Guido Reni (Bologna, 4 novembre 1575 – Bologna, 18 agosto 1642) fu un pittore e incisore italiano, fra i
maggiori del Seicento [1].
Indice
1 Biografia
1.1 A Roma
1.2 A Bologna
4 Note
5 Bibliografia
6 Altri progetti
7 Collegamenti esterni
Biografia
Nasce a Bologna, nell'attuale Palazzo Ariosti di via San Felice 3, da Daniele, musicista e maestro della Cappella di San Petronio, e da Ginevra Pozzi; è
battezzato il 7 novembre nella chiesa di San Pietro. Un'erronea tradizione che risale alla fine del Settecento lo fa nascere a Calvenzano (Vergato),
nell'Appennino bolognese.
Nel 1584, a dire dello storico Carlo Cesare Malvasia, che conobbe in vita il pittore, abbandona gli studi di musica, a cui era stato avviato dal padre, per
entrare nell'avviata bottega bolognese del pittore fiammingo Denijs Calvaert, amico del padre, che lo impegna a tenerlo con sé per dieci anni. Ha per
compagni di apprendistato pittori destinati a grande successo come Francesco Albani e il Domenichino; studia Raffaello, del quale copia più volte l'Estasi di
Santa Cecilia, e le incisioni del Dürer.
Morto il padre il 7 gennaio 1594, Guido lascia la bottega del Calvaert per aderire all'Accademia degli Incamminati, scuola di pittura fondata dai Carracci nel
1582 col nome di Accademia dei Desiderosi (il nome fu cambiato nel 1590).
Qui mostra il suo talento tanto che il Malvasia riferisce l'improbabile aneddoto del suggerimento dato da Annibale a Ludovico Carracci, di non gl'insegnar
tanto a costui, che un giorno ne saprà più di tutti noi. Non vedi tu come non mai contento, egli cerca cose nuove? Raccordati, Lodovico, che costui
un giorno ti vuol far sospirare.
Nel 1598 è già pittore indipendente e dipinge la Incoronazione della Vergine e quattro santi, oggi nella Pinacoteca di Bologna, per la chiesa di San
Bernardo, e vince la gara, in concorso con Ludovico Carracci, per la decorazione della facciata del Palazzo del Reggimento, l'attuale palazzo municipale di
Bologna: gli affreschi, commissionati per onorare la visita di papa Clemente VIII e rappresentanti figure allegoriche, si erano già cancellati nell'Ottocento.
Sono contemporanee le tele della Madonna col Bambino, san Domenico e i Misteri del Rosario della Basilica di San Luca, la Resurrezione di San
Domenico e la Assunzione della Vergine della parrocchiale di Pieve di Cento. Il 5 dicembre 1599 fa parte del Consiglio della Congregazione dei pittori di
Bologna.
La figura del pittore Guido Reni è stata ripresa anche dallo scrittore tedesco Joseph von Eichendorff nel suo romanzo "Aus dem Leben eines Taugenichts",
ossia, "della vita di un perdigiorno".
A Roma
Forse già nel 1600 ma certamente nel 1601 è a Roma, dove l'11 ottobre viene pagato dal cardinale Sfondrato per il suo Martirio di santa Cecilia della
Basilica di Santa Cecilia in Trastevere: per lo stesso committente e la stessa chiesa esegue anche l'Incoronazione dei santi Cecilia e Valeriano e, copia del
noto dipinto di Raffaello, la Santa Cecilia con quattro santi, ora conservata nella chiesa di San Luigi dei Francesi. A marzo del 1602 è a Bologna per
assistere ai funerali di Agostino Carracci.
