creatura doiata di linguaggio e ragionc, r-:' ulteriore esame, danno loro dei nomi, oppure accol-
ma che non partecipasse della foggia consueta dcrl'uorno,
{.-r i nomi già in uso. I quali, sebbene nella convcrsa-
credo che diilìcilmente passerebbe per un uomo, per quanto :::: comune passino per essere assai chiaramente i segni
animal rationale essa fosse. E se l,asina di Balaam avessc L .i:une poche e ovvie qualità coesistenti, sono pero ben
discorso tutta la sua vita altrettanto razionalmente quanto .x;.:rni dal comprendere, in un signilìcato Iìsso, un llumero
Io fece in quella certa occasione col suo padrone, io dubito
T,::-iso di idec semplici, e molto meno tutte quelle che sono
ancora che qualcuno l,avrebbe giudicata degna del norne ur-:. in natura. Chi consideri, dopo tanto rumore ' che si
umano, o I'avrebbe riconosciuta come appartenente alla ::::io iutorno ai generi e alle specie, e tanto parlare speso
sua stessa specie. Comc nei vegetaii e negli animaìi è la .:E--::no alle di{ferenze specifiche, quanto siano poche tut-
forma, così nella nraggior parte degli altri corpi, non pro_ ì,r,'-:le parole di cui possediamo delle definizioni ben
dotti dal seme, la cosa su cui piu ci fissiamo, e da cui più r*--iite, potrà immaginar con ragione che quelle /orme
siamo guidati, è il colote. Così, dove troviamo il colore
"tr.-::ro alle quali si è fatto tanto rumore altro non siano
dell'oro, siamo inclini a immaginare che vi siano anche ci danno alcuna luce intorno alla
tutte le altre qualità comprese nella nostra idea complessa; 'i: -:n chimere, che non
u:-a specifica delle cose. E chi consideri quanto siano
e comunemente prendiamo queste due qualità ovvie, della rr:i:i i nomi dclle sostanze dall'avere significatj nei quali
forma e del colore, come idee presuntive così probabih ::r:crdino tutti coloro che Ii usano, avrà motivo di con-
delle varie specie, che in un buon quadro siamo pronti a :I::ere che, sebbene si supponga che tutte le essenze no-
dire: questo è un lcone, e guella è una rosa; questa è una a--.ii delle sostanze siano copiate dalla natura, malgrado
coppa d'oro e quella d,argento; unicamente per le diverse :!,: sono tutte, o quasi tutte, imperfettissime' In realtà,
Ésse
lìgure e colori rappresentati all,occhio dal pennello. .lr :::nposizione di quelle idee complesse è molto diversa
.m liversi uomiui; e perciò, questi confini delle specie
30. Ma sebbene questo serva abbastanza l:ene per con- r:r: quali li fanno gli uomini, e non la natura; almeno,
cezioni- grossolane e confuse, e per modi non accurati di
parlare e di pensare, gli uomini tuttavia sorro assai lontanì
s ;; siano in natura simili confini prefissi' È vero che
u.,: -:e sostanze particolari sono fatte datla natur:r in tal
dall'essersi ntessi d'accortlo sul nutneto preciso .detle idee n:,:t. da concordare e somigliare I'una all'altra' e così
scmplici o qualitir. che appartengono a quolunque specie di rfu--:i un fondamento per classi{ìcarle in diverse specie' i\Ia
cose, sigtti/icata dal suo nome. Nè ciò fa rneraviglia, poichè
si richicdc molto ternpo, fatica e abilità, una rigorosa inrla-
1,:-::è Ia divisione delle cose in ispecie da parte nostra,
r -r iormazione di specie determinate, avviene allo scopo
gine, e un Iungo esame, a scoprire quali e quante siano le
u -:minare e comprendere quelle cose sotto termini ge-
idee semplici che stanno costantemente ed inseparabil- r.*r-i-i. non riesco a vedcre come si possa dirc propriarnente
mente unite in natura, e si trovano sempre assieme nel ::r la natura stabilisce i con{ìni delle specie delle cose;
medcsimo soggetto. La maggior parte degli uornini, man_ r re anche ciò sia, i nostri conlìni delle specie notr si con-
cando loro il tempo, o I'inclinazione, o industria suIIÌ_ 'ilri=:no certo esattamentc a quelli che sono in natura'
ciente a far ciò, anche soltanto in grado passabile. si con_ &-:hò noi, avendo bisoguo di nomi generali per i nostri
80
t
Libro terzo )a nomi delle sostanze 81

usi immcdiati, non inrlugiamo a ccrcare tutte quantc le '-;ersi uomini, lasciando fuori, o includendo, varie idee
gualità chc mclllio ci farcbbcro vcdere lc diffcrenzc e con- i::.--:lici in rnodo diverso da altri, secondo le loro diverse
corrlanze piir inrportanti dcllc cose stesse; invece, noi stessi ::,5:ni, capacità, o la diversa osservazione compiuta di
dividianro tra loro lc cosc, in base a certc apparcnze ovvie, ; -:--'oggetto, eonoscono una diversa cssenza dcll'oro: la
in tante spccie, jlt nrodo dn potcr contunicarc i nostri pcn_ r,=-e deve esser perciò di fattura loro, e non della natura'
sieri intorno ad essc con mnggiorc facilità, facendo uso
di
nonri gcncrali. poicltò, non avcndo uoi aìtra conosccnza :2. Se il numero delle idee semplici che costituiscono
di una sostanza quarsiasi crrc non sia conosccnza dcile .::s<:lza- nominale delle spccie piu basse, ossia Ia prima
idee semplici chc si lr'or.ano in essa riunilc; ,:i.-ficazione, dcgli individui, dipentle dalla mente del-
c osscrvanrlo
che varie cose particolari concor«lano con altrc .-:o, che in vario modo accoglie quelle idee' sarà tanto
itr alcune
di quclle idee semplici; di quella collezione di irlee sem_ :-: etidente che lo stesso accade per le classi piu com-
plici facc.ianro Ia nostra idea specifica, e Ie diarno ::::sive, le quali, dai maestri di logica, son dctte l7encri.
un nome
generale, aflìnchè, nel tencr nota
dci nostri pensieri, e nel -,::sii sono idee complesse che, di proposito, sonoquellefatte
discorrere con altri, con una sola breve parola
ci sia ltos- :;:rfette. Ed è evidente a prima vista che molte di
sibile dcsignare tutti gli indivirìui cÌre concordano ;--:-ità che si trovano nelle cose stesse vengotr lasciate
in qucl_
l'idea complcssa, senza cnumerarc le idee semplici che ':::i di proposito dalle idee generiche. Poichè, come Io
Ia
compongono, e pcrciò scnzfl sprecarc tempo ,;-::to, per far sì che le idee gcnerali comprendalìo pa-
e fiato in te_
diosc dcscrizioni: conre .r,cdiarno che son costretti -:::iii particolari, lascia fuori le idce di tempo e di lttogo'
a fare,
invece, coloro che voglion parlarc di una qualche : :-:re simiii, che rendono quclle idee incomunicabili a
nuova
specic di cose per la quale non hanno ancora :,- ,li un solo individuo; cosi, per costruirc altre idee
un nome.
i-:-:,r piu generali, che possano comprendere specie di-
31.-l\Ia sebbene questc specie dclle sostanze possano -::se. esso lascia fuori quelle qualità che le distinguono,
andare abbastanza bene nclla convcrstzione r -aìla sua nuova collezione pone solianto quellc idee che
ordinaria, è
cvidcntc chc questa irìea complcssa, nclla quale gli ..:; comuni a diverse specie, La stcssa convctliettza che
uomini
osscrvauo che vari individui concortlano, .r,icnc -- :':sse gli uomini ad esprintere molte particclle di materia
ottenuta
ben divcrsarnente dalle diversc p...ona, rìt alcuni g.:,-lr provenicnti dalla Guinea e dal Pcru sotto un solo
in
modo piu accurato, da altri nrcno. pcr certuni, quest, :,::e. li induce altresì a farc uu nome solo che possa cotn-
idca
complessa contienc uu magg.ior numero di qualità, ::.:rrlere in sè tanto I'oro che l'argento, e qualche altro
per altri
un rìunìcro rninorc; e insornnra, cssa è evidentcntcnte qualc -:po tli specie diversa. Il che si ottienc lasciando fuori
il pensicro la fa. II colorc giallo splcndcntc coslituiscc 1-=-ie qualità che sono pcculiari a ciascuira specie, c ri-
I'oro pcr i bambini; altri aggiungono il pcso, Ia ::=lrlo un'idea complessa costituita di quclle che sono
nralleabi_
Iità e la fusibilità; c altri ancor.a altrc qrrtit,i, chc trovano '-::uni a tutte Ie specie. E quando a ciò sia stato cotrncsso
unitc a qucl colore giallo in modo altrcttanto c«_lstante :-rme di mclallo, si è costituito ull gencre; I'cssenza dcl
guanto il suo pcso c la sua fusibitità. poichè, q-:ie essendo quell'idea astratta chc contiene soltanto la
gucste c altrc siutili qualità, I'una
in tutte
ar.rà un altrcttcnto buon :-.-reabitità e la fusibilità, con ccrti gradi di peso c di fis-
dilitto ad cssere inclusa ncll'idca complessa tli quella so_ :-::. nclla quale ccrti corpi di specic diversa cottcortlalto,
stanza, iu cui tutte sono riunitc, quanto un,altra. E perciò *-.a lascia fuori il colore ed altre qualità pcculiari del-
82 Libro tetzo
, - )ei nomi delle sost4nze 8)

