Sei sulla pagina 1di 16

IL TEMA DELL’INFANZIA

NEL VANGELO DI TOMMASO


PAOLA MARONE
Roma

1. INTRODUZIONE

Dopo la scoperta della cosiddetta Biblioteca di Nag Hammadi


(1945) c’è stato un interesse crescente da parte della comunità
scientifica per il Vangelo di Tommaso1 e per i Racconti
dell’infanzia del Signore Gesù, altrimenti noti come Vangelo
dell’infanzia di Tommaso o Vangelo dello Pseudo-Tommaso2. Di
fatto, nel momento in cui si è compreso che questi due testi apocrifi
del cristianesimo delle origini sono due opere completamente
indipendenti l’una dall’altra, si sono spese molte energie per
ricostruirne la tradizione manoscritta, così come per conoscerne
appieno il significato teologico. Ma se i Racconti dell’infanzia del
Signore Gesù, che riguardano fondamentalmente la vita di Gesù
dai cinque ai dodici anni, sono stati ampiamente utilizzati per
riflettere sul ruolo dell’infanzia nel mondo antico3, basti pensare
che anche il recente volume miscellaneo Children in Late Ancient
Christianity, a cura di Horn e Phenix, vi ha dedicato ben due
interventi4, il Vangelo di Tommaso, che pure presenta varie
1 Cfr. The Gospel according to Thomas. Coptic text established and translated, a cura di
A. GUILLAUMONT, H.-C. PUECH, G. QUISPEL, W. TILL, Y. ‘ABD AL MASIH, Leiden-
London 1959.
2 Cfr. S.J. VOICU, “Verso il testo primitivo dei Παιδικά τοῦ κυρίου Ἰησοῦ ‘Racconti
dell’infanzia del Signore Gesù’”, in Apocrypha 9 (1998), pp. 7-95.
3 Cfr. p. es. R. AASGAARD, “From Boy to Man in Antiquity: Jesus in the Apocryphal
Infancy Gospel of Thomas”, in Thymos: Journal of Boyhood studies 3/1 (2009), pp. 3-20;
ID., The Childhood of Jesus: Decoding the Apocryphal “Infancy Gospel of Thomas”,
Eugene 2009; C. FRILINGOS, “No Child Left Behind: Knowledge and Violence in the
‘Infancy Gospel of Thomas’”, in Journal of Early Christian Studies 17/1 (2009), pp. 27-
54.
4 Cfr. R. AASGAARD, “Uncovering Children’s Culture in Late Antiquity: The Testimony
of the Infancy Gospel of Thomas”, in C. Horn-R.R. Phenix (a cura di), Children in Late

Bibbia ee Oriente
Bibbia Oriente LIX, NNN (2017), pp. (2017),
LIX, 271-272-273-274 NNN-NNN pp. 125-141
125-140
125-142
ISSN 0006-0585 © Sardini Editrice
2 126 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

occorrenze del termine “bambino”, ha dato luogo solo a


considerazioni marginali in questo senso5. Inoltre dopo lo studio di
Lelyveld (Les Logia de la vie dans L’Evangile
l selon Thomas)6, che
ha preso in considerazione in una prospettiva escatologica il
neonato del Logion 4, e dopo l’articolo di De Conick e Fossum
(Stripped before God: A New Interpretation of Logion 37 in the
Gospel of Thomas)7, che si è occupato dei fanciulli del Logion 37
in relazione al sacramento del battesimo, non sono stati pubblicati
altri lavori.
In tal senso, convinti di andare a colmare un vuoto nel panorama
bibliografico della letteratura cristiana dei primi secoli, si decide di
concentrare l’attenzione sul ruolo che assume il tema dell’infanzia
nel sopra citato Vangelo di Tommaso8. Nello specifico si vogliono
analizzare gli elementi di novità che questo testo fornisce rispetto
ai Vangeli canonici e rispetto ai coevi documenti prodotti dalle
sette gnostiche vicine al mondo giudaico. In particolare si intende
capire perché esso privilegi i neonati intenti a succhiare i latte (cfr.
Logia 4; 22) rispetto ai fanciulli già in grado di relazionarsi con il
mondo esterno (cfr. Logia 21; 37; 46), e si vuole scoprire perché

Ancient Christianity, (Studien und Texte zu Antike und Christentum 58), Tübingen 2009,
pp. 1-28; T.J. BURKE, “Social Viewing” of Children in the Childhood Stories of Jesus”, in
ibidem, pp. 29-44.
5 Cfr. p. es. H.C. KEE, “Becoming a Child in the Gospel of Thomas”, in Journal of
Biblical Literature 82 (1963), pp. 307-314; D. PATTE, “Entering the Kingdom like
Children: a Structural Exegesis”, in Society of Biblical Literature Seminar Papers 21
(1982), pp. 371-396; V.K. ROBBINS, “Pronouncement Stories and Jesus’ Blessing of the
Children: a Rhetorical Approach”, in Semeia 29 (1983), pp. 42-74; J.D. CROSSAN,
“Kingdom and Children: a Study in the Aphoristic Tradition”, in Semeia 29 (1983), pp.
75-95.
6 Cfr. M. LELYVELD, Les Logia de la vie dans L’Evangile
l selon Thomas: a la recherche
d’une tradition et d’une redaction, (Nag Hammadi Studies 34), Leiden 1987, pp. 25-32.
7 Cfr. A.D. DE CONICK - J.E. FOSSUM, “Stripped before God: A New Interpretation of
Logion 37 in the Gospel of Thomas”, in Vigiliae Christianae 45 (1991), pp. 132-135.
8 Per conoscere i principali orientamenti della ricerca che riguardano il Vangelo di
Tommaso cfr. Gospel of Thomas Bibliography, Coptic & Greek Texts,
http://agraphos.com/thomas/bibliography/; inoltre per un’ampia bibliografia sull’infanzia
nel mondo antico cfr. Children in the Ancient World and the Early Middle Ages. A
Bibliography, http://uta-fi.academia.edu/VilleVuolanto/Papers/163757/1Children_in_the_
Ancient_World_and_the_Early_Middle_Ages_8th_c._BCE_-_8th_c._CE_
ILIL
TEMA
TEMADELL’INFANZIA NELVANGELO
DELL’INFANZIA NEL VANGELO DIDI TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone127 3
Marone
_______________________________________________________________________

veda il fedele già pronto a entrare nel Regno di Dio come un


bambino di pochi giorni e quelli che ancora si preparano a
raggiungere la perfezione spirituale come dei fanciulli di qualche
anno.