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Viaggia da Bologna a Roma e di qui a Loreto, per trattare delle eventuali decorazioni della Santa Casa che verranno però affidate al Pomarancio; a Loreto,
comunque, vede gli affreschi di Melozzo, le cui opere aveva probabilmente già conosciuto a Roma e, di passaggio, a Forlì. Delle soluzioni melozziane terrà
conto nei suoi lavori: si pensi alla prospettiva degli affreschi del Duomo di Ravenna. In questo periodo dipinse Il Cristo in Pietà adorato dai santi Vittore e
Corona, da Santa Tecla e San Diego d'Alcalà, ora conservato nella Cappella della Sacra Spina del Duomo di Osimo (1601 circa) e la Trinità con la
Madonna di Loreto (1604) per la Chiesa della Trinità o del Sacramento della stessa cittadina marchigiana. Entrambe queste opere furono richieste dal
cardinale Antonio Maria Galli, un creato di Sisto V, maggiormente noto in ambito storico artistico per le sue commissioni al pittore Cristoforo Roncalli, il
Pomarancio. Nel 1605 completa La crocefissione di san Pietro, per la chiesa romana di San Paolo alle Tre Fontane, ma ora nella Pinacoteca Vaticana,
commissionatagli dal cardinale Pietro Aldobrandini. Per il Malvasia sarebbe stato il Cavalier d'Arpino a suggerire
l'emulazione del soggetto, derivato dalla tela caravaggesca della basilica di Santa Maria del Popolo, allo scopo di
danneggiare il Caravaggio nei favori dei committenti. Ne riproduce in parte i contrasti di luce ma vi toglie il dramma:
la sua crocefissione è la rappresentazione di un tranquillo lavoro di artigiani, che rovesciano un santo rassegnato
sulla croce e lo legano e l'inchiodano con gesti lenti e metodici.
È la sua ricerca del bello ideale, ricavato dal classicismo raffaellesco nella mediazione dei Carracci che sfiora
soltanto la visione naturalistica di Caravaggio ma se ne allontana per la necessità di ammantarla di "decoro"; di
questa esperienza, nel primo decennio del secolo, sono parte il Davide con la testa di Golia del Louvre, il
Martirio di santa Caterina per la chiesa di Sant'Alessandro a Conscente, ora al Museo diocesano di Albenga in
Liguria, La preghiera nell'orto di Sens e L'incoronazione della Vergine di Londra.
La sua fama è così consolidata che nel 1608 papa Paolo V gli affida la decorazione di due sale dei Palazzi
Vaticani, la Sala delle Nozze Aldobrandine e la Sala delle Dame, e il cardinale Borgherini gli affreschi di San Sansone vittorioso (1611), Pinacoteca
Gregorio al Celio, il Martirio di sant'Andrea e l'Eterno in gloria; l'anno dopo inizia la decorazione della cappella Nazionale, Bologna
dell'Annunciata nel palazzo del Quirinale, avvalendosi anche di aiuti importanti come quelli di Francesco Albani e di
Giovanni Lanfranco.
Il 25 settembre 1609 riceve il primo acconto per gli affreschi della cappella Paolina in Santa Maria Maggiore che
interrompe alla fine del 1610, sembra per contrasti con l'amministrazione papale. Torna a Bologna dopo il 1614,
anno in cui termina l'Aurora per il casino Rospigliosi (a Roma). Importanti dipinti quali La strage degli innocenti, il
Sansone vittorioso sono eseguiti ancora a Roma ed inviati a Bologna.
Se il Sansone è un gigante effeminato che si ristora dopo il massacro e i morti sembrano dormire placidamente nella
serenità albeggiante di una vasta pianura, nell'altra Strage rappresentata in atto con sei donne, due piccoli morti e
due assassini, la tragedia è congelata nella misura e nella simmetria della composizione raffaellesca.
Torna a Roma nel 1612, per terminare nell'aprile gli affreschi di Santa Maria Maggiore; il cardinale Scipione
Borghese gli commissiona, per il suo Casino nel parco del suo palazzo, ora Palazzo Pallavicini Rospigliosi,
l'affresco dell'Aurora, terminato nell'agosto 1614. Il grandioso affresco ebbe grande fortuna fino al
Neoclassicismo: il carro di Apollo, circondato dalle figure delle Ore è preceduto dall'Aurora mentre sopra i quattro
cavalli vola Phosphoros, l'astro del mattino, con una torcia accesa; in basso a destra è rappresentato un paesaggio
marino.
Dopo un breve soggiorno a Napoli, è a Bologna dove inizia ad affrescare l'abside della cappella di San Domenico,
nell'omonima basilica; ancora a Roma nel primi del 1614, torna definitivamente a Bologna nell'ottobre 1614.
