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L’architetto e docente universitario Uwe Schröder parla dei modi in cui si definiscono gli spazi nella
città e i suoi significati. L’autore rende evidente il forte legame che esiste tra casa e città, vedendo
la città come una casa di grande dimensione o inversamente, la casa come una piccola città.
Evidenziando caratteristiche spaziali sia in grande che in piccola scala. Vediamo che non esiste un
limite stabilito dove finisce la casa e inizia la città, ma esiste un collegamento tra questi due
elementi che conforma un sistema unitario, una diramazione dello spazio che ci porta a collegare
in modo specifico la casa e la città.
Nel primo libro del re aedificatoria, Leon Battista Alberti paragona lo stato a una casa grande e la
casa come un piccolo stato, facendo questa relazione in base agli spazi che conformano la casa e
le gerarchie esistenti. Alberti stabilisce che: <<durante la costruzione della casa, si deve prendere
in considerazione tutto quanto si associa all’impianto di una città>>1. La struttura dello spazio della
città corrisponde con la configurazione spaziale di una casa, in cui poi, vediamo rispecchiata la
struttura della società. Cosi, seguendo questa logica, Schröder inizia a stabilire gli spazi tipologici
della casa e della città.
L’insieme di spazi architettonici stabilito dalla configurazione della città, conserva l’ordine della
società. La città non ha più dei confini materiali specifici come lo erano una volta le fortificazioni
medievali, e come conseguenza, l’espansione della città moderna non presenta un limite concreto
ma uno che si forma e cambia costantemente. È all’interno della città, dove si vede un certo ordine
e un’articolazione più specifica fra i vari elementi che la compongono. Gli spazi stradali principali e
secondari s’incontrano nelle loro intersezioni (delle piazze e incroci tra varie vie) e si trovano vari
tipi di spazi che compongono la città: coperti, scoperti, affiancati o contenuti, o sovrapposti e
collegati. È importante sapere che la città non finisce quando inizia la casa, anche la casa è un
elemento della città; Fa parte di un sistema integrale che come un insieme lega anche la casa a
esso.
Da una perspettiva, la città può anche essere considerata come una caverna, dice Schröder:
<<allo stesso modo in cui la caverna non definisce anche la parte massiccia della terra che la
circonda, bensì solo il buco stesso che è contenuto in esso, la parola “città” individua una
sequenza sistematica di spazi interni differenti.2>>. Secondo un termine usato dai coloni tedeschi,
<<lo spazio fu definito come il dissodamento e l’asportazione della vegetazione selvaggia per
creare un sito da colonizzare. 3 >>. Allora, si evidenza che da questo concetto, lo spazio si
considera un luogo all’area aperta, è una cosa non esistente prima dell’intervento umano sul
posto, è ciò che viene arrangiato dall’uomo per realizzare un obiettivo. A questo punto, si danno
due significati allo spazio: come luogo aperto e come la distribuzione esistente dentro una casa.
Vedendo il fuoco come un rito arcaico, un luogo in cui si sviluppa l’idea di comunità e società,
Schröder, stabilisce che la casa <<ripete l’atto arcaico della modellazione dello spazio>>4. Questo
fuoco, o punto di riunione è visto nella città come la piazza e nella casa come la corte. Si può dire
che: <<la città e la casa rilevano lo spazio architettonico a partire della concezione sociale
dell’uomo>>5. La città contiene le strutture sociali del nostro mondo, e i concetti di pubblico e
privato si trovano ovunque. Dal modo in cui è configurata una città, si può ricavare la struttura
sociale dei suoi abitanti.
Secondo Schröder, Piazza, corte e cella sono le modellazioni spaziali archetipiche della città e
della casa. La piazza è un luogo di nascita dello spazio urbano e architettonico, in piccola scala, si
può anche considerare la corte come piazza all’interno della casa. Invece, la cella corrisponde alla
creazione dello spazio individuale e la fine dello spazio della città. La piazza o spazio interno-
esterno serve alla società come punto d’incontro. La piazza è l’archetipo della corte ed essendo un
luogo pubblico costituisce l’origine della formazione spaziale della città. Così questo spazio vuoto
in mezzo alla città, è determinato dagli edifici che ne costituiscono il contorno, e allo stesso tempo
regala importanza agli edifici del contorno. Passando poi allo spazio esterno interno, cioè la corte,
vediamo che questo spazio costituisce una piazza dentro la casa, e presenta una divisione tra
spazio pubblico e privato dentro la stessa. La corte è lo spazio più pubblico della casa e può
essere considerato lo spazio di transizione dalla casa alla città. Per ultimo, troviamo la cella, lo
spazio interno e privato (la stanza per esempio). Il luogo dedicato allo sviluppo dell’individualità.
Dice l’autore che: “L’isolamento spaziale rende possibile al soggetto rivolto a sé stesso di cercare
la formazione, la modellazione e il controllo del proprio spirito al di fuori della società”. 6
Finalmente, si evidenza che a partire di questi tre archetipi, si possono trovare delle relazioni
dirette e i collegamenti tra casa a città. Ogni spazio compie delle funzioni specifiche per la vita
dell’uomo, sia fuori alla strada, in modo collettivo, o nella sua cella, dove può sviluppare due
necessità basiche: Il vivere in comunità, e anche il bisogno di privacy e dello sviluppo del proprio
essere. Questo spazio simbolico con cui ci troviamo, permette di capire dei comportamenti sociali,
e la configurazione di città generata a partire di certi bisogni umani.
1
ALBERTI, cit., libro V, capitolo 14, pag. 262.
2
SCHRÖDER, U. (2006). Tre spazi di un'architettura della città. Der architekt, 30-36.
3
JACOB GRIMM e WILHELM GRIMM, Deutsches Wörterbuch (vocabolario tedesco), 16 vol., Leipzig 1854-1960, vol.
14, pag. 276.
4
SCHRÖDER, U. (2006). Tre spazi di un'architettura della città. Der architekt , 30-36.
5
ibid.
6
ibid.