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("Strofc liturgiche e offici divini"), lo scntiremo invocarc
quale si concludeva con I'incendio di Persepoli, chc sarcbbe
o colltro la volontà dì Alessandro' Ohrmazd, Dio degli Dèi, c le potet-rze arcangcliche detcn-
avvenuto per ordine
Spettacolo tectricamente pcrfetto, ccrto, ma che gcttava certi trici con lui dclla Luce di Gloria. Qucìsta Lucc di Gloria,
Oriente-Origrne, Ishraq, è la fonte chc egli rivendica pcr la
spettatori iraniani in un gratrdc disagio, perché lo sentivano
sua filosofia e 1a sua dottrina spirituale, per tLltto ciò che ha
come uno spettacolo dernolriaco. Essi vi vidcro la rappre-
presentito cornc necessaria sostatrza del suo tlressaggio.
sentazionc dell'azione ahrin-raniana de1 fuoco distruttore,
cioè dcl fuoco quale ò divetlttto a causa dell'invasionc di Ah-
riman nella santa creazione di Ohrmazd. Perché il fuoco di
2. SIIAYKII AL-ISIIIìAQ
Ohrmazd è puro fuoco, tutto luminoso, che nou rapisce e
non distrugge, e tale tortrcrà ad esscre all<lrché le contro-
potcnze ahrimaniane sarallrlo state cspulse dalla creazione di Qucsto messaggio, cgli poté concepirlo iu una vita dal corscr
tragicamente brevc. Qui rton si farà altro chc ricordarc bre-
Luce. Lo spcttacolo delf incendio di Persepoli li aveva posti
vementc a grandi tratti la sua biografia e la sua dottrina, cor-
faccia a faccia con l'azione di Ahrinran, ed e\ un faccia a faccia
rentemcnte designata con il nonlc di lshrdq.l
che nort dà né quiete tté anrrlirazionc.
Soprattutto è inìportante tron confonderlo con gli onroni-
Lo speitatore occidentale tron vedcva che arroventamenti
di pictre, cd era lungi dal pensare ciò che scntivano alcuni mi, particolarmcnte con Shihabodd.r't'Omar Sohravardi, il
grande teologo nristico che vissc a Baghdad.' Colui chc irr
suoi vicini iraniani. La loro rcazione viene qui cvocata pcr-
ché si espresse mcdiante la citazione di certe paginc della
Iran ò correntcmentc designato conle "Shaykh al-lshràq",
Shihaboddin Yahya Sohravarcli, nacqllLì r.rel nord-ovest dcl-
Teosofia oricntalc di Sohravardi. Vi sono, nellc profondità
dclla coscicnza. continuità che lc vicissitudini della storia l'lran nel rr55, nclla provincia diJebàI, limitrol'a dell'Azer-
baigian (pronuncia araba del nonre che ha ritrovato oggi la
esteriore non possono spezzare. Sohravardi resta testinrotrc
sua forma iraniana ufficiale: Azeràbàdgin). Noi abbiamo
di un mondo che tutti coloro che appartcllgollo alla stessa j
descritto altrove lo stato attuale dcl catttonc di Sohravard.
sua famiglia spirituale ricot.toscono. C'è molto da inrparare
Va dctto che noi trascriviarno, conle si fa in Iran, i norni di
dal contrasto tra 1a coscienza ohrrnazdiatra e la coscienza
Sohravard e di Sohravardi con una 1/, c 11011 con g11x u", pcr
prometeica.
evitarc che si pronunci "Sohrauardi".
Si constaterà, ncl corso dei trattati qui tradotti, f impor-
tanza che Sohravardi riconosccva a una nozionc fotrdanrcn-
Non c'è una grande distatrza (ed è alla stessa latitudine) ,
almeno a volo d'uccello (poco più di un ccntinaio di chilo-
tale della teosofia zoroastriana l1 Xuarnah, la Luce di gloria
nietri), tra Sohravard - dove nacqllc e trascorse la prinra irl-
sovrannaturale, contlotallte contemporaneamente l'idca di
fanzia il nostro Shaykh - e Shiz (oggi Taklit-c Solaymàrr, il
gloria e di destino, fontc originaria degli esseri di luce c ga-
Trono o tempio di Salomonc), ove si ergeva su utr alto nlon-
ranzia del loro cssere. Qtrando Sohravardl pat\a dell'lshraq,
te, sotto un ciclo translucido, il più inrportante sarltuario dcl
dell"'Oriente" di ogni luce, dclla Luce dellc Luci, non pcn-
Fuoco sacro (il Fuoco rcgale). Shiz fu itr qualche rnodo per i
sa che a questa Luce di Gloria. Anchc nel "Libro d'Ore"
i 1
sovrani sassanidi dell'Iran ciò che Reims doveva essere per i Certo, il contcsto degli cvcnti è tragico. Sohravardr rap-
re di Francia. Il nostro Sohravardi condusse i primi studi vi- prcscrltava tutto ciò che potcva odiare L1t1 uonto conre Sala-
cino al suo paese natale, a Maràghch, irt Azerbaigian. Comc din, al quale le nostre Crociate hannct procurato ulìa reputtl-
si sa, l'Azerbaigian fu 1a tcrra satìta zoroastriana per eccellcn- zionc cavalleresca che a]cuni trovarlo abr-rsiva. Anche le date
za, perché i Magi sassanidi vi trasposero topologicamcnte i sono eloqnenti. Il 2 ottobre r r tl7, la caduta di Gerusalcmmc
luoghi santi dell'agiografia di Zoroastro e dell'Avesta. Nella scgna la finc dcl prinro reglro latino. I1 rz luglio It9I, per
regione vi erano anche comunità cristianc nestorianc. Que- contro, i rinforzi condotti da Riccardo Cuor di Lcotrc porta-
sta doppia 'vicinanza' ò da tencr presentc; essa può far luce no alla cadr-rta di San Giovanni d'Acri. Meno di trc scttinrane
sui primi progetti dcl nostro Shaykh. Sappiamo che intorno dopo, il z9 hrglio rr9r, Sohravardi tnuorc, lrlartire della sua
ai vent'anni si recò a Ispahan, dove ritrovò i continuatori cansa (per i suoi egli c\ lo shaykh slnhtd,lo shaykh tnartirc, c
della scuola di Avicenna. Lo troviamo poi a Rùm, in Anato- rron lo sliaykh maqtù\, nìcsso a nrorte).
lia, dove la sua intrepidezza ispirava già agli amici timore Tutto accade comc sc Saladin, tornato per tre volte alla ca-
per la sua vita; poi a Kharpùt, dove dedicò uno dei suoi libri rica perché la scntcnza fosse escguita (e che sarebbc rìlorto, a
all'emiro seljuchide 'ImàdodcLn (ò il ur trattato di questa sr.ra volta, duc anni più tardi, ncl rr93), avcssc voluto largli
raccolta). Infinc, ebbe la temerarietà di rccarsi. per una ra- cspiarc i sr-roi sogni. Nulla poté salvare il rrostro shaykh,
gione che ignoriamo, ad Aleppo, in Siria, dove si scntì con- rlcppurc la fcc'lclc anricizia di al-M:ilik al-Ztlir.
fortato dall'amicizia che gli portava un giovane principe del- Ma la sua opera è sopravvissuta; ed c\ cousiderevole, per
la sua età, al-Malik al-Zahir, govenìatore di Aleppo, uno dei LrlÌ uonro scomparso ncl fiore della giovirTczztr, all'età di
figli di Saladin (Salàheddin). Commise forse l'imprudenza trentasei anni; considcrcvole nolr talrt() pcr il rrutr.rero dei ti-
di infrangere quella "disciplina dcll'arcano" a cui spesso al- toli (più di nna trcr.rtina, secondo il suo biografo e disccpolo
ludono i suoi racconti iniziatici e le sue parabole? Impossibi- Shahrazòri), quarlto per la saldczza e I'anrpiezza dclla dottri-
le dirlo. Comunque, i suoi liberi propositi trasparirono, e i na che lui stesso c i snoi hanno c-lcfinito collle Lrllrì "rcsttrrc-
dottori della Legge, i Foqaha',lo fecero comparire. Abbia- zior.rc". Qucsta dottrina victrt' sontntariatnentc dcsiqnata
mo rilevato altrove il senso di questo processo.' corr il scnrplice ternrine Ishraq, che in sé clesigna la luce del-
Gli fu rimproverato di sostenere chc Dio può suscitare un I'astro al suo sorgere, drffora c()nstff.gens. È I'O.i"rrta conle na-
profeta ogni volta che vuole, il che faccva vacillare le basi scita e origine del1a lucc (Oriens-orito) . Naturalnlente, trotr si
della profctologia ufficiale, sccondo la quale Mohammad fu tratta del1'Orientc gcografico nra dcl urondo spiritualc, dcl
il "Sigillo dei profeti". Dopo di lui, nessun altro nabr. Tutto l,'ldldkit, chc ò I'Oriente dci nrondi in rapporto al nostro
è più sfumato nel nostro Shaykh; piuttosto c'ò in lui la trac- nrorrdo terrestre. L'astro che sorge è il solc del Malakut. Clon
cia dclla dottrina sht'ita della walayat. l;foqaha'vollero attac- esso si leva un rnondo di conoscenza chc c\ conoscenza del-
care questo cripto-shi'ismo? Resta il fatto che non esitarono l"'Orientc" delle cose, colloscerìzrì degli csscri e clelie cose
a condannarlo a morte, e che Saladin aggiunse ai loro sforzi i
"al loro Orierrte", pcrche< al1ora 1'aninÌa colloscer.rte si lcva
suoi, perché la sentenza fosse escguita. essa stessa al suo "C)ricntc". La cotroscctrza "orietrtale" (isll-
I
raqr) viene defirrita conìc Lllta colìoscenza che eì prcsenza c "C)ricnte" che ò la Luce dcllc Lr.rci, originc c lcvante cli ogni
conrprescnza ('iln httzùrt ), in contrasto coll tllla conoscclìza h-rcc, eci è qtrcllo che d:r urì cepo all'altrcl contattcla 1a clottritra
che sia solo rapprcsetttaziot.tc dellc cose mcdialltc I'itltermc- fìkrsofìc:r e la pratica nristica. Pcr qttesto nrotivo, troi tr:rc-ltt-
dio <li una fortna o spL'cies ('ilm sùrr). È f-o.se ciò chc perse- cianro islruqr con "orictrtalc", ncl sclls() 1Ììetltfisico dclla pa-
guiva Avicenna coll il sr-ro progctto di una "fìlosofia ilrietlta- rola. Qucsta colloscctlza "oricntalc", ò cltrclla chc rtei testi 1a-
le", rna SohravarcJi sa bctrissir-no ci-rc Avictlllìì lloll potcva tirri, ertnetici c no, è clcsignata cc>ttre cogttititt tuatutina. Lo
condurre il compito a buott Iìtrc, e che lui era I'ulliccl a realiz- Slraykh al-lshraq ò il Doclor to.qnitiLttris rnottttirtat.
zarc tl progctto. Qucstit conosccnzlì "orictttalc" che si 1eva clopo l"'oricnta-
"C)ricn- zione " clcll'aninta, il lcvarsi clcll'ariirtt:t al suo "Orictrtc", si
Questa teosofia "oricntalc" (ishraqr) ò qr-rella c'lcgli
tall" (islruqryùn, rnaslriqryuu), tertuitrc chc trot't va preso itl clispicga su piùr re{ristri. Sol'rravarcli ha volttto csscrr: il resu-
scnso etnico o gcografico. Notl c'c\ alcuu legame lleccssario scitatorc clclla teosof-ìa clei saggi clell'antica Persia. Egli ha
tra orientale iu senso geografico e "oricIltalc" itt setrso nleta- conr>sciuto ccrtanìellte cli prinra rllallo alcrttri clati lortclanrcn-
fisico. Se i saggi dcll'antic;r Pcrsia, chc Sohravardi rivendica t:rli dell.r sapicrrza zorortstrilttJ. ('()lìlt' .ìtt('st.tllo isrroi rcitcr.t-
conle suoi asccndenti spirituali, furont> saggi "orierlt:rli", cir) ti rife'ritrrcittti a\ Xyttnrtrlt. ai sovr:rtti cstatici clcll'antica l)crsia,
non c\ certo pcrché cssi si trovavano ncll'OricIrte gcografico, ella suclclivisionc clci rnondi in trrotido sottilc Qnùrok) c nlolì-
nra perché la loro sàggezza cra Lllla colloscellza "orientale " clo rnatcrialc (geriÈ), c soprattutto 1a prcvaletrza dcll'angelo-
nel senso che abbiarno detto. Ec1 ò perciò che Sohrav:rrdi si ò logia in un sistenra dcl trtondo nel qualc fiqltratrt, ttltti illollli
assurìto il cornpito di rcsuscitarc la loro clivina saggczza. la deqli ,4rralrrtls])aild, o arcarrgcli dello zoroastrisnto. Ciò rtotl
loro thL'osophia lrl tcrntitrc thcttsttphia si trova irl greco rrella signifrca che noi ritroviatno irr lui taic c qualc la classica co-
traduzione dci "Scttanta", itt autori rlcoplatollici qtlali l)orfì- snroloqia zoroastriatra. Ma cli ccrto llotr si ptlò pitì llcgarc
rio (Dc Abstitrt'ntia +9,t7), Gianrblico (Dc A'Iysr.,7,r), I)ro- 1'esistcnza cli correnti csoterichc trcllo zorortstristtrtt.'c si po-
clo (Theolo,gid Plttttttrica, v, :S); in latino, irr tcsti dcl x secolo. trellno ravvisarle studiando più c1a vicitro Ia risposta zoroa-
Citiarrro 1a cief. clcl l)ictittttttttirc dL's -sciotrt's ltlilo-;ttphiqucs, striana chc Àr data, llcl xvt sccolo, all'opcra di Sohravardi.
M.A. Frank (['aris rlì7,5') : "Pcr t. si irrtcndc altro dalla tcolo- Ma 1o Shaykh al-lshraq ha ripc'nsato tr.rtti i clati di cui dispo-
gia: non ò la scicnza chc si ritèriscc a l)io, rna il sapcrc cl-re rreva, ir.r vista clello scopo che si cra prefisso. Egli ha intcr-
provienc da lui, che c\ da lui ispirato, pur sellza csst:rc ogget- prctrto la teoria platotrica dcllc iclcc irt tcrnritri di angcloloei:r
to di una rivclazionc specifica". N.l).I.|. l)erciò notl ci sì do- zoroastrirn:r, c si terranno sellìprc prescrtti, lcggendolo, lc
vrà contetrtare di tradttrre la parol:r lshraq con "i1h-rnlitrazio- gcrarchic mediatrici, le "scric" clcll'r-rnivcrso di Proclo. Inol-
ne". La parola fa riferinrento alla visiotrc interi<>rc dell"'O- trc, la fisur:r di Hernres, il "padrc dei saggi", occltpa Lrlla po-
ricntc" della luce lcvatrtc, chc infìne Sohravarcli ic'lcntrfichcrà sizionc cli rilievo, sia nella srta cottcezionc clclla "tradiziotre
corr la Lncc di Gloria, tl Xuanruh. Si tratta di una conoscell- sapicnziale" chc nclla sua prÌtica spirituale . l)er h-ri Hertttés è
za chc ò illunrinativa perché e\ "orientale", c che eì "orierlta- il profcta visionario dclla "Naturra l)erfctta". Eppttrc, la
le" perché è "illunrilrativa". L'acccnto c\ posto così sLl qLlesto sor.nnla di qucsti elenrcnti notr hlstcr.'trbc :r clarc qttalcosa
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conìe la "teosofia orietrtalc", hikmat al-lslrrdq. Pcr questa oc- do spirituale sia un barzakh (un intermedio) che unisca i due
correva il gcnio ispirato dello Shaykh al-lshr-rq; la sua perso- metodi, poiché talc è la via che seguono gli hokama mdslryi-
na ne è la prinra e urltirna spiegazionc. E, comc talc, cgli non qlyùn, i teosofi "orientali" (i "platonici di Persia").6
è stato l'artigiano di ciò che con lcggcrczza viene detto "sin-
Queste righe di Sadrà Shiràzi rendono significativa la sen-
crctisrro"; egli eì stato il tcstimotre di una Sopltia pcrtntris di tenza, comune presso i filosofi iranici, che 1'Ishraq sia nei
ctri lveva acuto il sclttinìclìto. confronti della filosofìa ciò che il sufismo è nei confronti
Pcrche< questa tcosofia ishraqt c\ stata la via spiritualc sct-Itti- della teologia scolastica del Kalam.
ta nel corso dci secoli dagli Islwnqryrrrr, disccpoli di Sohravar- In breve, le caratteristiche essenziali della dottrina ishraqt
dr, chc i repertori piùr spesso indicano con.rc "Platonici" in come dottrina filosofica c comc pratica spirituale, sollo: r.