Strage degli innocenti (1611),
A Bologna Pinacoteca Nazionale, Bologna
Qui esegue opere che saranno prototipo di numerose tele seicentesche come, per la chiesa di Santa Maria della
Pietà, la pala detta Pietà dei Mendicanti, il Crocifisso ora nella Pinacoteca bolognese e l'Assunzione della
Vergine di Genova.
Il 20 giugno 1617 è chiamato a Mantova per eseguire decorazioni nel
Palazzo Ducale ma rifiuta a causa delle "infermità mortali" che gli
provocherebbe la pittura a fresco; in compenso, esegue per il duca
quattro tele con le Fatiche di Ercole - Ercole sul rogo, Ercole e
Archeloo, Ercole e l'idra e Nesso rapisce Deianira - ora al Louvre.
Nel maggio 1622 è a Napoli, per affrescare la cappella del Tesoro di
San Gennaro nel Duomo ma non raggiunge l'accordo economico e
riparte per Roma, dopo aver dipinto tre tele per la chiesa di San Filippo
Neri. Se le presunte, oscure manovre ordite contro di lui dai pittori
napoletani non hanno riscontro documentario, una lettera del 20 agosto
del conte Barbazzi al duca di Mantova attesta l'"estremo bisogno" di Ritratto della madre (1615-1620),
denaro del pittore, "larghissimo dissipatore". Pinacoteca nazionale (Bologna),
Bologna
La tela napoletana dell'Atalanta e Ippomene figurava nel Seicento nelle
collezioni dei Gonzaga a Mantova. Rappresenta il mito della gara fra Ippomene e l'invincibile Atalanta, che perderà
Nesso rapisce Deianira (1621), la corsa - e la propria verginità - per fermarsi a raccogliere le mele d'oro lasciate cadere da Ippomene durante la
Museo del Louvre, Parigi corsa. "Nudi da Erebo, fantasmi di un imbrunire perpetuo, Atalanta e Ippomene sono colpiti da una luce spettrale:
evocati, richiamati dal nulla....le carni s'imbevono di una luce astratta, lunare. Una diagonale di rossori, in quel
pallore livido, d'incarnati più rosei, un soffio appena vitale attraversa le mani dei due adolescenti, scalando dal volto
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del giovane fino alla mano della fanciulla che interrompe la corsa e si distrae a raccogliere il pomo gettato dal rivale: un gesto - lapsus, che nel suo curvo ritmo
di danza scopre una nudità di membra molli, lievemente deteriorate...Atalanta assorta in un'ermetica indifferenza, Ippomene che si ritrae spaventato dalla
magia fascinatrice del pomo, divergono in un rapporto di fraterna, incomunicabile solitudine..." (Cesare Garboli).
Nel 1625 firma e data a Roma il Ritratto del cardinale Roberto Ubaldini, ora in una collezione privata inglese e
la grande pala barocca della Trinità per la chiesa dei Pellegrini, dipinta, secondo il Malvasia, in soli ventisette giorni
e terminata in settembre.
A questo periodo (1627) appartiene anche la celeberrima tela della Immacolata Concezione oggi conservata nella
Chiesa di San Biagio di Forlì.
Ritorna ancora a Roma nel 1627 per eseguire gli affreschi, commissionatigli dal cardinale Barberini, delle Storie di
Attila in San Pietro; impone che nessuno – "né anco i cardinali" - salga sulle impalcature durante i lavori e tuttavia
non mette mano all'opera ripartendo bruscamente per Bologna, a causa, s'è detto, oltre che dell'ostilità di alcuni
cardinali, anche della gelosia del Gessi, suo ex allievo.
Durante questa permanenza a Roma riceve la commissione del Ratto
d'Elena dall'ambasciatore spagnolo col quale non viene però raggiunto
l'accordo sul compenso e viene allora venduto in Francia a Monsieur de
la Vrillière: è una fredda e decorativa scena da melodramma cortigiano,
diversamente dal Ritratto del cardinale Bernardino Spada, conservato
nell'omonima Galleria romana, donato dal pittore all'amico cardinale,
legato pontificio a Bologna. Lo Spada viene rappresentato con evidente
Davide con la testa di Golia (1605), simpatia e una resa vibrante di colori che ne esalta l'aspetto aristocratico
Musée du Louvre, Paris e intelligente in un contesto di compostezza e decoro.
