Volume primo
Dalle origini
allo «studio del Mistero»
1
www.einaudi.it
isbn 88-06-15157-6
Anne Cheng
Storia del pensiero cinese
Volume primo:
Dalle origini allo «studio del Mistero»
p. XIV Ringraziamenti
XV Premessa
XVII Abbreviazioni, forme di scrittura e pronunzia
XXI Cronologia
5 Introduzione
5 1. Cina
7 2. Storia
io 3. Tradizione
12 4. Pensiero o filosofia ?
15
5. Un pensiero che non si allontana dalla realtà
17 6. Conoscenza e azione: Dao
20 7. Unità e continuità: soffio
21 8. Mutamento
23
9. Relazione e centralità
132 2. I logici
3. Concezione strumentale del linguaggio
13 5
137 4. La teoria dei «nomi di massa»
139 5. La concezione nominalistica
182 1. La leggenda
183 2. Il testo
185 3 Il non-agire
186 4- La metafora dell'acqua
189 5- Paradosso
191 6. Amoralità della naturalezza
p. 302 2. Lo Huainanzì
305 3 Cosmologia correlativa e pensiero scientifico
308 4- Il culto dell’unità
310 5 Dong Zhongshu (295 circa - 115)
313 6. La battaglia dei Classici
319 7- Yang Xiong (53 a.C. - 18 d.C.)
322 8. Wang Chong (27-200 circa)
326 9- Gli Han posteriori (25-220 d.C.)
519 xix. La grande sintesi dei Song del Sud (xii secolo)
P- 5^7 io. Vita e morte delle accademie private alla fine dei Ming
59° 11. La Società del Rinnovamento e i gesuiti
681 Epilogo
687 Bibliografia
693 Indice dei termini
712 Indice dei nomi
Abbreviazioni.
Forme di scrittura.
Pronunzia.
u fr. lune
w uomo
x sci (pronunziata con il dorso della lingua accostato al palato)
y fr. huit (nelle sillabe yu, yuan, yue e yun)\ ieri (negli altri ca¬
si)
z zelo
zh acero (pronunziata con la lingua retroflessa)
Cronologia
221-207
Dinastia Qin Legisti, cosmologi
(Primo Imperatore)
206 a.C. - 220 d.C.
Dinastia Han
Han occidentali Sima Qian, Huang-Lao,
(206 a.C. - 9 d.C) Huaimnzi,
Dong Zhongshu, Yang Xiong
220-265
Dinastia Wei Wang Bi, tradizione taoista,
(Tre Regni) introduzione del buddhismo
265-316
Jin occidentali Guo Xiang
Primo periodo di insediamento
del buddhismo in Cina
(Dao’an)
XXII CRONOLOGIA
317-589
Dinastie del Nord e del Sud
al Nord: Tuoba Wei, Wei A partire dal 402: Periodo di
orientali e occidentali, Qi del indianizzazione del
Nord, Zhou del Nord buddhismo:
al Nord: Kumàrajlva,
Seng Zhao (Màdhyamika)
al Sud: Jin orientali, Liu Song, al Sud: Huiyuan, Daosheng
Qi, Liang, Chen
581-618
Dinastia Sui Xuanzang (Yogàcàra)
618-907
Dinastia Tang Periodo di sinizzazione
del buddhismo: scuole Tiantai,
Huayan, Terra pura, Chan
Rinascita confuciana: Han Yu,
Li Ao
907-960
Cinque Dinastie
(periodo di divisione)
960-1279
Dinastia Song
Song del Nord (960-1127) Fan Zhongyan, Ouyang Xiu,
Liao (Khitan in Mongolia, Wang Anshi, Shao Yong,
916-1125) Zhou Dunyi, Zhang Zai,
Su Shi, Cheng Hao, Cheng Yi
1264-1368
Dinastia Yuan (Mongoli) Liu Yin, Xu Heng, Wu Cheng
1368 1644
Dinastia Ming Chen Baisha, Wang
Yangming, Wang Tingxiang,
Luo Qinshun, Li Zhi, Liu
Zongzhou.
Lotte fra i partigiani del
Donglin e gli eunuchi. Società
del Rinnovamento, missionari
gesuiti (Matteo Ricci)
CRONOLOGIA XXIII
1644-1912
Dinastia Qing Fine xvn sec.: Huang Zongxi,
(Manciù) Gu Yanwu, Wang Fuzhi, Yan
Yuan
xviii sec.: Dai Zhen
xix sec.: Liu Fenglu, Wei
Yuan, Gong Zizhen, Yan Fu,
Kang Youwei, Liang Qichao,
Tan Sitong, Zhang Binglin,
Liu Shipei
1912
Repubblica Cinese, trasferita Movimento del 4 maggio 1919
a Taiwan a partire dal 1949
1949
Repubblica popolare
Confini delle province
Repubblica popolare cinese.
