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Ing. Luigi Di Francesco .

Tecnico competente in Acustica


Regione Campania

REQUISITI
ABSTRACT
L’isolamento acustico delle unità immobiliari, alla luce del
ACUSTICI DPCM 5/12/1997 e della sentenza della Corte
Costituzionale n.103 2013.
Ing. Luigi Di Francesco

PASSIVI
Isolamento acustico delle unità immobiliari
Ing. Luigi Di Francesco – via G. De Falco 26 - 81100 Caserta – tel .0823 44 42 45

Sommario
1. I REQUISITI ACUSTICI NEI NUOVI EDIFICI ..........................................................................................2

2. LA DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALITÀ dell’art. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno
2010, n. 96 interpretativo dell’articolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88 .......................................2

3. LA NORMATIVA IN MATERIA DI ISOLAMENTO ACUSTICO E LA SCARSA APPLICAZIONE DEL


D.P.C.M. 05.12.97. ...........................................................................................................................................3

4. LE PRESCRIZIONI DI CUI AL D.P.C.M. 5 DICEMBRE 1997 ..................................................................4

5. METODOLOGIA DI COLLAUDO DEI REQUISITI ACUSTICI ..................................................................7

6. OSSERVAZIONI CIRCA LA DISCREPANZA TRA GLI ASSUNTI TEORICI TEORICA ALLA BASE
DELLE NORME TECNICHE E LA REALTÀ DEGLI AMBIENTI OGGETTO DI MISURA. ................................9

7. VIZI DI COSTRUZIONE. ........................................................................................................................10

Figura 1 Trasmissione laterale del rumore............................................................................................... 5


Figura 2- Differenza fra potere fonoisolante (di laboratorio) e potere fonoisolante apparente (in opera)......... 5
Figura 3 Disposizione della sorgente e del microfono secondo i dettami di norma....................................... 6
Figura 4- Strumentazione utilizzata......................................................................................................... 7
Figura 5- Macchina di calpestio aperta .................................................................................................... 7
Figura 6- Sorgente di rumore impulsivo................................................................................................... 7
Figura 7 - Diagramma della potenza sonora emessa alle varie frequenze dalla sorgente di rumore utilizzata 8
Figura 8 Ubicazione e tipologie delle misure da eseguire.......................................................................... 9
Figura 9- Impianti a funzionamento discontinuo - WC r2-s2 .................................................................... 10
Figura 10 -Registrazione delle misure di isolamento di calpestio ............................................................. 10
Figura 11 - Impianti di scarico posti nella parete di confine tra due appartamenti ...................................... 11
Figura 12- Realizzazione di controparete .............................................................................................. 12
Figura 13 - Riduzione del livello sonoro conseguibile con la realizzazione del controsoffitto ....................... 12
Figura 14 -Realizzazione di controsoffitto fonoisolante (dal catalogo Index) ............................................. 13

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1. I REQUISITI ACUSTICI NEI NUOVI EDIFICI

La legge n. 447 /95 prevede la “determinazione dei requisiti acustici delle sorgenti sonore e dei requisiti acustici
passivi degli edifici e dei loro componenti in opera, allo scopo di ridurre l’esposizione umana al rumore” (art. 3
“Competenze dello Stato”, comma 1, lettera e).
Il provvedimento statale esecutivo di questa disposizione della legge è il DPCM 5/12/97 “Determinazione dei
requisiti acustici passivi degli edifici”. Questo decreto, in relazione alle diverse tipologie edilizie, stabilisce le
caratteristiche acustiche in opera degli elementi strutturali dell’edificio e degli impianti tecnologici di servizio dell’edificio
stesso.
Il DPCM 5/12/97 si applica a tutti gli edifici in cui il rilascio della concessione edilizia è avvenuto dopo il 20
febbraio 1998, quindi non conta la data dell’ultimazione dei lavori (parere ministeriale ad Assoacustici nel luglio 2001).
Secondo quanto indicato dal DPCM 5/12/1997, i componenti degli edifici, le partizioni orizzontali e verticali e gli
impianti devono essere in grado di soddisfare ai valori fissati, riportati nelle tabelle A e B del citato decreto.

