Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
TRICC Handbook IT PDF
TRICC Handbook IT PDF
di
Francesca Cesaroni
Silvia Coltorti
Claudio Sdogati
Ringraziamenti
Sintesi 9
PARTE PRIMA
Introduzione 47
PARTE SECONDA
Il progetto TRICC 17
Un cambio di direzione 24
La formazione 31
Allegati:
7
8
SINTESI
Nel caso specifico del Sistema Sanitario Nazionale, che è impegnato ad assicurare
a tutte le persone uguali opportunità di accesso ai servizi e livelli standard di
9
qualità delle prestazioni, gli addetti ai lavori si sono trovati a misurarsi con
problematiche e situazioni che il rispettivo curriculum scolastico e formativo
non aveva preso minimamente in considerazione. Ci riferiamo in particolare
alla situazione, relativamente nuova per il personale medico, paramedico,
amministrativo e organizzativo, di entrare in contatto con pazienti ed utenti
migranti, in molti casi privi di conoscenza della lingua del paese ospitante, e di
essere chiamati a dialogarci per affrontare e tentare di risolvere l’emergenza, il
bisogno, la richiesta di sostegno e/o la più semplice richiesta di informazioni e
spiegazioni sulle modalità di accesso ai servizi.
Tutte le persone che operano nel ciclo di erogazione dei servizi sanitari e sociali
sono più o meno direttamente coinvolte in tale cambiamento, nella relazione
e nei contatti con le persone migranti, ed è quindi necessario lo sviluppo e
l’acquisizione, da parte loro, delle “competenze interculturali” necessarie per
prestare il servizio e garantirne la qualità.
La pubblicazione presenta gli aspetti più rilevanti, a parere degli autori, offerti
dalla letteratura internazionale in termini di competenze interculturali nel
settore sanitario, che dimostrano come la tematica in questione rappresenti
una sfida di carattere internazionale e come l’educazione delle competenze
interculturali potrebbe contribuire a migliorare l’accesso ai servizi e la qualità
delle prestazioni sanitarie.
10
Nel corso del lavoro viene presentata l’iniziativa formativa sperimentata da
COOSS Marche nell’ambito del progetto TRICC in collaborazione con la ASUR
Z.T.5 di Jesi, con particolare attenzione al percorso educativo intrapreso ed ai
risultati emersi.
11
12
PARTE
PRIMA
13
14
INTRODUZIONE
Studi e ricerche condotti negli ultimi quindici anni (Baker et al, 1996)3 , (Bischoff
et al, 2003)4, (Kazzi, Cooper, 2003)5, documentano gli effetti negativi più comuni
derivanti dalle barriere linguistiche nella sanità: i pazienti che non parlano la
lingua del paese ospite sono soggetti a tempi di ricovero più lunghi, risultano più
a rischio di diagnosi sbagliate ed errori medici, ed hanno un accesso più limitato
ai servizi di prevenzione.
15
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
11
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
collaborare con gli interpreti. La qualità della comunicazione e delle cure è stata
valutata migliore dai pazienti alloglotti dopo l’introduzione del “trialogo”, una
formazione relativa a colloqui con la mediazione dell’interprete (Bischoff, 2003)8.
19
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
21
22
PARTE
SECONDA
23
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
24
parte seconda
IL PROGETTO TRICC
Ulteriori informazioni sul progetto TRICC in generale e sulle attività svolte dai
diversi partner nei vari paesi sono reperibili sul sito www.tricc-eu.net
25
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
Nel corso degli anni, il governo italiano ha emesso una serie di normative
rilevanti per la problematica in questione, fra cui il DL 286/1998, “Testo unico
concernente le disposizioni sull’immigrazione e le norme sulla condizione
dello straniero”, e la L. 328/2000, “Legge quadro per la realizzazione del
sistema integrato di interventi e servizi sociali”. In estrema sintesi, la
legislazione nazionale raccomanda l’utilizzo di mediatori culturali da parte
delle istituzioni e della scuola, per garantire al migrante servizi educativi
ed assistenziali di qualità, e demanda agli enti locali il compito di avviare
iniziative per l’impiego di persone migranti opportunamente formate come
mediatori culturali.
