E un gelo improvviso rivela lo smarrimento della solitudine, mentre la mente si rifiuta di accettare l’evento. Quante parole dedicate avrei voluto che potessi leggere! Parole affidate al vento, senza sapere bene perché, aggrappata all’illusione, alla ricerca di una risposta … e alla speranza di un segno qualsiasi che non potevi darmi e, infine, a un evento che non avrebbe potuto verificarsi, mai! Fu facile attaccarsi alle cose che ti furono care, erano frammenti di te … Il pianoforte, il tuo violino e tante note che ancora vagano nell’aria … Poi, il tempo, paziente consolatore, riconduce faticosamente e lentamente alla ragione, e fa comprendere che i confini di opposti mondi della vita e della morte possono essere superati e uniti soltanto con l’amore! Per questo, con le note più alte che mano terrena abbia mai intonato, sottraggo qualche attimo al tuo sonno eterno e ti consegno, ancora una volta, il mio amore. Ma abbassate il tono, ora, suonate piano, per conciliare il suo sonno e restituirlo alla sua pace. E tu, quando la musica tacerà, lasciati accarezzare da quella nuvola di sogno. Nulla più ti turberà. Nessuna richiesta, né lacrime, né dolore, nessun desiderio da esaudire perché ora anch’io sono serena, nel ricordo di ciò che è stato. E, se sentirai un alito leggero che ti sfiora nel silenzio, non temere … Riposa in pace, perché è soltanto amore ... Soltanto il mio amore.