Frontiere nazionali
Volume primo
Dalle origini allo «studio del Mistero»
{Laozi, 24)
Parte prima
Gli antichi fondamenti del pensiero cinese
(II millennio - v secolo a.C.)
Introduzione
i. Cina.
2. Storia.
3. Tradizione.
' Sfoghi VII I a cura di Anne Cheng, trad. it. di Claudio Lampa-
, l1! Mondadori, Milano 1989. Un autore cinese non si può comprendere
al di fuori delia tradizione di cui si nutre, e l'uso del termine Ha m che
significa «famiglia» o «clan», per designare una corrente di pensiero’ mo-
stra bene che la tradizione intellettuale si trasmette come la tradizione
familiare Nelle enciclopedie e in altre classificazioni o cataloghi, una dot¬
trina e definita non in funzione di un autore, ma a partire da un corpus di
testi trasmessi di generazione in generazione.
Gli elementi biografici, di conseguenza, saranno ridotti al minimo e
se ne tara menzione soltanto nella misura in cui contribuiscano alla com¬
prensione del pensiero di un autore.
INTRODUZIONE 11
' Chinese Intellectuals in Crisis: Search for Order and Meaning 1890-
1911, University of California Press, Berkeley 1987, p. io.
* L’originalità del pensiero cinese si esprime ben più nelle poste in
gioco che nei contenuti teorici. In tale prospettiva, appare necessario rin¬
novare il genere in cui si sono affermate opere monumentali come quelle
di Feng Youlan o di Flou Wailu, che hanno inteso presentare il pensiero
cinese come una successione di teorie delle quali si trattava soprattutto di
identificare le coincidenze con sistemi occidentali - materialismo marxi¬
sta, idealismo kantiano o pragmatismo anglosassone, cfr. Feng Youlan,
Zhongguo zhexue shi (Storia della filosofia cinese), 2 voli., pubblicati per la
prima volta a Shanghai nel 1931 e nel 1934; e Flou Wailu e altri,
Zhongguo sixiang tongshi (Storia generale del pensiero cinese), Sanlian shu-
dian, Shanghai 1950. L’opera di Feng Youlan (Fung Yu-lan) ha conosciu¬
to una particolare fortuna poiché ha potuto avvalersi dell’eccellente tra¬
duzione in inglese di Derk Bodde, intitolata A History of Chinese Philoso-
phy, 2 voli, Princeton University Press, 1952-53 [se ne offre un compen¬
dio estremamente condensato in A Short History of Chinese Philosophy,
Macmillan, London 1948, la cui edizione italiana è: Storia della filosofia
cinese, Mondadori, Milano 1956, )“ ed. 1987]. In seguito, sempre in in¬
glese, si è potuto disporre di compilazioni altrettanto imponenti ma più
incentrate sui testi, cfr. W. T. De Bary, Chan Wing-Tsit e Burton Wa¬
tson, Sources of Chinese Tradition, Columbia University Press, New York
i960; Chan Wing-Tsit, A Source hook in Chinese Philosophy, Princeton
University Press, 1963. In francese, Marcel Granet ha aperto la via d’uno
studio tematico in un'opera che è divenuta un classico, ma che appare pe¬
raltro un po’ datata, cfr. La Pensée chinoise, 1934, ried. Albin Michel,
Paris 1968 [trad. it. Il pensiero cinese di Giorgio R. Cardona, Adelphi,
Milano 1971, 2a ed. 1987]. Jacques Gernet, dal canto suo, descrive
l'evoluzione delle idee nella Cina classica nel quadro d’una sintesi storica
più generale: cfr. Le Monde chinoìs, Armand Colin, Paris 197 2 > 3 e!-ì ri¬
vista e ampliata, 1990 [trad. it. Il mondo cinese. Dalle prime civiltà alla
Repubblica popolare di Vera Pegna, Einaudi, Torino 1978]. Si veda inol-
12
FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
4. Verniero o filosofia?
tre Mario Sabattini e Paolo Santangelo, Storia della Cina. Valle origini alla
fondazione della Repubblica, Laterza, Bari 1986.
7Francois Chatelct, Dm mythe à la pensée rationnelle, in Pierre Auben-
que, Jean Bernhardt e Francois Chatelet, Histoire de la philosophie: La
philosophie paienne (du vf siècle av. J.-C au nc siècle apr. J.-CJ, Hachette,
Paris 1972, p. 17.
sulle peculiari strutture della lingua classica, cfr. Maurizio Scarpari Av¬
viamento allo studio del cinese classico, Cafoscarina, Venezia 1995?
