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''-tività legate ai servizi di pubblica utilità (il cui eserciziolcioè, riguardava gli moneta a corso legaie; ia
:reressi e la vita quotidiana dell'intera collettività, come i sorveglianza
trasporti, l,illumina_ del sistema
-''ne. le comunicazioni ecc.) in precedenza controilati da compagnie private: bancario, del mercato dei
que_ cambi, delle riserve auree e
':-'' accadde, ad esempio, per i telefoni e le ferrovie, che furono nazionaltzzati ri- della valuta estera depositate
,:ettivamente nel 1903 e nel 1905. nelle casse dello Stato,
SEZIONE 1
40 : I {.a ; :: t l.l ; _: i:: I ::..;..:,.i jar:,. i: f;'! .
f indiistrie {*rr*vi*ria
Locomotive in costruzione
negli stabilimenti Ansaido di ItLl
n-
I autori dì grande prestigio come Leopoldo
to Metlìcovìtz, Leonetto Cappiello e Marcello
li- Dudovich.
:it- Cappìello produsse circa tremila manifesti
lò in cinquant'anni; tra i più sìgnificativi dei
fu suoì esordi ci fu quello realizzato per la
o- Thermogène (un Pìerrot che sputa fuoco),
la ballerina in tutù per la Società Elettroter-
mica ltaliana e la famosa "zeltra rossa" del-
lel
la Cinzano. Marcello Dudovich fu attivo
:tà
fino ai primì anni Sessanta del Novecento,
di
ma ì suoi manifesti più importanti furono
ci-
proprio quelli legati alla Be//e epoque,
rni
grazie alla sua capacità di intercettare lo
de
spirito di quel tempo e di mettere in scena
ìa-
i gusti dei ceti medio-alti, l'unico pubblìco
na
-ranifeEic disegnaio al quale, di fatto, si poteva rivolgere la
in-
: Vataloni per- ia Auer reclame nell'ltalia giolittìana.
ne , ':3enia ia sinucsità iipica
ci- , :l o sirle graficc
rfi - ,:li'epcca. Ie .c1-J--lr,''ù,'...t' r''tia
on >O.-t F,'.,(n 'a'ò. .1?2
SEZIONE 1
A)
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In Italia,come del resto stava accadendo negli altri paesi investiti dallo sviluppo
industriale, lo spazio cittadino si affollò di ritrovi concepiti come luoghi di svago
e divertimento: Ia sera si poteva andare nei café-chantant (locali in cui gli avven-
tori potevano ascoltare canzoni e musiche, o assistere a brevi spettacoli) o al tea-
tro di varietà; arrivarono i balli come il tango, tl fox-trot e il ragtime, che si dan-
zava su una musica di origine afroamericana.
Le giornate si allungarono grazie all'energia elettrica e si affermò un nuovo
modo di impiegare il tempo libero, favorito in particolare dalla nascita di una
fiorente industria cinematografica: tra il 1905 e il 1907, a Torino, Giovanni
Pastrone impiantò una casa di produzione a cui si deve il primo successo interna-
ztonale di un film italiano, Cabiria (1914).
LA FONTE
!Éàlll
lmmagtnt del lavoro oPeralo
AUTORE Plin,o Ncmelliri E possibìle studiare lo sviluppo industriale in ltalia tra il 1850 e il 1915 attraverso la
TiPC s! FórdTg Dipinlc pr'odurione pittorica del ve'rismo e del realismo, in grado di restituirci lo spirito del ,
T!î6L* Prazz; t"*po. Gli oggetti di uso quotidiano si mescoìano con le prime raPpresentazionl del
Caric.rrrerto (-foricn;, lavoro operaio, del proletariato di città; da quelle tele con un'evidenza che non può
Prracotece ltcrdazìorle appartenere ai documenti scritti affiorano anche i volti scavati degli emarginati, degli
Cassa di nsr:armìo)
esclusi dalla modernizzazione e dalla corrente dell'industrializzazione. Analizziamo due di
FAT$.1891
queste opere, individuando i punti salientì dell'ambientazione e dei soggetti rappresentat
At",T'OR€ Clovanni
5ottccorncla
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T'lP* Fl FSzuTg DrPinlc
Piazza Caricamento è una piazza di Genova così chiamata perché
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destinata al carico delle merci del porto che dovevano essere distribuite
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! .ì,rr.e,':, ct è :r f i de, ,-, in città. All'arrivo dei carri per il trasporto delle merci, la piazza si
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pATA 1897 riempiva di lavoranti a giornata in attesa di un incarico.
