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WALTER DA POZZO
UOMINI, CIRCOSTANZE E CITTÀ
 
Walter Da Pozzo
UOMINI, CIRCOSTANZE E CITTÁ
 
IUN’IMPROVVISA E INASPETTATA ESPLOSIONERestava attaccato ai pensieri, a quelle immagini che aveva vissuto nel treno pochi istanti prima. Erano situazioni che si ripetevano ormai da dieci giorni: da quando l’aveva notata tra i passeggeri del locale che portava a Aix-les-Bains.In effetti, Marcello era molto riconoscente alla famiglia Bortolenghi: torinesi benestanti che avevano deciso di acquistare questa splendida villetta sul lago
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. Riconoscente perché questa coppia di mezza età lo aveva costretto, da circa dieci giorni, a recarsi tutte le mattine in località Aix-les-Bains; tragitto alquanto piacevole per un giovane agente immobiliare pieno di voglia di vivere e di viaggiare come lui spesso si era definito. Questo affare di vendita-acquisto gli permetteva di lasciare Torino Porta Nuova di buon mattino, cosa del tutto gradevole in quei giorni di afa estiva. E poi, l’alternativa di restare in ufficio sotto i portici di piazza Castello a sbrigare pratiche in quel torrido luglio, non era certamente invitante.Un giovane uomo di ventinove anni con l’esuberante voglia di viaggiare e sedurre; questo lui si sentiva di essere e questo aveva sempre cercato di far conciliare con il suo nuovo lavoro, che da due anni gli dava una divertente indipendenza economica.Viveva da solo ormai, in una mansarda del centro storico di Torino a quattro passi dal teatro Carignano; e la domenica era solito andare a pranzo dalla madre vedova, che gli sciorinava un noioso piagnisteo sulla solitudine e sulla tristezza della sua vedovanza. Ma, consumato il caffé e rincuorata la mamma, tornava ad essere scapolo, libero e seduttore: in quella stagione invitante che il suo stato civile gli regalava a iosa. Per tanto, si era offerto tante volte di andare in trasferta e in effetti i suoi colleghi non glielo avevano mai negato; perché panciuti, maritati, impigriti e con canizie prominenti. Lo avevano mandato un po’ dappertutto, a trattare le vendite e gli acquisti degli immobili che loro rappresentavano. Era stato spesso nelle Langhe, nel Monferrato, qualche volta aveva raggiunto la riviera ligure e aveva mangiato e scopato come un principe dalle parti di Bogliasco, con una signora conosciuta in una farmacia mentre comperava aspirine per la sua emicrania. Si erano soffermati a parlare di questo fastidioso disturbo che la signora di quarantaquattro anni soffriva, uscendo dalla farmacia sulla strada. Accompagnati da un grazie-buongiorno, amplificato da non si sa quale altoparlante nascosto nella porta del negozio, che il farmacista aveva fatto impiantare per dare un tocco di estrema efficienza al luogo. E Marcello e la signora si erano messi a ridere come dei bimbi, quando il saluto di quella voce misteriosa, nascosta nella porta, li aveva salutati con quel tono così suadente. E si erano messi a parlare come fossero due liceali che cercano di fare amicizia; forse intimiditi dalla loro voglia di toccarsi. Marcello aveva cercato anche abilmente di rincuorarla, per quelle orrende emicranie di cui la donna soffriva. Le aveva detto che spesso accadeva anche a lui, soprattutto quando lo stress da viaggio per lavoro gli attanagliava le meningi. In realtà, lo aveva fatto solo per parlare, per stare vicino a quella donna, per sedurla e forse lei l’aveva notato, l’aveva sentito attraverso i pori della sua pelle ambrata. Così, si erano presentati, si erano aperti ai loro stati civili: lei, divorziata da poco, lui, agente immobiliare in viaggio d’affari e libero da impegni affettivi; come sottilmente aveva lasciato cadere negli occhi della donna. E dopo qualche giorno di aperitivi e simpatiche pause pranzo, avevano cominciato a scopare a Bogliasco, nell’appartamento di lei, come conigli, e le emicranie della divorziata erano scomparse senza che toccasse più una sola aspirina. Quindi, a lui divertiva avere questa sua nuova dimensione di vita. Possedere amanti in ogni luogo dove gli impegni lavorativi d’acquisto-vendita solevano
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