2. ESAME DEL TESTO

2.1. I Logia 4 e 22

Il Vangelo di Tommaso annunciava che avrebbe avuto la vita


eterna, e quindi sarebbe entrato nel Regno di Dio, il vecchio capace
di interrogare il bambino di sette giorni sul luogo della vita. Diceva
infatti Gesù nel Logion 4: “L’uomo vecchio nei suoi giorni che non
esiterà a interrogare il bambino di sette giorni sul luogo della vita,
vivrà. Poiché molti primi saranno gli ultimi e diventeranno uno
solo”. Ma che cosa poteva mai insegnare un bambino di sette
giorni a un uomo adulto, quando secondo il senso comune era
prerogativa degli anziani istruire i giovani sulle cose fondamentali
della vita? Certamente non poteva parlare, ma era comunque in una
posizione privilegiata rispetto agli altri esseri umani, dato che si
trovava all’inizio del suo percorso terreno, ma non era stato ancora
contaminato dal contatto con la materia. In questo senso poteva
essere utile al vecchio per acquisire quella percezione spirituale
della realtà, che sarebbe stata indispensabile per entrare nel Regno
di Dio9.
Probabilmente “i sette giorni” del neonato non erano casuali, se
si pensa che nel mondo ebraico il primo contatto del bambino con
le guide religiose avveniva proprio all’ottavo giorno di vita,
durante i riti della circoncisione e dell’imposizione del nome che si
svolgevano nel tempio. Ma le parole di Gesù ruotavano
principalmente intorno all’inversione dei ruoli tra il vecchio e il

9 Sul bambino del Logion 4 inteso come una guida spirituale cfr. LELYVELD, Les Logia de
la vie, p. 30; R. MILLER-S.L. DAVIES, The Gospel of Thomas: A Guidebook for Spiritual
Practice, Nashville 2004, p. 41 ss.
4128 BIBBIA BIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

neonato, e precisamente tra “il vecchio nei suoi giorni” e “il


bambino di sette giorni”, e di conseguenza comportavano la
trasformazione di “molti dei primi” in “ultimi”. Solo rovesciando
la scala dei valori che vigevano nel mondo, si poteva capire perché
un uomo adulto avrebbe potuto apprendere qualcosa da un neonato.
Comunque non si trattava di una semplice inversione di ruoli tra
vecchi e giovani, o tra primi e ultimi, visto che, stando al nostro
testo, il neonato oltre a rendere tangibile il superamento dei valori
terreni (“molti primi saranno gli ultimi”), doveva fare scomparire
ogni forma di dualismo (“diventeranno uno solo”)10.
Ma solo dal Logion 22 veniamo a sapere cosa comportava tutto
questo per i fedeli. Lì infatti Gesù annunciava che quelli che
assumevano il cibo spirituale avrebbero raggiunto l’unità e
sarebbero entrati nel Regno di Dio con il corpo ricostruito come
quello dei neonati11. Precisamente nel Logion 22 Gesù, alla vista di
alcuni bambini che erano allattati al seno, diceva: “Questi bambini
che stanno succhiando il latte sono simili a coloro che entrano nel
Regno”. E poi ai suoi discepoli che a quel punto gli chiedevano:
“Se saremo piccoli, entreremo nel Regno?”, rispondeva: “Quando
di due farete uno, e farete sì che l’interno sia come l’esterno e
l’esterno come l’interno, e l’alto come il basso, e quando farete del
maschio e della femmina una cosa sola, cosicché il maschio non sia
più maschio e la femmina non sia più femmina, e quando avrete un
occhio al posto di un occhio e una mano al posto di una mano e un
piede al posto di un piede, un’immagine al posto di un’immagine,
allora entrerete nel Regno”. Secondo questo insegnamento, i fedeli,
che pure come i discepoli avevano intrapreso un percorso di
perfezionamento spirituale, dovevano ritornare con ogni singola

10 Vari studiosi hanno letto nel Logion 4 un esempio della dottrina della singolarità basato
sul ritorno a uno stato primordiale di unità. A questo proposito cfr. S.H. GRIFFITH,
“Asceticism in the Church of Syria: The Hermeneutics of Early Syrian Monasticism”, in
V. Wimbush-R. Valantasis (a cura di), Asceticism, New York 1995, pp. 220-229; A.F.J.
KLIJN, “The “Single One” in the Gospel of Thomas”, in Journal of Biblical Literature 81
(1962), pp. 271-278; J.J. BUCKLEY, Female Fault and Fulfilment in Gnosticism, Chapel
Hill-London 1986, pp. 95-101.
11 Sul tema dell’unità sviluppato nel Logion 22 cfr. BUCKLEY, Female Fault and
Fulfillment, pp. 89-91.
IL IL
TEMA DELL’INFANZIA
TEMA NEL VANGELO
DELL’INFANZIA NEL VANGELO DIDI TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone1295
Marone
_______________________________________________________________________

