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Estratto diVia Verità e Vita - rivista monografica bimestrale di approfondimento pastorale-catechistico

anno LIII, n. 198, maggio-giugno 2004, pp. 55-60


Paoline Riviste Catechistiche, Via Antonino Pio, 75, 00145 - Roma - Tel. 06.54956556 - fax: 06.54956537
Direttore responsabile: Giovanna Teti

ARKEON

di Angelo De Simone
nel nome del Padre
Un percorso di crescita
Un percorso di crescita nel nome del Padre

Un percorso di crescita
nel nome del Padre
di Angelo De Simone

Prima di evangelizzare “Discese agli inferi”

N
el mondo molte persone stanno In alcune antiche formule di fede1 è
cercando una direzione dopo aver detto nell’articolo che riguarda Gesù
vissuto l’esperienza del “deserto” e Cristo che Egli, compiendo pienamente
dell’“erranza” rispetto ai valori umani e cri- la sua incarnazione, prima di risorgere,
stiani. “discese agli inferi”, allo scopo di poter
A motivo del mio ministero presbiterale salvare tutti quelli che erano da salvare.
sono presente in diversificati cammini di Scendendo all’inferno appare ancora
preevangelizzazione, intesa come promo- più evidente che egli stesso s’è fatto
zione umana aperta all’esperienza di Dio. In “peccato per noi” (2Cor 5,21), “maledi-
queste varie aggregazioni e attività riscon- zione per noi” (Gal 3,13), raggiungendo
tro obiettivi comuni. Uno di questi, il fonda- la massima “affinità con la carne del
mentale, è formare una coscienza indivi- peccato” (Rm 8,3), mostrandosi “in
duale, sociale ed ecclesiale che si esprime tutto a nostra somiglianza, eccetto nel
nell’accoglienza, valorizzazione, rispetto peccato” (Eb 4,15). “Dio è morto nella
della persona e nell’autentica, concreta, carne ed è sceso a scuotere il regno
coerente vita cristiana. Il cammino in questi degli inferi – sostiene un anonimo scrit-
gruppi ha il compito di accompagnare le tore della prima cristianità –. Certo egli
persone alla riscoperta di sé e delle proprie va a cercare il primo padre, come la
radici, nonché di risvegliarne la fede. pecorella smarrita […]. Presolo per
Ho riscontrato che in uno di questi itinera- mano, lo scosse dicendo: ‘Svegliati, tu
ri di preevangelizzazione il percorso è sem- che dormi e risorgi dai morti […], non ti
plice ed efficace: coinvolge il rapporto con ho creato perché rimanessi prigioniero
la realtà, il corpo, le emozioni, i pensieri, nell’inferno. Risorgi dai morti. Io sono la
l’anima, in modo da rendere consapevoli vita dei morti. Risorgi, opera delle mie
Angelo
De Simone, della propria identità, valore, energia, ferite mani. Risorgi, mia effigie, fatta a mia
sacerdote e direzione. Si tratta di un lavoro di discer- immagine. Risorgi, usciamo di qui. Tu in
della Società nimento su se stessi sotto una guida, in me e io in te siamo infatti un’unica e
San Paolo,
cappellano gruppo e a diversi livelli. Si vanno a esplo- indivisa natura’”2.
nella rare le radici e gli archetipi che orientano il Se il Signore è disceso agli inferi, signifi-
Facoltà di vissuto di ogni persona, allo scopo di libe- ca che anche la Chiesa, la comunità cri-
Scienze della
Formazione di
rarla da vari condizionamenti. stiana, chi evangelizza e catechizza
Roma Tre, fanno altrettanto, allo scopo di guidare il
fa parte 1
Cf Simbolo di Rufino (404 ca.), Simbolo degli maggior numero possibile di “anime
del Gruppo
“Collaboratori
Apostoli (IX sec.), Simbolo pseudo-atanasiano smarrite” alla verità, alla libertà, alla pro-
Quicumque (V secolo), Simbolo lateranense pria identificazione umana e cristiana.
principali” di
(1215), Professione di fede di Michele Paleologo
Via Verità e Vita.
(1274), rispettivamente in DS 16, 30, 76, 801,
Scendere agli inferi significa accompa-
852. gnare queste anime nel proprio dolore
2
“Omelia sul Sabato santo”, in Liturgia delle Ore, per andare a guarire le loro ferite versan-
II, p. 447.
2 Via Verità e Vita n. 198/2004
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do olio e vino (cf Lc 10,34), disposti a zialità che avanzavano per accogliere la
