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Periodico mensile - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 N°46) Art.1 comma1 DCB Roma - anno XIII - E8,00 N°125 - GIUGNO 2017
Quattro anni di
pontificato
Intervista a Alexandre Del Valle
Vademecum
per la Siria
Intervista a Borgonovo
Migranti, è
scontro di civiltà
Un "vaccino"
contro il modernismo
sommario
Le tombe reali di Saint-Denis
Il volto nero della
Editoriale
Rivoluzione
Cornelio Fabro. Un grande filosofo cattolico del Novecento di Roberto de Mattei 2
Intervista ad Aldo Maria Valli
Quattro anni di
pontificato
Intervista a Alexandre Del Valle
Vademecum
per la Siria
Intervista a Borgonovo
Attualità
Migranti, è
scontro di civiltà
Padre Cornelio Fabro
Massoneria. Non è un fatto del passato di padre Paolo M. Siano 4
Un "vaccino"
contro il modernismo
Sotto mentite spoglie di Luigi Bertoldi 7
Vademecum per la Siria. Intervista a Alexandre Del Valle a cura di Mauro Faverzani 12
Immigrazione. È scontro di civiltà. Intervista a Francesco Borgonovo a cura di Mauro Faverzani 17
Radici Cristiane
Mensile di informazione e cultura Verso il progetto imperiale russo di Rodolfo de Mattei 19
Anno XIII - Numero 125 Giugno 2017
Verso l’eutanasia di Matteo D’Amico 22
Direttore responsabile News dal mondo in cui viviamo 25
Roberto de Mattei
Coordinatore editoriale
Dossier - Padre Cornelio Fabro. Una guida sicura
Mauro Faverzani
Padre Cornelio Fabio. Un baluardo contro l’immanentismo di don Samuele Cecotti 28
Grafica e impaginazione Fabro: il pensiero ed il progetto. Intervista a padre Gianluca Trombini
Maurizio Bagliani
a cura di Luigi Bertoldi 32
Corrispondenza
Piazza Santa Balbina, 8 Pagine profetiche a cura di padre Gianluca Trombini 37
00153 Roma - tel. e fax 06.3235417 Giustizia e bene comune. Intervista al prof. Giovanni Turco a cura di Francesco Corradi 39
e-mail: redazione@radicicristiane.it
Padre Cornelio Fabro. Libertà e preghiera di Suor Rosa Goglia 42
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Santa Gemma Galgani. Degna sposa di Cristo di Cristina Siccardi 45
Piazza Santa Balbina 8 - 00153 Roma Profili di Santi di Cristina Siccardi 48
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Scoprire nella sofferenza l’amore di Dio del card. Raymond Leo Burke 52
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Estero: E 80,00 Quattro anni dopo. Intervista a Aldo Maria Valli a cura di Francesco Corradi 56
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Copia arretrata: E 10,00 Saint-Denis, il cuore della Francia di Lorenzo Benedetti 60
Tipografia:
Il volto nero della rivoluzione di Patrizia Fermani 64
Arti Grafiche la Moderna - Guidonia Montecelio (Roma)
Reg. Tribunale di Milano n. 798 del 16-11-04 Arte e Letture
Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 N°46) Boldini e la Belle Époque di Michela Gianfranceschi 70
Art.1 comma1 DCB Roma
La responsabilità degli articoli è dei singoli autori. Raffaello. Messa di Bolsena di Sara Magister 74
Salvo specifica richiesta, i materiali inviati in redazione Letture consigliate a cura di Gianandrea de Antonellis 78
non vengono restituiti. È vietata la riproduzione totale
o parziale. Verità che giudica l’esperienza risponde Corrado Gnerre 80
L’Agenda di Giugno a cura di Emanuele Pressacco 81
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Editoriale
Cornelio Fabro
Un grande filosofo
cattolico del Novecento
Nel disorientamento intellettuale, che ha caratterizzato l’ultimo mezzo secolo, l’opera di padre Fabro rappresenta
una penetrante critica degli errori filosofici e teologici del nostro tempo. Le origini di molte aberrazioni contem-
poranee, come la “teoria del gender”, stanno nell’emancipazione dell’intelligenza dalla realtà. Fabro indica il prin-
cipale artefice dell’attuale sconquasso nel gesuita tedesco Karl Rahner, araldo di quella «svolta antropologica»,
che costituisce la massima negazione della trascendenza divina e del soprannaturale.
di Roberto de Mattei
l dossier di questo mese di Radici è il rilievo da lui dato del primato, nel siero moderno (1969) e costituisce ormai
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Attualità
Massoneria
Non è un fatto del passato
C’è chi ritiene che non occorra più parlare di massoneria, essendo un fatto del passato: in fondo, sono passati trecento anni
dalla sua fondazione… In realtà, non è così. Anche oggi la sua influenza e la sua incidenza sulla realtà sociale sono ampie.
Numerosi sono i tentativi da parte delle Logge di avviare con la Chiesa una sorta di dialogo o di cooperazione filantropica. In
realtà, l’incompatibilità tra Chiesa e massoneria resta. Benché qualcuno, purtroppo anche nel clero, finga di dimenticarsene.
di padre Paolo M. Siano
Il presunto teismo massonico
el 1717 nacque ufficialmente la genti (Costituzioni di Anderson - 1723), l’art.
N
e la sua ritualità sono con-
temporaneamente a-confes- massoneria moderna, detta «specu- VI, 4 prescrive ai massoni di essere cauti di-
sionali, pluri-confessionali e lativa», poiché, a differenza di nanzi ai «Profani» (non-massoni) e di saper
sovra-confessionali. Ma il Dio
quella medioevale, non ha più
biblico e cattolico non ha mai
richiesto tale teismo, né tale come scopo principale la co-
ritualità massonica. struzione di chiese e cattedrali,
bensì quello di “perfezionare”
ovvero ri-costruire l’Uomo, il
Nel 1717 nacque ufficial-
Pensiero, la Morale e la So-
mente la massoneria mo-
derna, detta «speculativa», cietà, secondo princìpi antro-
poiché, a differenza di quella pocentrici ed esoterici.
medioevale, non ha più come Anche oggi capita di sentirsi
scopo principale la costru- dire: «Non occorre più parlare di
zione di chiese e cattedrali,
massoneria, è cosa del passato». Un
bensì quello di “perfezionare”
ovvero ri-costruire l’Uomo, il tale minimalismo potrebbe es-
Pensiero, la Morale e la So- sere segno di superficialità o
cietà, secondo princìpi antro- addirittura di depistaggio con-
pocentrici ed esoterici. sapevole. Infatti, tra i Doveri di
un Libero Muratore tuttora vi-
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Attualità
Loggia, il Gran Maestro Antonio Binni 33° lativismo, naturalismo, gnosticismo, ecc.
(Gran Loggia d’Italia – Piazza del Gesù –Pa- Inoltre, affermano che i loro rituali sono di
lazzo Vitelleschi – GLDI) scrive, tra l’altro, a ispirazione biblica e che la credenza nell’Es-
pag. 33: «Penso ai sacerdoti, cappellani militari e a sere Supremo, il Dio biblico, è per loro ob-
quei frati cappuccini che onorano le nostre Logge con bligatoria. In realtà, l’incompatibilità tra
la loro presenza attenta e, soprattutto, rispettosa del Chiesa e massoneria resta.
credo di tutti». Infatti, il presunto teismo massonico (cre-
Nelle Filippine, tra il 2015 e il 2016, la denza in un Dio-Persona) e la ritualità mas-
Gran Loggia dei Liberi e Accettati Massoni sonica sono contemporaneamente
ha ottenuto che un prete cattolico celebrasse a-confessionali (ufficialmente non si identifi-
ogni domenica la Messa presso la propria cano con alcuna religione), pluri-confessio-
sede. La concessione è arrivata al termine di nali (sono aperti a massoni di tutte le
una serie di dialoghi avviati sul finire del religioni, ciascuno libero di interpretare a
2014 tra la Gran Loggia ed alcuni rappresen- modo suo il Grande Architetto dell’Universo,
tanti della locale Conferenza episcopale. I i riti e i simboli massonici) e sovra-confessio-
fatti sono descritti in un paio di articoli della nali (di fatto, pretendono di superare tutte le
rivista massonica filippina, The Cabletow. Non religioni e le differenze religiose). Ma il Dio
so se, effettivamente, qualche prete abbia poi biblico e cattolico non ha mai richiesto tale
celebrato e celebri tuttora la Santa Messa teismo, né tale ritualità massonica.
presso la Gran Loggia di Manila.
La conciliazione
Un dialogo impossibile degli opposti
Insomma, non si può dire che la Comprendiamo allora come la mas-
Nel libro Tratti di Massoneria,
massoneria abbia poca o nessuna soneria (tra gnosi, riti, esoterismo e rela-
a proposito della militanza di incidenza nell’odierna realtà sociale tivismo) compia quella «conciliazione degli
cattolici nella Gran Loggia e persino ecclesiale. Molti catto- opposti» già sostenuta da ermetismo,
d’Italia, il Gran Maestro Anto- lici mostrano di «sentire» alchimia e cabala ebraica.
nio Binni 33° (nella foto) più «cum secta massonum» Inoltre, la convinzione mas-
scrive, tra l’altro: «Penso ai
sacerdoti, cappellani militari e
che «cum Ecclesia». sonica di sacralizzare ritual-
a quei frati cappuccini che Di recente, anche in mente il tempo, lo spazio e i
onorano le nostre Logge con Italia, vari massoni cer- riti di Loggia, nonché la pre-
la loro presenza attenta e, cano di avviare con la tesa di attirare sulla Loggia
soprattutto, rispettosa del Chiesa una sorta di la Luce e la Presenza del Di-
credo di tutti».
dialogo e/o forme di vino e l’attivazione della
cooperazione socio-fi- «morte simbolica» per gli ini-
lantropica, magari ziati, tutto ciò ed altro an-
sperando di ottenere cora rivelano come la
una qualche riconci- ritualità massonica sia una
liazione o attestazione forma peculiare di magia
clericale, che li scagioni (ovvero di manipolazione
da accuse antimassoni- del sacro), la magia ini-
che e da censure cano- ziatica liberomuratoria.
niche. Se poi affrontassimo il
I massoni, specie tema gnosi & massoneria,
quelli “english-style”, re- scopriremmo altre cose in-
spingono le accuse di re- teressanti.
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Attualità
C
Il Gran Maestro del Gran-
nome della laïcité, ovvero del laicismo, soneria ad impicciarsi di politica – come queste d’Oriente di Francia, Christo-
urla allo scandalo ogniqualvolta scorga pagine comprovano –, tutto dovrebbe andar phe Habas, in occasione
bene… della visita di Hollande, ha
un simbolo religioso o senta odor d’incenso nelle
definito i grembiulini come i
sedi istituzionali, sia la prima a voler condizio- «difensori di una Repubblica
nare pesantemente il Palazzo è un dato certo. Quando i Cattolici
sociale, laica ed universale»,
Inutile tentare di fornirne un’immagine roman- danno fastidio… attaccando frontalmente la
Ma non è stato, questo, l’unico episodio, tut- «religione che s’impiccia di
tica o pretendere che sia roba d’antiquariato: i
t’altro. Non è un caso, infatti, se lo scorso 2 no- politica». Chissà perché,
grembiulini sono massicciamente presenti nei
vembre, a Parigi, il Clr-Comitato Laicità quando invece sia la masso-
centri del potere che conta, soprattutto a Sinistra, neria ad impicciarsi di poli-
Repubblica, presieduto dall’ex-Gran Maestro
con l’unico scopo di dirigerli a proprio favore. tica, tutto dovrebbe andar
del Grand’Oriente di Francia, Patrick Kessel, ha
bene…
Gli inchini del mondo politico assegnato il proprio Premio nazionale della laicità al
Ciò è ancor più evidente in Paesi, come la deputato socialista Malek Boutih e se a tenere
Francia, ove la massoneria agisce pressoché allo
scoperto. Qui il clou lo si è raggiunto lo scorso 27
febbraio con la visita ufficiale al Grand’Oriente
di Francia dell’ex- Presidente della Repubblica
François Hollande, per la prima volta nella Sto-
ria, per una cerimonia dal titolo quanto mai em-
blematico: «Trecento anni di massoneria, 300 anni di
emancipazione». Nel suo discorso l’allora Capo di
Stato si è diffuso in uno sperticato elogio di coloro
di cui era ospite: «La mia presenza costituisce un rico-
noscimento di ciò che voi avete apportato alla Repubblica
– ha detto – Repubblica», che «sa quanto vi deve» e
che voi «sarete sempre pronti a difendere. Attaccare la
massoneria è come prender di mira la Repubblica», ha
concluso. Parole, subito raccolte dal Gran Mae-
stro del Grand’Oriente di Francia, Christophe
Habas, che ha subito definito con slancio ed en-
tusiasmo i grembiulini come i «difensori di una Re-
pubblica sociale, laica ed universale», non senza un
attacco scontato alla «religione che s’impiccia di poli-
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Attualità
I grembiulini pro-choice
Un mese dopo, il 9 dicembre, è stato il Gran
Capitolo Generale del Rito Francese del
per l’occasione il discorso di circostanza è stato Grand’Oriente di Francia ad assegnare l’enne-
niente meno che l’allora primo ministro Manuel simo Premio della Laicità ancora una volta ad
Non è un caso, se lo scorso un’esponente socialista, l’ex-ministro Yvette
Valls. Né è un caso che lo stesso Kessel abbia vee-
2 novembre, a Parigi, il Clr-
Comitato Laicità Repubblica, mentemente attaccato un esponente illustre del Roudy, peraltro membro della Gran Loggia
presieduto dall’ex-Gran Mae- Centrodestra, l’ex-premier François Fillon, ac- Femminile di Francia, per il suo costante impe-
stro del Grand’Oriente di cusandolo d’esser “troppo vicino” al mondo cat- gno a favore dei diritti delle donne, “diritti” in
Francia, Patrick Kessel, ha tolico, nonché il Consiglio di Stato, “reo” d’aver cui però s’includono anche esplicitamente con-
assegnato il proprio Premio
nazionale della laicità al de-
putato socialista Malek Bou-
tih e se a tenere per
l’occasione il discorso di cir-
costanza è stato niente
meno che l’allora primo mi-
nistro Manuel Valls (nella
foto).
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traccezione ed aborto. Ciò non stupisca: val forse protagonista nel 2012 con Valéry Le Douguet; L’ex-Gran Maestro del Gran-
la pena, in proposito, ricordare il busto della Ma- in quel caso l’interessato lasciò cadere la cosa; d’Oriente di Francia, Patrick
rianna, assegnato in premio lo scorso anno a Si- Daraud no ed ha trascinato per la prima volta Kessel, ha attaccato Fran-
mone Veil, ora 90enne, ex-ministro, primo la propria Loggia davanti al Tribunale Civile di çois Fillon, accusandolo
d’esser “troppo vicino” al
presidente del Parlamento europeo ed autrice Carcassonne, per far annullare il provvedimento
mondo cattolico. Ma, stando
della famigerata legge, che ha introdotto l’aborto assunto nei suoi confronti. Ma niente da fare: il al settimanale L’Express,
in Francia. Il Gran Maestro del Grand’Oriente giudice ha ritenuto «irricevibile» la richiesta ed Thierry Solère, uno dei por-
d’Oltralpe, consegnando il riconoscimento ai anzi condannato Daraud a rimborsare 1.500 tavoce di Fillon, sarebbe af-
due figli della nota esponente politica, ha dichia- euro di spese legali alla controparte. In effetti, v’è filiato dal 1998 alla Glnf, la
Gran Loggia Nazionale Fran-
rato, tra l’altro: «Simone Veil incarna un impegno re- stato probabilmente un errore di forma: ad
cese (nella foto, il suo Gran
pubblicano assai caro ai massoni. La sua legge sull’aborto escluderlo, è stata la Camera Suprema di Giu- Tempio, a Parigi), dove sa-
è divenuta il simbolo del miglioramento dell’Uomo e della stizia massonica e non la sua loggia d’apparte- rebbe rimasto sino al 2015.
società alla quale i massoni stanno lavorando, tale nor- nenza in quanto tale. In ogni caso, l’interessato
mativa rappresenta un pilastro della nostra società». non si è dato per vinto ed ha presentato ricorso.
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Attualità
La scomunica resta
Del resto, i testi sono chiari. Già Clemente
XII, nella Bolla dogmatica In eminenti del 28
aprile 1738, scriveva: «Motu proprio, con sicura
scienza, matura deliberazione e con la pienezza della No-
stra Apostolica potestà, decretiamo doversi condannare e
proibire, come con la presente Nostra Costituzione, da valere gascar, in Ciad, nella Repubblica Centrafricana, Lo scorso 26 e 27 maggio
in perpetuo, condanniamo e proibiamo le predette Società, in Gabon, in Congo, in Togo, nel Mali. Anche presso la Biblioteca Nazio-
Unioni, Riunioni, Adunanze, Aggregazioni o Conventicole qui i poteri politici ed economici, sino ai vertici più nale, a Parigi, si è tenuta la
alti, vengono fortemente condizionati dai grem- seconda Conferenza mon-
dei Liberi Muratori o des Francs Maçons. Pertanto, seve- diale su Fratellanza, masso-
ramente, ed in virtù di santa obbedienza, comandiamo a biulini. Ma attenzione, non siamo di fronte ad una neria e Storia (nella foto). In
tutti che nessuno ardisca o presuma sotto qualunque pretesto sorta di semplice, benché discutibile, comitato tale contesto, il dott. Saïd
o apparenza di istituire, propagare o favorire le predette So- d’affari. C’è molto di più e di peggio. Chaaya ha evidenziato «la
cietà dei Liberi Muratori, di ospitarle o nasconderle nelle pratica della massoneria nel
mondo musulmano».
proprie case o altrove; di iscriversi ed aggregarsi ad esse; di Il vero volto
procurare loro mezzi, facoltà o possibilità di convocarsi in Per capire l’influenza di squadra e compasso
qualche luogo; di somministrare loro qualche cosa od anche nei secoli e nel mondo, molte le fonti disponibili.
di prestare in qualunque modo consiglio, aiuto o favore, pa- Una tra le più recenti è il libro scritto da Johan
lesemente o in segreto, direttamente o indirettamente, in pro- Livernette, La massoneria, 300 anni di imposture, in
prio o per altri, nonché di esortare, indurre, provocare o cui si descrivono l’iniziazione, le differenti Ob-
persuadere altri ad iscriversi o ad intervenire a simili Società, bedienze, la sua natura antiecclesiale, le sue in-
sotto pena di scomunica per tutti i contravventori, da in- filtrazioni e la diffusione di falsi principi; due
corrersi ipso facto e senza alcuna dichiarazione, dalla quale capitoli del corposo volume di 372 pagine ven-
nessuno possa essere assolto, se non in punto di morte, da gono dedicati ai richiami luciferini e satanisti
altri all’infuori del Romano Pontefice pro tempore». della massoneria. Un altro lungo capitolo viene
La Dichiarazione emessa il 26 novembre 1983 dedicato all’analisi degli interventi dei grembiu-
dalla Congregazione per la Dottrina della Fede, lini nella storia (rivoluzione francese, laicizza-
con specifica approvazione di Giovanni Paolo II, zione di Italia e Germania nel XIX secolo,
ha ribadito la condanna e la diffida relative al- rivoluzione della Comune, terza Repubblica,
l’appartenenza alla massoneria, i cui «principi sono scuola laica, interferenze durante le due guerre,
stati sempre considerati inconciliabili con la Dottrina della leggi mortifere, promozione del mondialismo,
Chiesa, perciò l’iscrizione ad essa rimane proibita. I fedeli, distruzione del concetto di Nazione tramite in-
che appartengono alle associazioni massoniche, sono in debitamento e immigrazione. Già Leone XIII,
stato di peccato grave e non possono accedere alla Santa nell’Enciclica Humanum Genus del 20 aprile 1884,
Comunione». così scrisse: «La prima cosa da farsi si è togliere alla
In Africa, tuttavia, il caso della Costa d’Avorio setta Massonica le mentite sembianze e renderle le sue pro-
è tutt’altro che isolato. Situazioni analoghe si regi- prie». Detto, fatto: in tal senso testi come quello
strano, ad esempio, anche in Camerun, in Mada- di Livernette offrono un buon contributo.
