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32 LA LETTURA alla robusta religione del dio Pugno. Pigliarle pazienza, ma @ immorale riconoscere. che le meritavamo ¢ darsi per contenti e hastonati. Gli studenti, i giovani, che, com’e noto, rap- presentano 1a santita del futuro, applaudi- rono da principio con Je mani sotto i ban- chi. Poi uscirono_ per Ie strade, ¢ si misero ‘a cantare a squarcia- gola Deutschland ther alles, come se nulla fosse. Pensate al caso di Mackensen, il ma- resciallo terrible, Ne ha fatto di gir, da quando sulla riva del Dunajez diede quel ‘. Altro che pentimenti per Ja violazione del ’ Belgio! — Mentre scrivo,’ si ode su pei giornali un gran fracasso di arti- glierie francesi traver- santi sul ponte di Keb! il Reno, Firmeranno, anche questa volta, Tedeschi. Ma ccn quale animo © «ca quali propositi? Eisner diceva il 17 novembre del ’38: « Questa é stata ul tima_guerra!... Noi salutiamo coloro che furono i nostri nemici, noi salutiamo i popoll di Francia, d'Italia, @? Inghilterra e d’A- merica. Noi vogliamo assieme a loro co- struire i nuovi tempi! ‘Tutti quelli che han- no puro il cuore, chiaro lo spirito e fer: ma le volonta sono chiamati a collaborare ‘alla grande opera. Seordiamo eid che fu, abbiamo fede in cid che sart, Comincia un'éra nuova € toi che Paiutiamo a na- scere ci chiniamo ado- rando gli oscuri desti- ni che guidano P'uma- nita; noi rendiamo gtazie alle segrete po- tenze cui possiamo prestar mano per la Hberazione del mondo. La liberta leva la fronte; seguite il suo ricbiamo ». ‘Applausi fragorosi. ‘Senza applausi, con la stra voce pianae sconso- lata, diceva Nicolo Machiavelli il 5 gennaio 1525. «Sempre, mentre che io ho di ricordo, © e! si fece guerra 0 & se ne ragiond. Oza’ se ne ragiona, di qui a un poco sf fara} e quan- do la sara finita, se- ne ragioneri di nuovo, tanto che mai sara tempo a pensare a nulla >. Possibile? Possibile che tutte le promesse € le speranze siano’ state invano? che la sola seria garanzia di prossima’ pace sia nella recisa volonta della generazione che vise la guerra che non ne vuole un'altra per quella cbe le succede ? che la storia debba essere sempre la stessa storia? che non ci tocebi di vedere nulla ‘di meglio che questo miserabile anno 1919? Mi piace errare con Eisner piuttosto che avere fagione con Machiavelli. G. A, BORGESE. La Torae Din Tor GUNGO I RENO PKESSO BINGEN, VIAGGI SUL RENO E IN ALTRI LUOGHI ANCORA olte bello il tedesco Reno sul mo- M othe dellestate 1925. Git altri anni ero andato in Germania per stn- diare. Quel’anno mi venne vo- glia solamente di guardare, ed an- dai di tappa in tappa, sulla riva destra e sulla tiva sinistra, come se presentissi in cuor mio ch’era Pultima volta chi sa mai per quanti anni. Non avevo davvero nessuna illu- minazione profetica; non sapevo afatto che fra pocbi mesi sarebbe stato il finimondo. Ep- pure mi accadde, cosi sbadatamente, d”intra- prendere un bel pellegrinaggio di congedo. Molto bello il tedesco Reno; cosi hello che parve sempre deguo di diventar francese, @s- sendo la Francia, come tutti sanno e non per celia, «le plus beau royaume apres celui du ‘iel>. A Colmar, in Alsazia, cera il fegato grasso e la pittura di Mattia Grmewald, a Friburgo in Erisgovia i rivoletd incastonati nel perfetto lastrico scorrevano con un brontolio Pidillio prigioniero nella vita cittadina, la Fo- resta cosiddetta Nera era invece variopinta come una porcellaaa cinese ; a Donaueschingen il Danubio, da una fontana monumentale, ni sceva in pubblico come un principe ereditario; Strasburgo era cosi lucida che veniva voglia di chiamarla Argentina, come usaveno per al- tri motivi i cinguecentisti. Worms annegava in un gurgite di luce che aveva