l'oro e dell'argento, ed alle altre specie comprese sotto il 1 r.::i nomi che sono usati per significarÌe, e non relati-
nome di metallo. Dal che appare chiaro che gli uomini non 'i,:::te ad alcuna cosa che esista. così come è fatta da
seguono esattamente i modelli proposti loro dalla natura,
quando costruiscono Ie ìoro idee generali delle sostanze:
poiche non è reperibile nessun corpo che abbia in sè uni- ; l.
Questo corrisponde al vero fine del linguaggio, che
camente malleabilità e fusibilità, senza altre qualità altret- - di
;:.-ìo essere la maniera piu facile e breve di comu-
tanto inseparabili quanto queste. Ma poiche gli uomini, -:i:e le nostre nozioni. Poichè, in tal modo, chi voglia
nel fare le loro idee generali, cercano piu la convenienza : ;---.: delle cose in quanto esse concordano nellc idee com-
del linguaggio, e la speditezza, mediante segni brevi e com- ....-oe di estensione e solidità, non ha bisogno di usare
prensivi, che non la vera e precisa natura delle cose cosi rir'r- rhe la parola corpo pel. denotare tutto ciò. Chi a que-
come esistono, nel foggiare le loro idee astratte essi hanno {. :. vogìia aggiungere altre significate dalle parole vita,
perseguito principalraente quel fine: che era quello di pror.- k.:i: e moto spontaneo, non ha bisogno di usare altro che
vedersi di un repertorio di nomi generali e variamente r.;i ::: rla animale per significare tutto ciò che partecipa di
comprensivi. Per cui, in tutta questa faccenda dei generi *,- -dee; e chi si sia formata un'idea complessa di un
e delle specie, il genere, ossia l, idea piir comprensiva, non r: r dotato di vita, senso e moto, con la facoltà di ragio-
è che una concezione parziale di ciò che sta nelle specie. : i:.. e. unita a ciò, una certa forma, non ha che da usare
e la specie non é che un'idea parziale di ciò che si trova r ::;re bisillabo uomo per esprimere tutti i particolari
in ciascun individuo. Se dunque alcuno pensi che un uomo. :.e :,spondono a quell'idea complessa.. Questo è il vero
e un cavallo, e un animale. e una pianta, ecc., siano distinli r- -ro del genere e della specie : e guesto fanno gli
da essenze reali fatte dalla natura, egli deve ritenere che :-.::-:i, senza in alcun modo preoccuparsi dell'essenza
Ia natura sia davvero assai liberale nel produrre queste "s;-: o delle forme sostanziali, che non cadono entro il
essenze reali, facendone una per il corpo, un,altra per un -4i-.-r della nostra conoscenza quando pensiamo a quelle
animale, e un'altra ancora per un cavallo; e che liberal ;;e- rè entro iI significato delle nostre parole quando di-
mente conferisca tutte queste essenze a Bucefalo. Ma se ,ù ::.amo cOn altri.
vorremo correttamente considerare che cosa si verilìchi in
tutti questi generi e specie, o sorte, troveremo che in essi i:. Dovendo io parlare con qualcuno di una sorta di
non vien fatto nulla di nuovo, tranne che dei segni più o u.:::'-i- che recentemente ho visto nel Parco di San Gia-
meno comprensivi, mediante i quali ci mettiamo in grado 'r,r::. aìti circa tre o quattro piedi, coperti di qualcosa che
di esprimere con poche sillabe un gran numero di cose m:u i:a le penne e il pelo, di un color marrone cupo, senza
particolari, per quei tanto che esse concortlano in conce- piccole bran-
zioni piu o meno generali, da noi costruite a quello scopo-
uxi.
=a aventi, al posto di queste, due o tre
1r: :he discendono come ramoscelli di ginestra spagnuola,
E in tutto ciò possiamo osservare che il termine più gene- :rm 5randi gambe lunghe, piedi che hanno soltanto tre
rale è sempre il nome di un'idea meno complessa, e che ur"r::e. e senza coda, io ne potrò fare questa descrizione e
ciascun genere non è che una concezione parziale delle ,r[LÉ::ie cosi che altri mi comprenda. NIa quando mi vien
specie comprese sotto di esso. Per cui, se queste idee gene- ur:: che il nome di quell'uccello è cassouario, posso al-
rali astratte vengono ritenute complete, questo può avvenire irr'r lsare quella parola alIìnchè, nel discorso, essa rap-
=;::ti tutta la mia idea complessa ricordata in quella
solo relativamente ad un certo rapporto stabilito tra esse
u Libro terzo
)z nomi delle sostanze 85

descrizione; però, da guelÌa parola, che ora è diventatr i,rr-r:. tutto ciò che viene lasciato fuori, o messo dentro,
un nome specifico, delìa reale essenza e costituzione di i !::-ra quell'idea complessa cui e attribuito il nonre che
quella specie di animali io non apprendo piu di quanto :::--= la specie; e pcr il fatto che una data particella di
ne sapcssi prima; e probabilmente sapevo altrettanto circa :;'::-a risponde a quell'idea, perciò stesso le appartiene
la natura di quella specic di ucceili prirna di apprenderne ìr.::.::ìente quel nome, ed essa è di quelìa specie. E così,
iì nomc, quanto ne sanno molti inglesi dei cigni o degli li-r. ::sa data sarà vero oro, sarà pcrfetto metallo. E tutte
aironi, che sono nomi specifici, molto ben noti, di certe rr,::--: determinazioni delle spccie, è evidente, dipendouo
sorte d'uccclli comuni in Inghilterra. r,i,- ::ielletto dell'uomo, che foggia questa o quella idea
: r.; -essa.
35. -_ Da quanto si è detto, è evidente che sono gli
ttomini a fare Ie specie delle cose. poichè, esscndo soltantr, i-'.-In breve, questo è dunque il caso: Ia natura fa
Ie diverse essenze quclle clìe fanno specie diverse, è evi- a:'.:. case purticolari, che concordano I'una con l'àltra in
dcnte che coloro che foggiano le idee astratte, che sono le :;,:. qualità sensibili, e probabilmente anclìe nella loro
essenze nominali, con ciò stcsso fanno le specie, o sorte. r-:--::.1 struttura e costituzione' 1\Ia non è questa essenza
Se si trovasse un corpo dotaio di tutte le altre qualità del- *r.r-: che le distingue in ispecie; sono gli uomini che,
l'oro, eccetto la malleabilita, senza rtubbio sorgerebbe la rr::-:endo occasione dalle qualità che trova unite in esse,
questione se fosse oro o no; ossia, se fosse di quclla spccie- r -:--e quali spesso osservano che diversi individui con-
Questo problema non potrebbe venire risolto che mediante ::::::o, le ordinano in ispecie, allo scopo di dar loro
I'idea astratta cui ognuno annette il nome di oro; e perciò rir :::ile, per avere Ia comodità di segni comprensivi; e
sarebbe vero oro, e apparterrebbe a quella specie, per chi *:i:: questi nomi, gli individui, secondo Ia loro conformità
non includesse Ia maÌleabilità nella sua essenza nominale. r. ;::sia o quella idea astratta, vengono ad essere ordinati
signifìcata dal suono di oro; e, dall'altro lato, non sarebbe .r: sotto altrettante insegne: per cui questo sarà del
vero oro, ossia non apparterrebbe a quella specie, per ch; -:{i-=ento blu, quello del rosso; questo è un uomo, quello
includesse la malleabilità nella sua i<Iea specifica. E, d+ tri scimmia. E in questo, penso, consiste tutta la fac-
mando, chi mai fdggia queste specie diverse, persino sotto !:r. del genere e della specie,
utr unico e solo nome, se non gli uomini che fanno due di_
verse idee astratte, che non consistono esattamente della :I.-Non dico che la natura, nella costante produzione
stessa collezione di qualità? Ne si può dire che sia una r.- ::seri particolari, li faccia sempre nuovi e svariati; Ii
senrplice supposizione immaginare che possa esistere ul i -:i'ece simillimi e amni gli uni agli altri; ma credo non-
corpo in cui le altre quaÌità evidenti dell'oro si trovino lr-:--:::to sia vero che i confini tra le specie, mediante
scornpagnate dalla malleabilità, poichò è certo che l,orc ;:.ìi gli uomini classilìcano gli esseri particolari, sono
stessÒè talvolta così « agro >> (come lo chiamano gli arte- ;: :- dagli uomini stessi: poichè le essenze delle specie,
fici), che sopportcrà il martello altrettanto poco quanto iì r*::-:le da nomi diversi, solto, come si è dimostrato' di fat-
vetro. Quel che si è dctto circa I'inclusione o l,esclusione &n-: rmana, e raramente conformi all'interna natura delle
dclia nrallcabilità dall'idea cornplessa cui da ognuno è at- -':s: da cui sono tratte. Per cui si può dire con verità che
tribuito il nonrc di oro si potrà .ripeterc per il suo peso rLÉ raniera di ridurre a specie le cose è opera dell'uomo.
particolarc, pcr la fissità e per varie altre qualità sirrrili:
86 Libo terzo - )et nomi delle sostanze
87