pagare qualsiasi prezzo pur di far “risor- possibilità del cambiamento come una
gere” chi è senza vita, a imitazione di strada per ridefinirsi e ridefinire la rela-
Cristo, il quale si fece simile a noi in tutto zione con se stessi, con l’altro, col
eccetto che nel peccato. mondo, con Dio.
Una tipologia ricorrente di “anime smar- Essi scelgono di non rimanere più imbri-
rite” in siffatto inferno è costituita da gliati nel tentativo di appagare i propri
uomini e da donne che, invece di essere bisogni e, attraverso essi, di creare le pro-
accompagnati alla vita, sono stati ogget- prie illusioni, ma decidono di affrontare
to di abuso psichico e talvolta anche fisi- un viaggio all’interno di sé per rimettere
co, consapevole o addirittura inconscio, ordine nel caos della propria vita e attra-
realizzato da parte del proprio genitore, verso quest’ordine giungere alla fede e
sia esso padre o madre. Dopo aver trova- all’amore.
to rifugio nella facilità di incontri, convi- Non può esserci giudizio quando una per-
venze, divorzi, plurimatrimoni e libertà sona accetta di scendere nell’inferno del
sessuale, molti genitori hanno vissuto proprio dolore e, non per restarvi, ma per
senza la coscienza della sacralità della uscirne e guarire. E se la via stessa è dolo-
propria paternità e della propria materni- rosa, diversa è la qualità di questo dolore:
tà. Pertanto, genitori e figli si sono ritro- non è più quello della paralisi e della
vati a vivere la solitudine, il rifiuto, la morte, ma è il dolore della nascita, della
gelosia, il tradimento, l’abbandono, la vita e della resurrezione nell’autenticità,
tristezza, l’infelicità, la depressione. Nel nella verità e nell’amore. Anche se la stra-
tentativo di uscire dalla paralisi dell’ani- da è difficile, il cambiamento che attra-
ma e lenirne la sofferenza, ci sono uomi- verso essa giunge, è interiorizzato e
ni e donne che si sono separati, poi riuni- diventa vita quotidiana, modo di pensare,
ti, prima di separarsi di nuovo. Sono par- modo di essere.
titi dall’essere “una sola carne” e “un Di qui la necessità di un percorso e di una
solo spirito”, per ritrovarsi in “tanti”, guida, che sappia orientare perché essa
lacerati da attrazioni diverse, in coppie stessa ben orientata, e che accompagni
diverse, famiglie diverse, figli diversi, abi- verso quell’amore vero, per verificarne e
tazioni diverse, paesi diversi. celebrarne la profondità, la solidità e l’au-
tenticità.
Allora non è più l’io a guidare l’amore,
Il dolore che trasforma ma è l’amore a dirigere l’io, l’energia che
lo incrina, lo apre alla crisi, lo toglie dal
La condizione di disagio e di dolore oggi centro della sua autonomia. L’amore è la
non è più solo individuale, ma è diventa- condizione stessa dell’essere umano,
ta collettiva. In tale condizione, molte mai in possesso di sé pienamente, ma
“anime smarrite” sono andate ciascuna sempre dilaniato, lacerato e quindi eter-
per conto proprio o insieme a chiedere namente alla ricerca di quella pienezza
un aiuto a qualche terapeuta. Hanno di cui ogni amplesso di corpi e vicenda di
parlato, usato diverse medicine o dro- spiriti sono anelito, tentativo, sconfitta
ghe. Si sono permesse dunque una o, al più, memoria. L’amore, pertanto,
sosta, prendendosi per mano, aprendo non si riduce al fascino o a qualche godi-
spiragli tra le ferite, andando a cercare la mento più o meno spasmodico che libe-
sorgente della separazione e del dolore ra da momentanee tensioni, ma è vita
nell’introspezione. Questi esseri hanno, insieme, condivisione, dono, responsabi-
così, percepito la necessità di un cambio lità, opposizione al consumo di se stessi
radicale di rotta, di una conversione e di e dell’altro. Il tutto in un dinamismo di
una migliore utilizzazione delle proprie perenne crescita.
energie, attingendo alle forze e poten-

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Un percorso di crescita nel nome del Padre

