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el Governo Andreotti II.


Come Capo dello Stato ha conferito l'incarico a sei Presidenti del Consiglio: Giuliano
Amato (1992-1993), Carlo Azeglio Ciampi (1993-1994), Silvio Berlusconi (1994-1995), Lamberto
Dini (1995-1996), Romano Prodi (1996-1998) e Massimo D'Alema (1998-2000). La sua
presidenza è segnata dagli scandali associati all'operazione Mani pulite e dall'ingresso in politica
di Silvio Berlusconi.

Indice

 1Biografia
o 1.1Origini
o 1.2L'attività di magistrato
o 1.3I primi passi nella politica
o 1.4Anni cinquanta/sessanta
o 1.5Il periodo di ombra
o 1.6Il ritorno alla ribalta
o 1.7Presidente della Repubblica
 1.7.1Nella XI legislatura
 1.7.1.1I fondi riservati del SISDE
 1.7.2Nella XII legislatura e l'accusa di "ribaltone"
 1.7.3Nella XIII legislatura
 1.7.4Nomine presidenziali
o 1.8Attività successive alla Presidenza della Repubblica e morte
 2Il caso del "prendisole"
 3Cariche
 4Onorificenze
o 4.1Onorificenze italiane
o 4.2Onorificenze straniere
 5Note
 6Bibliografia
 7Voci correlate
 8Altri progetti
 9Collegamenti esterni

Biografia[modifica | modifica wikitesto]


Origini[modifica | modifica wikitesto]
Era figlio del barone Guglielmo (Napoli, 1888 – Novara, 1963) e di Rosalia Ussino
(Canelli, 1880 – Novara, 1963). Agli Scalfaro, famiglia originaria
della Calabria (Sambiase ora Lamezia Terme) fu concesso il titolo baronale sul cognome
da Gioacchino Murat con patente del 7 settembre 1814 all'antenato catanzarese Raffaele Aloisio
Scalfaro, comandante la Legione Provinciale di Calabria Ultra. Quest'ultimo avrebbe in seguito
presieduto il consiglio di guerra che nel 1815 condannò a morte lo stesso Murat[2].
Aveva una sorella, Concetta (Novara, 1916 – Novara, 2000), che aveva sposato Gaudenzio
Cattaneo (Castelletto sopra Ticino, 1915 – Messina, 1994), sindaco di Stresa[3]. Il padre era nato
a Napoli il 21 dicembre 1888 da padre napoletano, mentre la madre era piemontese; ciò indusse
Scalfaro a definirsi, nell'occasione di una visita di stato negli Stati Uniti d'America, figlio dell'Unità
d'Italia[4].
Ancora dodicenne Scalfaro si iscrisse alla GIAC (Gioventù Italiana di Azione Cattolica),
appartenenza che ha sempre ostentato (portò sempre all'occhiello della giacca il distintivo tondo
dell'Azione Cattolica visibile anche quando, appena eletto alla massima carica pubblica italiana,
fece in televisione le brevi dichiarazioni di rito).
Si formò in ambienti cattolici e sin da giovanissimo partecipò all'attività dell'Azione Cattolica, in un
periodo in cui questa organizzazione veniva avversata dal fascismo. In particolare fu attivo negli
ambienti della FUCI, che in quegli anni raccolse i maggiori esponenti della futura classe dirigente
cattolica. Durante la lotta partigiana, ebbe contatti con il mondo degli antifascisti. Il 16 settembre
1951 presso l'Oasi Santa Maria degli Angeli di Erba fece la professione dei consigli
evangelici alla presenza dei fondatori dell'istituto dei Missionari della regalità di Cristo[5].
Nel 1957 prese attivamente parte al I Congresso eucaristico diocesano di Sansepolcro, su invito
del vescovo mons. Domenico Bornigia.
Era terziario francescano.[6][7]

L'attività di magistrato[modifica | modifica wikitesto]


Laureatosi in Giurisprudenza all'Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano il 2 giugno 1941,
fu chiamato alle armi e assegnato al 38º Reggimento di Fanteria a Tortona. Sottotenente di
Commissariato in Sicilia, fu congedato, in quanto magistrato, nell'ottobre del 1942[8].
Il 26 dicembre 1943 sposò a Novara Mariannuzza Inzitari (Arena, 1924 – Novara, 1944), che
morì, appena ventenne, per un embolo sopraggiunto venti giorni dopo[9] la nascita della loro unica
figlia, Marianna Scalfaro (nata a Novara il 27 novembre 1944)[10].
Dopo il 25 aprile 1945 fece richiesta per entrare nelle Corti straordinarie di Assise, composte da
giuristi volontari (per una durata prevista di sei mesi), istituite il 22 aprile su richiesta degli
angloamericani per porre un freno ai processi sommari del dopoguerra contro i fascisti, talora
degenerati in veri e propri linciaggi[11].
Dal 1º maggio 1945 fu, giovanissimo, consulente tecnico giuridico del Tribunale d'emergenza di
Novara, un tribunale speciale per giudicare i criminali fascisti e i collaborazionisti, poi anche
pubblico m
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