" Citato in Gilles Deleuze e Félix Guattari, Qu'est-ce que la philoso-
p te. cit pp 90-91 [trad. ìt p. 107]. Si ricordino le osservazioni di Émile
Benveniste sul] importanza decisiva del verbo «essere» per l’elaborazione
ninoT'T ontolf8I50 .nelle Indoeuropee. Si veda sull’argomento
importante articolo di Angus C. Graham, «Being» in Western Philosopby
INTRODUZIONE 17
" Sulla questione della verità semantica, si veda Chad Hansen, Chine-
se Language, Chinese Philosophy and «Truth», in «Journal of Asi’an Stu-
INTRODUZIONE 19
8. Mutamento.
9. Relazione e centralità.
14 Su Confucio, sul Laozi e sul Classico dei Mutamenti, cfr. piu avanti i
capp. 11, vii e xi.
24 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
Laozi, 5.
I.
La cultura arcaica degli Shang e dei Zhou
' Per una storia dei Zhou fondata sulle testimonianze archeologiche,
cfr. Hsu Cho-yun e Kathryn M. Linduff, Western Chou Civilization, Yale
University Press, New Haven 1988; Edward L. Shaughnessy, Sources of
Western Zhou History, University of California Press, Berkeley 1991.
' Lijì (Memorie sui riti, datato circa al III-II secolo a.C.), cap. Mingtang
wei. Sul Palazzo della Luce, si veda piu avanti il cap. X. Sulle Memorie sui
riti, si veda cap. Il, nota 32.
LA CULTURA ARCAICA 29
i. La razionalità divinatoria.
2. Il culto ancestrale.
Les Grecs ont-ils cru à leurs mythes? Essai sur l'ìmagimtion constituan-
te, Seuil, Paris 1983 [trad. it. I greci hanno creduto ai loro miti? di Cateri¬
na Nasalli Rocca di Cornegliano, il Mulino, Bologna 1984].
" Vandermeersch, La Voie Royale cit., voi. II, p. 368.
LA CULTURA ARCAICA 39
5. Ordine e rito.
i. Il «caso» Confucio.
Dialoghi, XVI, 2.
44 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
2. Il personaggio.
Dialoghi, II, 4. L’ultima frase di questo passaggio trova un’eco nelle pa¬
role del pittore Henri Matisse all’età di piu di sessant’anni: «Ho lavorato
ininterrottamente per quarantanni; ho compiuto degli studi e delle espe¬
rienze. Quello che faccio ora, mi esce dal cuore». Secondo il filosofo Gilles
Deleuze «ci sono dei casi in cui la vecchiaia dona non già un’eterna giovi¬
nezza, ma al contrario una libertà sovrana, una necessità pura», cfr. Deleuze
e Guattari, Qu'est-ce que la philosophie? cit., p. 7 [trad. it. p. ix].
Dialoghi, XV, 38. Si sottintende qui: senza distinzione di clan nobi¬
liari, ciascuno dei quali, nel sistema feudale Zhou, aveva una propria
scuola.
LA SCOMMESSA DI CONFUCIO 49
Il Maestro disse: «Nello studio dei testi antichi, non credo di es¬
sere inferiore ad altri, ma il comportamento da autentico uomo di
valore non credo di averlo ancora raggiunto! » (VII, 32).
Zheng Xuan, citato nel Mengzi zhengyi di Jiao Xun, Taipei 1979,
28, p. I4a.
LA SCOMMESSA DI CONFUCIO 53
" Le occorrenze del termine sono più di cento nei Dialoghi, ed esso co¬
stituisce l’argomento esclusivo di 58 paragrafi. Cfr. Chan Wing-tsit, The
Evolution of thè Confucian Concept «Jen», in «Philosophy East and West»,
IV (1954-55), PP 295-3t9, e Chinese and Western Interpretations of «jen»
(Humanity), in «Journal of Chinese Philosophy», II (1975), n. 2, pp. 107-
29; Tu Wei-ming, «Jen» as a Living Metaphor in thè Confucian «Analects», in
«Philosophy East and West», XXXI (1981), n. 1, pp. 45-54-
12 Come esempi di tale adattamento dell’insegnamento alla personalità
dell'interlocutore, cfr. Dialoghi, XI, 21, e II, 5, 6, 7, 8, in cui Confucio
54 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
" Sul Zhongyong, si veda cap. vi, nota In mancanza di meglio, ab¬
biamo deciso di adottare la consueta traduzione di Séraphin Couvreur,
L'Invariable Milieu, in Lea Quatres Livrea cit., benché essa risulti insoddi
sfacente.