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ll pittore ha saPuto
II Le figure degli oPerai
rendere I'idea del
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risveglio, nel buio, che si riversano in
lr della periferia di una strada, così scure,
li città industriale, con incurvate e solitarie
li
iì le sue strade illuminate anche nella moltitudine,
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debolmente dai fanali raccontano di
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e i suoi edifici che un'umanità piegata dal
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emergono dall'oscurità. lavoro e dalla fatica.
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Giovanni Sottocornoia, L'alba dell'operaia, alto su tela, 1897,
Milano, Gallera dArte Moderna
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L'ltaLia aLL'inizio deL Novecento 4tr.
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Nel 1900, a 58 anni, Giovanni Giolitti (1842-7928) aveva una lunga espe-
'renza nell'amministrazione pubblica: eletto deputato nelle file della sinistra libe-
-'ale nel 1882, era poi stato ministro deÌ Tesoro nel lBBg-1890. Divenuto primo
rinistro nel 1892, aveva dovuto lasciare la carica I'anno successivo a causa di uno
te scandalo finanziario legato alla Banca Rornana. Fu poi ministro degli In-
c
erni durante il governo Zanardelli (1901-1903), e nel 1903 tornò alla guida del
.,raese, per restarvi, tranne brevi interruzioni, fino al 1914.
di
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tera
-a novità della posizione politica di Giolitti emerse già durante il governo Zanav-
.ielÌi, che mise fine alla cosiddetta "crisi di fine secolo". Il paese viveva allora
ina febbrile stagione di agitazioni sociali: dai 400 scioperi dei 1900 si passò in- to'É*s,.Ì*
-atti ai 1671 del 1901. Di fronte all'ampiezza della protesta, Giolitti, che come Nell'ultimo decennio
-:rinistro degli Interni era responsabile dell'ordine pubblico, elaborò una strategia deil'0ttocento, la spinta
all'allarqamento della
rolitica fondata sulf imparzialità del governo di fronte alle controversie econo- partecipazione politica e le
,,riche tra lavoratori e imprenditori, sul dialogo con le associazioni dei lavoratori, agitazioni sociali avevano
. -rlla repressione dura dei moti di folla non orgamzzati dai sindacati e sugli creato apprensione nella
classe politica liberale, Già
accordi parlamentari con i socialisti e i cattolici. che proprio in quegli anni i capo del governo Crispi
.: stavano legittimando come i rappresentanti di vaste masse popolari. Lo Stato, aveva adottato una linea
,lsomma, anzic]né vedere le associazioni dei lavoratori come nemici delle istituzio- duramente repressiva.
Ci ne,
Le tentazioni autoritarie
-i. si impegnò per garantire il libero svolgimento della lotta sindacale, limi- avevano però toccato
dal ,andosi a reprimere la violettza e gli eccessi > i.À r,)l:îr, p. 4? . il culmine nel 1898 ( a
Sul piano legislativo, la traduzione operativa del suo progetto comportò I'aboli- cosiddetta "crisl di fine
secolo"), quando i moti di
,ione di ogni restrizione alla libertà di organizzazior'e e di azione politica e il protesta di Milano contro il
'-aro di una serie di provvedimenti di tutela e di garanzia per il mondo del caro-vita erano statr repress
a co pi di cannone, e il
-avoro (assicurazioni contro gli infortuni, previdenza per ìa vecchiaia e la mater-
presidente del consiglio Luigi
::ità, innalzamento dell'età minima per I'ingresso nel mondo del lavoro). Pelloux aveva cercato di
Giolitti, inoltre, si impegnò per allargare la partecipazione politica. Con limitare fortemente i dirittl
politici con leggi eccezional.
a riforma eiettorale del 1BB2 gli aventi diritto al voto erano saliti dal 2,2% della
ropolazione al 6,9"/o. {Jna nuova legge, approvata nel 1912 e applicata per la pri-
:.ra volta nelle elezioni del 1913, estese il voto a tutti i cittadini maschi, anche ai
.rullatenenti e agli analfabeti, purché avessero compiuto 30 anni e svolto il servi-
b t$reRvtEr* tMposgrErrF
:ro militare: il suffragio universale maschile portò così il numero degli elettori a Giovann!Giolitti
.. 8 miiioni e mezzo (i\ 24% della popolazione). p.52
SEZIONIE
46 .,.
