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Curvacaratteristicadeltransistor

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AMPLIFICATORI
Si dice amplificatore un circuito in grado di “aumentare” l'ampiezza del segnale di
ingresso. Un buon amplificatore deve essere lineare, nel senso che deve amplificare
tutte le forme d'onda presenti in ingresso nello stesso modo, cioè moltiplicare l'ampiezza
di ognuna per un numero costante, pari al guadagno, per tutte le frequenze. Un
amplificatore si dice amplificatore di tensione se amplifica la tensione; si dice
amplificatore di corrente se amplifica la corrente.

Occorre precisare che l'amplificatore non è un generatore, infatti l'amplificazione


avviene a spese del generatore di tensione che alimenta il circuito.

Un amplificatore si dice per piccoli segnali quando l'ampiezza della forma d'onda
applicata in ingresso è molto piccola e la potenza in uscita è dell'ordine delle centinaia di
mW. Quando, invece, la potenza fornita in uscita è dell'ordine dei watt si dice che
l'amplificatore è di potenza.

Un amplificatore si dice di bassa frequenza se amplifica le frequenze basse, cioè le


frequenze audio, udibili dall'orecchio umano; le frequenze audio vanno da 20 Hz a
20.000 Hz. Un amplificatore si dice ad alta frequenza quando amplifica frequenze
superiori ai 20 kHz. Ciò è dovuto al fatto che un amplificatore, a causa dei limiti della
tecnica, è selettivo, cioè amplifica una ristretta gamma di frequenze; di conseguenza per
ogni gamma di frequenze di lavoro si costruisce un idoneo amplificatore.

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Ogni amplificatore può essere visto come un quadripolo, cioè un blocco circuitale con
un ingresso e una uscita. Ha un suo guadagno di tensione, dato dalla formula: Av = vu /
vi; e un suo guadagno di corrente, dato dalla formula: Ai = iu / ii

Ha, inoltre, una sua resistenza di ingresso, data dalla formula Ri = vi / ii, e una sua
resistenza di uscita, data dalla formula: Ru = vu / iu.

Si dice rumore un insieme di frequenze diverse, presenti in uscita e non presenti in


ingresso; in pratica il rumore viene generato dall'amplificatore ed è un difetto
dell'amplificatore stesso; ha un origine interna, quando proviene dai componenti
utilizzati, oppure una origine esterna, come disturbi atmosferici, di interruttori, di circuiti
vicini; in tal caso si chiama disturbo.

Si dice distorsione di un amplificatore il fenomeno per cui tra segnale di ingresso e


segnale di uscita vi è una variazione non prevista. La distorsione può essere distorsione
di frequenza, quando vi sono in uscita frequenze non presenti in ingresso; ciò è dovuto
al fatto che non tutte le frequenze vengono amplificate nello stesso modo.

Si dice distorsione di fase quando tra le varie frequenze in uscita vi è una differenza di
fase diversa rispetto a quella presente in ingresso; in pratica l'amplificatore non sfasa le
varie frequenze dello stesso angolo.

Si dice distorsione di non linearità il fatto di avere una deformazione della forma d'onda
tra ingresso e uscita. Ciò è dovuto al fatto che essendo il segnale di ingresso molto forte
il transistor si sposta in una zona non lineare delle caratteristiche, per cui si hanno
amplificazioni diverse, o addirittura saturazione, nelle diverse parti che costituiscono la
forma d'onda.

Consideriamo i seguenti diagrammi che mostrano come il segnale applicato in ingresso


influisce sul punto di riposo del BJT P1, P3:

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