ingoiato Ha- coi suoi Nibelunghi ¢ Lutero coi sui pal lidi accoliti, lnsciando affiorare soltanto il giar- dino delle ‘rose a specchio del fume. Spira imbruniva invece ai piedi della sua cattedrale colore di rosa, Magoaza svariava volubile at- tomo al tempio accigliato; Karlsruhe si apriva datla piazza del Castello come ua ventaglio; Mannheim ostentava un’americana insolenza; Heidelberg, per fare onore alia firma, s’appol- laiava in solitudine romantica, E poi Franco- forte, fastosa e proterva come Alessandria dei Tolomei; Coblenza vegiiante sulla con fluenza defla Mosella come waa fluviale Gibil- terra; ¢ le nebbie mattutine sulla fresca cor- rente; e i bianchi uccelli a stormi; @ le vigne smeraidine sui colli; e Colonia finalmente, in- curante delle sue mistiche chiese, aflaccendata impertinente come una citta marinara. Molto bello il Reno nel settembre del ‘13, © cosi tedesco che al mio compagno di viaggio non sarebbe mai passat in mente di doverselo immaginare coi francesi a Kehl ¢ i irancesi € tutti gli altri dappertutto, Nemmeno a me pas- savano in mente queste cose. Ma almeno io ‘conoscevo sotto Ia salute tedesca certe maga- ne tedesche, ¢ nella Germania dallora non Miravo leternita. Quanti invece 1’adoravano appunto per questo! Nella germanofilia di cer- tui non vera soltaate materialismo ¢ servitd © bassezza; v'era anzi usa certa punta di mi- sticismo. Tutte le cose del mondo parevano, com’ereno; fagaci, transiterie, macnlate di ca- ducita. Solo 1s Germania era perenne, costrui- ta di un materiale inaddentabile come il gra- nito, stella fissa in mezzo al divagare delle ne- ulose. Almeno cos pareva ai Tedeschi ¢ ai fedescani che vi riposavano Tocchio deila mente, quasi in una villeggiatura politico me- jafisiea, e soffrivano austeramente per nan ¢5- sere nati laggid o per esservi nati_ solo ideal- mente come Schiller in Arcadia, Tutti questi, ed erano milioni, non immaginavano neanche che qualcugo potesse avere V'ardire di attaccar Ja Germania o che, attaccando o difendendosi, non davesse essere fritto. Qnando poi la Ger~ mania cadde, questi derelitti andarono dentro Tania loro ramizgando come formiche cui si fosse otturato il formicaio. Ce n’@ uno, mio ecceliente amico, che non potendo darsi pace di quell ingiustizia Ozai mattina aspetta che per ca- stigo vada a rifascio il monde e cerca come pud i sollecitare il diluvio universale con qualche 28 LA LETTURA catinella di propaganda letterario- Rebesizers, farmi sapere che, se croliava la bolscevica. Non sanuo pid a che Germania, andava a catafascio il santo votarsi. Sona come tanti Puccettini in mondo. To credevo di sapere che & proprio la mezzo al bosco senza neanche il lumicino. Pa- Germania quella che s'appoggia sulla faccio Tassiti d'un imparaticcio mancano ora d'appogei della terra, e percid li trattal con ossequioso imterni € non sanno pitt dove cercare la stabilita. scetticismo. Poi vidi qualche elmo 2 ebiodo, Perché questa era fra le grandeze della Ger visitando le trincee delle Argonne e guardando mania la pitt grande. Essa aveva trovato il mo- col canocchiale da tina specola. E une lo troval, do diiludere gi uomini sulla possibilita di far slabbrato dalla mitraglia e vuoto di testa, nel comeidere Videale col reale, I’amano col di- paesaggio unare di Verdun. fm Germanic non Vino, il momentaneo con V’eterno. Aveva in- sono stato mai pill. Fentato nel tempo il succedaneo, I'Ersa/z, dele Ma quelli che ei sono stati in questi anni, Teternits. Nessuma cultura era stata cosi’pro- prima e dopo dell’armistizio, anno poche es, digiosa nel far passare Jo stucco per mar- se e quasi tutte grige da raccomtare. Crsiowo mo ¢ Vapprossimativo per definitivo. Non so come si contraddicano, se serivono