38, .- Una cosa che, son certo, non potrà non sembr.are r:: i.rrtÀ dillerenza specifica per l'artefice? Alcuni hanno
stranissima in questa dottrina è che, da quanto si e detto. ::e e fusi; alcuni hanno il bilanciere libero, altri rego-
segue che ogni idea astratta, che abbia un nome, forma
una . . - da una molla a spirale, e altri ancora da setole di
specie distinta, Ma che ci possiamo fare, se la verità kr .-,.e. Alcune di queste cose' o tutte, bastano forse a co-
esige? Poichè la cosa deve rimanere in questi termini fin- ::-:e una dilierenza specifica per I'artefice, che conosce
chè qualcuno ci possa dimostrare che le specie delle cose :;-.rna di queste differenti strutture, e varie altre, del
sono delimitate e distinte da qualcos'altro, e farci vedere .--:.Sno interno degli orologi? È certo che ciascuna di
che i termini generali non significano Ie nostre idee astratte. r -r.:e ha una differenza rea,le dalle altre; ma se si tratti
ma qualcosa che è diverso da esse. Vorrei proprio sapere I i:]a di{Ierenza essenziale, specifica' o no, è cosa che
perche un barbone e un levriero non siano specie altret- r . =-,1e soltanto dall' idea complessa cui è dato il nome di
tanto distinte quanto un cane spagnuolo e un elefante. Della -- - -
-:io : linchè
tutte queste cose sono concordanti con
diversa essenza di un elefante e di uno spagnuolo non j1,r'he quel nome rappresenta, e quel nome, come norne
abbiamo altra idea da quella che abbiamo della diversa -:::::co, non comprende in sè specie diverse' esse non
essenza di un barbone da un levriero; poichè tutta la dif- ."-: nè essenzialmente nè specifìcamente diverse. Ma se
- -'ino voglia f are distinzioni piu minute, secondo
ferenza essenziale, mediante la quale li conosciamo e di- :,i le
stinguiamo I'uno dall,altro, consiste sol{2116 nella diversa l 5::enze che sa esistere nella struttura interna degli oro-
collezione di idee semplici cui abbiamo dato quei diversi € - e a tali idee complesse cosi determinate dare nomi
nomi. :* .;evaÌgano nell'uso, allora avremo di fronte a noi delle
: ,: - -. e specie, che saranno tali per coloro che abbiano
39. Quanto la formazione dclla specie e dei gener: ; :,= -. idee e conoscano i loro nomi, e che possano' me-
-
avvenga in ordine ai nomi generali, e quanto siano neces- , i:-:r quelle differenze, distinguere gli orologi in queste
sari i nomi generali, se non all'essere, almeno al completa- :'.:se sorte; e allora, anche, orologio sarà un nome ge-
mento di una specie, e a farla passare per tale, apparirà. : '::- : -,. Tuttavia, a chi ignorasse il f unzionamento e la
oltre che da quanto .si è detto sopra circa il ghiaccio e .-':::'-Ìra interiore degli orologi, quelle non apparirebbero
I'acqua, da un esernpio molto familiare. Un orologio silen- .,= specie diStinte, ove si trattasse di persona che non
zioso e un orologio che suona le ore costituiscono una :::r altra idea se non della forma e dimensione esterna
'r,:-'' :l<etto, con la sfera che segna le ore. Poichè,
specie sola per coloro che hanno un nome solo a desi- per
gnarli; ma chi abbia il nome orologio per I'uno, e pen- =:::. tutti quegli altri nomi non sarebbero che termini
dolo per l'altro, e idee complesse distinte cui rluei due : :,::li per la stessa idea, e non signilicherebbero piu,
nomi appartengono, sarà una persona per la quale si tratta :E :-:iù. che un orologio. Proprio lo stesso, penso' accade
di due specie diverse. Si dirà forse che l, interiore ingegnr :r.::ose naturali. Nessuno dubiterà che le ruote o molle
e costituzione è diverso nei due, e che di essi I'orologiair ,: --si posso dire) interne siano diverse in un uomo ra'
ha un'idea chiara. Eppure è evidente che essi costitui_ .:,'.::e e in un ldiofa, come non dubiterà che vi sia una
scono una sola specie per tui, quando egli non abbia che r.'-i.:tnza di struttura tra uno scimmione e un idiofd. Ma
un solo nome a designarli. E infatti, che cosa basterà, ne- r --a di queste dilferenze, o entrambe, siano essenziali
meccanismo interno, a fare una nuova specie? Certi orolog: !;.rilìche, è cosa che potremo conoscere soltanto dal
sono fatti con quattro ruote, altri con cinque; è quesli . -- :he esse concordino o discordino dall'idea complessa
88 Libro terzo . - Dei nomi delle so§tanze 89