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{è r*!ctmÉ"i{p NE nd 5*ed
i _rlnÌ r.ll r*€*:11& fól
' Lo sviluppo economico legato al decollo industriale non coinvolse in modo unil :'
i!i! *iI3{;{iifii.,s.;: me tutto il paese, anzi ne risultò praticamente escluso tlMezzogiorno, che '-
,: !"*s*1i! r:ia!'.rr'r
l: I i'q.r':+t:t:-:: quel primo scorcio del Novecento fu interessato più di ogni altra area della pe::"
sola daÌla "grande migrazione", un vero e proprio esodo, diretto in prevalen"
verso gli Stati Uniti. L'80yn dei quasi nove milioni di italiani che lasciarono l'1::"
1ia tra il 1900 e il 1914 proveniva dal Sud.
il.S "qrA{*Ct!*ir:: Fu proprio con l'intento di sradicare le condizioni di diffusa miseria che affli.
f?':ei':,5i{3fl1*|*' gevano il Meridione che numerosi intellettuali e politici si interrogarono -r'
quei primi anni del secolo sulia cosiddetta "questione rneridionale", animani
un intenso dibattito politico ed economico. Alcuni, come Francesco Saverio Nit:-
(18G8-1g53), invocavano anche per il Sud l'avvio di un processo di industrializz;.-
zione; altri, come Giustino Fortunato (1843-1932) chiedevano all'opposto di pr-rn-
tare sullo sviluppo della vocazione agricola delle regioni meridionali, prima i'
tutto attraverso la realizzaztone di una riforrna agraria che fosse in grado t-L-
risolvere il problema dell'immobilismo dei grandi latifondi'
La critica più severa ai risultati dell'azione di governo di Giolitti nel Mezz'"
giorno venne dallo storico pugliese Gaetano Salvemini (1873-1957). Questi ossel'-
vò come Giolitti, che al Nord aveva aperto il governo al confronto con i ceti mag"
giormente coinvolti nell'industrialtzzazione, la borghesia imprenditoriale e r-
movimento operaio, al Sud avesse perseguito un'alleanza con i notabili locah ;
con gli agrari proprietari di latifondi, in grado di controllare i consensi elet-
torali, trascurando le esigenze delle misere masse contadine.
I governi dell'Italia giolittiana, in definitiva, non pensarono per il Sud a riform.
di carattere generale. Essi optarono invece per interventi locali (come la costru-
zione dell'acquedotto pugliese avviata nel 1906) e leggi speciali per il Mezzogiornc
(come quella per favorire I'industrialtzzazione di Napoti del 1904), che prevedevanc
lo stanziamento di fondi statali, I'incremento delle opere pubbliche e }a concessione
di sgravi fiscali alle industrie. Nel complesso, però, queste scelte politiche non
riuscirono a incidere efficacemente sulla realtà economica e sociale del Sud, e ii
già notevole divario di reddito rispetto al Nord si accrebbe ulteriormente.
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li l.i\iia iL Fl 1;:dY{l s*-----'*------'*
l, Rispondi a!le dertarrde
1, Ouale atteggiamento deve adottare lo Stato di fronte ai conflitti sociali, secondo Giolittì?
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ii p, Ouali ,"qrÉiti fissò la riforma elettorale del 1 91 2 per l'esercizio del dìritto dì voto?
Í, Ouali differenti posizionì si confrontano nel dibattito sulla "questione meridionale"?
Ni
ii
t:
4B
Proprio nel cuore d.el progetto di Giolitti, che aspirava a stabilire una forma ci'
mediazione e di equilibrio tra le diverse forze sociali e politiche, si annidavano lt
spinte centrifughe che ne avrebbelro determinato la fine. I principali tra quest-
problemi, che emersero negli ultimi anni dell'età giolittiana (1911-1914), riguar'"
davano sia la politica interna sia quella estera.
Nel tentativo di allentare Ia pressione degli oppositori sul primo versante
Giolitti tentò di usare una spedizione militare per incanalare verso un nemi-
co esterno le tensioni e i motivi di malcontento accumulatisi durante il suo lun-
MEMO go periodo di governo. Si riaccesero così le ambizioni di espansione coloniale
che, negli ultimi decenni dell'Ottocento, avevano portato l'Italia a prendere parte.
