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ATTIVITA’ DI PRODUZIONE

ASSUNTO dalla risorsa “Citazioni”

“…con il computer si comincia a poter integrare di nuovo percezione e azione,


perché il
computer,come abbiamo detto più volte. È una macchina intrinsecamente interattiva.
E l’interattività significa proprio questo: poter agire su ciò che percepiamo e
modificarlo con la nostra azione, così come abbiamo visto che accade, ad esempio,
in tutti i videogiochi.
E’ per questo che il computer rappresenta un grossissimo passo in avanti rispetto a
quelle tecnologie precedenti, come il cinema o la televisione, che sono invece solo
passive.
Con il computer si apre per la prima volta la strada per poter operare in modo
percettivo motorio al di là dei limiti naturali che questo apparato ha, e cioè senza
dover essere in contatto fisico con le cose. Possiamo, quindi, pensare di riprenderci
il paradiso perduto dell’apprendimento esperenziale senza perdere i vantaggi
acquisiti. La scuola inoltre rappresenta il luogo dove la conoscenza(la cultura) va
verso (viene fatta cadere sul ) il bambino, mentre invece più proficuo è
indubbiamente il percorso contrario: quello del bambini che va incontro alle
conoscenze e alla cultura.
Il percorso educativo dovrebbe essere un viaggio di ricerca.”

Antinucci F.

ANALISI RAGIONATA DI UN ASSUNTO RELATIVO AI NUOVI


MEDIA

Il PC ed Internet hanno modificato quasi tutti gli aspetti della nostra vita quotidiana, perciò il
binomio PC-WEB fa sentire la sua influenza anche nel campo dell’istruzione.
Attualmente si parla di E-learning. “Apprendimento attraverso l’uso di strumenti elettronici. Basta
acquistare CD o DVD contenenti un corso di lingue, un documentario o lezioni interattive su
qualsiasi materia o disciplina per poter parlare di E-learning, in quanto si impiegano strumenti
elettronici(PC;CD;DVD) per apprendere delle nozioni. Ma si parla di E-learning quando
nell’apprendimento viene utilizzato non solo il computer , ma anche INTERNET: world wide web,
uno strumento di comunicazione immediato e veloce tra computer e il sogno di un mondo unito.
L’insieme dei siti web costituisce ormai la più grande biblioteca del mondo fruibile senza spostarsi
da casa. I moderni mezzi di comunicazione hanno contribuito a creare dibattiti, ricerche e studi,
spesso portatori di tesi tra loro contraddittorie.
Come sempre, anche in questo caso, l’atteggiamento giusto da adottare è un atteggiamento
equilibrato. Sicuramente, però, questi mezzi per fregiarsi di dignità educativa, formativa e istruttiva,

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vanno usati sia dal docente che dall’alunno in un rapporto che implica la tridimensionalità tra
l’utente, il sapere, la macchina (Roberto Maragliano).Soltanto in un tipo di rapporto in cui l’alunno
collabora con la tecnologia per produrre nuove conoscenze-informazioni o per integrare-valutare
quelle che la macchina gli mette a disposizione che è possibile far dialogare il “vecchio con il”
nuovo”, dove il vecchio è rappresentato dai sussidi didattici tradizionali(libro) e il nuovo dai sussidi
didattici a disposizione dell’industria informatica.
Quando si parla di didattica multimediale si parla quindi di un nuovo approccio educativo che
guarda alle tecnologie dell’educazione e le utilizza per moltiplicare gli spazi, gli ambienti del
sapere, del saper fare, del saper essere dell’alunno in un intreccio tra cognitivo, affettivo e socio-
relazionale. Un tipo di approccio al sapere misto rende possibile un modello culturale pedagogico
che vede nella monomedialità (il libro) e nella multimedialità mezzi per sviluppare tipologie diverse
di conoscenza, di logica e di ragionamento.
Il libro privilegia una conoscenza strutturata in modo lineare e sequenziale, una logica che si avvale
del metodo simbolico ricostruttivo, ma soprattutto si basa su uno stile trasmissivo dei processi di
insegnamento-apprendimento.
Il computer, internet, il lettore DVD sollecitano processi di conoscenza che fanno leva sulla
capacità dell’uomo di costruire nessi, analogie, significati e poterli collegare attraverso nodi, in una
rete di rapporti in grado di garantire lo sviluppo di menti critiche e creative e nel contempo capaci di
utilizzare informazioni pertinenti e valide.
Se la nostra mente viene concepita come una rete di nodi, connessi da legami, entro cui passano
delle eccitazioni innescate da input esterni e le eccitazioni diffondendosi in varie direzioni dentro la
rete determinano schemi complessi allora l’idea di una didattica multimediale è quella giusta in cui
le unità di informazione non sono organizzate rigidamente in forma sequenziale come avviene nel
libro ma in una architettura a rete come quella di un computer. Sicuramente l’apprendimento
attraverso il computer sarà più efficace.
Nella scuola imparare ad usare il computer comporta delle abilità:
1. conoscere il computer e le sue parti
2. redigere prodotti finali con la videoscrittura
3. cercare l’informazione attraverso il web
Tali abilità soddisfano l’esigenza di come usare il computer. Una scuola che si limita solo a questo
non è una vera scuola. E’ necessario, invece che l’alunno sappia quando e perché far ricorso al
computer per ricercare e/o produrre informazioni consapevole della finalità e del perché utilizzare
quelle informazioni.
Penso che nella scuola le abilità nel saper usare il computer devono essere viste in maniera integrata
e strumentale rispetto a tutte le materie/discipline.
Allora ben venga un mondo educativo tridimensionale: Second Life per entrare in contatto
ravvicinato con ambienti e persone lontane avendo la percezione di vicinanza. In questi ambienti si
ha la possibilità di costruire rapporti empatici perché si ha la possibilità di calarsi nei panni degli
altri. Ancora ambienti di apprendimento interattivi in situazioni di feed-back se si pensa alla
possibilità di interiorizzare delle conoscenze della Roma antica attraverso l’esperienza diretta e di
contatto ravvicinato partecipando ad una riproduzione di spettacoli pubblici, combattimento tra
gladiatori. In Second Life si possono creare visite guidate impossibili e visitare musei senza uscire
di casa.
Un’altra risorsa è quella dei blog per l’uso della didattica, un sapere costruito in collaborazione con
il quale si possono avvantaggiare sia gli studenti che l’insegnante.
I Wiki offrono un ‘eccellente occasione per esercitare lettura e scrittura, stimolano la riflessione, la
condivisione di conoscenze, lo sviluppo del senso critico e la costruzione di nuove conoscenze
attraverso un processo di scrittura collaborativi.
E’ importantissimo per uno studente scrivere e vedere in tempo reale già pubblicati e collegati
ipertestualmente i propri e altrui documenti.