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Attualità
L’evolversi della situazione internazionale ed i nuovi scenari definiti dallo scontro tra Russia e Stati Uniti su Assad induce a
riflettere, se sia davvero possibile «Comprendere il caos siriano». Ed è proprio questo il titolo del libro, scritto a quattro mani
da Randa Kassis con Alexandre Del Valle, colui che, in questa splendida intervista, ci spiega come leggere ed interpretare
correttamente gli eventi, di cui siamo spettatori.
a cura di Mauro Faverzani
evolversi della situazione internazionale intervistato uno degli autori, Alexandre Del
Nella foto sopra (su licenza
Creative Commons), le col-
line intorno ad Aleppo, in
Siria. Per capire cosa accada
L’ ed i nuovi scenari definiti dallo scontro
tra Russia e Stati Uniti su Assad induce
a riflettere, se sia davvero possibile “Comprendere
Valle.
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intra-europea, spiega perchè in Siria gli Occidentali “alleati” del Golfo non siano nemici e che il peg-
atlantisti designino come nemico Da’esh, cioè la gio siano gli “islamofobi”, come i movimenti di
parte emersa dell’iceberg islamista e non gli Destra sovranisti ed i populisti europei. Ma non
islamisti in generale, ben più importanti, presenti credo che i nostri dirigenti credano a queste
e pericolosi a lungo termine, destinati a sopravvivere menzogne. Sono molto ben informati da tante
alla sconfitta di Da’esh. Ricordiamo, ad esempio, agenzie, dai servizi segreti e dall’intelligence. Sanno
che l’americano ultra-repubblicano John Mc come il peggior nemico non sia Da’esh, bensì
Cain ha appoggiato apertamente gli islamisti ra- l’islamismo con la sua azione di conquista “soft”
dicali di Ahrar al-Sham, al-Qaïda in Siria (Fatah a colpi di proselitismo, a cominciare dai Fratelli
al-Sham), Fronte islamico, Nour al-Din al-Zenki musulmani o dai centri islamici, finanziati
in funzione anti-Assad e anti-russa. Allo stesso dall’Arabia Saudita, centri che da decenni
modo, l’ex-premier e ministro degli esteri francese controllano e radicalizzano i musulmani d’Eu-
Laurent Fabius ha osato, senza vergognarsi, af- ropa. Si tratta di un autentico tsunami planeta-
fermare in Parlamento nel 2014 che al-Nusra, rio, di un virus senza frontiere che sta
ex nome di al-Qaïda in Siria, faceva «un buon contaminando la stessa Europa con l’appoggio
lavoro» contro il regime di Bashar al Assad. della globalizzazione, dei media, delle reti sociali
e del senso di colpa occidentale, che loro sanno
L’Occidente, in questo campo, ha più perfettamente rovesciare contro di noi.
volte dimostrato una certa ignoranza…
In Occidente la disinforma-
o c’è anche dell’altro? L’obiettivo non pare essere solo il regime zione politica demonizza
Direi che si tratta di una nuova forma di di Assad: quale la vera posta in gioco? sempre e comunque i russi
“ignoranza volontaria”, si tratta di far vedere una Nel libro abbiamo voluto sottolineare le e il regime di Bachar al-
realtà che non esiste, quindi di una disinforma- contraddizioni e le complicità di alcuni Paesi oc- Assad, che proteggono
zione politica avente per scopo quello di legitti- cidentali, che, in funzione pro-saudita, pro- concretamente i Cristiani
d’Oriente e combattono non
mare l’errore sul nemico e sull’amico. Bisogna Qatar e pro-Turchia, hanno appoggiato – come solo Da’esh ma anche l’isla-
far credere al pubblico occidentale che le nostre in Libia e prima in Afghanistan, Bosnia, ecce- mismo radicale sunnita e i
élites mondialiste, alleate alle forze dell’islamizza- tera – le forze dell’islamismo radicale politico suoi Stati padrini.
zione e favorevoli alla distruzione della nostra ci-
viltà tramite l’immigrazione incontrollata ed il
multiculturalismo, non sbagliano, si tratta di sdo-
ganarli nelle loro compromissioni con i centri del
totalitarismo islamista. A questo fine, i russi e il
regime di Bachar al-Assad che proteggono
concretamente i Cristiani d’Oriente e combat-
tono non solo Da’esh ma anche l’islamismo ra-
dicale sunnita e i suoi stati padrini, vanno sempre
demonizzati, screditati, qualsiasi cosa facciano
ed, al contrario, bisogna chiamare “ribelli mo-
derati” i combattenti fanatici sunniti anti-cris-
tiani, che contrastano Bachar e vogliono imporre
la sharia, addestrati e finanziati dagli Stati del
Golfo, nostri partners privilegiati. In generale,
quest’opera di disinformazione consiste nel far
credere che l’islam sia intrinsicamente “pacifico”,
che Da’esh e il jihadismo “non abbiano niente a
che vedere con l’islam”, che i Paesi musulmani
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Attualità
La globalizzazione, “figlia” del In effetti, in base a tale Trattato la re- scontro di civiltà c’è e c’è anche un problema cul-
neo-liberismo, si basa sullo spo- sponsabilità dell’asilo è del Paese di turale. L’Italia non è un parco giochi per stra-
stamento di grandi masse di es-
primo sbarco… nieri, un Paese indipendente deve produrre, non
seri umani, perché convinta che
la popolazione mondiale sia in- Certo, è a carico del Paese, che ha registrato può vivere solo di terziario, non siamo solo una
tercambiabile, assurdo culturale per primo l’arrivo. Visto che noi, assieme alla meta turistica. Bisogna cambiare mentalità: la
tuttavia con fondamenti ben pre- Grecia, siamo il Paese più interessato dagli sbar- nostra gente deve lavorare, deve avere una casa
cisi, tra i quali l’Illuminismo. chi, ci troviamo di fronte ad una strada senza (anche nelle graduatorie relative a quelle popo-
uscita. lari), evitare che le nostre aziende vengano ven-
dute, far venire prima insomma il nostro
Ma perché l’immigrazione, in partico- interesse nazionale. Dovremmo anche noi adot-
lare quella islamica, deve far paura? Lei tare un atteggiamento “trumpiano”. Trump non
crede ad un islam “moderato”? viene dal nulla. Si dice che negli Stati Uniti
Non esistono nemmeno i Cattolici moderati. venda molto il libro 1984 di George Orwell, poi-
O uno è Cattolico o non lo è. Esistono persone ché si sarebbe insediata qui una nuova dittatura
moderate, che hanno rispetto per gli altri, che ri- e quindi con questo romanzo vorrebbero capire
pudiano il ricorso alla violenza, ma non versioni come funzioni; ma c’è anche un altro libro da
edulcorate della religione. Per questo anche leggere, Il Furore di John Steinbeck, che racconta
l’islam moderato non esiste. Cosa sarebbe poi? l’America bianca, povera ma orgogliosa; c’è un
Noi però non dobbiamo avere paura, dobbiamo passaggio bellissimo, in cui uno dei protagonisti
anzi avere il coraggio di opporci, dire “adesso dice: «Questa è la nostra terra, perché noi siamo nati qui,
basta, gli Italiani non si fanno macellare”, né sot- questa terra l’abbiamo lavorata, l’abbiamo vissuta e ci
tomettere. Piuttosto c’è un altro problema, di cui siamo persino morti. è questo che la fa nostra». Questo
si parla invece poco, benché grave: quello del- spiega Trump.
l’emigrazione. Se ne vanno i giovani più prepa-
rati, che altrove trovano più opportunità. Qui Lei ha accennato ad uno scontro di ci-
resta chi, pur essendo in difficoltà, per qualche viltà, eppure c’è chi lo nega…
motivo non sia in grado di partire ed accetta la- Chi nega lo scontro religioso, in realtà, nega
vori a 2,50 euro l’ora. Questo è destabilizzante. che la religione abbia importanza nella vita del-
l’uomo. Ai musulmani, invece, interessa tantis-
I costi dell’immigrazione potrebbero ri- simo la loro religione, la loro cultura, la loro
solvere i problemi degli Italiani, se ad lingua, la loro patria, perché rappresentano dei
essi destinati? valori. è a noi che non interessa nulla. Ma lo
Non è una questione solo di soldi, basata scontro culturale esiste, eccome.
spesso sullo sfruttamento della manodopera: lo
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Attualità
Verso il progetto
imperiale russo
Negli ultimi tempi la Russia di Putin, con le sue battaglie anti-gay e con i suoi continui richiami ai principi morali, è diventata
il prototipo politico di riferimento della Destra europea e di tutti coloro che hanno a cuore i valori cosiddetti “tradizionali”.
La Russia ortodossa sembra la sola potenza oggi capace di incarnare lo spirito contro-rivoluzionario. Ma l’Europa, recuperando
le proprie feconde e ricchissime radici cristiane, può ancora dire la sua. Ecco come.
di Rodolfo de Mattei
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Attualità
Verso la fine
Lo scontro tra Russia ed Europa è puramente
ideologico, chiarisce Dugin, e vede due visioni
politiche diametralmente opposte. Secondo
l’ideologo euroasiatico, il nostro continente, ora-
mai in ostaggio delle élites liberal, dopo aver vo-
lontariamente auto-sradicato le proprie feconde
radici cristiane, sarebbe oggi irrimediabilmente
snaturato e condannato ad un lento e progres-
Lo scorso 29 maggio 2014, getto “neo-eurasiatico” è il filosofo e politico sivo disfacimento politico e culturale: «La Russia
ad Astana, i presidenti di russo Aleksander Dugin, discepolo di René Gué- oggi è il nemico numero uno dell’Europa, perché il nostro
Russia, Bielorussia e Kazaki- non (1886-1951) e Julius Evola (1898-1974), il presidente non condivide questa ideologia postmoderna li-
stan hanno firmato il Trat- beral. Siamo nella guerra ideologica, ma stavolta non è
tato sull’Unione economica
quale auspica il rilancio del progetto imperiale
eurasiatica (nella foto), en- russo e vede nell’egemonia americana il male as- fra comunismo e capitalismo, ma fra élites liberal poli-
trato in vigore il 1° gennaio soluto da combattere con ogni mezzo, come ha ticamente corrette, l’aristocrazia globalista, e contro chi non
2015 sotto la presidenza scritto lui stesso nel libro-intervista, curato as- condivide questa ideologia, come la Russia, ma anche
della Bielorussia. Una troika sieme al filosofo francese Alain de Benoist, Eura- Trump. L’Europa occidentale è decadente, perde tutta
economica, fortemente vo- l’identità e questa non è la conseguenza di processi naturali,
luta da Vladimir Putin, alla
sia, Vladimir Putin e la grande politica: «L’impero
quale l’8 maggio 2015 si è americano è il vero impero del male, il nostro dovere è di ma ideologici. Le élite liberal vogliono che l’Europa perda
aggiunto anche il Kirghizi- combattere il male assoluto rappresentato oggi dagli Stati la propria identità con la politica dell’immigrazione e del
stan. Uniti». gender. L’Europa perde quindi potere, la possibilità di au-
Tuttavia, se gli Stati Uniti rappresentano il ne- toaffermarsi, la sua natura interiore. L’Europa è molto de-
mico, per così dire, “storico” della Russia, l’av- bole, nel senso dell’intelletto, è culturalmente debole. Basta
versario “culturale” principale di oggi come ha vedere come i giornalisti e i circoli culturali discutono dei
spiegato il politologo russo in un’intervista a di problemi dell’Europa, io non la riconosco più: l’Europa
Giulio Meotti, pubblicata su Il Foglio del 2 marzo era la patria del , dell’intelletto, del pensiero e oggi è una
2017 è invece proprio l’Europa, vittima del suo caricatura di se stessa. L’Europa è debole spiritualmente e
progetto ultra-liberista: «Oggi l’Europa occidentale mentalmente. Non è possibile curarla, perché le élites po-
sta nella trappola della modernità e della postmodernità, litiche non lo lasceranno fare. L’Europa sarà sempre più
il progetto della modernizzazione liberale va verso la libe- contraddittoria, sempre più idiota. I russi devono salvare
razione dell’individuo da tutti i vincoli con la società, con l’Europa dalle élites liberal che la stanno distruggendo».
la tradizione spirituale, con la famiglia, con l’umanesimo
stesso. Questo liberalismo libera l’individuo da ogni vincolo. Restaurazione europea
Lo libera anche dal suo gender e un giorno anche dalla sua L’unica salvezza dell’Europa passerebbe dun-
natura umana. Il senso della politica oggi è questo progetto que, sempre secondo Dugin, proprio per la Rus-
di liberazione. I dirigenti europei non possono arrestare que- sia ortodossa che, al contrario, è stata capace di
sto processo, ma possono solamente continuare: più immi- preservare l’autentico spirito cristiano originario,
grati, più femminismo, più società aperta, più gender, questa oggi andato completamente perduto nell’Eu-
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ropa cattolica e protestante: «La Russia è una civiltà «La forma di degradazione spirituale dell’Europa è co-
a sé, cristiana ortodossa. Ci sono aspetti simili fra Europa minciata con il modernismo, con la perdita dell’identità
e Russia. Ma, dopo il crollo del comunismo, quando la cristiana, ma è arrivata al culmine negli anni Novanta,
Russia si è avvicinata all’Occidente, abbiamo capito che quando tutte le istituzioni vennero plasmate dal liberismo
l’Europa non era più se stessa, che era una parodia della di Destra in economia e dal liberalismo di sinistra nella
libertà, che era decadente e postmoderna, che versava nella cultura. L’approvazione dei matrimoni gay mi ha fatto ca-
decomposizione totale. Questo Occidente non ci serviva più pire dove stesse andando l’Europa. Si arriverà presto al
come esempio da seguire, per cui abbiamo cercato un’ispi- momento finale, dopo ci sarà il caos, la guerra civile, la di-
razione nell’identità russa e abbiamo trovato che questa struzione. Forse è troppo tardi per ribaltare la situazione».
differenza è fra cattolicesimo e ortodossia, fra protestante- Se la diagnosi di Aleksander Dugin appare
simo e ortodossia, noi russi siamo ereditari della tradizione implacabile, in quanto mette a nudo fedelmente
romana, greca, bizantina, siamo fedeli allo spirito cristiano i reali e profondi mali dell’Europa odierna, la
antico dell’Europa che ha perso ogni legame con questa tra- “cura” proposta è evidentemente di parte e inac-
dizione. La Russia può essere un punto di appoggio per la cettabile. In questo drammatico scenario è L’ideologo e massimo espo-
restaurazione europea. Siamo cristiani, siamo eredi della quanto mai importante che l’Europa si svegli dal nente del progetto “neo-eu-
filosofia greca». folle torpore ideologico nel quale è immersa e, rasiatico” è il filosofo e
attingendo alle proprie ricchissime e feconde ra- politico russo Aleksander
dici cristiane, recuperi la sua specifica e preziosa Dugin, che auspica il rilancio
Tutto iniziò col modernismo… del progetto imperiale russo
In questo scenario, il politologo russo prevede identità per contrastare e competere col progetto e vede nell’egemonia ameri-
per l’Europa un’inesorabile deriva culturale che imperiale russo. cana il male assoluto da com-
la porterà presto al caos e al tracollo definitivo: battere con ogni mezzo.
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Attualità
Verso
l’eutanasia
È in discussione in Parlamento il disegno di legge sulle D.A.T. ovvero le Disposi-
zioni anticipate di trattamento. Da anni è alimentato in tutto il mondo occi-
dentale un dibattito sui temi del “fine vita”, delle cure palliative, del “diritto”
a decidere anticipatamente quali cure in futuro accettare o meno e del “di-
ritto” ad accedere a eutanasia attiva o passiva. Il dibattito è stato accom-
pagnato da ripetute iniziative propagandistiche volte a scardinare ogni
resistenza attraverso la consueta tecnica dei “casi umani”, con continui
sforzi della stampa main-stream, volti a presentare il tema sempre
e solo verso la direzione più dissolutoria, verso la piena apertura
alle soluzioni più avverse alla dottrina cristiana.
di Matteo D’Amico
n seguito al caso del dj “Fabo”, montato ma non assumendo ciò che è essenziale per
L’eutanasia che uccide (e
che non si limita ad addol-
cire il momento del trapasso
naturale con cure palliative e
terapie del dolore) è sempre
I ad arte dal radicale Marco Cappato,
con l’appoggio dei poteri forti, anche in
Italia è stata presentato un disegno di legge,
rimanere in vita ovvero cibo e acqua.
è importante capire l’immensa gravità
morale e giuridica di quanto il legislatore in-
che avvicinerebbe velatamente il nostro tende stabilire per legge. Infatti, se la legge
stata definita dalla Chiesa
come «un atto intrinseca- Paese all’eutanasia. che si sta discutendo e che presto verrà votata
mente cattivo», in quanto im- Il punto del disegno di legge che ci inte- passasse così com’è, ci troveremmo di fronte
plica l’uccisione di un ressa è l’articolo 3 (Disposizioni anticipate di trat- a una forzatura di tipo giuspositivistico, kel-
innocente o il suicidio da tamento), dove si legge: «Ogni persona seniano, dei concetti di vita e di morte, non-
parte del malato.
maggiorenne e capace di intendere e di volere, in pre- ché del concetto di libertà del soggetto. Ora,
visione di una propria futura incapacità di autode- nessun Parlamento e nessun governo può
terminarsi, può, attraverso disposizioni anticipate di pretendere di legiferare sulla vita e sulla
trattamento (“DAT”), esprimere le proprie convin- morte in modo arbitrario, manipolando i
zioni e preferenze in materia di trattamenti sanitari, principi primi che dovrebbero ispirarli e che
nonché il consenso o il rifiuto rispetto a scelte tera- fondano la realtà giuridica di ogni Stato e la
peutiche e a singoli trattamenti sanitari, ivi comprese sua stessa legittimità. Equiparare per legge la
le pratiche di nutrizione e idratazione artificiali». nutrizione e l’idratazione di un malato grave
Si stabilisce per legge la liceità del lasciarsi attraverso sonde o flebo a una cura medica
morire ovvero del suicidio: dunque, siamo di propriamente detta è un grave abuso e rap-
fronte a una schietta forma di eutanasia pas- presenta una manipolazione del concetto
siva, dove cioè la persona si suicida non as- “stesso” di cura. Il ddl mira in tal modo, gra-
sumendo o facendosi somministrare sostanze zie al diritto sancito costituzionalmente a ri-
tossiche e velenose, che portino alla morte, fiutare un trattamento o una cura medica, a
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rendere possibile la soppressione di malati eseguita «a richiesta o col consenso del paziente,
cronici o in stato vegetativo grazie al cavillo anche perché le penose condizioni in cui egli si trova,
di una loro precedente (magari di decenni) non possono essere certamente espressione di libera vo-
“disposizione”, in cui dichiaravano di rifiu- lontà. Non cambia niente la circostanza o il fatto che
tare, nel caso di patologie degenerative, nu- la persona soffre o che non vivrà a lungo».
trizione e idratazione fornite attraverso Trattandosi di omicidio o di suicidio è evi-
appropriate strumentazioni sanitarie. Di fatto dente come non sia lecito ed anzi sia grave-
questa norma sdoganerebbe il diritto al sui- mente immorale concorrere o aiutare in
cidio, perché non si può chiamare in altro qualsiasi modo terzi o il malato a realizzare
modo il giungere alla morte attraverso la l’eutanasia; il personale sanitario deve vedere
scelta libera e consapevole di rinunciare ad tutelato il suo pieno diritto all’obiezione di
essere nutriti e dissetati. coscienza di fronte all’eventualità di pratiche
così disumane, rese possibili da leggi ingiu-
Valutazione morale ste.