2. LA DICHIARAZIONE DI INCOSTITUZIONALITÀ dell’art. 15, comma 1, lettera c), della legge 4

giugno 2010, n. 96 interpretativo dell’articolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88

A livello nazionale, quindi, per quanto riguarda l'Acustica Ambientale vige la cosiddetta "Legge quadro
sull'inquinamento acustico" (Legge 26 ottobre 1995 n. 447) che stabilisce i principi fondamentali in materia di tutela dal
rumore prodotto dall'ambiente esterno e dall'ambiente abitativo, stabilendo altresì le competenze di Regioni e Comuni.
In attuazione di tale legge sono stati emanati diversi decreti attuativi tra cui il DPCM 5-12-1997 "Determinazione
dei requisiti acustici passivi degli edifici", riferimento normativo italiano per l'Acustica in edilizia. Tale decreto, emanato
in ottemperanza a quanto disposto dall’art. 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447 (Legge quadro
sull’inquinamento acustico), determina i requisiti acustici passivi e quelli delle sorgenti sonore interne agli edifici, al fine
di ridurre l’esposizione umana al rumore, e prescrive i limiti espressi in decibel che gli edifici costruiti dopo la sua entrata
in vigore devono rispettare.
Tale decreto definisce, infatti, i valori (minimi o massimi) di rumore riscontrabili all'interno degli edifici
riguardanti:

 rumore tra differenti unità immobiliari;

 rumore esterno;

 rumore da calpestio;

 rumore di impianti a funzionamento continuo e discontinuo.


Nella materia in questione è intervenuta, successivamente, la direttiva 2002/49/CE, relativa alla determinazione
e alla gestione del rumore ambientale – recepita con il Dlgs 194/2005 – e, quindi la legge comunitaria 2008, che ha
previsto una nuova delega al Governo, per integrare nell’ordinamento la direttiva del 2002 e per assicurare l’omogeneità
delle normative di settore, mediante l’emanazione di uno o più decreti legislativi.
In seguito e in riferimento ai requisiti acustici passivi degli edifici previsti dal D.p.c.m. del 1997, la legge recante
la delega al Governo per il riordino e la disciplina in materia di inquinamento acustico (la numero 88 del 2009), ha previsto

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che “in attesa del riordino della materia, la disciplina relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti
di cui all’articolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, non trova applicazione nei rapporti tra privati
e, in particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi sorti successivamente alla data di entrata in
vigore della presente legge”.
Poiché il tribunale di Busto Arsizio aveva sollevato questione di legittimità costituzionale dell’articolo in
argomento, con sentenza 103/2013 la Corte Costituzionale si esprimeva circa il “giudizio di legittimità costituzionale
dell’art. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno 2010, n. 96 (Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti
dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee. Legge comunitaria 2009), sostitutivo dell’art. 11, comma 5, della
legge 7 luglio 2009, n. 88 (Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità
Europee. Legge comunitaria 2008), promosso dal Tribunale di Busto Arsizio”.
Il Tribunale di Busto Arsizio, infatti aveva “sollevato, in riferimento agli artt. 3, 24, 101, 102 e 104 della
Costituzione, questione di legittimità costituzionale dell’art. 15, comma 1, lettera c), della legge 4 giugno 2010, n. 96
(Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee. Legge
comunitaria 2009), in quanto prevede che l’articolo 11, comma 5, della legge 7 luglio 2009, n. 88 (Disposizioni per
l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alle Comunità Europee. Legge comunitaria 2008) sia
sostituito dalla norma di interpretazione autentica che recita: «In attesa dell’emanazione dei decreti legislativi di cui al
comma 1, l’articolo 3, comma 1, lettera e), della legge 26 ottobre 1995, n. 447, si interpreta nel senso che la disciplina
relativa ai requisiti acustici passivi degli edifici e dei loro componenti non trova applicazione nei rapporti tra privati e, in
particolare, nei rapporti tra costruttori-venditori e acquirenti di alloggi, fermi gli effetti derivanti da pronunce giudiziali
passate in giudicato e la corretta esecuzione dei lavori a regola d’arte asseverata da un tecnico abilitato».
La Corte in merito rilevava che “La norma impugnata …omissis…, seppure formulata quale norma di
interpretazione autentica, essa non interviene ad assegnare alla disposizione interpretata un significato già in questa
contenuto, «riconoscibile come una delle possibili letture del testo originario», al fine di chiarire «situazioni di oggettiva
incertezza del dato normativo» in ragione di «un dibattito giurisprudenziale irrisolto» o di «ristabilire un’interpretazione
più aderente alla originaria volontà del legislatore» a tutela della certezza del diritto e degli altri principi costituzionali
richiamati.”
Rilevava inoltre che “la norma impugnata, oltre a ledere il legittimo affidamento sorto nei soggetti suddetti,
contrasta con il principio di ragionevolezza, in quanto produce disparità di trattamento tra gli acquirenti di immobili in
assenza di alcuna giustificazione, e favorisce una parte a scapito dell’altra, incidendo retroattivamente sull’obbligo dei
privati, in particolare dei costruttori-venditori, di rispettare i requisiti acustici degli edifici stabiliti dal D.P.C.M. 2 dicembre
1997, di attuazione dell’art. 3, comma 1, lettera e), della legge n. 447 del 1995.
Di conseguenza la questione sollevata è fondata, e la norma censurata deve essere dichiarata
costituzionalmente illegittima, a causa della violazione dell’art. 3 Cost.,…”