parte del loro corpo allo stato in cui si trovavano quando avevano
pochi giorni di vita, per riuscire a diventare una cosa sola con la
realtà che li circondava, ovvero dovevano imitare i neonati per
percepire il mondo in modo nuovo, fino al punto di sostituire alla
rappresentazione del mondo maturata in età adulta la realtà del
mondo vissuta al momento della nascita12.
Dunque, in base alle parole di Gesù, poteva entrare nel Regno di
Dio solo la persona che, come un bambino dal corpo appena
formato, emergeva da processi evidentemente complessi, che
comportavano il passaggio dalla duplicità all’unità, ma anche la
convergenza dell’interno verso l’esterno, la trasmutazione del
superiore nell’inferiore e la fusione dei due sessi in un sesso
nuovo13. In sostanza poteva entrare nel Regno di Dio solo chi,
come un neonato, superava gli opposti presenti nella natura
(uomo/donna, interno/esterno, inferiore/superiore) e nella società
(vecchi/giovani, primi/ultimi) e in qualche modo era in grado di
assaporare quella quiete assoluta che poi avrebbe goduto
pienamente nella vita ultraterrena14.

2.2. I Logia 21, 37 e 46

Ora, procedendo nella nostra indagine, ci rendiamo conto che


secondo il Vangelo di Tommaso i discepoli di Gesù potevano
essere paragonati a dei fanciulli, ma andavano nettamente distinti
dai neonati. Infatti nel Logion 21 Gesù paragonava i suoi discepoli
a dei fanciulli di un’età decisamente superiore ai neonati dei Logia
4 e 22. E precisamente a Maria Maddalena che gli chiedeva: “A chi

12 Secondo M. ERBETTA (Gli apocrifi del Nuovo Testamento, I/1, Casale Monferrato
1966, p. 268, n. 22), con ogni probabilità, l’immagine che doveva prevalere era quella del
mistero della rigenerazione.
13 Sulla fusione dei due sessi in un sesso nuovo cfr. W.C. TILT, “New Sayings of Jesus in
the Recently Discovered Coptic ‘Gospel of Thomas’”, in Bulletin of the John Rylands
Library 41 (1958-1959), p. 455.
14 Del resto nel Logion 19 (“in paradiso per voi ci sono cinque alberi che non mutano né
l’estate né l’inverno e le loro foglie non cadono mai”) il Regno di Dio veniva raffigurato
come un luogo di quiete assoluta.
6130 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

somigliano i tuoi discepoli?”15, egli rispondeva: “Sono simili a dei


fanciulli che si sono introdotti in un campo che non è il loro”, e
aggiungeva: “Quando verranno i proprietari del campo e diranno:
“Lasciateci il nostro campo!” essi si spoglieranno dei vestiti e
lasceranno il campo…”. Dunque in base al nostro testo i discepoli
erano rappresentati come dei bambini capaci di abbandonare
rapidamente il luogo dei giochi e di spogliarsi facilmente dei
vestiti, fondamentalmente perché loro appartenevano al mondo
spirituale e non avevano alcun legame con i beni materiali in
genere (“campo”), e con il corpo in particolare (“vestiti”)16.
Ma la correlazione tra i fanciulli e i discepoli non finiva qui.
Infatti, nel Vangelo di Tommaso Gesù esortava i suoi discepoli a
imitare i bambini, non solo nello spogliarsi senza vergogna, ma
anche nel calpestare i vestiti. Ai discepoli che gli chiedevano:
“Quando ti manifesterai a noi, e quando ti vedremo?”, Gesù
rispondeva nel Logion 37: “Quando vi spoglierete senza provare
vergogna, e vi toglierete gli abiti e li deporrete ai vostri piedi come
i bambini e li calpesterete. Allora vedrete il Figlio dell’Essere
Vivente e non avrete paura”. Quindi la rivelazione di Gesù doveva
essere preceduta da due azioni, quella dello spogliarsi e quella di
calpestare i vestiti, che oltre a riguardare il rifiuto del corpo e della
sessualità, rimandavano al cammino spirituale che doveva fare
progredire nella conoscenza ultraterrena. Così se già “il bambino di
sette giorni”, come abbiamo visto sopra17, serviva per spingere i
fedeli ad assumere una nuova identità e a vivere senza seguire i
valori del mondo materiale, anche l’invito a imitare i bambini nello
spogliarsi senza pudore e nel calpestare i vestiti andava nella stessa

15 In relazione al Logia
Logion 114, comprendiamo che la Maria del Logion
Logion Logia 21 non era la madre di
Gesù, ma era Maria Maddalena. A tale proposito cfr. anche Vangelo di Filippo 32,55.
16 Nell’abbandono dei vestiti alcuni studiosi hanno voluto vedere il rifiuto dei valori
sociali, visto che i vestiti servivano appunto per evidenziare l’appartenenza a una
specifica classe sociale, altri studiosi vi hanno letto un richiamo alla nudità fisica tipico
degli asceti e dei santi nudi dell’antichità e degli inizi del cristianesimo. Su queste due
interpretazioni dell’abbandono dei vestiti cfr. S.J. PATTERSON, The Gospel of Thomas and
Jesus, Polebridge 1993, pp. 127-128; R. VALANTASIS, Il Vangelo di Tommaso. Versione
copta integrale commentata, trad. it. a cura di M. Faccia, Roma 2005, pp. 116-117.
17 Cfr. Logion 4.
IL TEMA DELL’INFANZIA
IL TEMA DELL’INFANZIA NEL VANGELODIDITOMMASO
NEL VANGELO TOMMASO - Paola
- Paola Marone 1317
Marone
_______________________________________________________________________