chc il nome uomo rappresenta; poichè solo da ciò Si tleve ancora osservare' a proposito delle so-
si potrà 12.
determinare se uno solo di quegli oggetti, o entrambi,
o iilze, - che esse sole, di tutte le nostre molteplici specie
ncssuno dei due, sia un uomo, '' :dee, hanno nomi particolari o propri, mediante i quali
: s:3nilìcata una sola cosa particolare. Poichè, nelle idee
40. Da ciò che è stato detto fin qui possiamo vedere
- per ;e-plici, nei modi e rapporti, raramente accade che gli
Ia ragione cui nelle specie delle cose artificiali è ge- ::-ini abbiano occasione di ricordare questa o quella idea
neralnrente minor confusione ed incertezza che nelle na_ ;:::icolare quando è assente. Inoltre, la maggior parte dei
turali. Infatti, una cosa artificial.e essendo un prodotto del_ -:di misti, essendo azioni che muoiono col loro stesso
I'uomo, che I'artefice ha inteso fare, e di cui perciò
ben :;.j:ere, non sono suscettibili di una lunga durata, come
conosce I'idea, si suppone che il suo nome non rappre_ : sono invece le sostanze, che ne sono gli agenti' e nelle
senti alcun'altra idea ne implichi alcun,altra essenza, da ;::-i le idee semptici che costituiscono Ie idee complesse
quclla che si potrà conoscere con cerlezza, e
apprendere -s-gnate dal nome hanno un'unione durevole'
con abl_rastanza facilità. poichc, l,idea o essenza delle
varie
specie di cosc artificiali consistendo, pel Io pirì, 13.-Debbo chieder perdono al mio lettore per essermi
di nien-
t'altro che della {ìgura dcterminata di parti sensibili, e - i:rgiato tanto a lungo su questo argomento, e forse con
tal_
volta dipendendo da ciò il moto, che I'artefice ottiene ;::1che oscurità. l\Ia vorrei che si considerasse quanto sia
nella
materia, secondo l,esigenza del suo proponimento, noll
ec- ' i.cile condurre altri, con parole, al pensiero di certe
ccde le nostre facoltà iI poter raggiungere una certa :-se, che siano denudate di quelle difierenze specifiche
idea
di tutto questo, e in tar modo iìssare il significato dei norni :'-e noi diamo loro: le quali cose' se io non le nomino, non
con cui sono distintc le specie delle cose artificiali,
con '':o nulla; e se invece le nomino, con ciò stesso le clas-
minor dubbio, oscurità e ambiguità di quelte che potranno si:o in una od altra specie, e suggerisco alla mente la
esserci nelle cose naturali, le cui differenze
e opcrazioni ::'sueta idea astratta di quella specie; e con ciò vado
dipendono da meccanismi che stanno oltre il punto
cui r:-tro proprio al mio intento. Poichè il parlare d'un
possiamo giungere con le nostre scoperte. :::ro e, al tempo stesso, lasciar da parte un significato
::iinario del nome di uomo, che è la nostra idea complcssa
41. -_ l\Ii si deve qui scusare se penso
che le cose arti- :.:--tamente connessa a quel nome, e pregare iI lettore di
ficiali siano di specie distinte quanto quelle naturali: poi_ ::-siderare I'uomo quale è in se stesso' e quale è in realtà
chè lc trovo altrettanto evidcntcmente e ordinatamente ::siinto da altri esseri nella sua costituzione interna o
classificatc in ispecie, mediante diverse idee astratte, coi :-.senza reale (ossia, da qualcosa che egli non conosce), dri
Ioro nomi generali connessi, e altrettanto distinte l,una --::npressione che uno scherzi: eppure' questo è proprio
daìl'alira, quanto quelle delle sostanze naturali. E infatti. :-i che si deve fare se si vuol parlare deìle presunte es-
perche non dovremmo pensare che un orologio
e una pi_ !Élze e specie reali delle cose come si ritiene che sian
stola siano specie altrettanto distinte l,una dali'altra quanto -':.::e da natura; non foss'altro per fare intendere che
un cavallo ed un cane? In realtà, esse sono espresse nella ;:ella data cosa, che sarebbe significata dai nomi generali
nostra mente da idec distinte, e vengono espresse
ad aiiri '' cui ci si serve per indicare Ie sostanze, non esiste in
nomi
mediante appellativi distinti. '::un luogo. Ma poichè è dillicile far qucsto mediante
ir=iliari conosciuti, mi si consenta di rendere un po'pirì
r ','1. Dei nomi delle sostlrrze
90 Libro terzo 9l

chiara la diversa maniera che lo spirito ha di considerare di modi misti, coi relativi nomi, due distinte specie di
i nomi specifici e le idee mediante un esempio, e di dimo- azioni essenzialmente diflerenti. Domando: in che è con-
strare come le idee complesse dei modi vengano talvolta sistita I'essenza di queste due distinte specie di azioni? È
referite ad archetipi che si trovano nella mente di altri es_ :hiaro intanto che essa è consistita in una precisa combi-
seri intelligenti, o, che viene al medesimo, al significato -azione di idee semplici, differente nelle due. Ma domando
-attribuito da altri ai nomi di cui ci si serve più comu- f,rcora, se l'idea complessa che era nella mente d'Adamo,
nemente a questo scopo; e, certe volte, a nessun archetipo. e che egli chiamava kinneah, fosse o no adeguata. Ed è
Concedetemi ariche di dimostrare come Io spirito riferis,ca :-hiaro che lo era; poichè, essendo essa una combinazione
sempre le sue idee delle sostanze, o alle sostanze stesse, ii idee semplici, che egli, senza alcuna considerazione di
o al significato di loro nomi, come ad archetipi; ed anche- :-u qualunque archetipo, senza riguardo per alcuna cosa
di mettere in chiaro la natura delle specie o classificazioni -'he avesse presa come modello, volontariamente aveva
po-
delle cose, quale essa è appresa e usata da noi, e delle es- sia assieme, astratta, e nominata kinneah, ad esprimere ad
senze che appartengono a quelle specie: il che forse è piu s-ltri in modo breve, con quell'unico suono, tutte le idee
importante, se vogliamo scoprire l,estensione e la certezza semplici contenute .e unite in guell' idea complessa, ne deve
della nostra conoscenza, di quanto a tutta prima non im- seguire necessariamente che era un'idea adeguata '' Poichè
maginiamo. li sua scella aveva fatto quella combinazione, essa aveva in
sè tutto ciò che egli intendeva avesse, e perciò non poteva
44. Supponiamo che Adamo, allo stato di uomo fatto, essere che perfetta, non poteva non essere a-deguata, non
dotato -di un buon intelletto, sia però in un paese straniero, ;-iferendosi a nessun altro archetipo che l'idea dovesse
dove tutte le cose intorno a lui siano nuove e sconosciute, rappresentare.
e dove egli non abbia altre facoltà per ottenere la cono-
scenza di quelle cose fuori da quella che ha oggi un uomo parole, kìnneah e nìouph, gradualmente,
- Queste
45.
di quest'epoca. Egli osserva che Lamech è piu malinconico iorono introdotte nell'uso comune, e allora il caso divenne
del consueto, e immagina che ciò sia dovuto a un sospetto aù po' differente. I figli di Adamo avevano le stesse sue fa-
che egli ha concepito sul conto di sua moglie Adah (da lui :oltà, e perciò la stèssa capacità di cui egli era dotato, di
ardentissimamente amata), temendo che ella abbia troppa fare nel proprio spirito le idee complesse di modi mistj
amicizia per un altro uomo. Adamo discorre di questi suoi :he loro piacessero; di astrarle, e formare a loro piaci-
pensieri con Eva, e le esprime il desiderio che prenda cura :aento i suoni che dovevano esserne i segni: ma poichè
allinchè Adah non commetta follie: e, in questi discorsi lo scopo dei nomi è di render note 4d altri le idee che
con Eva, fa uso delle due nuove parole kinneah e niouph. elno dentro di noi, questo non si può fare se non quando
Col tempo, risulta che Adamo si è sbagliato, poichè scopre -o stesso segno rappresenta la stessa idea in due persone
che il turbamento di Lamech derivava dall,aver egli ucciso :be intendano comunicarsi i loro pensieri e discorrer fra
un uomo: tuttavia, i due nomi kinneah e niouph (il primo laro. E perciò, quelli tra i fiSli di Adamo che trovarono
dei quali rappresenta il sospetto che un marito ha dell, in_ queste due parole, kinneuh e niouph, nell'uso familiare,
fedeltà di sua moglie, e, I'altro, l,atto del commettere l, in_ :on potevano prenderle per dei suoni insignificanti, ma
fedeltà) non hanno perso i loro significati distinti. È chiaro,
allora, che qui vi sono state due tlistinte idee complesse Il Coste traduce « ddeguate » con << complète »' (N'd'f')'
Libro terzo Dei nomi delle sostanze 9)