o se par: ricordarmi quell’nitimo viaggio in Germania se fano, nel corso stesso df quella prosa 0 di quel non come un abbagliante sfarfallio di luce ar- discorso. Pareva cosi facile find a sei anni fa tificiale. Come tutti erano sicuri di st e del raccontare la Germania. Tato vi era preciso loro compito ¢ dei mezzi e dello scopo! Gli e definite, Tutto vi era regola ¢ stahilits, Ore uomini andavano, ‘chi ne ritorna si fer- lanciati da un arco ma alle bazzecole ed di volonta, diritti “4 csponei dettagli, Ma come freee, L trent 4 lo sfondo'resta buio. i i : Non si riesce net meno a sapere esat- dia dei visitatori no- 4 z tamente se stiano visi) parevano dan. ~ ‘ bene o stiano male, zare la danza delle z e v"é chi parla di fa’- ore ¢ dei minuti ed a Timentoe chi di diem ezsere mossi dail ding, chi di fame e fallibilita della gra- i E ‘chi di buon mercate. Vitazione universa- (auiiag : E Quando poi si passa le. Le precision! alPanima ¢ alla vo- chimeriche erano, |g 3 Jonta, le risposte si almeno esteriormer 3 rarefanno fino a te, raggiunte, Per- 3 spegnersi, Che cosa cid tutti appariva- = voglions, che cosa ‘nO Cosi sanie so¢- i sentono i Tedeschi disfatti, 11 forestiero . m dopo la disfarta? che che si cibava di ue sperano, che temo- quell illusione ido- a ae ‘no? esiste una muc- latra era come Pa- ee 5 va Germania o si ri- doratore di Circe ee sveglia Pantica? Mi- che non si fosse pre: ster. Anche i pid munito con Verba curiosi ed attenti vi- moti. Ma Circe era una splen- Avrowomur ny Sraxracuuant ini, anche il. primo ministro ida dea, e valeva quasilape- #4 Porta 01 Braxpenoxco, ceco-slovacco Vlastimil Tusar, na d’imbestiare per lei, Anche non sanno rispondere. All'atro” it tedesco Reno, nel "x3, era bello come un dio, ce vicinanza fisica delle trincee © seguite ua — abisso morale. Ripensiamo che cosa é stata per Dopo d’allora ho visto pochi tedeschi: quei Damanita Ja scoperta dellAmenca, Yesplors: we 0 quattro che vennero da me nel ’14 per zione del continente nero. Questo tragico anno VIAGGI SUL RENO E IN ALTRI LUOGHI ANCORA 29 1919 ha visto un fenomene inverso. E* come se il Reno si fosse allar- gato fino alle proporzioni di un oceano, come se la Germania e l’Oriente si fossero dileguati al modo dell’Atlantide, Non c’é pi comnnione fra Oriente e Occidente. Tutta un’immensa zona di umanita & perduta per ora all’intel- ligenza morale del!’altra, La credenza dei Tedeschi in se stessi e dei germanofili nella Germania aveva una risolutez- “Za religiosa, Nesstina sconfitta di popolo aveva mai provocato un cos} intimo crollo. Che cosa sostituire a quella stabilita? Coloro che nella Germania s'erano foggialo un ideale non pati- vano soitanto di vederlo abbattuto nel fatto’ pativana anche di pid vedendolo rinnegato Be stesso. Che un’ enorme coalizione mondiale abbia_soffocato qnel focolare di luce, pazienz: non sempre quel- lo che & pitt alto prevale: ¢ vi so- no disastri che anno i'imponen- zadei sacrifici vo- lontari e, come questi, collocano impreserittibili ipoteche sul fu- turo, Hl 1918 fu un anno ssngui- noso & terribile, ma non funesto. ‘Quelli che crede- vano negli ideali delle potenze oc- cidentali attesero che la vittoria li realizzasse. Quel- ti che li spregia- vano ¢ giurava- no sulla Germe- nia me comme- morarono in cuor loro Ja caduta come fosse quel- la dell’eroe do- matore dj cavalli Ettore, rimanendo certi della sua immortalita. Ma funesto é stato anno 19r9, quello delle RoLannsecy-OnER WINTER, T-rumunrt span tachtant 4 Buewiko, LéakriGLishin DBL GOVERNO If PIAZZA. ALESSANDRO. apostasie. Ogni ideale s"é oscurato nel fatto, ogni speranza’é stata mutilata in tn [etto di Procuste, ogni stabilité s'é sgretolata. Non patliamo dell’ Intesa e di