direzione, ovvero incitava i fedeli a diventare uomini nuovi in


attesa di entrare nel Regno di Dio18.
Infine, per completare questa nostra panoramica sul ruolo
dell’infanzia nel Vangelo di Tommaso, rimane ancora da prendere
in considerazione il Logion 46, dove Gesù elogiava Giovanni
Battista e invitava i suoi discepoli ad alzare gli occhi, che
normalmente erano tenuti bassi come segno di rispetto, per vedere
l’Essere ingenerato che nessuna donna della terra aveva partorito.
Si legge infatti nel Logion 46: “Da Adamo fino a Giovanni Battista
non c’è stato nessuno, tra coloro che sono nati da donna, più
grande di Giovanni Battista. Ma, affinché gli occhi non si
ingannino, io ho però detto che chiunque tra di voi si fa piccolo
conoscerà il Regno e diventerà più grande di Giovanni Battista”.
Ancora una volta imitando i bambini, e in particolare guardando
senza timore la realtà, i discepoli avrebbero potuto conoscere Dio.
Così Gesù destituiva di fondamento la vecchia economia, che era
iniziata con Adamo e in Giovanni Battista aveva trovato la sua
massima espressione. Il suo invito a farsi piccoli era in contrasto
con il sistema inaugurato da Adamo, e doveva essere una rinascita,
che in qualche modo rinnovava e rendeva degni della vita eterna.

3. FONTI

3.1. Fonti bibliche

Quasi tutti i testi del Vangelo di Tommaso relativi all’infanzia


hanno delle affinità con la Bibbia in genere e con i Vangeli
canonici in particolare. Per esempio le parole del Logion 4 “Poiché
molti primi saranno gli ultimi” sono sostanzialmente uguali a Mt
19,30 (“E molti dei primi saranno gli ultimi”, cfr. anche Mc 10,31
// Lc 13,30) e simili a Mt 20,8.12. Anche la parabola matteana

18 Sul tema della conoscenza, che costituisce il filo conduttore del Vangelo di Tommaso,
cfr. Logion 1 (“Disse egli questo: ‘Chi scoprirà l’interpretazione di queste parole non
gusterà la morte’”).
8132 BIBBIA BIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

degli operai chiamati a lavorare nella vigna al momento della paga


metteva “i primi” che avevano lavorato per tutto il giorno a
confronto con “gli ultimi” che avevano lavorato solo un’ora (Mt
20,8.12). Analogamente in Mc 9,35 (“se uno vuol essere il primo,
sia l’ultimo di tutti”), Gesù proponeva ai discepoli il suo nuovo
statuto e nello specifico invitava chi voleva “essere il primo” della
sua comunità a essere “l’ultimo di tutti e il servo di tutti”. Ma,
come ha notato giustamente Lelyveld, “ce n’est pas la hiérarchie
communautaire ecclésiale qui est ici exprimée; celle-ci s’exprime
plutôt par des vocables comme: “plus grand et plus petit”, ou
“honoré et serviteur”. Ici il s’agit d’une hiérarchie juive
préchrétienne qui s’occupe de la préséance dans l’ordre de la
résurrection”19.
Certamente “il bambino di sette giorni” del Logion 4 ricorda i
bambini della settimana perfetta tipici della letteratura apocalittica,
come Enoch nato “il settimo giorno della prima settimana, mentre
la giustizia e la legge tardavano a venire” (1 Enoch 93,3), o anche
Adamo creato da Dio “nella prima settimana” in totale sintonia con
la natura (Libro dei Giubilei 3,8; Gen 1,24)20. Però, mentre la
letteratura apocalittica focalizzava l’attenzione sul tempo delle
origini, il Vangelo di Tommaso si rivolgeva fondamentalmente alla
fine dei tempi, e quando spingeva “l’uomo vecchio nei suoi giorni”
a non esitare a “interrogare il bambino di sette giorni sul luogo
della vita”21, intendeva invitare i fedeli a intraprendere quel
percorso di purificazione spirituale che li avrebbe condotti ad
accedere al Regno di Dio22.

19 LELYVELD, Les Logia de la vie, p. 30.


20 Sulla “singleness” di Adamo che può essere collegata alla tradizione giudaica del
“childlike asexual innocence” cfr. H. KEE, “’Becoming a Child’ in the Gospel of
Thomas”, in Journal of Biblical Literature 82 (1963), pp. 307-314; A.F.J. KLIJN, “The
‘Single One’ in the Gospel of Thomas”, in Journal of Biblical Literature 81 (1962), pp.
271-278.
21 Cfr. Logion 4.
22 Per questo Lelyveld (Les Logia de la vie, p. 29) sosteneva che “il n’est pas exclu que
l’enfant messianique dans ce contexte de l’Evangile selon Thomas soit Jésus, le Messie
sapientiel”. Per una valutazione complessiva del bambino del Logion 4 cfr. M.W.M.
MEYER, “Making Mary Male: The Categories of ‘Male’ and ‘Female’ in the Gospel of
IL IL
TEMA DELL’INFANZIA
TEMA NELVANGELO
DELL’INFANZIA NEL VANGELO DIDI TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone133 9
Marone
_______________________________________________________________________