L’eutanasia che uccide (e che non si limita Bisogna inoltre qui ricordare che per la
ad addolcire il momento del trapasso natu- sana teologia morale cattolica non è mai le-
rale con cure palliative e terapie del dolore) cito desiderare la propria morte per sfuggire Di fronte alla prospettiva
è sempre stata definita dalla Chiesa come «un al dolore fisico o alla prostrazione causata da dell’eutanasia, il personale
atto intrinsecamente cattivo» (come recita la voce una malattia: il credente può desiderare sanitario deve vedere tute-
lato il suo pieno diritto al-
eutanasia del Dizionario di teologia Morale di Ro- senza peccare di morire solo qualora sia l’obiezione di coscienza di
berti e Palazzini), in quanto implica l’ucci- mosso esclusivamente da un ardente deside- fronte all’eventualità di prati-
sione di un innocente o il suicidio da parte rio di affrettare il suo incontro con Cristo, che così disumane, rese
del malato. L’eutanasia è omicidio anche se ma non c’è bisogno di dire che qui siamo nel possibili da leggi ingiuste.
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Attualità
Secondo l’art. 3 del disegno terreno della mistica e non più della prassi senza mai fare del male a terzi (come nel caso
di legge sulle Disposizioni medica. Del resto anche in questo caso la dei trapianti d’organo a cuore battente) e
anticipate di trattamento, in persona può solo provare un desiderio di mo- senza scadere nell’accanimento terapeutico;
discussione in Parlamento, rire, senza, evidentemente, che gli sia lecito è altrettanto ovvio che debbo sapermi rasse-
sarebbe lecito rifiutare
anche «le pratiche di nutri- darsi la morte. gnare alla Volontà di Dio e accettare le sof-
zione e idratazione artifi- L’eutanasia, sia attiva che passiva, è atto ferenze, la malattia e la morte che Egli ha
ciali». Siamo di fronte ad una non solo equiparabile moralmente all’omici- disposto per il mio maggior bene spirituale e
forma di eutanasia passiva, dio (per il personale medico che lo compie o per la Sua maggior gloria. Dunque, cura at-
dove cioè la persona si sui- lo supporta e favorisce) o al suicidio (per il pa- tenta e scrupolosa della malattia, unita a pa-
cida non assumendo cibo e
acqua. ziente che la richiede o la mette in pratica), cata e gioiosa rassegnazione alla Volontà del
ma è anche definibile come “contro natura”, Signore, che, avendomi dato la vita, ha anche
perché compiuto a freddo e in modo asettico il diritto sovrano di decidere quando toglier-
e falsamente filantropico, violando la natu- mela.
rale inclinazione a soccorrere e confortare il L’eutanasia nega la Provvidenza di Dio e
sofferente e a cercare di rimanere in vita, profana gli ultimi preziosissimi istanti di vita,
nonché a recuperare la salute. recidendo artificialmente un’esistenza ancora
aperta alla possibilità, ad esempio, della con-
Uno sguardo cristiano versione, della santificazione, dell’espiazione,
L’eutanasia è una gravissima offesa a Dio della riparazione dei peccati attraverso l’of-
anche perché è una negazione, almeno im- ferta delle proprie sofferenze e della propria
plicita, della sua perfetta Volontà e della sua morte.
infinita Provvidenza che regola tutto l’ordine L’istante della morte decide, in ultima
dell’essere, della storia e della vita di ogni sin- istanza, della vita eterna del morente, vita di
golo uomo, includendo in ciò il dolore, la eterna gioia in Dio o di eterna infelicità e se-
malattia e la morte di ciascuno. Mentre è parazione da Lui: non osi l’uomo anticipare
ovvio che, essendo la vita un bene donatomi l’istante che è giusto sia nelle mani di Dio e
da Dio, ho l’obbligo morale di curarmi e di della sua infinita Sapienza, Giustizia e Mise-
cercare di preservarmi in vita, finché sia ra- ricordia.
gionevolmente possibile ovvero senza eccessi,
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due figli nell’isis – Con Mothers sul set una storia vera
Due madri, Angela e Fatima, una cri- tutti dominati da un «pensiero debole» e che riunisce altri genitori nella loro mede-
stiana e l’altra musulmana, si ritrovano ac- da nozioni ispirate al «politicamente cor- sima situazione. Qui divengono amiche e
comunate dalla scelta folle compiuta dai retto». cominciano ad affrontare assieme la situa-
loro figli Sean e Taarik, quella di aderire al- Alla fine Taarik e Sean decidono di an- zione, a condividere paure, tensioni, emo-
l’Isis: è questo lo spunto, tratto da una sto- dare in Siria, dove le loro strade si divi- zioni.
ria vera, attorno al quale si sviluppa la dono però in modo drammatico: il primo La pellicola, prodotta da Condor Pictures
trama di Mothers, il film scritto e diretto da aspira a diventare un “martire” per l’islam, e distribuita da Liamar Multimedia, in 118
Liana Marabini, con Remo Girone (noto mentre il secondo resta colpito nello sco- minuti fa emergere tragedie nascoste vis-
per il ruolo di Tano Cariddi ne La Piovra ed prire come la jihad si alimenti col mercato sute da molti ormai, oggi, in silenzio.
attore in oltre cento film, tra cui
La legge della Notte con Ben Af-
fleck), Christopher Lambert,
che certo non necessita di pre-
sentazioni (Highlander e Grey-
stoke: la leggenda di Tarzan
sono solo due della miriade di
film, che lo hanno visto sul set),
ed un cast d’assoluta ecce-
zione.
Angela è una scrittrice ita-
liana, vedova, benestante. Fa-
tima è marocchina, emigrata
giovanissima in Inghilterra col
marito Khalid: qui sono nati i
loro due figli, Nadia e Taarik.
Quest’ultimo è un ragazzo in
gamba, ha terminato gli studi
a pieni voti, è uno sportivo. Ma
proprio a scuola lui e Sean
hanno conosciuto Omar, un si-
riano spesso in visita al loro campus della droga e turbato dal trattamento ri- Nel 2010 Liana Marabini ha fondato
presso l’Università britannica, ove en- servato alle donne, considerate alla stre- anche Mirabile Dictu-Festival Internazio-
trambi studiano. Con un solo scopo, re- gua della merce. Si converte comunque nale del Film Cattolico sotto l’alto patro-
clutare nuove leve per la jihad. Pian piano all’islam, assume il nome di Farid, ma le nato del Vaticano, è presidente di Patrons
Omar li convince che l’Occidente è lon- sue critiche non piacciono ad Omar, con- of the Arts ai Musei del Vaticano (sezione
tano dai loro ideali, dalle loro aspirazioni, vintosi che lui non possa mai diventare un di Monaco) e membro del Consiglio del-
dal loro desiderio di assoluto e di santità. buon musulmano. l’International Theological Institute au-
Poi crea una confraternita islamica ed in- Il loro dramma si unisce a quello delle striaco, fondato da Giovanni Paolo II:
vita i due a farne parte. Passa loro mate- due madri, interrogate dall’antiterrorismo, «Mothers racchiude in sé un messaggio ed
riale di propaganda, libri con le massime licenziate dal lavoro, abbandonate dalla un invito ai figli ed ai genitori a parlarsi di
di Maometto, soprattutto dà loro quelle famiglia e dagli amici. Angela e Fatima si più ed a prestare maggiore attenzione gli
regole, che i due giovani non trovano più incontrano ad un gruppo di sostegno or- uni agli altri», ha dichiarato la regista. Un
in casa, a scuola, nella società, ambienti ganizzato dalla dottoressa Diana Fortis, invito, da non lasciar cadere…
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Dossier
Padre Cornelio Fabio
Un baluardo
contro l’immanentismo
Padre Cornelio Fabro è un autore estremamente attuale, una guida sicura per
interpretare il presente e, proprio per questo, come purtroppo spesso capita,
consegnato al silenzio…
L’
Italia del ‘900 ha donato al mondo una delle più
La critica della
grandi menti speculative di sempre: padre Cornelio
modernità, in
Fabro, sacerdote e religioso stimmatino, nato in Friuli Fabro, è critica
nel 1911 da famiglia contadina, entrato nella Congrega- dell’idealismo e
zione nel 1922, dottore in filosofia e in teologia, fu docente affermazione
universitario a Roma, a Napoli e a Perugia. Fu perito al Con- del realismo
gnoseologico/
cilio Vaticano II e poi consultore della Congregazione per
metafisico. Da
la Dottrina della Fede. qui i molti studi
sulla psicologia
Alla scuola di san Tommaso e la conoscenza
umana nei quali
Intelligenza teoretica senza pari, Fabro si pone alla la lezione tomi-
scuola di san Tommaso d’Aquino, del quale riscopre la ge- sta si integra fe-
nuina metafisica sottolineando le nozioni di atto, d’essere licemente con le
e di partecipazione. Fabro ritorna coraggiosamente a Tom- più moderne
acquisizioni in
maso, liberandolo dalle letture tardo scolastiche e suareziane campo neurolo-
in un’operazione che fa di lui molto più che un neoscolastico, gico e psicolo-
lo pone come padre del tomismo integrale. gico. Da qui
La filosofia di Fabro è tutta nel solco del realismo e del anche la batta-
seologico/metafisico. Da qui i molti studi sulla psicologia glia intellettuale
primato dell’essere, è filosofia dell’essere.
e la conoscenza umana nei quali la lezione tomista si di Fabro contro
La potente riaffermazione della scienza metafisica fa l’hegelismo e le
integra felicemente con le più moderne acquisizioni in
del pensatore friulano un naturale oppositore della sue filiazioni.
campo neurologico e psicologico. Da qui anche la battaglia
modernità filosofica. Molti sono i saggi fabriani
intellettuale di Fabro contro l’hegelismo e le sue
dedicati all’analisi critica del pensiero
filiazioni, storico lo scontro con Emanuele Se-
moderno, di cui è denunciato
verino.
l’immanentismo, figlio del
cogito cartesiano.
Fabro riconosce nel- Primo traduttore
l’immanentismo mo- di Kierkegaard
derno un intrinseco Fabro è pure il grande cono- Ne L’avventura
ateismo, pagine di scitore e commentatore di della teologia
straordinaria chia- Søren Kierkegaard, di cui fu il progressista,
rezza diagnosti- Fabro parlò di
primo traduttore (diretta- «pornoteolo-
ca sono ad mente dal danese) in Italia. gia» per indica-
esempio quelle Proprio per tradurre Kierke- re la nuova
di Introduzione gaard imparò alla perfe- teologia morale
all’ateismo mo- zione il danese, sommando post-conciliare
derno del 1964, antinomista,
la conoscenza di questa lin- della situazio-
dove il principio gua alle molte già posse- ne, negatrice
d’immanenza che dute. della legge na-
segna la modernità Innanzi al caos post-conci- turale, facente
è mostrato in tutta liare Fabro prese decisamente dell’amore
la sua folle potenza l’unico principio
posizione, in particolare analiz- direttivo del-
corrosiva. zando e confutando il pensiero teo- l’orientamento
La critica della modernità, logico di Karl Rahner. È del 1974 La morale.
in Fabro, è critica dell’idealismo svolta antropologica di Karl Rahner, che non
e affermazione del realismo gno- è la prima opera fabriana dedicata all’analisi cri-
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Dossier
tica del gesuita te-
Come spesso desco, ma certo la
capita in que- più nota e con la
sti nostri tem- quale lo stimmatino
pi così confu- confuta di Rahner il
si, ciò che mal
si concilia con
cuore del suo stesso
il pensiero do- fare (nuova) teolo-
minante è gia.
consegnato al Sempre del ’74 è
silenzio, mal L’avventura della teo-
sopportato e
messo ai mar-
logia progressista,
gini anche dove Fabro affronta
dentro la Chie- la nuova teologia, la
sa. Così capitò raffronta al vecchio
in vita a padre modernismo con-
Fabro e ancor
più oggi ne ri-
dannato da san Pio
ceve ingiuria X e, in ultima istanza,
la sua eredità la riconosce come
intellettuale, soggettivismo espe-
che invece rienziale dissolutore
d’essere tenu-
ta come teso-
della teologia tout
ro prezioso è court. Proprio in
praticamente quest’opera Fabro parlò di «pornoteologia» per indicare la
assente dagli nuova teologia morale post-conciliare antinomista, della
insegnamenti situazione, negatrice della legge naturale, facente dell’amore
per il clero.
l’unico principio direttivo dell’orientamento morale.
Leggere oggi queste pagine di Fabro sulla pornoteologia
impressiona per l’attualità dell’analisi, sembra quasi che
Fabro le avesse stese conoscendo il dibattito aperto dai
due Sinodi sulla famiglia e da Amoris laetitia.
Accademico e parroco
La produzione fabriana è sterminata e comprende saggi sul pen- scritti sulla preghiera e il saggio Gemma Galgani: Testimone del so-
siero di sanTommaso, di metafisica, di gnoseologia, di antropologia, prannaturale.
sulla nozione di libertà, sull’idealismo, sull’esistenzialismo, sul nichi- È morto a Roma il 4 maggio 1995 dopo oltre mezzo secolo di
lismo occidentale, su Kierkegaard e su Rosmini. Anche di filosofia magistero filosofico/teologico e di impegno pastorale (non abban-
politica ha scritto padre Fabro, celebre la sua analisi del marxismo e donò mai la vita parrocchiale, riuscendo ad armonizzare gli oneri
la sua critica al compromesso storico tra DC e PCI. accademici con le fatiche della cura d’anime presso la parrocchia
Accademico di fama internazionale e grande speculativo, non romana di Santa Croce inVia Flaminia), dopo lunga malattia e pochi
fece tuttavia mancare il suo impegno nelle battaglie civili dell’Italia giorni dopo aver festeggiato il 60° anniversario di ordinazione sa-
repubblicana, in particolare si impegnò per la famiglia e la vita contro cerdotale.
il divorzio e l’aborto. Come spesso capita in questi nostri tempi così confusi,
Meno nota, ma non per questo meno significativa la sua atten- ciò che mal si concilia con il pensiero dominante è con-
zione all’agiografia e alla teologia spirituale, collaborò con la Con- segnato al silenzio, mal sopportato e messo ai margini
gregazione per la Causa dei Santi, studiò la vita e il pensiero di Edith anche dentro la Chiesa. Così capitò in vita a padre Fabro
Stein, Josemaria Escrivá de Balaguer e Gaspare Bertoni. Celebri i suoi e ancor più oggi ne riceve ingiuria la sua eredità intellet-
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Padre Fabro
non abbandonò
mai la vita par-
rocchiale, riu-
scendo ad
armonizzare gli
oneri accade-
mici con le fati-
che della cura
d’anime presso
la parrocchia
romana di
Santa Croce in
Via Flaminia
(nella foto).
tuale, che invece d’essere tenuta come tesoro prezioso da Il Progetto nato l’11 aprile 2002 per iniziativa dell’allora
trasmettere nelle facoltà teologiche e nei Seminari è pra- Superiore Generale dell’Istituto del Verbo Incarnato, padre
ticamente assente dagli insegnamenti che la Chiesa ita- Carlos Miguel Buela, ha come scopo la conservazione e la
liana fornisce al proprio clero. diffusione del pensiero e delle opere di Cornelio Fabro. Lo
scopo del Progetto è mettere a disposizione di tutti l’intera
Il Fondo Fabro ed il Progetto Fabro produzione intellettuale del filosofo udinese, sia in formato
cartaceo che in formato digitale, con audio, filmati e testi.
Due lodevoli eccezioni: 1) il Fondo Fabro, che raccoglie
Le Opere Complete saranno via via pubblicate in italiano e
tutta l’immensa biblioteca privata del Padre stimmatino,
tradotte in lingua inglese e spagnola. Ad oggi la casa edi-
catalogato, conservato e reso fruibile dalla biblioteca della
trice dell’Istituto del Verbo Incarnato ha già pubblicato più
Pontificia Università della Santa Croce, che l’ha in custodia
di trenta volumi dell’Opera omnia di Fabro. Operazione cul-
e cura; 2) il Progetto culturale Fabro (http://www.cornelio-
turale e di apostolato intellettuale, che fa onore a questo
fabro.org/index.asp), promosso dall’Istituto del Verbo In-
giovane, fiorente e dottrinalmente solido Istituto religioso.
carnato (http://www.iveroma.org/).
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Dossier
Intervista a padre Gianluca Trombini
Fabro:
il pensiero ed il progetto
Padre Fabro è stato un uomo molto pratico, ma soprattutto un grande intel-
lettuale, amante della verità e fedele alla sana dottrina che deve guidarci al
raggiungimento del fine. In quest’intervista, padre Gianluca Trombini, diret-
tore del Progetto Culturale Cornelio Fabro, spiega in cosa consista tale Pro-
getto e delinea i tratti essenziali del pensiero di padre Fabro.
