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Prospettiva del conflitto

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La prospettiva del conflitto (o teoria del conflitto), nell'ambito della sociologia, è uno dei tre filoni principali di pensiero
attorno al quale, nel tempo, si sono agglomerati diversi autori. In ambito comunista è chiamata lotta di classe.

Essa indica un modo di approcciarsi ai fenomeni sociali. Le altre due prospettive possibili sono quella funzionalista e
interazionista.

Indice
Storia
Descrizione
Oggetto
La concezione del conflitto
Sociologi
Applicazioni della prospettiva del conflitto a realtà extra-occidentali
Società musulmana (Primavera Araba)
L'Unione Sovietica e le società simili
Note
Altri progetti
Collegamenti esterni

Storia
Il concetto di lotta di classe nasce ben prima, con le teorie e le motivazioni degli esperimenti utopici di inizio Ottocento ma la
vulgata nasce con Karl Marx, il quale considerava la lotta tra le classi sociali come il "motore" della storia e la fonte principale
del cambiamento. Secondo gli anarchici e i marxisti, il conflitto di classe mondiale tra la Classe degli Sfruttati e la Classe degli
Sfruttatori - spesso indicato come guerra di classe[1] o lotta tra i ceti[2] - è quella tensione o antagonismo che si crea nella società
a causa della competizione degli interessi socio-economici tra persone di classi differenti[3].

Per i marxisti-leninisti, il conflitto di classe può assumere diverse forme[4]: la violenza diretta, come le guerre per
l'accaparramento delle risorse e la manodopera a basso costo; la violenza indiretta, con cui si hanno morti per povertà, fame,
malattie o condizioni di lavoro pericolose; la coercizione, quale la minaccia di perdita del lavoro o di distrarre un importante
investimento; ideologico sia esso, intenzionale (come con libri e articoli che promuovono l'anti-capitalismo), o involontario
(come la produzione del consumismo attraverso la pubblicità)[5]. Ulteriormente esistono forme politiche dei conflitti di classe per
mezzo di lobbisti, legali o illegali, o di capi di governo corrotti che fanno sì che si facciano approvare leggi a loro favorevoli
quali: leggi sul lavoro, leggi fiscali, leggi dei consumatori o altri ratifiche, ingiunzioni o dazi doganali.
Il conflitto può iniziare con una serrata atta a distruggere un sindacato, oppure in maniera occulta, con un informale rallentamento
della produzione motivato dalla protesta per i salari bassi o per comportamenti aziendali anti-sindacali. Nel consumo al dettaglio,
quando il consumatore-massa deve pagare un prezzo superiore all'intero costo di produzione, c'è violenza sul bisogno,
sfruttamento e lotta di classe parcellizzata in cui ogni rapporto di forze tra domanda e offerta è una resa condizionata reiterata fino
all'assuefazione, interiorizzazione e inconsapevolezza, pianificata dagli uffici di marketing.

Per la sistemica, ingegnerizzata ma non intenzionale mancanza di equità nei rapporti economici (e perciò nei prezzi), ogni rischio
di monetizzazione di qualunque cosa è percepito quasi sempre come umiliante e mortificante per il soccombente sotto la violenza
sul bisogno, e tale condizione è esasperata se l'oggetto di monetizzazione è inconsueto o attinente all'intimità individuale. La
confusione su questo provoca le ire populiste contro i molteplici aspetti della modernità.

La lotta di classe nello sfruttamento più sorridente di tutti è quando l'utente inconsapevole dei social network, provider, media,
motori di ricerca, app, dell'Internet delle cose, produce input divertendosi gratis, sta lavorando gratuitamente e spende il proprio
tempo per accumulare dati di marketing presso le dotcom, e alla fine si meraviglierà delle loro grosse capitalizzazioni in Borsa.