Superata la tremenda peste del 1630, il Senato bolognese gli
commissiona la pala votiva della Madonna col Bambino e santi, criticata dai contemporanei per l'avvicinarsi del
Reni alla sua seconda maniera, ove schiarisce le tonalità, intridendole di argento, come si nota anche nella delicata
Annunciazione di Ascoli Piceno.
È la sostanziale ambiguità della sua poetica ad aver fatto oscillare l'apprezzamento della sua opera nel tempo: fu esaltato dai contemporanei per l'armonia
raggiunta nel coniugare il classicismo raffaellesco alle esigenze di verità poste da Caravaggio - esigenze naturalistiche del resto già sentite dal Reni fin dal
tempo della sua frequentazione dei Carracci - e depurate dagli eccessi in nome del decoro e della ricerca del bello ideale.
"Di tutti gli allievi dei Carracci è stato il più felice e ancor oggi si trova un'infinità di persone che prediligono le sue opere al punto da preferire la delicatezza e
la grazia che manifestano alla grandezza e alle forti espressioni di altre" (Des Avaux, 1666) e il Mariette, nel 1741, scrive che "la nobiltà e la grazia che Guido
ha soffuso sui volti, i suoi bei drappeggi, uniti alla ricchezza delle composizioni, ne hanno fatto un pittore dei più gradevoli. Ma non si deve credere che sia
giunto a questo senza essersi sottoposto a un intenso lavoro. Lo si vede soprattutto nei disegni preparatori di grandi dimensioni: ogni particolare è reso con
assoluta precisione. Attraverso di essi si rivela un uomo che consulta continuamente la natura e che non fa alcun assegnamento sul suo dono felice di
abbellirla".
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Apprezzate nel Settecento anche le opere dell'ultima maniera dalle forme che si dissolvono nella luce, nell'Ottocento, a parte la stroncatura di John Ruskin,
nel 1844, ("la religione deve essere ed è sempre stata il fondamento e lo spirito informatore di ogni vera arte. Mi assale una collera disperata quando sento
che Eastlake compera dei Guido per la National Gallery"), intorno al Reni si fa silenzio quando non vi è il disprezzo per certe espressioni della sua pittura
devozionale.
Nel 1923 esce l'importante articolo di Hermann Voss sugli anni romani dell'attività del Reni, in cui lo studioso tedesco individua l'attenzione del bolognese alla
pittura moderna di Annibale Carracci e dello stesso Caravaggio ma con un approccio da conservatore che "paralizza" la monumentalità dell'uno e il
naturalismo dell'altro, tanto da suscitare l'entusiasmo di un Cavalier d'Arpino. "L'irresistibile incanto del Reni era ed è riposto nel sensuale fascino della sua
cantilena in una sua tipica e inimitabile dolcezza musicale....il modo con cui lascia cadere una veste frusciante, con
cui, grazie ad una semplicissima curva compositiva, fa risuonare e vibrare l'intera figurazione, ha qualcosa di
sonnambulesco". Non vi sono nel Reni nuovi pensieri e originalità compositive ma un semplice confrontarsi con la
tradizione: la forza del pittore sta "nell'alto senso della bellezza e in quella musicalità del sentire che nobilitano ogni
linea, ogni movenza...."
Per il Longhi, nel Reni è acutissimo il desiderio "di una bellezza antica ma che racchiuda un'anima cristiana...
spesso, da vero pittore e poeta, escogita gamme paradisiache... angeli soffiati in rosa e biondo... un anelito a
estasiarsi, dove il corpo non è che un ricordo mormorato, un'impronta; un movente quasi buddistico, che bene
s'accorda con l'esperienza tentata da Guido di dipinger sulla seta, a somiglianza, appunto, degli orientali".