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Altro strumento privilegiato nei tempi presenti nella scuola è la LIM che permette all’alunno di
crearsi le immagini mentali della conoscenza e capire attraverso un metodo simbolico –
ricostruttivo.
La chiave di questo apprendere è l’esperienza diretta.
Leggere sul giornale “ L’editore sparirà in una generazione” mi riporta all’idea di una scuola basata
sull’esperienza perché le caratteristiche di questo nuovo supporto “EbooK” possono permettere
grandi arricchimenti del testo in quanto consente di vedere e sentire video, fotografie, audio di
personaggi e situazioni a cui il testo fa riferimento.
Perché la scuola sia luogo di apprendimento che produce un cambiamento in noi e nel nostro
comportamento deve essere pronta all’innovazione all’uso di tecniche che portino ad acquisire
conoscenze ed abilità da spendere nella vita reale. Una scuola che formi persone che sanno
riconoscere il bisogno di informazione, che sanno come cercarla e valutarla. Così nella scuola
l’apprendimento sarà esplorazione, studio di argomenti di interesse reale basati sulla cooperazione
come risorsa. Una scuola più centrata sul processo, una scuola che privilegia il cercare, fare e
provare. Una scuola emotivamente coinvolgente che in ogni contesto disciplinare offra la possibilità
di riflettere ed organizzare, di rappresentare e comunicare in modi diversi, di mettere a confronto e
precisare le proprie idee nella discussione con i pari e con gli adulti in una situazione di
apprendimento collettivo.
Una scuola che formi le capacità ed attitudini necessarie a sopravvivere in un mondo sempre turbato
da problemi nuovi.

A sostegno di quanto detto gli orientamenti psicologici ravvisabili sia nella didattica monomediale e
multimediale che fanno riferimento alla legge dell’associazionismo presente nel cognitivismo di J.
Piaget, lo strutturalismo J. S. Bruner e il comportamentismo classico. Il concetto di associazione è
alla base degli odierni modelli connessionistici della mente e presenti nella progettazione degli
strumenti didattici ipertestuali. Lo studente ha la libertà di muoversi liberamente a piacere tra i vari
collegamenti che la personale curiosità lo porta a cercare rendendo così diverso il proprio prodotto
da quello di un altro. Da supporto ancora la matrice sociale della conoscenza di Bandura e le istanze
della psico-pedagogia di Vjgotskij che evidenziano che ciò che il bambino elabora nella propria
mente deriva dallo scambio comunicativo con adulti e coetanei e che l’apprendimento si sviluppa in
una situazione di interazione o duale tra pari o di gruppo.
Altra argomentazione a sostegno dell’utilizzo del computer è che questa rivoluzione epocale ha
importanti conseguenze per l’integrazione sociale delle persone disabili.
Grazie alle nuove tecnologie, oggi un cieco può leggere autonomamente i documenti in formato
elettronico e trasformare in questo formato accessibile anche quelli cartacei. Analogamente anche
una persona che non possiede l’uso delle mani può maneggiare e sfogliare documenti elettronici,
quindi la multi-medialità consente di superare le deficienze sensoriali.
Le disabilità restano, ma l’handicap di partenza nei confronti dell’accesso all’informazione viene in
gran parte colmato.
Inoltre nella scuola per i bambini autistici o affetti da patologie che comportano deficit della
comunicazione c’è un software di tipo riabilitativo (LULA) per lo sviluppo delle abilità
comunicativo - linguistiche.
Punto forza del software è la modalità animata e rallentata con cui vengono presentate le azioni e le
emozioni umane risultando così comprensibili a chi non ha la possibilità di codificarle
dall’ambiente naturale.
Una posizione avversa all’assunto in esame rispetto all’impiego del computer è l’età. Bisogna
riflettere sulla creazione, produzione, diffusione della conoscenza ai nostri giorni e l’interazione con
le tecnologie, quelle che D. De Kerckhove chiama psico - tecnologie che in qualche modo
modellano le strutture mentali, le facoltà cognitive e le strategie con le quali apprendiamo e
strutturiamo il mondo della nostra esistenza. Penso che nei primi anni di vita del bambino affidare
la conoscenza a codici linguistici aperti ; distribuire l’attenzione su più processi , una conoscenza