opposizione ai Pcripatetici (i Maslrslra'ùn). Cìiò chc carattc- f)eliberata volontà di rinnovare la teosofia dclla Luce profes-
rizza qucsta scuola c\ che essa ponc colìle inclissoltrbili lo stu- sata dai saggi dell'antica Persia; z. Qucsta resurrezione fa na-
dio filosofico c I'espericnza spiritualc o pratica rttistica. Una scere una spiritualità la cui caratteristica è di unire indissolu-
ricerca filosofica chc trot.t perverlga a tttra rcalizzaziotte spiri- bilmentc ricerca filosofica della Conoscenza e fruttificazione
tuale personale, ò agli occhi di Sohravarcli un'imprcsa stcri- di questa Conosccnza in una conversione, una metamorfosi
le, una pcrdita cli tcnrpo. Reciprocarnente, al cotrtrario di interiore dell'uomo. La Conoscenza dt cui si tratta, dunque,
tanti sufi che alla lcggera disprczzano la colroscctrza c()Ilìc ta- non sarà mai una conoscenza reorica, nra essenzialmentc una
le, Sohravardi pcnsa chc chiunque si impceni sulla vta spiri- conoscenza salvifica, e questo è da sempre il senso dato alla
tuale scnza averc ulra seria fornrazior-rc filosofica si espolte a parola gnosi.
tuttc le trappolc t: a tlrttc lc illusioni, :r tr-rtti quci ciisordini È questo doppio carattere che ha dcterminato I'ordine del
che r-roi oggi chianriamo schizofrcnia. It'r questa doppia csi- presente corpus di trattati e racconti mistici dello Shaykh al-
genza ò il carattcre precipuo dclla spirituilità, islu'aqt. Lo si Ishràq. La prima parte riunisce alcuni testi nei quali il tcoso-
potrà verificare nel corso clei trattati qui traclotti. fo e filosofo ishraqt espone la sua dottrina. La seconda parte
Molla Sadrà Shirà21 (r57r-zlr(r4o), chc fu a sua volta un ci mostra la dottrina che diventa di fatto I'evento vissuto
ishriqr, ficura di rilievo dclla Scuola cl'lspaharr, e ancor ogei dall'anima. Il legame tra l'una e l'altra parte, legame che le
rrraih'e à peuser di filosofi tradizionali dcll'lran cotne S.J. Ash- rende indissolubili, consistc cssenzialmente nel passaggio
tiyàni, ha definito la via dcll'lshriq contc via regale, ltn itrter- dall'esposizione dottrinale al racconto mistico dell'evento
nredio (barzakh) chc, lungi dal scparare, corrgiungc i rispctti- vissuto. Di fatto, questo passaggio non può essere espresso
vi rnctodi dei filosofi e dei sufi. Così cgli scrive: "Ciò che altrimenti che sotto la forma di un racconto d'iniziazione
nrcglio convicne, è che il pellegrino vcrso l)io faccia la sintc- spirituale, e questa iniztazione è quella che dà origine al Sag-
si dei duc nretodi. Che la sua ascesi intcriorc uotr si.t tttrti gio integrale, secondo lo spirito e il cuore di Sohravardi: un
vuota di n-reditazrone filosofica e, reciprocalìlellte, che la stta saggio divenuto maestro tanto di sapienza filosofica che di
rncditazionc filosofica non procc-'da nrai setrza urto sforztt c-li esperienza mistica.
purificazionc spiritualc. O, pcr meglio dirc: chc il suo tneto-
1, 13
PURPURE() Angelo-spirito Santo è sia l'angelo della Conosccnza che
3. L'ARCANGEL()
I'Angelo della Rivelazione. Coloro che in Occidente hanu<r
creduto di poter parlarc di una "raz'tona.lizzazionc" dello Spi-
Ora, questo passaggio si cotnpie sotto la scort:ì di una guida
sovrannaturale, chc e\ I'iniziatorc pcrsorlale di qucl "pellcgri-
rito attraverso l'identificazione tra lo Spirito Santo della Iìi-
velazione e I'Intelligenza agente dci filosofi, sono solo passa-
no" che ò il ccrcatore. Questa guida altri non cì che l'Angel<r
designato nel printo dei racconti riuniti sotto il titolo "l'Ar-
ti al margine di ciò che costituisce 1'essenza della spiritualità
ishraqr: poiché hanno la stessa fonte, saggczza e profezia so-
cangelo purpureo", prcsellza ricorretrte chc n.ranifesta la nc-
cessaria funzionc n-rediatrice dell'Angelo nella spiritualità
no indissolubili, così come 1o sono filosofia e mistica. Gli
"incontri con l'Angelo", di cui più innanzi si leggerà il rac-
ishraqt: funzione teofanica, funzionc iniziatica, funzione sal-
vifica. È totto la diretta ispirazione di questo Angelo-Spirito conto, non hanno dunquc alcuna relazione con il punto di
vista di un razionalismo filosofico c teologico.s
Santo che Sohravardi ritiene di avere concepito c redatto il
Si vedrà che questo Angelo è il parente ccleste, il "padre"
suo grandc Libro della Tcosofia t'riuttalt'.- (Jn comnìentatore
della specie umana, il Nor?s patrik1s dell'umanità, in termini
ishraqr ci insegna (cfr. il trattato x) chc, se I'Arrgclo è sctlrprc
neoplatonici. Il "Libro dei Templi della Luce" mostrerà que-
irrdicato come il saggio-guida (in perrsiano 1l prr, in arabo lo
sta relazione con il confbrto di alcuni passi del Vangelo di
shaykh), è perché glt IshrnqrytTrr hartno l'Angelo direttamentc
come guida c macrstro spiritualc, e non hanrlo bisogno né di
Giovanni. Questo giovannismo islwaqr, che la menzione del
Paraclito conferma, è un tratto straordinario. Il ruolo del-
un internrediario né di uno shaykh fra gli uornitri. Da ciò de-
riva il titolo sotto ctti abbiamo riunito i testi clello Shal'kh al-
l'Angelo si afferma nei racconti in cui cgli è ora la guida, ora
Ishràq.
colui che accoglie il pellegrino mistico al termine della via,
così come nelle invocaziot'ti che gli sono rivolte nel "Libro
Vi sarà occasione di spiegarc più innanzi lc ragioni e il sen-
so di questo colore pllrpureo sotto ctli I'Angclo si ntanifcsta
d'Ore".
al visionario, all'inizio dcl raccor-rto chc l-ra per titolo "l'Ar-
Non anticiperemo qui le molteplici osservazioni che ver-
ranno fatte nel corso delle presentazioni c delle notc. Lascia-
cangelo purpurco". Ciò chc qui clccorre aturttnciare, ò il scn-
mo al lettore il piacere di scoprire progressivamente il pen-
so e la funzione della pcrsona dcll'Angelo nel corso dei trat-
siero e le aspirazioni di uno spirituale ishraqt. l)iciamo solo
tati e dei raccotlti tradotti in qucsta racccrlta. L"'Arcangclo
che per capirlo occorre conìpelretrarsi della visione di un
purpurco" ò designato da Sohravardi con nrolti altri nomi
mondo in cui le gerarchie mediatrici ricoprono una funzione
tradizionali. Egli è la decinra Intelligenza dclla gcrarchia dcl
necessaria, cosmologica e soteriologica. lJn mondo in cui,
pléroma, quella che i filosofi definiscono come l"'Intelligenza
ben lungi dall'esservi un antagonismo tra 11 tawhrd, o testi-
agente". È I'Angelo della stirpe umarla (Raltb al-nu' al-insa-
monianza dell'Unico, e il pluralismo tcosofico, ciascuno è
,?D. E l'Angelo che il Qoràn chianta Gabriel, 1o Spirito San-
garante dell'altro; ciascuno impedisce che 1'altro dcgeneri in
to (Ruh at-Qods). Sohravardr lo chiarna anche "cterna Saggez-
za" (Jnutd-Kharad, Sophia aetemd), c infine 1o identifica colr un'idolatria metafisica, fosse pure quclla di un monoteismt>
astratto. Vi è un legame essenziale tra conoscenza dell'Ange-
l'Angelo chc, nell'Avcsta, ha il nonre di Sraosha' Qucsto
14
i;
lo e conoscenza di sé. LAngelo appare al visionario sotto l'a- "Dèi-arcangeli" della "stirpe regale di Bahman-Luce" (Bah-
spetto della propria guida spirituale (prr), un saggio di e tcma man è, nello zoroastrismo, il nome del primo degli Arcan-
giovinezza. 11 riconoscimento dell'angelo ò l'aspctto chc geli che procedono da Ohrmazd). Tutti sono investiti della
prende nei nostri racconti la messinscena dcl motto emble- Luce di Gloria (Xvarnah) che è l"'Oriente", I'origine e 1'au-
matico: "Chi conoscc sé stesso (la sua anima), cortosce il suo reola di potenza del loro essere. Dunque, precisamente at-
Signore". Allo stesso modo, la figura dcll'Angelo-Spirito traverso il suo Nor?s patrik|s, attraverso l'Angelo di cui è la
Santo, come angelo dell'umana stirpc, si specifica per cia- "teurgia", l'essere umano può ritrovare un'ascendenza che
scuno assumendo 1'aspetto dclla sua "Natura Pcrfctta", risalga a questo Ordine regale (se mai ci fu), che lo Shaykh
quella di cui un antico trattato ermetico in arabo fa dire a So- al-Ishràq si rappresenta in certo qual senso come una confra-
crate che è "l'Angelo personale del filosofo". ternita iniziatica. Questa sarà la lezione finale del "Racconto
In particolare nei trattati vI-vIII di questa raccolta, I'An- dell'esilio in Occidente". Tra I'Angelo e la sua "preclara
gelo si fa conoscere al cercatore, gli rivcla chi è, soprattlrtto teurgia", che è I'umana stirpe, vi è un solidale destino, il
alla fine del "Racconto dell'esilio in Occidente" (trattato quale li coinvolge in uno stesso dramma, di cui essi devono
vrrr). LAngelo-Spirito Santo è il "padre" di tutti i Verbi che preparare la conclusione redentrice. L'Angelo-Spirito Santo
sono le anime umane, e di fatto ò il "padre" di colui che i cri- è egli stesso la guida che conduce i suoi fuori dellc tenebre, a
stiani hanno dcsignato comc il "figlio di l)io" (trattato v). condizione che essi sentano il suo Richiamo. Compagni di
C'è in Sohravardi la formulazione di una cristologia di cui destino: e ciò è simbolizzato sia dal color porpora dell'Ar-
non possiamo ancora dirc esattanrente la fontc, nra che ri- cangelo sia dalle sue due ali (trattato vtI), l'una di pura luce,
chiarna comunque quella del giudeo-cristianesinro prirniti- l'altra oscurata. La cerca del pellegrino dell'/s/zraq fu q.uella
vo. LAngelo-Spirito Santo, Gabriel, assunre in realtà la fun- dei sovrani estatici dell'antica Persia (Fereydùn, Kay Kho-
zione del Khrist6s Atryhelos di questa cristologia dei primissi- sraw), ai quali fu offerta la visione della luce di Gloria. Le
mi tempi del cristianesinro. Cristologia che si accorda con la nozioni di Ishraq e di Xuarnah traspaiono l'una attraverso
profetologia giudeo-cristiana del Verus Propheta, crcditata I'altra nella meditazione visionaria del nostro shaykh.
dalla profetologia islamica. E vi è una profonda coesione tra Le conseguenze si aprono ad alte e remote prospettive. La
l'antropologia angelologica di Sohravardi c la sua profetolo- profetologia islamica, soprattutto la profetologia shr'ita, ha
gia. Ci limitiamo ad anticipare che I'origine e il destino della per base la nozione di "Luce maomettana" (l'Jùr Mohammadt
specie umana si rivelano in questa coesione, nella quale la : Luce glorificata), che assume la funzione del Verus Prophe-
nozione zoroastriana di Luce di Gloria (Xuarnah) corrispon- ta o Christus aeternus nella profetologia giudeo-cristiana pri-
de alla nozione coranica di Sakrna, che in ebraico è la S/zc- mitiva. Ancora una volta, il "Libro d'Ore" chiarirà quanto
khina. lo precede: la Luce maomettana diviene la Luce di Gloria che
LAngelo-Spirito Santo, Gabriel, Angelo dcll'umanità che investe l'anima dei profeti. Anche qui l'esperienza profetica
è la stra "teurgia", ò la decima del pléroma di quelle Intelli- non è in contrasto con l'esperienza mistica: essa ne è il proto-
genze gerarchiche che il "Libro d'Ore" indica corne gli tipo. Vedremo che questa esperienza mistica, come investi-
16 17
mcnto dell'anin-ra cla partc dellc Luci divinc, vicne enunciata cora, cd è 1o stcsso, gli Ahl al-sakrna,la "cotnunità dclla Sa-
dallo Shaykh al-lshraq prccipuan-ìelìte conrc cliscesa dalla krna", chc riunisce tutti i "guardiani della P:rrc>la" all'Orientc
Sakrna. Nell'uso corrente, la parola vuol dire calnra, fiducia. c all'Occidente di qllcsto nronclo.
Nel lessico ishr,lt1t, indica la prolungata abitazionc dclle Luci Rimanc da indicare uu altro colltesto, a sostcì!;Ilo di qucsta
divir-re nella dimorl' (maskin), il "ternpio" dcll'aninra (la radi- grandiosa conceziolrc ishraqr.
cc araba sÈl connota il scnso di dimorare, abitare) . Ora, l'a-
rabo Sakrna è 1'cquivalcnte dell'ebrarco Shckhira. Qucst'u1ti-
mo dcsignava la rtristeriosa Presenza divina ncl Sarrrra Sorc- 4. IL REC;N() DI SALOM()NE
tLtrurn dc7 Tcnrpio. La Sdktna ò la presenza stabilc delle LLrci
divine nell'aninra-tcnrpio. È att."rrc.ro I'interfcrcnza della Si tratta di utr contesto chc chiarisce quclla cclnceziotte soh-
Luce di Cìloria (Xuarnah) con la Saktnd/Shekhin.a che si atrua ravardiana che riuniscc itt utto stesso Tcnlpio ideale il popo-
f integrazione dell'antico profetismo iranicr> con la traclizio- lo dt ZarathustralZoroastro e le comunità della Sakma/
ne profetica biblica c coranica, così contc attraverso l'inter- Shekhina, cioc\ le fanriglic spirituali che costitr-tiscot'ro itrsie-
ferenza del Xuamdlr con l'Ishraq si produce l'intcgrazione rne la tradizionc abratnica. Certo, accade di ricordarc di pri-
dcll'angelologia zoroastriana, clicianro purc dcl1'anuclologia mo acchito il dccreto di Ciro che ordina la ricostrr-rzionc del
neoplatonica, con 1'angelologia dclla tradizionc biblica e co- Tcrnpio. Sarerno debitori agli archcologi di un sillrbolo mi-
ranica. Qucsta doppia integrazione dctcrnrina i livclli ernlc- rabile dcll'inlportallza di questo decreto, se vcrrà cotlfèrnra-
tici dclla teosofi:ì islvdqt; l:r prcscrva da ogni caduta nclla to che il sisterna di coilocaziollc delle pietre cra 1o stcsso a
piattezza (o ristrcttczza) di un nrondo trnidinrensionalc. Persepoli e nci resti del muro clcl Tempio di Gerusalelllnlc.
Stiar-no addensando in poche righe i terni donrinanti. L:r Ma c'c\ di pitì. La stcssa area gcofJrafica dcl rcgno acheurcui-
lcttura meditata dei trattati chc scguorro pernìcttcrà di ritro- dc si trova integrata al Ternpio. La Perside (il Fàrs) diventa
varli e situarli ciascurro al suo posto. I)'altronde, dobbiamcr rcllno di Salomonc.