26
parte seconda
27
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
LA FASE DI RICERCA
Nello specifico, la ricerca del partner italiano era indirizzata all’analisi dei
bisogni formativi dei mediatori linguistico-culturali, con il duplice intento
di identificare le maggiori difficoltà che essi incontrano nello svolgimento
della propria professione e di raccogliere le loro impressioni ed esperienze
nell’interazione con il personale sanitario. Sulla base di queste indicazioni, lo
staff di progetto intendeva identificare criticità e priorità su cui incentrare un
intervento formativo mirato ed innovativo.
Nel corso della ricerca, sono stati intervistati sei mediatori culturali provenienti
da Brasile, Cina, Marocco, Albania, ex-Jugoslavia e Congo.
Le interviste miravano a conoscere la loro motivazione alla professione,
il percorso formativo svolto, i loro nuovi bisogni formativi, le criticità della
professione, le loro esperienze dirette ed eventuali suggerimenti.
28
parte seconda
* Testo originale: “We learn from our own cultural and ethnic backgrounds how to be healthy, how to
recognize illness, and how to be ill…. Meanings attached to the notions of health and illness are related to
basic, culture-bound values by which we define a given experience and perceptions”
29
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
Alla luce dei risultati sopra descritti, i bisogni formativi espressi dai mediatori
si traducono nella necessità di:
30
parte seconda
Quasi tutti gli intervistati hanno dichiarato di aver svolto a loro volta funzioni
di interprete per amici o conoscenti, e di aver gradito quel ruolo, in quanto
dava loro l’opportunità di aiutare un proprio connazionale.
Il bilinguismo è stato considerato da tutti un valore, che potrebbe sfociare
in attività lavorative ed opportunità future, soprattutto nel settore della
mediazione linguistico-culturale.
31
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
UN CAMBIO DI DIREZIONE
I risultati hanno confermato che la maggior parte dei medici non aveva
mai sentito parlare del servizio di mediazione, seppure attivo all’interno
dell’ospedale ormai da qualche anno. Soltanto i referenti delle unità
operative ubicate nell’area in cui il servizio di mediazione ha sede (Distretto)
hanno detto di conoscerlo e di utilizzarlo. Va comunque notato come spesso
il concetto di “mediazione” sia stato confuso con quello di “traduzione”:
prevale infatti la convinzione che la traduzione tecnica dei termini medici sia
sufficiente ad assicurare una buona prestazione sanitaria. E’ evidente come il
concetto di “mediazione culturale” ne esca piuttosto squalificato, a discapito
della qualità del servizio offerto ai pazienti stranieri.
32
parte seconda
Alcuni hanno dichiarato di aver coinvolto i figli minori dei propri pazienti in
attività di interpretariato, per mancanza di alternative o per l’urgenza che la
situazione richiedeva, anche se consapevoli di esporli a responsabilità troppo
grandi e non consoni al loro ruolo di figli.
33
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
IL WORKSHOP INTERNAZIONALE
SU IMAGE E FORUM THEATRE
35
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
Per ovviare alle incognite di una formazione piuttosto fuori dai canoni come
quella proposta, il gruppo di lavoro ha voluto inserire una seconda giornata
formativa, svolta con metodi più tradizionali, consistente in un approccio
teorico al concetto di mediazione culturale e nell’analisi di casi concreti.