È
padre Gianluca Trombini, dal 2013, il direttore del Progetto ha come scopo lo studio del pensiero e la diffusione delle opere
culturale Cornelio Fabro, promosso dall’Istituto del Verbo di padre Cornelio Fabro. L’Istituto del Verbo Incarnato ha come
Incarnato, responsabile generale della cura e pubblica- fine specifico l’evangelizzazione della cultura, cioè trasformare,
zione delle Opere Complete, nonché delle traduzioni in inglese con l’aiuto di Dio e la forza del Vangelo, i valori determinanti, i
e spagnolo delle Opere Scelte di padre Fabro. punti di interesse, le fonti ispiratrici, i modelli di vita, in modo
Padre Trombini, 45 anni, originario di Sezze, sacerdote dal tale che siano permeati dalla stessa forza evangelica le linee di
2001, si è laureato in Filosofia presso la Pontificia Università San pensiero, i criteri di giudizio e le norme di comportamento del-
Tommaso d’Aquino (Angelicum). Ha dettato corsi di materie fi- l’uomo. In questo contesto si inserisce il Progetto Culturale, che
È padre Gian- losofiche presso il Seminario Maggiore Maria Madre del Verbo certamente richiede molto impegno. Calcoliamo che le Opere
luca Trombini Incarnato di San Rafael, in Argentina, durante gli anni accade- Complete di Cornelio Fabro includeranno un centinaio di volumi
(nella foto),
mici 1998-2001 e in Italia presso il Centro di Alti Studi e raccoglieranno, oltre ai 38 libri pubblicati in vita dall’autore,
dal 2013, il Di-
rettore del San Bruno Vescovo di Segni durante gli anni acca- anche numerosi contributi in opere collettanee, più di
Progetto cultu- demici 2002-2017, nonché presso il Seminario In- 900 articoli, le dispense dei corsi universitari e nume-
rale Cornelio ternazionale San Vitaliano Papa. Oggi è rosi scritti inediti. Fino ad ora i volumi pubblicati sono
Fabro, pro- professore di Metafisica presso il medesimo Se- 24. Quindi, il progetto nasce con la finalità pretta-
mosso dall’Isti-
minario. mente apostolica di portare la luce della verità in
tuto del Verbo
Incarnato, re- È pertanto la persona più indicata per sapere un mondo dove troppo spesso regna la confu-
sponsabile ge- qualcosa in merito al Progetto culturale Cornelio sione e soprattutto con l’anelito di indicare in
nerale della Fabro. modo chiaro, senza ambiguità, il cammino che
cura e pubbli- conduce alla Verità che salva.
cazione delle
Come e perché è nato questo ambizioso
Opere Com-
plete, nonché progetto editoriale? Una ventina i volumi già pubblicati:
delle tradu- Il Progetto Culturale Cornelio cosa ne emerge?
zioni in inglese Fabro è nato l’11 aprile del Il pensiero di Fabro si muove
e spagnolo 2002 per volontà di su tre linee fondamentali: 1)
delle Opere
padre Carlos Miguel lo studio approfondito e
Scelte di padre
Fabro. Buela, fondatore del- scientifico di san Tommaso
l’Istituto del Verbo In- d’Aquino; 2) la denuncia
carnato. È un’opera a dell’appartenenza essen-
carico della nostra Fa- ziale dell’ateismo al prin-
miglia religiosa del cipio di immanenza
Verbo Incarnato ed adottato dalla filosofia
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Il Progetto
Culturale Cor-
nelio Fabro
(nella foto)
ha come
scopo lo stu-
dio del pen-
siero e la
diffusione
delle opere di
padre Corne-
lio Fabro.
moderna e contemporanea; 3) la rivendicazione della conte- che è sicura e non soggetta ad errore, come invece lo può es-
stazione antihegeliana di Kierkegaard e lo studio approfondito sere la filosofia. L’ esaltazione della prassi per la prassi è senza
della libertà come indipendenza del “singolo” per l’impegno dubbio un errore. Prassi senza teoria è come camminare ad
della “scelta” dell’assoluto. occhi chiusi, senza sapere dove si stia andando. Cosi come pa-
Fabro ha cercato sempre, durante tutta la sua vita, di dare rispo- storale senza dottrina rischia di trasformarsi in puro attivismo
sta alle istanze fondamentali dell’uomo, a quelle domande che filantropico, senza un sano ed indispensabile orientamento
trascendono il tempo e la situazione storica, che sono insite verso il fine. Oggi è tanto di moda creare false dialettiche tra
nell’anima dell’uomo di ogni tempo e quindi anche in ognuno elementi che in realtà non sono in opposizione ma comple-
di noi. Sono convinto che uno studio serio del suo pensiero mentari, come succede proprio in questo caso tra teoria e prassi,
possa chiarire molte questioni all’uomo contemporaneo. Fabro tra pastorale e dottrina. Il“camminare insieme”non serve a nulla
è un filosofo essenziale, il suo pensiero – come quello dei grandi se non apriamo gli occhi e non camminiamo secondo verità.
filosofi – non è legato ad un tempo storico, ma lo trascende e Se continuiamo ad avere gli occhi chiusi, anche se siamo in tanti
permea, in qualche modo, ogni situazione temporale. non risolviamo nulla «e quando un cieco guida un altro cieco, tutti
e due cadranno in un fosso» (Mt. 15, 14).
Cosa, in padre Fabro, teologia e filosofia possono ri- Padre Fabro è stato un uomo molto pratico, ma soprattutto
spetto alla “prassi”, oggi tanto esaltata? un grande intellettuale, amante della verità e fedele alla sana
Teologia e filosofia sono molto vicine in quanto al loro og- dottrina che deve guidarci al raggiungimento del fine. Ha criti-
getto. La filosofia si occupa dell’ente in quanto ente e delle cause cato duramente un certo tipo di prassi, che pretende di mettersi
prime di ogni cosa, la teologia di Dio attraverso la rivelazione. al di sopra o semplicemente opporsi alla dottrina ed ha denun-
Differiscono però in quanto al modo, la filosofia si muove alla ciato apertamente una certa svolta antropologica in teologia,
luce della ragione, mentre la teologia alla luce della ragione il- che ha messo al centro l’uomo invece di Dio, operata principal-
luminata dalla fede che assente al dato rivelato ed è per questo mente dal teologo tedesco Karl Rahner.
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Dossier
Secondo padre Fabro, esisteva un ordine ed una ge- compito di ricerca di un fondamento primo ed ultimo che dia
rarchia tra le varie discipline del pensiero? Chi ne era ragione di tutta la realtà e del suo ordine. Tutte le altre discipline
al vertice? sono ad essa subordinate secondo un ordine gerarchico.
Oggi ci troviamo in un ambiente intellettuale che viene defi-
nito post-metafisico. Questo pensiero, secondo Fabro, è l’eredità Come padre Fabro risolveva il problema dell’essere
di un lungo cammino iniziato con Cartesio, proseguito con Kant e del conoscere, due categorie da Kant in poi misco-
e via via sviluppatosi con Hegel, Heidegger ed altri contempo- nosciute e ritenute inconoscibili nella loro reale es-
ranei, cammino che ha portato all’attuale nichilismo e relativi- senza?
smo. Fabro, nel suo volume Introduzione all’Ateismo moderno – Come sappiamo con Cartesio, ma poi ancora di più con Kant,
un accurato studio di oltre mille pagine sulle sue radici teoreti- questo ordine gerarchico delle discipline viene capovolto e la
che – mostra come, a partire da Cartesio e con la successiva Critica della conoscenza è stata anteposta ad ogni altra disciplina.
adozione del principio di immanenza da parte della filosofia Si comincia col chiedersi se possiamo conoscere la realtà, quando,
moderna, il rapporto dell’uomo alla realtà si sia totalmente ca- invece, che noi conosciamo è un dato di fatto e tutt’al più pos-
povolto. Nel sano realismo l’essere fonda il pensiero. Nel princi- siamo questionarci – ed è doveroso farlo –sul come conosciamo.
pio di immanenza il pensiero fonda l’essere. Questo Fabro ha dedicato due opere, su richiesta di padre Agostino Ge-
capovolgimento ha avuto delle conseguenze disastrose non melli (allora Rettore dell’Università Cattolica di Milano) al pro-
solo nella filosofia, ma anche nelle altre discipline, nell’etica, nella blema della conoscenza, entrambe pubblicate nel 1941. Si tratta
morale, nel diritto, nella pastorale ed anche, disgraziatamente, di due studi accuratissimi, uno ha per titolo Fenomenologia della
nella teologia e nell’esegesi biblica. Quindi certamente secondo percezione e l’altro Percezione e pensiero. Essi rappresentano in
Fabro c’è un ordine e una gerarchia nelle discipline di pensiero. realtà due momenti della stessa ricerca. Per Fabro lo studio della
Se ci muoviamo nell’ambito della ragione il primato spetta conoscenza deve cominciare dal fatto della percezione, che
senza alcun dubbio alla metafisica, sia per il suo campo d’azione deve essere analizzato. Da questa analisi nascono tanti problemi
che riguarda tutta la realtà, cioè l’ente in quanto ente e qualsiasi riguardanti l’atto percettivo che richiedono una soluzione, tutto
ente (mentre le altre discipline si occupano di alcuni enti e di il primo volume se ne occupa. La percezione considerata in se-
alcune particolarità di questi enti), sia per quanto riguarda il suo stessa è un certo incontro o passaggio tra oggetto e soggetto, è
Nella foto, il
Progetto Cultu-
rale Cornelio
Fabro negli Stati
Uniti. Il Progetto
nasce con la fi-
nalità pretta-
mente
apostolica di
portare la luce
della verità in un
mondo dove
troppo spesso
regna la confu-
sione e soprat-
tutto con
l’anelito di indi-
care in modo
chiaro, senza
ambiguità, il
cammino che
conduce alla Ve-
rità che salva.
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una certa sintesi di sensibilità e pensiero, non è né una pura sen- principi squisitamente tomistici.
sazione, né pensiero puro – dice Fabro – ma piuttosto si tratta
di un pensiero vissuto. Il secondo volume si occupa della ricerca Quale diritto di cittadinanza concedeva, padre
delle soluzioni ai problemi sollevati nel primo per arrivare ad Fabro, all’ateismo e quali spazi concedeva alla li- Le Opere
una sintesi. Noi nella conoscenza ci muoviamo inizialmente con bertà? Complete di
un approccio fenomenologico e dobbiamo farlo – secondo Come già accennato nella risposta alla seconda domanda, il padre Corne-
Fabro – attraverso una fenomenologia pura, cioè priva di pre- pensiero di Fabro si muove su tre linee portanti e due di queste lio Fabro do-
vrebbero
supposti sistematici; ma, per conoscere la realtà, non basta fare riguardano proprio l’ateismo e la libertà. Egli condanna il pen-
includere un
fenomenologia, occorre andare in profondità ed arrivare al fon- siero moderno, che adotta il principio di immanenza, come in- centinaio di
damento del reale, cercando di comprenderne le strutture e la trinsecamente ateo e non potrebbe fare altrimenti. Con il volumi, com-
dinamica. Per questo Fenomenologia e Metafisica sono per pensiero moderno c’è stata una sorta di svolta copernicana del prendendo,
Fabro come l’interno e l’esterno di un medesimo edificio: per pensiero, Fabro parla in alcuni momenti di «capovolgimento in- oltre ai 38
libri pubblicati
noi, che possiamo penetrare la realtà solo dal di fuori, la feno- tensionale», in altri di «capovolgimento dell’asse di verità o di ca-
in vita dall’au-
menologia fornisce un primo ed indispensabile punto di ap- povolgimento dell’asse metafisico». Il principio di immanenza ha tore, anche
poggio per la conoscenza metafisica del reale, ma ciò non è la pretesa originaria di fondare la verità dell’essere ed afferma numerosi con-
sufficiente, è indispensabile avere uno sguardo metafisico anche l’immanenza dell’essere nel pensiero, nega quindi ogni trascen- tributi in
nell’approccio fenomenologico. denza riferita al conoscere. Tutta la conoscenza si risolve, in qual- opere collet-
tanee, più di
Questi studi risalgono a quando Fabro aveva solo trent’anni. che modo, nell’atto di coscienza. Se l’essere è limitato alla
900 articoli,
Successivamente ha tenuto sempre presente ed ha continuato coscienza, si tratta necessariamente di un essere finito. Attra- le dispense
ad approfondire questa tematica. Nel 1960, nell’avvertenza al- verso varie tappe di sviluppo della virtualità di questo principio, dei corsi uni-
l’opera Partecipazione e Causalità, troviamo un’affermazione ri- Fabro mostra come si passi dall’immanenza gnoseologica (Ber- versitari e nu-
velatrice: Fabro dice che è necessario rapportarsi al fondamento, keley, Hume, Kant) all’immanenza ontologica (identità di essere merosi scritti
inediti. Fino
«indicare cioè l’orientamento della metafisica nel solco del tomismo e pensiero) fino ad arrivare all’ immanenza metafisica (identità
ad ora i vo-
originario quale teoreticità pura dell’essere come atto, cosi che la di finito ed infinito in Spinoza, Hegel, ecc.). La sostanza di tutto lumi pubblicati
speculazione non può fermarsi al rapporto dell’essenza, all’essere, questo è che il principio di immanenza chiude le porte a qual- sono 24
ma deve fondare l’appartenenza costitutiva dell’essere all’uomo e siasi tipo di trascendenza, rendendo impossibile l’accesso al Dio (nella foto,
dell’ uomo all’ essere, chiarendo a un tempo perché l’uomo si cerca Vero ed è per questo che è condannato come intrinsecamente quelli ad oggi
pubblicati).
nell’ essere e perché l’ essere s’ illumina nell’uomo». Tutto il com- ateo (si vedano l’Introduzione ed il cap. VIII dell’opera Introduzione
plesso articolarsi del volume cercherà di dare risposta a questa all’Ateismo moderno).
istanza, tipicamente moderna, che Fabro risolve a partire da Per quanto riguarda la libertà, Fabro ha dedicato quasi tutta
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Dossier
Nella foto, la
sede del Pro-
getto Culturale
Cornelio Fabro.
Il pensiero di
Fabro si muove
su tre linee fon-
damentali: 1) lo
studio di san
Tommaso
d’Aquino; 2) la
denuncia del-
l’appartenenza
essenziale
dell’ateismo al
principio di im-
manenza adot-
tato dalla
filosofia con-
temporanea; 3) la sua vita al suo studio ed, in modo particolare, oltre quindici mismo vivo, che ci fa conoscere un san Tommaso il cui pen-
la rivendica- anni di docenza nella cattedra di Filosofia teoretica all’Università siero non rimane confinato nel tempo e i cui principi sono at-
zione della con-
testazione di Perugia. Lì svolse numerosi corsi sulla libertà, volti non solo tualissimi, un san Tommaso capace di entrare in dialogo e
antihegeliana di alla sua determinazione nozionale – cioè a cercare di dire cosa rispondere ai quesiti posti dal pensiero moderno e contem-
Kierkegaard e sia – ma principalmente e soprattutto nella ricerca dei suoi fon- poraneo.
lo studio appro- damenti (si veda il volume Appunti di un itinerario). Durante la seconda guerra mondiale Fabro ebbe il suo primo
fondito della li- importante incontro con l’Esistenzialismo; è in questo fran-
bertà.
Cosa lo spinse ad approfondire due autori così diversi gente che cominciò a leggere colui che ne fu il padre, Søren
tra loro come san Tommaso d’Aquino, cattolico, e Kierkegaard. Iniziò a leggere i suoi testi per contrastare il pen-
Kierkegaard, protestante? siero di Hegel. Il primo contatto con il pensatore danese fu at-
Entrambe questi autori sono entrati nella vita di Fabro grazie traverso una traduzione in tedesco, ma subito si accorse che,
al disegno provvidente di Dio. in essa, c’era qualcosa che non andava. Incoraggiato da un pro-
Fabro ha iniziato a studiare sin da giovanissimo, durante la fessore, prese a studiare il danese ed in poco tempo iniziò a
sua formazione in Seminario, san Tommaso d’Aquino, Dottore leggere i testi in lingua originale. Ne rimase letteralmente fol-
della Chiesa, da lui ritenuto la più grande mente del pensiero gorato. Fu Kierkegaard – afferma Fabro – a liberarlo dai sistemi
occidentale. Inizialmente lo studio era guidato dai commen- della filosofia moderna e contemporanea, rivelandogli il loro
tatori, i quali però non l’hanno mai convinto, e così molto pre- sottofondo antiumano e anticristiano. Continuò a studiarlo in
sto si è distaccato da loro, per immergersi nei testi originali in modo approfondito per tutta la vita, divenendo uno dei più
latino dell’Aquinate, fino ad affermare, a soli 26 anni, nella sua grandi traduttori e interpreti del pensatore danese.
tesi dottorale in teologia, di aver «letto e riletto tutta l’opera del Kierkegaard, secondo Fabro, è un protestante più per nascita
S. Dottore». Lo studio di san Tommaso è continuato durante che per pensiero e ritiene che su molti punti sia più vicino al
tutta la vita e, sebbene ne abbia colto subito la chiave erme- Cattolicesimo che al protestantesimo. Fabro comunque sa di-
neutica generale del pensiero nella nozione metafisica di par- staccarsene e criticarlo duramente quando, a rigor di verità,
tecipazione, la profondità dell’Angelico è stata scandagliata sia necessario farlo. Ma, d’altra parte, sa riconoscere anche la
grazie al confronto di questo genio con il pensiero moderno. genialità e la profondità del suo pensiero che molte volte si
Proprio cosi, Fabro ha preso molto sul serio le legittime istanze avvicina al Cattolicesimo e che sorprendentemente, su alcune
del pensiero moderno ed ha risposto ad esse partendo dai questioni, coincide con quello di san Tommaso d’Aquino.
principi di san Tommaso. Per questo quello di Fabro è un to- .
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Pagine profetiche
Sono molti i testi fondamentali scritti da Padre Cornelio Fabro ed in diversi
campi. Due suoi libri, in particolare, sono di estrema attualità e costituiscono
un’analisi incredibilmente precisa dei guai prodotti da ideologie disumane e
delle loro conseguenze, che ancora oggi siamo chiamati a contrastare per
evitare problemi peggiori. Proponiamo qui una selezione di alcune tra le pa-
gine più significative, curata da padre Gianluca Trombini.
l’autore sin dalle prime pagine: «Che cosa sta accadendo ora
L’avventura della in teologia? Che cosa sta accadendo in questo campo che do-
teologia progressista vrebbe rappresentare l’orientamento di fondo della coscienza
religiosa e il punto di riferimento di quanti aspirano a una verità
Cornelio Fabro, Opere Complete, vol. 26
EDIVI, Segni (Roma) 2014, pp. 246. e a un conforto oltre il tempo? Termini come ‘secolarizzazione’
e ‘demitizzazione’ nel campo biblico-dogmatico (e nel campo
In questo volume l’autore contesta in modo deciso un morale quelli di ‘psicanalisi’ ed ‘etica della situazione’) sono pas-
tipo di teologia, che qualifica come «progressista». Quest’ag- sati sulla Chiesa post-conciliare come un turbine di fuoco fa-
gettivo è attribuito ad una certa scuola teologica postcon- cendo il deserto dello spirito» (p. 10). La nuova teologia svuota
ciliare, che pone il suo fondamento sul «trascendentale della sua realtà storica gli avvenimenti di
moderno» assunto da uno dei suoi principali ispira- salvezza e lascia in penombra i misteri e
tori, il teologo tedesco Karl Rahner. Il dogmi fondamentali del Cristianesimo. Ciò
volume, sebbene sia uscito per la che essa spaccia per progresso è in verità
prima volta oltre quaranta anni fa (nel regresso, cioè disgregazione di valori e
1974), è di grandissima attualità, forse svuotamento di contenuti.
perché le conseguenze di alcune de-
L’autore non è contro il progresso in
viazioni in ambito teoretico e dottrinale
teologia, ma, intendiamoci bene, deve
sono diventate oggi ancor più palesi di
trattarsi di un vero progresso e non di
quanto lo fossero agli inizi. In un altro
un cambiamento: «La difficoltà e la
volume, dal titolo La svolta antropologica
prova della fede è quella di essere nuovi
di Karl Rahner, anch’esso del 1974 e at-
nell’antico e originali nel permanente,
tualmente disponibile come vol. 25 nella
poiché appartiene all’uomo di essere
stessa collana delle Opere Complete, l’au-
produttivo con la libertà nell’ambito
tore fa un’accurata analisi del deleterio
della verità esistenziale a ogni livello,
passaggio che vi è stato dal «capovolgi-
anche a quello della fede e della sal-
mento dell’asse di verità» – avutosi in filoso-
vezza. Lo spirito non è un canestro che
fia con l’assunzione del «principio
riceve passivamente, ma un principio
d’immanenza» – all’assunzione del «trascen-
che attua se stesso ‘dirimendo’ con la scelta l’alter-
dentale moderno» ed alla conseguente
nativa della propria salvezza. È questo il progresso nella conti-
«svolta antropologica» (anthropologische Wende) in sede
nuità e fedeltà alla tradizione secondo la regola aurea di
teologica. Quindi, mentre ne La svolta antropologica di K.