ca- sa nostra: con tutte le sue fiacchezze € le sae astrattezze e le sue parziali impotenze realizza- trici @ ancora Pideologia democratica occiden- tale cid che v'é di pit effettivo e di pid virile nel mondo, Ma che dire di quelli che portava- no in giro /’immagine di Lenin come una santa icona? Ecco Lenin che, con sinuosita diploma- fica di buona vecchia’ scuola, strizza l’occhio conciliatore al capitalisme anglo-americano. Che dire di quelli che, :morto T'imperialismo germanico, credevano almeno che fosse morto an beaulé'e ne adoravano il cadavere come quello di un semidio? La Germania, conside- rata come entita ideale, ha pit perduto dopo Ia sconfitta di quan~ to abbia perduto con la sconfitta, Le memorie ¢ i documenti che i Tedeschi hanno sciorinati in que- st’anno fanno ri- pensare al pac- chetto di Jettere scoperto dopo il suicidio di Mada~ na, della corri- spondenza di mezzo a fine, del titanico superuo- mo? Per cinque an- ni questo popolo inaumerevole @ stato condoitoda unsinedzio di pa- stori ebri, dauna ceruita di_sotto- uomini _striduli, stizzosi, inorganici, bassamente rivali come 1 caporioni delle pit! losche demagogie. Sapeva- LA LETTURA mo, quelli almeno che avevame la testa sulle spalle, quanto fosse me- diocre la statura di Gugtielmo II, quanto fosse confusa la sua mentalid. Ma chi Yavrebbe im maginato cosi bolso e fumoso come appare dalle annotazioni pubblicate da Kautsky? Una im- mensa quantita di uomini s’erano figurate l'am- ministrazione e Ia burocrazia tedesche salde come monoliti. Ora conosciamo le dispute ira- conde fra capo e capo, fra ufficio ed ufficio, possiamo seguire passo a passo Varroganza arrivistica di Erzberger, la scriteriata pieghe- voleza-di Behtmann, lo sperimentalismo cial- trone di Tirpitz, lo specialismo, lievemente mi- crocefalo, di Hindenburg e di Ludendorff che considerano fa gnerra come il ginoco del 5ridge, come una partita che si discute e si decide fra competenti, secondo le buone regole, senza tenere alcun couto delle circostanze dintorno. Ma se il tetto, ch’era inctinato, si sfonda'e casca xidosso al gluocator! = pit bello? je peate i guerrieri hanno tutto (quasi tutto) calcolato perché Ia guerra duri con alterna vicenda e con definitive vantaggio della: Germania un anno oun seco- Jo, il fronte in temo si rompe, la_seggiola su cui siede il gio- catore si sfa- scia? La cotpa & del tetto. Le colpa 2 della seggiola. Mala partita era bel- la, € non man- cavano gli a fouls. Questo é, in sostanza, i senso delle 628 pagine fitte del- le memorie di Ludendorti. Percié non so immaginare, se rifaccio a occhi chiusi 1 viag- gio del Reno, quella luce sfarfallante di una volta. Dicono ‘che i Tedeschi siano ua po’ di- magrati ¢ talvolta non abbiano le gote color di carminio, Sembra perfino che i treni, non pit, IL PoRto pt CREFELD. CoLoasA. — SENTINELLE INGLESE DT GLARDIA SULLE BANCHSE BEL RENO, Instrati‘a tutte le maniglic, vadano un po’ a zonzo, come permettono Ia penuria del carbone e Timprecisione degli uo- mini privi di un ud comsistam. Insomma quello splendore, ch’era meccanico, ma pareva d’una meccanica celeste, 8” offuscato, e i] vecchio fiume sipensa i cattivi (aon dico brutti, nel Quanda | teancesi tomneranto, io certo Bows mola larsnen ree Besa tegen Pane Ciclo Intanto duna certeze i Tedeschi, anche pit degli altri uomini, hanno bisogno ‘quanto di pane ¢ di patate.’Non potendo cercarla nella dea Germania e nei suoi semidei, essendosi conviriti di non avere luce propria da irrag- giame il mondo, si misero con buona lea a far da satellit{, celebrarono la sconfitta come se fosse {sto per dire) una vittoria, decorarono Colonia di camevaleschi ormamenti al ritorno delle truppe battute, e, invece di mettere