56 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
7. Lo spirito rituale.
L
LA SCOMMESSA DI CONFUCIO
67
i
LA SCOMMESSA DI CONFUCIO 69
" Sull’importanza delle Odi nella cultura letteraria, cfr. sopra nota 8.
In particolare si segnalano le traduzioni di Séraphin Couvreur, Choeu
King, 1896, rist. Kuangchi Press, Taichung 1967; Arthur Waley, The
Book of Songs, Alien & Unwin, London 1937; Bernhard Karlgren, The
Book of Odes: Chinese Text, Transcription and Translation, Museum of Far
Eastern Antiquities, Stockholm 1950; Heide Kòser e Armin Hetzer, Das
Liederbuch der Chinesen. Guofeng, Frankfurt am Main 1990. Si veda inol¬
tre lo studio letterario e antropologico di Marcel Granet, Fètes et Chan-
sons anciennes de la Chine, Leroux, Paris 1919 [trad. it. Feste e canzoni
dell’antica Cina di Bianca Candian, Adelphi, Milano 1990]. Sulla compo¬
sizione del Classico ielle Odi, si veda C. H. Wang, The Bell and The
Drum: Shih Ching as Formulaic Poetry in an Orai Tradition, University of
California Press, Berkeley 1974.
“ Le Memorie sui riti (Liji) probabilmente rappresentano una compila¬
zione della fine degli Stati Combattenti o dell’inizio dell’epoca Han, ed
includono anche testi che non hanno molto a che fare con i riti in quanto
tali. Per la traduzione di Séraphin Couvreur, si veda sopra nota 19.
Quanto al Classico della Musica, lo si menziona come perduto già sotto
gli Han, il che dà motivo di dubitare che sia mai esistito come testo: è
per questa ragione che talora si parla di Cinque, talora di Sei Classici, a
seconda che ve Io si includa o meno.
’’ Sui Mutamenti, si veda il cap. XI.
74 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
" Wenxin diaolong (Lo spirito letterario e l'intaglio dei draghi, opera di
critica letteraria dell’inizio del vi secolo d.C.), cap. 3. Per una traduzione
in inglese, cfr. Shih Yu-chung, The Literary Mind and thè Carving of Dra¬
goni by Liu Hsieh, Columbia University Press, New York 1959.
I
LA SCOMMESSA DI CONFUCIO
77
I
i. Mozi, un artigiano (di pace?) ,
f
A giudicare dalle scarse notizie che se ne hanno, (
Mozi appare a prima vista come marginale rispetto al- >
la tradizione ritualistica dominante, retaggio dell’an- !
tichità cosi eminentemente rappresentato da Confu- j
ciò2. Si sa che egli è vissuto fra la morte di Confucio, ì
tradizionalmente datata al 479, e la nascita di Men¬
cio, datata tradizionalmente al 372, in piena transi¬
zione fra l’epoca delle Primavere ed Autunni e il pe¬
riodo degli Stati Combattenti.
Mozi sembra fosse originario di uno dei piccoli stati
feudali della pianura centrale; cionondimeno le sue ori¬
gini sociali e culturali lo differenziano nettamente da
Confucio. La differenza nel tono e nel modo di pre¬
sentarsi fra i Dialoghi e il Mozi è sorprendente: se i !
primi ci offrono una vivida testimonianza sulla perso- ]
nalità del Maestro, il secondo, steso in una forma pe¬
sante, ripetitiva e priva di umorismo, ci fornisce scarse
informazioni sul personaggio. Numerosi aneddoti che j
attestano la sua competenza nell’impiego di vari uten¬
sili suggeriscono l’appartenenza di Mozi all’ambiente
degli artigiani (il che non ha mancato di farlo apparire
un «pensatore proletario» agli occhi degli storici marxi¬
sti); di qui il carattere sovente pragmatico del suo di¬
scorso, in cui prevale la considerazione di un criterio
utilitaristico anziché il riguardo per l’alta cultura Zhou.
1
Le Memorie dì uno storico di Sima Qian (si veda sopra, cap. Il, nota
2), principale fonte d’informazione che data al II secolo a.C. su tutta la
storia precedente, dedica a Mozi solamente poche parole nel cap. 74.