36
parte seconda
LA FORMAZIONE
IL PROGRAMMA FORMATIVO
37
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
38
parte seconda
39
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
40
parte seconda
Fig. 1: risultati del confronto delle risposte per gruppi fra il primo ed il secondo questionario
Ver
o F
als
o Val
ori
medi
1 2 3 4 5 Somma Ant
e Pos
t Medi
a
Conosc oladi fe r
enz afr
aun
1
i
nterpretefor ma l
ee dinforma l
e 12 7 1 3 4 27 3,
2 2,
3 0,
9
Conosc oi s
e rvizi
di i
nterpreta
riat
o
2 ofertida l
l’
ospe dale/st
rutt
urainc ui
l
avoro 9 12 2 2 2 27 3,
0 2,
1 0,
9
Socomea ccede r
ea lservi
zi
o/c hi
3c ontat
ta resehobi sognodi un
ser
v i
zi
odi i
nte rpretari
ato 13 8 1 3 2 27 2,
6 2,
0 0,
6
Pensoc hei l
s ervi
ziodi
i
nterpretariatoa t
tivone l
l’
ospedale
4
i
nc uil
a voros iabe npubbl i
ciz
z at
oe
difac
il
ea ccesso 2 5 4 7 9 27 3,
7 3,
6 0,
1
Mia s
pe ttocheuni nterpret
e
5
tr
aducal etteralme nte 5 5 8 5 4 27 2,
6 2,
9 -
0,3
Pensodi a v
e r
eunaf orma zi
one
6a degua tape rcompor tar
mi nel
modogi ustoc onpa zienti
stranie
ri. 2 12 8 3 2 27 3,
4 2,
7 0,
7
Pens odi a
v ereunaf ormazione
adegua tape rcompor t
armi nel
7
modogi ustoc oninterpret
is i
a
forma l
ichei nformali 2 8 13 3 1 27 3,
3 2,
7 0,
6
Sonoi ngr adodi ada t
tar
ei mie i
sche micomuni cat
iviquandos ono
8
difrontea duni nter
pr et
ee /oa dun
pazientemi grante 3 11 8 3 1 26 2,
7 2,
5 0,
2
Lavoros oprattutt
oc oninterpre t
i
9
i
nfor mali 9 8 3 2 5 27 3,
2 2,
5 0,
7
Lavoros oprattutt
oc oninterpre t
i
10
forma l
i 3 4 5 8 7 27 3,
6 3,
4 0,
2
Oltreade ssereunt radutt
or e,per
11 meuni nterpretede veesserea nche
unme diatorec ul
tural
e. 18 6 2 1 27 2,
1 1,
5 0,
6
Pensos i
are s
pons abil
it
àde l
12
pazientetrovar
s i
uni nter
pret
e 0 1 2 7 17 27 4,
1 4,
5 -
0,4
E’
mi ar es
ponsa bi
li
tà,inquali
tàdi
13 me di
c o,t
rovareuni nter
pret
e.
13 3 3 5 1 25 2,
5 2,
1 0,
4
Disoli
tos onos oddisf
attode ll
a v
oro
14
deglii
nt e
rpretiinf
orma li 4 4 13 3 3 27 3,
0 2,
9 0,
1
Disoli
tos onos oddisf
attode ll
a v
oro
15
deglii
nt e
rpretifor
ma li
. 8 6 10 0 3 27 2,
8 2,
4 0,
4
Discutoconi mi ei
colleghisuc ome
16
l
a v
or a
rec ongliinter
pr et
i. 4 7 5 4 7 27 3,
3 3,
1 0,
2
Pensodi averbisognodi una
for
ma zionepiùmi ratasuc ome
17 comuni careconpa zientis
tranieri
e/oi l
orointerpret
iforma l
i/i
nformali 14 6 6 1 0 27 1,
7 1,
8 -
0,1
41
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
*Per rendere l’analisi più semplice, sono stati invertiti i termini rispetto al primo questionario,
dove 1 corrisponde al giudizio più negativo e 5 a quello più positivo, in conformità alle
metodologie utilizzate dalle scienze sociali.
42
parte seconda
Il follow-up
Sono stati contattati 14 dei partecipanti del gruppo pilota, e l’analisi qualitativa
delle loro risposte ha rivelato che:
43
“Competenze multiculturali nel settore sanitario e sociale: la sperimentazione di un percorso formativo nell’ambito del progetto TRICC”
44
CONSIDERAZIONI
FINALI
45
CONSIDERAZIONI FINALI
Il sistema sanitario preposto e deputato alla prevenzione e alla cura della salute
non poteva ovviamente che esserne investita e condizionata, ed ha dovuto
relazionarsi tra i primi, con scuola, abitazione e lavoro, con la multiculturalità e
la gestione della stessa. E’ comprensibile che lo sforzo che la struttura sanitaria
e i singoli presidi ospedalieri sono stati chiamati a profondere sia stato molto
complesso, perché articolata e complessa è la struttura di accoglienza dei
pazienti e della fornitura dei servizi. A fronteggiare tale situazione non hanno
certo giovato i curricula educativi, formativi e professionali, che ad oggi
non prestano la dovuta considerazione alla multiculturalità e agli aspetti
ad essa correlati. E’ stato necessario elaborare una cultura aziendale e una
professionale che sapesse fornire risposte adeguate e tempestive ad un
fenomeno nuovo e in tumultuosa ascesa. Molto si è fatto nella direzione del
reciproco apprendimento e dell’apertura tra operatore di cura e paziente-
utente migrante, ma molto ancora sembra che resti da fare.
