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Il dolore di un lutto fa sentire

sospesi sulla voragine del nulla …


E un gelo improvviso rivela lo
smarrimento della solitudine,
mentre la mente si rifiuta di
accettare l’evento.
Quante parole dedicate
avrei voluto che potessi leggere!
Parole affidate al vento, senza sapere
bene perché, aggrappata all’illusione,
alla ricerca di una risposta
… e alla speranza di un
segno qualsiasi che non
potevi darmi e, infine, a
un evento che non avrebbe
potuto verificarsi, mai!
Fu facile attaccarsi alle cose
che ti furono care, erano
frammenti di te …
Il pianoforte, il tuo violino
e tante note
che ancora vagano
nell’aria …
Poi, il tempo, paziente
consolatore, riconduce
faticosamente e lentamente
alla ragione, e fa
comprendere che i confini
di opposti mondi della vita e
della morte possono essere
superati e uniti
soltanto con l’amore!
Per questo, con le note più alte
che mano terrena abbia mai
intonato, sottraggo qualche
attimo al tuo sonno eterno
e ti consegno, ancora una volta,
il mio amore.
Ma abbassate il tono,
ora, suonate piano,
per conciliare
il suo sonno e restituirlo
alla sua pace.
E tu, quando la musica
tacerà, lasciati accarezzare
da quella nuvola di sogno.
Nulla più ti turberà.
Nessuna richiesta,
né lacrime, né dolore,
nessun desiderio da esaudire
perché ora anch’io sono serena,
nel ricordo di ciò che è stato.
E, se sentirai un alito leggero
che ti sfiora nel silenzio,
non temere …
Riposa in pace,
perché è soltanto amore ...
Soltanto il mio amore.

Testo: Gina Fazi


Grafica: GiEffebis@alice.it

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