3. LA NORMATIVA IN MATERIA DI ISOLAMENTO ACUSTICO E LA SCARSA APPLICAZIONE

DEL D.P.C.M. 05.12.97.

La norma attualmente vigente, regolante i rapporti fra privati e inerente ai rumori, è quindi oltre all’articolo 844
c.c., il citato il D.P.C.M. 05.12.97, attuativo della L.n.447/1995, che costituisce, comunque, la regola dell’arte in materia
di acustica architettonica.

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In ogni caso, non essendo stato abrogato, il medesimo DPCM manteneva la sua validità nei rapporti pubblicistici
tra Comune, tenuto a farne rispettare i contenuti e il costruttore obbligato ad applicarne i dettami tecnici. Tuttavia
l’applicazione del decreto è stata generalmente disattesa, in particolare nei comuni delle regioni meridionali. In molti
comuni del settentrione invece, anche in rapporto alle diverse norme regionali in materia, si sono avute diverse
metodologie di controllo dell’applicazione del dettato normativo, si è previsto, infatti, nei diversi casi che i progetti relativi
a nuove costruzioni e quelli riguardanti gli interventi di ristrutturazione, dovessero essere corredati del progetto acustico,
costituente parte integrante della documentazione tecnica prodotta per il rilascio del Permesso a Costruire .
In merito, la verifica successiva post-operam esplicata dai comuni, laddove operante, è esplicata in vari modi,
dalla più semplice costituita da una dichiarazione asseverata da un professionista del rispetto dei requisiti, all’esibizione
di collaudi strumentali ad opera terminata, che attestino il rispetto dei valori limite del DPCM 5/12/1997; fino
all’esecuzione, con il supporto tecnico dell’ARPA, di controlli a campione, per verificare la conformità delle opere con le
previsioni del progetto.
All’interno di questo quadro normativo il Comune deve scegliere con quale metodologia eseguire il controllo, facendo
applicare la norma in questione al pari di altre normative di carattere pubblicistico, il cui rispetto è normalmente previsto
dal Regolamento edilizio, né è ammissibile che alcuni Comuni possano costituire una “zona franca” nei confronti del
rispetto di alcune leggi, ovvero scegliere quali norme applicare e quali disapplicare.
Va detto, tuttavia, che la scarsa attuazione di tale decreto è da attribuire, peraltro, anche alla mancata
promulgazione del decreto recante i criteri acustici per la progettazione, l’esecuzione e la ristrutturazione degli edifici.
All’art 3 lettera f) la legge 447/95, infatti, prevede: l'indicazione, con decreto del ministro dei Lavori pubblici, di
concerto con il ministro dell'Ambiente e con, il ministro dei Trasporti e della navigazione, dei criteri per la progettazione,
l'esecuzione e la ristrutturazione delle costruzioni edilizie e delle infrastrutture dei trasporti ai fini della tutela
dall'inquinamento acustico.

4. LE PRESCRIZIONI DI CUI AL D.P.C.M. 5 DICEMBRE 1997

SCOPO DEL D.P.C.M. 5/12/97


Il decreto determina i limiti di immissione delle sorgenti sonore interne agli edifici, i requisiti acustici passivi
(ovvero le i requisiti prestazionali) degli edifici e dei loro componenti in opera, ad edificio costruito, al fine di ridurre
l´esposizione umana al rumore. Il decreto, in pratica, mira a garantire sufficienti standard qualitativi, che gli elementi
divisori e di chiusura di un ambiente abitativo devono garantire al fine di soddisfare il benessere acustico di coloro che
ne fruiscono.