47
48
“E’ riflettendo sui nostri valori e punti i vista che si possono individuare
i nostri pregiudizi e le posizione etnocentriche e avvicinarci pertanto,
possibilmente senza prevenzione, a ciò che consideriamo estraneo.
Pertanto, solo la consapevolezza circa la relatività dei propri valori
e comportamenti o le infinite possibilità di variazione delle pratiche
sociali e dei punti di vista individuali, porta alla competenza
transculturale, poiché solo allora è possibile inserire correttamente il
comportamento, non solo degli altri ma anche di se stessi, all’interno di
contesti socio culturali” (Domenig, 2001).18
49
50
RIFERIMENTI
BIBLIOGRAFICI
51
52
1
Qureshi, A., Collazos, F., Ramos, M., Casas, M. “Cultural Competency training in
psychiatry”, European Psychiatry 23, 2008
2
Saladin, P. (a cura di), “Diversità e pari opportunità”, Ufficio Federale della Sa-
nità Pubblica UFSP in collaborazione con H+ Gli Ospedali Svizzeri, Berna (2006),
ISBN 978-3-033-00894-6
3
Baker D., Parker R., Williams M., Coates W.C., Pitkin K. “Use and effectiveness of
interpreters in an emergency department”, J Am Med Assoc 1996; 275:783-8;
4
Bischoff, A., Bovier, P., Isah, R. Francoise, G., Ariel, E., Louis, L. “Language bar-
riers between nurses and asylum seekers: their impact on symtom reporting and
referral”. Soc Sci Med 2003;57:503-12;
5
Kazzi, B., Cooper, C. “Barriers to the use of interpreters in emergency room pae-
diatric consultation”. J Pediatr Child H 2003; 39:259-63
6
Domenig, D. “Einfuhrung in die transkulturelle Pflege” in Professionelle tran-
skulturelle Pflege. Handbuch fur Lehre und Praxis in Pflege und Geburtshilfe,
Hans Huber, Berna, 2001-139-158
7
Jacobs E.A. et al, “The impact of interpreter services on delivery of health care
to limited English proficient patients” Journal of Gen. Intern. Medicine 16, 2001
- 468-474
8
Bischoff A. et al “Improving communication between physicians and patients
who speak a foreign language”, British Journal of General Practice 53, 2003
- 541-546
9
Turchi G.P., Fumagalli R., Paita M., “La Promozione della cittadinanza come
responsabilità condivisa. L’esperienza civica sul territorio della Valle del Chiam-
po”, Domeneghini Editore, 2010
10
Diamond, L.C., Schenker, Y., Curry, L., Bradley, E.H., Fernandez, A. “Getting
by: underuse of interpreters by resident physicians”, Journal of General Internal
Medicine Volume 24, Number 2, 256-262, DOI: 10.1007/s11606-008-0875-7
11
Cohen, S., Moran Ellis, J., Smaje, C. „Children as informal interpreters in GP
consultations: pragmatics and ideology” Sociology of Health & Illness, vol 21 n.
2, 1999
53
12
http://www.bicom-eu.net
13
Boal, A. “Theatre of the Oppressed. 3rd ed. London: Pluto, 2000, ISBN 978-
0745316574 .
14
Spector, R.E. “Cultural diversity in Healh and illness”, East Norwalk (CT): Apple-
ton-Century-Crofts, 1985
15
www.houtenbeentheater.nl
16
www.teatropirata.com
17
Jakobs, E.A, Diamond, L.C., Stevak, L. “The importance of teaching clinicians
when and how to work with interpreters” Patient Education and counselling 78
(2010), 149-153)
18
Domenig D, “Migration, drogen, transkulturelle Kompetenz”, Hans Huber,
Berna, 39, 2001
54
55
una pubblicazione
www.cooss.marche.it
finito di stampare
novembre 2010