Inoltre il monito del Logion 22 a imitate i bambini per entrare


nel Regno di Dio (“Questi bambini che stanno succhiando il latte
sono simili a coloro che entrano nel Regno”) può essere posto in
relazione con il passo di Mt 19,13-14, e con i passi paralleli di Mc
10,13-15 //e Lc 18,16-17, in cui Gesù dice ai discepoli: “Lasciate
che i bambini vengano a me, perché di questi è il Regno dei cieli”.
Viceversa l’affermazione “il maschio non sia più maschio e la
femmina non sia più femmina”, che secondo il Logion 22 si doveva
realizzare nell’escatologia, è in linea con Mt 22,30 e con Mc 12,25
// Lc 20,35, che affermano che “al momento della resurrezione non
si prende né moglie né marito, ma si è come angeli nel cielo”.
E ancora i discepoli, nella loro immagine meno lusinghiera che
mostrano nel Logion 22, quando chiedono al Signore se dovranno
essere piccoli per entrare nel Regno di Dio (“Se saremo piccoli
entreremo nel Regno di Dio?”), in qualche modo rievocano Gv 3,1-
5, in cui Nicodemo si rivolge a Gesù per sapere se si dovrà
“nascere di nuovo” per vedere il Regno di Dio, e gli chiede
precisamente: “Come può un uomo nascere quando è vecchio? Può
forse entrare una seconda volta nel grembo di sua madre e
rinascere?” (Gv 3,4). D’altra parte la figura del bambino proposta
dal Logion 22 come modello per i discepoli richiama alla memoria
il Sal 131,2 (“Io sono tranquillo e sereno come bimbo svezzato in
braccio a sua madre, come bimbo svezzato è l’anima mia”), dove il
credente a nome di Israele esprime la sua totale fiducia nel Signore
con l’immagine del bimbo svezzato che non ha più bisogno del
latte materno e si sente al sicuro e protetto sul seno della madre; e
fa pensare anche a Is 66,12-13 (“Come una madre consola un figlio
così io vi consolerò; in Gerusalemme sarete consolati”), che parla
dei profughi come dei figli portati in braccio e accarezzati sulle
ginocchia della madre.
Anche i Logia 21, 37 e 46, sui fanciulli già in grado di giocare
all’aria aperta, presentano delle significative analogie con alcuni
testi biblici. In particolare i fanciulli del Logion 21, nell’atto di

Thomas”, in New Testament Studies 31 (1985), pp. 538-539; M. LELYVELD, Les Logia de
la vie, pp. 25-32.
10134 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

spogliarsi (“essi si spoglieranno dei vestiti e lasceranno il campo”),


assomigliano ad Adamo ed Eva di Gen 2,25 (“L’uomo e la sua
donna, tutti e due, erano nudi, ma non avevano vergogna”), nudi
senza vergogna, prima di commettere il peccato23; viceversa i
fanciulli del Logion 37, mentre calpestano i loro vestiti, ricalcano
lo stato d’animo degli uomini di 2 Cor 5,1, che si sentono pronti a
lasciare il “corpo terreno” per conquistare “una dimora eterna…
nei cieli”. Inoltre l’identificazione dei discepoli con i bambini,
proposta sempre dal Logion 21, si trova anche in Lc 10,23-24, dove
i bambini sono chiamati beati perché vedono e ascoltano ciò che
molti profeti e re hanno desiderato vedere e udire.
Infine il tema del superamento dell’antica economia proposto
nel Logion 46 lo riscontriamo anche nei passi di Mt 11,11 e Lc
7,28, dove Gesù afferma che “tra i nati di donna non ne è sorto uno
più grande di Giovanni il Battista; tuttavia il più piccolo nel Regno
dei cieli è più grande di lui”. E come ha rilevato De Conick “in
Logion 46, as in the Synoptic parallels (Mt 11,11 // Lc 7,28), we
see a striking example of the reversal of power roles: in the
Kingdom, even the child, the ultimate example of the powerless in
the ancient world, will be superior to the great prophet John the
Baptist himself”24. Anche nei Vangeli sinottici Gesù dichiarava che
“tra i nati di donna non ne è sorto uno più grande di Giovanni il
Battista” e che “il più piccolo nel Regno dei cieli è più grande di
lui” (Mt 11,11), non per mettere a confronto la diversa dignità di
quelle persone, ma per riflettere sulla loro diversa collocazione
nella storia della salvezza. Per cui se Gesù con i suoi gesti e le sue
parole rendeva presente nella storia il Regno di Dio, “il più piccolo
nel Regno dei cieli” era il fedele che aveva il privilegio di vivere
nella nuova economia inaugurata da Gesù.
Così il'infanzia
bambini nella tradizione dei Vangeli sinottici, prima
ancora che nel Vangelo di Tommaso, non rappresentavano una

23 Cfr. DE CONICK-FOSSUM, Stripped before God, p. 135. Su Adamo cfr. R. VALANTASIS,


“Adam’s Body: Uncovering Esoteric Tradition in the ‘Apocryphon of John’ and Origen’s
‘Dialogue with Heraclides’”, in The Second Century 7 (1989-1990), pp. 150-162.
24 A.D. DE CONICK, “Recovering The Original Gospel of Thomas: A History of the
Gospel and its Growth”, in Bulletin for Biblical Research 17 (2007), p. 140.
IL IL
TEMA DELL’INFANZIA
TEMA NEL VANGELO
DELL’INFANZIA NEL VANGELO DIDI TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone135
Marone 11
_______________________________________________________________________

situazione anagrafica o sociale, ma la meta di un itinerario, il punto


di arrivo di un processo di maturazione spirituale. E in particolare
il Vangelo di Matteo riportava l’invito di Gesù ai discepoli affinché
si convertissero, ovvero “diventassero piccoli” nei loro rapporti
comunitari e davanti a Dio per entrare nel Regno dei cieli (Mt
18,3). La ricerca del profilo spirituale dei “piccoli” offriva
l’occasione per riscoprire le radici della spiritualità cristiana
centrata su Gesù e attenta alla dignità di ogni essere umano. Ma
alla base di tutto c’era sempre l’esperienza di Gesù, il Figlio
dell’uomo, che si era reso solidale con la condizione umana, fino al
gesto estremo della morte in croce.