Nelle crisi economiche il capitalismo si rafforza acquistando a poco prezzo le risorse cedute dai soggetti deboli sotto la violenza
sul bisogno, si rafforza socialmente, assottigliando la piramide gerarchizzante, e politicamente, dirottando con facilità il conflitto
e la rabbia degli sfruttati contro altri sfruttati. Una forma più silenziosa, ma massicciamente sostanziosa di lotta di classe è
veicolata dalla spesa pubblica, che al riparo di una praticamente inesistente trasparenza, ogni anno in ogni Stato trasferisce
somme ingenti dalle fasce di redditi bassi a quelle di reddito alto.

Dominante nell'Europa occidentale, la prospettiva del conflitto


è stata declinata dalla cultura liberaldemocratica[6] sotto forma
di lotta sociale tra ceti, mediante l'elaborazione di Max Weber
(1864 - 1920): egli è d'accordo con le idee fondamentali di Karl
Marx circa l'economia che causa il conflitto di classe, ma
sostiene che questa battaglia possa provenire anche dal
prestigio e dal potere. Weber afferma che le classi nascono dal
diverso posizionamento delle proprietà. Differenti
localizzazioni possono largamente colpire una classe nella loro
educazione, in correlazione alle persone ad essa collegate.

Egli dichiara, inoltre, che il prestigio si evidenzia nei differenti


ceti. Il prestigio è un valore attribuito e che molte volte non può
essere cambiato. Weber sostiene che le differenze di potere Sciopero a gatto selvaggio dei camionisti a
Minneapolis, 1934
alimentano la formazione di diverse fazioni politiche. Weber è
però in disaccordo con Marx circa la formazione di queste
classi. Mentre Marx credeva che i gruppi fossero costituiti in base allo stato economico, Weber sosteneva che le classi siano in
gran parte costituite dallo status sociale. Quest'ultimo non credeva che le comunità fossero costituite dalla condizione economica,
ma da persone di similare prestigio sociale. Weber riconosce però che esiste una relazione fra status sociale, prestigio sociale e
classi. La prospettiva del conflitto è stata ignorata dalla sociologia americana fino agli anni Sessanta. A partire dai sommovimenti
politici di quegli anni è divenuto più agevole analizzare il cambiamento della società mediante la prospettiva del conflitto
piuttosto che con quella funzionalista.

La teoria del conflitto sviluppata da Mills e Coser, non concentra la propria attenzione, come fece Marx, sulla lotta di classe, ma
considera come un fatto - che troviamo nella vita di ogni società - il conflitto tra molti gruppi e interessi (es. i vecchi contro i
giovani, i produttori contro i consumatori, abitanti del centro contro quelli della periferia).

Descrizione
Oggetto
I teorici del conflitto assumono che le società si trovi in uno stato costante di cambiamento, in cui il conflitto è una caratteristica
permanente[7].

Come il funzionalismo, anche le teorie del conflitto propongono un modello


complessivo che descrive il funzionamento della società, tuttavia respingono
l'accento funzionalista sul consenso per privilegiare l'importanza delle divisioni
sociali, concentrandosi sui temi del potere, della disuguaglianza e del conflitto.

Secondo questo modello complessivo la società è composta di gruppi distinti,


ciascuno dedito al proprio interesse. L'esistenza di interessi distinti comporta la
costante presenza di un conflitto: quelli che prevalgono nel conflitto diventano
gruppi sociali dominanti, quelli che soccombono diventano gruppi sociali
subordinati.

La concezione del conflitto Immagine del "due pesi due misure"


di quando si devono realizzare i diritti
Conflitto non significa necessariamente violenza aperta, ma anche tensione,
della classe dominante rispetto alla
ostilità, competizione e dissenso sui fini e valori. Esso non è un evento
realizzazione dei diritti delle classi
occasionale che interrompe il funzionamento generalmente armonioso della subalterne.
società, ma è una parte costante e necessaria della vita sociale. Le cose che le
persone vogliono - potere, ricchezza e prestigio - sono sempre scarse e la loro
domanda supera l'offerta. Coloro che controllano queste risorse riescono a proteggere i loro interessi a spese degli altri.