Iar prcserntirc fin d'ora la grandiosa concezione dcllo Shaykh L)obbianro a urì rtostro siovanc cd eminetltc collega ira-
al-Ishràq. Iìicordianro ancora che in alcuni di qucsti raccolìti nologo, A.S. Mclikiarr-C1-rirval.ri, pertincrrti ricerchc il cni
mistici, così conre ncl raccotrto visionario di Hayy ibn Yaq- risultato avrebbe incaut:rto il trostro Shaykh a1-lshràq. Quc-
zàrr, accadc chc I'Angelo risponda alla donranda dcl suo in- ste riccrche ci insegrrano cire, coutrariatnetìte a un'opinionc
terlocutore: "Io vengo dal tenrpio (Bayt al-Ma4dis)", cioe\ largamente diffusa ir-r Occiderrtc, gli Iranici tr«lll avevano mai
dalla Gcrusalemme celeste. Il "tempio" corìcepito cla Sohra- lasciato cadere r-rerll'obiio il sito di Persc-poli' Quel nrodo di
vardr ha la dinrensione di questo Tenrpio cclcste. Esso è ca- pcnsare che già illustra 1'ertlrctletttica inlnlanetltc ai raccotrti
pacc di riunire tutte le "comunità del Libro", lc Ahl al-Kitih mistici di Sohravardi, permctte agli Iranici di coglierc l',zrra-
o, per mcglio dirc, adoperando le sue stcssc parolc, tutti gli logia tra il personaggio diJanrshid, tcrzo sovratro rttriversalcr
Ahl al-Islryaq, quci "lratclli dell'Oriente", comunità idcalc di sccoudo 1'Avesta, rcgnattte su urt'Ltntalrità allcora bcata. c il
cui non esistcva archivio che potesse serbarc le traccc, o an- pcrsonaggio di Salomonc, re-sacerclotc, dctcntorc del sapLìrLì
1S i,
esoterico secondo 11 Corano, 1'uno e l'altro cscmplificanti innumerevoli immagini scolpite sui mun sr anlmarono ln
I'archetipo del Principc o dell'Uomo Pcrfetto. Attraverso presenza della solare belTezza di Soltan-Khalil, "secondo Sa-
questa analogia (l'identificazione dei due personaggi ò solo lomone", fermo in contemplazione dinanzi ad esse, poi
una confusione popolare), il regno del Fars, la Perside dei "rientrarono nei muri, indi dai muri si allontanarono".T0
Greci, diventa regno di Salomone, e i siti achcmcnidi pote- II testo del filosofo ishraqr Davànr giustifica la domanda
rono servire da supporto ai tcmi salomonici. Così ora si nro- posta da Melikian-Chirvani: "Persepoli è considerata come
stra la tendenza a pensare che Pcrscpoli non fu mai una capi- un sommo luogo dell'illuminazione spirituale, come l'eterna
tale politica, ma una Città santa, il sommo luogo del ccri- dimora della conoscenza esoterica di Salomone?". È possibi-
moniale regolato dal rituale imperiale. Ciò si accorda benis- le che una simile domanda appaia agli occhi della critica po-
simo con l'idea di "Persepoli, capitalc diJamshid, intcsa co- sitiva come un motto di spirito. Nondirneno, cssa sussiste.
me luogo abitato dallo spirito di Salonronc". Già Sa'di, nel Vi sarà occasione di ricordare - nel corso dclle note al pre-
secolo xut, celebrava il Fàrs comc "la provincia ovc furono sente libro - cosa sia una filiazione spirituale, come si stabili-
il Trono di Salomone e la corte dcl scgreto". Non si potreb- sca e come essa rechi testimonianza di sé stessa. Qui sottoli-
be proporre un simbolo più bcllo dell'interprcsenza del neiamo semplicemente il nostro consenso a quanto scrive il
Xuarnah e della Saktna/Shekhina, qua,lc l'ha provata il nostro collega: "La questione della storia non ha assunto in Oriente
Shaykh al-lshràq. il senso che ad essa danno gli occidentali. Gli Iraniani hanno
Non meno sorprendentc ò il testo che si devc a un filosolo percepito il loro passato in una visione stlhzzata, spoglia di
ishraqr, Jalaloddtn Davànr Q4z7-rSo2),e chc fu uno dei più ogni aspetto contingente, allo stesso modo che in arte hanno
celebri commentatori di Sohravardi e di cui si potranno leg- foggiato un vocabolario astratto di ornamenti e di immagini
gere qui alcune pagine tradotte dcl comntentario al "Libro lineari lontane da ogni realismo dcscrittivo. Hanno visto nei
dei Templi della Luce". Il testo persiano in qucstione, sco- palazzi di Persepoli l'opera diJamshid, archctipo della per-
perto e tradotto con cura da Melikian-Chirvani, ha pcr tito- sona del principe. Gli hanno dato il nome di Trono di
Jamshid (Takht-e J arnshtd)" .1
1
21
20
questa Lucc sovratrnaturale, ci aprc il segreto dci tcnrpi c de- logie sono natc dalla secolartzzazione dei sistenìi teologici
gli spazi dcll'Iran. Ma tale scgrcto è atrche qucllo clt-lìa tradi- dell'Occiderltc, c cioè dai suoi piir alti prcsentimenti nristici.
zionc spirituale di noi occidcntali. Perché spctta a noi tr,ttti È rt.rrro chc, rifiutate pcr sccoli quando si presetttavallo itr
soddislare il decreto del re Ciro, che ordina la ricostrttzittttc fornra tcologica, qllestc idcologie siano accolte da11'C)ricntc
del Tempio. E poiché dobbiarno allcora ricostrntrc itrsictnc dci nostri giorni nella loro fortna laicizzata. Qui si fanno de-
il Tempio, noi siamo conrpagni di dcstino. ternrinanti i pcggiori rnalintcsi. C'è da tcnìcre che * irnpor-
Lo Shaykh al-lshràq ci ha insegnato il senso spiritr-rale del- tatc in un clinra chc notr è il loro clima cl'originc - queste
le parole "Oricntc" e "Occidentc" (che sorlo nìtssc tr.t vir- ideologie abbiano un potercì di sradicarnento c di decontpo-
golcttcr quando hanno qlrcsto scnso). [)unque, quatrcl<t trtti sizionc. Pcrché solo l'organo che seccrtre il velerto può scccr-
parlianro insieme con lui dcll"'esilio in Occidente" tton trtet- ncrc I'antidoto.
tiamo sotto accllsa i Paesi, in senso gcografico, de11'C)cci- Il caso di Sohravardi ci appare così di r-rna virttì eser.nplarc.
dente, così comc, quando parlianro di "teosofia oricntale", Egli sapeva che la vita spiritualc dcll'uonro si svolgc sottc>
non ci portiamo semplicenrentc ncll'Orientc gcografico pe-r l'orizzonte del Malakùt. dovc, nulla e\ rnai ":rl passato", e nott
trovarla. l)icianro che - nel setrso sohravardiano cli queste nel divenire dclla Storia, dove tutto dcgcnera, itrvecchia e
parole - c'ò ancora un certo nLlnlcro cli "Orientali" in Occi- nìuore. Senza qucÌsta cotrvitrzioue, tlotl avrcbbc avuto il co-
dentc, c un buon nrlnrero dr "Occidentali" in ()riente. 11 no- raggio di intraprenderc un'inrpresa nclla quale sapeva cli nort
stro preludio si cotrcludcrcbbe fursc colr una dissotranza, se avcrc prcdccessori. Sc cgli avessc attLìso che qualcl-rc fatto 1o
proprio Sohravardi nor.r ci pcrnrettessc di risolverla. autorizzassc, non avrebbc dato alla filosofia irano-islantica,
Il fatto è che gli "C)ccidcrrtali" d'Oricntc suPpotl!Ìono in- anzi alla filosofia tout court, ciò chc lc ha dato. Ha crcato tttt
fatto corr-rpiuto, e attraverso di csso ha opcrato una rt'ucrsiorrt'
EJenllamente che ogni rievocazionc di ciò chc cssi chialtran<t
il "passato" tenda a frenarc lo slancio tecr-rologico del nostro del ternpo. A conrinciarc da lui, i saggi Khosrouantyfn del-
tenlpo, e pcrciò essi oppongono a questo "passato" idcolo- l'antica Persia divcngono i prccursori dcgli lshraqryin clella
gie chc crcdono solidali alla loro occidentalizzazione. Sarcb- Persia islarnica. Egli fu cli quclli che Irrcttono al futuro ciò cli
bc dcsiderabile che essi si aprissero a ciò di cr,ri gli "Orienta- cui gli altri non parlano se noll a1 passato.
li" dell'Occidcntc hatrno preso coscic-Iìza cla molto telt1po. Nelle pagine finali del "Libro dei Tenrpli", cotttc in tant«:-
Vi ò un certo nLrnlero di questioni chc I'ntttatrità si pone da paginc dci suoi trattati, conre ncl suo "Libro d'C)rc", lc>
sempre, ed è d'importanza vitalc che essa possa continulrc a Shaykh al-Ishràq dà libcro corso alla sua ispirazionc proflti-
porselc. LOccidente non lc ha mai ignorate. Tali qucstioni ca, lirica e impcriosa, le cui risonanze si propagheranno ttella
rono 355cnti dal canrntirro iniziale della tccnologia; sarcbbe gnosi islatnica. Non inscgna più; c\ l'araldo clell'evcrtto cl'rc
un'illusionc mortale pelrsarc clie alla finc essa possa darvi ri- annuncia, perché ha con.rinciato a viverlo itr printl p('rsollf,.
sposta. Qllanto alle idcologie socio-polttiche cl-re crcdono di
poter elir-ninarc tali questioni nrediante la tccnologia, gli Hcnry Corbin
"Occidentali" dell'Orierlte tìon si avvedorto chc queste idco-
i, ZI
NOTE AL PRELUDIO 11. Per quanto precede, ci si riferisca alf importante studio
di A.S. Melikian-Chirvani, Le royaume de Salomon. Les in'
in "Le Monde iranicn et
scriptions persanes de sites achéménides,
l'Islam", Droz, Genève-Paris, t97t, t. r, pp. r-4r. lJn altro
articolo dello stesso autore, Persépolis et la mystirlue musulma-
ne, nel volume "lran" (Les sept Climats), Paris, t972, è un
1. Pcr nraggiori dcttagli, si veda En Islam iranien, Pxis, riassunto dello studio precedente. Cfr. l'importante rapporto
r97r-t97z, l'insiemc del t. u. di Akbar Tajvidi, Danestanrha-ye nouru... (Nouvelles informa-
2. Shihàboddin 'Ornàr Sohravardi (ab. rz34) e\ all'origir-rc tions sur I'art et I'archéologie achéménides d'après les fouilles
della tarrqa sufi dei Sohrauardrya. Fu teologo dcl calitTo ab- entreprises au cours des années 13+7-1351 h.s.:1968-1972, en
basside Nàsir li-din Allah (rr8r-r233), che aiutò rnolto ncl persan), Teheran, 1973. Tajvidi è d'accordo con la concezione
suo progctto di organizzarc qualcosa contc ttna_fotouttuat pa- salomonica, ma suggerisce la revisione di certe traduzioni pro-
nislarrrica. Si veda la nostra h'rtroduzionc analitica ai 'frattdti poste da Melikian-Chirvani.
dei rcmpaori-cavalieri cditi da Morteza Sarràf (Bibliothèque 12. l)na missione archeologica tcdesca ha effettuato, nel
Iranicnne, vol. zo), 'feheran-Paris, r973, pp. 3Z ss. corso degli ultimi anni, diverse campagne di scavi molto
3. Clr. Op. mctaph. rr, Prolégonrètres III, pp. I44 ss. c an- fruttuose nel sito di Shiz.
che le due tavole panoranrichc fuori testo.
,1. Si veda En Islartr irarrit'rt, t. It, pp. I5 ss.
5. Clfr. Shaul Shakcd, Esotcric 'I'rends itr Zoroastri(lnisnt
(The Isracl Acadcnry of Sciences und Humanities Procee-
dings, vol. ut, n. 7), Jerusalem, t9(r9.
(r. Pcr questo tcsto c il suo contcsto, si veda lln Islan ird'
niur, t. II, p. 336.
7. Cfr. ibideru, t. II, p. 20.
8. Si veda ibidem, t. Iv, Indice generalc s.v. Esprit-Saint,
Clabriel, Intclligence agt:lrtc.
9. È prcferibile la grafia I)avàni pilrttosto che l)avvanr o
I)awwàni. Davan ò una borgata dcl Fars (la Persidc) r'rci dir-r-
torni di Kazerhn.
10. Su qllcstc inrnragini scolpite e le loro intcrpretazioni,
ncl secolo scorso, da partc di Forsat Shiràzi, si vcda il nostrcr
articolo Pour le c()ilcept de philosophie irano-islamique , in "Re-
vtre plriloscrphique", qcutraio-nrarzo r974, p. g.
24 25
&eiti
I. IL SIMBOLO DI FEDE DEI FILOSOFI
28 2g
n1e, di lìpoi, I'accidente potrebbe originare qualcosa di cui
a ternplazione e cognizione del proprio essere potendo-no1l-
precisamente ha bisogno per essere? Né corpo, né accidente, essere - ne è la dirnensione inlèriore - procede da lci un cielo
son princìpi originali per sé stessi. Sorge dunque neccssità di [il cielo supremo, Sfera delle Sfere o rx Sfera]. Pcr 1'atto di
un principio che sia né corpo, né accidentc. Quel che si trat- cognizione della propria cssenza, procede da lci 1'Aninra
terebbe di dimostrare è se il principio originale altri non fos- motrice [Anima caelestisl di questo cielo.rr Allo stesso mo-
se che I'Essere Nccessario per sé stcsso. Ma se tale principio do, dalla secolrda Intelligenza ne procede una terza' un se-
è potendo-non-essere, bisognerà risalirc all'Essere Necessa- condo cielo [a vlu Sfera, ciclo delle Fisse nello zodiacolla c
rio per sé stesso; ora, questi è l'Altissino. Luomo intelli- I'Anirna di questo cielo. Dalla terza hltelligenza, ne procede
gente non ha dubbi al riguardo: "Corne è possibile dubitare una quarta, ull terzo cielo [la vlt Sfera, cielo di Saturnol e
di Dio?" (Corano 14,rr). È qualcosa chc si fà strada dal pro- I'Anima cli questo cielo. I)alla quarta, ne proceclc una quitl-
fondo. ta, un quarto cielo [la vt Sfera, cielo di Giovel c 1'Anima di
Dicono gli Arabi: "Lo sterco rivela il canrmello; le scarpe, questo cielo. Dalla quirlta, urra sesta, un quinto cielo [la v
la distanza" .e E la volta celeste,T' sottile, ir-r alto; e la spessa Sfcra, cielo di Marte] c l'Aninra di questo cielo. Dalla sesta,
densità della terra, non indicano entrambe il buon derniur- una settina, ulì sesto crelo [la Iv Sfera, cielo del Sole] e I'A-
go? Nondimeno, i filosofi affermano che il Creatore non dà ninra di questo cielo./t Dalla settima, un'ottava, tlu scttirno
origine ai corpi senza altra determinazione. Non già; ovc il cielo [la ut Sfera, cielo di Venere] e I'Aninra di qucsto cielo.
corpo sia costituito corne Fuoco, Aria, Acqua, Terra. Se è Dall'ottava, utla r1ona, L1n ottavo cielo [la Il Sfèra, cielo di
così, l'atto da cui i corpi originano norr è possibile chc pcr Mercurio, 'Otàrcdl e I'Arrima di questo cielo' I)alla nona,
aspetti o "dimensioni" differenti. una decinra. L1I1 nono ciclo [la r Sfera, cielo della Lunal c 1'A-
ninra di questo cielo. Dalla decima Intelligenza procedono le
anime unlane c il mondo degli Elementi. Il nome suo è: Do-
4. LA PROCESSIONE DELLE DIECI INTELLIGENZE natore delle Fornre .16 I profeti lo chiamano Spirito Santo
[Rùh al-Qods] e Gabrielc. È lo stesso che dichiara a Maria:
Il Primo a cui Dio Altissimo dicdc origine, è un'cntità intcl- "Io sono I'inviato del tuo Signore per darti un bimbo pttro"
lettiva, vivente, colloscente; secondo il Profeta: "Il Prirrro (Cttrano tg,rg).17
creato da Dio è l'lntelligenza" .11 Ella possiede tre dinrcnsiorri
intellettive:12 t) in ordine alla contemplazione di se< e rrlla co-
gnizione del suo Creatore; z) in ordine alla contcmplaziorrc ,5. LA (]REAZIoNE È ETERNA
-J0 st
l'essenza [bi'l-dhàt], non per I'esistere, cd ò il ritardo di chi tà, la loro tesi non risulterebbe per questo sconfitta. La Vo-
riceve origine [mobda', l'instaurato nell'esscrc] verso colui lontà divina, essendo essa stessa eterna, ne conseguc che il
che gli dà origine [mobdi', l'Instauratorc], poiché colui che cosmo nou succede, per il tempo e lo spazio, al Principio che
trae origine ò in eterno ritardo su chi gli dà origine, nterltrc gli dà originc.