La ricerca della libertà, della verità e della


identità, fondata sul riconoscimento e sulla
riconciliazione delle figure archetipiche del
padre e della madre, riferimenti e guide
insostituibili nel cammino umano e cristia-
no, lo ha condotto a riprendere in mano la
propria vita, relazioni e responsabilità con
convinzione ed entusiasmo, nonché a
orientarlo “naturalmente” all’esperienza di
Dio come Padre e Figlio e Spirito Santo.
“In questa strada ho incontrato mio padre
– confida Vito Carlo –. Oggi mio padre è
parte della mia vita e vive in me. Da lui ho
ricevuto la saggezza, la forza spirituale e la
chiarezza che avevo cercato altrove. Così
ho incontrato la parte sacra di mia madre
e l’ho ringraziata per la vita che mi ha
Vito Carlo
Moccia, dato. Compito del femminile è permette-
Fondatore re l’incontro tra l’anima del padre e quella
di ARKEON, dei figli, è onorare la forza del proprio
con la sua
famiglia
compagno, è mostrargli la strada ed esse-
re ispirazione e motivazione per lui.
Il percorso Amore per me – continua Vito – è la forza
del quotidiano con mia moglie e i miei
Da qualche anno accompagno come presbite- figli, è condividere l’esperienza e imparare
ro “il Sentiero Sacro” e il gruppo di ARKEON, da essa. Io sono cristiano e onoro lo
un percorso di formazione per gli adulti, che Spirito ‘che procede dal Padre e dal Figlio’.
riconosce la sua paternità e guida in Vito Carlo Dio mi ha offerto la possibilità di ricono-
Moccia. Un tempo Vito Carlo era imprendito- scere l’amore e la verità, ho imparato la
re nel campo della bioingegneria, realizzato tolleranza, l’essere al di là delle forme, il
economicamente e riconosciuto nel mondo. rispetto di me stesso, ma anche il rispetto
Anni fa anch’egli “scendeva nel proprio infer- per ciò che è diverso da me”.
no”, prendendo coscienza della profonda soli- Il percorso proposto da Vito Carlo Moccia,
tudine esistenziale che lo investiva. Andò pur essendo aconfessionale, è aperto e
alla ricerca di risposte nelle vie intellettuali, si conduce all’esperienza di Dio come suo
laureò in antropologia e in psicologia, cercò naturale sbocco: esperienza che prende
nei percorsi psicanalitici e psicoterapeutici, l’avvio dall’autocoscienza del sacro o
nelle tradizioni orientali, nella pratica della “immagine e somiglianza” divina impres-
meditazione, fino a scoprire la via del “ritorno sa in ciascun essere umano.
al Padre”.

Apertura alla fede


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Le persone che giungono ad ARKEON sono le
più diverse. Giovani e adulti, imprenditori e ope- Lo stupore di chi intraprende il percorso di
rai, manager e casalinghe, medici e impiegati. ARKEON3, sorge quando si rende conto che
Qualcuno vi giunge perché è alla ricerca di sé; altri
vi giungono in una frantumazione profonda delle il sacro, cioè il sigillo divino in ciascuno di noi,
proprie certezze e significati, per cercare di dare non è stato deturpato e tanto meno rimos-
un senso alla propria storia, per imparare a cam- so, perché garante del sacro in noi è Dio
biare davvero, per trovare se stessi; altri ancora vi stesso, dal quale siamo stati creati a sua
giungono semplicemente perché incuriositi e con-
“immagine e somiglianza” (Gen 1,26). Dalla
tagiati dai racconti e dalle esperienze di chi ha già
vissuto il percorso. verifica di questa realtà affiora il dolore, il
rimpianto e la nostalgia per non averne
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Un percorso di crescita nel nome del Padre