I teorici del conflitto considerano l'immagine funzionalista di un consenso generale sui valori come una pura finzione: ciò che
accade in realtà - secondo loro - è che chi ha il potere costringe il resto della popolazione all'acquiescenza e alla conformità. In
altre parole l'ordine sociale viene mantenuto non con il consenso popolare, ma con la forza o con la minaccia dell'uso della forza.
I teorici del conflitto non pensano che il conflitto sia una forza necessariamente distruttiva: può avere spesso dei risultati positivi,
in quanto può portare a cambiamenti sociali che altrimenti non si sarebbero realizzati. I cambiamenti sociali impediscono che la
società ristagni.

Sociologi
Di seguito uno schema riassuntivo che elenca i principali teorici del conflitto e la loro suddivisione tra lo stampo marxista e
quello weberiano.

Teorici critici di stampo marxista

Karl Marx
John Atkinson Hobson
Scuola di Francoforte

Erich Fromm
Herbert Marcuse
Theodor Adorno
Max Horkheimer
Charles Wright Mills
Pierre Bourdieu
Erik Olin Wright
Teorici analitici di stampo weberiano
Max Weber
Ralf Dahrendorf
Lewis Alfred Coser
Randall Collins
Altri teorici del conflitto

Josiah Warren
Bakunin
Proudhon
Benjamin Tucker
Georg Simmel
Robert Park e la Scuola di Chicago da lui fondata
Gustave de Molinari
Luigi De Marchi
Kevin Carson

Applicazioni della prospettiva del conflitto a realtà extra-


occidentali

Società musulmana (Primavera Araba)


Diversi fattori sono culminati in quella che noi conosciamo come Primavera Araba. L'ordine del giorno, inerente all'agitazione
civile e all'ultimo rovesciamento del governo totalitario accaduto in Medio Oriente, includeva articoli quali la dittatura, la
monarchia assoluta, la violazione dei diritti umani[8], il declino economico, la disoccupazione, l'estrema povertà ed un numero di
fattori demografici strutturali[9] come una larga percentuale di popolazione composta da giovani scolarizzati ma insoddisfatti[10].
Il catalizzatore delle rivolte in tutta l'Africa del Nord e nei Paesi del Golfo Persico, sono state la concentrazione del potere per
decenni nelle mani dei governanti che hanno generato un'insufficiente trasparenza nella redistribuzione del danaro pubblico,
un'elevata corruzione ed in particolar modo il rifiuto dei giovani ad accettare lo status quo universale di essere persone minacciate
dalla mancanza di cibo[11].

L'Unione Sovietica e le società simili


Una variante dei predominanti pensieri marxisti e anarchici argomenta che i conflitti di classe esistono anche nelle società
sovietiche. Questi argomenti descrivono la classe dei burocrati di partito come quella che detta le regole economiche e
politiche[12]. Questa classe dirigente è vista essere in opposizione al resto della società generalmente considerato essere il
proletariato. Questo tipo di sistema è considerato dai suoi detrattori come uno stato capitalista, oppure socialista degenerato,
perché guidato secondo le regole del collettivismo burocratico. Il Marxismo fu la dottrina ideologica predominante in Unione
Sovietica a partire dal 1922. Nel 1898 un gruppo di marxisti aveva fondato il Partito operaio socialdemocratico russo che si era
diviso presto in due fazioni, i bolscevichi, che erano guidati da Vladimir Lenin, e i menscevichi, che erano guidati da Julij
Martov. I primi presero il potere nel 1917, dopo la Rivoluzione d'Ottobre, e nel 1922, vinta la guerra civile contro le forze
antibolsceviche, diedero vita all'Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche.