dovevano necessariamente concludere che esse rappresen_ :rdente che, in questo caso, Adamo agisce in modo del
tavano qualcosa: certe idee, e jdee astratte, trattandosi di -::: diverso da come ha agito prima, nel forrnare quclle
nomi generali; le quali idee astratte eralto le essenzc delle -:*e di modi misti cui ha dato i norni di kinneah e niouph.
specie distiute da quei nomi. perciò, se volevano usare ?:.:hè là egli ha messo assieme dclle idee soltanto con
euelle parole come nomi di specie già stabiliti e ricono- -:. sua immaginazione, senza ricavarle dall'esistenza di al-
sciuti, eran costretti a conformare nelle loro mcnti le idee :::a cosa; e ha dato loro dei norni p'er denominare tutte
significate da questi nomi alle idee che essi rapprescnta_ ;:lle cose che per avventura concordasscro con quelle sue
vano nclla mente degli altri, in quanto ai loro modelli ed -::e astratte, senza considerare se cose simili esistessero
archetipi; e allora, veramente, Ie loro idee di questi modi ::l: in quel caso, il modello era interamente fatto da lui.
complessi andavano soggette ad essere inadeguate, potendo 1(" nel formare la sua idea di questa nuova sostanza, egli
esse assai facilmente (specie nel caso di quelle che consi_ le;:e una strada del tutto contraria; egli ha un nrodello
stcvano di combinazioni di molte idee semplici) non risul_ l-a::: da natura; e perciò, dovendo rappresentarselo con
tare esattamente conformi alle idee che erano nella mente -:iea che ne ha, anche quando esso sia assentc, nella sua
di altri, i quali usavano gli stessi nomi. Sebbene, per que_ :,::e complessa egli non inserisce nessuna idea semplice
sto, vi sia di solito a tiro di mano un rimedio, che con_ r-'infuori di quelle di cui ha Ia percezione dalla cosa
siste ncl domandare il significato di una parola, quaudo rls:a. Egli ha cura che Ia sua idea sia conforme a questo
non la comprendiamo, a chi la usa: essendo altrettanto im_ :--:aetipo, e intende che il nome rappresenti un'idea che
possibile sapere con certezza che cosa rapprcsentano nella n allo stesso modo conforme.
'
mente di un altro le parole gelosia e adulterio (che pcnso
siano la traduzione di liirutetth e di niouph), quando io di 47.-Questo pezzo d,i materia, cosi dcnòminato zahab
[ali cose parlo con 1ui, quanto impossibile fu, all'origine r"r -{damo, essendo del tutto diverso da qualunque altro
del linguaggio. sapere che cosa significassero kinneah e ;g;elto da lui visto prima, credo nessuno negherà che
niouph nella mente di un altro, senza spiegazioni: poichè r.r. una specie distinta, e abbia la sua essenza particolarcl
nell'un caso come nell'altro si tratta di segni volontari. : ::e il nome di zahob sia il contrassegno della specie, e
§i-r un nome che appartiene a tutte le cose che partecipano
46. Consideriamo ora altrcsì, allo stesso modo, i nomi r iale essenza- Ma qui è chiaro che l'essenza che Adanro
-
delle sostanzc nelÌa loro prima applicazione. Uno tlei ligli ùr 'i-oluto fosse rappresentata dal nome d,i zahab altro non
di Adamo, vagando per le montagnc, s, imbatte in una so- tr'a che un corpo duro, scintillante, giallo, e pesantisslmo.
stanza scintillante che gli appare gradevole all,occhio. La 1[,:. i'intelletto curioso dell'uomo, non conteuto dclla c«ruo-
porta a casa ad Adarno, iI quale, esaminandola, trova che è r:*'za di queste che posso chiamare qualità superficiali,
dura, che ha un vivo colore giallo, e un grandissimo peso. q--ge Adamo ad un ulteriore esamc dclla quest.ione. Pcr-
Forse, da principio, queste sono tutte le qualità che cgli :!:. egli urta e colpisce I'oggetto con dei selci, pcr vcdere
nota; e, astraendo questa idea complessa, che consiste in ::É cosa si possa scoprire dentro di esso: e trova che cede
una sostanza che ha quclla particolare giallczza vivace, e r-:olpi, ma non si divide facilmente in tanti pezzi; trova
un'peso grandissirno in proporzione alla mole, le dà il -i-e si piega scnza spezzarsi. Non si dovrà dunquc ora ag-
nome di zaltab, per denominare e contrassegnare tutte le g ":gere la duttilità alla sua idea precedcntc, perchè faccia
sostanze che hanno in sè queste qualità sensibili. È ora u--;e dell'essenza della specie rapprcsentata dal nome di
94 Liblo telzo - Dei nomi delle sostanze 95

zahab| Esperienze successive scopriranno la fusibilità e la ,-:' che si ottiene con guesto tentativo è soltanto di met-
fissità. E queste ancora, per la stessa ragione che valeva '::e il nome, o suono, in luogo e vece della cosa che ha
per le altre, non saranno forse qualità da aggiungere al- :-::ll'essenza reale, senza sapere che cosa sia l,essenza reale
l'idea complessa significata dal nome d,i zahab? Altrimenti, ì.-.ssa; e questo è ciò che fanno gli uomini quando parlano
quale ragione si potrà addurre per accettar I'una e non ::--.a specie delle cose, come supponendo che esse sian fatte
t'altra? E se si devono accogliere queste, allora, per la j. natura, e distinte da essenze reali.
stessa ragione, dovranno entrare a far parte degli ingre-
dienti dell'idea complessa rappresentata dal nome di zahaD 50. Si consideri infatti che, quando affermiamo che
tutte le altre proprietà che ogni esperimento ulteriore sco- ':::io -I'oro è fisso », questo, o signilìca che la fissità fa
prirà in questa materia, e verranno cosi ad esser I'essenza _::::e della definizione, ossia, fa parte dell,essenza nomi_
della specie contrassegnata da quel nome. Le quali pro- :-i-e rappresentata dalla parola oro, e in tal caso questa
prietà essendo infinite, è chiaro che I'idea ottenuta in que- ria:::aazione, « tutto l'oro è fisso >>, non contiene nient,altro
sta maniera, sopra questo archetipo, sarà sempre inade- :: il significato del termine oro; oppure significa che la
guata. r <siià. non facendo parte della definizione dell'oro, è una
:r::rietà di quella sostanza stessa: nel qual caso è chiaro
48. Ma questo non è tutto. Ne seguirà ancora che i r': la parola oro sta in luogo di una sostanza, che ha
- sostanze, non solo avranno, come hanno di fatto,
nomi delle
'lssenza reale di
una specie di cose fatte da natura. Ma se
ma anche si supporrà che abbiano, significati diversi, se- s; :ccetta questa sostituzione, la parola ha un signilìcato
condo che siano usate da diverse persone, il che renderà :si confuso ed incerto che, anche se questa proposizione
- < l'oro è fisso 5ia in quel senso un,affermazione di
molto confuso I'impiego del linguaggio. Poichè se doves- y
simo supporre che ogni qualità distinta che venisse sco- tr:.ì,:osa di reale,-tuttavia
si tratta di una verità che ci
perta in qualunquc oggetto da una persona facessero parte, r::5girà sempre nella sua particolare applicazione, e per-
necessariamente, dell'idea complessa significata da un ;E::3 non avrà per noi alcuna utilità o certezza reale. poi-
nome comune che gli vien dato, ne seguirehbe che gli :::. cer quanto vero sia che tutto I'oro, ossia tutto cio che
uomini dovrebbero supporre che la stessa parola significhi ur l'essenza reale dell'oro, è fisso, a che ci serve questo,
cose diverse nella bocca di parlanti diversi: poichè non i":.-,rto che non sappiamo, in questo senso, cfte cosa sia o
potrebbero dubitare del fatto che diverse persone avessero 7,: r sra oro? Poichè, se non conosciamo I'essenza reale del-

scoperto, nelle sostanze che hanno la stessa denominazione. .':r:. è impossibile che sappiamo altresi quale altra parti_
varie qualità di cui altri nulla sanno.
'"'= di materia abbia quell'essenza, e quindi, se essa sia
rE-t: oro o non lo sia.
49, Ad evitare questo, perciò, essi hanno suppostc,
che a -ciascuna specie appartenesse un'essenza reale, dalla 51. Per concludere: la libertà che Adamo ebbe in
- di foggiare idee complesse
quale discenderebbero tutte queste proprietà, e hanno pre- rn:-:ipio, di modi misli sen-
teso che il loro nome della specie rappresentasse quell'es- : r-=o modello che non fossero i suoi pensieri, l, hanno
senza reale. Ma poichè essi non hanno alcuna idea di tale r,':-" identica tutti gli uomini sempre dipoi. E la stessa
essenza reale che sarebbe nelle sostanze, e Ie loro parole r*:essità di conformare le sue idee delle sostanze alle
altro non significano se non le idee che essi posseggonc. :s; esterne a lui, come ad archetipi fatti da natufa (se
96 Libro terzo