LA SFIDA DI MOZI 8l
L’ultima parte del Mozi è dedicata a tecniche mili¬
tari (come quelle di difesa delle città) volte a sostegno
delle convinzioni pacifiste della scuola’. Si narra in
proposito un episodio significativo. Apprendendo che
il famoso carpentiere Gongshu Pan stava per costruire
delle scale «per le nuvole» (ossia per scalare i bastioni
di una città assediata) per conto del grande regno di
Chu allo scopo di attaccare il piccolo paese di Song,
Mozi, che si trovava all’altro capo della Cina d’allora,
si sarebbe messo subito in viaggio e avrebbe cammi¬
nato per dieci giorni e dieci notti fino alla capitale di
Chu per persuadere il re a desistere dalla sua campa¬
gna di conquista. Si sa inoltre che si costituì attorno a
Maestro Mo un gruppo di discepoli esperti in tecniche
di difesa e organizzati per spedizioni d’intervento an¬
timilitarista. L’etica moista avrebbe dunque degli
elementi in comune con quella dei cavalieri erranti,
riparatori di torti.
Peraltro Mozi avrebbe iniziato i suoi studi nel solco
della scuola confuciana ma, a quanto sembra, per pro¬
prio conto. Oltre a condividerne la terminologia, con
l’eccezione degna di nota dell’opposizione fra «uomo di
valore» e «uomo dappoco», anch’egli fa riferimento
all’antichità e cita le Odi e i Documenti. Come Con¬
fucio, anche Mozi avrebbe peregrinato di paese in
paese alla ricerca di un sovrano che volesse dare at¬
tuazione alle sue idee, ma a questo proposito egli
sembra aver fatto valere soprattutto le sue competen¬
ze pratiche. I confuciani, pur se propendono - per
convinzione morale piuttosto che per rivendicazione
sociale - a mettere in causa le qualità legate alla sola
nascita, rimangono, nostante tutto, legati alla vecchia
nobiltà Zhou. La rottura rispetto a tale tradizione si
fa invece più netta con i moisti, che rispondono diret¬
tamente al crescente bisogno, nei grandi stati con am¬
bizioni egemoniche, delle conoscenze tecniche e delle
Per una ricostruzione di questa parte del Mozi (capp. 52-67), cfr.
Robin Yates, Toward a Recomtruction of thè Tactical Cbapters of Mo-tzu,
tesi di M. A., University of California, Berkeley 1975.
82 FONDAMENTI DEL PENSIERO CINESE
nerale? Si deve certo dire che ciò sarà proficuo per l’interesse
generale.
Ordunque, consideriamo da quale principio possono prove¬
nire tanti benefici. Da dove verranno? Verranno dall’odio degli
uomini, dalla ricerca della spoliazione degli uomini ? Certamen¬
te si dovrà rispondere di no, e dire con certezza che verranno
dall’amore degli uomini, dalla sollecitudine per l’interesse degli
uomini. E quale nome daremo al fatto che ovunque nel mondo
si amino gli uomini e se ne cerchi il vantaggio, quello della di¬
stinzione o quello dell’assimilazione? Certamente quello dell’as¬
similazione. E perché dunque il trattamento reciproco per assi¬
milazione comporta il massimo bene in tutto l’universo? Per¬
ché, dice Maestro Mo, l’assimilazione è positiva .
5. L’interesse generale.
6. «Conformarsi ai superiori».
7. Il Cielo di Mozi.
i. Il libro e il personaggio.
1
Isabelle Robinet, nella sua H.stoire du taoismc• dt., p. 4* %
„] accosta al Zhuangzi la tradizione dei Canti d, Chu (Chuct) » “
componimenti poetici che datano dal .11-11 secolo e che derivano dalla cul¬
tura sciamanica del Sud della Cina.
» zhuangzi, edizione Zhuangzi jishi di Guo Qingfan, nella serie Z J ,
17, pp. 266-67.
104 i liberi dibattiti degli stati combattenti
Su Hui Shi, cfr. Ignace Kou Pao-koh, Deux Sopbistes chinois: Houei
Che et Kong-souen Long, Puf, Paris 1953; Ralf Moritz, Hui Shi und die
Entwiklung des philosophischen Denkens im alten China, Akademie, Berlin
1973; Jean-Paul Reding, Les Vondements philosophìques de la rétorique chez
les sophistes greci et chez les sophistes chinois, Peter Lang, Berne 1985, pp.
274-385. e Greek and Chinese Categoria: A Reexamination of thè Problem
of Linguistic Relativism, in «Philosophy East and West», XXXVI (1986),
n. 4, pp. 349-74.
Zhuangzi, 33, pp. 476-77 [la numerazione delle proposizioni è no¬
stra, N. d. A.].
ZHUANGZI ALL’ASCOLTO DEL DAO 107
6. Come conoscere?
7. Dimenticare il discorso.
9. La mano e lo spirito.
‘}bìd.,i, p. 138. Sul tema dello specchio, cfr. il bel saggio di Paul
Moore (a cura di), The Chinese Mind: Essentials of Chinese Philosophy and
Culture, University of Hawaii Press, Honolulu 1967, p. 272.