Riconciliazione
tra padri
e figli
durante
un Seminario
di ARKEON

avuto la piena coscienza e di conseguenza dimensione sacra di ogni essere umano,


per aver vissuto un’esistenza priva di motiva- per imparare ad accogliere se stessi, gli
zioni esaustive, ragioni determinanti, convin- altri, il mondo e Dio. In tale percorso, per-
zioni profonde nel vivere e nel credere. fino la stessa ferita originaria subita per la
Ripercorrendo a ritroso il proprio vissuto, prima volta nella vita e il dolore da essa
molti riconoscono di aver abbandonato la scaturito diventano dono, che rafforza e
fede, soprattutto perché il rapporto con trasforma l’individuo, accompagnandolo a
Dio soffriva di un impianto formale, deri- diventare adulto.
vante dall’esterno, e non era il risultato di Si tratta dunque di una vera azione di
un’esigenza interiore verso la ricerca del- preevangelizzazione, riprendendone il
l’autocoscienza del sacro e della vera processo dalle radici, dagli archetipi del
esperienza di Dio. padre e della madre, riferimenti estrema-
Ai seminari di ARKEON4 si punta sulla mente significativi nell’identificazione, svi-
luppo e destino dell’individuo, ma anche
per accedere all’esperienza di Dio come
4
ARKEON è una via di formazione, un percorso di Padre e Figlio e Spirito Santo. Il cuore del
pedagogia degli adulti efficace sia sul piano indivi- lavoro consiste, dunque, nella riscoperta
duale che in una dimensione collettiva, per segui-
re un obiettivo complesso e insieme semplice: il del ruolo del padre e della madre e nella
ritorno alle proprie radici, la riconciliazione con la riconciliazione di ognuno con la sacralità
propria storia e le proprie figure interiori, passan- della famiglia. Il padre è colui che depone
do attraverso la condivisione nel gruppo e riper- il seme nella terra sacra e feconda, che è
correndo il proprio passato per ritrovare la propria
autenticità e appartenenza. Vito Carlo Moccia,
sua moglie, la quale con gioia lo accoglie,
con il lavoro di ARKEON, collabora sul piano della lo protegge e attende che nasca una
ricerca pedagogica con il Dipartimento di Scienze nuova vita. Sovente la consapevolezza di
Pedagogiche di alcune Università italiane. essere padre e di essere madre non si

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Un percorso di crescita nel nome del Padre

nutre della ricchezza degli archetipi collet- Invece, nelle proprie identità e nei ruoli
tivi, arcaici e comuni a ogni essere umano, specifici, il padre e la madre “sacri” accol-
ma si lascia condurre dalla cultura, dalle gono il figlio senza possederlo e lo inizia-
mode, dalla ricerca dell’effimero. Quando no anche al dolore, proprio perché, attra-
non si fa riferimento alla parte sacra del- verso il dolore, sappia forgiare la propria
l’archetipo del padre e della madre, allora identità e la propria forza per vivere ono-
si provocano guasti enormi nello sviluppo rando la propria essenza.
dell’identità personale. In questo itinerario, apertura alla fede non
Nella cultura dell’effimero, la perdita di vuol dire aggiunta sovrastrutturale alla sacra-
valore o l’ignoranza di tali connotazioni lità appena identificata, in soggetti che ven-
archetipiche, distoglie coloro che sono gono letteralmente dal proprio inferno e che
deputati all’educazione, soprattutto i sentono ancora il dolore di ferite in via di
genitori, dai princìpi su cui si fonda la guarigione. Per essi, diventa insostituibile la
nostra dimensione umana e cristiana. parola di Dio, anzi la più idonea e proporzio-
Pertanto, essi non “educano” più i figli, nata a loro. Fa da base a tutto l’essere, intel-
riconoscendone e custodendone la sacra- ligenza, volontà, cuore, forze fisiche. Il riferi-
lità intrinseca, ma se ne appropriano, mento è alla “terra deserta, arida, senz’ac-
cioè ne abusano. Ne interdicono la qua” (cf Sal 63/62) e all’anelito della cerva
coscienza del sacro, l’energia e le poten- che “anela ai corsi d’acqua” (cf Sal 42/41),
zialità, l’autonomia nell’approdare al come pure al rigagnolo che sgorga dai rude-
mondo reale, allo stato adulto, a un’esi- ri del tempio di Gerusalemme per trasfor-
stenza sana, felice e sicura. Figli così abu- marsi in un imponente fiume (cf Ez 47,1-10).
sati, crescendo, troveranno sempre mille “Perché questa sete che nessuna conquista
e alienanti ragioni per delegare le proprie riesce ad estinguere?” ci si domanda nel
responsabilità: confusi e appesantiti da Catechismo degli adulti (n. 8). E subito la
continui sensi di frustrazione e di colpa, risposta: “Chi ha sete venga; chi vuole attin-
essi svilupperanno quasi sempre patolo- ga l’acqua della vita” (Ap 22,17). Nel pro-
gie di autodistruzione. porre la parola di Dio significativamente con-