non voleva di proposito ingannare se stesso), come I'aveva


Adamo, cosi I'hanno al'uta tutti gli uomini dopo di Iui,
E anche quella libertà che aveva Adanto, di attribuire un
qualunque nome nuovo a qualunque idea, l'ha identica
ognuno arlcor oggi (specialrnente coloro che danno prin-
cipio alle lingue, se possiamo immaginare tali persone);
ma solo con questa differenza, che, in quei luoghi dove
gli uomini in società hanno già stabilito tra loro un lin- Ceprroro VII.
guaggio, i signifìcati delle parole possono essere modifìcati
solo con molta cautela e parsimonia. Poichè gli uonrini, DELLE PARTICELLE
esscndo già provvisli di nomi a esprimere le loro idee, e
I'uso conrune avendo asscgnato nomi conosciuti a ccrte
idee, sarebbc un'affettazioue molto ridicola quella di chi 1. Oltre le parole che sono nomi di idee nella mente,
volesse usarli in modo errato. Forse, chi ha nozioni nuove rr,:-:e- altre vengono usate a significare il legame che la
si arrischicrà qualche volta a coniare nuovi tcrrnini per u,e-ie attribuisce alle idee, o alle proposizioni, I'una con
esprimerle; ma già qucsto fatto è considerato troppo ar- 'r-::a. La mente, nel conrunicare ad altri i suoi pensieri,
dito, ed è incerto se I'uso comune finirà mai a farli dive- r.L::. ha solo bisogno di segni per le idee che in guel mo-
nire nomi correnti. Ila, nella comunicazione con gli altri, ue-:o ha davanti a sè, ma anche di altri, intesi a dimo-
ò necessario che noi manteniamo la conformità tra le idce §:"--e o suggerire una qualche sua particolare operazione
che rappresentiamo con lc parole ordinarie di qualunque :ue- ia quel momento, si riferisce a quelle idee. E questo
lingua e i Ioro significati propri conosciuti (come ho già lr '- rari modi, come è e non è sono i segni generali usati
ampiamcnte spiegato), o altrimcnti rendiamo noto il signi nr -z mente per alTermare o negare. trIa oltre la forma-
lìcato nuovo che ad csse attribuiamo. a'tEe e la negazione, senza le quali non esiste verità o fal-
sm :elle parole, la mente, nel dichiarare ad altri i suoi
:rcn-'rg1ll, non solo connette fra loro le parti delle propo-
ur:-i. ma anche intere proposizioni l,una alì'altra, con
'rrl: : loro diversi rapporti e dipendenze, onde farne un
tiL:r:::so coerente.

a Le parole con cui la mente significa il legame che


- tra varie allermazioni
,rffir :Jne e negazioni, che essa uni_
rfrrjÉ :- un continuato ragionamento, o narrazione, sono ge-
u r--ente dette parlicelle: e la chiarezza e bellezza di un
ru:ri stile consistono più particolarmente nel retto uso di
rn,"s;e particelle. Per pensar bcne, non basta che uno abbia
oes :hiare e distiute nei suoi pensieri, nè che osservi la
mim.:::danza o sconcordanza esistente fra alcune di esse;
a

Cep. I. Delle parole, o del linguaggio in generale 3


I

1. L'uomo è organizzato per formare suoni -.3' articolati'-' 2' lf:


t.ti iotntfitgti delle idee; per farne.dei
nir.d "Ji ."roni "loro significare l'assenza di idee
+ il;;is;.;;il,-- 4' per far "deriva.no
oositive - ). ln ."gI;;,-i; parole .tutte da--parole
I iili".ìirlnJ*J"ia.."..,itiuiti - 6' Distribuzione degli argo-
menti da tlattare

Cep. II. Del significato delle parole 7

oarole sono sempre segni sensibilj' necessari alla


comu-
'l
. l,e
ii.#"I.:-àrl-lJJ --i. N;iioro siq.nificato immediato le pa--
;;il;;;; i-leseeni sensibii-delle idee éi thi lt usaprimo'
- 3' Esempì
a rdee
;:'É;;;s; fiarole sono segretamentealtri -riferite:
-. 5' Secondo' alla
- .t. ii-titi.". .i.no-;'.iI"-Étnte di..
parole suscita pronta'
i.A,a- a.ifì cose - 6. L'impiego *lle
il;; l'ìJ;" a.i to.o ossetto :-Z' §p'§o Ie parole sono usate
'r'.*, .iÉnin."to; . - 8' Il.significato aeue,-11oie^;.-{;]
i.t-.Ì'"J
tutto afoitrario, non è efietto di una connesslone naturare

I Cep. III. Dei termini generali 1)

.ù 1. La
-- maggior
parte delle -parole è costituita da termini-gene-
2n i-lpottitìÈ .É. cosa. .particolare abbia un
i^ti tgnipossibiie-' sarebbe inutile -
I nronrio nome - f .'É,- tt ancÉe
pa-rtic-olare non-gioverebbe
i:i5.,i"J,I.;i.tiii"i.' oe"i cosa
;ù"-;;;;i;";-i;k .'";;';Aza - 5'- Quali
fìtte.le
.cose
abbiano nomi
parole generali -
- a'-C;;; ;';gono
;;p;i;';;;;ht ,ede iui modo iÀ cui amplifichiamo le nostre
- i. it .t.'ri
ia..'.àòr..tè-aàl;inr'"'i' in poi -. 8' E,ancor pitr esten-
àì;il-i;';;;;. ld*-ttÀptisse lascia'.'do fuori sempre piìr
{ ;;;;-t";; piopti.ta &t ti'totttngono in esse - 9 Le nature
-
-
a

i
174 Indice Indice 175

generali alffo non sono riir ruii paìzlall ed astratte di idee pono fatte - 5. sono evidentemente arbitrarie, in. quanto f idea
più complesse - l0-._pT.chè di solito, ,l.finizioni-ri-i; ii"..i.-to..t" l;.ri.t.nr" - 6. Esempir I'assassinio, I'incesto'
uso...del._genere - 11. II generale e 'l'univeriaie-;à;;'
".11. al fine del lin-
ià"ìiiùui'[i.-'-l' M, ton" tuttavia subordinate prova
dell'intelletto, e non appàrtengono all,esirt.rrru ."u1. "p.;;
É.11à ;;;;;i". n'on fotmrt. ^ .rto - 8. Di ciò sono che-le.specie
l.e parole
cose - 12. Le idee astràtte sorio essenze dei genàii ; d;ii; i",ì?lriiÉìii-a"ti" urti. lingue - 9' Ciò dimostra
specie - 13. Sono opera dell'intellemo, ma hannl il toro iàn_ ioiti,rrit. ai fit-à.iia comunicazione - 10-11' Nei modi
damento nella somiglianza delle .or. _ 14. Og.i la.r-rrt*ìlà "à""""o
;ifi; ;i-;;;.- iÀe tie" legata la combinazione delle idee
distinta è un'essenzà distinta - 1r. C,è t,.ri.riàrru ,"a1. e u.ra ,tu tp..i. 1P. L. origini dei nostri modi
essenza nominale 16. C,è una connessione cortarrt. fru li '"Àiii.ì.';;'i;
;i;'[-;"1;
-àiÀotti" ....hir-o'altrove che nella mente: e anche gue-
nome e l'essenza nominale - 17. L,ipotesi .h. t. ,f..i. -riu"" r,o .h. tono opera delf intelletto, - 1l' L'esser fatte
distinte dalle loro essenze reali è inutile _ iS. ftri.r,ru .;"ià i.ff i.l.ff.,t", senza moàelli, ci fornisce la .ragione. del loro
e quella nominale sono una stessa cosa nelle idee o
-odì ;;;;;;p"t;" in quel modo - 14' I -nomi dei modi misti si
semplici, ma sono diverse nelle sostanze 19. Le .rranr. ".i --- ;;iÉ;r;;i.-pre 1.-loro essenze reali 15' Perchè di solito si
sono ingenerabili e incorruttibili _ 20. Ricapitolazione ---- ;;;;;;;;; i'loro no-i prima delf idea - 16' Perchè mi sono
tanto diffuso su questo argomento