Una grande mostra a Bologna nel 1954 accentuò l'interesse critico per l'artista: per il Ragghianti, "il vero Reni ci si
presenta come un artista rimasto, oltre ogni dottrina e bravura di prove, trepidamente adolescente, in un crepuscolo
di esperienze che, come nella pubertà, avvolge il senso nella fantasia e gli dà quell'accensione fascinosa che dilata la
realtà...".
Per Cesare Gnudi, la poetica classicista fu dominante nel Reni, ed egli, pur identificando il suo ideale di bellezza con
le immagini della mitologia classica, dovette mediare tale ideale con la realtà storica, politica e religiosa, cui aderiva,
della Controriforma, e "fra il suo ideale di bellezza e il suo sentimento religioso già assestato in una quieta e
accomodante pietà, egli non sentì forse mai un vero contrasto". Non è vero che il vero Reni si troverebbe
nell'evocazione di soggetti mitologici e un falso Reni si esprimerebbe nella convenzionalità dei suoi soggetti religiosi;
San Michele arcangelo (1635), chiesa se mondo classico e mondo religioso non contrastano fra di loro, tuttavia nemmeno si identificano e il Reni non
di Santa Maria della Concezione, sentì mai di dover scegliere: "La scelta non avvenne perché egli sentiva nell'uno e nell'altro mondo qualche parte
Roma vitale di sé. Non avvenne mai la rinuncia all'uno in nome dell'altro. Il dualismo restò così fino all'ultimo,
continuamente composto e continuamente affiorante".
Negli ultimi anni "alla levitazione della forma materica farà seguito
progressivo un disfacimento delle ultime vestigia naturali; la pittura andrà
sempre più a decomporsi come una crisalide, lasciando emergere la
struttura scarna e tuttavia persuasiva del progetto grafico sottostante.
L'accelerazione è così evidente da far risuonare sotto le volte dello studio
posto quasi in piazza Maggiore quel non finito che il Manierismo aveva
portato al livello della metafora (l'impossibile a dire, a esprimere) che al
contrario Guido intendeva come la sublime sprezzatura poetica
dell'esprimibile toccato e colto nella pienezza dell'idea, del suo mondano
travestimento..." (Emiliani).
Opere
Agrigento, Cattedrale di San Gerlando, Madonna col Bambino
San Pietro penitente – Roma, Albenga, Museo Diocesano, Martirio di Santa Caterina, ca 1608 Il suicidio di Cleopatra (ca 1625-
Collezione M (collezione privata) Alnwich Castle, collezione privata, Crocefissione, ca 1630 1626), Bildergalerie, Potsdam
Amsterdam, Rijkmuseum, Maria Maddalena, ca 1627
Amsterdam, Rijkmuseum, Uomo di dolori, 1630
Ascoli Piceno, Pinacoteca comunale, Annunciazione, ca 1632
Auckland, City Art Gallery, Susanna e i vecchioni, ca 1620
San Sebastiano (Guido Reni Auckland), ca 1625
Avigliana (TO), Santuario Madonna dei Laghi, San Maurizio riceve la palma
del martirio, ca 1615
Baltimora, Walters Art Museum, La Maddalena penitente, 1635
Birmingham, Art Gallery, Ritratto di donna, 1638 - 1639
Bologna, basilica di San Domenico, La Resurrezione, ca 1600
Bologna, Palazzo Zani-Rossi, La caduta di Fetonte, affresco, ca 1598
Bologna, Pinacoteca nazionale, Incoronazione della Vergine e quattro
santi, ca 1596
Bologna, Basilica di San Luca, Madonna col Bambino, san Domenico e i
Misteri del Rosario, ca 1598 Il martirio di sant'Andrea (1608), affresco, chiesa di San Gregorio al
Bologna, basilica di San Domenico, La gloria di san Domenico, 1613 Celio, Roma
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Arianna, 1638 - 1640
