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Giovanna Calandra-Buonaura
Clinica Neurologica, Dipartimento di Scienze Neurologiche, Università di Bologna
DIAGNOSI E TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEL CONTROLLO VEGETATIVO DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
IPOTENSIONE ORTOSTATICA
DIAGNOSI E TRATTAMENTO DEI DISTURBI DEL CONTROLLO VEGETATIVO DEL SISTEMA CARDIOVASCOLARE
ottenere una risposta efficace con la terapia farmacologia2,3:
1. introdurre almeno 2-2,5 l/die di liquidi, meglio se nella prima parte della
giornata;
2. introdurre almeno 8 g/die di sodio o 150 mmol/die;
3. fare pasti piccoli e frequenti con ridotto contenuto di carboidrati e seguiti
dall’assunzione di caffè. Prima di dormire fare uno spuntino ricco di carboidrati
e con dosi moderate di alcol per ridurre l’ipertensione clinostatica notturna;
4. dormire inclinando il letto di 25° (spessori sotto la testata del letto) in modo
che la testa risulti sollevata di circa 20-25 cm rispetto ai piedi. Questa
manovra oltre a ridurre l’ipertensione clinostatica, che spesso accompagna
l’IO, stimolando il sistema renina-angiotensina-aldosterone permette un buon
controllo della IO specialmente al mattino al risveglio;
5. eseguire un moderato esercizio fisico quotidiano. Il nuoto è l’attività fisica
più consigliabile ma anche il vogatore può essere utile perché si utilizza in
posizione seduta;
6. utilizzare calze elastiche con gradiente pressorio massimale alle caviglie
(compressione di 30-40 mmHg) e minimo in vita (0-5 mmHg), per
compensare il sequestro venoso indotto dalla gravità;
7. imparare a riconoscere i sintomi fisici causati dalla ipotensione ortostatica;
8. eseguire alcune manovre per contrastare i sintomi premonitori della IO ed
evitare o ritardare la sincope aumentando il ritorno venoso4. Le manovre più
efficaci sono: incrociare le gambe a forbice, chinarsi in avanti con la testa a
livello del cuore, accovacciarsi (squatting) sui talloni, utilizzare la pompa
muscolare con la contrazione dei muscoli addominali, dei glutei o dei
polpacci. Queste manovre possono generalmente essere applicate in qualsiasi
situazione ma possono risultare difficili nel caso di grave disabilità motoria e
di disturbi dell’equilibrio. Può essere utile l’uso di sedie portatili pieghevoli
che permettono ai pazienti di sedersi immediatamente qualora riconoscano
l’esordio di sintomi presincopali.
Infine, è stato dimostrato che la rapida introduzione (in 3-4 minuti) di 0.5 litri di
acqua evoca una marcata risposta pressoria e il miglioramento dei sintomi che
perdura per un’ora o più5.
TRATTAMENTI FARMACOLOGICI
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una rara malattia ereditaria in cui il paziente non può sintetizzare la noradrenalina
(NA) e l’adrenalina. In tale condizione la diidrossifenilserina nella forma levo o in
forma mista racemica innalza i livelli plasmatici di NA superando il blocco di sintesi
dovuto all’assenza dell’enzima DβH.
La diidrossifenilserina è in grado di attraversare la barriera ematoencefalica, ma la
sua azione non è di tipo centrale bensì periferica. La diidrossifenilserina può essere
captata e trasformata in NA a livello dei neuroni simpatici periferici postgangliari
(azione di neurotrasmettitore) o a livello di tessuti non neuronali (stomaco, reni,
fegato) con successivo rilascio della NA direttamente nel sangue (effetto ormonale).
Il farmaco si è rivelato efficace nel migliorare i valori pressori in ortostatismo e
ridurre i sintomi correlati alla IO in diverse condizioni cliniche associate a
disautonomia (atrofia multisistemica, disautonomia pura, malattia di Parkinson)10,11.
La dose di partenza è 200-300 mg/die, con successivi incrementi di 100 mg/die fino
al raggiungimento della dose ottimale che varia secondo la condizione clinica (fino
a un massimo di 900 mg/die in tre somministrazioni). L’effetto pressorio inizia circa
1 ora dopo la somministrazione del farmaco e dura circa 6 ore11.
Il famaco è generalmente ben tollerato con lievi effetti avversi (nausea, cefalea,
aumento della pressione, allucinazioni). L’incremento della pressione supina è
maggiore nei pazienti con disautonomia pura10,11.
BIBLIOGRAFIA
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hypotension, neurally mediated syncope and the postural tachycardia syndrome. Clin Auton Res
2011; 21:69–72.
2. Lahrmann H, Cortelli P, Hilz M, et al. EFNS guidelines on the diagnosis and management of
orthostatic hypotension. Eur J Neurol 2006; 13:930-6. 149
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4. Wieling W, Van Lieshout JJ, Van Leeuwen AM. Physical manoeuvres that reduce postural
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