Note
1. ^ Hibbert, Neil. Class Consciousness, Envy, and Conflict. n.p.: The Encyclopedia of Political Science. 2011, v. 1,
p252-253. CQ Press, A Division of Sage Publications, Inc, 2011.
2. ^ Sulla superiorità della lotta di classe rispetto all'invidia di classe, v. la critica di Marx a Babeuf alla URL
((http://www.theaugeanstables.com/2011/07/20/russel-and-marx-on-envy/)) e Grossman, Philip J., and Mana
Komai. The within and across class envy : anti-social behaviour in hierarchical groups. n.p.: Canberra: Monash
Univ., Dep. of Economics, 2013.; sul ritorno dell'invidia di classe come metodo di lotta politica, v. Enrico Buemi, Le
istituzioni della democrazia: aprire una grande stagione costituente, premessa (http://www.avantionline.it/2015/11/
104675/) Archiviato (https://web.archive.org/web/20151117021451/http://www.avantionline.it/2015/11/104675/) il
17 novembre 2015 in Internet Archive.
3. ^ Sin dalle società pre-capitalistiche, dove le società sono divise in base a stato, ricchezza, controllo di
produzione e distribuzioni sociali, per Marx il conflitto sorge. Questo conflitto è ogni giorno simile all'insistenza
con cui i lord medievali si contendevano l'accesso ai mulini di grano ed ai forni di cottura, oppure può essere
eccezionale, come il conflitto romano degli ordini, la rivolta di Spartaco o le varie rivolte nella recente Europa
medievale. Una delle prime analisi di questo conflitto è ‘German Peasants War' di Friedrich Engels(Frederick
Engels, German Peasants War, marxists.org), mentre una delle prime analisi dello sviluppo di classe, inteso
come lo sviluppo di conflitti tra classi emergenti, è riportato nell'’Mutual Aid, di Pietro Kropotkin.
4. ^ Nel passato, il termine conflitto di classe ‘Conflitto di classe' era usato principalmente dai socialisti, dai
comunisti e dagli anarchici che definivano un ceto sociale dal potere sulla capacità produttiva (proprietà come
fabbriche, terreni e macchinari). Da questo punto di vista, il controllo della società sulla produzione e sul lavoro, è
una lotta fra classi, e la divisione di queste risorse scatena necessariamente dei conflitti e nuoce (Karl Marx,
1848). Tuttavia, in tempi più moderni, questo termine cerca una nuova definizione fra le società capitalistiche
negli Stati Uniti ed altri paesi occidentalizzati. I marxisti che disputano questo conflitto, hanno un ruolo rilevante
nella storia basati nei sistemi gerarchici come capitalismo e feudalesimo Karl Marx, and others, The Communist
Manifesto, [1] (https://www.marxists.org/archive/marx/works/1848/communist-manifesto/ch01.htm),
www.marxists.org, 1848. Questi si riferiscono, nelle loro manifestazioni pubbliche, alla guerra di classe, come ad
una lotta la cui decisione in favore della classe operaia è vista come un'inevitabile sotto capitalismo plutocratico.
Società dove, più spesso che non, comandano i ricchi.
5. ^ Edoardo Sanguineti, in proposito, sostenne che «bisogna restaurare l´odio di classe. Bisogna promuovere la
coscienza del proletariato: i padroni ci odiano e non lo nascondono, noi dobbiamo tornare ad aiutare i proletari ad
avere coscienza della propria classe. L´odio deve essere ricambiato (...) Oggi le condizioni di vita di un tranviere
genovese dipendono dalle oscillazioni della Borsa di Hong Kong. Oggi la merce-uomo è la più svenduta: ai
proletari la destra mostra un libro dei sogni, nostro dovere è raccogliere la bandiera»: v. RAFFAELE NIRI,
Sanguineti, un versetto infuocato - La frase sull´"odio di classe" infiamma e strappa la Sinistra, La Repubblica, 6
gennaio 2007. ove si ricorda anche che "la formula "odio di classe", in campagna elettorale, non si ascoltava dai
tempi di Giancarlo Pajetta, ospite di Jader Jacobelli ad una "Tribuna Politica" dei primi Anni Sessanta.