Vincenzo di Lérins, entrata nei testi autentici del magistero: ‘In-
Rahner sono delineati i fondamenti teoretici della nuova
segna le stesse cose che hai imparato, così che dicendo in modo
teologia, ne L’avventura della teologia progressista ne sono
nuovo non dica cose nuove. Ma non ci sarà allora’, si domanda
esplicitate le conseguenze nell’ambito dottrinale e morale.
egli subito, ‘nella Chiesa di Cristo nessun progresso? E come!’, ri-
Sembrano quanto mai attuali gli interrogativi proposti dal- sponde, ‘e grandissimo. E chi è mai l’uomo tanto invidioso agli
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Dossier
uomini, tanto odioso a Dio che cercherebbe di impedire questo? laica e pluralista. Gran parte del volume è dedicata alla que-
Beninteso, dev’essere un progresso, non un cambiamento: un stione della supposta compatibilità tra marxismo e Cattoli-
autentico aumento per ciascuno e per tutti, per ogni uomo e cesimo. L’autore, attraverso argomentazioni di carattere
per tutta la Chiesa, ma nel medesimo dogma, nello stesso filosofico, dimostra che i teorici del marxismo da Marx a
senso e nella stessa formula’» (p. 9). Lenin, Stalin eccetera hanno sempre insegnato in modo
esplicito che la lotta alla religione è parte integrante del loro
sistema, teoria che si ricollega alla Aufhebung hegeliana e al
triplice processo dialettico del filosofo tedesco. Qualcuno,
La trappola del opponendosi a questa condanna del comunismo in blocco
con il ricorso all’invocazione delle radici filosofiche dell’ideo-
compromesso storico logia comunista, ha affermato che esiste un «comunismo
chiuso» e un «comunismo aperto», una sorta di neocomu-
Cornelio Fabro, Opere Complete vol. 29 nismo aperto al Cattolicesimo, infatti molti comunisti sareb-
EDIVI, Segni (Roma) 2015, pp. 168. bero credenti. La supposta distinzione tra comunismo
chiuso e comunismo aperto non piace affatto a Fabro, il
La cultura cattolica italiana tra le due guerre mondiali e quale ribadisce che occorre invece distinguere tra comuni-
nell’immediato dopoguerra fu dominata in gran parte da sta e comunismo; il comunista per sua incoerenza può es-
quella francese e in modo particolare da Maritain e da Mou- sere credente (come un credente non comunista può vivere
nier. Questi filosofi ebbero un influsso determinante nei laici una vita da pagano), ma il comunismo non può cambiare.
cattolici vicini a De Gasperi. Secondo l’utopia dei due pen- Fabro parla di «trappola» del compromesso storico, perché
satori francesi, la collaborazione con i comunisti era il giusto ritiene si tratti proprio di una strategia e cita un significativo
modo per recuperare al progetto della «nuova cristianità» testo di Lenin nel quale si danno norme
tutti i movimenti marxisti. Secondo quest’opera- precise agli operai comunisti su come
zione il comunismo sarebbe una «ve- comportarsi in fabbrica con i colleghi
rità cristiana impazzita» e non (come credenti: il comunista ateo non insulterà
insegnò Pio XII) un sistema intrinse- il credente, anzi non dovrà nemmeno
camente perverso. L’ideologia marite- entrare in discussioni polemiche sulla
niana continuerà ad affascinare per religione, ma convincerlo a partecipare
generazioni i dirigenti della Democra- alle lotte operaie, agli scioperi; a lungo
zia Cristiana. andare porterà il lavoratore credente
Le questioni di fondo che si pongono all’ateismo attraverso la lotta di classe:
possono essere considerate tre: la prima, «La nuda propaganda atea fa il gioco
l’utopia mariteniana assunta come ideo- dei preti» (Lenin). In modo simile si
logia di un partito di ispirazione cattolica; espresse Togliatti quando raccoman-
la seconda, l’atteggiamento del PCI che dava ai membri del PCI di non en-
sta al gioco della collaborazione e aspira trare in dialogo con i Cattolici sulla
al compromesso storico; terza, lo stru- base di discussioni filosofiche ed in
mento di mutuo avvicinamento che va modo altrettanto similare si muove
sotto il nome di «dialogo». il neocomunismo di stampo gram-
Ci troviamo così di fronte a due opposti sciano con il suo progetto di ege-
schieramenti ideologici, la cui mediazione è monia culturale.
affidata al dialogo. Il problema che si impone Padre Fabro fa una storia della
alla coscienza del cattolico sembra essere il DC percorrendone le varie tappe e mostrando i frutti
seguente: fino a che punto una siffatta ideo- del compromesso storico, tra i quali ricorda in modo parti-
logia utopica che si autoproclama cristiana può assorbire colare la legge sul divorzio e quella sull’aborto firmata dal-
alla propria causa il comunismo attraverso un «compro- l’allora presidente della DC Giulio Andreotti. Queste ed altre
messo storico», che sembra essere l’unico sbocco finale? verifiche del «dialogo» mostrano quanto esso sia stato disa-
A questi tre problemi l’autore risponde con grande com- stroso ed abbia portato a cedimenti pratici e teorici. L’autore
petenza. Non ha voluto rispondere però solo ai politici ma conclude infine invocando un’enciclica, un pronunciamento
anche a tutti coloro (compresi sacerdoti, docenti universitari, diretto e personale del Santo Padre, chiamato ad essere
prelati) che accolsero e tuttora accolgono in pieno le tesi maestro di fede e a spronare alla vita cristiana.
dei due filosofi francesi e favoriscono una nuova cristianità
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S
i conosce padre Fabro filosofo, padre Fabro teologo, dei più acuti indagatori della ri- RAZIONA
LIT ridiche e
padre Fabro tomista,… meno noto, di padre Fabro, flessione di Kierkegaard. Cionon- RESPONSA À E
Il pensiero
BILITÀ politiche
giuridico-
è il pensiero giuridico-politico, affrontato viceversa dimeno, un’analisi ampia ed or-
di Cornel politico
io Fabro
emerge in
nel libro Razionalità e responsabilità, scritto dal prof. ganica dei suoi scritti (anche di padre Fabro
Giovanni Turco, professore di Filosofia del Diritto Pubblico, quelli poco noti o apparente- come intima-
mente con-
di Teoria dei Diritti Umani e di Etica e deontologia profes- mente “minori”) rivela un “altro
forme alla
sionale presso l’Università degli Studi di Udine, nonché Fabro”, nel segno di un’ulteriore sua attitudine
presidente della sezione di Napoli della Società Internazionale gamma di interessi e di temi intellettuale
Tommaso d’Aquino. Ha tenuto corsi anche presso altri affrontati con la medesima pro- (nella foto, la
Atenei, è autore di numerose monografie e collabora con spettiva. L’interesse per le que- copertina del
libro del prof.
diverse riviste scientifiche. Lo abbiamo intervistato, per stioni morali, giuridiche e politiche vi
Turco). La ri-
conoscere anche questo aspetto di padre Fabro. si rivela non come qualcosa di occasionale. Piuttosto flessione di
emerge come intimamente conforme alla sua attitudine Fabro con-
Donde ha origine l’interesse di padre Fabro intellettuale, sia perché Fabro avvertì sempre la sente di evi-
in campo giuridico-politico? responsabilità etica dell’attività intellettuale, tare la
confusione
Cornelio Fabro è stato uno dei più importanti che come tale mai è o può ritenersi assiolo-
tra politica ed
filosofi del Novecento. La sua fama si è irradiata gicamente neutrale, sia perché la riflessione ideologia,
dall’Italia alla Russia, dall’Europa alle Americhe, morale, giuridica e politica è propria, es- ma, supe-
dagli Stati Uniti all’Argentina e si va ampliando senzialmente, della filosofia (nonché della rando ogni
sempre più. La concentrazione intellettuale teologia). In questo senso, egli non esitò ad forma di sto-
ricismo e di
di padre Fabro si è soffermata pre- intervenire, in un modo che si direbbe
situazioni-
valentemente sulla filosofia “militante”, su temi come quello smo, indica
dell’essere e sulla filosofia del divorzio e dell’aborto. anche la va-
della conoscenza, nonché lutazione
sul problema dell’ateismo Quale l’attualità di padre della memo-
ria come via
e su quello della libertà. Fabro dal punto di vista
per rendere
Egli è stato uno dei del pensiero giuridico- perspicua la
più profondi stu- politico? concretezza
diosi del pen- L’attualità di un au- del dovere.
siero di san tentico discorso fi-
Tommaso losofico consiste
d’Aquino nella sua capacità
ed uno di dare rispo-
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Dossier
Nella foto, il
prof. Giovanni
Turco (in piedi)
ad un conve-
gno su La li-
bertà nel
pensiero di
Cornelio Fabro.
Afferma il prof.
Turco: «Attuare
un ordine giu-
ridico-politico
di cui so-
stanza, fonda-
mento e fine
sia il riconosci-
mento del do-
vuto non
significa ne-
gare la libertà.
Piuttosto ne
comporta una
condizione di
autentico eser-
cizio».
ste autentiche a problemi essenziali. L’attualità delle l’orizzonte dell’intelligenza del giusto come mèta della ri-
soluzioni filosofiche sta nella loro validità, fatta emergere flessione giuridica e del bene comune come compito del
ed enucleata per la prima volta oppure eventualmente ri- pensiero politico – come fa Fabro – significa indicare ciò
scoperta e ritrovata, dopo un più o meno lungo oblio. che è essenziale e vitale. Quindi anche attuale.
L’essere attuale non coincide quindi con l’assecondare le
mode, ma con il rinvenimento e l’esplicitazione di una Che margini di responsabilità personale e comu-
verità. Anche se questa si oppone alle tendenze e ai gusti nitaria vi sono, secondo padre Fabro, nell’esercizio
prevalenti. Così indicare al proprio tempo ciò di cui ha bi- della giurisprudenza e della politica?
sogno per trarsi da una crisi, pur se misconosciuto o av- Fabro indica la necessità di pensare metafisicamente
versato, è compito di innegabile attualità. In tal senso, il anche il diritto e la politica: il primato dell’essere comporta
pensiero giuridico-politico di Fabro ha un’innegabile il primato del bene e questo non corrisponde ad una
attualità, sia sotto il profilo dell’analisi sia sotto quello convenzione o ad una preferenza, bensì ad una realtà e
della sintesi. Si tratta di pensare l’ordine giuridico-politico ad una finalità obiettiva. Si tratta di rinvenirne la finalità
intensivamente e verticalmente in termini di primato del- “naturale”. Attuare un ordine giuridico-politico di cui
l’essere e di sostanzialità del fine. Fabro scrive che la sostanza, fondamento e fine sia il riconoscimento del
politica non è né il compromesso né la contestazione, dovuto (in ogni ordine di relazione) non significa negare
quindi né il prassismo, ove la prassi pretende di essere il la libertà. Piuttosto comporta una condizione di autentico
criterio di se stessa, né la negazione attiva di ogni principio, esercizio della libertà ovvero di attuazione propriamente
ove un preteso “smascheramento” appare come l’ultimo – o meglio, rettamente – razionale dell’agire. Nella dialettica
orizzonte. Proprio ai nostri giorni, dove il pragmatismo tra atto e contenuto della libertà è quest’ultimo – fa
tecnocratico e la critica decostruttivista sembrano le notare Fabro – ad essere la misura del primo ed a
uniche strade praticabili dal pensiero e dall’azione, indicare qualificarlo, non viceversa. In fondo, il diritto (come scienza
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e arte del giusto) e la politica (come scienza e arte del del conoscere e dell’agire. In tal senso la razionalità come
bene comune) pongono sempre questioni di razionalità discorsività presuppone il primato dell’intelligenza. E
e di responsabilità. E reciprocamente di razionalità della questa è per se stessa ordinata all’intuslegere: è misurata e
responsabilità e di responsabilità della razionalità. Di in- sostanziata dall’essere, anzitutto in quanto esse ut actus.
telligenza del fondamento e del compimento. Non di Diversamente, Fabro, analizzando la struttura del razionalismo
strategie del “male minore”, che resta pur sempre male, moderno, che prende le mosse dal cogito (cartesiano),
né di contestualizzazione del bene imperfetto, che come evidenzia che questo pone l’essere alle dipendenze del
tale, proprio perché manchevole di ciò che dovrebbe conoscere e subordina il conoscere all’attività. Sicché il
avere, costituisce un male reale. La responsabilità nel cogito si rivela un cogito-volo: un penso-voglio o meglio
campo giuridico e politico rileva, per i singoli e per le co- un pensare secondo il volere. In tal modo il pensiero si
munità, obiettivamente. Ed è tale anche di fronte a coloro risolve nella sua attività. E ciò, fino a pretendere di “istituire”
di cui si ha il dovere di custodire l’eredità di una civiltà, le cose o i significati, piuttosto che scoprirli.
nonché di fronte a coloro che in futuro subiranno gli
effetti di decisioni altrui. Riconoscendone l’imprescindibilità, In un contesto quale l’attuale, in cui diritto e politica
si è nelle condizioni di agire prudentemente (nel senso vengono fortemente condizionati da confusioni e
classico del termine). Anestetizzandone il carattere obbli- ideologie, anarchia e relativismo, quale “ricetta”
gatorio, si apre la strada all’opportunismo ed alla compli- padre Fabro può proporci per uno sguardo più
cità. umano e più autentico?
La riflessione di Fabro è illuminante anche sotto il profilo
Esercitare la razionalità in un contesto giuridico- diagnostico. Di particolare interesse è l’indagine sulla “mo-
politico significa riconoscerne una struttura og- dernità” come categoria concettuale (non quindi come
gettiva, cui applicare norme frutto non dell’arbi- arco temporale), la ricerca sulle matrici della secolarizzazione
trarietà del singolo, bensì discendenti da Valori e l’analisi del marxismo. Si tratta di temi imprescindibili
superiori. È così? della contemporanea riflessione filosofico-giuridico-politica.
Il titolo del mio libro è Razionalità e responsabilità. Il L’itinerario della modernità– come conclude la ricerca fa-
pensiero giuridico-politico di Cornelio Fabro segnala una briana – si svolge nella postmodernità ed approda al ni-
prospettiva di fondo. La razionalità, nella linea del pensiero chilismo. L’analisi fabriana coglie in tale approdo non una
realistico fabriano, è anzitutto intelligenza dei principii: è deviazione, bensì un compimento coerente. Il marxismo,
penetrazione della natura delle cose e parimenti di quella a giudizio di Fabro, rappresenta non una deviazione dal
percorso della modernità, ma piuttosto
un momento rivelativo della sua «corsa
alla coerenza». Analogamente, alle origini
della secolarizzazione viene individuata Nella foto, la
l’impronta illuministica di Reimarus e Les- tomba dei
sing, ma prima ancora quella dell’impo- Padri Stim-
stazione di Spinoza. Insomma, la crisi matini, tra cui
della postmodernità appare come l’ap- quella di
padre Fabro.
prodo dell’immanentismo moderno. Così, La riflessione
non solo la riflessione di Fabro consente di padre
di evitare la confusione tra politica ed Fabro con-
ideologia, ma, superando ogni forma di sente di evi-
storicismo e di situazionismo, indica anche tare la
confusione
la valutazione della memoria come via tra politica ed
per rendere perspicua la concretezza del ideologia
dovere.
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Dossier
Fin dai suoi
scritti giovanili
e poi sempre,
padre Fabro ci
ha trasmesso
Padre Cornelio Fabro
la sua tomi-
stica originale
scoperta della
Libertà e preghiera
nozione meta-
fisica di «parte-
cipazione» (su
cui ha scritto
grossi volumi)
da cui e per
cui la nostra li-
bertà si ali-
menta, si
dipana e si
orienta in
ascesa verso
la Verità, poi-
ché solo la
«Verità ci rende
liberi».
D
edicare una memoria a padre Fabro è come rivisi- La «Partecipazione»
tare nei percorsi della memoria cordis un luogo, un
Avvicinarsi a padre Fabro, ieri come oggi, dà quasi l’im-
momento, un istante, che in qualche modo ha se-
pressione di varcare un confine sito tra due colonne altis-
gnato la tua vita. Personalmente l’ho conosciuto nel lon-
sime: la cultura e la spiritualità, poste lì a misurare il nostro
tano 1958 quando mi sono iscritta al primo anno di
ardire e le nostre capacità. Egli è sempre l’invitante, umile
Filosofia Teoretica e da allora, con alterne vicende e con
e dimesso nell’ aspetto esteriore ma esigente nella severa
frequenza ravvicinata negli ultimi vent’anni della sua vita,
dignità della scienza; nell’aspetto interiore riusciva a far av-
l’ho sempre seguito. Penso che il fascino del pensatore
vertire il tocco della presenza dell’essere, presenza più in-
Fabro, per sintonia o per contrapposto riferimento, abbia
tima all’anima che l’anima a se stessa; egli fa avvertire che
colpito tutti coloro che l’hanno incontrato e conosciuto di
questo “Intimius intimo meo” è l’Assoluto, l’Altissimo, il Tra-
persona o addentrandosi nella foresta rigogliosa dei suoi
scendente che diventa fondante e fondamentale quando
scritti, vero polmone d’ossigeno per la cultura, per l’uma-
dal “fundus animae”, cui ciascuno può attingere nella «par-
nità, per la Chiesa.
tecipazione», vive la Vita, la Sapienza, l’Essenzialità. Riecheg-
Parlare di padre Cornelio Fabro fa sempre un po’ di sog-
gia l’insuperata espressione tomistica de praesentia Dei in
gezione: qualunque cosa si possa dire o qualunque
omnibus rebus… Fin dai suoi scritti giovanili e poi sempre,
aspetto si voglia evidenziare è sempre una riduzione
egli ci ha trasmesso la sua tomistica originale scoperta
della sua personalità di pensatore, filosofo, cristiano, sa-
della nozione metafisica di «partecipazione» (su cui ha
cerdote.
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Dossier
Egli sapeva vivere nel
mistero delle anime, tra-
endole nel mistero di
Cristo e, quindi, nel privi-
legio di una vita alimen-
Nella foto,
padre Fabro tata dalla fede e sorretta
con Giovanni dalla speranza in un’ar-
Paolo II nel monia di eternità. Ardito
1987. Il vis- nei pensieri, scintillante
suto ed il nelle immagini, umile
pensiero me-
tafisico di nella comunicazione,
padre Fabro aveva, a volte, una sem-
si fanno realtà plicità disarmata e disar-
in un esisten- mante.
ziale itinera- Provava orrore per il
rium mentis et
cordis in peccato ch’è offesa a Dio
Deum. e sofferenza per Gesù
Cristo, contemporaneo
dei nostri errori e perciò
nostro Salvatore; scri-
veva in una lettera in-
viata alle Monache del
Monastero di Lucca:
«Debbo confessare e l’ho
anche scritto, che è sulle
pagine di Santa Gemma,
dalle sue umili e commosse confessioni di anima innocente, nulla la prima volta. Nella scelta di Dio la libertà consolida e
che ho potuto anch’io, arido ed incallito filosofo, “sentire” compie, in un certo senso, tale emergenza dal nulla trasfe-
quale grande male non è il peccato per un’anima cristiana e rendo se stessa in Dio». Ed ancora un’altra luce su questo
considero questo tra le più grandi grazie avute dal Signore». basilare principio: «Per il fatto che l’uomo si eleva nella sfera
Aveva per Gemma Galgani amore e riverenza profondi: la dello spirito, qualcosa si muta in ordine all’essere, alla sua
santa, infatti, è stata, come ha scritto, la Speciale Protettrice struttura trascendentale e categoriale […] chi ha operato la
del suo sacerdozio. Ella primeggia nella carrellata dei suoi scelta dell’Assoluto ha ottenuto la salvezza del suo
santi e sante. essere –della sua libertà – con l’inserzione nell’Onnipotenza
che salva»; questo testo ci offre un’analisi, un’esposizione
La libertà così ardita, che forse è unica in tutta la storia del pensiero.
