Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
PUNTI DI FORZA
SERVIZIO
- Collocato all’interno di una rete di servizi (azienda ospedaliera, cps, spdc), significa che alla
base c’è tutto un progetto di fondo e un re indirizzamento a strutture più adeguate.
- Equipe multidisciplinare permette la presa in carico globale dell’utente attraverso
l’intervento di più figure professionali che si occupano delle diverse componenti del
PEI/PTR.
- Io lavoro in struttura da poco tempo: posso fornire all’equipe un nuovo sguardo sul
percorso dell’utente in questione.
- Presenza di supervisione esterna: offre un punto di vista esterno rispetto alle dinamiche del
servizio.
- Incontri protetti: i servizi hanno visto delle risorse nel bambino e nei familiari.
UTENTE
PUNTI DI DEBOLEZZA:
SERVIZIO
UTENTE
- La giovane età può risultare un fattore di debolezza nel momento in cui la vita della
persona è caratterizzata da continui ricoveri in spdc, visite al cps o al sert.
- Età avanzata: posso effettuare soltanto attività di mantenimento.
- Rete primaria o secondaria assente: questo non permette la presa in carico anche dei
familiari ed è negativo perché significa che l’utente non ha una rete di supporto al di fuori
del servizio. (Indagare perché non è presente).
- Se è la prima volta che l’utente viene preso in carico da un servizio è un punto negativo, in
quanto non è ancora stata effettuata una diagnosi e il paziente non è già conosciuto. Quindi
bisogna costruire un percorso partendo da zero. È ambivalente, perché se è la prima volta
hai la possibilità di costruire un progetto con lui.
- Se assume una terapia farmacologica è da monitorare costantemente e prestare molta
attenzione agli eventuali effetti collaterali.
- La persona presenta difficoltà nel relazionarsi. Questo è un punto di debolezza perché
l’equipe impiegherà probabilmente più tempo e più fatica ad agganciarsi alla persona.
- Abbandono del percorso scolastico: è una concausa, nel senso che l’esordio della malattia
non è l’unica causa. Comporta l’interruzione della rete con i pari e i rapporti con gli
insegnanti. La scuola ha una forza di integrazione e inclusione.
- Relazione simbiotica con un’altra persona: è negativa perché non permette all’utente di
sviluppare le proprie autonomie.
- Se per esempio la persona scappa di casa è un punto negativo perché fortemente
vulnerabile
DOMANDA 2.
È necessario fare una ricostruzione dell’anamnesi della persona, per capire da quanto tempo è
conosciuto dai servizi e che tipi di percorso ha intrapreso precedentemente senza andare troppo
indietro.
Se lavoro da poco tempo in struttura e l’utente si trova lì da più tempo, prima di iniziare analizzo il
progetto per capire cosa è già stato fatto e quali sono gli obiettivi da raggiungere stabili.
Effettuare colloqui con l’utente per approfondire la conoscenza, gli stati d’animo (riprendi tutto nella
3).
Approfondire la presenza della rete primaria e quindi i rapporti e le relazioni che intercorrono tra
l’utente e i familiari. Approfondire l’eventuale presenza di una rete secondaria o di una rete di
servizi a supporto dell’utente. Eseguo una sorta di “mappatura” delle reti: con la persona durante il
colloquio trovo un significato alla rete familiare e a quella amicale, con l’obiettivo futuro del
reinserimento sociale.
Se l’utente è già stato preso in carico da altri servizi, analizzare la cartella clinica per comprendere
quali sono stati gli obiettivi del progetti, le modalità di intervento, gli strumenti utilizzati e le risposte
dell’utente a tali interventi.
Approfondire il percorso lavorativo nel caso di un utente adulto, gli eventuali fallimenti.
Nel caso di un bambino è necessario approfondire il percorso scolastico, le relazioni con gli
insegnanti e con i pari. È importante stabilire un contatto con l’assistente sociale che l’ha seguito
precedentemente, e anche con i familiari, in caso di assenza è importante rivolgersi al care giver.
Prima di ipotizzare qualsiasi intervento valuto con la persona la sua motivazione al cambiamento.
Se mostra una forte resistenza allora nella domanda 3 andrò ad ipotizzare interventi per lavorare
proprio su questo.
Nel caso in cui la persona si trova in comunità come misura alternativa è importante capire come
sta vivendo questa situazione. In questo caso bisogna fare riferimento al Tribunale di
Sorveglianza.
In caso di minore osservare il decreto del TM, se c’è un’accettazione reale o formale. Quindi se la
mamma crede veramente a questa cosa o se è obbligata ad accettarlo. Se sta per compiere 18
anni può richiedere il prosieguo amministrativo.
