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L’elfo che non sapeva leggere

Era la settimana che precede il Natale e il Polo Nord era pullulante di entusiasmo. Gli elfi erano nel
laboratorio a lavorare come api operose: fasciavano regali e confezionavano giocattoli mentre Babbo
Natale leggeva la lista dei doni per tutti i bravi bimbi del mondo.

«Questo è il periodo dell’anno che preferisco, ma la mia vista non è più quella di una volta», disse Babbo
Natale sfregandosi gli occhi.

«Babbo Natale, va tutto bene?», chiese il più piccolo degli elfi, Jingles.

«Be’, Jingles, sono un po’ stanco per tutta questa emozione. Puoi leggere tu la lista al mio posto? Così posso
riposarmi un pochino», chiese Babbo Natale a Jingles.

Mentre tutti lo guardavano, Jingles prese la lista preoccupato.

Jingles fissava la lista. Riconosceva le lettere, ma non riusciva a capire cosa significassero.

Sapeva che tutti gli altri elfi lo stavano fissando in attesa che leggesse.

«Un giocattolo per… », il piccolo elfo si bloccò.

Un giocattolo di che tipo? Per chi?

«Mi dispiace», disse Jingles guardando la lista. Più la guardava, meno la capiva.

«Un… morso per Mary?» disse Jingles dubbioso.

Ne sei sicuro? Sembra strano!

[sul foglio: un orso per Mary, una palla da calcio per Caden, un unicorno per Audrey]

«No, non sono sicuro… Non sono bravissimo a fare questa cosa. Non so leggere!», Jingles lasciò la lista
piangendo e corse fuori dal laboratorio di fronte a Babbo Natale.

«Fermo lì, piccolino!», disse Babbo Natale acchiappandolo prima che riuscisse a raggiungere la porta.

«Dove credi di andare?»

«Babbo Natale, io non so leggere», piangeva Jingles. «Non riuscivo a capire nemmeno una parola!»

«Sai cosa penso, Jingles? Penso che tu fossi un po’ in difficoltà e quindi hai tirato a indovinare. Scommetto
che se ci riprovi con calma e provi a leggere bene le lettere, ce la fai! Hai solo bisogno di esercitarti un
pochino», disse Babbo Natale sorridendo.

«Continua ad esercitarti e presto saprai leggere», disse Babbo Natale abbracciando il piccolo Jingles.

«E non ti preoccupare: se farai fatica, leggeremo insieme. Ci metteremo tutto il tempo che ci vuole», disse
Babbo Natale prendendo in braccio Jingles.

E così si esercitarono, Jingles pronunciava le lettere e Babbo Natale lo aiutava quando non ci riusciva.

Jingles riuscì a fare a meno dell’aiuto di Babbo Natale in pochissimo tempo. Quando era in difficoltà,
manteneva la calma e, piano piano, pronunciava le lettere fino a che non riusciva a capire la parola.

Tutti gli altri elfi si raccolsero attorno Jingles che leggeva i nomi sulla lista a voce alta e con sicurezza.

Era la sera della vigilia di Natale e tutti i bambini erano a letto a dormire.

Di fianco al camino avevano preparato latte e biscotti per Babbo Natale.


Babbo Natale e Jingles partirono per andare a consegnare i regali volando a tutti i bambini della lista.

«Piccolino, io e te faremo felici molti bambini questa notte. Hai portato la lista?», chiese Babbo Natale
sorridendo.

«Certo!» rispose Jingle emozionato. «Al primo posto sulla lista c’è scritto “Una palla da calcio per Caaaa-
den!»

«Ottimo lavoro!», gridò Babbo Natale.

«Si va a casa di Caden!»

Ho! Ho! Ho! Andiamooooo!!!

«E la prossima è… NNor-ah… Norah! A-Aud-Aud-Audrey! Dobbiamo andare a casa di Audrey, Babbo


Natale !»

«Berrr-nie! Portiamo il trenino a Bernie! Car-los… Carlos! E-liz-a-beth! Poi c’è Elizabeth!»

E andarono avanti così per tutta la notte fino a che tutti i regali non furono consegnati.

«Jingles, sono molto fieri di te. Hai visto? Con un po’ di esercizio e l’aiuto degli amici, puoi riuscire a fare
qualsiasi cosa», disse Babbo Natale.

«Grazie per avermi aiutato, Babbo Natale», disse Jingle sorridendo.

«Leggere è divertente, voglio iniziare a leggere dei libri adesso!»

«Ottimo! Festeggiamo con uno di questi biscotti deliziosi?»

Ho! Ho! Ho! Buon natale a tutti e sogni d’oro!

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