Qui si compendia anche «l’affascinante avventura del pen-
Padre Fabro esprime anche metafisicamente l’impor-
siero moderno», come egli amava dire, ma sul fondamento
tanza della rinuncia al peccato nel volume La preghiera nel
metafisico del pensiero aristotelico-tomista; «nella libertà
pensiero moderno che il nostro filosofo considerava «l’opera
(creatività partecipata), noi viviamo, ci muoviamo e siamo»,
di tutta una vita». Ascoltiamone a riguardo una sua rifles-
altra espressione ardita ma essenziale del nostro filosofo.
sione: «La scelta che la libertà fa di Dio od il suo rifiuto, non
Siamo al vertice della riflessione metafisica sulla dina-
dice una semplice determinazione di oggetto del proprio ten-
mica della preghiera e della libertà. Così il vissuto ed il pen-
dere, ma esprime la decisione dell’alternativa dell’essere per il
siero metafisico di padre Fabro si fanno realtà in un
fondamento che è insieme il telos della libertà: in questo
esistenziale itinerarium mentis et cordis in Deum.
senso essa esprime la mutazione qualitativa più profonda
che si possa dare, dopo la creazione che ha tratto l’essere dal
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Cristina Siccardi
L
e vite dei santi non sono vite comuni, men che meno Allo stesso tempo li
quelle dei mistici. Essi sono dei prediletti del Signore rende meritevoli di Nella foto,
Gemma Gal-
e sperimentano la conformità al Crocifisso attraverso prodigi tali da fare gani a 7 anni
la condivisione dei dolori della Passione di Nostro Signore: delle loro esistenze con la sorel-
questa prerogativa li rende in grado di partecipare alla re- veicoli della grazia lina Angelina.
denzione delle anime e, quindi, alla salvezza dei peccatori. divina e di speri- A quell’età la
mentare la familia- Santa rimase
orfana della
rità più genuina con madre. Il 26
le realtà celesti. maggio
Ecco che santa 1885, nella
Gemma Galgani, chiesa di San
mistica del XX se- Michele in
Foro, rice-
colo, di cui padre vette la Cre-
Cornelio Fabro si oc- sima. Dopo la
cupò ed approfondì funzione av-
a lungo, era spesso vertì per la
in compagnia di prima volta
una locuzione
Gesù Cristo, della interiore,
Vergine Maria, del- dove Gesù le
l’Angelo custode, di promise di
san Gabriele dell’Addolorata (1838-1862). condurre in
Cielo la sua
mamma.
Quale nome?
Discendente di una delle più antiche famiglie lucchesi,
nacque il 12 marzo 1878 a Borgonuovo di Camigliano da
Enrico Galgani, farmacista, e Aurelia Landi. Il giorno se-
guente venne battezzata. Il nonno Carlo desiderava che
alla nascitura venisse imposto il nome di Umberta Pia, in
onore di Re Umberto I, da poco salito al trono, e del beato
Pio IX, da poco defunto; mentre lo zio paterno, Maurizio,
optava per Gemma, contro il parere della signora Landi
Galgani: non esistevano santi con questo nome… ma,
dopo l’intervento del parroco, si convinse, poiché il sacer-
dote le aveva augurato che la figlia potesse farsi santa e
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Dossier
A scuola di una Beata
Cresciuta con il padre e i fratelli a Lucca, studiò presso
le Suore Oblate dello Spirito Santo fino al giorno in cui, a
causa di un fallimento, la famiglia perse ogni avere e si tra-
sferì in una misera abitazione in via del Biscione, oggi via
La condivisione santa Gemma Galgani. Proprio qui la santa, che sentiva
dei dolori della sulla sua carne i dolori della flagellazione e dell’incorona-
Passione di
zione di spine, ricevette le stigmate. Nel corso degli studi
Nostro Signore
rende i mistici superiori, l’intelligente e studiosa Gemma fu alunna di suor
come santa Elena Guerra (1835-1914, beatificata nel 1959), che le in-
Gemma Gal- segnava italiano, francese, storia sacra, storia ecclesiastica:
gani (nella quando il padre cadde nel fallimento, la dispensò dalla
foto) meritevoli
mensile tassa scolastica. La fondatrice delle Oblate ebbe
di prodigi tali
da fare delle grande affetto per la giovane, non così due sue consorelle,
loro esistenze suor Gesualda Petroni e suor Elisa Pieri, che disprezzavano
veicoli della Gemma a tal punto da riuscire a causarne la non ammis-
grazia divina e sione in convento, come ella desiderava ardentemente.
di sperimen-
Le sofferenze morali si sommarono a quelle fisiche,
tare la familia-
rità più quando iniziò ad avvertire dolori lancinanti ai reni e
genuina con le quando le gambe si paralizzarono; le venne diagnosticata
realtà celesti. l’osteite delle vertebre lombari con successivo ascesso agli
inguini. Le forti emicranie si accompagnarono ad un’otite
purulenta acuta con mastoidite. Durante il periodo d’in-
fermità, superata da una miracolosa guarigione, le si pre-
sentò più volte il passionista san Gabriele dell’Addolorata,
entrando con lei in profonda confidenza. In quegli anni
conobbe padre Germano Ruoppolo, sacerdote di austera
vocazione passionista, che divenne suo confessore, non-
ché suo padre spirituale. È proprio seguendo l’ordine di
quest’ultimo che Gemma redasse, fra il febbraio e il mag-
gio 1901, la sua autobiografia, Il quaderno dei miei peccati.
Discendente di
una delle più
antiche fami-
glie lucchesi, coprire così quel posto vacante in Paradiso.
Gemma nacque
il 12 marzo
In diciott’anni di matrimonio i coniugi Galgani ebbero
1878 a Borgo- otto figli, cinque maschi e tre femmine. Gemma rimase
nuovo di Cami- orfana della madre a sette anni. Nella sua autobiografia ri-
gliano da corderà con grande sofferenza quei terribili momenti. Il 26
Enrico Galgani, maggio 1885, nella chiesa di San Michele in Foro, venne
farmacista, e
Aurelia Landi
cresimata da monsignor Nicola Ghilardi, Arcivescovo di
(nella foto, i Lucca, e dopo la funzione avvertì per la prima volta una
genitori). locuzione interiore, dove Gesù le promise di condurre in
Cielo la sua mamma.
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Durante una
Lottò contro il demonio Nel 1902 Gemma ricevette da Gesù, grave infer-
Gemma ebbe frequentazioni celesti, durante un colloquio estatico, l’amabile mità, supe-
ma anche demoniache. Più volte fu co- invito a fondare un monastero di rata da una
miracolosa
stretta a lottare contro il demonio, che suore passioniste a Lucca, appello di-
guarigione, a
le lasciò sul corpo ferite e contusioni. La vino che ella seguì con grande im- santa Gemma
tradizione vuole che alcune bruciature pegno e che si realizzò pochi mesi Galgani si
presenti su Il quaderno dei peccati siano dopo la sua morte. Infatti, il 21 set- presentò più
opera del diavolo stesso. Una delle cose tembre 1902, si ammalò gravemente volte il pas-
sionista san
più terribili da sopportare per Gemma di tubercolosi. Nell’agonia affrontò
Gabriele
fu proprio quella di dover descrivere la un’estasi dolorosa la notte del Venerdì dell’Addolo-
sua vita interiore, di dover registrare per Santo, per poi giungere al «tutto è rata (nella
obbedienza i discorsi diretti ed intimi compiuto» all’età di 25 anni. È l’11 foto), en-
che avvenivano con i protagonisti del- aprile 1903. Il suo corpo, pur non es- trando con lei
in profonda
l’esistenza della sua anima. Fu una tortura sendo potuta divenire suora come
confidenza.
inimmaginabile: «Mi sottometto nondi- avrebbe fortemente desiderato, venne
meno a descrivere ogni cosa, perché legata rivestito con l’abito passionista e posto
dall’obbedienza, altrimenti vorrei fare altro. nel monastero dal Signore voluto e
Credo che di giorno in giorno la ripugnanza da lei fondato: pubblico e subitaneo
che provo nello scrivere certe cose, infine riconoscimento che Gemma non volle
cessi, ma si fa sempre maggiore: è una pena tale da non altro che essere degna sposa di Cristo.
poter resistere e quasi da morirne» (1° settembre 1901).
.
Padre Ger-
mano Ruop-
polo divenne
confessore di
Santa Gemma
Galgani. È
proprio se-
guendo l’or-
dine di
quest’ultimo
che Gemma
redasse la
sua autobio-
grafia, Il qua-
derno dei
miei peccati
la cui copia
originale
(nella foto),
si trova nel
convento dei
Passionisti di
Roma al Celio.
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Dossier
Profili di Santi
In Profili di Santi, padre Cornelio Fabro discorre della bellezza e del dramma
insieme della vita terrena di alcune figure di Santi, consapevole del fatto che
le loro sofferenze siano il trionfo con Cristo sul peccato e sul male. Af-
frontò questo lavoro «per attingere qualche bagliore di verità e una goccia
di gioia per non disperare della propria miseria».
Cristina Siccardi
Talvolta è necessario leggere pagine di grandi pensatori, San Tommaso d’Aquino
di grandi scrittori, di grandi apologeti per avvicinarsi con
Parlare, leggere, sentire le vite dei Santi è immergere
spirito corretto alla vita dei Santi, le esistenze più realizzate
l’anima nelle aiuole della Città di Dio, da cui raccogliere
in assoluto, perché dirette allo scopo essenziale del vivere:
Le vite dei sostegno, balsamo, stimolo, incitamento. L’importante è
Santi sono le dare Gloria a Dio, compiere la Sua volontà, essere al Suo
che chi ne tratta lo faccia con il tocco che si conviene, così
esistenze più servizio, rendersi a Lui graditi e amabili, donandoGli anime,
come avviene per i ritratti dei santi, opera dei pittori o
realizzate in strappandole quindi dal demonio e dall’Inferno.
assoluto, per- degli scultori: la bravura sta nel realizzare con il pennello
ché dirette allo o con lo scalpello l’oggettivo profilo
scopo essen- Conforto, esempio e sprone e non la propria idea.
ziale del vi- Leggere Profili di Santi di padre Cornelio Ecco che padre Fabro
vere: dare Fabro è come leggere il libro di Ernest sa cogliere nel vivo e
Gloria a Dio,
compiere la Hello, Fisionomie di Santi: si entra nei con sapienza proprio
Sua volontà, giardini della Trinità e di Maria Santissima, le peculiarità di ogni
essere al Suo popolati, oltre che dagli angeli, anche santo preso in consi-
servizio, ren- da creature che hanno compreso l’au- derazione, senza ideo-
dersi a Lui tentico significato della vita. Con di- logie o fuorvianti inter-
graditi e ama-
bili, donandoGli screzione e riserbo, in punta di piedi, pretazioni. Così, facendo
anime, strap- il sacerdote stimmatino, divenuto uno la sinfonia dei tesori cat-
pandole quindi dei più importanti filosofi italiani del tolici, diffonde le sue
dal demonio e XX secolo, si accosta in questo volume note: «In san Tommaso i
dall’Inferno. (raccolta degli scritti commemorativi sublimi pensieri stanno in
Per questo,
padre Fabro della rivista vaticana Ecclesia) ad una pace fuori dal tempo,
ha scritto Pro- alcune figure di Santi, che l’autore al di sopra di ogni sogget-
fili di Santi dipinge in toni mirabili, con quella tività e situazione personale.
(nella foto, la delicatezza e quel tatto che proven- La verità in sé, la parola di
copertina). gono solo ed esclusivamente da un Dio nella sua inesauribile
sentire profondamente cattolico. pienezza qui parla e il teologo
Fabro discorre della bellezza e del la sorveglia in rispettosa tran-
dramma insieme della loro vita ter- quillità. Perché san Tommaso
rena, consapevole del fatto che le è tempra di mistico e di ricer-
loro sofferenze sono il trionfo con Cristo sul peccato e sul catore ad un tempo: il suo
male. E si appresta a questo lavoro «per attingere qualche simbolo è un sole raggiante che come rubino gli splende sul
bagliore di verità e una goccia di gioia per non disperare petto. Lucentissima chiarezza di pensiero e infuocata esperienza
della propria miseria», perché la vita dei santi è l’aiuto ed il mistica son cresciute in lui in una intima organica unicità, si
conforto, l’esempio e lo sprone, il palpitare benedetto congiungono in un unico tratto della sua natura» (pp. 10-
delle membra di Cristo, il sale della terra. 11).
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L’Arte Racconta
Family
Ekwall Knut
Francesca Bonadonna
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Religione
Scoprire nella
sofferenza l’amore di Dio
Concludiamo la pubblicazione della magistrale conferenza di etica medica, tenuta dal card. Burke lo
scorso 7 settembre presso la facoltà di Medicina dell’Università dell’Ohio. In questo numero proponiamo
la terza ed ultima parte, in cui si mostra come la Casa Sollievo della Sofferenza sia stata voluta e rea-
lizzata da san Pio da Pietrelcina, per spiegare ed inquadrare la sofferenza umana quale atto d’amore
in unione al Sacrificio di Nostro Signore.
del card. Raymond Leo Burke
n esempio di sforzo efficace per of- Cristo. L’essersi caricato della Croce del Di-
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nell’anima o nel corpo, cosa non farei presso il Signore Nella Casa Sollievo della Sofferenza, chi si
per far sì che il Signore alleviasse le sue sofferenze? sia indebolito per l’avanzare dell’età oppure
Volentieri mi farei carico di tutte le sue afflizioni, pur a causa di gravi malattie o di particolari esi-
di vederla salvata, consegnandoli anche i benefici de- genze riceve la migliore assistenza medica
rivanti da tali sofferenze, se il Signore lo permettesse» possibile, ma anzi tutto riceve la cura della
(Padre Pio da Pietrelcina, Lettere). propria anima, in accordo con l’insegna-
Dall’unione del suo cuore con il glorioso mento della Chiesa. I pazienti, grazie alla
cuore trafitto di Gesù, san Pio ha tratto l’ispi- cura spirituale loro data, comprendono la
razione e la forza per fondare la Casa Sol- loro partecipazione alla sofferenza di Cristo
lievo della Sofferenza, ch’egli chiamava per l’amore di tutti gli uomini e, dunque, la
anche la «Cattedrale della Carità». loro totale vicinanza a Cristo.
Nella sua visita del 23 maggio 1987 alla
La “Casa di Dio” Casa Sollievo della Sofferenza papa Gio-
Tanto intensa fu l’unione del suo cuore con vanni Paolo II, nel saluto indirizzato al per-
il Cuore di Cristo, che san Pio chiamò il sonale medico ed ai malati, ha evidenziato lo
luogo, in cui accogliamo i sofferenti come no- straordinario dono fatto dalla Grazia divina
stri onorati ospiti, la Casa di Dio, l’Hôtel-Dieu, a san Pio, nel realizzare quella struttura.
come ricordò il venerabile Pio XII ad un La grande intuizione di padre Pio fu quella
gruppo di illustri chirurghi statunitensi du- di unire la scienza al servizio dei pazienti alla
rante un’udienza concessa loro il 24 maggio fede ed alla preghiera: la scienza medica,
1956. nella battaglia sempre più affinata contro la
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La grande intuizione di
padre Pio fu quella di unire
la scienza al servizio dei pa-
zienti alla fede ed alla pre-
ghiera: la scienza medica,
nella battaglia sempre più
affinata contro la malattia; la
fede e la preghiera, nel tra-
sfigurare e sublimare quella
sofferenza, che, nonostante
i progressi della medicina,
resterà sempre in certa mi-
sura il retaggio della vita
quaggiù.
diante il Sacramento della Santa Eucaristia. cristiana. La negazione del diritto a professare pub-
Quanto abbiamo bisogno del faro di sicura blicamente la propria religione e ad operare perché le
e duratura speranza offerta dalla Casa Sol- verità della fede informino di sé anche la vita pubblica
lievo della Sofferenza! comporta conseguenze negative sul vero sviluppo.
è mio auspicio che queste mie osservazioni L’esclusione della religione dall’ambito pubblico come,
siano di qualche aiuto per riflettere sull’ethos per altro verso, il fondamentalismo religioso, impedi-
e sulla norma morale, che deve guidare la scono l’incontro tra le persone e la loro collaborazione
cura dei malati e dei moribondi, nonché sui per il progresso dell’umanità. La vita pubblica si im-
principi che definiscono tale cura. In modo poverisce di motivazioni e la politica assume un volto
particolare auspico che queste mie osserva- opprimente ed aggressivo. I diritti umani rischiano di
zioni abbiano suscitato la speranza di poter non essere rispettati o perché vengono privati del loro
condurre l’assistenza sanitaria con integrità fondamento trascendente o perché non viene ricono-
morale anche nel nostro tempo, che l’econo- sciuta la libertà personale. Nel laicismo e nel fonda-
mia della cura della vita umana possa vera- mentalismo si perde la possibilità di un dialogo
mente servire al bene di tutti, specialmente fecondo e di una proficua collaborazione tra la ragione
dei nostri fratelli e delle nostre sorelle più bi- e la fede religiosa. La ragione ha sempre biso-
sognosi. gno di essere purificata dalla fede e questo vale
anche per la ragione politica, che non deve credersi on-
La dimensione pubblica della Fede nipotente. A sua volta, la religione ha sempre bi-
In conclusione, cito le parole di Benedetto
sogno di venire purificata dalla ragione per
XVI, tratte dalla sua Enciclica Caritas in Veri-
mostrare il suo autentico volto umano. La rottura di
tate in merito al posto da assegnare alla reli-
questo dialogo comporta un costo molto gravoso per lo
gione ed alla fede nella vita pubblica di un
sviluppo dell’umanità» (Caritas in Veritate, n. 56).
popolo: «La religione cristiana e le altre religioni
Preghiamo e lavoriamo affinché l’assi-
possono dare il loro apporto allo sviluppo solo se
stenza sanitaria, per fedeltà alla norma mo-
Dio trova un posto anche nella sfera pub-
rale ed ai buoni principi dell’economia della
blica, con specifico riferimento alle dimensioni cul-
vita umana, possa veramente servire i malati
turale, sociale, economica e, in particolare, politica.
ed i moribondi per il bene delle anime sin-
La Dottrina sociale della Chiesa è nata per rivendi-
gole e del bene comune.
care questo “status di cittadinanza” della religione
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È
«Papa Francesco – spiega
Aldo Maria Valli (nella foto), Maria Valli, vaticanista del Tg1, gior- del maggiordomo, dalle polemiche sullo Ior,
vaticanista del Tg1 – si è nalista per numerose testate e scrittore dall’impossibilità di gestire efficacemente la
imposto sulla scena con uno di molti libri di successo, analizza per noi in macchina di governo. Dal punto di vista del-
stile molto apprezzato dalla
questa intervista i quattro anni trascorsi dall’inizio l’immagine l’operazione è riuscita, perché
cultura laicista e dal mondo
secolarizzato. Ma è stato pa- del Pontificato di papa Bergoglio. Francesco effettivamente si è imposto sulla
gato un prezzo: superficia- scena con uno stile nuovo, molto apprezzato
lità nell’analisi dei fenomeni, Che valutazioni è possibile trarre? dalla cultura laicista e dal mondo secolarizzato.
ambiguità dottrinale, dema- Francesco è stato eletto per voltare pagina Ma è stato pagato un prezzo: superficialità
gogia nel confronto ecume-
rapidamente dopo la crisi dell’ultima parte del nell’analisi dei fenomeni (migrazioni, ecologia,
nico e interreligioso».
pontificato di Benedetto XVI, segnata dalla globalizzazione), ambiguità dottrinale (Amoris
Laetitia), demagogia nel confronto ecumenico
e interreligioso. Di conseguenza, sconcerto in
tanti fedeli. Quanto alla riforma della Curia,
moltissima la carne al fuoco, con qualche ri-
sultato ma anche con tanta confusione e tante
spese.
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obbligazioni morali derivanti dalla fede può ro che non si sentono confermati nella fede e
essere una via per riportare qualche pecorella nell’intera operazione vedono un cedimento La Chiesa cattolica è dram-
al mondo. maticamente divisa e non da
nel recinto. Ma Francesco ha quasi banalizzato
oggi. Si può dire che lo sia
la misericordia divina, spogliandola della di- da sempre, perché le divi-
mensione del giudizio. Il La pastorale (di Papa così come anche sioni, o quanto meno le in-
Dio dei cristiani, è vero, di qualsiasi sacerdote) dev’essere comprensioni, ci furono fin
è un Padre che accoglie solo accoglienza o anche dai primi apostoli. Compito
guida? Che ne è, a Suo del Papa, in quanto succes-
e che non si stanca di
sore di Pietro, è fare di tutto
perdonare, ma da parte giudizio, nella Chiesa di perché ci sia l’unità. Ma
del figlio occorre una oggi di quella che un tem- l’unità non può essere a
presa di coscienza, una po si chiamava «direzio- qualsiasi costo.
conversione. Dalla ne spirituale»?
predicazione di Fran- Da quel che vedo e sento,
cesco, invece, risulta le persone chiedono molto alla
quasi che Dio abbia Chiesa, anzi pretendono, ma
il dovere di perdo- non sono disposte a mettersi in
nare a fronte di un discussione. E Francesco in larga
diritto al perdono misura rafforza questo atteggia-
preteso dalla crea- mento, per esempio ogni volta
tura. Ecco perché che parla genericamente della
Francesco piace necessità di una Chiesa «in uscita»,
tanto a laicisti ed non autoreferenziale. Ma che si-
ai non-credenti: gnifica «in uscita»? Se per uscire
li conferma nella devo rinunciare alla mia identità,
loro scelta. Ma devo annacquare il «depositum fidei»,
in questo modo di certo non rendo un buon servizio
sconcerta colo- né alla Chiesa né tanto meno alle
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diffidente, perché in realtà, sostengono, la dot- milioni di persone di ogni ceto sociale, di ogni
trina è ribadita, salvo qualche eccezione. Ma livello intellettuale, di ogni età e orientamento Oggi la grande sfida, come
il problema sta proprio in quel «salvo qualche ec- religioso. Occorre preparazione e quindi è ne- aveva capito Benedetto XVI,
cezione». Quando si introduce questo principio, cessario studiare. La missione è rispettare sia si gioca sul terreno del sog-
si apre uno spiraglio attraverso il quale il sog- la realtà che si descrive, con tutti i soggetti che gettivismo e dunque del re-
lativismo. Sotto questo
gettivismo dilaga. E a nulla vale invocare il di- la interpretano, sia il destinatario che ti segue profilo possiamo dire che
scernimento, perché, occorre ripeterlo, il di- da casa. La televisione generalista, di fronte esistono già due Chiese: ce
scernimento ha senso solo in presenza di alla possibilità dell’interazione offerta dai nuovi n’è una che, avendo fatto
principi chiari, altrimenti ogni scelta è legittimata. media, con il passare del tempo dimostra del dialogo col mondo una
Il che, alla fine, è proprio ciò che chiede il sempre più chiaramente alcuni limiti, ma tutto sorta di dogma, di fatto le-
gittima il soggettivismo mo-
mondo. Ma lungo questa strada il messaggio sommato mantiene un ruolo ancora centrale rale e ce n’è un’altra che
cristiano si riduce a vago sentimentalismo, ad nel panorama dei mass media. Occorre rac- continua ad appellarsi alla
un accompagnamento di natura sentimentale contare con semplicità, in modo divulgativo, legge divina.
che mette da parte la Verità in nome del su- senza mai banalizzare. In televisione il mio
perdogma del dialogo. ruolo è sostanzialmente quello del cronista,
che descrive i fatti e raccoglie testimonianze.
Essere vaticanista di una grande rete Quando invece scrivo nel blog o pubblico
nazionale, oltre tutto pubblica, è un pri- libri, esprimo le mie idee e cerco di farlo con
vilegio o un limite? la massima chiarezza. Chi sente la necessità di
Né l’uno né l’altro. Direi che è una grande approfondire, così, sa dove trovarmi e come la
responsabilità. Si è in prima fila, in presa penso.
diretta, con il dovere di raccontare i fatti a
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Saint-Denis,
il cuore della
Francia
Fra le mura della Cattedrale di Saint-Denis, cariche di storia, nel 1429 santa Giovanna
d’Arco donò come ex-voto l’armatura sottratta ad un nemico inglese sul campo e nel 1593
Enrico IV vi abiurò il protestantesimo, divenendo il primo Borbone a sedere
sul trono gigliato. Ma perché Saint-Denis è tanto importante, dal punto
di vista storico, artistico e soprattutto spirituale? Sarebbero molti i mo-
tivi. Eccone alcuni…
di Lorenzo Benedetti
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i è parso giusto che quanto di più numerosi sovrani a partire da Dagoberto I, così
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Tesori d’Europa
L’Orifiamma
Tra il 1231 ed il 1281, su
impulso di san Luigi IX e
Nella foto, la navata della l’armonia dei luoghi e delle forme, poiché dell’abate Oddone, la cattedrale venne
cattedrale di Saint-Denis, «nella gioia che si prova davanti alla bellezza della ulteriormente rimodernata: la vetusta navata
che, nel Medioevo, casa di Dio, una degna disposizione di spirito conduce carolingia fu innalzata fino a raggiungere i
rappresentò un fervido ad innalzarsi verso le cose di Lassù», promosse la trenta metri di altezza, mentre il sepolcreto ed
centro di potere e di cultura,
fucina di pensiero filosofico
ricostruzione dell’imponente edificio nello stile i transetti furono allargati ed uniti alla
e scriptorium di gotico che si stava allora imponendo. precedente costruzione attraverso un astuto
compilazione degli Annales. Ridisegnò la facciata sul modello delle catte- gioco prospettico. Saint-Denis aveva
drali normanne, facendone uno dei primi definitivamente sancito un’unione profonda
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Tesori d’Europa
Il volto nero
della rivoluzione
È il volto nero di quella rivoluzione francese,
distintasi per mostruosità di ogni genere, a
loro volta ispirate da un pensiero aberrante.
Ma, fra di esse, ce n’è una che ha riassunto in
sé tutte le altre: è la profanazione e distru-
zione delle tombe dei Sovrani. Sono stati esu-
mati i resti di più di 170 persone: 46 Re, 32
Regine, 63 principi del sangue, 10 servitori
della monarchia e due dozzine di abati di
Saint-Denis. Si concluse così l’incredibile atto
di autodemolizione di un popolo per mano
dei propri presunti rappresentanti.
di Patrizia Fermani
Nella foto, La violazione a rivoluzione francese ha elargito ai con- in una necropoli unica le spoglie di tutti i Sovrani,
delle tombe reali nella basi-
lica di Saint-Denis nell’otto-
bre 1793, opera su tela di
Hubert Robert (1733-
L temporanei mostruosità di ogni genere e ha
lasciato in eredità ai posteri il pensiero aber-
rante che le aveva ispirate. Ma fra esse ce n’è stata
delle loro spose e discendenti e tutti da allora vi
avevano trovato sepoltura fino a Luigi XV ed al
figlio, il delfino Luigi. Non a caso la chiesa era
1808), custodita presso il- una che ha riassunto in sé tutte le altre: per l’idea anche il luogo di venerazione delle reliquie di San
Museo Carnavalet. Con un che l’ha guidata, per la sconcertante barbarie e Dionigi, morto martire nel 224 ed eletto patrono
decreto del 1° agosto 1793, per la cieca irresponsabilità di quanti l’hanno rea- della nazione.
la Convenzione ordinò che
entro il 10 del mese fossero
lizzata o ne sono stati in qualche modo partecipi. Ma con un decreto del 1° agosto 1793, la Con-
demolite tutte «le tombe e i Si tratta della profanazione e distruzione delle venzione ordinò che entro il 10 del mese fossero
mausolei dei precedenti Re, tombe dei propri Re, tombe che la Francia aveva demolite tutte «le tombe e i mausolei dei precedenti Re,
costruiti a Saint-Denis». conservato per secoli e che erano state poi raccolte costruiti a Saint-Denis, nelle chiese o altri luoghi per tutta
alle porte di Parigi, nell’antica e splendida catte- l’estensione della Repubblica» e che si procedesse poi
drale di Saint-Denis. Fondata da Dagoberto nel alle esumazioni ed alla distruzione dei cadaveri.
VII secolo, Luigi XIII l’aveva destinata a custodire
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Recuperare piombo
La proposta era stata presentata Nella foto (foto Myrabella su
da Barère e subito approvata già licenza Creative Commons),
nella seduta del 31 luglio, presie- la tomba di re Dagoberto I
duta da Danton, per “festeggiare” (XIII secolo), l’ultimo dei Me-
rovingi, considerato come il
l’anniversario della presa del pa- primo a regnare effettiva-
lazzo delle Tuileries del 10 agosto mente sull’intero Paese.
1792 e liberarsi delle “ceneri im- La prima ad essere
pure” dei tiranni, anche se la ra- distrutta, il 6 agosto 1793,
gione ufficiale data al provvedi- fu la tomba del
Re Dagoberto.
mento era la necessità di recupe-
rare dai sarcofagi il piombo da
destinare agli armamenti e altri
metalli preziosi utili per i bisogni
della Rivoluzione.
Il benedettino Dom Poirer
dell’Ordine di San Mauro, per
ironia della sorte membro della
commissione per la conserva-
zione dei monumenti e archivista
di Saint-Denis, viene incaricato di
assistere alle operazioni e di com-
pilare il relativo processo verbale.
Per tre giorni, dal 6 all’8 agosto,
si procedette dapprima soltanto
alla demolizione dei monumenti
funerari «con qualche riguardo per quelle
parti di essi ritenute capaci di offrire un
contributo alla storia della Francia e del-
l’arte» e che furono raccolte in un
piccolo museo.
Dom Poirer redasse dunque un
resoconto accurato, ripreso poi e
completato da Dom Droun, cu-
stode dell’archivio abbaziale.
La prima ad essere distrutta, il 6
agosto, fu la tomba del Re Dago-
berto, l’ultimo dei Merovingi, con-
siderato come il primo a regnare
effettivamente sull’intero Paese.
Fondatore dell’abbazia, era morto
a 36 anni nel 638, dopo avere in-
grandito molto il Regno franco e
avere stretto una forte alleanza con
l’imperatore Eraclio. Il monu-
mento funerario, posto nel santua-
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Tesori d’Europa
rio dal lato dell’epistola, constava di due statue, nella crociera del coro sui due lati o nelle cappelle
una in piedi della regina Nanthilde, sua moglie, laterali, sono coeve ai personaggi di cui conten-
e quella sdraiata di Dagoberto, che fu inevitabile gono le ceneri. Da quella di Filippo l’Ardito e di
distruggere perché faceva parte del blocco ad- Isabella d’Aragona a quelle di Enrico II e Maria
dossato al muro. Il resto venne conservato «perché de’ Medici.
può servire alla storia dell’arte e dello spirito umano», Scopo ufficiale delle demolizioni, come si è
come annota forse sarcasticamente il religioso. detto, è quello di recuperare il piombo e altri me-
talli utili per l’economia della Repubblica, ma si
Un resoconto dettagliato tratta di un proposito veramente audace per
Il resoconto di tutte le operazioni è dettagliato quanto riguarda le sepolture vecchie di un mil-
Nella foto (su licenza Crea- e non trascura alcun elemento essenziale. Distri- lennio già rimaneggiate e raccolte in vista del loro
tive Commons), volta dei buiti sui lati dell’ Epistola e del Vangelo, lungo le valore evocativo e cultuale. Infatti annota il testi-
Borbone a Saint-Denis, dove grate che delimitano l’altare, ci sono i monu- mone: «Si è trovata ben poca cosa nelle urne delle tombe
dall’epoca di Luigi XVIII sono
stati raccolti, in bare di menti in pietra fatti costruire da san Luigi nel cave; c’era solo un po’ di filo d’oro falso in quella di Pipino.
piombo, i frammenti più o XIII secolo e contenenti piccole urne cinerarie a Ogni urna conteneva la semplice iscrizione del nome su una
meno autentici dei corpi schiena d’asino: da quella di Carlo Martello, il lamina di piombo e la maggior parte di queste lamine era
reali rinvenuti. Il decreto dei vincitore di Poitiers, di Pipino, primo re della se- fortemente attaccata dalla ruggine. Queste iscrizioni, as-
Giacobini prevede l’esuma- conda dinastia, del figlio Carlomanno, fratello di sieme alle casse di piombo di Filippo l’Ardito e Isabella
zione dei morti e la distru-
zione delle spoglie mortali. Carlomagno, poi di Ugo Capeto, fondatore della d’Aragona, vengono portate all’Hotel de Ville e poi alla fu-
Non ci si accontenta di can- terza dinastia. Ultima delle tombe in pietra, sione. L’unico oggetto di un qualche valore è il sigillo d’ar-
cellare le immagini, si de- quella di Costanza di Castiglia, seconda moglie gento di Costanza di Castiglia, che pesa tre once e mezzo
vono eliminare le anime. di Luigi VII. Tutte le altre, in marmo, situate ed è inviato alla municipalità per essere conservato».
Il cronista apparentemente distaccato che ha
annotato con diligenza il procedere delle opera-
zioni, conclude così l’insolito verbale: «Il numero
dei monumenti distrutti dal 6 all’8 agosto 1793, di sera,
a demolizioni compiute, ammonta a 51: così in tre giorni
è stata distrutta l’opera di dodici secoli».
La tomba del maresciallo Turenne è per il mo-
mento l’unica ad essere lasciata intatta, ma sarà
smontata nell’aprile 1796 per essere trasportata
a Parigi nel convento dei Piccoli Agostiniani,
«dove si raccolgono tutti i monumenti che meritano di essere
conservati per le arti».
L’empio scempio
Ma la distruzione dei monumenti doveva es-
sere soltanto il rito preparatorio del sacrilegio,
quello che segnerà una colpa non più emenda-
bile. Il decreto dei Giacobini prevede infatti
anche l’esumazione dei morti e la distruzione
delle spoglie mortali. Non ci si accontenta di can-
cellare le immagini, si devono eliminare le anime
che nel tempo parlano ai vivi dell’eternità di Dio.
Tuttavia questa seconda parte del provvedi-
mento tarda ad essere eseguita. Qualcuno la-
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menta l’inadempienza. Del resto una qualunque grande corteo della guardia degli abitanti della città». Nella foto (foto su licenza
manovra diversiva o magari un semplice di- Creative Commons), vista
sguido organizzativo possono costare cari se si delle tombe della necropoli
Nelle fosse reale. Le spoglie mortali dei
sospettasse che vengono provocati ad arte. Il 7 Le tombe medievali contenevano ormai sol- Borbone e dei Valois furono
settembre il deputato Lequinio denuncia il ri- tanto urne cinerarie, sicché di vera e propria esu- gettate in due fosse distinte,
tardo. Tuttavia l’esumazione dei cadaveri comin- mazione si può parlare con riguardo a quelle per essere poi ricoperte di
cia e va avanti senza interruzioni fino al 25. Forse della necropoli sotterranea, che contiene il sepol- calce viva e quindi di terra.
c’è l’intento di avvicinare la profanazione dei creto dei Borbone e quello dei Valois. Le spoglie
morti all’assassinio in via giudiziaria della Regina, mortali dei componenti le due Casate saranno
perché si legittimino e si potenzino a vicenda. gettate in due fosse distinte, per essere poi rico-
Dunque, il lavoro viene ripreso ad ottobre. Nel perte di calce viva e quindi di terra.
frattempo, però, nella notte tra l’11 e il 12 set- Poirer annota che sabato 12 ottobre scendono
tembre era stato prelevato tutto ciò che vi era nel nel sotterraneo, con lanterne e torce di resina,
tesoro dell’Abbazia, insieme ai ricchi paramenti degli operai accompagnati da alcuni commissari
della chiesa: «Tutto è stato messo in grandi casse di legno in veste di sorveglianti e da altri incaricati di re-
ed è partito per la Convenzione, con grande apparato e cuperare gli oggetti preziosi, da consegnare alla
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Tesori d’Europa
Anche i bambini
Nel pomeriggio si proseguì con l’estrazione
delle bare dei Borboni, da Luigi XIII, riconosci-
bile ancora per i suoi baffi, a Luigi XIV, nero
come l’inchiostro, gli altri in putrefazione liquida.
Per tutto il 15 ottobre si proseguì con l’estrazione
di 21 salme: vi figurano i numerosi figli di Luigi
XV, alcuni morti giovani, altri in tenerissima età.
Neppure questi vengono risparmiati. Di alcuni
sono rimasti i cuori ricoperti di bronzo o di ar-
gento dorato: aperti gli involucri da recuperare,
il contenuto finisce nella fossa comune. Dalle
sette del mattino di mercoledì si estraggono altre
20 salme, la maggior parte delle quali son di
Convenzione nazionale, ed altri ancora incari- bambini che non hanno raggiunto i tre o quattro
Nella foto (foto di J. Patrick
Fischer su licenza Creative cati di recuperare il piombo delle casse, desti- anni di età. Fra questi Sophie-Helène di Francia,
Commons), la tomba di Clo- nato alla fusione. morta a 11 mesi nel 1787 e il delfino Louis Jo-
doveo II (in primo piano) e Per prima è stata aperta la grotta dei Bor- seph Xavier, morto nel giugno 1789 a sette anni,
Carlo Martello (in secondo bone, dove riposano 54 bare di legno posate su entrambi figli di Luigi XVI e Maria Antonietta.
piano). I monumenti in pie- grate di ferro arrugginito. Si aspergono sostanze Per quest’ultimo lutto i sovrani si erano ritirati
tra, fatti costruire da San
Luigi nel XIII secolo, conte- per purificare l’aria e attenuare gli odori. Viene dalla vita pubblica per quindici giorni, durante i
nevano piccole urne cinera- aperta anche la cripta dove sono disposte su più quali i rivoluzionari misero le premesse per il giu-
rie: quella di Carlo Martello, livelli le tombe reali dei Valois e dei loro succes- ramento della Pallacorda e per la crisi istituzio-
di Pipino, del figlio Carlo- sori. Si è cominciato ad estrarre la bara di En- nale.
manno e di Ugo Capeto. rico IV, morto il 14 maggio del 1610 a 57 anni. Alle undici del mattino annota Poirer, mentre
La tomba è stata sfondata a colpi di martello e Maria Antonietta d’Austria, moglie di Luigi
la cassa aperta con le cesoie. Il suo corpo è stato XVI, viene decapitata, è stata riesumata la bara
trovato ben conservato e i tratti del viso perfet- di Luigi XV, morto a 64 anni. Era nell’entrata
tamente riconoscibili. è rimasto nel passaggio della cripta sul lato destro, su un banco di pietra,
delle cappelle basse, avvolto nel proprio sudario in una specie di nicchia praticata nello spessore
ugualmente ben conservato. Chiunque ha del muro a circa due piedi di altezza. Era lì infatti
avuto la possibilità di vederlo fino alla mattina che veniva deposto il corpo dell’ultimo Re nel-
del lunedì 14, quando alle due del pomeriggio l’attesa che il suo successore venisse a prendere il
è stato gettato in fondo alla fossa comune e ri- suo posto: solo allora lo si portava nello spazio a
coperto di calce viva. Poi sopra di lui sono stati lui destinato nella grotta. La bara di Luigi XV è
gettati i resti dei suoi discendenti. Durante stata aperta soltanto nel cimitero sul bordo della
l’esposizione del cadavere, molte persone fossa. Il corpo, tratto dalla cassa di piombo, sem-
hanno prelevato piccole “reliquie” come un- brava tutto intero e ben conservato, ma, una
ghie e ciuffi di barba. Fra questi raccoglitori di volta liberato da quanto lo avvolgeva, cadde in
souvenirs c’è anche Camille Demoulins. In- putrefazione e, per purificare l’aria diventata pe-
tanto, poiché le operazioni di esumazione stilenziale, si bruciò della polvere, si spararono
erano rese difficili dalla folla che vi assisteva, il parecchi colpi di fucile e subito lo si gettò sul letto
consiglio municipale decise di chiudere la basi- di calce viva.
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Solo Carlomagno
Ma per una beffa della storia,
che si era preteso di cancellare
per sempre, sopravviverà allo
scempio proprio la tomba di
Carlomagno, che di quella storia
era stato e rimane il protagonista
leggendario e assoluto. Egli ri-
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Arte e Letture
Boldini
e la Belle Époque
Olii e pastelli declinati nelle più belle e varie sfumature sono esposti fino ai primi di luglio a Roma nelle sale del Complesso
del Vittoriano, in una delle più ricche mostre antologiche sul pittore Giovanni Boldini realizzate negli ultimi anni.
di Michela Gianfranceschi
F
Vittoriano – una delle più grandi realizzate
figli, Giovanni Boldini (Ferrara 1842 – fino ad oggi, comprensiva di circa 160 opere,
Parigi 1931) lega la sua fama alla pro- tra dipinti e pastelli – evidenzia il complesso
lifica attività pittorica del periodo parigino, percorso artistico del pittore e particolarmente
quando, dall’ottobre del 1871 si trasferì defi- il suo rapporto con la società aristocratica
nitivamente nella capitale francese, mostrando del tempo, attraverso dipinti bellissimi che
Giovanni Boldini, Autoritratto
a sessantanove anni, 1911, la sua arte raffinatissima a tutto il cosiddetto ritraggono i protagonisti di una realtà mon-
Ferrara, Museo Giovanni “bel mondo”. dana e luccicante nota come Belle Époque.
Boldini. Gallerie d’Arte Mo- La grande esposizione antologica fino al
derna e Contemporanea. 16 luglio ospitata a Roma nel Complesso del Alcune rarità
La mostra romana, organizzata e prodotta
dal Gruppo Arthemisia e curata da Tiziano
Panconi e Sergio Gaddi, annovera circa 160
opere provenienti da musei di tutto il mondo
(Staatliche Museen di Berlino – Nationalgalerie
di Berlino, Musée des Beaux-Arts di Marsiglia,
Musée d’Orsay di Parigi e Galleria degli
Uffizi di Firenze) e da importanti raccolte
private, oltre al fondamentale contributo del
Museo Giovanni Boldini di Ferrara. Sono
esposte anche alcune rarità, dipinti molto
rappresentativi pur se poco noti al grande
pubblico come: La tenda rossa (1904), Signora
che legge (1875), Ritratto di signora in bianco con
guanti e ventaglio (1889), Signora bruna in abito da
sera (1892 ca.), Ritratto di Madame G. Blumenthal
(1896). Fanno parte della selezione anche al-
cune opere di pittori contemporanei al maestro
ferrarese, protagonisti di un irripetibile mo-
mento storico artistico che, dalla fine del
XIX secolo, avrebbe spalancato le porte alla
moderna maniera novecentesca. È esposta
anche la grande tela con il Ritratto di Donna
Franca Florio (1901-1924), aristocratica siciliana,
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Un’artista europeo
La formazione di Boldini è lunga
e articolata, fatta di numerose in-
fluenze artistiche nell’alternanza
di soggiorni in Italia e in Francia,
cui si aggiunsero i numerosi viaggi
condotti dal pittore attraverso l’Eu-
ropa, in Inghilterra e anche in
America. Dalla bottega del padre
Antonio, copista e restauratore,
agli insegnamenti dell’Accademia
di Firenze, al rapporto con alcune
delle personalità più rilevanti della
pittura peninsulare dell’epoca, la
sua personale visione rappresen-
tativa emerse gradualmente. Fu
importante per il giovane la fre-
quentazione del Caffè Michelan-
gelo a Firenze, dove entrò in con-
tatto con la cultura dei Macchiaioli.
Ai rapporti intercorsi con artisti
quali Michele Gordigiani, Tele-
maco Signorini e Cristiano Banti,
seguirono i contatti con il mondo
inglese quando, ospite di William
Cornwallis-West, a Londra, ebbe
un privilegiato punto d’osservazione
sulla realtà aristocratica inglese,
dipingendo molte dame alla ma-
niera dei grandi della pittura locale
tra il XVIII e l’inizio del XIX se-
colo, tra cui sir Joshua Reynolds,
George Romney, Thomas Gain-
sborough e sir Thomas Lawrence.
Giovanni Boldini, Ritratto di Donna Franca Florio, 1901-1924.
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Arte e Letture
Compendio
di stile e tecnica
Boldini elaborò da queste
esperienze e da questi in-
Giovanni Boldini, L’amico fedele, contri un compendio molto
1872 ca. Collezione privata. originale di stile e tecnica,
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mescolando il con-
cetto di resa del
mondo naturale at-
traverso il colore –
elemento costitutivo
della visione mac-
chiaiola e impres-
sionista – all’urgenza
della definizione di
un linguaggio basa-
to sull’uso della li-
nea. Le forme che
Boldini dipinge sono
tese, fuggevoli, at-
traversano lo spazio
della tela, in un mo-
vimento sferzante e
rapido. Egli prende
dalla tradizione,
guardando con evi-
denza all’olandese
Frans Hals (1580-
1666) e prima an-
cora a Parmigianino
(1503-1540) con le
sue figure allungate,
intuendo tutte le po-
tenzialità insite nella
famosa linea “ser-
pentinata” manie-
rista.
Il maestro ferra-
rese scelse di rap-
presentare quella
natura decadente e
mutevole della ricca
società di fine secolo
e lo fece con rapide
pennellate di colore
che attraversano le tele come sciabolate, in alle sorgenti del sentire umano; quelle pose, Giovanni Boldini, L’amazzone
un turbinio potente di linee e cromatismi quei gesti appena accennati, l’inclinazione (Alice Regnault a cavallo),
sfumati e brillanti. Soprattutto i soggetti fem- della testa, tutto diviene, nei ritratti di Giovanni 1878, Galleria d'Arte Moder-
na, Milano.
minili furono amati dalla sua pittura delicata: Boldini, un mezzo per trascendere il superficiale
volti dagli occhi nostalgici, espressioni sovrap- “bel mondo” e forse ricordarci che quella
pensiero, capaci di trascendere il lusso circo- realtà multicolore è effimera, solo un lampo
stante per ricondurre lo spettatore direttamente improvviso.
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Arte e Letture
Raffaello
MESSA Di Bolsena
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La stanza di Eliodoro, dove si trova la scena del miracolo di Bolsena, era riservata alle udienze del Pontefice, durante le quali
si prendevano accordi politici ed economici con ambasciatori, governanti, imprenditori e rappresentanti religiosi. Il Papa
voleva qui creare l’atmosfera giusta, tale da orientare le udienze a favore di una Chiesa in quel tempo minacciata. Ad
esempio, ricordando a tutti che Dio aveva sempre confermato la Sua protezione nei confronti della Chiesa di Roma.
di Sara Magister
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Arte e Letture
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Equilibrio
contemplativo
Le partecipate e spontanee
emozioni espresse sul lato sinistro
della parete sono controbilanciate
dall’ordine e dal controllo emo-
tivo che caratterizza invece il
Papa e la sua corte, posti sull’altro
lato. Giulio II è inginocchiato
di fronte all’altare, in atto di
contemplazione cosciente e pro-
fonda del mistero che si manifesta
di fronte ai suoi occhi. Lo stesso
atteggiamento caratterizza il
resto della sua corte, disposta
più in basso sui gradini del pre-
sbiterio: i cardinali, i prelati e i
sediari inginocchiati, in quella
che è una delle prime raffigura-
zioni delle guardie svizzere, crea-
te proprio da papa Giulio II
come guardie private dei pon-
tefici.
Le differenze tra i due gruppi
sono molte, ma con grande mae-
stria Raffaello riesce a dare lo
stesso peso, sia compositivo che
anche contenutistico, a queste
due diverse modalità di reazione
al miracolo in atto. Sia la parte-
cipazione emotiva che quella
razionale-contemplativa sono
qui descritte e presentate come
entrambe valide, nel riconosci-
mento della verità di fede che
giunge da Dio stesso. Perché per
la vera e profonda comprensione
del mistero occorre l’ausilio della
mente, ma anche del cuore.
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Arte e Letture
Letture consigliate
Giovanni Paolo II amava ripetere che «la Verità rende liberi», perché la Dottrina della Fede, dà
essa mette a servizio di un bene superiore l’intelligenza, la sensibilità, il uno splendido esempio
carisma, la conoscenza dell’uomo. Non si può mentire affermando di «cristiano credibile»
quello in cui si crede; non si può mentire perseguendo un bene che (Benedetto XVI), di
non ci appartiene. Oggi è tragicamente attuale il dramma di Marlowe, come un uomo possa
perché molti sono i Faust della politica, della cultura, dell’arte, della re- testimoniare con chia-
ligione. Gli effetti di tale dramma del XXI secolo sono devastanti sia per rezza e coraggio la
chi è intriso di cultura relativista, sia per chi cerca la verità nella vita e in propria fede, il proprio
tutto ciò che felicemente o drammaticamente impatta il cuore e l’intel- pensiero, i propri sen-
ligenza. timenti, non censurando ciò che pensa
In queste pagine il cardinal Müller, Prefetto della Congregazione per sui temi più importanti riguardanti la Chiesa, la Società, il Mondo.
Alessio Varisco
La Madonna profuga
Effigi, Arcidosso (Grosseto) 2016, p. 240, € 20
Perché definire la Madonna “profuga”? Perché il saggio di Alessio Paolo I, che era stato proclamato Gran Maestro. Nel 1852 lo Zar Nicola
Varisco, studioso della storia degli Ordini cavallereschi, si incentra sul- I ordinò di eseguire una copia, anch’essa dalla vita movimentata: ri-
l’icona della Madre di Dio del Monte Phileremo, pa- masta in Russia durante la rivoluzione d’ottobre, nel 1925 venne inviata
trona dell’Ordine di Malta, le cui vicende sono a Rodi, allora provincia italiana, dal governo bolscevico su richie-
degne di un romanzo. La leggenda tramanda ad- sta del Governatore Mario Lago, che nel
dirittura che essa fu dipinta dal vero da san Luca. 1931 la fece intronizzare sul Phileremo,
Sfuggita miracolosamente alla furia iconoclasta dove era stato costruito un santuario.
degli imperatori bizantini, fu rinvenuta in una Quando nel 1948 Rodi passò alla Grecia,
grotta del Monte Phileremo a Rodi a metà del l’icona venne portata dai Francescani ad
‘400, quando i cavalieri giovanniti governavano Assisi e posta su uno degli altari della ba-
l’isola. Nel 1523 con la caduta dell’isola in mano silica di Santa Maria degli Angeli, dove si
agli Ottomani, l’icona segui gli Ospedalieri in trova tuttora.
Italia e, nel 1530, giunse a Malta, dove l’Ordine Intanto, subito dopo la rivoluzione, il
le destinò prima una cappella nella Chiesa di quadro originale aveva raggiunto la Dani-
S. Lorenzo a Borgo e poi nella nuova chiesa marca ed era stato consegnato all’unica su-
conventuale di San Giovanni della Valletta. perstite della Famiglia reale, la Zarina Madre.
Caduta Malta in mano a Napoleone, il Gran Alla sua morte fu consegnato alla Chiesa Or-
Maestro Ferdinando Hompesh fuggì con le todossa russa in esilio con sede provvisoria a
tre principali reliquie dell’Ordine: un fram- Berlino, che a sua volta l’affidò ad Alessandro
mento della vera Croce, la mano destra di I di Jugoslavia. Le reliquie restarono a Belgrado
san Giovanni Battista e l’icona della Ma- fino al 1941: con l’occupazione tedesca se ne
donna del Phileremo. Nella speranza di ot- persero le tracce. Dopo circa mezzo secolo essa
tenere aiuto dalla Russia per riottenere è stata fortunosamente ritrovata a Cettigne, in
Malta, le reliquie furono inviate allo Zar Montenegro, città natale della regina Elena.
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Rodney Stark
False testimonianze. Come smascherare
alcuni secoli di storia cattolica
Lindau, Torino 2016, p. 350, € 25
Antisemitismo congenito (cfr. il film Amen di Costa-Gavras), manipo- University, denuncia e smentisce
lazione dei Vangeli (Il codice da Vinci), persecuzioni dei pagani (Agorà di tali pregiudizi, inesattezze e calun-
Alejandro Amenábar), le Crociate fatte per motivi economici, l’Inquisi- nie che compongono un sapere
zione a caccia delle streghe, la persecuzione di Galileo, lo sfruttamento diffuso e condiviso. Si tratta di un
dello schiavismo, l’arretratezza tecnologica e culturale di fronte al prote- testo basato su una scrupolosa
stantesimo: una per una Rodney Stark smonta molte delle “colpe” che ricerca e su un’accurata disa-
storici partigiani da un lato e la grancassa mediatica dall’altro hanno at- mina delle fonti e degli eventi,
tribuito per anni alla Chiesa cattolica. Il suo intento non è di negarle, bensì che in relazione a ciascuno dei
di ricondurle alla loro giusta dimensione. Ad esempio, lo scontro tra Cri- miti anticattolici più radicati
stoforo Colombo ed i teologi non avvenne sulla sfericità della terra (nes- dimostra come la menzogna
sun dotto la considerava piatta da secoli: si pensi solo alla cosmologia si sia inesorabilmente trasformata in verità
dantesca), bensì sulla reale distanza tra l’Europa e il Giappone, meta di spesso grazie alla letteratura: è il caso della leggenda sulla “terra
Colombo e che il navigatore genovese aveva calcolato per difetto, sal- piatta” di Colombo, che nacque solo nell’Ottocento grazie a un testo di
vandosi solo grazie all’inaspettata scoperta del continente americano. Washington Irving (l’autore de La valle di Sleepy Hollow). O, in tempi più
Esiste però una “vulgata” politicamente corretta, che continua a pro- recenti, alla menzogna contro Pio XII, dovuta alla calunniosa pièce teatrale
palare una serie di conclamate falsità storiche sulla Chiesa e sul Cattoli- Il vicario, scritta nel 1963 dall’altrimenti ignoto Rolf Hochhuth su pressione
cesimo. Rodney Stark, docente di Sociologia delle religioni presso la Baylor del Kgb e ripresa dal film Amen del comunista
Michael D. O’ Brien
L’inviato
Fede & Cultura, Verona 2016, p. 320, € 18
Se l’Italia ci mise dieci anni per scoprire un capolavoro come il romanzo fluenti membri della stessa Chiesa, che rie-
Il Nemico, pubblicato nel 2006 da San Paolo, Fede&Cultura ha avuto imme- sce a corrompere con le lusinghe di una
diatamente la prontezza di tradurre l’atteso sequel, L’inviato, storia della lotta falsa pace e di un abbraccio tra le reli-
contro l’Anticristo. Nei successivi anni Michael O’ Brien, ribattezzato pronta- gioni.
mente il Dan Brown cattolico (non senza un suo certo fastidio), si è dimo- Se ne Il nemico padre Elia aveva do-
strato ben diverso dall’autore seriale, scrivendo un prequel del Nemico vuto confrontarsi con un genio del
elegante e raffinato (Il libraio) e altri lavori (L’isola del mondo, Theophilos, Hal- male in ascesa, ne L’inviato ha di fronte
cyon) completamente diversi, ma tutti accomunati dalla stessa profonda un uomo giunto quasi al culmine del
cattolicità. potere: quali armi può utilizzare il pro-
Ne L’inviato è ritornato al tema apocalittico: il protagonista è sempre tagonista? Solo quelle della pre-
padre Elia, ebreo polacco scampato in gioventù al rastrellamento del ghetto ghiera, dell’affidamento alla Provvidenza
di Varsavia grazie alla generosità di un libraio cattolico, dalla cui fede rimane ed all’aiuto divino, che si concretizza talvolta in piccoli uomini
affascinato. Emigrato in Israele, entra a far parte dei servizi segreti, quindi semplici, che però si trovano al posto giusto al momento giusto; talvolta in
tenta la carriera politica; ma quando è sul punto di essere eletto premier, messaggeri celesti che gli indicano il percorso da fare o lo rincuorano nei
una bomba palestinese uccide l’amata moglie, in attesa di un bambino. A momenti di maggiore abbattimento. La capacità di scrittura di O’ Brien, già
questo punto accade l’inaspettato: decide di abbandonare la vita pubblica evidenziata nei precedenti lavori, riesce a costruire una storia avvincente, in
e diventa carmelitano. La sua vicenda personale, la sua eccezionale cultura cui grande spazio è lasciato alla religiosità praticata (la preghiera, la S. Messa,
e la profonda Fede fanno sì che il Papa lo scelga come unico possibile in- la partecipazione ai Sacramenti), ha grande importanza e riesce a trasmet-
terlocutore per contrastare l’Anticristo, che nelle vesti del Presidente della tere un senso di serenità anche al lettore. Un vero romanzo cattolico, dun-
Comunità Europea sta assumendo sempre più potere grazie alla dittatura que, peraltro privo di ogni forma di quel male che invece colpisce la maggior
del relativismo, osannato non solo da politicanti laicisti, ma anche da in- parte della letteratura simile: il didascalismo.
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Arte e Letture
i Lettori ci Scrivono
VERITÀ CHE GIUDICA gliere come primo approccio, non per sitivo e che quindi si traduce sempre
sostituire il secondo col primo. in una condizione di consolazione e di
L’ESPERIENZA Indubbiamente l’uomo di oggi gaudio. Se fosse questa la felicità, i
Cari amici di Radici Cristiane, non è quello del XIII secolo, è un uomo santi avrebbero qualche problema in
sono uno studente universitario. completamente destrutturato, da merito; basterebbe pensare a tutte le
Mi sono da poco avvicinato alla coinvolgere prima di tutto attraverso i prove che contrassegnano la loro vita:
Fede e questo grazie anche ad bisogni esistenziali; ma ciò non toglie desolazioni, notti, tentazioni… La fe-
amici, che fanno parte di un mo- che una volta utilizzato questo ap- licità in senso cristiano non è alterna-
vimento ecclesiale abbastanza co- proccio, sia necessario fargli capire tiva alla sofferenza, ineliminabile, bensì
nosciuto. C’è però qualcosa che come tutto inizi ed abbia senso nella alla disperazione. La felicità è la pace
non mi convince di ciò che dicono. Verità. dell’anima che può e deve coniugarsi
Definiscono continuamente il Cri- La Verità Cattolica non è solo au- anche con l’esperienza di prove terri-
stianesimo un’«esperienza», il re- tentica, bensì è anche bella, cioè non bili. Ma, per capire questo, bisogna
sto sarebbe superfluo. Addirittura solo soddisfa l’intelligenza, bensì che l’esperienza cristiana sia sempre
si potrebbe soprassedere sulla co- anche il cuore. Felicità non è lo stato esito del riconoscimento di ciò che è
noscenza della Verità. Forse sto d’animo che riconosce tutto come po- vero.
forzando un po’ i loro argomenti,
ma mi sembra tutto sommato que-
sto. Voi cosa ne pensate?
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copertina nuova ok_COP - II - III - IV 16/05/17 10:00 Pagina 2
Periodico mensile - Sped. A.P. D.L. 353/2003 (conv. L.27/02/2004 N°46) Art.1 comma1 DCB Roma - anno XIII - E8,00 N°125 - GIUGNO 2017
Quattro anni di
pontificato
Intervista a Alexandre Del Valle
Vademecum
per la Siria
Intervista a Borgonovo
Migranti, è
scontro di civiltà
Un "vaccino"
contro il modernismo