6. ^ La cultura liberale classica è assai più consentanea con la versione marxista della lotta di classe, di quanto si
potrebbe credere: v. Thomas Jefferson che, sebbene fosse stato presidente degli Stati Uniti dal 1801 al 1809, e
sia considerato uno dei padri fondatori di questo stato, morì con molti debiti. Nella sua vita fu sia borghese e
ricco, che proletario e povero. Riguardo alla guerra di classe è citato in quanto disse ‘L'esperienza insegna che
l'uomo è l'unico animale che divora il suo genere. Per cui io posso applicare il non delicato termine che la preda
principale dei ricchi sono i poveri': Thomas Jefferson, On Class Warfare, su brainyquote.com.. Duecento anni
dopo, il leggendario investitore e filantropo, Warren Buffet - che si trova spesso sulla lista dei 10 uomini più ricchi
al mondo - nel novembre 2006, in un'intervista al New York Times, commentava: ‘Giustamente c'è una guerra di
classe ma è la mia classe, quella ricca, che la sta facendo. E noi saremo vincenti': v. "Warren Buffet Admits the
Middle-Class are under Siege", in Warren Buffett, Market Watch, in The Wall Street Journal, 1º novembre 2011
(archiviato dall'url originale l'8 maggio 2013).. Dopo questa pubblicazione diede via più della metà della sua fortuna per
azioni caritatevoli, attraverso un programma creato da lui e dal magnate dei software per i computer Bill Gates: v.
"The Giving Pledge" in Warren Buffett Gives Away Fortune, in Huffington Post, 4 dicembre 2012. URL consultato il
16 maggio 2012.. Più tardi, nel 2011 chiamò i legislatori e disse loro ‘.. basta coccolare i super ricchi': Warren
Buffett, Stop Coddling the Super Rich, in The New York Times, novembre 2011. URL consultato il 16 maggio 2012..
7. ^ I marxisti ritengono che il conflitto esemplare è il conflitto di classe all'interno del capitalismo. Questa lotta
avviene, prima di tutti, tra borghesia e proletariato e prende lo spunto dal conflitto sull'orario di lavoro, il salario
corrisposto, il costo dei beni dei consumatori, la formazione lavorativa, i controlli sul parlamento e la burocrazia e
l'ineguaglianza sociale. La particolare aumento dei programmi statali che possono sembrare puramente
umanitari, come l'aiuto a disastri ambientali, può essere attualmente una forma di conflitto di classe: v. Greg
Palast, Burn baby burn http://www.gregpalast.com/burn-baby-burnthe-california-celebrity-fires/. Alla stessa
stregua v. Zinn,' People's History’': Oltre a queste forme quotidiane di lotta, durante i periodi di crisi o di
rivoluzione, queste prendono una via violenta ed involvono in repressione, assalto, restrizione delle libertà civili e
violenze feroci quali assassinii o squadroni della morte.
8. ^ Alexander Cockburn, The Tweet and Revolution, su counterpunch.org, 18–20 February 2011.
9. ^ Korotayev A, Zinkina J, Egyptian Revolution: A Demographic Structural Analysis, in Entelequia. Revista
Interdisciplinar, vol. 13, 2011, pp. 139–165.
10. ^ Demographics of the Arab League, computed by Wolfram Alpha, su wolframalpha.com.
11. ^ Ecker, Al-Riffai, Perrihan, Economics of the Arab awakening, International Food Policy Research Institute. URL
consultato il 25 maggio 2012.
12. ^ Milovan Đilas, The New Class: An Analysis of the Communist System, paperback, San Diego, Harcourt Brace
Jovanovich, 1983, 1957, ISBN 0-15-665489-X.

Altri progetti
Wikiquote contiene citazioni sulla Prospettiva del conflitto

Collegamenti esterni

Lotta di classe, su thes.bncf.firenze.sbn.it, Biblioteca Nazionale Centrale di Firenze.


(EN) Prospettiva del conflitto, su Enciclopedia Britannica, Encyclopædia Britannica, Inc.
GND (DE) 4130866-9 (https://d-nb.info/gnd/4130866-9) · BNF (FR) cb11934298j (http
Controllo di
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