3.2. Fonti gnostiche

Certamente tutti i riferimenti ai bambini che abbiamo incontrato


nei Logia 4, 21, 22, 37 e 46 avevano a che vedere anche con la
cultura gnostica, visto che è ormai fuori discussione che nel
Vangelo di Tommaso siano confluiti vari elementi dello
gnosticismo siriano, e considerato che l’infanzia è un motivo ben
rappresentato in tutti i testi della biblioteca di Nag Hammadi. Del
resto Ippolito nelle Refutationes sosteneva che, secondo i Naasseni
e secondo il Vangelo di Tommaso, Gesù avrebbe detto: “Chi mi
cerca mi troverà nei bambini di sette anni: infatti là nascosto nel
quattordicesimo eone mi renderò manifesto”25. E anche se nella
versione del Vangelo di Tommaso che è giunta fino a noi si parla di
un “bambino di sette giorni”26 e non di sette anni, molti altri
elementi che esulano dal tema dell’infanzia fanno effettivamente
propendere per un collegamento tra la setta dei Naasseni e il
Vangelo di Tommaso, tanto che secondo Ménard si può pensare
che “l’Évangile selon Thomas appartient dans son ensemble, … au
milieu des Apocryphes néotestamentaires et, de lui comme des
autres écrits du genre, il faut dire qu’il dépend des Évangiles
canoniques”, e anzi “dans son cas particulier, il faut ajouter que ces

25 IPPOLITO, Ref. V,7,20.


26 Cfr. Logion 4.
12136 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

Évangiles canoniques sont parvenus à lui par l’intermédiaire des


versions syriaques”27.
In questo senso “il bambino di sette giorni” del Logion 4 fa
pensare al rilevatore gnostico, che trae dall’ignoranza, e grazie alla
sua tenera età vive nel mondo terreno, senza essere contaminato
dalla materia, e ricorda il neonato che appare a Valentino come
manifestazione del Logos28. Dunque “il bambino di sette giorni”
doveva essere una sorta di essere preesistente, in possesso di tutti i
misteri della vita e del cosmo, portatore di una rivelazione per gli
esseri imprigionati nella materia, capace di insegnare anche ai
vecchi, in quanto particolarmente vicino al “Luogo della Vita” o al
‫מָקוֹם‬
“Luogo” (in ebraico maqom), cioè alla divinità e alla sua sede29.
Viceversa i fanciulli del Logion 21, che vivevano la condizione di
estranei nel campo dove giocavano, dovevano simboleggiare gli
pneumatici, collocati provvisoriamente nel mondo materiale, ma
destinati a raggiungere il mondo spirituale30.
D’altra parte la dottrina gnostica dell’emanazionismo ci può
aiutare a capire cosa significasse esattamente imitare i lattanti del
Logion 22 (“Questi bambini che stanno succhiando il latte sono
simili a coloro che entrano nel Regno”) per raggiungere l’unità
degli opposti (esterno/interno, alto/basso, maschio/femmina) ed
entrare nel Regno dei cieli (“Quando di due farete uno, e farete sì
che l’interno sia come l’esterno… e l’alto come il basso, e quando
farete del maschio e della femmina una cosa sola, … allora
entrerete nel Regno”). Infatti il Dio di tale dottrina era il punto di

27 J.-E. MÉNARD, L’Evangile selon Thomas, (Nag Hammadi Studies 5), Leiden 1975, p.
26. Inoltre sui possibili collegamenti tra la setta dei Naasseni e il Vangelo di Tommaso
cfr. E.M.J.M. CORNELIS, “Quelques éléments pour une comparaison entre l’Évangile de
Thomas et la notice d’Hippolyte sur les Naassènes”, in Vigiliae Christianae 15 (1961),
pp. 83-104.
28 Cfr. IPPOLITO, Ref. VI,42,2.
‫ מָקוֹם‬cfr. G. FILORAMO, Il Dio di Gesù Cristo e i monoteismi, Roma 2003, pp.
29 Sul maqom
140-141.
30 Per esempio nell’Apocrifo di Giovanni 2,2, nell’Apocalisse di Paolo 18,6 e nel
Zostriano 2,9 i bambini rappresentavano gli pneumatici, che ritrovavano con la gnosi il
loro vero essere. Sui bambini intesi come metafora degli pneumatici cfr. G. FILORAMO, Il
risveglio della gnosi ovvero diventare Dio, Bari 1990, p. 52.
IL IL
TEMA DELL’INFANZIA
TEMA DELL’INFANZIA NEL VANGELODIDI
NEL VANGELO TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone 137
Marone 13
_______________________________________________________________________

origine e il vertice di tutte le cose, e si esprimeva attraverso la


“manifestazione” (ipostasi) di una serie di coppie (sizigie), formate
ciascuna di un elemento maschile e di un elemento femminile,
padre e madre della sizigia seguente. E dalle prime quattro coppie
spirituali, poi discendevano, sempre a coppie, gli eoni inferiori
(decade e dodecade), fino a Psyche-Hule (Anima e Materia)
dell’Uomo terrestre che, come i lattanti del nostro Vangelo
apocrifo, era composto di elementi contrari (esterno/interno,
alto/basso, maschio/femmina) ed era destinato a ritornare all’unità
originaria del mondo spirituale (pleroma).
Infine anche il gesto di calpestare i vestiti compiuto dai bambini
del Logion 37 in segno di rifiuto del corpo e della sessualità è un
altro aspetto tipico della cultura gnostica31, basti pensare che lo
ritroviamo per esempio nell’Ipostasi degli Arconti (97,2-10), dove
il fedele era rappresentato mentre sconfiggeva la morte
calpestandola32, e compariva anche nel Vangelo degli Egiziani
(3,5), nella stessa prospettiva escatologica con cui figura nel
Vangelo di Tommaso. Infatti si legge nel Vangelo degli Egiziani:
“Quando Salome interrogò sul tempo in cui le cose da lei
domandate sarebbero state rese note, il Signore rispose: Quando
calpesterete l’abito della vergogna, quando i due saranno uno e il
maschio con la femmina non sarà né maschile né femminile”33. In
tal senso non ci sembra esagerato pensare che nei Logia