le pive nel sacco, le sonarono in onore di Wilson, Andarono anche pit im 1A, Con quella loro docilita che & tanto indolente quanto nef tem- pi prosperi la joro_veemenza + & sopraffatrice andarono a scuola dai vin- citori ene man- darono a me. morialetezioni. Questi chiede~ Yano democra- zia, ed essi con gedarono leu ne decine di principi e pri cipott: e conve- carono a tam- buro battente la Costituente- ‘Questi chiede- vano ordine, ed essi_repressero sanguinosamente i moti spar- tachiani, cominciati proprio nella Marina che pareva Parca santa dell’organizeazione germa- nica e culminati a Berlino, ove il nume in VIAGGI SUI. REXO E IN ALTRI LUOGHI ANCORA 3 gete pareva lo Schutzmann arbitro ella circolazione stradale ch’ egli spin- geva con un cenno a destra e a manca come tin dio delle acque sulla cresta di una catena montana: senza parlare di Monaco, ove, a sentire la gente, si beveva la birra ¢ si colti- ‘yavano le arti belle. Quella -— nel gennaio 7919 "fu la prima catastrofe delle esperienze di neofitismo cui gli ebrei, maestri di cosiffatte transazioni, iniziavano la Germania. Poiché essa non poteva pil credere nei suoi ideali, cro- desse almeno in quelli della repubblica russa- H-comunismo fu schiacciato dalle truppe del socialismo goveruamentale; Carlo Liebknecht @ Rosa Luxenburg farono uccisi a meti gea- naio come due belve dopo tna Iunga caccia. Lialtra catastrofe venne un mese dopo. Kurt Eisner non guardava verso la Russia, ma verso la Francia © America. Anch’egl aveva un faro, una certezza nuova, € voleva comuni- carue 1a luce alla Germania. 1?8no- vembre 718 egii diceva: «Ta Ba- viera vuole pre- parare e guidare Ja Germania alla Lega delle Nazio- nip. Come suo- nano oggi stantie {0 troppo acerbe € premature) que- ste parole! {1 17 novembre comen- tava con mistico fervore Vowver tw re della « Leono- ra» di Beetho- ven: «Amici! I snoai che hanno penetrato or ora le anime vostre, scolpiscono Vor rore dj una folla ‘tirennieca: il mon- do sembra caduto neWabisso, ince nerito. Subj mente echeggis- no, nell’ oscurita della disperazione, squilli di tromba che anrunziano una nuova terra, une Nevwiso. ConPo pt GUARDIA 2NOLESE ALL'ENTRATA DBI DOCES bt COLdUA nwova Hiberta, una nuova umanith. Tale vedeva’ Beethoven il destino del mondo». Tale lo vedeva Eisner: « Noi gridiamo, oltre il nostro paese, ai memici Gi jeri; Noi riconosciamo la nostra colpa! E con questo riccnoscimento apriamo 1a via alla Heonciliaziene @ alla mutua comprensioné >. Questa era la sua idea fissa: Videa della re- Sponsabilita e dell’espfazionc. Ne mori. Il 21 febbraio un ferace patriotta, il conte Arco Val- Jey, pienamente persuaso di sopprimere un tra- ditore, fo freddava con due colpi di rivoltella. Cos} sfiorivano {non soltanto im Germania) Je rose che avevano salutato V’arrivo di Wil- son, messaggero di conciliaziore. Egli intanto andava facendo del suo meglio per sradicare addinttura i rosai. La luce ai Tedeschi non ve- niva pit dall’Oriente, ove Lenin mostrava che ee sempre modo di aggiustarsi, né dall’Occi- dente, ove tutto andava a finire nella pace di Versailles, troppo mite per una Pa- ce di sterminio, troppo dura per una pace di con- ciliazione. Era meglio cercar 1a luce in fondo alle patrie brume. A poco a poco i ge- nerali fecero ca- polino dai nascon- digh ¢ dagii esil concessero qual che intervista, pubblicarone qualche articolo, misero fuori un libro, due _tibri, cento Libri. La geerra s'e perdu- ta, si, Fer colpa dei fronte inter no. Ma, niente di fatto 0, almeno, niente dt exerno. Oggia me domani a te. L’importante & che i Tedeschi la smettano di ossequiare le forestiere ¢ menzognere ideologie, € ritornino

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