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AMPLIFICATORI
Si dice amplificatore un circuito in grado di “aumentare” l'ampiezza del segnale di
ingresso. Un buon amplificatore deve essere lineare, nel senso che deve amplificare
tutte le forme d'onda presenti in ingresso nello stesso modo, cioè moltiplicare l'ampiezza
di ognuna per un numero costante, pari al guadagno, per tutte le frequenze. Un
amplificatore si dice amplificatore di tensione se amplifica la tensione; si dice
amplificatore di corrente se amplifica la corrente.
Un amplificatore si dice per piccoli segnali quando l'ampiezza della forma d'onda
applicata in ingresso è molto piccola e la potenza in uscita è dell'ordine delle centinaia di
mW. Quando, invece, la potenza fornita in uscita è dell'ordine dei watt si dice che
l'amplificatore è di potenza.
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Ogni amplificatore può essere visto come un quadripolo, cioè un blocco circuitale con
un ingresso e una uscita. Ha un suo guadagno di tensione, dato dalla formula: Av = vu /
vi; e un suo guadagno di corrente, dato dalla formula: Ai = iu / ii
Ha, inoltre, una sua resistenza di ingresso, data dalla formula Ri = vi / ii, e una sua
resistenza di uscita, data dalla formula: Ru = vu / iu.
Si dice distorsione di fase quando tra le varie frequenze in uscita vi è una differenza di
fase diversa rispetto a quella presente in ingresso; in pratica l'amplificatore non sfasa le
varie frequenze dello stesso angolo.
Si dice distorsione di non linearità il fatto di avere una deformazione della forma d'onda
tra ingresso e uscita. Ciò è dovuto al fatto che essendo il segnale di ingresso molto forte
il transistor si sposta in una zona non lineare delle caratteristiche, per cui si hanno
amplificazioni diverse, o addirittura saturazione, nelle diverse parti che costituiscono la
forma d'onda.
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