APPLICAZIONE DEL D.P.C.M.


Il decreto si applica a tutti gli edifici progettati, assentiti e realizzati dopo la sua emanazione (20/2/1998) e
riguarda le nuove costruzioni, le ristrutturazioni e i cambi di destinazione d´uso.

Il Decreto definisce le prestazioni che devono possedere gli edifici in merito a:

 Isolamento dai rumori tra differenti unità immobiliari


 Isolamento dai rumori esterni
 Isolamento dai rumori di calpestio
 Isolamento dai rumori di impianti a funzionamento continuo e discontinuo

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A tal proposito suddivide gli edifici in rapporto alla loro destinazione d’uso nelle seguenti categorie:

Classificazione degli ambienti abitativi ai sensi del D.P.C.M. 5/12/97


Categoria A Edifici adibiti a residenza o assimilabili
Categoria B Edifici adibiti a uffici e assimilabili
Categoria C Edifici adibiti ad alberghi, pensioni ed attività assimilabili
Categoria D Edifici adibiti ad ospedali, cliniche, case di cura e assimilabili
Categoria E Edifici adibiti ad attività scolastiche a tutti i livelli e assimilabili
Categoria F Edifici adibiti ad attività ricreative o di culto o assimilabili
Categoria G Edifici adibiti ad attività commerciali o assimilabili

Requisiti acustici passivi degli edifici, dei loro componenti e degli


impianti tecnologici
Parametri
Categorie di cui alla tabella A
R'w(*) D2m, nTW L'n,W LASmax LAeq
D 55 45 58 35 25
A,C 50 40 63 35 35
E 50 48 58 35 25
B,F,G 50 42 55 35 35
(*) Valori di R’w riferiti ad elementi di separazione tra due distinte unità
Figura 1 Trasmissione laterale del
immobiliari. rumore
Legenda:
R’w = Indice di valutazione del potere fonoisolante apparente di muri e solette di separazione tra due distinte
unità immobiliari.
La lettera “R” deriva da riduzione del rumore trasmesso attraverso il muro o la soletta.
Il pedice “w” significa indice di valutazione o valore unico weighted (pesato) per tutte le frequenze.
L’apice significa apparente1, cioè comprensivo della trasmissione laterale che riduce il valore R teorico della
stessa parete (senza trasmissione laterale), cioè R’ ≤ R.
D2m,nT,w = Indice di
valutazione dell’isolamento
acustico standardizzato di
facciata.
La lettera “D” deriva da
differenza di livello sonoro
dall’esterno della facciata
all’interno (da non confondere
Figura 2- Differenza fra potere fonoisolante (di laboratorio) e potere fonoisolante
con il potere fonoisolante apparente (in opera).
apparente della stessa facciata).
Il pedice “2m” significa che la misurazione all’esterno è con microfono a distanza 2 metri dalla facciata.
Il pedice “nT” significa normalizzato rispetto al tempo di riverberazione T, per tener conto dell’effetto acustico
dell’arredo che è estraneo al requisito dell’isolamento della facciata. In pratica un locale arredato con molti materiali

1
Facendo riferimento alla fig.1 col termine trasmissione laterale si intende il rumore che viene trasmesso nella camera ricevente
seguendo percorsi(2-3-4) diversi da quello diretto(1) e che si sommano inevitabilmente ad esso.

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fonoassorbenti (tappeti, tende, poltrone, ecc.) aumenta apparentemente il valore dell’isolamento misurato. Inversamente
lo stesso locale svuotato dal mobilio riduce l’isolamento. La normalizzazione tiene conto di questo effetto depurando la
misura dell’effetto prodotto dall’assorbimento.
Il pedice “w” significa indice di valutazione o valore unico weighted (pesato) per tutte le frequenze.
L’n,w = Indice di valutazione del livello di rumore di calpestio dei solai normalizzato.
La lettera “L” viene da livello sonoro del calpestio.
L’aggettivo normalizzato significa che il livello sonoro L è prodotto dalla “macchina del calpestio” sul pavimento
del locale sovrastante, è anch’esso corretto per tener conto dell’effetto dell’assorbimento acustico.
Quindi “normalizzare” significa riferire le misure ad un assorbimento acustico standard.
L’apice significa apparente, cioè comprensivo della trasmissione laterale che in pratica aumenta il valore L
teorico della stessa soletta (senza trasmissione laterale), cioè L’ ≥ L.
2

