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Se guardiamo dalla esosfera il nostro pianeta appena cala il buio, risalta subito evidente come eravamo 100 anni fa e come siamo
diventati. Le regioni come la Corea del Nord sono ancora segnate solo qua e la da qualche puntolino luminoso mentre l’Europa, gli
Usa e alcune regioni del sud dell’Asia sono costellate dalle stelle delle loro città. La luce è stata infatti la prima prova del passaggio
al benessere delle comunità cittadine. E’ significativa proprio la storia dell’illuminazione di Venezia, una citta che era pericolosa al
calar del buio e che dapprima si affidò al grasso di maiale ed al codegà e poi con il contratto con la ditta Francese La Lionese realizzò
uno dei primi Gasometri europei che ancora oggi resiste nella veste di archeologia industriale. La storia dell’utilizzo del gas in citta è
la storia dello sviluppo stesso della comunità urbana, tant’è che un parente del GPL veniva appunto chiamato “gas di città”.
Adesso le reti di metano come le arterie di un corpo raggiungono tutte le più piccole fiammelle delle nostre case, e scorrono
dapprima in grossi tubi e poi in capillari sempre più sottili riempendo di migliaia di tonnellate di metano il sottosuolo di tutte le citta
dalle più piccole alle più grandi, ma non per questo costituisce un pericolo o è motivo di ansia per chi ci cammina e ci vive sopra.
Il deposito della Costa Bioenergie non è altro che un altro piccolo passo verso l’indipendenza energetica delle nostre comunità e la
diversificazione dai combustibili fossili tradizionali.
In se non presenta piu rischi del metano che ci scorre sotto i piedi ed entra per essere miscelato all’ossigeno e bruciato senza
angoscia in tutte le nostre case. È quando è stoccato nei serbatoi che un gas inerte non brucia e non esplode perché manca il
comburente, ossia l’ossigeno. E’ un gas molto più pulito dei grossi tank di gasolio in laguna usato per alimentare i motori delle
barche e che in caso di rottura si disperderebbe creando un velo di morte. Il GPL, essendo un gas, si disperderebbe anche in caso di
fuoriuscita in atmosfera senza minimamente inquinare la laguna. Potrebbe alimentare i motori delle barche da pesca e da diporto
con enormi vantaggi in termini di fumi emessi e di sversamenti accidentali o semplice gocciolamento di combustibile.
Si obbietta che un problema è quello del rifornimento del deposito, ma qui se una cosa ci ha insegnato la laboriosità del popolo
della Serenissima è che la fantasia e la tecnica non mancano certo per costruire pochi km di pipeline ed uscire con una boa a mare
per il carico in tutta tranquillità del GPL lontano dalla città.
Se poi non ci si vuole nemmeno provare, ricordiamoci che oggi siamo ricchi e godiamo di una vita media che supera del doppio
quella dei paesi in via di sviluppo perché, come Popolo Occidentale erede di una Repubblica di Venezia che già nel 1500 progettava
il taglio del’ Istmo di Suez, siamo tecnologici ed industrializzati. L’energia ha un prezzo accessibile a tutti e non siamo costretti a
farci massacrare nelle proteste di piazza per averla ad un prezzo compatibile con lo stipendio e le necessità quotidiane come sta
accadendo in questi giorni in uno di quei paesi che ci riforniscono del gas che usiamo per cucinare e scaldarci.