ZHUANGZI ALL’ASCOLTO DEL DAO I2I
* Zhuangzi, n, p. 178.
” Ibid., 13, p. 204.
ìbid., 33, p. 473.
122 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
ritrovò con stupore nella pelle di Zhou. Ora non sapeva piu se
era Zhou ad aver sognato di essere una farfalla, o se era una
farfalla ad aver sognato di essere Zhou. Ma fra Zhou e la far¬
falla deve ben esserci una differenza: è ciò che si chiama la me¬
tamorfosi degli esseri41.
2. I logici.
1 Cfr. Gregor Paul, Reflections on thè Usage of thè Terms «Logic» and
«Logicai», in «Journal of Chinese Philosophy», xvm (1991), n. 1.
‘ Si veda il cap. iv, p. 104.
’ Mojing (Canone moista), B 35 secondo la numerazione di Graham
(cfr. la nota seguente). Sulla regola logica del terzo escluso, cfr. Donald
Leslie, Argument hy C.ontradiction in Pre-Buddhist Chinese Reasoning, Au-
stralian National University, Canberra 1964.
134 I UBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
cfr. Mei Yi-pao, The «Kung-sun Lung-tzu», with a Translation into English, in
«Harvard Journal of Asiatic Studies», xvi (1953), pp. 404-37; Max Perle-
berg, The Works of Kung-sun Lung-tzu, Hong Kong 1952. Cfr. anche gli
studi di Angus C. Graham, The Composition of Kung-sun Lung-tzu, in Studies
in Chinese Philosophy and Philosopbical Literature, Institute of East Asian
Studies, Singapore 1986, pp. 125-66 e di J. E. Kandel, Ein Beitrag zurlnter-
pretationsgeschìchte des abstrakten Denkens in China : Die Lehren des Kung-sun
Lung und deren Aufname in der Tradition, Hòchberg 1976.
" Cfr. Disputers of thè Tao: Philosopbical Argumentation in Ancient Chi¬
na, Open Court, La Salle (111.) 1989, p. 76 [trad. it. p. 98]. Sulla logica
cinese antica, cfr. anche Janusz Chmielewski, Notes on Early Chinese Lo¬
gic, in «Rocznik Orientalistyczny», xxvi (1963), n. 2, pp. 91-105; xxix
(1965), n. 2, pp. 117-38; xxx (1966), n. 1, pp. 31-52.
136 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
" Cfr. in particolare Munro, The Concept of Man in Early China cit
P- 55-
DISCORSO E LOGICA 137
5. La concezione nominalistica.
Si veda il cap. x.
140 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
' Shiji (Memorie di uno storico), 121, Zhonghua shujiu, Beijing 1972,
p. 3116.
150 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
7. Il cuore/animo.
9. Natura e destino.
11 Come il «dato originario» (al cui proposito si veda sopra nota 13), il
termine qtng («caratteristiche intrinseche») fa parte de! repertorio lessi¬
cale e della problematica di Zhuangzi (si veda cap. iv, p. 124).
172 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
La fiducia riposta da Mencio nella natura umana non può non evo¬
carci quella di Jean-Jacques Rousseau, pur situandosi in una problematica
affatto differente. Su tale questione, cfr. Francois Jullien, Essai: «Fonder»
la morale, ou cornme légìtìmer la transcendence de la moralité sans le support
du dogme ou de la foì (au travers du «Mencius»), in «Extrème-Orient, Ex-
trème-Occident», vi (1985), pp. 40-42; e Fonder la morale. Dialogue de
Mencius avec un philosophe des Lumières, Grasset, Paris 1995.
MENCIO, EREDE SPIRITUALE DI CONFUCIO 173
x 2. Centralità ed autenticità.
11 Questi due testi, già richiamati al cap. n (si vedano le note 13, 16 e
28) costituiscono rispettivamente i capitoli 31 e 42 delle Memorie sui riti
(Liji), opera compilata intorno al in-ii secolo. Se ne può consultare la tra¬
duzione in francese (che riproduce anche il testo cinese) di Séraphin
Couvreur: La Grande Etude e L'Invariable Milieu, in Les Quatre Livres cit.
Si vedano pure le traduzioni de! Zhongyong in inglese di Tu Wei-ming,
Centralità and Commotiality: An Essay on Confucian Religiousness, State
University of New York Press, Albany 1989, e in francese di Francis
Jullien, Zhong Yong. La régulation à usage ordinaire, Imprimerie nationale,
Paris 1993. Cfr. anche Peter Weber-Schafer, Der Edle und der Weise.