Cep. IV. Dei nomi delle idee semplici 29


C,lp. VI. Dei nomi delle sostanze 54
1. I nomi delle idee semplici, dei modi e delle sostanze hanno
ciascuno qualcosa di peculiare - 2. I nomi delle idee ;.;;il;ì 1. I nomi comuni delle sostanze rappresentano delle specie -
q .4.1t.. sostanze suggeriscono un'esistenza ;*i; _ ;. ì;;; ,. L';;r" di ciascuna sorta di ioìtanza è la nostra idea
delle tdee-_sempÌici e dei_modi significano sempre essenze reali t.,À,i", cui è connesso il nome - l' C'è diversità traindividui.
I'essenza
e nominali insieme - 4. I nomi delle idee semplici iÀ"" i.à.- q.ella reale - 4. Nulla è ess,enziale agli
finibili - 5. Se tutti i nomj fossero a.nniUiti, quesro processo i."".i"ài..
i. ,ol. .Àà percepiamo nelle sostanze individuali
a,ndrebbe alf infinito - 6. Che cosa sia una dehnizion. -'7.-É.; ,à"I'r. ir^iia .h. .o"tà"tonà loro di ricevere i loro nomi -
"ìr.rr.
chè.le idee.semplicì non sono definibili _-A. Er.rnpi, a&"ì_ à. È..r;.,à l. .ssenre reali di sostanze individuali implicano
ip..i. Éti.trirli - 7.-L;.rt.tza nominale determina per noi la
zronr scolasttche del moto - 9. Definizioni moderne-de1 movi_
mento - 10. Definizioni della luce _ 11. Ulteriore ,pi"grriÀn. ;;;;i; :i. i; natura delle. specie è.quale noi la formiamo;
del perchè Ie idee semplici siano indefinibiii - f Z. Si aiÀortà i'. non è l'essenza reale, o il rèssuto delle parti, che non cono-
ilcontrario per Ie idee ìomplesse, con gti esempi dail^;trt"; sciamo; 10. nè Ia forma sostanziale' che.conosclamo anche
e dell'arcobaleno - 11. I cojori sono iridefinibiii p..-.É f,r-ì, ;.;; f 11. Le nostre idee degli spiriti finiti rnediante
e r1i Dio provano
la quale
cecità al colore - 14. Le idee complesse son definibiii iolo uÀ.ÀL .*u che l'essenza .,o-it ul. è la sola
quando ie.idee semplici di cui consiitono ,ono ,r^,. orrenute ;ìtfig;;; i. ,p.ci. delle sostanze - 12' Probabilmente esi-
medlarte l'esperienza - 15. euarto: i nomi del1e idee sem_ stcno rnnumerl specie di spiriti finiti, in una continua serie
p.rlcr hanno un senso meno dubbio di quelli dei modi
misti É.àaàìi.". - 1l'. Che l'esienza delle--specie sia
"nri. ,quella nomi-
e delle sostanze - 16. Le idee_semplici hannò assai po.f,i"i..i_ dimostrato con l'esempio dell'acqua e del ghiaccio -
denti,.in linea praedic_amentali - iz. S.rto,-ino-ì d.U" id.. "i.n inerenti alf ipotesi di un certo numero di essenze
ii.-Oim-ttl
sempli_ci non sono arbitrari, bensì uatti dalla esistenza del1e ,*fi" i:. Ùn'ipotesi groùolana - 16'-I mostri - 17' I mostri
I
cose. modi semplici iono delle specie disiinte? l8' Gli uomini non possono
;;;. ;i;;;" idea deÌle essenze - 19' Le nostre essenze nomi-
nuii d.11. sostanze non sono raccolte perfette 4e11e proprietà
.À. Jit..ta.." dalle loro essenze reali - 20' Ne deriva che i
Cep. V. Dei nomi dei modi misti e dei rapporti 40 nomi sono indipendenti dalle essenze reali, 2l' ma rappre-
.."Jno-i*... quelia raccolta di sostanze semplici.a esprimer
l. I. modi misti rappresentano idee asrrarte, come sli altri i. q""ii rUUir.o fatto il nome - 22' I'e lostre ideeEsempio
astratte
nomi generali - 2. Primo_: le idee astratte if,. .rri ";;p;;;: ;;;;;.-;;i ia -is,-,ra delle specie..che formiamo
sentano sono formate dall,intelletto _ ] secondo: ,o"o-i.o- ;;ù;"à;o '2). Le specie non sòno distinte dalla generazione'
dotte arbitrariamente, e senza modelli - +.-t" qrài màà; ;;; i+. JAf. forme iostanziali - 25' I-e essenze speci{iche co-
"a
176
Indice t77
-.itce

fi'l;[:['" ifi liì otlul, l?,T


i]1, ;,r,u.;,i :";, T.ji "- : :l,o
*,,s
natide,esostanze_^particot;'-;;;'r;;.a1];.rf 104
-,rp. IX. Dell'imperfezione delle
^
parole
rura e variano perciò col u^.iur. ,".rri;.,ii,,l"Ti-
sono a."ji'Ioi,n, _ 2g. Ma
così arbitrarie .o.n. i-Àoii;ir,i"l'29. Di soriro, Ie
non
1. Le parole sono usate per-registrare e comunicare ] ,"itl];
n".rrierì - 2. Oualunque parola può servire a reglstrare I
cssenze nominali g6n5isrsn6_
ai lf.rn.",poche qualità ovvie plr.
cose 10. r,r.,-à".i,.-..à,iirp.*rài,., .,.*t,à lieri - L La òomunicazione mediante parole puo avere scopl
:,ì'..:'jj;.§,j:.
_.i.rr" ."lr"jrc comune - 11. Le essenz" .irìii " niàt"n.i-'-'+.-tGp.rfezione àelle .pàtole.è laspecie
dub-
f. 6s11s sf.tià,.J*ià che dèriva dalla
r) ii'iir^"o ìÀ[iÀri,a del loro^significato,
ÒJ;,#i
tanto più
§ r:$i:*:$",.0'i;
;,n., i:,
sono iniemptg* .-p^rrlti'r"iiì
' l+"rl.,"pi' i'ì
*
tì,r.
::,i ",siu
ciò è adatrato
è"u*ouu.io - lr. Le
l,; ;i-id;. .t. .ippt"t.ntano - 5". Cause naturali della loro im-
;ri;;";;- r-fr.'ial,n.nt. in quelle
;*ì";']. ii* àJt. ,ost^nré - 6. I nomi
che rappresenrano modi
dei modi misti
3l.1f rono auUUi, anzitutto, perchè le idee che rappresentano sono
essere "ffi"':::1,'§,t''
'à?ià'':"'il";:':,T"9""
rrascelr. d-agli uomrnr,- e possono
1"'t,.l3T -determinate La natura ' 7. l; iecondo luogo, perchè. non hanno mo-
eti** i^ [--'iri: ;;;i.;;;t;
di .t.rriÀ1r..'-:,.- ^i1: la
)t' .La l]alura cose simili, ma il à.iii i"'iri.ià - 8. L'uso comune, o pioprietà del.linguaggio'si
modo
;; J'il.J; suficiente - 9. La maniera con--la-quale
alla. loro dub-
i,.,,:f ';i1"9.%io:'*"'Tr"Ìfl l:'*!:':.i:i- ,ì"r."a.r. o"esti nomi contribuisce anch'essa autori -
e le specie .on tr'Tillll l" che^rapporto q''n-o i. g;;;i
ÉIJ;':-i'o. òi-qui t;in.uitabile oscurità- de-gli antichi
dubbio, poichè le idee
ra,cCnorìrflazrone
':-?9.' - 40' Le specie d.llJ.o'..
"'n'J':oi,:o:f ii."ii t.;;; a.iliorni delle sostanze èalla
".,;h.ià'rì"ro*"'r ;h;;r;-t^ppt*.nt^to ti riferiscono realtà de1le cose -
I' A. essenze reali
i#?,il:",Ti1r':''i-:["1'.'J']:,,,i1'J':11;tì"iì.;::: ir. i-;;i ielle sostanze si riferiscono:
idee, hanno a.i ,o.,I'!ràpri"- che non possono essere ionosciute - 13' II' 4- eualità che
4J. È difficile .ona,.ll^*19.4i parole. al p.nri.ro -Ji.-.. ;;.";;i.'ilp.*"iàÀ.nt.
-t"ià conosciute - 14' III' A. qualità
.f,. .i.n-à.iri#,;lrrr. alrrr, conastratte éh. loro attribuiaÀa"ì .à".ir,.ti, *t. imperfettamente - 15' Pur.-così imper-
44-4i. Esempi a, l!ru,t'*.id9e
mrsti chiamati kinneab . ;;r:;;; iàt,i. o".Jti nomi possono servire per-l'uso.civile' ma non
+e-iz. Èràrfii il loo' -nlà'.fico
-
;ì;;"ì,;;;"";'""i;,Jo - l6 Esempio -della patola
48' Le idee u"',,,inf i'ltcie^'di -sostanze chiamata zoh'ab l:)'iiàà"'-"ti.-'er.'npio-aài. parola oto-- ia' t nomi delle
.^p...ia'aìu.À.':i; jÉi:';:i';,f;i jìT,r"'.,r,J,:.f
:ffi ii'.. s.-plici sono i -eno dubbi - 19' più Dopo gyeste vengono
ff ':.',:JH',",?f; ,r"i'r'i't'la',Ì35tii,lilà;i"-I;i;,il;; ['td;'à:i^ilai';;;]i;i-- 20. Ie"o-i du6bi sono-quelri
delle sostanze - 21' Perchè
à".iìàaì--i"i--àii" composti,
;i^dà;il; ;;;;1. i; colpa ài questa imperfezione.- 22 Questo
dovrebbe insegnarci qualche moderazione quando vorremmo-
Cap. VII. Delle parricelle r-;;;;;-ri aliri la nòstra interpretazione dèi vecchi autori
97 i;: S;.i"i'n;;ì;;.;-.it che iiguarda il Vecchio e Nuovo
1. Le particelle con Testamento