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affidata ad una pluralità di fonti che non ha più certezze ma soluzioni in progressione disorienti il
bambino della scuola dell’infanzia. La conoscenza virtuale inibisce lo sviluppo del bambino in
termini di relazione e sensorialità perché il bambino interagisce con il mondo esterno proprio
attraverso la concretezza dei cinque sensi e grazie alla sua sensorialità scopre, conosce, impara. Se
essi vengono posti subito di fronte a questa” scatola” a cliccare colori, ad utilizzare linee, a riempire
di colore qualche disegnino, sicuramente perderanno l’interesse verso fogli, penne, matite, libri
cartacei dalle immagini vivaci e colorate.
L’uso precoce del computer può portare ad una dipendenza dello strumento, ad allontanarsi dalla
scoperta quotidiana del mondo reale, inoltre potrebbe portare ad un uso limitato del linguaggio e
l’uso limitato di questo alla mancanza di contatti con i suoi coetanei e con i loro No, è mio! L’ho
preso prima io ecc… che aiutano invece a crescere nella personalità e carattere. Si allontaneranno
dal gioco di gruppo per non scoprirne mai le emozioni più profonde. Sbufferanno alla richiesta della
maestra di condividere seduti in cerchio una bella fiaba, avventura scritta ecc… mi domando ancora
che senso ha presentare con il computer un lavoro svolto in aula e rielaborato dall’insegnante? Pura
conoscenza della scatola che invece comincerei a proporre in prima e seconda scuola primaria per
passare successivamente e con gradualità a tutti gli utilizzi prima esposti.
La scuola dell’infanzia penso debba rimanere la scuola dell’apprendere attraverso il movimento, il
gioco, dell’esperienza diretta : profumo della marmellata, della cioccolata che si scioglie, del gusto
che si preannuncia attraverso l’acquolina in bocca con l’aumento della salivazione, di sentirsi felici
nel vedere torte di cioccolata e crostate di marmellata impasticciata con le proprie manine, il ricordo
delle risate fatte insieme e le grida di eccitazione nel fare insieme. Il luogo della curiosità e della
scoperta quotidiana attraverso la percezione non virtuale del tatto, udito, vista, gusto, olfatto.
Inoltre l’impiego sconsiderato delle nuove tecnologie, a volte può creare nuove barriere piuttosto
che abbattere quelle esistenti. Infatti oggi il tumultuoso sviluppo dei siti web ha sviluppato ambienti
prevalentemente per persone ricche e sane, cioè per coloro che possono permettersi terminali
potenti e veloci e per persone che hanno capacità fisiche e sensoriali al massimo grado. Ancora
l’interazione uomo-macchina può portare alla perdita dell’identità e alla perdita della capacità di
relazionarsi con un gruppo di coetanei ed adulti se non in un mondo virtuale. Avere un rapporto
fisico e diretto crea ansia, panico, difficoltà nell’esposizione orale dei propri pensieri , difficoltà a
guardare gli altri negli occhi per coglierne i sentimenti più profondi e le conseguenze di alcuni
comportamenti.
Un ‘altra tesi a sfavore è la prospettiva della metacognizione. Una linea più individualista che
rimarca l’importanza delle riflessioni sui processi mentali che vengono attivati nell’apprendimento.
Qui l’idea centrale è che per imparare veramente non basta acquisire della capacità di tipo
esecutivo, ma saper regolare tali capacità in modo da stabilire quale siano le strategie più adatte ai
vari tipi di situazione e sostituirle in caso di inadeguatezza. Il giusto uso del computer fa si che lo
studente diventi un buon regista del proprio percorso di apprendimento: egli dovrà pianificarlo,
scegliere gli strumenti e valutarne i limiti e i vantaggi in relazione agli scopi che vuole raggiungere.
Sarà un vero conoscitore della propria mente, riuscirà a cogliere le proprie risorse e difficoltà.
La prospettiva della metacognizione può dare l’idea di uno studente chiuso a riflettere sulla propria
mente, in realtà non è così mentre la prospettiva sociale di cui ho parlato nelle tesi a favore, rischia
di non riconoscere l’importanza dei momenti di rielaborazione personale.
Pur essendo notevoli le differenze sono possibili le integrazioni, anche perché considerare in
maniera assoluta una prospettiva mostra perplessità.

Rosa Zinicola

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