chi gli dà origine lo precede eternamente. Se ci si astiene dal-
I'usare termini quali "causa" o "causato", non v'è motivo di
bisticciare per le parole. E se qualcuno generalizza dicendo il 7. DELL,IMMATERIALITÀ DELL'ANIMA
cosmo è eterno, asserendo che fra cosmo e suo creatore noll COME SPIRITO DIVINO
v'è alcuna successione temporale o spaziale, graduale o natu-
rale; nulla da ridire, poiché una e medesirna ò I'intenziouc. I filosofi affermano che I'uorno è il più nobile degli esseri
Ma se si dichiarasse che il cosno è etcrno, volendo intcndc- animati sulla terra, e ha un'anima pensante. "Anima pcllsan-
re: né creato, né instaurato, ciò sarebbe cmpio e zandaqa.t" te"'' è termine che designa un essere sostanziale [jawharl,
essenza intellettiva e monadica che non si trova trel mondo
degli Elementi, né ruel mondo eterico [athiri], ovvero l'uni-
6. r'Rrro CREAToRE È uN Rrro cRATUrro verso siderale. Uatto d'essere, la sua esistenza, è inconcepi-
btlc nel mondo dci corpi, ché se zl fosse come potrebbe per-
I filosofi affermano che l'Altissimo Iddio non dona 1'esserc, cepire l'unità del Primo Essere? Esaltata ne sia la grandez-
per atto di volontà delibcrata; che tale atto Iiràda] favorircb- 2a.22 Poiché I'unico [l'Uno], non può esser conosciuto che
be una eventualità sull'altra, con un vantaggio sia a Lui co- da un'essenza, cssa stessa monadica. Per meglio dire: l'ani-
me Creatore, sia alla cosa creata. In qucst'ultimo caso, è per- ma è essa stessa un'essenza monadica; così si esprirncva an-
ché considererebbc preferibile produrrc un vantaggio per la che al-Hallaj, durante il martirio: "All'lJnico basta, che I'U-
cosa creata piuttosto che astenersene, che l'atto di volontà si nico lo faccia (Jno".2' Ora, nulla di ciò chc esiste /lel mondo
fa strada in lui. Conrunque sia, ciò attiene a un scntinrcnto dei corpi è una realtà motradica. Lesistenza dell'anima non ò,
innato. Ciascuno di noi sa benissinro ch'cgli rron conrpic at- dunque, conccpibile come cssente nel mondo dei corpi. Lindi-
to da cui non tragga profitto per sé o altri, e in qucsto caso la cazione chc t-ron è là - né corpo, né corporea - si trova nel Co-
realizzazione del profìtto a vantaggio di altri deve apparirgli ralto. corne anche nella tradizione e nelle operc dei maestri'
preferibile alla sua non-realizzazione. Ora, bisogna scartarc Fra i verset ti del Corano, ve n'è uno (54, 5 5), a proposito di
radicalmente I'ipotesi che 1'Altissimo Iddio abbia vcdutc in- coloro che prenderanno dimora "in un soggiorno di Verità
teressate e, vieppiù, ogni sorta di dipendenza chc r.rc subor- presso u1.ì re: Onnipotente". Ciò indica che I'anima non ò ut't
dini I'intenzione a qualcosa. Il suo atto creatorc c\, c1urrcltrc, corpo, né possicde ltatura corporca, poiché questc qualifica-
gratuito. Lessenza divina esigc cd attrae 1'atto cli csistcrc. zioni sono irrconcepibili, quando si parli di corpi. Al contra-
Anche a supporre che i filosofi abbassino il tcrrorc dclle ili- rio, esse son quclle dello Spirito divino [al-Rùh al-ilàhi]24
scussione c affermino vi sia stato, in principio, ettt> cli volorr- che, pcr essenza, è radicalrnente affrancato dal mondo mate-
32 33
rialc. Non v'è differcnza alcuna fra lo Spirito divino, conrc ['acqua è giunta ad cbollizione' 1a sua materia [hayùli' hylé] ò
anima pensante, e gli Angeli, se non quella ch'egli dispone p.or," ,i...r.." la forma dell'elemento Aria' Questo' I'atti-
"
di un corpo da governare. Quanto alla Tradizione, vi ò que- mo in cui il Donatore delle Formc le conferisce la Forma-
sto hadlth del Profeta: "Passo la nottc presso il mio Signore; aria [hawà'iya]. Quando la costituzione fisica dell'uomo
cgli mi nutre e mi disseta"." E fra i maestri, uno dei Ma- gi.rr-ri" al suo compinlento, lo Spirito Santo le fa dono del-
shayekh, per illustrare il modo d'essere di un sufi, dichiara: IRrri"-, pensante.rt' Secondo i filosofi, le I,telligenze e lc
"Chi è con Dio, non è in alcun luogo".-Ì') Per indicare che l'a- Sfere celcsti hanno durata perpetua, per l'eternità della
loro
ninra è incorporea, che il corpo è composto e clivisibile; chc causa; nlentre tutto ciò che è sottomesso a rirmovamento -
non è da ccrcare i/, questo nrondo I'indivisibile, né per il mondo della generazione c corruzione - ha inizio nel tenrpo'
pensicro, né concretanlente. poiché la sua causa ha essa stessa inizio nel tempo'
Lanima pcnsante non è di quaggiù; ovc pLlrc ha ur.r lcgarrre
con il corpo, simile a quello di un rc col suo rcarìrc; tanto cla
ELEMENTI
dispornc come a lei piace. Finché dura qtrcl lcg:rnrc, I'uomo 9. MATERIA E METAMORFOSI DEGLI
vive; una volta rotto, anche la vita s'irrtcrrorrrpc. Nel corpo
organico dell'uomo, ve n'è ulro sottilc, costitr-ritt> cli vlporc, "Materia" [hayuli, hylèl è termitre designante una sostanza
chiamato "spirito vitale" [rùh hayawanil. che riveste sia la forrna dcl Fuoco sia quella dell'Aria' dcl-
Finché ò presentc, persiste il legar-nc lra anirrre c cor1,«r." I'Acqua e della Terra. Che I'elemento Acqua divenga Aria' è
Scnrtò, è la mortc. Se così non fossc, c()lììc c()r)ccpirc l«l Spi- manifesto; basta osscrvar la rugiada'rr È aria divenuta Ac-
rito divino, ovvero l'anima pensarltc, laccrrrrc Ipcrrctr:rrc, ut- qua, Acqua chc divierre Aria. Quattro sono gli elcrncnti: il
travcrsarel i Cieli ed clevarsi, graclino pcr srarlino, vcrso I'ul- Éro.o, liAri", I'Acqua, 1a Terra.rr I1 Fuoco è il più distante'
to; ché penetrare e attraversar le Slcrc c\ opr.;.17i.,,,r' irrt.,rrcc- fra i quattro, dal centro della Terra'jjEssa si trova alla massi-
pibilc? Eppure le Sferc celesti pcrsistorro ctcnlrrìrcrìtc rrcl lo- ma distanza dclla Sfera dellc Sfere'
ro movinrento circolarc. Né ci si pr-rr) irrrrrr:rgin:rrc Un:r di
Loro spostarsi itr linea retta; talc rrr<tvirncltt() lì()rì s:rrcblrc
conformc a sua natura. Ora, sc la Sfèrl, do1.ro csscr l;rr-cr:rt:r, IO. I TRE REGNI NATURALI
si risaldasse, ne consegllircbbe Lln tì'ìutarìlcllt() irì lirrcu rctt:r.'rl
l)al miscuglio di qucsti Elementi han luogo i trc regni uatu-
rali: minerale, vegetalc, animale' Quest'ultimo è superiorc
al regno vegetale per una più perfetta complessione' Il
8. t'Aztoxr DELL() sprRrr() sAN r'()
rcgno
COME DONATOIìE l)I I()RMII vegc"tale òpiù cvoluto del minerale, perché ha in cotnunc col
..grro aninrale certc facoltà; ma 1'animale lo supera pcr altre'
I movirnenti rendono attuali lc attituclini :r rir-cvcrc lc lror- SÀo di cntrambi i regni [vegetale, animale] le facoltà cii nu-
me, e allora il Donatorei' cor.rferiscc I'csistcrrzu. (]tr:rrrtìo trimento, crescita, riproduzione; e ciò di cui si ha bisogno
31
per il nutrimento: le facoltà di assorbire, ritcnere, digcrire, I2. I TRE UNIVERSI
espellere.
L'animale, a differenza del vegetale, può percepire . Cin- Secondo i filosofi, gli universi son tre: il mondo delle lntelli-
que, dunque, i sensi esterni: udito, vista, olfatto, gusto c tat- gcnze IAngeli intellectual esf o Jabarur; il mondo delle Anime
to. Quanto ai cinque interni, solo 1'uomo li possiede: il scrr- [Angeli caelestes] o Malakut; Molk, invece, è il reame dei
sorium, I'immaginazione rappresenrativa, l'irtr,ragi,azio,e corpi materiali ['àlam al-shahada, mondo visibile o dci 1èno-
attiva, I'estimativa e la nrenroria.'a meni sensibilil.je
II. LE ANIME MOTRICI DEI (]IELI E LE LORo ESTASI r3. CONDIZIONI DELLA SOPRAVVMNZA DELL'ANIMA
Luomo, il più nobile degli esseri anir-nati, possicdc in pro- I filosofi profèssano che I'anima sopravvivc alla morte; senr-
prio qualcosa di separato dalla Matcria, ovvcro I'Aninra pre che abbia saputo conoscere Dio e i suoi Angcli, seguata
pensante, che sussiste per sé stessa, lron ir.r un Iuogo,15 e chc dall'esperienza di realtà spirituali; che sia giunra, corl questo
governa il corpo, vivente e conosccntc. Ciò cui alluc-le il Co- rnezzo, al grado di attitudine necessario a riccvcre sinrilc inr-
rano: "Per quelli che innanzi vanno" (ly,+); sono le Intclli- pronta. Scopo e linritc della sua perfilzionc; e allora prova in
genze. "Per quelli che le cose dirigonr>" (79,J), son lc Ani_ dolcezza quel che nessun occhio ha visto e orecchio iIìtcso;
me.ru Come i nostri corpi - dicono i fìlosofì hanrro un,ani-
- quel che e\ mai salito al cuore di nessun uonto.'" l)'altro can-
ma pensante, così le Sfere celcsti possicclorro trrr'Anirna pcn- to, se ha ignorato Iddio e i suoi Angeli, dopo csse rsi scparata
sante [Anima caelestis], vivente, conoscclìtc c irrrr.rrrrorata dal corpo, L\ atlcor più cieca: Parola di Dio, nel versetto:
del Principio [ovvero dell'lntelligcnza arcangclical di ctri r\ "Chi e\ stato cieco in questo trtoudo, alìcor piùr lo sarà ncll'al-
emanazione, eternamente nostalgica, ctcrlìulììcrr tc rrcl l'cstasi tro e ancor più srrrarrito". Il cieco è nelle tenebre: "E le tene-
dell'amore, dedita a piaceri senza firc. ll klr. rlilctt. (-()rìì.- bre si accavallarro spaventosamente" (2,1,4o).1/
nica al corpo ugual diletto, ed ò qucsti - il corpo - pcr [_ei Gran sofferenza nell'csserc Per Lln velo separati da Dio,
sempre in movimento; conle ai santi arr:rcrlrcti I'or.r tlcll'c- aver perduto la beatitudinc di questo rnondo e appreso n-roc1i
d'essere viziosi, corne sta scritto; "l vizt rosicchiarono i lorcl
17
stasi. Ed ogni Cielo possiede un'Aninra, pcrciir son tlivcrsi
fra loro i movimenti dei Cieli. cuori in segttito alle malefatte loro" (8:, t+). Qttesto versetto
È, cau* di quei movime,ti dissi.rili chc il llerrr.(.()rrirì.:r allude alla distanza che li divide dall'Altissimo. Ed è cruccio
ad esistere al mondo, senza chc I'u.ivcrso siclcralc l'lrlrrr, ;rl- perenne, quel chc s'interpone fra loro c i piaceri di questo
athir, l"'eterico"f abbia, per questo nrorrclo, l:r lriirrirrr;r r.orr- rnondo, che ancora agoÉanano: "Un diafranrrna sarà colloca-
siderazione. 18
to fra loro e ciò che il loro cuore dcsidc,ra" (34,s4).
36 ti
I4. DELLA MISSIONE DEI PIìOFETI no all'h-nmaginazione attiva,a6 nclla tnanicra che corrispon-
de al suo modo d'esserc; così benc che il scasorium nehala
I filosofi ammettono che i profcti - siunsa loro un saluto - visionc. Essi conternplano le apparizioni spirituali, sotto le
sono suscitati da Dio per agir nell'ordine di qtresto mondo, più bellc forme imnraginabili; ne intendotro la parola dolcis-
perché gli uomini si rammentino dcll'altro; poiché gli sono sima, sì da raccogliere le alte conoscenze. A voltc- scrtltal)o
indifferenti, non osservano in questo la giusta nrisura. Essi rrristeri nrai rivelati.
han bisogno di qualcuno che faccia loro osservare regole ben A loro, dunque, la parte più abbondante, il rango più ele-
stabilite; un'anima superiorc, dotata, in ragionc dcl suo pri- vato, in qucsto e nell'altro tnotrdo. Felicissimo coltti cilc co-
a7
mato, di una così alta conoscenza c di un poterc qulli rn.ri si noscerà sé stesso Inafs, la sura animal prima di morire: sua
son visti fra i suoi conternporanei. [Jr-r'anima siffatta"inrpri- dolcczza nel soggiorno dell'evarlescenza [dàr al-fanà'1, alle-
rne al morrdo un'influenza inrnierrsa, pcrché congiunta allo grezza nel soggionro clella pcrenttità [dàr al-baqà'l'
Spirito Santo,a2 da cui trac ogni altra conosccllza. Chiedo a t)io il suo aiuto, Egli Potente, prollto ad esaudi-
La perrnea potenza latta di luce c virtù cl'influcnzare; co- re; Principio da cui tr:rc origine l'utriverso. Gloria a Dio c
nre ferro che, reso incandescente, sia purl ltrce c ir.rsicmc benedizione sttl nostro profeta e signore, Maotnetto, e su
fuoco. A uguale rango accedorro gli Anrici cli l)io lAwliyà1, tutta la sua fanrigllia.
anche se ai profeti ò conferito rn sovrappirì un urado di per-
feziotre. Essi son inviati per riforntarc i cclstunri c tr:ìsrììcrtc-
re il Messaggio, nlentre gli Awliyà r.ron h:rnnt> clucst() c()nr-
pito.4l
38 39
j
IL LII]RO DEI TEMPLI DELLA LUCE
+,
ma [sùra, la speciesl, in te, ne è attualizzata. Ne conseguc
traverso tl sensorium si contemplano le lorme vistc in sogno -
chc quel chc vi ò in tc dclla cosa percepita le devc corrispon- /'a susci-
direttamente - senza che sia la phtirnasis Itakhayyoll
derc; al contrario, non 1a percepiresti così com'c\. D'altron-
tarle. z) L'immaginazione rappresclltativa [khayàl]: tesoro
dc, puoi conrprcndcrc concctti crri partecipano nunrcrosi cs-
del scnsoriun'r. Nello scrigrro sotì collservate lc formc [sowar,
seri: per esempio l'animalità; che la si applichi a una nl()sca o
le species] dopo che sott scolrlparsc ai scrlsi esterni. 3) La fa-
a un elefante. La forma [speciesl dell'animalità, qual è in tc, ò
coltà nreditativa [fikriya, mofakkiral, la cui fur-rzione c\ cont-
sprovvista di misura: ché corrisponde sia al grandc che al
porre, separare, inventarc [propriamente, l'inlnraginazione
piccolo. Il suo substrato non e\ misurabile. Laninra pcrlsan-
attiva, in quanto guidata dall'intclletto]." +) La facoltà esti-
tee è questo substrato; infatti, ciò che non c\ di pcr se< nrisura-
mativa, ove giudicando avvienc d'entrarc in conflitto con
bile, non può esser irnnranente a un corpo o a qnalcosl chc
I'intclletto. Accadrà, per esempio, che un uomo si trovi solo
lo sia. Lanima pensarìte, nulla ha in comunc con un c()rp(), nclla notte. coll un cadaverc; I'intelletto gli dice di non tenlc-
né è di natura corporea. Non la si può mostrarc a clito - og-
re, mentre la facoltà cstimativa 1o rienrpie di terrore, a tal
getto percepibile ai sensi - pcrché affrancata dalla clirrrcnsio-
punto che la follia s'impadronisce di lui, e prcnde a fuggire'
ne spaziale. È monadica, impenetrabile;It'r.ron si put) ncppu-
Può accaderc, all'cstimativa, di contraddir I'intclletto, a pro-
re dividerla col pensicro. I)i una nruraglia non si dicc chc c\
posito di cose non pcrcepibili coi sensi; chi ò docile ai suoi
cieca; cecità esiste solo per un esserc chc, in concliziorri rror-
dettati, fitrisce per ncgare tutto quel che si trova al di 1à del
nrali, è in grado di vedere. [1 Creatore, I'aninra pcnsarrtc. ul-
reale. Non ci si accorgc neppurc che intellctto' lacoltà esti-
tri esseri, di cui farò menzione solo più tarc'li, rrc>n s()rì() c()r- mativa, anima, immaginazioue, troll son del pari perccpibi-
pi, né hanno lratura corporea: non soll dcl nrontl«r c llcppur li ai sensi. O che in un corpo, per la vista, si coglie solo la
d'altrove; né sono col nrondo in rapportcl alcturo, tli conti-
superficie estcrna, nlentre ci sfugge la profondità nascosta'14
nuità o discontinuità. Vi sono, infatti, accidcnti clci corpi; ne
5) Infine, la menroria, per cui si opera il ricordo dcgli av-
e\ intntunc solo chi corpo non ò. Uaninra pcnslìlìtc non 1'ltrir
vcnimerrti c di oglri circostattzlt.
esst-'rc oggctto di pcrcczione dei sensi. Su:r corrtliziorrc lsu<r
Ciascuno dei scnsi interni ha nel cervello tltt'area che gli è
stato] è lJovernare i corpi, avcr cogr.rizionc c'li sé c cicllc cosc.
propria.r't Se qualche turbanrcuto la inquina, la sua attività
Come porre dinatrzi alla mente, che quella cntitì slìcr()srìllta
diviene critica; mentrc gli altri quattro resterarlllo intatti'
lmahryd qodsryal sia corpo; quando, sotto la slcrzl d'trna Con ciò, si è riconosciuta la diversificazione dclle facoltà
enrozione spirituale, poco manca non abbancloni il nroncio,
dell'attima e il loro possesso di url'area del cervcllo.
prcsa com'ò da ciò che non ha fine?