Oikumemsche und Imperiale Repràsentation der Menschheit in Chung-yung,
Beck, Miinchen 1963.
MENCIO, EREDE SPIRITUALE DI CONFUCIO 175
i. La leggenda.
2. Il testo.
3. Il non-agire.
4. La metafora dell’acqua.
" Sunzi (L'Art de la guerre selon Sunzi), 6, ed. ZZJC, pp. 101-2. Per
una traduzione di questo testo in inglese, cfr. Roger Ames, Sun-tzu, The Art
of Warfare: A New Translation Incorporating thè Recently Discovered Yin-
ch’iieh-shan Texts, Bailamme Books, New York 1993. Lo stesso autore, in
collaborazione con D. C. Lau, ha tradotto un altro trattato d’arte della
guerra del iv secolo a.C., il Sun Bin bingfa, con il titolo Sun Fin, The Art of
Warfare, Ballantine Books, New York 1996. [Fra le trad. it. si vedano, ad
esempio: L'arte della guerra, trad. di Riccardo Fracasso, Tascabili Economici
Newton, Roma 1994; Sun Tzu, Sun Fin. L'arte della guerra e i metodi militari,
trad. di Stefano Di Martino, Neri Pozza, Vicenza 1999].
i88 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
5. Paradosso.
9. Ritorno all’Origine.
io. Il Dao.
u «Il Dao che si può dire» può anche esser inteso come «il Dao di cui
si può parlare», o «il Dao che può esser designato come Dao». ;
IL DAO DEL NON-AGIRE NEL LAOZI 201
Si veda il cap. 8 del Xunzi, in cui si tratta del suo incontro con re
Zhao di Qin, che regnò fra il 306 e il 251 a.C.
Xunzi, 15, ed. ZZJC, p. 177. Tutto questo capitolo è rivolto contro i
legisti Esiste una buona traduzione integrale di Xunzi in inglese, di John
Knoblock, Xunzi A Translation and Study of thè Complete Works, 3 voli.,
Stanford University Press, 1988, 1990 e 1994. Si vedano inoltre’in tede-
sco Hermann Kòster, Hsiin-tzu ins Deutsche iihertragen, Steyler, Kal
denkirchen 1967, e in francese Ivan Kamenarovic, Xunzi (Siun Tseu),
Cerf, Paris 1987. Per uno studio ormai datato, cfr. Homer H. Dubs’
Hsiintze, thè Mou/dcr of Ancient Confucianism, seguito da una traduzione
parziale, The Works ofHsùntze, Probsthain, London 1927 e 1928.
XUNZI, EREDE.REALISTICO DI CONFUCIO 211
s Sì tratta del termine bian $'(■, sulla cui fortuna nel discorso razionale
degli Stati Combattenti ci siamo già soffermati, e che ricorre non meno
di 75 volte nel Xunzi.
212 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
12 Xunzi, 17, pp. 209-11. [Cfr. Amina Crisma, II Cielo, gli uomini.
Percorso attraverso i testi confuciani dell'età classica, Cafoscarina, Vene¬
zia 2000].
" Per distinguere i due omofoni, ricordiamo che la trascrizione del
termine che significa «principio strutturante» è data in maiuscole (si veda
cap. I, nota 14).
14 Xunzi, 9, pp- 103-4.
XUNZI, EREDE REALISTICO DI CONFUCIO 215
4. Natura e cultura.
5. I riti.
6. Nomi e realtà.
1 Ibid., 21, pp, 261-62. Su Mozi, si veda sopra cap, in. Songzi, o
Song Xing, fautore dell’idea taoizzante che «i desideri essenziali sono ri¬
dotti», è confutato in Xunzi, 18. Shen Dao e Shen Buhai sono due pensa¬
tori associati al legismo (si veda piu avanti cap. ix). Hui Shi è il celebre
logico, amico di Zhuangzi, evocato nel cap. iv.
230 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
\
IX.
I legisti
* Per una traduzione francese del Shangjun sbu, cfr. Jean Levi, Le Livre
du prince Shang, Flammarion, Paris 1981. Si veda anche la traduzione in
inglese di J. J. L. Duyvendak, The hook of Lord Shang, Probsthein, Lon¬
don 1928 [trad. it. Il Libro del Signore di Shang di Alessandro Passi, Adel-
phi, Milano 1989].
SuH’accademia Jixia, si veda sopra cap. vm, nota 3. Per una tradu¬
zione in inglese del Shenzi, cfr. Paul M. Thompson, The Shen Tzu Frag-
ments, Oxford University Press, 1979.
" Per una traduzione in inglese, cfr. W. K. Liao, The Complete Works
of Han Fei Tzu. A Classic of Chinese Politicai Science, 2 voli., Probsthain,
London 1959. Si vedano anche gli studi di Wang Hsiao-po e Leo S.