Vito Carlo
Moccia
Fondatore
di Arkeon

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Un percorso di crescita nel nome del Padre

densata nella parabola del buon samaritano


(cf Lc 10,25-37), del padre amorevole (cf Lc
15,11-32) e della pecora perduta (cf Lc 15,1-
7), occorre evitare moralismi e sensi di colpa
sterili, come appunto fanno il samaritano, il
padre e il pastore, i quali accolgono senza
alcun rimprovero e punizioni feriti e smarriti,
poiché perdersi è una sofferenza e tutti pro-
viamo grande paura quando abbiamo perso
l’orientamento5.
Celebrare, per uno che viene da lontano, è
un desiderio struggente, paragonabile alla
sete di verità, di felicità interiore, di ordine
morale, di coscienza del sacro. Non ho mai
visto tante lacrime di dolore e di gioia così
calde e abbondanti per l’avvenuta riconcilia-
zione sacramentale con Dio e con la propria
anima, in uomini e donne che hanno ritro-
vato, attraverso il percorso di ARKEON, un del battesimo della propria bambina, Incontro
all’aperto
così profondo senso di sé e della propria facemmo pervenire le preghiere più note di un gruppo
storia. Da parte di donne che hanno aborti- allo Spirito Santo e una catechesi sul sacra- durante
to; di uomini che dopo trent’anni di omo- mento della confermazione. Dopo il rito ella un Seminario
Intensivo
sessualità, svelando gli abusi subiti, incon- ci comunicava: “È stata una bella celebra-
trano la parte sacra del padre, mettono su zione e, proprio un’ora prima della stessa,
famiglia e diventano a loro volta padri saggi ho letto le preghiere e la catechesi. Ora ho
e mariti esemplari; di anime disorientate, un’abitudine: tutte le sere apro il vangelo a
che finalmente hanno trovato senso e dire- caso e leggo ciò che il Signore vuole dirmi.
zione. Vi sono padri e figli che vivono la Riconosco che i messaggi che mi arrivano
gioia di quell’abbraccio mai vissuto, antico e sono preziosi e pieni di significato. La dome-
dimenticato nella memoria degli archetipi e nica vado a messa, cosa che prima non
diventano consapevoli di una distanza che li facevo più; qui, nella mia parrocchia, ho
ha separati, densa di rabbia e di solitudine, incontrato un sacerdote autorevole e aper-
e colmano il vuoto e il dolore con la gran- to di vedute, cosa della quale sicuramente
dezza e l’umiltà di quelle parole mai pro- avevo bisogno”.
nunciate né mai ascoltate: “Figlio mio, Se poi si pensa alla carità di questi “risorti”,
carne della mia carne, sangue del mio san- un tempo “smarriti”, capaci di essere l’uno
gue, io ti benedico”. E da questo, il perdo- per l’altro strumenti di condivisione e di cre-
no e la riconciliazione. Come dimenticare scita interiore, allora non si può immagina-
un ultracinquantenne, dichiaratosi ateo per re quanta energia positiva e dinamismo nel
quarant’anni, che pianse per ben due gior- bene si sprigionano da questi spiriti passati
ni quando gli fu comunicato di potersi acco- al crogiuolo delle proprie ferite e del loro
stare alla santa Eucaristia assumendo il superamento. Mi piace immaginarli come
Corpo e il Sangue del Signore. E casi del in una rassegna di identità pudiche, belle e
genere sono all’ordine del giorno in questo sacre con le ferite ancora aperte, ultime
cammino. La celebrazione del battesimo o labbra per dire a tutti: “Ecco il nostro
del matrimonio cristiano costituisce un’op- amore, provato dal fuoco”.
portunità preziosa per riproporre una cate-
chesi sulla vita cristiana in senso specifico ed 5
Cf CONSIGLIO EPISCOPALE PERMANENTE
esteso. A una giovane madre che si prepa- DELLA CEI, Terza Nota: Orientamenti per il risve-
rava a celebrare il sacramento della confer- glio della fede e il completamento dell’iniziazione
mazione nella sua parrocchia, anche in vista cristiana in età adulta, 2.

Via Verità e Vita n. 198/2004


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Foto di copertina: H. Van Rijn Rembrandt, Il ritorno del prodigo

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