Gli esseri viventi possiedono inoltre: r) La facoltà appeti-
tiva o desiderio [qowwa shawqiya], da cui i'appctito concu-
t. Le-facoltà dell'anima. L'anima possiede facoltà c-li pcrcczio-
piscibile Iqowwa shahwàniya] c I'appetito irascibile, creato
nc cstcrna, comc: udito, vista, odorato, glrsto, tatto. E f:r-
per respingcre le cose chc non convellgollo. z) La lacoltà
coltà di percezione interna, quali: r) Il sensoyiuttr, 11 chc c\ pcr i
motrice [qowwa moharrika], infine, mette in movimento
sensi esterni un bacino ove confluiscor-to cinquc fiunri. At- organi e membra.
l;
ill. Lo spirito uitalt.ll supporto dellc facoltà rnorrice e cli pcr- spirituale - Vera Vita - per entrare in qtrello di tcnebra e
ccziorrc è lo -,piriro uitttle Lt'lth hayalvaniya]. eucsti c\ Lrrr cor- nlorte?
po sottile, vapor()so, generato dalla volatilità degli unrori; Conre il lattante non hrl forze per comprimer la nramtnel-
cmana dalla cavità sirristra dcl cuore e si spandc r.rcl corpro; 1a, chi, a dìvellere l'anima, dal sacro mondo dclla Luce?
dopo aver rivcstito il mantcllo di luce,/6 chc apparricnc al- Corne si potrebbero dif.Tcrenziar le aninrc, rc71'a:al Iprec-
I'aninra pcnsallte. Sostanza impalpabilc, pclìctre c1:r1-,pcrtrrt- ternità], allorché la loro specic avcsse fornrato una sola e me-
to, fin nelle ossa. Se un ostacolcl gl'inrpediscc c1i prop;rulrsi a desima realtà, e I'anima llon sapessc di avcre, anterìornrente
tun nrcnrbro, esso nÌLrorc. È sostegno alla r.olorrtlì clcll'anr- al corpo, luogo o substrato, azione c patinrerìto, tré figurl
ma, la qrralc'esercita il proprio donrinio, fintantr>ch[' lo -tprri- acquisita, così comc le rrccade dopo I'esistenza del corpo?
to uitale e\ i, buona salute. Esauritosi, f irflrc,zrr :rrrirrric;r rli- Come ammetter vi sia un'anima unica, ripartita fra i corpi,
vienc incflìc:rce. se quel chc è incorporeo non può esser diviso? No, I'aninr:r
Spirito uitalt non c\ lo Spirito divirro llìtìh II.rhil chc s'irr- pcnsante conrir.rcia a esistere. pari tenrl'to al corpo che gover-
contra nella parclla dei profeti c llcl sauto C)ttrarttt. 1- ovc "Spi- nerà.'l
rito" e\ Aninra pcnsrìllte - luce fra lc luci c-li l)i«r - che norr ha Non ti :rvvcdi che, quanclo si acccnde lo stoppino iì rlna
lttosol8 lrello spazio: ì)io, suo Oricutc c ()cciclcrrtc.i'' lucerna, il fuoco che I'appìccica non subisce perdita alcuna
né dinrinuisce? Allor non ti stupirc, se al monrento in cui il
N. l)ottrin( dall'attima. LJ,a scuola di pc,sicro, truttir lu ctlrr- corpo ha raggir-rnto I'attitudine, I'aninra pensarìte c\ inst:rura-
chrsione che I'a,inra per)sal)tc ò ircorporca. h:r rit.rrrt. Iì>ssc ta scnza che lo Spirito Santo, di cui è cmanazione, subisca la
l)io stesso. E harrno spinto l'errore anchc piir oltrc. I)io. iu- minima pcrdita e dcbba perciò dinrinuirc.rr
fatti, ò unico, le aninre nrolteplici. Sc lc arrinrc tli 'Anrrtl c
Zaycl r.ron fossero che una, I'uno clovrcbbc pcrccpirc citì clrc
I'altro pcrcepisce. Ogni uonro sarebbc infìrrrneto elll stcssa IL TERZO TEMPIO. DI AI-(]UNE QUESTIONI
nraniera dt tutti gli uorrritri. Ma non r\ così. Eppoi, t:orrrc fu- CHtr RIENTRAN() NELI-A ME-IAFISI(-A (;ENERALE.Tl
rcbbero i ser-rsi a catturare il Dio dcgli l)c\i?rt' Assr>ugctt;rrlr> -
ostaugio delle passioni - punto di nrira di tuttc lc prove ? I,o- Tre, le dinrensioni dell'ir-rtelligibile: il nccessario, il possibi-
trebbe, fbrse, cader sotto i colpi tirati llla cieca? () lc Sfi.rc lc, l'inrpossibilc. Il necessario è ciò il cui csserc non può rror.r
Celesti imporre, a lui, la loro legee? cssere. L'irnpossibile ò ciò la cui nccessità ò di non esscre
LJn'altra scuola di pensrero ha ritenuto I'arrirrra pcnslìl)tc Iuon-poter-csserel. Il possibile è ciò di cui né I'esscre né il
parte di Dio. Altro errorcl l)imostrato chc I)io non ù. tur lloll-esscre sotì nccessari. Il possibile non ò nccessario cl-rc'
corpo, come potrcbbc esscr diviso? E cl"ri, e dividcrlo?rl pcr Lln altro, a1, a/io. Arrche il sno non-esscre Iil sr.ro poter-
Altri pensatori hanno stinrato, infine, l'aninra pclls.ìrlte non-esserel non è necessario che pcr ul1 altro. Qucsto, per-
csistere ah aetcrno, nÌa rlo1r han riflettuto che, se I'anirrra fosse ché il possibile non possicde I'esscre per sé stcsso; inLrtti, se
ctcrrla, quale ncccssità l'avrebbc- costrette a lasciare il utoncJo llc postlllasse l'atto ;r proprio piacinrento, il suo esscre sareb-
16 17
bc dc'l Nccessario, non già del t)ossjbile.r'Gli è necessaria, cessario non può esser contposto di parti: ne sarebbe sola-
dunquc,una causa che pernlctta all'atto cl'essere di prevalerc r)rentt: il resultato. Oltrc tutto, queste, di pcr sé, non potreb-
sul non-esscre.lt' bcro esisterc; o dovrebbcro esserci due Esscri Nccessari.
l)ata la carìsa, chi pcr cssa csiste, esistc subito, senza alcun Quanto a qualifichc o attributi [sifitl, llon sotì trcccss.rri itr
ritardo sulla causa stcssa. Tutto quel che condiziona, in una sé, ché han bisogno di un substrato chc li sostenga. L'Esscrc
rtranicra o nell'altra, I'esistcrrza di une cosa, cor-rsiste nel suo Nccessario non è substrato che sopporti qualifiche; né può
esser c2ìusata [sababiyal: da volontà, luogo, arrinlo dcl rcnr- darsi che le susciti nella propria essenza. In effctti. Lllla cosa
po, cooperaltte, slìbstrato. Fintanto che la causa non csiste, che è una in sé - e ir1 qllaltto ò una - notr ptiò subire aziotre
la cosa caìJsata non si attLtalizza. Ma quando ciò che ue ri- che proccda da sé stcssa. Quando inrprintiamo movilncllto
chiede l'esistenza c\ disposto, abolito ()glli osracolo, di lì irr alle nostrc ntetrtbra, chi lo irnprirtre è l'intellctto, chi lo subi-
poi quel chc fu caLlsato csistc di esistenza nccessaria Irron- sce sorì lc urenrbra. L'Essere Nccessario ò Utt<l da ogni purl-
poterr do-rron-csserc I. to di vista.
Di due termini opposti, c\ il superiore e più nobile che gli
conviene: Dispensatorc di turte lc perfcziorri. E conrc po-
rL QUART()-r'EMpr(): Dt AL(_UNE QUESTT()Nr trebbe conferir perfezionc, chi nc fosse sprovvisto? Ernpia
CIIE RIENTRANO NELLA METAT.ISI(]A SPE(]IAI-E.]' I'idea di corporcità, ertrpia I'ipotesi chc itrdticessc a ritetrcr
l'Esscrc Necessario composto di più parti, o ne teorizzasse la
Eiltrqtd dcl Tenpiots moltiplicazione. Egli ttotr ha contrario nc< sitnile, r-ré corri-
Cttpitttlo t. L'E,ss<'rc Nccc-isario è (Jrttt t LJrtito. spondc a un luoqo. Possiedc Gloria suprcnla, ct"lnrplcta Pcr-
fczionc, Nobiltà sublintc, itttensissima Lucc.
Non cì possibilc che vi siano due Esseri la cui csistcnza sia nc- Non c\ un accider.rtc, chc neccssitercbbe di un supporto pcr
cessaria. Tutti e dtre. itr effetti, avrebbero in conrunc la nc- cr-ri csistere; o Lilìa sostatÌza, che parteciperebbc irrsien.rc a
ccssità di esscre. Fra loro, occorrcrcbbc trrr difTcrorzi;rtorc. tutte le sostanze alla sostanzialità. i: avreltbe allora bisogno
Ma così l'csistenza dcll'uno o dell'altro sarebbc cc>rrcliziorrata di qualcosa che la distingucsse. Invece, sotro i corpi clre, pcr
da un tcrzo. Ora, I'esistenza di ciò chc e\ sottoposto :r c<>rrdi- divcrsità figuralc, a lui si rifcriscono; ove nulla vi fòssc a ca-
zior.rc, c\ un'csistenza possibile [potcndo-norì-Lìsscl-c], c non rttterizzarh, tron avrcbbc luogo diversità alculla di forrne,
treccssaria lnoll-potendo-non-esserel. Inrpossilrilc che duc movimenti, fìgurc, accidenti, gradi e ordine dcgli elenrenti
cosc esistano s!ìnza che vi sia un differenziatorc fra loro. Sen- che compongorìo l'uuiverso. Se la corporeità cort-re talc po-
nò, sarebbero una sola e nrcdcsinra cosa. Cìorpi c figurc sor-r<r stulasse queste nrodalità, 1e si ritroverebbe idcntiche in tutti i
rnolteplici; c abbianto appcn.r dinrosrrato chc 1'Essere Nc- corpi. re
ccssario c\ unico. Ne< corpi Dé figurc -§o,,o, pe r csistcllzr ltcccs-
saria; han bisosrro di una rasione sut-f icientc Imorajjil-r, che
1àccia prerralcre il loro esserc sul nou-cssercl. L'Esscrc Nc-
18 +r)
Centro del Tempio senza dell'lJno. Bisogna allche che il Primo, i1 cui essere fu
Capitolo n. Dclla realtà rnetafisirc dr:lld Luce posto senza intermcdiario e necessariamente dal Primo Esse-
re, sia Esscre Unico. Non un corpo, chc esigcrebbe divcrsità
I corpi hanno in comune la corporcità e, a scconcla chc ricc- di forme.ij Né una forma - figura materiale - o avrebbc bi-
varlo o no la luce, 'r'si diffcrenziano gli uni dagli :rltri. La lucc sogno di un substrato, chc ne costituisse il supporto. Non
è un accidente nei corpi. La h-rntinosità c\ la loro nranifc'sta- un'anima, in quanto necessiterebbe di un corpo. È, piutto-
zionc Izol-rhr]. Che una luce sia accidcntale, vuol c'lir ch'csistc sto, sostanza che sussiste in sé, conoscendosi e conoscendo il
grazic ad altro, ah alio. Non ò quìndi, di pcr sé, unr ltrcc. Sc suo Principio. Prima Luce prodotta senza intcrmediario,ra
sussiste in sé c per sé, è arrchc a sé nranifcsta, si corroscc. Lc come non se ne può concepire di più nobili; invalicabilc li-
anime pcnsanti, conoscendosi, altro lton s()ll() chc Lr,rci so- mite degli esseri non necessari per sé stessi-
stanziali. Altrove abbiarno nlostrato ch'cssc hlnno inizio rrcl Essenza sostantiva,'rt possibile in sé, resa necessaria dal
tcnlpo e postLrlano un principio chc faccia prcvrrlcrc il loro Primo Esserc. Contemplando i propri gradi, nella perf'ezio-
esscrc sul non-esscrc. Ma non che siartr> i cctrpi a f:rrlc csistc- ne o in ciò che le manca, conferisce esistenza a qualcosa di
re; quant'è vero che rlcssuna cosa pr.rò dc>narc I'csscrc acl altra perfetto o di carentc. Nel pcrcepire il suo rapporto col Pri-
chc le sia superiorc. 11 principio chc f:r prcvalcrc 1'csscrc su1 mo Essere, contemplandone Rigore ljalall e Bellezza [ja-
rlor1-c-'ssere, è moiarrdd, Lucc spirittralc. màl1, dona esistcnza a un altro essere sostanziale, sacrosanto,
Se quclla Luce, separata dalla nìatcria, c\ l'Esscre Nccessa- immateriale [jawhar qodsi mojarradl: la Scconda Intclligcn-
rio, il nostro problenra e\ risolto. Sc prt>ccclc cla colui chc ò za. Nel considerare la non-necessità del proprio essere c i li-
poteìnclo-11on-essere, ricondtrcc al Vivcntc, l'Etcnro. Lani- miti della sua essenza, guardando alla sublimità del Primo
ma pellsantc c\ essere vivcntc, chc sussistc; si rifcriscc all'Es- Essere, propizia I'esistenza di un corpo celeste ISfera delle
scre Necessario, nranifesto a sc< c pcr sé; che si e\ vclato, pcr Sfere]. Contemplandosi [essenza resa necessaria dal Primo
l'intensità stcssa della sua nranilcstazionc.'/ Essercl, conferisce esistenza a un'Anima celcste [Anima del
mondo].r'
Capitolo rrr. Ouc la Prima L'manozitttrc dL,l Primo I:'-s-icrc A sua volta, il secondo esserc sostanziale sacrosanto concedc
è una Luct' spiriuule unica.| esistenza in funzione dei tre gradi chc gli son propri: per il
grado superiore, a un esscre superiore; per il grado inferiorc,
LUno che è Uno assolutanìcntc, escludc in sé ostri trroltipli- a un inferiore; per il grado intermedio' a 1111 essere interme-
cazione, in quanto necessitercbbc di causc. pr()frri() cotììc ltc dio. Contemplando ciò che è sopra di lui' dà alla luce un al-
han bisogno i corpi. Occorre chc la sua azionc non nrccli:rta tro essere sostanziale e imnateriale (la terza Intelligenza)'
sia una c unica. Se I'essenza constasse di clr.rc coltìp()llcllti, Considerando i limiti del proprio essere Ilon rreccssario per
ciò che postulcrcbbe 1'uno diffcrircbbe dall'altro. Nc cr>nse- sé stesso, suscita un corpo celcste [Cielo delle Fisse, firma-
guircbbe, per divcrsa csigenza dei duc, cgualnrentc proclotti mentum, Korsi]. Nel contemplare la propria essellza' rcsa
senza internrediario, composizione di più elenrcrrti rrcll'es- necessaria dal Principio di cui è emanaziorle, evoca la seconda
,0 51
in mondo eterico o siderale [athiri], e mondo degli Elemcnti
Anima caelestis. (Via via fino alla decima Intclligenza.)r7
Così procede, nella molteplicità, la gerarchia degli esseri ['onsori]. Nella gerarchia delle Luci arcangeliche vittoriali
sostanziali sacrosanti [e Intelligenze], dei corpi sernplici [le [Anwàr qàhira] - ovvero le Intelligenze spirituali - ve n'è
una, il cui rapporto con noi è analogo a quello di un genitore
Sfere celesti], delle Animac caelestes IAnimc motrici dellc Sfe-
rel. Le Intelligcnze [jawàhir 'aqliya moqaddasa] sono i rne- coi propri figli.40 Ella ò nostro "Padre", Signore teurgico
della specie umana [rabb tilism nù'i-nàl; ad ut-r tempo: Do-
diatori delf infinita bontà dcl Primo Essere. Egli agiscc [è
natore da cui procedono le nostre anitnc e Colui che le affi-
Agente, fà il] tramite loro. Come luce potentc, noll lascia ri-
schiararc alla più dcbole - sol di per sé - le cosc, così Qou,rira
na. sPIRIro sANro [Rùh al-Qods], che dai filosofi è chiama-
qahira wajiha [Potenza vittoriale neccssaria] non pcrnlcttc to al-'Aql al-fa' 'al,al lntelligenza agente. Tutte lc Intelligenze
agli esseri intcrmedi totale indipcndenza ncll'acirc, pt:r pro- sono Luci divine immateriali. La prima, è quella per cui l'es-
pria intensità di effusionc e perlcttr porclìza. C<>nre potrcbbc sere si sdoppia.a2 Ella lo illumina per 1'oriente di una luce
non esser così, ché oltrepassa infinitanrentc I'infinito stesso, mattutina [ishràq], e le Intelligcnze si moltiplicano, per il
Egli in ogni situazione! moltiplicarsi degli ishraqat [oricnti di luce], e dei loro rad-
doppiamenti, a mano a mano che si compie la discesa.ar
Sigillo del Tempiors Benché gli esseri intermediari appaiano più vicini a noi, per
causale loro prossimità, i piÌt distanti, in ordine alla causali-
Capitolo rv. Della gerarchia degli csseri di Lucc
e dello Spirito Santo.
tà, sono anche i più vicini, grazie alla potcnza della loro ma-
nifestazione Izohirr]; tanto che il più vicino di tutti è la Luce
i filosofi, " tre sono i nrondi.
Sappi che, secondo delle Luci [Nùr al-anwàr].
Se vi è nero e bianco su una medesima superficie, la bian-
i) Vi è un mondo ch'essi chianrano "dell'Intelli6lcrlza"
chezza ci appare subito, in quanto corrisponde alla manife-
['àlam al-'Aql, il Noùs neoplatonico]. "lntcllig ettza" , nel lo-
ro lessico, designa ogni sostanza [cssere sostanzialcl che notr stazionc. Così, il Primo essere è, ad un tempo, il più distantc
possa esser oggctto di percezionc scnsitiva, r'rc< chc abbia a nella lontan anza,llpiù vicino nella prossimità. Gloria a colui
csercitare azionc sui corpi. che è il più distante per rango clevato, e il più vicino per la
potenza infinita della sua luce.
z) Vi ò il "mondo dell'Anirna" ['àlanr al-Nafsl. lJenché
I'anima pensante non sia un corpo, né sia di rlatura corporea
Capitolo v. UAtto creatore è senza un inizio'
(e tantomeno provvista di una dimensione spaziale scnsibi-
le), ella è chiamata a esercitare il proprio dominio sui corpi.