Chang, The Philosophical Foundatìons of Han Fei's Politicai Theory, Uni¬
versity of Hawaii Press, Honolulu 1986, e di Bertil Lundahl, Han Fei Zi:
thè Man and thè Work, institute of Orientai Languages, Stockholm 1992.
Shangjun shu (Il Libro del Signore di Shang), 3, ed. ZZJC, p. 5.
I LEGISTI 233
i. Antropologia legista.
2. La legge.
" Cfr. Francois Jullien, La Propensìon des choses. Pour une bistoire de
l'cffìcacité en Chine, Seuil, Paris 1992, pp. 41-42.
Ricordiamo che l'unificazione dei pesi e delle misure fu una delle
prime decisioni assunte da Qin Shihuang per unificare l’impero.
238 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
" Liji (Memorie sui riti), 1, Quii [trad. di Couvreur cit., voi. I, p. 53
(cfr. cap. 11, nota 19)].
Shangjun shu 17, p. 29.
240 I UBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
3. La posizione di forza.
Shang/un shu (trad. di Jean Levi, Le Livre du pànce Shang cit., p. 107).
111 Ibid., p. 170.
4. Le tecniche.
" Cfr. Derk Bodde, China's First Unifier: A Study of thè Ch’in Dynasty
as Seen m thè Life of Li Ssu (28o?-2o8 BC,.), Brill, Leiden 1938.
I LEGISTI 245
servigi da loro resi agli spiriti divini. Zou Yan, con le sue
teorie sullo Yin e lo Yang, godeva di grande reputazione
presso i signori feudali. E i fangshi che vivevano lungo le co¬
ste di Qi e di Yan trasmettevano la sua arte, senza esser ca¬
paci di comprenderla",
“ Shiji (Memorie di uno storico), 28, p. 1369. Gli annali di regno del
Primo Imperatore menzionano le ripetute ed infruttuose spedizioni da lui
tentate, su consiglio dei fangshi, verso le isole degli immortali detentori
del segreto dell'immortalità (cfr. ihid., 6, p. 247).
' Cfr. U. Libbrecht, «Pràna=Pneuma=Ch't?», in Wilt L. Idema e Erik
Zùrcher (a cura di), Thought and Law in Qin and Han China: Studies Dedi-
cated to Anthony Hulsewé on thè Occasion of His 8oth Birthday, Brill, Lei¬
den 1990, pp. 42-62.
IL PENSIERO COSMOLOGICO
253
3. Yin e Yang.
4. Le Cinque Fasi.
!J Lùshi Chunqiu, 13, 2 (Yingtong), ed. ZZJC, pp. 126-27. Si veda an¬
che Shiji, 74, p. 2344.
IL PENSIERO COSMOLOGICO 259
est ovest
primavera centro autunno
(Yang giovane) (Yin giovane)
nord
inverno
(grande Yin)
i. Origini divinatorie.
si veda cap. I, i.
IL CLASSICO DEI MUTAMENTI 27J
qian — kun —
gen J| - - dui Q —
kan ihA - - H fH —
1 Sull’autodafé del 2x3 a.C., si veda più avanti cap. xn, nota 3.
’ Shifi (Memorie di uno storico), terminato verso il 100 a.C., 47, p. 1937.
Ricordiamo che, nell'antichità classica, si scriveva su strisce di bambù
(una colonna di caratteri a striscia) legate con cordoni e arrotolate al
modo di una veneziana, il che spiega perché i capitoli delle opere siano
designati come «rotoli» (juan '{k).
I
274 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
4'-<*
lil Mi MI Ili
6. L'«infimo inizio».
“ Laozi, 64.
" Questo passo del Zhongyong, 1, è citato integralmente al cap. vi,
pp. 118-19.
41Huainanzi 1, ed. ZZJC, p. 4, «ad. di Paul Demiéville, Le miroir spi¬
ntaci, in Choix d'ctudes bouddhiques, Brill, Leiden 1973. PP- 138-39-
Sullo’Huainanzi, si veda più avanti il cap. xil.
288 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
44 Ibid., A12.
44 Cfr. Graham, Diiputen of thè Tao cit., pp. 204-11 [trad. it. pp. 278-
287].
4" Leon Vandermeersch, Tradition chinoise et relìgìott, in Cathokcisme et
Società asiatie/ues, L’Harmattan e Sophia University, Paris-Tokyo 2988,
pp. 28-29.
290 I LIBERI DIBATTITI DEGLI STATI COMBATTENTI
8. Senso dell’opportunità.
1. La corrente «Huang-Lao».