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Crocefissione, 1616
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Bologna, Pinacoteca Nazionale, Ecce Homo, ca 1639
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Il beato Andrea Corsini, 1639
Bologna, Pinacoteca Nazionale, La flagellazione di Cristo, ca 1641
Bologna, Pinacoteca Nazionale, La Madonna col Bambino che appare a
san Francesco, 1640 - 1642
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Pala del voto, 1632
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Pietà dei Mendicanti, 1615
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Ritratto della madre, 1612 - 1625
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Ritratto di una vecchia donna, 1611 -
1612
Bologna, Pinacoteca Nazionale, San Francesco confortato da un angelo
musicante, 1606 - 1607
Bologna, Pinacoteca Nazionale, San Sebastiano, 1639 - 1640
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Sansone vittorioso, 1612
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Sibilla, 1635 - 1636
Bologna, Pinacoteca Nazionale, Strage degli innocenti, 1612
Castelfranco Emilia, Chiesa di Santa Maria Assunta (Castelfranco Emilia), Atalanta e Ippomene, (ca 1625) Museo di Capodimonte, Napoli
Assunzione di Maria (Reni)
Castelfranco Emilia, Chiesa parrocchiale di S. Maria Assunta, B.V. Maria
Assunta in cielo, 1627
Chicago, Art Institute, Salomè con la testa di Giovanni il Battista, 1639 -
1640
Chrysler, Museum of Art, L'incontro di Davide ed Abigail, 1615 - 1620
Città del Vaticano, Pinacoteca, Crocefissione di san Pietro, ca 1604
Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana, Madonna col Bambino e i santi
Tommaso e Gerolamo, 1635
Città del Vaticano, Pinacoteca, La Fortuna fermata dall'Amore, 1623 L'Aurora (1614), affresco, Palazzo Rospiglosi-Pallavicini, Roma
Città del Vaticano, Affreschi delle Sale delle Nozze Aldobrandine e delle
Dame, 1608
Città del Vaticano, Pinacoteca Vaticana, San Matteo e l'angelo, 1635 - 1640
Cleveland (Ohio), Museum of Art, Adorazione dei Magi, ca 1640
Detroit, Institute of Art, L'angelo appare a san Gerolamo, ca 1638
Detroit, Institute of Art, Testa di Cristo coronato di spine, 1630
Dresda, Gemäldegalerie, Madonna col Bambino in trono e santi, 1621
Dresda, Gemäldegalerie, Bacco che beve, ca 1623
Dresda, Gemäldegalerie, Venere e Cupido, ca 1639
Firenze, Galleria degli Uffizi, Davide con la testa di Golia, 1605
Firenze, Galleria degli Uffizi, Madonna col Bambino tra le sante Lucia e Maddalena, 1622 - 1623
Firenze, Galleria Corsini, Sant'Andrea Corsini in estasi, ca 1633
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina, Giovane Bacco, 1615 - 1620
Firenze, Palazzo Pitti, Galleria Palatina, La Carità, ca 1620
Foggia, Chiesa di Santa Maria della Misericordia, Ecce Homo
Forlì, Chiesa di San Biagio, Immacolata Concezione, 1627
Genova, Palazzo Rosso, San Sebastiano[2]
Genova, Chiesa del Gesù, Assunzione della Vergine, 1617
Greenville, Bob Jones University, I quattro evangelisti, quattro tele, ca 1630
Houston, Museum of Fine Arts, San Giacomo il Maggiore, 1636 - 1639
Houston, Museum of Fine Arts, San Giuseppe e Gesù Bambino, 1638 - 1640
Lione, Museo di Belle Arti, Assunzione della Vergine, 1637
Londra, Dulwich Picture Gallery, San Giovanni Battista nel deserto, ca 1636 - 1637
Londra, National Gallery, Il ratto di Europa, 1639 - 1640
Londra, National Gallery, Incoronazione della Vergine, ca 1608
Londra, National Gallery, San Gerolamo, 1624 - 1625 c.