Le anime pensanti, a seconda delle azioni che sperimcntarlo, È il Primo Essere che conferiscc necessità di essere alle altre
traggon la loro denominazione. Le animc delle rcgioni side- creature. Egli - eterno - fa sì che l'esserc prevalga sul non-
essere. La preponderanza conferita all'cssere ò, essa stessa,
rali son Anime caelestes, motrici delle Sfere; quellc clella spe-
cie umana, Animae humanae. eterna. Se così non fosse, gli esscri non necessari in sé e per
sé, sarebbero soggctti a condizione, da altro che non lui stcs-
3) Vi è il "mondo del corpo" ['àlam al-jisml, chc si divide
so. Prima che gli esseri si manifcstasscro, non v'cra nulla al- Ma il Primo Agentc [al-fà'il al-awwal] è in disparte da
I'infuori di lui: né ternpo, né alcunché da cui far dipcnderc ogni mutamento e altcrazione; né può esser causa immediata
sua azione; come ci accadc invccc pcr le rlostrc, qtrando, ad dei movimenti accadenti. Se non vi fossero lc SGre e i moti
esempio, le differiarno a giovedì o le subordinianro all'arri- celesti, non avrebbe luogo alcuna vicenda. Ma il movimento
vo di Zayd, o alla disponibilità di uno strumento; poiché, della Sfcra non dipende tout court da sua natura, pcrché ab-
anteriormente a tutti i possibili, nulla di ciò esistc. bandona uno dopo I'altro i punti cui tcndeva il proprio mo-
D'altronde, il Prinro Esscrc è esente da ogni carnbianrcnto to. Quando chi si muove in linea retta ha raggiunto la n-rèta
che lo potrebbe indurre a voler qualcosa che prirna non volc- cui aspirava, 1à si arresta; ché, per natura, non saprebbe an-
va; o a potere ciò che, in precedenza, non avcsse potuto. E co- dar oltre 1o scopo chc si prefiggeva.
me sai che i raggi proven[Jono dal solc, c non viccvcrsa, così Della Sfera non può essere, dunque, che un moto volon-
non ti stupire che il Prrn-ro Essere vcgli eterno alla bilancia tario.
dell'essere. l' Come potrcbbc rllloccre al sole l' cte rnità dei suoi
raggi, o la perpetuirà dei granelli di sabbia iridati di sua luce? Centro del Tempio
Capitolo ru. La nostalgia delle "Animae Caelestes"
e gli avutnimcnti l(rrcslri .
rL QUTNTO TEMPr(). LIr ANIMAtT CEI-ESTES
E IL SEGRETO I)EI MOVIMENI'I (-ELEST'I. r. Chi dà movimento alla Sfera, è la sua Attima [Aninra cac-
lestis].a7 Sì facendo, compie un atto di libcra scelta; rnentre la
Entrata del Tcrupioat mobilità del Corpo celcste, per I'azione motricc dell'Anima,
Capitolo t. Oue ,gli auuenimcnti si ton.dtutan() all'infinittt. ha luogo per costringimento. Se potessimo considerarc se-
paratamente, massa della Sfera e sua Anima motricc, sareb-
Sappi chc ogni avveninrento, accadcndo, postula una causa be il caso di dire che il moto della Sfcra, causato dall'azioncr
accadente. Lo stesso ragionanrcrrto si applica alla causa acca- motrice dell'Aninra, è indotto. Ma se considerianro Sfcra e
dente che, a sua volta, postula un avvcnitncrlto. Nc cor.rsc- Anima, in perfetta simbiosi, il movimento della Sfera appa-
a8
gue che le cause accadcnti si concatenano alf inlìnito; cluindi, re volontario: essere dotato di vita e percezionc!
non hanno inizio; ovc, per ogni soprlggiungerc dcll'acca- Le Sfere Celesti non han bisogno di nutrirsi, di crcscere,
dente, bisognerebbc ripctere f itrtcra argonìentazione . Il rno- di generare. Né hanno appetiro coucupiscibile. E siccome
vimento, nclla propria essenza, iniplica rinnovanrcnto. Ncl- nulla le opprime, o resiste loro, non possiedono neppure
I'insieme dei movirnenti, quello che non s'interror-rrpe rrrai è forza irascibile.re
il moto circolarc. Che, persistendo, è atto a essere causa di It. Per quel che ci riguarda, purificati dalle ossessioni dcl
una serie ininterrotta di avveninrenti accadcnti. Talc cì il nro- corpo, se raggiungiamo meditando la visionc immaginati-
vinrento delle Sfere Celestia6 ed ò causa dcgli avvcnirncnti va50 della sublimità dell'Essere divino e della Luce di Gloria
del nostro mondo. - le ali spiegate [Xvarnah]51 dclla Luce che si diffuse sugli es-
54 55
seri d'intorno a lui allora risplendono in noi luminose fol-
- ncll'essenza del Prinro Esscre non avviene fiìLrtanìcnto o al-
gori: luci di levante che orientano I'anirna al suo Oriente.'t2 terazionc'chc possa ripercuotcrsi nel fluire di sua sovrabbon-
Nostro scopo," contemplar quellc Luci: dclizia senza pari in danza. Sc, dunque, persiste - a gcnerosità del Primo Essere -
questo mondo. Se per noi è così, che pensare dellc Augustc tutto ciò chc accade, è grazie alla pcrpetua estasi di questc di-
ta
Persone divine [e Animae caelestes], la cui forma apparell- vine fcdeli d'amore: i nrovinrenti dei loro Cieli, tornando a
te è eterna, e il corpo immtttevole; affrancatc dalla corruzio- vantaggio dei nrondi inferiori.'e
ne, per estraneità del mondo, ove i contrari regnano in di- ru. Né si può dire che i moti delle Sferc Cclesti sarebbero,
scordia? da soli, in grado di conferir esistenza allc cose. Essi attualiz-
Né vi è nulla per cui si lascino distrarrc, o manchi loro, zano gli stati di preparazioue, e il Prirno Essere attribuisce a
un attimo appena, il bagliorc auroralc dcllc sublinri luci dcl ognì cosa qucl chc corrispondc al suo proprio stato.
Signore dei Signori,'tr e metr che mai le sue grazie sottili. Se E così ancora: non cssendoci. in Colui che agisce, rinno-
I'oggetto di lor desiderio e amore non fossc esso stcssr'r itt- vamerlto o mutazionc, è per u1r nuovo assetto nello stato di
cessante, ogni Celeste Moto cesscrebbe. Cliascuna ha, rrcl prcparazione Iisti'dàd] del ricettacolo che si rinnova la cosa
mondo supremo, un Amato Irtra'shùql cui rivolgcre il cuo- per lui callsata. Che produrca effètti del tutto nuovi e diversi,
re. Luce arcangclica vittorialc [nt1r qàhir], che c\ ad tln tcnr- dipende solo dai rivolginrenti e variazioni rrcllo stato dei ri-
po causa dell'essere suo, tu dispensatrice di Lucc, intcrtrtc- cettacoli, non già per alterazione in Colui che agisce. Consi-
diaria fra lei e il Primo Essere. Pcr interccssionc dcll'Ar-na- dera, pcr ipotesi, il caso di una persona chc non esegua alcur-r
to, ne contempla la gloria divina c nc riceve gl'influssi e le Inovimcnto e il cui stato persista scnza variazionc. Ma ecco
luci. che di fronte le trascorrono spccchi ineguali per proporzio-
Da ogni illuminazionc che si leva su di lei [ishràq], proce- ni, linrpidezza e offuscamcnto.60 In ognuno appare la sua
de un movimento dcl suo Ciclo; pcr ogni movirnento dcl imrrragine , che diffèrisce per grandezza o piccolezza, pertè-
suo Cielo, I'Anima celeste si dispone a ricevcre i bagliori di zione o difetto ncll;r riflcssionc dei colori. Non perché cambi
una nuova luce che spLlrlta a Orietrte.'- E pcr il succcdcrsi, qualcosa nell' origin nlc dcll'in-r nragin e; I a qualità/ capacità dc-
sempre rinnovato, dei r-noti celcsti, si perpctua il succedersi gli specchi determina la dil-fererrza. Così il Primo Essere ha
sempre rinnovato delle luci di levante [ìshràqàtl; e per il suc- stabilito un legame fra la stabilità c la stabilità, la novità e la
cedersi sempre rinnovato delle ishraqat si pcrpctua il succc- novità. Egli è principio e finc delia cotrnessiotre stabilita, aÈ
dersi sempre rinnovato dei nroti cclesti. Grazie a questo finché si pcrpetui il Bcne, I'cffusione di sua sovrabbondanza;
doppio, continuo concatenarsi degli uni e degli altri, si per- non vi sia lirrrite alla sua nrisericordia. Siccome la sua genc-
petua la genesi degli avvenimenti ttel rnondo inferiorc.5s Se rosità non è parziale né insufficiente, llon ha inizio, non ha
non vi fosscro le illurninazioni aurorali chc lc Anime celcsti fine.
ricevono, né i Moti che per quei Lunri si producono, dclla IV. Generosità consiste nel darc, scnza attender compelÌso;
bontà divina non si attualizzercbbe che rttra tnisttra finita. e chi agisce in vista di contropartita, qucgli c\ miserabile.6l
Leffusione di sovrabbondanza s'interronrpercbbe, poiché Ricco è colui che ricerca, in sé stesso e nel1a propria pcrfezio-
56 57
ne, di che appagarsi. Assolutamente ricco, colui chc dcve il
lo splendore aurorale, ovunque si diffonda. Dai loro Celesti
suo atto d'esserc alla propria essenza [la cui cssenza implica
Moti, per un leganrc di consegucrnza ineluttabile, dipendono
di per sé l'esistenza]: Luce delle Luci INùr al-anwàr]' La sr'ra gli avvcninienti di questo mondo. Ma il solo pcnsare chc le
azione creatrice è disinteressata; traboccante di Misericordia,
Animae Caelestes possano lar rcgredirc il movimento del
la sua esserlza. Ella è il sovrano assoluto; ché gli appartiene proprio cielo, per favorire i popoli della Tcrra, appare enr-
pio; ché ne sarebbe in carnbio danni e disgrazie per gli altri
l'essenza d'ogni cosa, mentre la propria a nessLtn altro devc'
È impensabile che I'essere sia ancor pitì perletto di quel unive rsi.
Le Animac Caelestcs muovollo il rispettivo Cielo, in modo
che èl o che 1'Essenza divina postuli quel che ò inferiore, a
che si proiettino su di loro splcndori etcrni e luci divinc. La
costo di lasciar ciò ch'è più in alto. Inercrltc a sua essellzrì,
venerazione provata nelle divirte positure della conternpla-
quel che v'ò di superiore; ché I'incrente a ciò che è superiore,
zione, la cattura dci raggi sacrosalìti, chc le Luci Arcangcli-
cì necessariamellte superiore; come il riflcsso della lr"rcc è
su-
chc rivolgotr loro, le domitralro a tal putìto da notr avcr occhi
periore al riflesso del suo riflesso. Imperlsabile, dunque, ut't
nen^rrìell pcr sé, figurarsi pcr il nrondo pitì in basso. Malgra-
.rr".. più perfetto. Ora, I'impensabile esula dai potcri di
Colui chc è potcnre. do ciò, conoscono quel chc è manifesto c quel chc è nasco-
v. Inutile prolutrl5ar la discussionc sul Betre c il Male' sto. Nulla esula dal1a loro colrosccnza; dalla collosccnza del
quando si preterrde, addirittura, che gli Esscri superni vol-
loro Crcatore.
gan I'attenzionc al popolo degli uomini, o ci s'irnnlagina che
vt. Ciò che è stato dctto sulla perpetuità treccssaria dci lo-
l)io non abbia altro mondo, eccetto qucsta zolla tencbrosa, ro movimenti, rende evidentc che 1o stato dcllc Sfere Celesti
è costante; non composte dai quattro Elementi, soll prcser-
che è la Terra; oltre a quci vermiciattoli chc siamo, notr ab-
vate dalla corruziotre. Se lo fossero, dissolvcrsi sarcbbe itre-
bia a cura altre creature.
Ma se l'ordinc di ciò che accade nlutasse, ne rcsultcrebbe luttabile; e il loro nrovitncnto, soggetto al Tempo. Nulla
chc apparter-rga al reanìe degli Elerncnti le insidia. In verità,
ru1 gran nunlero di guai; cosmica perturbazione, neppure da
caldo, essendo leggero, uott si muove che verso l'alto; il
paragonare all'idea del chaos che si e\ soliti rappresentarci'
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non raddoppiando la durata del giorrro. Tutti i Cieli sono ta a due categorie: una, i cui tratti essenziali son dellir felicità;
sferici e fanno cerchio intorno; le Aninre motrici son dotate l'altra, che si distingue per 7a forza dominatrice.6T Ecco i due
di vita e pensiero, docili al loro Principio: non vi ò nulla di luminari:68 Sole e Luna; di cui il primo ò l'inrmagine del-
nrorto nel mondo siderale ['alam al-athrr' Inondo eterico]' I'Intelligenza IAngelus ir-rtcllectualis], I'altro, dell'Anin'ra
[Angelus caelestis]. Come anche vi è ciò che è in alto e ciò
Slqil/o del Tempio che è in basso; a destra, e a sinistra; l'Oriente, l'Occidentc.
Capitolo m. Della gerarchia de.qli csseri E, nel regno animale: il maschio e la femmina.
secondo il dominio e I'obbedieuza d'attore. Ogni volta, un lato perfètto è appaiato a un imperfetto;
imitazione delrapporto primordiale Ifra il Primo Essere e la
r. In principio, nell'essere, s'è dischiuso Anrorc fia la Prinra Prima Intelligenza]. Comprenderà, chi avrà compreso la pa-
Sostanza [jawhar qà'inr, Prinra Irrtelligcnza] e il Prinro Esse- rola divina: "Di ogni essere abbiamo creato due specie: nra
re eternametlte sllssistente Ial-Awwal al-qayyùm]' Qr-rcsto voi, vi ricordate?" (Corano j1,49).
rapporto è I'archetipo [omrn, la "madre"] di tutti i rapporti, II. Come la Luce è il più nobile degli esseri, fra i corpi il
il più nobile. La Prima Sostanza IPrima Intelligenzal ò il fe- più nobile è anche il più luminoso. Egli, il sacrosanto [qid-
dele d'amore del Primo Essere, e Questi, per la lr'rce dclla stra disl, Padre e Sovrano, HURAKHSH il Fortissimo,6e vincitore
etcrna sussistenza, la soggioga di url tal clonlitlio d'atnore delle Tenebre, signore del Cielo, autore del Giorno, le cui
ch,ella è incapace di definirlo e coglierc il tòndo dclla sua es- energie son perfette, il taumaturgo;t" cui c\ toccata in sorte la
senza." La relaziorte primordialc comporta, dtlrlqne, obbe- parte più magnifica di maestà divina; che dona luce :r tutti i
dienza cl'amore [mahabbat] e dominio d'amorc Iqahrl;o] es- corpi e non ne riceve da alcuno;7' suprema Immagine di
sendo, però, uno dei duc tcrmirli supcriore all'tlltro'"'E qtrc- Dio,7? suo Volto più grandioso. r'''7'r Dopo di lui, vengono gli
sta relazione66 si propaga in tutto I'universo, in modo chc lc altri prìncipi e signori, magnilìci e magnificati; primo fra
diverse catcgorie di esseri si uniscono, per fbrnrarer dclle tutti,it il signore del buon augurio, il benefico, dal fèlice in-
coppie. Sostanza consta dcl corporco e dell'incorporeo' Lirl- flusso.7u M;r sia resa gloria a chi dischiuse Hurakhsh all'esse-
corporeo domina il corporco; oggetto del suo amore [nra' re," a chi gli diede forma. Sia benedetto Dio, il migliore dei
shùqal e sua caLrsa. Uno dei due lati e\ il lato inferiore [qttello
T8
creatori.
dcl1'amante, che, nonostante tl nomen agentis, è il lato passi-
vo]. Allo stesso modo, l'intmateriale dà iuogo a due catcgo-
rie: l'una superiore, attiva, dominatrice [le Intclligcnze, Luci IL SESTO TEMPIO. DELLE GIOIE E SOFI.ERENZE SPIRITUALI;
Arcangeliche, gli Angeli intcllectualesl; 1'altra, di r:rngo in- RITORNO DELLE ANIME PERFETTE ALLO SPIRITO SANTO.
feriore, passiva. domirrata Ilc Anintac caelestes o Aneeli cae-
lestes]. I. Sappi che I'anima pensante non nìuore insieme al corpo,
Così, anche i corpi si dividono in eterici [athiri, corpi cclc- poiché non possiede substrato (il corpo di carnc non è sub-
stil ed elemcntari. Inoltrc, fra i corpi celesti, talurri danr]o vi- strato della sostanza spirituale).7e Nulla le si oppone o è di
60 61
ostacolo al suo proprio essere . I1 Principio che le dona I'esse- l'ogguro del Ioro desiderio,' (Corarro j4,3-5). I sensi nc son
re,'t'clura perpetuamente; l'anima perpetua la sua durate, per stati divelti: pir-ì occhi per vederc, orecchi
pcr inte,clcrc! pri-
I'eternità stessa del Principio. Fra lei c il corpo, non v'c\ altro vati della chiarezza del rnoncio se,sibire, ,o,
li raggiu,gc lu-
che un legame accidcntale, caLlsato da un desiderio accidcrr- cc sacrosanta. Truci. scnza sperarlza, restan
nelre tcneùre.