L'espansione coloniale
italiana ln Af rica, ìniziata insieme con le altre potenze europee, alla spartizione del territorio africano. Nac'
nel 1882, aveva interessato que da questi presupposti la guerra contro I'Impero ottomano per la conquista
il
rl Corno d'Af rica. Nel 1890
era stata istituita la Colonia
della Libia, che durò un anno (3 ottobre 1911 - 18 ottobre 1912) e si concluse
il Eritrea, nel 1905 la colonta vittoriosamente con la pace di Losanna. Il trattato riconobbe all'Italia il posses-
1l
ti della Somalia italiana. so, oltre che delle regioni costiere detla Libia (Tripolitania e Cirenaica), delle iso-
ìi tentativi di ampliare
le di Rodi e del Dodecaneso, anch'esse fino ad allora appartenute ai turchi'
I i
il possedimenti in Eritrea
il avevano causato frequenti Con quella guerra Giolitti aveva tentato di soddisfare almeno in parte le impa-
it
scontr con ll regno d'Etiopìa, zienze che si agitavano nella destra de1lo schieramento politico, tra i nazionalisti
che aveva sconfitto l'esercito
italìano pìù volte, a Dogalì e molti giovani intellettuali, ed ebbe il consenso di una larga parte dellbpinione
(1887), sull'Amba Alagi (1895) pubblica. Tra i più accesi sostenitori della guerra si segnalarono i principali espo-
e in'i^e a Adua (r896)
nenti del mondo industriale e finanziario, che intravidero nella prospettiva dr
espansione territoriale la possibilità di inserirsi efficacemente nella competizione
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imperialista in corso nel primo decennio del secolo. Rimasero ostili al conflitto
l: soltanto ristretti gruppi appartenenti alla sinistra parlamentare (radicali e repub-
blicani) e il Partito socialista, convinto che la spedizione avesse come unica ra-
gion d'essere le mire di profitto della borghesia, per accontentare le quali sarebbero
stati mandati a morire in battaglia molti soldati appartenenti alle classi più povere.
Futatric*'Ì* * rir*der*ità
Luìgr Russolc, Dinamismo ai
rrn'auir:mobile, olio su teia,
'1912-1913, Parigi, Museo d'Arte
lr4oderna. ll movìmentc
ar"tistìcc del futurìsmo fu
uni: dei iermenti cL:lturalì
che più alimentaronc il clìma
irazionairsta. il mÌtc ciella
re(n/' oq'à c del procrec.o.i
' :riuEa a. in mol: È5t:crer'.:
O, , - Ou;ml^:g, 4'l an.mrfar rOne
per un'aqgressiva pr:iitica dÌ
: ft,\a7A î lÉ A Ci,tc,rj,\,!ìF
ociia g,e. a
.lÌa,ra '.n,2;o cter NrveCenrc,
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49
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-\ spingere Giolitti all'avventura militare di Libia erano stati soprattutto i nazict-
:-Lalisti, affermatisi fin dai primi anni del Novecento come forza ernergente nel
.:stema politico italiano. II loro movimento cominciò a organrzzarsi nel 1903 attor-
:o a "II Regno", una rivista diretta da Enrico corradini (186b-1931). oltre a
Gabriele dAnnunzio (1863-1938), che ne fu un insostituibile punto di riferimen-
. t. nelle sue file confluirono alcune tra le più dinamiche e giovani energie intellet-
, raÌi di allora (tra gli altri, Giovanni Papini e Giuseppe Prezzolini). I loro motivi
a-
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ìe OperazionÌ navali italiane
o-
Località occupate dall'lta la
1i nel 191 1
Jrai t\e:a
te Territorl sotto il controllo
-..,; Ìtaliano nel 1914
,o
l-
ì-
'o
W lt 29 settembre 1911 fu
dichiarata la guerra e il corpo di
spedizione italiana partì dai porti
di Taranto, Brindisi, Augusta:
comprsnclsv3 200 000 uomini,
due squadre navali, una
dìvisione di navi scuola, una di
siluranti e numerose navi
r;r lo'l::iiit*i rare:: d'appogglo, alcuni reparti dì
dirigibili e le prime squadriglie
F :Tobruk dì aeroplani
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TRIPOLITANIA
CIRENAICA
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tf..{.t
Nell'otLobre fu conquistata
LIBIA $"É
-.. f Tripoli e a novembre l'ltalia
r.r,'l g
j:'f proclamò la conquista della Libia
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==:.,.. r-t'
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. crimaveTa del 1912 la s' Con la pace dr Losanna, nell'autunno 1912,1'lmpero ottomano riconobbe la sovranità
'1b:1 :
. :na attaccò alcune italiana suile isole di Rodi e del Dodecaneso e, perquanto riguarda lAfrica, sulla Tripolitania
- tritomane nell'Egeo e e sulla CÌrenaica. Da allora la penetrazione italiana dalle localr:tà della costa verso l'interno
, : isoie dì Rodi e del fu contrastata daila fiera resistenza delle popolazioni locali arabe, tanto che alla vigilia della
-:so Prima guerra mondiale l'ltalia poteva conìrollare effettivamente soltanto un terzo Ael
territorio libico
"" , *t : rat i."r. ,*S
L'ital.ìa aLL'inizio del Novecento d' 51
' .'mai le forze politiche più rilevanti e più dinarniche (i cattolici, {3n'*;:pr'rÈ;:i;;**
, razionalisti) si ponevano tutte al di fuori del sistema giolittiano. *'**r'*uelr:qa
lll
lt-- -
rì accettavano I'alleanza parlamentare con i socialisti; tra i socialisti,
NCE- , r'i. che rifiutavano ogni forma di collaborazione con i governi borghe-
lC-- ì :r .:ro sui riformisti. Quanto ai nazionalisti, dopo la Libia essi, anziché
o-- - .iil r , :-r'i furori bellicisti, cominciarono a guardare alla guerra come al far-
Il-, ÌÌìriiiiiL : ller tutti i mali di un'Italia giudicata molle, pacifista, afflitta dalle
tCJl -
r iri,, - ,:tiane del liberalismo, dell'umanitarismo, dei diritti dell'uomo. Affio-
iol;- 'r .