LASmax = Livello massimo di pressione sonora per impianti a


funzionamento “discontinuo”: ascensori, scarichi idraulici, bagni, servizi
igienici, rubinetteria.
Il pedice “A” deriva dalla pesatura “A” di tutte le componenti
nel campo delle frequenze, per tener conto della diversa sensibilità
dell’udito umano alle diverse frequenze.
Il pedice “S” deriva dalla costante di tempo “Slow” (lenta).
Il pedice “max” significa il valore massimo del livello sonoro. Figura 3 Disposizione della sorgente e del
microfono secondo i dettami di norma
LAeq = Livello di pressione sonora continuo equivalente per
impianti a funzionamento “continuo”: impianti di riscaldamento, impianti di aerazione, impianti di condizionamento.
Il pedice “A” deriva dalla pesatura “A” di tutte le componenti nel campo delle frequenze, per tener conto della
diversa sensibilità dell’udito umano alle diverse frequenze.
Il pedice “eq” deriva dal livello equivalente, cioè medio-logaritmico o medio-energetico.
Si precisa che i limiti di R’w e D2m,nT,w sono limiti minimi (al di sotto dei quali l’isolamento non va bene), mentre
i limiti di L’n,w, LASmax e LAeq sono limiti massimi (al di sopra dei quali non va bene). Cioè 50 e 40 sono limiti
minimi e 63, 35 e 25 sono limiti massimi.

2
Il valore teorico di R è effettivamente misurabile in laboratorio, ove è possibile limitare, se non eliminare del tutto, la trasmissione
laterale.

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5. METODOLOGIA DI COLLAUDO DEI REQUISITI

ACUSTICI

Al fine di valutarne il rispetto bisogna eseguire delle prove di


collaudo secondo le norme:
UNI EN ISO 140 “Acustica – Misura dell’isolamento acustico in edifici e di
elementi di edificio“:

 Parte 4: Misurazioni in opera dell’isolamento acustico per via


aerea tra ambienti; (R’w)3

 Parte 5: Misurazioni in opera dell’isolamento acustico per via


aerea degli elementi di facciata e delle facciate; (D2mnTw)

 Parte 7: Misurazioni in opera dell’isolamento dal rumore di


calpestio di solai; (L’nw)

 Parte 14: Linee guida per situazioni particolari in opera Figura 4- Strumentazione utilizzata
UNI EN ISO 717 “Acustica – Valutazione dell’isolamento acustico in edifici e di elementi di edificio“:

 Parte 1: Isolamento di rumori aerei; (Calcolo Indici di valutazione)

 Parte 2: Isolamento di rumore di


calpestio. (Calcolo Indici di
valutazione).
Per il potere fonoisolante dei
muri perimetrali interni e delle solette si
utilizza la sorgente acustica
omnidirezionale detta “dodecaedro”. In Figura 5- Macchina di calpestio aperta Figura 6- Sorgente di
rumore impulsivo
ciascuno dei due locali (sorgente e ricevente) si posiziona un microfono, in successione,
in 5 diverse postazioni di misura. La misurazione è ripetuta per ognuna delle 5 coppie di postazioni. Se gli ambienti sono
di volume differente, si dovrà scegliere come locale emittente il più grande.
Per l’isolamento dal rumore di calpestio si utilizza la macchina di calpestio detta anche maschiatrice, la
macchina per il calpestio, è dotata di 5 martelli in linea, azionati da un motore controllato elettronicamente. La macchina
è dotata di 5 martelli in linea, ciascun del peso di 500 g, soggetto ad una caduta libera da un’altezza di 40 mm e con un
intervallo tra gli di100 ms.
Per l’isolamento acustico della facciata si utilizza come sorgente sonora una cassa acustica posta all’esterno e
orientata verso il centro della finestra, come prescritto dalla norma UNI 140.
Bisogna effettuare le misurazioni con un microfono posto a 2 m all’esterno della facciata e a quota 1,5 m dal
piano del locale ricevente.
All’interno del locale, occorre effettuare le misurazioni in 5 punti come prescritto dalla norma UNI. Il risultato
finale è la media di tutte le misurazioni.