tale. La sconìparsa di quel legame non causa JnnicrltJmento Tenebre: negatività: assenza cli luce.p FJan pcrso
l,rso clci
alla sostanza che lo ha subìto per accidente. se,si c rnarlca loro lunre d,i.telletto; i. prrec.la
Sbigottir,,tcr.,_
Tu sai che il piaccrc, provato con ogni senso, ò in funzione to, Timorc, Angoscia, paura, ché stan rattrappiti "
nel buio.
della propria perfezione c dcl grado di perceziolrc cui essa c\ Alterata la conrplcssione clcllo spirito vitalesi _
lo ,t.r.,, .h.
pervelluta. Lo stcsso, della sofferenza: piacere e sofferernza. gl'ipocondriaci8r - so, dc>nrìr.ii d" pa,ra
cc1 ìnquictr-rdi,e.
per ogni esscre, corrispondono a ciò che in proprio 541i con- Cl-re ,e ò di colui che bra,cola ir, .r.a
nottc si,rile? No, ha
viene. Così, per I'odorato, tutto quel che ha a che vedere spcriìnza di salvczza, irr c<_lrnpagnir di
Arrgost.i.r c isrroi spct_
con gli odori; per il gusto. coi sapori: per il tatto, con lc cose tri.
palpabili, c vil di scguito. tll. Dcllc aninre sallte peÌr virttì e conoscenza,r.r sn
pcr lc
La perfezione di una sostanza intellettiva, cotrsiste nel por- balze argentcc dci Cicri' helr visiorri
chc occhio rrai rrrrterr-
tare in sé l'inrpronta di altc conosccnze: di l)io, dci rnoltepli- ne, suoni chc orecchi nrai hanno irrteso, pensicri
che mai a
ci univcrsi, dell'orcline cosmico; in brevc, di tutto ciò che ri- cuorc d'uo,ro sì dolci saliro,.:s' co,terr.rpla,o
Ltrci clivine,
guarda I'origine c'il ritorno Igenesi ed escatologial; coscior- sornmerse in un mare di Luci. È lo
strto angelico [mala_
za della propria trascendenza, rispetto ai sensi, e anche dclle kiyals;; infinita dolcezza, fclicità incolrnabilcl
proprie nriscrie, a lrontc di queste qualità; saperc, infinc, chc Tornano al Padre di cui sono enrarrazionc;s,
Egli, r,ittorio_
gioia c affanni dipendono dalla pcrfèzionc intcriore o clalla so sui dragoni clelle tc.ebrc,,' Anselo cli
fbrr,a i,vincibilc
sua assenza. cheÌi dissipa; signorc di teurgia emincntissinra
Ihumana spc_
u. Può accadere che il dile'ttcvole o I'aborrito raggiurrgan cies],et' Vicinissimo al Dio Misericordioso,el
.u.,rrr",o i"l
I'essere, scnza clestar piacere o sofferenza. Sc, pcr esernpio, diadema dclla prossinrità ,er Maraktit
'2 dcr Sig.orc clei nro.-
un uonìo è colpitcl da apoplessia o cadc ubriaco, non soffrirà di, slrRrro sANTo.r,A lui tornall le aninre: aghi <ii
ferro at_
per i colpi che gl'infliggono, ma anche nou proverà piacere tratti da Eterno Amore.
in presenza dcl suo amore. Lanima che a lurrgo rcsti invi- tv. E corne non v'è paragorle tra lc fàcoltà
dci sensi e l,ani_
schiata nei lacci della rnateria, sarà indifferente dirranzi ad tna'e' tra Luci divine
[ar-quidclisryùn, entità spirituali sacro-
ogni abonrinio, come aile virttr più emirrenti. Natura le dà santel c oggetti di pcrcezionc sensibilc; altrettanro,
lra estasi
ubritchezza.8' Quando le aninre dei reprobi lasciano questo e piacere chc i sensi procurano.
rnondo - dissipata c\ ormai 1'ebbrezza - son tornlcntate dal- Il Primo Essere è sr.ro ièdele cl,amorc; ad un ter_npo:
ogget_
I'ignoranza, che si manifesta negli stcssi mocli tencbrosi cli to suo d'amore Irna'shrìqf cd Egli stcsso :ìnlato
.1cgli altri cs_
quand'erano in vita; loro inestinguibile aspirazionc: il rnon- scri. Nessuna gioia o piacere è uguagliabilc
all,estasi di colo_
do percepito dai scnsi. "un ostacolo s:rrà posto fra quelle e ro che divengono suoi prossinri
Irnoqarrabùnl. Alle aninre
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perfette, qLlando dai loro templi di carne sorgono allo splen- intende proferir parola (ma non vede chi parla). O gli appare
dore del Jabarùt,es e i fuochi dell'eterna aurora illuminano i una realtà del mondo del mistero Iamr ghaybr] che sembra sa-
merli del Malakùt,e6 son rivelate, per divina Luce, cose che lire e scendcre. Ma è impossibilc che un'entità spirituale, mani-
nulla hanno a che fare con qucl che ognuno scorge itr questo festandosi, possa comunqLlc nluoversi: Ella trascende proprie-
mondo, alla luce del sole. Chi ncga 1'esistetrza di gioic estati- tà dei corpi, situati nello spazio sensibile. L'apparizione è solo
che, è simile ad intpotente che dubiti del piaccrc sessualc'e7 un'ombra corporea [zilljisrnàni],"2 che ritrae stati dello spiri-
Egli dà precedenza alle bestie; pospotrendo Angeli ed esseri to. Anche certi sogni son doppi imaginali [mohakat khayaliyal
spirituali sacrosanti. e8 di quel che I'anima contenrpla nei mondi superiori; ove rìon
siarr facezie del dènrone della phintasis.to)
It. Succede che le animc, dopo aver sperimer-rtato1r théo-
IL SETTIMO TEMPIO. L,IMMAGINAZIONE VISIONARIA; sis, "x sian come scosse da emozioni sacre. Le imporpora
LE TAUMATURGIE; LE PARABOLE DEI PROFETI; un'aura di Luce divina.ro-t Com'ò possibile accertare che il
IL PARACLITO; LE VISITAZIONI I)EGLI ESSERI DI LUCE. Grro arroventato divien simile a fuoco pcr contatto, e può
compier medesima funzione, allorché su un'anima si leva la
r. L'arrinra pensante è essetrza che appartiene al Malakilf. Son luce dell'Oriente mistico - brace ardente di luce divina - le
i sensi, e lc prcoccupazioni del mondo, che la stornan dalla creature le obbediscono come a essere sacrosanto.
via sacrosanta. Pur tLlttavia, quand'ha prcso forza, assimi- Fra i pellegrini dall'Oricnte mistico [i rnostashriqùn],7t)" vi
lando perfezione rara - col digiuno c la veglia, indebolita l:r son uomini il cui volto è girato verso il "Padre sacrosanto"
prcsa <iei sensi - lc accade di liberarsi e di fuggir per un atti- [Abi-him al-moqaddas].'0'Ed han visioni di raro splendore
mo verso il mondo spirituale. Si congiunge, allora, al "Pa- [ja1àyà al-Qods]:708 lampi chc circondano l'Ospite,70e mentre
drc suo sacrosanto" [bi-Abi-hà'l-n-roqaddasl:'e da lui le altc ne annunzian 1a visita. Provvidenziale guida Ihidàyat Allàh]
colloscenze apprende. Si uniscc, anche, alle Anime nrotrici raggiungc gli eietti, che a nrani apertei /'r 2ìttelìdor-ro il divino
delle Sfere celesti [Angeli caclestesl, sapienti d'ogni lorcr nlltrimento. Quando gli occhi si aprono, Dio è avviluppato
movimento e di Fortuna che ai Mondi apparecchiano' E nc in un mantello d'inacccssibile magnificenza.'11 Il nol-nc suo
riceve, ora in sogno, ora a veglia, le scgrete conoscenze; sì donrirra il circolo delloJabarut;r12 sotto i raggi di sua luce, vi
come in uno specchio si riflette, cosa posta dinanzi alla sua è un popolo in attesa./IJ
luce. Così accade che I'Anima contetnpli, fin dove c\ il tnon- ttI. È ,r.cerrario che chi scruta lc cose nascoste [rnostabsir]
do delle Intelligenzc Iamr'aqli]. professi con fermezza il messaggio dei profeti, sappia che le
L'Immaginazione attiva ne confìgura un'immagine imi- parabole si riferiscono a verità gnostiche; dice il Corono:
tativa Imohàkàt], che si riflette nel sensorium; allo stesso "Noi ci scrviamo delle parabole, per la rnaggior parte dcgli
modo, le immagini si riflctton nel tesoro dell'Inrmaginazio- uomini; non le conrprendono se non quelli che sanno"
ne rapprescntativa.ll)// Il visionario cotlteulpla, allora, mera- (zg,+g); e uno dei profcti: "Aprirò la nria bocca in parabolc"
vigliose forme,'u' con cui s'intrattietle confidenzialmente' O (Salmo 78,2). Così, dunque, la rivclazionc letterale [il tanzil]
ic 65
è affidata aiprofeti, I'crmeneutica spirituale Ita'wil] e la spie- nci mcssaggi dei tuoi proferti. Sappian-ro che il Paradiso [Ma-
gazionc fbayan]"'son affidate alla Suprerna Epifania dcl Pa- lakùt] ha gradi diversi di beatitudinc.'" E, fra i tuoi fedeli,
raclito Ial-mazhar al-a'zan al Fàraqhti]."t Cristo lo annun- alcurri han raggiurtola théosis [ta'allohl, altri ccrcan accesso
cia: "Vado al Padre mio e Padre vostro, pcrché invii il Para- alla Luce pcr mezzo della Luce; e sc accada loro di smarrirsi,
clito [al-Fàraqlrt] che vi rivclcrà il senso spiritualc [ta'wil]" possan comunquc, attraverso le tenebre, cercarti; chc ò dir
(Ciouanni r4,t6; 15,26; zo,ry). E ancora: "11 Paraclito chc il raggiungere col comportarncnto degli ir-rsens ati12a \a conso-
Padre mio invierà in nrio rlome, v'insegnerà ogni cosa" lazione dei Saggi.lrt Sci loro debitore di promesse; ''u il tucr
(Ciouawi r4,26). Lc parole "in nrio nome" Ibisrni, "con" il vento li trasporta a'Ilhytn, affinché glorifichino il tuo volto,
nrio nome, portando i1 mio tron.rel voglion dirc che sarà chia- sappian comprendere Verità nascostcì [ta'wil];/27 sospesi alle
nìato cRISTo [Masih] perché sarà stato unto [consacrato, ali dei tuoi Chcrubir-ri;/?8 su, pei raggi della lucc lre - loro aiu-
Khrist6s] con [o: pcrl 1a Luce IYonrsah bi'l-Nhr]. A lui, si to, solitudine - per ottener lc grazic del tuo Cielo. Ecco, co-
allude nel Corano'. "Dopo, ò a Noi che nc ittconrbc la spiega- storo salgono al Cielo restando sulla tcrra./ì0
zione" (lS,t6).La parola "dopo" sottolitrca che vi è rinur.rzia Sveglia, mio l)io, le anime che dornrono nei letti di apatia
//t' c spcnsieratezza; che si ricordino del Norne Tuo e ne santifi-
[passaggio a un'altra pcrsona].
rv. Non v'è dubbio chc gli esseri di luce, dal Maldkùt, di- chino la Gloria. Complcta quel che a noi spetta in sapcrc c
scendano per venirc in aiuto a qucgli che si trovan tregli aÈ pazienza,: padre e madrc di virttì eminenti. Accordaci di an-
fanni; raggi di lucc s.ìcrosarlta li irradiano; il senticro che dare a gcnio alla tua Legge. Fa' dclla cavallcria spirituale [fo-
conducc a Dio, s'aprc a chiunque batta alla sua porta:"t 1'c- towwat] /i/ nostro ornanlcnto, e dell'Oriente di Lr.rce [ish-
stasi prorompe in un lampo,//8 ttrctttre è lx)tte di tcmpcsta e ràq] una via che sia nostra. Tua gcncrosità r-ron ha limite, e
infuria il vcnto. "" Dio, non dice forsc: "Colui chc rnanda i benevolenza si cstende a tutti i mondi.
venti comc buona trovella, annunzianti la sua Misericordia" Qui finisce 1l Lihro dei Templi dclld Luce .
(Corano 27,63)?
Ora il numiuoso [al-nayyirl s'avvicin:r all'estatico sccn-
dendo; ora l'estatico salcndo s'approssitna al numinoso. ''"
Qllcsta visione di gran luce annunzia che la via del sacrosan-
to è apcrta, purché si salga alle altc ciimore; ove i legan-ri
[barzakhl che si han col tnondo, st: non consunti, impedi-
scono I'accesso. /21
nptt-oGo lll
oo 67
III. IL LIBRO DELLE TAVOLETTE
DEDICATE ALL EMIRO IMADODI)IN
71
70
nei rcami dell'csscre, che i scnsi possorlo percepire - tnotrdcr
nàtiqal; nel Corano appare pitì volte: "Egli ha formato l'uo-
astrale fathiri] e nrondo degli Elcmcnti - nra notr l'ho trova-
nro armoniosamentc e ha insulflato in lui del suo Spirito"
la conrplessiorlc ttnlatre gir-rtlse a ta." È all'aninr:r pcìnsalrte, chc si rileriscc Hallij: "La nria es-
Qz,r;)',u come dirc: quando
senza llon si c\ nrostrata in ttn luogo, tté dirczionc dcllo spa-
compimct'tto, vi fu attualizzata un'aninra, che le corrispon-
zio I'accoglie".'r E, nìentre 1o si crocifiggcìva: "Ciò che basta
dcva it-t tlltto c pcr tutto. E altrove: "Dopo circ 1'avrò fornra-
all'Unico, è chc l'Unico lo faccia LJno"." E, senrprc Hallàj,
to c avrò roffi"io in lui del r-nio Spirito" (' S , zq)' ovvcro: dcl-
I'ir]ll-natc- alludcndo al ritorno dell'aninra alle suc origini [biz gasht :
1o Spirito Santo., I1 rapporto così istituito rivela
ma'adl: "[Jccidctemi, anrici ntiei! Ncl m.ìrtirio, la nria vita;
rialità dell'anima, c apprendiamo chc essa è -iawhar ilnhr lso-
gioir clella nìorte, bisogna, cl-ré vivcndo le artdianrc> it.tci:rt.t-
starlza divina].
tro"./a E qtrcsti suoi vcrsi:
E qttesto versetto, a proposito clel Cristo: "[l Cristo ò'pro-
fet" di Dio... Spirito che cnrana cla ltii" (+, rZr)' Evidcnte che
Tenrpio rnateriale quanto al corpo,
Eglt appartiene alla specie Llnìa112ì: "ln lci IMaria| abbiamo
Lucc qr-ranto all'cssenza,
insufflato del nostro spiritcl" (zt,<;t; (t6,tz); nìelltrc utl altro
Etcruo qllallto allo spirito,
versetto clicc: "Lo Spirito c\ utr imperativo dcl mio Signore"
Giudice di qran dottrina;
(, Z, S 8).' Llmperativo divino è sostanza spirituale' nulla ha
a
Pcr nrezzo clcllo Spirito
che farc cort la materia. Ciò vuol dirc che l'auima e\
sostatrza
L'trt-rttto ritortt.t
inrnrateriale e appartiene ad'alam rtThau Irtrondo spirituale l'
Agli Esscri Spirituali;
LAltissinro la potre itt rapporto con sé stesso ncl versctto:
Ché nella totttba giacc
"Sua lucc è come quclla di lanlpada collor:ata itr utla rlicchia"
L- involucro ter.nporale:
(z+,t s) -'
Marciunre./i
Uanima pellsantc è, allo stcsso telllpo, luce c impcrativo
divino; doppio aspctto detcrmirrat<> dal sucl collcgan-rcr.rto al-
LJn nracstro sufì, poi: "11 sr-rfic\ con I)io, al di 1à c1'ogni dolc;
la condizione divina lrobùbryal' È a qucst'aninra chc il
Pro-
il nrio Signore; egli mi insicrne qui ncl nrondo c da csso fuori", conte clir separato
fcta alludc: "Trascorro la rrotte presso
da questo mondo, "' pltr cornparcndovi.
nlltre e mi disseta". Che vuol dire: quando' in cstasi' lascio
È all'aninra che il Cristo alludc, in l,lattctt 5,48: "Siatc,
qllcsto mondo e mi congiungo a quello superiore' mio nu-
durrqtrc, sirnili al Padre vostro celeste",/- c it.t C)ior,,trrtri
trinreuto soll colroscenza c luce divina' Scrnprc :r lei si rifà
2c ,17: "Padre rnio c Padre vostro",1' lacetrdo così risalirc la
l'lnràm 'Ali; allorché, evocatrdo la cotrquista di forte Khay-
genealogia dcll'arrima al nrot'rdo sacrosanto.l' Sentpre c1i
bar, dicc: "Non l'ho espugnato col1 la forza, rrìa per le mili-
Cìiovanni. infinc: "Ncln ris:rlc al Cielo sc tron coh-ii che trc c\
ziedclMalakùtIqowwamalaklrtrya};1'allimanriailltrminata
Bastà- disceso" (3, ,3).'"
dal suo Signore". Di lei tcstinronia anche Abu Yazrd
E il l')rofcta: "E poi si avvicinò, c poi disce--se" (Coratro
nri: "Mi son liberato della pellc e ho capito chi io sia" Iman
53,8), c "si trovcì a due distanzc d'arco, o piìr vicino" (S:,q).
anà1,/t'e: "Ho cercato la mia essellza Idhati' mi sor-r ccrcatol
1) 7.)
