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Il dibattito tratta della lingua italiana che secondo il presentatore sembra di

essere impoverita limitandosi ad alcuni modi e abitudini come p. e. la parola


esatto invece di sì. La professoressa Della Valla argomenta invece che
l`impoverita della lingua e più un’impressione che realtà e la attribuisce alle
abitudini di molti italiani, le parole stampelle che la professoressa definisce come
tic linguistici. Si riferisce sulla duplicazione e complessità della lingua che
renderebbe molti italiani insicuri della propria lingua e quindi per raggiungere
un domino della lingua parlata si appoggiano delle parole stampella che nello
stesso tempo volgarizzerebbero i discorsi e portano a una plastificazione della
lingua, vale a dire di esprimersi sempre con le stesse parole.
Lo scrittore Pinnacchi invece si esprime molto ottimistico per quanto riguarda la
lingua italiana dicendo che l`italiano non è mai stato cosi bene come sta oggi
tanto più che si capisce in tutta la penisola. Pinnacchi dice che il problema dei tic
linguistici sarebbe la mancanza di precisione del linguaggio. Anche gli operai
parlerebbero oggi con una grande proprietà di linguaggio che sarebbe il frutto
della televisione.
Il presentatore riporta il tema, cioè la qualità espressiva della lingua italiana e
pone una tesi dicendo che la letteratura italiana è quella con i più forti innesti
dialettali e se l`italiano riuscirebbe a esprimersi anche in un italiano standard
senza dialetti.
Pinnacchi invece argomenta che il registro di lingua e più importante del dialetto
perché in Italia oltre a un libro (Promessi sposi) non sarebbero stati altri libri in
italiano fin del novecento e che spesso i romanzi sono stati scritti in registri
linguistici che il popolo non capisce.
La professoressa invece costata che oggi non è più la letteratura a tirare le fila
della lingua italiana ma che esisterebbero anche altri modi. Per rispondere alla
tesi del presentatore pone un’antitesi dicendo che si può scrivere un romanzo in
una lingua senza influssi dialettali e si serve dell`esempio del romanzo
Gattopardo che secondo Della Valla è scritto in lingua nazionale.
Lo scrittore non vede il problema solo negli innesti dialettali ma anche nei
contenuti e per questo basterebbe nelle traduzioni dei romanzi rendere il
registro linguistico.
Della Valle si mette d`accordo con questa tesi e aggiunge che il linguaggio delle
persone pubbliche, di provenienze diverse, sarebbe perfetto e che qui il dialetto
sia benvenuto.
Pinnacchi invece critica questa ipotesi perché nel giornalismo siano corrette le
parole dialettale.
Il presentatore pone un'altra tesi dicendo che l`italiano ha una serie di
strafalcioni che sono ripresi dai comici italiani, le altre lingue invece no. Della
Valle argomenta che gli strafalcioni linguistici ripresi dai comici italiani sono
stati una forma d’igiene linguistica. Dice inoltre che l`incompetenze linguistiche
sono presenti anche nelle tutte le altre lingue.
Anche Pinnacchi crede che ci siano gli strafalcioni nelle altre lingue però
aggiunge la ragione perché sarebbe possibile che non l`hanno dicendo che gli
altri sono di madrelingua di una lingua, gli italiani invece sono di madrelingua
dialettale e stanno costruendo l´italiano insieme.
Alla fine del dibattito la professoressa pone l’accento alla ricchezza del dialetto
per la poesia, la letteratura e per le canzoni.

Il dibattito tratta di un tema molto interessante e molto equivoco che si da


vedere anche nella discussione dove la professoressa e lo scrittore s’incrociano
spesso con le sue opinioni. Siccome s’interrompono spesso, è molto difficile di
capire tutti gli argomenti dei partecipanti. Un aspetto molto interessante è che si
riconoscono chiaro le posizioni dei parlanti. Da un lato la professoressa che
sembra di godere l`autorità e dall`altro lato lo scrittore (lo studente) che è
sempre interrotto durante il discorso. Notevole è anche l`emozionalità che lo
scrittore porta con sé dando più peso alle sue opinioni.

Dall’argomentazione di Della Valle è evidente che come una linguista sostiene un


punto di vista molto critico per quanto riguarda l`insicurezza nella competenza
linguistica degli italiani. La mia impressione dello scrittore invece è che sembra
di essere molto ottimistico ed emozionato per quanto riguarda lo sviluppo della
lingua italiana e non vede un problema nell`uso dei dialetti se questo rimane
nello stesso registro linguistico. Insomma è un dibattito molto vivace e
interessante.
Le mie idee sugli argomenti trattati nel dibattito sono che Pinnacchi ha ragione
con i suoi argomenti che i dialetti sono un arricchimento per la lingua italiana
perché si servono di molti registri linguistici senza negare una lingua nazionale.
La ragione per l`uso d`innesti dialettali nella letteratura italiana è la vitalità dei
dialetti che è la madrelingua degli italiani. Secondo me potrebbe conservare i
dialetti perché rappresentano un aspetto molto speciale che le altre lingue come
l`inglese, il tedesco etc. non hanno. I dialetti rendono la lingua più ricca e più
vivace. Gli argomenti che sono presentati da entrambi interlocutori indicano che
nella letteratura italiana una convivenza di dialetti e di lingua standard è
possibile.

Credo anche che sia molto importante avere dibatti come questa per vedere
come la lingua si è cambiata negli ultimi anni e dove c`è ancora il potenziale. È
anche importante analizzare come i dialetti influenzano e arricciano la lingua
italiana.

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