3
Recentemente la norma 140-4 è stata sostituita dalla norma UNI EN ISO 16283-1

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Per il rumore di impianti “continui” (riscaldamento, aerazione e condizionamento) occorre effettuare la


misurazione di LAeq, cioè del livello “equivalente” in dBA.
Per il rumore di impianti “discontinui” (idro-sanitari e ascensori) si effettua la misurazione di LASmax, cioè del
livello sonoro in dBA, con costante di tempo lenta (Slow), come valore massimo
Bisogna effettuare in ogni locale ricevente le prescritte misurazioni del tempo di riverberazione, utilizzando lo
spegnimento della sorgente sonora “dodecaedro” in una posizione e con microfono in tre posizioni, ovvero con sorgente
di rumore impulsivo.
Per tutte le misure viene utilizzata una sorgente di “rumore rosa”, capace cioè di fornire un segnale random
caratterizzato da una risposta in ampiezza piatta su ciascuna ottava di frequenza, ovvero da una energia costante o su
ogni ottava. La fig.5 mostra le caratteristiche in frequenza di un generatore di rumore.
In tutte le misurazioni il rumore di fondo deve essere minore di almeno -10 dB rispetto ai livelli sonori misurati,
come prescritto dalle norme UNI.
Tutte le misurazioni di isolamento
della facciata, fonoisolamento di muri e
solette, calpestio vanno effettuate con i
locali nello stato in cui si trovano al
momento del sopralluogo, con il normale
arredo (mobili, tappeti, tende,
ecc.). L’influenza degli arredi viene tenuta
in conto attraverso il tempo di
riverberazione viene tenuta in conto
mediante la correzione prescritta dalle
Figura 7 - Diagramma della potenza sonora emessa alle varie
frequenze dalla sorgente di rumore utilizzata norme UNI.
Pertanto, complessivamente in un rilievo possono essere ed elaborate oltre 140 misure fonometriche,
ciascuna di durata variabile da 30 s ad alcuni minuti, nonché le misure metriche necessarie a verificare le dimensioni
degli ambienti, lavoro che viene normalmente svolto in diverse sessioni, considerato anche il tempo necessario al
posizionamento, spostamento e regolazione degli apparecchi.
Di seguito sono riportati i requisiti passivi il cui rispetto è richiesto dal D.P.C.M. 05.12.97 e la normativa tecnica
corrispondente

Requisito Prestazione acustica rilevata Normativa tecnica di riferimento


Rumore aereo tra partizioni R’w UNI EN ISO 140-4
Rumore di calpestio L’n,w UNI EN ISO 140-7
Isolamento di facciata D2m,nT,w UNI EN ISO 140-5
Rumorosità degli impianti a LAS,max UNI EN ISO 16032
funzionamento discontinuo UNI EN ISO 10052
Rumorosità degli impianti a LAeq UNI EN ISO 16032
funzionamento continuo UNI EN ISO 10052

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6. OSSERVAZIONI CIRCA LA DISCREPANZA TRA GLI ASSUNTI TEORICI TEORICA ALLA

BASE DELLE NORME TECNICHE E LA REALTÀ DEGLI AMBIENTI OGGETTO DI MISURA.

E’ necessario osservare che la normalizzazione della misura, vale a dire la sua oggettivazione, richiede la
conoscenza dell’assorbimento acustico dell’ambiente ricevente e che questo è ottenuto per via indiretta attraverso la
misura del tempo di riverbero.
Esso viene misurato in più punti per tener conto della presenza di risonanze e quindi della presenza di onde
stazionarie, che possono far sì che in punti di misura diversi, possano aversi valori di differenti dello stesso. Pertanto
una diversa serie di misure potrebbe condurre a valori leggermente diversi. Tanto vale anche per le altre misure
fonometriche eseguite.
Ciò è tanto più vero, in quanto la misura in un ambiente arredato difficilmente può essere eseguito nei punti più
adatti, nonostante il rispetto dei dettami minimi di norma.
Ma ciò che è più rilevante, è il fatto che la normativa sopra esposta parte dall’assunto teorico di un ambiente
riverberante, omogeneo e con una conformazione regolare (perfettamente quadrata o rettangolare), che è ben diverso
dall’ambiente arredato di un normale appartamento, in cui possono aversi superfici dure e riflettenti come vetri e specchi
e superfici assorbenti come letti o divani imbottiti, disposti in maniera disuniforme, a parte rientranze o sporgenze delle
pareti.
Questi aspetti sono considerati in diverse formulazioni4 del rapporto fra tempo di riverbero ed assorbimento,
che possono essere utilizzate nei calcoli previsionali, ma sono difficilmente applicabili alle misurazioni in opera.
Tutto ciò comporta inevitabilmente delle approssimazioni non eliminabili nelle valutazioni effettuate, che sono
tanto più sensibili quanto più l’ambiente è arredato.