Londra, National Gallery, Santa Maria Maddalena, 1634 - 1635
Londra, National Gallery, Adorazione dei pastori, ca 1640
Londra, National Gallery, Cristo abbraccia Giovanni Battista, ca 1640
Londra, National Gallery, Rinnegamento di Pietro, 1615 - 1616
Los Angeles, County Museum of Art, Ritratto del cardinale Roberto Ubaldino, 1627
Los Angeles, Jean Paul Getty Museum, Giuseppe e la moglie di Putifarre, ca 1630
Los Angeles, Jean Paul Getty Museum, Madonna col Bambino, 1640 - 1642
Los Angeles, Los Angeles County Museum of Art, Bacco e Arianna, 1619 - 1620
Madrid, Museo del Prado, Atalanta e Ippomene, 1619-1620
Manchester, City Art Gallery, Santa Caterina, ca 1638
Milano, Museo diocesano, San Giuseppe e il Bambino, ca 1642
Milano, Pinacoteca Ambrosiana, La Maddalena penitente, ca 1641
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Milano, Pinacoteca di Brera, I SS. Pietro e Paolo, 1605
Modena, Galleria Estense, Crocifisso, 1639
Modena, Galleria Estense, San Rocco in carcere, 1617
Mosca, Museo Puškin delle belle arti, Giuseppe e la moglie di Putifarre, ca 1631
Napoli, Certosa di San Martino, Adorazione dei pastori, ca 1640
Napoli, Museo di Capodimonte, Atalanta e Ippomene, 1625
Oregon, Portland Art Museum, Davide decapita Golia, 1606 - 1607
Parigi, Louvre, Le fatiche di Ercole, quattro tele, 1617 - 1621:
Ercole sul rogo, 1617 - 1619
Ercole e Archeloo, 1617 - 1621
Ercole e l'idra, 1617 - 1621
Nesso rapisce Deianira, 1617 - 1621
Parigi, Louvre, Annunciazione, ca 1629
Parigi, Louvre, Cristo rimette le chiavi a San Pietro, 1624 - 1626
Parigi, Louvre, Ecce Homo, 1639 - 1640
Parigi, Louvre, Il ratto di Elena, 1631
Parigi, Louvre, La purificazione della Vergine, ca 1637
Parigi, Louvre, L'unione del Disegno e del Colore, 1620 - 1625
Parigi, Louvre, Madonna col Bambino e san Giovanni Battista, ca 1606
Parigi, Louvre, San Francesco in meditazione, 1630 - 1631
Parigi, Louvre, San Sebastiano, ca 1620
Parma, Pinacoteca Giuseppe Stuard, Donna con colombe, ca 1640
Pasadena, Norton Simon Museum of Art, Santa Cecilia, 1606
Perpignan, Musée Rigaud, La consegna delle chiavi, 1622
Pieve di Cento, Parrocchiale, Assunzione della Vergine, 1599
Potsdam, Sanssouci, La morte di Cleopatra, 1625 - 1630
Raleigh, North Carolina Museum of Art, Madonna col Bambino, 1628 - 1630
Ravenna, Cattedrale, La caduta della manna, 1614 - 1615
Rennes, Museo di Belle Arti, Porcia, moglie di Bruto si dà la morte
Roma, chiesa di Santa Cecilia, Incoronazione dei SS. Cecilia e Valeriano, 1600
Roma, Basilica di Santa Maria Maggiore, affreschi, 1611 - 1612
Roma, Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini, La Trinità, 1625
Roma, Chiesa della SS. Trinità dei Pellegrini, L'Eterno in gloria, 1612
Roma, chiesa di San Lorenzo in Lucina, Il Crocefisso, ca 1640
Roma, chiesa di San Luigi dei Francesi, Santa Cecilia e quattro santi, 1600
Roma, Chiesa di Santa Maria Immacolata, San Michele arcangelo, 1635
Roma, Galleria Borghese, Mosè con le tavole della legge, 1600 - 1610
Roma, Galleria nazionale di arte antica, Amorino Dormiente, 1627
Roma, Galleria Spada, Ritratto del cardinale Bernardino Spada, 1631
Roma, Quirinale, affreschi, 1609 - 1611
Roma, Pinacoteca Capitolina, Il suicidio di Lucrezia, ca 1641
Roma, Collezione M (Collezione privata), Gesù Bambino addormentato sulla Croce, Olio su tela
Roma, Collezione M (Collezione privata), San Francesco che adora il Crocefisso, olio su tela, 1632 ca.