31 Il gesto di calpestare i vestiti indicativo del rifiuto del corpo e della sessualità tipico
della corrente encratita (cfr. G. QUISPEL, “The Gospel of Thomas Revisited”, in B. Barc
[a cura di], Colloque international sur les Textes de Nag Hammadi, [Bibliotheque Copte
de Nag Hammadi Studes 1], Quebec-Louvain 1981, pp. 218-266), si può escludere che
avesse a che vedere con il sacramento del battesimo (cfr. A.F.J. KLIJN, “An Ancient
Syriac Baptismal Liturgy in the Syriac Acts of John”, in Novum Testamentum 6 [1963],
pp. 216-228). Inoltre sulla corrente encratita cfr. G. QUISPEL, “The Study of Encratism: A
Historical Survey”, in U. Bianchi (a cura di), La Tradizione dell’Enkrateia, Atti del
Colloquio Internazionale, Milano 20-23 aprile 1982, Roma 1985, pp. 35-81.
32 Per gli altri testi gnostici che presentano i fedeli nell’atto di calpestare cfr. A.D. DE
CONICK, “Fasting From the World: Encratite Soteriology in the Gospel of Thomas”, in U.
Bianchi (a cura di), The Notion of “Religion” in Comparative Research. Selected
Proceedings of the XVI IAHR Congress, (Roma 3-8 September 1990), Roma 1994, p. 426.
33 T. ZAHN (Geschichte des neutestamentlichen Kanons II/2, Erlangen 1892, p. 634),
sostiene che questo passo vada tradotto: “when ... would come to pass”.
14138 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

sull’infanzia del Vangelo di Tommaso ritroviamo alcuni elementi


dell’ascetismo tipico delle comunità cristiane della Siria, dove solo
i celibi e i solitari erano considerati a pieno titolo i membri della
Chiesa degni di raggiungere il Regno di Dio34.

4. CONCLUSIONE

Ecco allora che mentre in Galilea i bambini potevano anche


essere abbandonati alla nascita dai genitori per essere allevati da
altri come schiavi35, e mentre gli Ebrei tendevano a salvaguardare
il messaggio profetico di Iahvé, senza mostrare particolare
considerazione per l’infanzia, gli insegnamenti di Gesù, che
prospettavano il Regno di Dio come un regno dei bambini,
costituivano una novità assoluta36. Dunque fu proprio sulla scia
degli insegnamenti di Gesù, che l’infanzia nei primi secoli divenne
un elemento irrinunciabile per un’ampia varietà di scuole cristiane
sia ortodosse che eretiche37.
Certamente nel Vangelo di Tommaso il tema dell’infanzia era
una metafora dell’ascesi dei fedeli. Da una parte infatti questo testo
parlava del neonato come simbolo della persona nuova e fonte di
unità, in contrasto con i valori del mondo terreno. D’altra parte
parlava dei fanciulli che erano già in grado di relazionarsi con il

34 Su questa ipotesi dell’origine siriaca del Vangelo di Tommaso cfr. C. GIANOTTO, “Il
Vangelo secondo Tommaso e il problema storico di Gesù”, in E. Prinzivalli - C.
Gianotto - E. Norelli - M. Pesce, L’enigma Gesù. Fonti e metodi della ricerca storica,
Roma 2008, pp. 84-85.
35 Cfr. J.D. CROSSAN, The Historical Jesus: The Life of a Mediterranean Jewish Peasant,
San Francisco 1991, pp. 266-68.
36 Cfr. M.H. SMITH, “Doing and Undoing the Word: Jesus and the Dialectics of
Christology”, in Forum n.s. 3,2 (2000), pp. 321-356.
37 Sul tema dell’infanzia nel cristianesimo delle origini: A. BENVENUTI PAPI - E.
GIANNARELLI (a cura di), Bambini Santi. Rappresentazioni dell’infanzia e modelli
agiografici, (Sacro/Santo 5), Torino 1991; M.J. BUNGE, The Child in Christian Thought,
Grand Rapids (MI) 2001; O.M. BAKKE, When Children Became People: The Birth of
Childhood in Early Christianity, Minneapolis 2005; J.C. TATE, “Christianity and the
Legal Status of Abandoned Children in the Later Roman Empire”, in Journal of Law and
Religion 24 (2008), 123-141.
IL TEMA DELL’INFANZIA
IL TEMA DELL’INFANZIA NEL VANGELODIDI
NEL VANGELO TOMMASO
TOMMASO - Paola
- Paola Marone 139
Marone 15
_______________________________________________________________________