Figura 8 Ubicazione e tipologie delle misure da eseguire

Di seguito sono riportati i diagrammi relativi ad alcuni esempi di misure dell’isolamento acustico degli impianti
ed dell’isolamento di calpestio.

4
Oltre alla formula di Sabine, prevista dalla norma UNI 140, esistono altre formulazioni che legano tempo di riverbero ed
assorbimento acustico, per tener in maggior conto gli aspetti di disuniformità dell’assorbimento e di altri limiti della formulazione di
Sabine (vedi Eyring, Kutruff, Fitzroy, Arau).

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Figura 9- Impianti a funzionamento discontinuo - WC r2-s2

Figura 10 -Registrazione delle misure di isolamento di calpestio

7. VIZI DI COSTRUZIONE.

In genere il difetto di isolamento che si riscontra negli edifici è dovuto più che all’utilizzo di materiali di cattiva
qualità alla presenza di vizi nella realizzazione dell’immobile, specialmente nell’esecuzione di particolari esecutivi di
dettaglio.
Circa la natura di tali vizi si osserva che, quantunque la qualità e le dimensioni dei materiali messi in opera

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possano apparire per lo più idonei a rispondere ai requisiti di norma, essi spesso non conseguono tale scopo. Per
quanto “sulla carta” ci si possa attendere prestazioni adeguate, diversamente, come le misurazioni dimostrano le
strutture del fabbricato spesso non rispondono ai requisiti di norma, nonostante difficilmente si potessero porre in opera
materiali con caratteristiche migliori di quelli effettivamente utilizzati (a parte gli infissi di buona qualità in assoluto, ma
sovente acusticamente poco performanti), la causa della discrepanza tra il buon comportamento teoricamente
prevedibile e quello effettivamente riscontrato, va ricercato
nelle modalità di posa dei materiali ed in particolare nella
mancata messa in opera di semplici dispositivi ed accortezze
utili alla riduzione dei cosiddetti ponti acustici.
Difatti, nel campo dell’isolamento acustico una messa
in opera poco accorta può rendere inefficace anche l’impiego
dei materiali più adatti e di migliore qualità.
In proposito si osserva che alcuni vizi riscontrati,
spesso potevano essere facilmente eliminati senza alcun
costo, se solo si fosse fatta attenzione ai dettagli costruttivi.
Figura 11 - Impianti di scarico posti nella parete di
Spesso gli impianti vengono posti nelle pareti di confine tra due appartamenti
confine tra un appartamento e quello dell’alloggio adiacente creando un duplice ordine di problemi. Da una parte si è
pone a contatto con la parete un impianto rumoroso, facendo il modo che il rumore prodotto si possa facilmente
trasmettere nell’appartamento vicino, dall’altro per poter ubicare le tubazioni in quella posizione si è dovuto incassare
gli scarichi nella parete di confine, praticando delle tracce, che hanno ridotto il potere fonoisolante della parete,
facilitando ancor più la trasmissione del rumore.
In merito ci è capitato di vedere una spa dove le tubazioni dell’idromassaggio passavano nella parete di confine,
e quando l’impianto cominciava a gorgogliare i suoi getti, il rumore in casa del vicino risultava addirittuta più forte di
quanto non fosse all’interno della spa.
Va detto, purtroppo, che un tal modo di operare discende anche dalla scarsa conoscenza dei tecnici delle
problematiche acustiche e dalla scarsa o nulla vigilanza degli Enti Pubblici preposti al controllo.
Ulteriori accortezze potevano essere adottate per desolidarizzare le strutture perimetrali.
E’ pur vero che i valori previsti dalla normativa non sono facilmente conseguibili, con le tecniche e i materiali
tradizionalmente posti in opera o presenti in commercio, spesso Regolamenti Edilizi poco aggiornati rendono ancor più
difficoltoso il rispetto della norma. Forse non a caso le indicazioni di cui all’art.3 della legge 447/95 non sono state mai
emanate.
In buona sostanza e senza dilungarci su quali accorgimenti possano essere adottati per conseguire gli scopi
del DPCM 14/11/1997, si può dire che, per quanto spesso si siano messi in opera materiali di buona qualità, non si è
tenuto conto, nella realizzazione, del loro comportamento acustico.
Ciò detto, una volta completato il fabbricato, sarebbe oltremodo complicato realizzare quegli accorgimenti,
anche semplici e di poco costo, che non sono stati adottati in fase di cantiere. La loro esecuzione comporterebbe il taglio
dei muri perimetrali, per l’inserimento alla base di materiali resilienti, lo spostamento e l’isolamento con giunti elastici
delle tubazioni, la demolizione dei pavimenti per la posa in opera di membrane anticalpestio. Ovviamente a lavoro finito,
ciò risulta impossibile.