, rnotivi salienti che in breve tempo avrebbero trasformato la temati-
r ur r ' . r Euerra (e più in generale della violenza rivoluzionaria) nell'elemento
c:l. i;rl,.,.- .-- r'improveravano al primo ministro una poiitica attenta unicamente
1l'a- . -.''o di una buona amministrazione, ma priva di slanci ideali e causa di
::ressi tattici tra progetti politici contrastanti. L'allargamento della parte-
:. -,= politica con il suffragio universaÌe fece il resto.
*. È ::...," .':Ìi d*$ SS$#
\bn :,ìùrri politiche del 1913, sui 304 deputati liberali eletti, 228 avevano aderi- Ii .t-:,::*'i*. ili*.r', iiir:r:i
r-r:: :rtto Gentiloni, cioè all'accordo stipulato con Vincenzo Ottorino Gentiloni
-
-ler . -:,i6), presidente dell'Unione elettorale cattolica, un'organtzzazione ft-
'bi.,- i-:a a coordinare I'atteggiamento dei cattolici in vista delle elezioni. Genti-
lssi .-,-a offerto iÌ voto dei cattolici - per frenare I'ascesa dei socialisti - a quei
1! - .:, che si fossero impegnati a salvaguardare in Parlamento le posizioni
tia- irù,, , r, hiesa in materia di istruzione e di diritti civili (ad esempio radical-
LI: ntlarie all'approvazione del divorzio).
ts:, -. -iltato parlava chiaro: Giolitti era riuscito a conservare una cospicua mag-
'.-4. ma a questa consistenza numerica non corrispondeva un'apprezzabile iii!1 f;:::-: ::'i* ?"r'ijil à i*
ius-
"..22à interna. La diversità di orientamento politico tra i candidati
.= :r i voti cattolici (che premevano per una rottura del dialogo con i sociali-
ii: ' *-: altri favorevoli alla prosecuzione del rapporto con i riformisti era netta,
:t ci --- stessi deputati liberali cominciavano comunque a fare breccia Ie sugge-
i r:r- -.'-rtoritarie del nazionalismo. Svanivano così i termini politici del compro-
qiolittiano, tanto che le dirnissioni rassegnate da Giolitti il 10 marzo
= --urono I'epilogo scontato di questa situazione. Il nuovo capo de1 governo, il
. -e di destra Antonio Salandra (1853-1931), ottenne I'investitura parla-
rclo . .rre nel marzo del 1914: si era ormai alla vigilia della Prima guerua mondia-
tÌ'a r lr-ri ad assumersi il compito di guidare il paese verso il conflitto.
Ì11 -
- :e3à* {max 15 rishei **lla sitriaeion* iteii**a **! 191 3 i+ppur* *estrur**: i;r:*
:;r:esttuai*) u*a*#e i segu**ii terrr*iní e *spr*-";e!*r:i"
], I S{}{ielEstt
' Non soltanto negÌi ambienti di destra, ma anche
a sinistra c'era un forte fermen.
soprattutto all'interno del Partito socialista, fondato a Genova nel 1892. Cor-r -
$ *m"*tc:&i{i
'Al centro dello schieramento politico, intanto, si era andata consolidando r::-.
MEMO
forte rappresentanza politica del mondo cattolico. In precedenza, rI Nn
La conquìsta di Roma da expedit del 1874 aveva a lungo impedito la partecipazione dei cattolici alla r-- ,
Tr-rttavia, ormai Ie forze politiche più rilevanti e più dinamiche (i cattolici, {,Jr*'*pp*r*!e!*r';*
. .-ialisti, i nazionalisti) si ponevano tutte al di fuori del sistema giolittiano. *t*;.#q*riss
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La " .rtolici non accettavano l'alleanza parlamentare con i socialisti; tra i socialisti,