Condizione emotiva se ci sono stati determinati eventi nella vita dell’utente (lutto, espulsione dalla
scuola..)
Se ci sono incontri protetti indagare la frequenza, dove e con chi. Parlando con l’operatore
coinvolto.
DISABILITÀ: DOCUMENTI: FASAS (Fascicolo socio assistenziale), PEI, PDF (Profilo dinamico
funzionale), SCHEDA SIDI (strumento di rilevazione della fragilità degli ospiti delle strutture socio
sanitarie). Se ci sono problemi di comunicazione devo effettuare degli interventi di supporto (CAA,
simboli, contenuti fotografici, iconografici, ausili…). Terapia occupazionale per quelli più abili,
autonomie di base per quelli più gravi. Favorire la relazione con i pari.
MINORI CON DISAGIO SOCIALE: se vi è il Decreto del Tribunale per prima cosa leggo quello per
capire il motivo per cui il bambino si trova in comunità o necessita di un intervento domiciliare. Se il
bambino è piccolo, non è possibile effettuare un colloquio, se invece si trova già nell’età
adolescenziale allora è importante. Posso organizzare in accordo con l’equipe dei colloqui con gli
insegnanti/professori per indagare le relazioni e i comportamenti dell’utente all’interno dell’ambito
scolastico. Supporto alla genitorialità e condivisione del progetto con i genitori. Training autogeno
per gestione dell’ansia. Alfabetizzazione delle emozioni. Gioco per sviluppo generale se il bambino
è piccolo. Aiuto nei compiti come mezzo ma non come fine educativo. Gruppi di risocializzazione
se è un ADM. DOCUMENTI: PEI.
ADM: incontro con il pedagogista, successivamente conosco l’assistente sociale e poi organizzo
delle micro-aree su cui lavorare (cura di sé, compiti, socializzazione ecc.). Nell’intervento è
necessario fare riferimento al monte ore che hai a disposizione, che sono proprio poche e quindi ti
poni dei micro-obiettivi.
PSICHIATRIA ADULTI: se sono all’inizio del mio lavoro, o l’utente è appena stato inserito in
comunità effettuo una prima osservazione rispetto alle modalità di relazione, specificando anche i
modi in cui la svolgo. Verifico le autonomie, ossia le regole di competenza relazionale. Il micro
equipe (1ep, 1 as, 1 psichiatra) monitora l’andamento del percorso. Ovviamente viene offerta la
possibilità di partecipare alla psicoeducativa / psicoterapia individuale o di gruppo, specificandone
gli obiettivi. Se vi è una rete parentale si possono proporre dei gruppi di auto mutuo aiuto, o anche
una psicoterapia familiare. Gli interventi dipendono dall’età della persona, e da quanto tempo è in
ct. Mappatura delle reti sociali. Regolamentazione sigarette, tempo e spazio dedicato.
Condivisione dei percorsi pregressi. La finalità generale è l’autonomia o l’inserimento protetto.
DOCUMENTI: PTR – PTI SE IN CPS.
- Teoria dei gruppi (Lewin): Lewin considera il gruppo come una totalità, e non come la
somma dei suoi membri, i quali sono il centro di forze, tensioni e movimenti che si trovano
in relazione tra di loro. Ogni gruppo tende alla ricerca di un equilibrio ed è caratterizzato sia
da coesione che da disgregazione. Sostiene inoltre che ogni totalità sia diversa dalla
somma delle sue parti, perché ha caratteristiche e proprietà diverse. Quindi quando si
considera una persona, è bene considerarla come singolo, ma anche come appartenente
ad un gruppo e quindi ad una totalità.
- DSM-5: il Manuale Diagnostico e Statistico dei disturbi mentali è uno dei sistemi nosografici
per i disturbi mentali o psicopatologici più utilizzati da medici, psichiatri e psicologi di tutti il
mondo, sia nella pratica clinica sia nell’ambito della ricerca.
PROGETTAZIONE
- Diario di Bordo: nel caso in cui venga fatto compilare dall’utente stesso, consiste
nell’annotare e riflettere su quanto vissuto. Questo produrrà nell’utente un beneficio sia
cognitivo che emotivo, perché lo renderà più autonomo nel riconoscere le diverse situazioni
di crisi e nell’applicare le strategie più opportune.
- Metodo autobiografico:
- Craving: è il desiderio impulsivo per una sostanza psicoattiva, per un cibo o qualunque
altro oggetto-comportamento gratificante.
- Parent training:
- Case manager:
- Microequipe:
- Compliance farmacologica: