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Esercitazione n.5
Esercitatore: Maurizio Magarini
Sistemi di trasmissione MIMO
Introduzione
Il modello che si prende in considerazione per un sistema di tramissione che impiega antenne multiple al
trasmettitore e al ricevitore (MIMO, multiple-input multiple-output) è rappresentato in figura 1.
dove il generico elemento hi,j (t) rappresenta la risposta impulsiva tra l’ingresso j-esimo e l’uscita i-esima.
In generale hi,j (t) è una funzione complessa che include la risposta impulsiva del filtro di trasmissione e
del canale. La relazione che lega ingresso e uscita è la seguente
X
r(t) = H(t − kT )ak + w(t),
k
dove T é l’intervallo di simbolo, ak = [ak;1 , ak;2 , · · · , ak;n ]T rappresenta il vettore che contiene gli n simboli
trasmessi all’istante kT e w(t) = [w1 (t), w2 (t), · · · , wm (t)]T rappresenta il vettore rumore i cui elementi
sono variabili aleatorie gaussiane complesse a simmetria circolare, indipendenti tra di loro, a valor medio
nullo e densità spettrale di potenza costante pari ad N0 . Come dimostrato in [1] e [2], la rivelazione dei
vettori contenenti i simboli trasmessi puó essere effettuata considerando la sequenza di vettori
Z ∞
yk = HH (t − kT )r(t)dt,
−∞
ottenuta mediante il filtraggio di r(t) con il filtro adattato spazio-temporale HH (−t) seguito da un
campionamento alla frequenza di simbolo come mostrato in figura 2. Il filtro adattato spazio-temporale
1
campionato trasforma il modello di canale tempo-continuo in un modello equivalente tempo-discreto con
ingresso {ak } e uscita {yk }.
Figure 2: Modello del sistema di trasmissione MIMO con filtro adattato spazio-temporale campionato.
H(t) = g(t)H,
dove H é una matrice costante che definisce la caratteristica spaziale. In questa situazione il filtro adattato
può essere decomposto nella cascata della matrice HH seguita da un banco di filtri adattati temporali
g ∗ (−t) come illustrato in figura 3. La matrice HH rappresenta il filtro adattato spaziale e prende il nome
di combinatore spaziale o lineare.
Figure 3: Modello narrowband del sistema di trasmissione MIMO: l’elaborazione spaziale è separata da
quella temporale.
La decisione di effettuare prima l’elaborazione di tipo spaziale e poi quella temporale é del tutto
arbitraria. L’ordine in cui sono effettuate le due operazioni puó essere invertito. Nel caso in cui la
risposta impulsiva g(t) è del tipo radice di Nyquist, il modello di canale dall’ingresso della sequenza
del vettore dati all’uscita del campionatore diventa di tipo senza memoria (memoryless). L’espressione
analitica del segnale ricevuto nel caso di canale MIMO memoryless è la seguente
rk = Hak + wk . (1)
Esempio: Si consideri il caso di una trasmissione narrowband in cui un singolo utente trasmette
P
da una sola antenna il segnale s(t) = k ak g(t − kT ). Il ricevitore dispone di due elementi d’antenna
che producono i due segnali osservati r1 (t) e r2 (t). Per tale situazione, in cui n = 1 e m = 2, il canale
spaziale risulta essere descitto dal vettore h = [h1 , h2 ]T . Il filtro adattato prima effettua la moltiplicazione
per il combinatore spaziale hH = [h∗1 , h∗2 ] per produrre il segnale y(t) = h∗1 r1 (t) + h∗2 r2 (t) che viene poi
2
applicato all’ingresso del filtro adattato temporale g ∗ (−t). In tale ambito il filtro adattato spaziale è
denominato maximal-ratio combiner (combinatore a massimo rapporto) poiché, tra tutti i combinatori
con 2 coefficienti, è quello che massimizza il rapporto segnale rumore alla sua uscita.
Ricevitori lineari
Il ricevitore lineare rappresenta la soluzione di rivelazione più semplice per canali MIMO senza memoria.
Considerando lo schema rappresentato in figura 4, il vettore del segnale ricevuto viene pesato con una
La decisione relativa ai simboli trasmessi è effettuata quantizzando ciascun elemento del vettore yk al
simbolo più vicino della costellazione in uso.
C = HH .
yk = HH rk = HH (Hak + wk ) = Ψn ak + nk .
La matrice Ψn − Ψdn ha degli zeri sulla sua diagonale principale. Se fosse nota l’interferenza cocanale
(CCI, cochannel interference) si potrebbe generare il segnale
La prestazione di questo ricevitore costituisce un limite per la prestazione di ciascun rivelatore per sistemi
MIMO e prende il nome di matched filter bound (MFB). Questa situazione è la stessa che si avrebbe
considerando la trasmissione da una sola antenna ed effettuando una combinazione di tipo MRC al
ricevitore.
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Zero-Forcing (ZF)
rispetto al vettore âk . Derivando rispetto ad âk e ponendo il risultato pari a zero si ottiene
HH (rk − Hâk ) = 0.
La matrice lineare ottenuta come soluzione é nota con il nome di pseudoinversa della matrice H e viene
normalmente indicata come
H† = (HH H)−1 HH .
Si osservi che nel caso in cui n = m si verifica che H† = H−1 . Sostituendo l’espressione del segnale
ricevuto (1) in (3) si ottiene
dove
nk = (HH H)−1 HH wk .
Osservando la (4) si comprende che l’approccio ZF comporta la completa eliminazione della CCI. L’autocovarianza
della distorsione nk all’uscita dell’interfaccia ZF risulta essere
E{nk nH H
k } = N0 (H H)
−1
.
dove i pesi corrispondono ai simboli trasmessi e il generico vettore hi rappresenta la i-esima colonna della
matrice H. In quanto segue si trascura la presenza del vettore di rumore wk e si considera il caso di un
sistema di trasmissione MIMO 2 × 2. L’espressione analitica della parte di segnale utile ricevuto risulta
essere
uk = h1 ak;1 + h2 ak;2 . (5)
4
√ √ √
Si considerano i vettori h1 = [ 3/2, 1/ 2]T e h2 = [1/2, 3/2]T e si fa l’ipotesi che il simbolo da decidere
sia quello trasmesso dall’antenna 2. In base all’approccio ZF, la decisione sul simbolo ak;2 é effettuata
in una situazione in cui vi é assenza d’interferenza da parte del simbolo ak;1 . Poiché i vettori h1 e h2
individuano delle direzioni nel piano bidimensionale, il vettore del segnale utile ricevuto corrisponderá
alla somma vettoriale definita in (5) (si veda a tal proposito la rappresentazione del segnale ricevuto
riportata in figura 5 in cui per comoditá si é posto ak;1 = ak;2 = 1). Per fare in modo che il simbolo
ak;1 non interferisca é necessario cancellare il contributo del vettore h1 nella direzione del vettore h2 .
Questa operazione puó essere effettuata applicando l’ortogonalizzazione di Gram-Schmidt ai vettori h1
e h2 . L’osservazione fondamentale consiste nel vedere i vettori h1 e h2 come la base di uno spazio
bidimensionale da cui ricavare la base ortonormale q1 e q2 . Applicando l’ortogonalizzazione di Gram-
Schmidt la prima operazione da fare è quella di normalizzare il vettore h1 che viene preso come prima
direzione ortogonale. In questo caso h1 è già normalizzato e si pone q1 = h1 . In generale, si sarebbe
Al secondo passo si deve sottrarre dal vettore h2 la sua proiezione lungo il vettore q1 data da
r12 = hH
2 q1 .
Sottraendo si ottiene
h02 = h2 − r12 q1 ,
che rappresenta il vettore sul quale si immagina sia avvenuta la trasmissione del simbolo ak;2 . A questo
punto è facile ottenere q2 come
h02 h0 h2 − r12 q1
q2 = 0 = 2 = =⇒ h2 = r22 q2 + r12 q1 .
kh2 k r22 r22
Il ricevitore ZF perde parte dell’energia del segnale per soddisfare il vincolo di avere interferenza nulla
dal simbolo trasmesso dall’antenna 1. Per ristabilire ampiezza unitaria è necessario dividere per r22 :
nell’effettuare tale operazione è possibilie introdurre noise enhancement quando i due vettori sono vicini
all’essere paralleli tra di loro (linearmente dipendenti). La perdita d’energia si puó dunque tradurre in
un effetto di noise enhancement quando si verificano circostanze particolari per il canale di trasmissione.
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Osservazione. L’ortogonalizzazione di Gram-Schmidt può essere riscritta in forma matriciale come
segue " #
r11 r12
H = [h1 , h2 ] = [q1 , q2 ] = QR
0 r22
che rappresenta la famosa decomposizione QR, in cui Q è una matrice unitaria1 e R è una matrice
triangolare superiore.
Una strategia migliore dello ZF consiste nello scegliere C in modo da raggiungere un compromesso che
tenga conto della perdita di energia commisurata all’entità dell’interferenza: in accordo a questo approccio
si preferisce avere un’interferenza residua se questo consente di catturare una maggior energia al fine della
decisione sul simbolo desiderato. Il ricevitore MMSE sceglie C in modo da minimizzare il costo
E{kek k2 } = E{kCrk − ak k2 }
2 Il passaggio da una forma all’altra si ottiene applicando il Matrix Inversion Lemma [3]
¡ ¢−1
B−1 + CD−1 C∗ = B − BC (D + C∗ BC)−1 C∗ B.
6
Figure 6: Array lineare uniforme al ricevitore.
Si consideri la situazione in cui vi é l’utente desiderato con angolo d’incidenza θ = 15◦ e tre interferenti
aventi rispettivamente angoli d’incidenza 30◦ , 70◦ e 80◦ . A causa di una riflessione il segnale dell’utente
desiderato arriva anche da una direzione avente angolo d’incidenza pari a 50◦ amplificato di un fattore
0.9. Il secondo e il terzo interferente sono amplificati di 0.5 e 0.6. Il sistema di trasmissione può essere
modellato mediante un canale MIMO
H = [h1 , h2 , h3 , h4 ]
dove
h1 = v(15◦ ) + 0.9v(50◦ ), h2 = v(30◦ ), h3 = 0.5v(70◦ ), h4 = 0.6v(80◦ ).
In questa situazione ci interessa prendere una decisione relativa al segnale desiderato. Il ricevitore lineare
assumerà la forma
yk = cH rk .
• Rivelatore beamsteering, in cui csteer = v(15◦ ): il vettore dei coefficienti è adattato al raggio in
visibilità e non tiene conto del raggio riflesso e dell’interferenza.
• Rivelatore MRC, per il quale cM RC = h1 : il vettore dei coefficienti è adattato ai contributi che
derivano dal cammino diretto e da quello riflesso mentre ignora completamente l’interferenza.
• Rivelatore lineare ZF, per il quale cZF = (HHH )−1 h1 : il vettore dei coefficienti genera degli zeri
in corrispondenza delle direzioni degli interferenti e nel contempo cerca di catturare quanta più
energia possibile dal segnale desiderato.
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• Rivelatore MMSE, per il quale cM M SE = (HHH + N0 I4 )−1 h1 . Rispetto al caso precedente il
vettore dei coefficienti cerca di catturare più energia dal segnale ricevuto accettando la presenza di
un’interferenza residua.
Dopo aver rappresentato le funzioni di direttività per i diversi tipi di rivelatori, si chiede di rappre-
sentare le costellazioni d’uscita nel caso di costellazione di tipo 4-QAM in cui i simboli possono assumere
√
i valori complessi {±1 ± j}/ 2 e misurare il corrispondente valore di MSE.
8
Bibliography
[1] A. Spalvieri, “Sistemi MIMO”, dispense del corso di Metodi e Circuiti per le Trasmis-
sioni Numeriche II, Dipartimento di Elettronica e Informazione, Politecnico di Milano,
http://home.dei.polimi.it/spalvier/indexmetodi2.html
[2] J. R. Barry, E. A. Lee, D. G. Messerschmitt, Digital communication 3rd ed., Norwell, MA: Kluwer
Academic Publishers, 2004.
[3] http://en.wikipedia.org/wiki/Matrix_inversion_lemma