mondo esterno come simbolo dei fedeli che dovevano ancora


completare il loro perfezionamento spirituale. C’era dunque una
gradualità nel modo di rappresentare l’infanzia, che rispecchiava i
diversi stadi del processo di avvicinamento di ciascuna creatura a
Dio. E anche i discepoli erano riconosciuti nei fanciulli intenti a
giocare nel campo, ed erano invitati a imitare i neonati per entrare
nel Regno di Dio, perché ancora dovevano progredire nella
conoscenza. In tal senso la correlazione tra i discepoli e i bambini
presentata dal Logion 21 solo a prima vista può essere considerata
come una reminiscenza del passo di Mt 18,3, che afferma: “Se non
diventerete come bambini non entrerete nel Regno dei cieli”. Ma se
nei Vangeli canonici i bambini indicavano chi era incline all’umiltà
e alla semplicità di cuore, e anche più in generale i poveri, i malati
e tutti gli emarginati38, nel Vangelo di Tommaso i bambini
indicavano soltanto gli spirituali nei quali non si erano manifestati i
contrasti della natura e della società. E poi se nei Vangeli canonici
si parlava genericamente di bambini39, nel Vangelo di Tommaso i
neonati erano chiaramente distinti dai fanciulli di qualche anno, e
in particolare il “bambino di sette giorni”40, secondo l’ideale
gnostico dell’androgino, era colui che univa i due sessi, fino a
essere un esempio dell’unità originaria vissuta da Adamo
nell’Eden. In poche parole solo nel nostro testo apocrifo il percorso
ascetico, che in una prospettiva escatologica doveva portare alla
conoscenza della verità, era prospettato attraverso le diverse fasi
dell’infanzia41.

38 Sul tema dell’infanzia nei Vangeli canonici cfr. K. JEONG RAE, “Perché io sono mite e
umile di cuore” (Mt. 11,29). Studio esegetico-teologico sull’umiltà del Messia secondo
Matteo. Dimensione cristologica e risvolti ecclesiologici, Roma 2005.
39 Nei Vangeli canonici l’area semantica relativa ai “bambini” è individuata da cinque
μικρός che ricorre 46 volte, “minimo” (gr. ἐλάχιστος
vocaboli, ovvero: “piccolo” (gr. mikrós), eláchistos),
che si trova 14 volte, “infante” (gr. νήπιος
népios), che si riscontra 15 volte, “bambino” (gr.
παιδίον
paidíon), che ricorre 52 volte, e “ultimo” (gr. éschatos),
ἔσχατος che si trova 52 volte. Ma non c’è
mai esplicito riferimento all’età anagrafica.
40 Cfr. Logion 4.
41 Sul ruolo che riveste l’infanzia nel processo soteriologico delineato dal Vangelo di
Tommaso v. supra n. 9.
16140 BIBBIABIBBIA E ORIENTE
E ORIENTE ###/2017/LIX ANNO
271-272-273-274/2017/LIX ANNO
_______________________________________________________________________

Per cui possiamo dire che il favore espresso dal Nuovo


Testamento nei confronti dei più piccoli nel sopracitato passo di Mt
18,3, o anche in passi come Mt 11,25; Mc 9,37; Lc 9,48; 10,21, che
elogiano l’innocenza e la semplicità, al di fuori dell’ortodossia subì
dei sostanziali cambiamenti42. Sicuramente nel Vangelo di
Tommaso confluirono molti elementi noti ai sinottici43. Del resto si
tratta di un testo che può essere collocato tra i primi documenti
cristiani, molto vicini all’epoca della composizione dei Vangeli
canonici44. Però è evidente che questi elementi comuni ai Vangeli
canonici nel Vangelo di Tommaso abbiano subito
un’interpretazione gnostica e di conseguenza abbiano assunto un
significato notevolmente diverso45.

42 Generalmente però a proposito del tema dell’infanzia sono state sottolineate soprattutto
le affinità che esistono tra il Vangelo di Tommaso e i Vangeli canonici (cfr. p. es. J.D.
CROSSAN, Kingdom and Children, pp. 75-95; A.G. VAN AARDE, “Jesus’ Affection
Towards Children and Matthew’s Tale of Two Kings”, in Acta Theologica (2004), pp.
127-146).
43 Nel Vangelo di Tommaso vi sono stati riconosciuti alcuni elementi noti ai sinottici, altri
elementi noti ad altri scritti precedenti e altri elementi ancora sconosciuti. A tale proposito
cfr. Valantasis, Il Vangelo di Tommaso, p. 23.
44 Visto che il manoscritto copto di Khenoboskion contenente il Vangelo di Tommaso è
ascrivibile, secondo l’opinione comune, alla prima metà del II secolo, il Vangelo di
Tommaso può essere posto facilmente molto vicino alle date e ai luoghi di composizione
dei Vangeli canonici. Cfr. U. BIANCHI, Selected Essays on Gnosticism, Dualism and
Mysteriosophy, Leiden 1978, p. 730, n. 1.
45 Ancora oggi gli studiosi sono divisi nella valutazione delle fonti del Vangelo di
Tommaso. Per esempio G. QUISPEL (“L’Evangile selon Thomas et le Diatessaron”, in
Vigiliae Christianae 13 [1959], pp. 87-117; ID., “Some Remarks on the Gospel of
Thomas”, in New Testament Studies 5 [1958-59], pp. 276-290; ID., “The Gospel of
Thomas and the Gospel of the Hebrews”, in New Testament Studies 12 [1966], pp. 371-
382) e B. DEHANDSCHUTTER (“L’Evangile selon Thomas: témoin d’une tradition
prélucanienne?”, in J. Duculot, L’Evangile de Luc. Problèmes littéraires et théologiques.
Mémorial Lucien Cerfaux, Gembloux 1973, pp. 287-297) ipotizzano che ci sia una fonte
comune tra il Vangelo di Tommaso e i Vangeli sinottici, mentre H. SCHÜRMANN (“Das
Thomasevangelium und das lukanische Sondergut”, in Biblische Zeitschrift 7 [1963], pp.
236-260) e J.E. MÉNARD (“La tradition synoptique et l’Évangile selon Thomas”, in F.
Paschke, Überlieferungsgeschichtliche Untersuchungen, Berlin 1981, pp. 411-426)
escludono che nel Vangelo di Tommaso si possano trovare delle fonti indipendenti ai
sinottici.

Potrebbero piacerti anche