H,il',;,:l;li:r.i',rryj.tii:fjtf lij,i:*ti:+::{1I
El:. ll, i suoi pensieri _ +. 'arr. ,àr"',ril"ìi,sesno t23
-À" di qual_ l. p. X. Dell'abuso delle Parole
;::,,:.',','^':. ;, :,"j?liT'to
cella t' -":' Esempio detta
;JÈ,;;:'ll1à',;;.#.,:.jilif .flTj.ldp..TnXìl.i.rÈù;ii:
1. Deplorevoli abusi delle parole - 2' Primo: ci si serve di
-pitole na"un' idea, o nessun'idea
oarole che ,ron ao.rranlorro
Irrii*, ii-i""oA".ono che non portano con sè idee
Cap. VIII. Dei termini asmatti e concreti iiiiril'g-,i ali-1"t.-piiilipio - 3. Alre parole, cui dapprima
101 il; ;.;;;.-a.tt.'ia.., vengono che poi usate senza significati
l. I_ termini astrati non sono predicabili distinti - 4. Ciò dipende dal fatto si appren-dono 1 noml
ià'...rri ino*i appatttngoÀò-- 5' In secondo
Essi manifesrano Ia iie.r.*" I,uno dell,altro, e "tì-ì'ail;ir.ài*nzaìell'applicazioné
^u.À-i. -aìli'à'.rrità,
-delle
parole : 6' In terzo
i,ìi:Ìà;2. .hl'".,e"t.u I. no_ irà"".
il;E;; 1;;È;ilion. come tra i Peripatetici e
17t4
Indtre -rdrce t79
altre sette filosofiche _
contribuiro a quesro "§.'ìt'.hì='i,iH:
!.L^ _logica,e Ie dispute hanno molto applicare le parole a quelle idee cui le ha collegate I'uso co
chiamato sottiglìezza . "uulo erroneamenre mune -
12. Quarto rimedio: dichiarare il senio in cui le
taggio aua ;;:i;ì;-: rB 8."';ì"dìl[ff: ;,id,,|,i*#.[1i; usiamo - 13. E questo si può fare in tre modi - 14. Nel1e idee
conoscenza e della comunicazione _ ii. semplici, o mediante sinonimi, o mosrrando esempi - 15. Nei
quanto lo sarebbe il É ;;ii; modi misti, mediante la definizione - 16. La morale è suscel-
lettere deil,atfabeto - 12.
"iili,-.,,; dalle
.confondere L,ori ia#resentati tibile di dimostrazioni 17. Le definizioni possono rendere
a;;;àé H'ilfJrt" anche Ie no_
di religione e di. giustizia, chiari i discorsi di rnorale - 18. E solo per questa via può
rioni
brata per it sapere _ ,1:"Il,d;,;
rr. . ,on à.ìe essere scam- venir fatto conoscete il significato dei modi misti - i9. Nel
pcr cose - I5..Esempio gellà parola lrù;;i.àì.nao Ie parote caso delle sostanze, 1a definizione si ottiene sia mostràndo la
che perpetua gli errori _ 17. iilt[rà'-l 16-.- È ff;;; cosa che definendo il nome - 20. I1 miglior modo di dare
che non possono Q;into: ;;;;;;ì. a indicare cose f idea delle qualità diretrici delle sostanze è quello di mo-
_
per le essenze reali delle sosranze _lg Ad-;;mpio,
raopresenraie -pe;; usandoli strarle - 21. E sarà ben dificile darla altrimenti - 22. L'idea
19. crediamo che
un cambiamento delle nostre^ idee Àrrpf...."a.ne dei poteri delle sostanze la si ottiene meglio mediante Ja de-
non ne cambi Ia soeci4 - 20. sostanze finizione - 21. Riflessione sulla conoscenza de1le cose corporee
che la natura oo.ii ...p.. in .euesto ;É;;;;r.. dal supporre da parte di spiriti incorporei - 24. Le idee delle sostanze deb-
rigidi atle speciè _ 21. euesto m-odo regolare, e metta
.br;-;i"i;;ja su duelimiri bono anche essere conformi alle cose - 25. Ma non è facile
supposizioni - 22. sesto: supponendo false renderle tah - 26. Quinto rimedio: usare una parola costan-
usate abbiano un senso
ihe-lJ*parore
,rttri da noi temente nello stesso senso - 27. Quando non sia usata cost,
sono non capire _ 23. I "*I{iq.';;i;rì;, .ir". ,,on por- la vatiazione dev'essere spiegata
fini del lind;ÀÀi;; ;;irn", comunicare
le nosrre idee - 24. Secondo, f^..ì-a ii._ojo
terzo Iuogo, comunicare. con esso l, rapido _ 25. In
parole farrisiano ;i-.;;pì;;
.o;;r;;r;; delle cose
ràI'il
_

casr: l. quando sono usate senza


prrmot
^r"u:,.C:T,: tutti qu.,ri
idee - 27 S.c;;;;
lyanjo alle idee complesse ;;;; .Jin.rri dei nomi
28. Terzo, quando lo 'stesso ";; segno_ non ,ri.rr."_ar.o p.. l^
_

sressa jdea - 29. Ouarto,


c3a1do l.--p;-j;^r;;gono deviare
dal loro ,rn .o.unì 30^a;ì;;,'irilà;'r"'r:'nomi
maginazioni fantastiche _ di im_
fallire al loro compito
lrì S..ir"'ri.']"i)]"è.*. possono
I.
prror."quìnào ,'ripà.n,ano delle
sostanze - 3J. Che cosa acèada
34.
,.i i^ro a.i-Iràài à-'a.i i#
BLll,--- Settimo, ,p.rro .i' ,À"rà-a.rìà"'rireia cot partar
llgurato

Cep. XI. Dei rimedi alle predette imperfezioni


delle parole
e abusi
I_1

1. Vale Ia pena di cercare dei rimedi _


da trovare 2. Ma non son facili
). Ma sono .necessari .f,i .i.!r.u la verità -
4. II cattivo uso delle.parol.;;;;;"-.r*u
"
ha. reso.gli uomini pi,: àì'.rro.i _ 5. Esso
;;;;,;,T;;i'.
più inclini a cavillarè iniorno ai suonl #il#
_ 6. Li ha resi
_ ì.'Ér.rnpl, pipistrello
e uccello - 8. Rimedi. p.;mo ,imeii-o',^.,o.,
senza che vi sia connessa un, ia.a _
,iuì. alcuna parola
S"§L..nào ,i_.aio: con_
netrere alle parole irlee disdrue 1 j.,.";ì;;i,
nei modi miiti - I0..h, avere idee disrinte specialmenre
cose quando le parole esprimono e conformi alle
*"""r.'-^ ir.'Terzo rimedio:

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