Roma, Collezione M (Collezione privata), San Pietro penitente, Olio su tela
Roma, Fondazione Sorgente Group, La Vergine in preghiera, Olio su tela. 50 x 40 cm, 1627 ca.
Roma, Galleria Nazionale di Arte Antica, Santa Maria Maddalena, 1633
Roma, Pinacoteca Capitolina, Fanciulla con corona, ca 1641
San Pietroburgo, Ermitage, La costruzione dell'arca di Noè, 1608
San Pietroburgo, Hermitage, Educazione della Vergine, 1640 - 1642
San Pietroburgo, Hermitage, I Padri della Chiesa discutono sul dogma dell'Immacolata Concezione, ca 1625
San Pietroburgo, Hermitage, San Giuseppe con Gesù Bambino, ca 1635
San Pietroburgo, Hermitage, San Pietro penitente, 1635 c.
Sassocorvaro, Pinacoteca della Rocca Ubaldinesca, Testa di Cristo coronato da Spine (copia da Guido Reni)
Siena, chiesa di San Martino, La circoncisione, ca 1637
Tolosa, Musée des Augustins, Apollo scortica Marsia, ca 1634
Tolosa, Musée des Augustins, Cristo porta la croce, ca 1620
Torino, Galleria Sabauda, Apollo che scortica Marsia
Torino, Galleria Sabauda, Lucrezia
Torino, Galleria Sabauda, San Gerolamo
Torino, Galleria Sabauda, San Giovanni Battista
Toronto, Art Gallery of Ontario, Cristo coronato di spine, ca 1622 - 1623
Vienna, Kunsthistorisches Museum, San Gerolamo, ca 1635
Vienna, Kunsthistorisches Museum, Battesimo di Cristo, 1623
Windsor, Royal Collection, Cleopatra col serpente, ca 1630
Collezione privata, Arianna, frammento delle Nozze di Bacco e Arianna, 1641
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Ubicazione ignota, già Parigi, Galleria Canesso, Ritratto del cardinale Giacomo Sannesio
Note
1. ^ Rèni, Guido, treccani.it. URL consultato il 28 aprile 2016.
2. ^ Sala 4 (http://www.museidigenova.it/spip.php?article39) Museidigenova.it
Bibliografia
Hermann Voss, Guido Renis römische Jahre, in "Der Spiegel", 1923
Roberto Longhi, Momenti della pittura bolognese, 1935
Carlo Ludovico Ragghianti, Guido Reni rievocato, in SeleArte, 1954
Cesare Gnudi, Guido Reni, 1955
Gian Carlo Cavalli, Guido Reni, Firenze, Vallecchi, 1955
Maestri della pittura del Seicento emiliano catalogo della mostra a cura di Giulio Cesare Cavalli, Francesco Arcangeli, Andrea Emiliani, Maurizio
Calvesi e Carlo Volpe 1959
Edi Baccheschi, L'opera completa di Guido Reni, Milano, 1971
Andrea Emiliani, Guido Reni, Giunti, Firenze, 1988, ISBN 88-09-76076-X
Guido Reni 1575 – 1642, Catalogo della mostra Bologna, 5 settembre - 10 novembre 1988, Bologna, Nuova Alfa Editoriale, 1988
Stephen Pepper, Guido Reni: l'opera completa, Novara, Istituto Geografico De Agostini, 1988
Gerard - Julien Salvy, Reni, Electa, Milano, 2001, ISBN 88-435-7705-0
Altri progetti
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Collegamenti esterni
RaiEdu A tu per tu con l'opera d'arte (1975-1976) - Federico Zeri e Guido Reni, un programma di Franco Simongini, arte.rai.it.
Guido Reni (http://www.beweb.chiesacattolica.it/persone/persona/318/Guido+Reni) su BeWeB
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Categorie: Pittori italiani del XVII secolo Incisori italiani Nati nel 1575 Morti nel 1642 Nati il 4 novembre Morti il 18 agosto Nati a Bologna
Morti a Bologna Guido Reni Ritrattisti Pittori legati a Bologna Membri dell'Accademia nazionale di San Luca
Sepolti nel cimitero monumentale della Certosa di Bologna
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