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Mi dispiace.

Mi dispiace per i miei fans, per me stesso e per Andrea. Mi sento come se avessi ucciso un mio
caro amico. Le morti in questa serie non sono mai state prese alla leggera, non sono mai state
fatte con un sentimento di gioia. Pesano su di me allo stesso modo col quale pesano su di voi.

I personaggi sono davvero reali per me, e le loro morti turbano persino me. Ho concepito questo
volume durante un viaggio in aereo pochi mesi fa. Ho buttato giù la mia storia con una matita e un
foglio, ed ecco ero sulla mia sedia, a focalizzare le scene e a scrivere i dialoghi, circondato da
sconosciuti che probabilmente stavano pensando che stessi annotando la lista della spesa.
Mentre stavo scrivendo alcuni dei momenti di questo volume, ho iniziato a piangere. Mi sono
ritrovato a guardarmi intorno, ad asciugare i miei occhi, sperando che nessuno mi avesse notato.
Ho vissuto per mesi con questa morte e… non mi è piaciuto.

Ho avuto abbastanza tempo per cambiare idea, ho avuto abbastanza tempo semplicemente per
non farlo. D’altronde assumo il controllo di questa storia. Ma onestamente, qualche volta, sembra
che non sia così. Questa è una di quelle volte. Questo non mi piace. Questo non lo voglio. Voglio
Andrea viva. Voglio scrivere molte storie con lei. Voglio vedere lei e Rick invecchiare insieme,
vedere Carl crescere e avere figli suoi. Voglio questo tipo di felicità per questi personaggi.

Eppure eccoci qui.

Andrea è morta e la storia va avanti. Non so perché questo doveva succedere… ma so che è
successo. So che questo è un altro punto di svolta nella vita di questa serie. So che la morte di
Andrea significherà qualcosa, risuonerà nelle storie per i prossimi anni a venire. Ma non mi
piacerà comunque. Mi fa stare ancora male.

Amavo Andrea e mi mancherà davvero.

Robert Kirkman.

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