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Ing. Luigi Di Francesco – via G. De Falco 26 - 81100 Caserta – tel .0823 44 42 45

D’altro canto, tali interventi solo in minima parte potrebbero interessare il solo appartamento disturbato, essi
coinvolgerebbero anche gli appartamenti dei confinanti ed in qualche caso (scarichi e calpestio) solo ed esclusivamente
questi.
E’ evidente quindi che alcuni interventi rissultano, a lavori
finiti e dopo la vendita degli appartamenti, di fatto impossibili.
Vanno quindi adottati interventi di mitigazione diversi. Tuttavia,
anche questi non possono che conseguire dei risultati parziali.
Di fatto gli unici interventi ragionevolmente praticabili
consistono nella realizzazione di contropareti lungo i muri divisori.
Per quanto riguarda le pareti esterne, considerate le loro
caratteristiche di spessore, spesse queste sono generalmente
adeguate per la parte muraria, almeno quanto a massa
superficiale. Mentre appaiono carenti per quanto riguarda gli
infissi, che avendo una massa limitata costituiscono in genere la
parte acusticamente più debole della parete. Pertanto il
soddisfacimento dei requisiti, in questo caso, si potrebbe Figura 12- Realizzazione di controparete
conseguire con la sostituzione dei vetri, adottando dei vetri a tripla camera o, comunque, con adeguate e certificate
caratteristiche acustiche, come indicato nella tabella seguente.

In merito al calpestio, si potrebbero adottare dei controsoffitti, ma il loro utilizzo potrebbe andare in contrasto
con il Regolamento Edilizio Comunale, in quanto il loro utilizzo comporterebbe una riduzione dell’altezza utile al di sotto
dei limiti del decreto ministeriale (sanità) 5 luglio 1975 “Modificazioni alle istruzioni ministeriali 20 giugno 1896,
relativamente all’altezza minima ed ai requisiti igienico-sanitari principali dei locali di abitazione” e quindi renderebbero
l’appartamento non più utilizzabile ai fini abitativi”.

Figura 13 - Riduzione del livello sonoro conseguibile con la realizzazione del controsoffitto

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Figura 14 -Realizzazione di controsoffitto fonoisolante (dal catalogo Index)

Di seguito si riporta la spesa necessaria per l’adeguamento acustico di un appartamento di medie dimensioni.
Spese di isolamento acustico
a) Lavori e forniture € 8 724,69
b) I.v.a. 10% € 872,47
c) Spese tecniche 15% su a) € 1 308,70
d) I.v.a. 22% su C) € 287,92
Diritti di istruttoria della C.I.L.A. € 516,00
Totale lavori € 11 709,00

Si consideri, che tali problematiche conducono spesso contenziosi fra acquirente e costruttore o venditore, in caso di
giudizio il danno complessivo (considerando anche traslochi, spese di albergo ed accessorie) viene valutato tra il 20%
ed il 30% del valore iniziale dell’immobile. E che tali contenziosi in forza della citata sentenza della Corte Costituzionale
non potranno che divenire più frequenti, fintanto che i costruttori e progettisti non comprenderanno che è necessario
costruire con tecniche più rispondenti e che una minima cultura acustica non si sarà diffusa.

Ing. Luigi Di Francesco

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