Se l'aninra tton fosse essa stessa al di qua c al di là di ogni 1- ÉsTnarri DELLA QUARTA fnVÒLrrra
r/orc, inconcepibilc le sarcbbe :rvvicinarsi a chi non è situatc>
nello spazio. E si dice ancora chc sia "all'orizzonte lunrir.ro-
so" (tìr,4), e "all'<>rtzzonte suprenìo" (S:,2)'rrdoppia al-
lusione all'ascensione spiritr,rale pcr allcggerinrerlto dcl lega-
nle colì il corpo.
CAPITOLO VII. DELLA CONOSCENZA
DEI,LE COSE SOVRASTNSISTLI.,,
74 75
,.Ma non sai che il Dio conosce ciò ch'è nei cieli e sulla terra? imitante [mohàkàt]:?'lupo o serpente; nel caso si tratti di un
Ciò sta annotato itr una scrittura ed è facile al Dio"' E un altro re: mare o montagna. Quando l'anima dimentica ciò che ha
,.Né un filo d'erba o di ficno che non venga ricordato ueduto - sebber-re la mcmoria ne conservi il ricordo - è I'Inr-
versetto:
nel rotolo chiaro" (6, sq), ovvero impresso rrclle ei-rtità spiritua- maginazione che le mostra I'immaginc. V'è bisogno allora
li che recano in sé f impronta della totalità degli esseri. E altro- d'interprctare [ta'brr]; saper di che le immagini imiranri soncr
ve, quando Faraone domanda a Mosè: "che ne è stato delle tra- imitazione.
,.o.i. generazioni?", Mosò: "La conosccnza d'essi presso il Si- Profèti c tcosofì mistici,rs anche da svegli, possono aver
gnor mio si trova consegllata nel rotolo' Notr sgarra il mio Si- coscienza di cose sovrasensibili; sia che le loro anime tra!{gan
gnore, e neppure si dimentica" (zo,5t-52)' forza dall'esser originariamenre dotatc [fitra];o l'abbiano ac-
conoscenza divirra e Libro sacrosanto son meuzionati in quisita per una via che cssi solo intuiscono, grazic a collo-
questo versetto: "Non sfugge al tuo Signorc ncpptlre ull scenzc segrete o velate; non parlandone che in forrna sirnbo-
atomo, né in terra, né in cielo: nulla c'è di piccolo o di gran- lica Iromùz]. Così ricevono f impronta di mondi sovrasensi-
de che non sia scritto evidente nel rotolo" (ro,6r)' La con- bili: specchio levigatissimo, che riflette le figure del Malakùt.
ferma al 34,3: "11 tuo Signorc conosce il mistcro irrivelato C)vc I'apparizionc si fa strada fino al sensorium - incontro dei
polvere rrci cicli e sulla
[ghayb]. Non gli sfugge tn mithqal di più dilettevoli - forma squisita e nobilissima! Per di qua han
terra: ogni cosa più gratrde o più piccola di quello, è annota- visiorri del mondo sacrosanto, o scorqono traccia di alcuno,
ta in una scrittura evidente". Proposito della Scrittura, di- senza veder chi parla; perfino lèggerc scritture ineffabili!re
mostrare che le pure Sostanze [o ipostasi] spirituali, portano Figure che penetrano nell'Immaginazione attiva - guidata,
in sé 1o stampo di tuttc le cose' Quando in certi monrenti' qtri, dall'intelletto - e per questa trasmcsse al sensorium.'t'S",
durante il sonno, per escmpio, accade alle nostre anime di come accadc di sovente, l'Immaginazionc attiva non è in
unirsi a quelle, ne ricevono un'impronta di quel che recano grado di formare immagini nel sensorium, ò perché i sensi
in sé, e così sono iniziate ai segreti dcl Mondo del Mistero. csterni vi euocano figure materialmente presenti, o perché
Ciòpuòaccadcreperché,inqueimomentiprivilegiati'l'at- l'intelletto la ticnc occupata nel corso del mcditare. Quando,
tività sensoriale è ridotta al minimo' E se non fosse per le nel sonno, avvien di rilassarsi, l'Immaginazione attiva pren-
molestie causate dall'Immaginativa, allorché resta sottomes- de il sopravvento sul sensorium e gli trasmette forme fantasti-
sa all'estimativa, ci sarebbc facilc conoscer cose del mondo che, come accade nel sogno incoerente [qui, essa resta sotto-
sovrasensibile. Ma, anche durante il sonno, 1'anima non è 1i- messa all'estimativa], o forme imitanti fnrohàkàt] le rcalrà
bera dai lacci dell'Immaginativa; solo quando 1a presa si al- del mondo sacrosanto. Allora il sogno è veridico: un'esplici-
lenta, essa può ricever l'impronta di realtà spirituali'26 E il ta comunicazione divina. A volta accade a epilettici e ipo-
sogno è veridico. Ma se l'Immaginazione attiva può traspor- condriaci, d'aver conoscenza di talune cose dei nrondi invisi-
,. .iò .h. l'anima ha ueduto in una forma che gli corrisponda bili; perché i loro organi son meno resistenti, e le preoccupa-
e rassomigli, può anchc compiere 1'opcrazione opposta'
Nel zioni del mondo ridotte al minimo. V'è pure dclla gente che,
caso si tratti di un nemico, può trasporlo in un'immagine per far parlare i bambini, li tiene in contemplazione di cose
ia 77
l'impronta di scienze del Reale ['olum-e haqiqi] c dcl Divino
che abbagliano la vista e affascinano f immaginazione rap-
Conoscere Ima'arif-e rabbàni].
presentativa [khayàl]' Si versa, per esempio, dell'acqua in un
"Dio ha scolpito nei loro cuori la fede e li ha resi forti pcr
ticchiere, e la si fa guardare fissamente; o una superficie nc-
mezzo di uno spirito che da lui proviene" (58,22). Come at-
ro-brillante, o altro ancora. Costretti i sensi allo stupore' aÈ
testa il versetto 53, j, a proposito del Profeta: "che gli ha in-
fissata I'immaginazione, nell'anima dei bimbi si può produr-
segnato il potente, il forte", è proprio lo Spirito Santo che
re qualche figura del mondo sovrasensibile; si apprenderan-
istruisce I'uomo; ivi si allude all'Intelliger,za agente ['Aql
no, allora, cose del tutto autentiche'
fa"àlf , che il Signore ha provvisto di forza infinita.'u E ai
versetti 26,t93: "Lo Spirito fedele è disceso con lui lll Cora-
VIII. OELT,INTELLIGENZA AGENTE no) nel tuo cuore"; 53,6: "Chi possiede la forza, appare in
CAPITOLO
maestà"; 8r,zo: "Potente presso il possessore del trono in-
CHE È LO SPIRITO SANTO.
corruttibile"; 26,r93: "Spirito fedele"; 8r,2r: "Obbedito e
fedele";37 16,102'. "Esclama: Lo Spirito Santo lo ha fatto di-
Tu sai che le anime pensanti sono in potenza lqllanto alla per-
scendere ftl Coranol con verità, da parte del tuo Signore";
fezione], prima d'essere in atto.rr In seguito, vi vcngon attua-
"Tu ricevi 1l Corano da parte di un Saggio, di qualcuno che
lizzate conoscenze primarie, e da qucste l'anima passa alle
sa" (27,6); "Il Calamo ha insegnato all'uomo ciò che ignora-
seconde.r'Il mediatore delle nostre anime Ida cui emanano]'
va (96,5). Sono velate allusioni a Colui che permette alf in-
che le perfeziona e permettc loro di passare di potenza al-
telletto di passare dalla potenza all'atto. "Egli ha creato l'uo-
l'atto [grazie alle acquisite conosccnze], è Colui che i filosofi
mo; gli ha insegnato a parlare con chiarezza" (55,3-4).
chiamano INTELLIGENZA AGENTE, e la teologia nomina spr-
RIro sANro. È ir-, .rpporto coll l'intelletto' come il Sole con
la vista;rj dimora in Dio: così al versetto r5,29" "I)opo che ..TA'WIT"
CAPITOLO TX. DEI VERSETTI CORANICI
avrò soffiato in lui del mio Spirito"; per Lui il mondo degli
RIGUARDANTI LA RESURREZIONE.
Elementi si avvia ad esistere. Egli ò, in nome di Dio' mae-
stro di casa [kadkhodà],34 e reggente di tutte le realtà espres-
al- La parola del Profcta: "A chi muore, appare già la sua resur-
se dalla composizione degli Elementi. Quei chc imprime
non appcna ci uniamo rezione",18 è da porre in riferimento a diversi versetti del Co-
le anime il sigillo di qualità eminenti,
il rano: "Quando il cielo si schianterà" (82, r), ovvero il cielo di
a lui: "Grida ai quattro venti, in nome del tuo Signore " '
l'uomo all'uso del cala- chi muore, 7a pia mater [omm al-ra's]; "e gli astri verrannc)
Molto-generoso che ha addestrato
sparpagliati" (82,2), per dir che cadranno i sensi del morcn-
mo" (96,I-a). Il Calamo divino non è tn pezzo di legno' né
te; "quando verrà accartocciato il sole" (8r, r), il sole che ne c\
una canna; ma Essenza intellcttiva, Intelligenza in atto' L'a-
il cuore; "cammellc 1ì lì per partorire saranno abbandonate"
nima è in rapporto con questa Intelligenza, come la Tavolet-
(Ur,+), le cammelle che sono i suoi piedi; "quando la terra
ta col Calamo.J5 Le nostre animc son tavolette immateriali
sarà sconquassata dal cataclism^" (gg,r), la tcrra che è f inte-
[alwàh mojarrada], l'Intelligenza è Calamo che imprime
78
ro suo corpo; "e le fiere saranllo rìggruppater" (81,-s), qui si nifesto [mozhir li-ghayri-hi]. Conre è cnunciato nel Libro
tratta delle suc facoltà e, in prinro luogo, dell'appetito irasci- santo: "Dio, luce dei cieli e della terra" (z+,:S).
blle lqhadabtya); "allorché le monta[Jne saran ridotte in pol- Il suo essere-luce [nùriyatl consiste nel fatto che Egli si ò
vere",Je ossia tutte le ossa dello scheletro. LJn altro versetto manifestato da sé, e che I'Altro da lui si manifcsta.r'Luce
testimonia di questo ta'u,rl: "Eccovi tornati da noi, soli, soli" delle Luci - lr,lur al-Atwar - I'essere-luce di tr-rtti gli astri non
(('t,g+), che vuol dire: le vostre anirnc imrnateriali, quali sono è che un'ombra di sua lucc. Dice un versctto: "La Tcrra sarà
in sé, compiono il ritorno tutte solc, scparatc dagli organi illurnirrata dalla lucc del suo Signore " (1g,6»." Sc la lnce c\ la
del corpo fisico; e, al 19,95: "Ncl giorno della Resurrezionc più regale delle cose perccpite dai sensi, allgusto fra i corpi
tutti torneranrÌo e lui, ognun da solo". Qucsta "solitudir.re" celestì è nùnarnss i1 Forte, vincitore delle tenebrc,ar re dc-
si riferisce all'essenza monadica: l'anima, unica a posscdcr gli astri, principe dei cieli; colui chc in nome di Dio Altissi-
coscienza c colloscenza. mo fa brillarc il giorno, garante Lì sostesno Ikàfil] di tutte I'c-
nergie, tesoriere di meraviglie, il ver-rcrabile; che per la pro-
pria luce non dipende da nessun astro." A tutti dona luce,
cApIToLo x. oELL'gssERE coME LU(iE stelle e pianeti riveste dello splendorc d'Oricnte [ishracl] e di
E DELL'EMINENZA I)EL SOLE. bcllezza.a'Gloria a Colui che gli ha dato insicme forma c lu-
ce. Nei cieli c sulla Terra, è I'lnrrnagirle supre nra del versetto
Sappi chc il leganre dell'aninra con la fisicità induce a consi- t6,62: "Per Dio I'Inrmagine Suprema";46 ncl tnondo dci cclr-
derar un corpo sottile: tl pneuma [rùh l. 41'] Qucsti è rrn csscre di pi, è Luce delle Luci, conrc il Prirno Essere lo è in quello del-
luce che brilla nel cervello; ovc la sua lunrinosità dirninuisca, le Intelligenze e delle Anirne. La Parola lo dcscrive conre Sc-
la vita ne sarà sconvolta; ccco sorgerc, allora, la ntelal.rconia gno di Colui che c\ manifcsto dalla propria Luce, mcntrc i1
Imalankhùlya] e altre gravi molestic. Dr-rnquc, si può clire sublime suo resta nascosto a coloro chc'non sanno. C)ccorre-
che il primo leganre dell'aninra sia con la luce: suo primo va che il Segno di l)io fossc il più manifesto Hùrdkhsh: For-
compagno in qucsta vita. Puoi collstatarc da te I'inclinazione za e Luce possenti, cui è dato conoscere. Ma anchc Segno
degli esscri viventi verso la luce; ove, r-rclle tenebre, ogni che si vela, quando la sua sublimità non appail. Causa del
movimento si arresta, e i sensi solì conlc paralizzati. Le ani- Giorno e della Nottc, autorc delle quattro stagioni; al sucl o
me ne prendon piacere, più di ogni altra cosa. al nord, I'inciinazione sua seguendo. Egli è colui chc rallegra
Sappi che la luce nratcriale è un fattore cstrinseco al corpo. la vista dei pellegrini; loro tranrite sacrosarltol Il Viuente Pur
Vi si è manifestata a causa di qualcos'altro. Sc questi sttssi- sante, 17 più manifestolaT Tcstimone e garantc agli occlri dei
stesse pcr sé stesso, sarebbc luce da c pcr sé stesso, da c pcr sé servi di Dio; Segno del tawhrd - unico ncl suo rànqo - testi-
manifesto, di per sé vivente. E tutto ciò che di per sé è r,i- monia dell'Unico. Volto supremo di Dio nel lcssico dcll'I-slr-
vente, altri non è che Luce irnrnateriale: Primo Esscre, Luce raq;48 occhio e cuore clell'universo! Gloria a Colui che I'ha
delle luci, Colui che dona vita cd oqni luce. Egli è zahir ll- manifestato - sua prova ineffabile - dinanzi ai mondi. Nc
dhati-hi, manifesto da e per sé, e fa che l'Altro sia da lui ma- porta testimonianza un versetto della Rivelazionc, che gli aÈ
80 st
fida la scansione dci tempi: "Del Sole e della Luna ha fatto Il Malrtkùt accoglie ogni sua invocazione. Così è, special-
una misura del tempo, talc è la rnisura fissata per chi ha po- nlcnte, di un sovrano. Se persevera nella meditazionc'tr dei
tcnza e sa" (6,96). Si legge, al 36,38: "Ecco per loro un sc- Segni dello Jabarùt, e desiderio del monc-lo sacrosanto lo di-
gno... il Sole che canrnrina verso i luoghi del suo riposo abi- vora, e lc profondità dcll'essere son purificate t: di luminoso
tuale. Tale è la nrisura fìssata per colui chc ò potente, per co- Amore ha dotato il suo spirito, sì che generosità, bontà, ma-
Itri che sa". E la Rivelazione proclama la magnificenza delle gnanirnità, equità, han parte in lui, allora cose ineffabili con-
Luci celcsti: "Sì! Lo giuro per gli occidorti dcllc stelle; se sa- templa all'orizzonte supremo e ha i suoi nenlici in pugno.
pcste che grande giuramcntol" (S6,lS-16). Loccidente di Felicc è il suo destino, imrnensa la rinomanza, maestà ne ir-
una stella è la forma della sua manifestazione visibile; mell- radia il volto, e - illuminato d'una intensa lucc c forte della
tre, in sé, una stclla è forma in cui si manilesta ur1'crìtità spi- divina assistcnza - quel sovrano entra a fàr parte degli "al-
rituale.a'E altrove: "Lo giuro per le stelle che filano, che via leati a l)io" lhizb Allahl: come si legge nella Rivclazionc, es-
vengon scopatcl" (8r, r 5-r6). si sono i vincitori e i fortunati.5i La sublinre alleanza. al ver-
sctto Jtì,23; "Gli alleati di Dio norl sono i favoriti?", Chiara
affermazione di vittoria - infine - tl 37,r73: "Al rlostro cscr-
cAprrolo xr. DELr-A sAKtNA [sHexnrNn] cito appartengono i vincitori". Dal Libro Divino, utr re vit-
E I)ELLA LUCE Dr Gr-ORrA [xVanNnlr]. torioso e partecipe del mondo sacrosanto.
Medesima Luce ricevettero i grandi sovrani dell'antica
t'
Persia. Non furono i Magi [Majùs] dualisti;55 ne< quelli chc
I sourani estatici dell'antiru Persia profèssarr che Dio è due: credenza che apparve dopo il regrro
di cosrrrasp.it' Tale Luce consolatrice è detta, in antico per-
Quando I'anirna e\ pnrificata, brilla di una luce divirra; 1o te- siano, KI{oRRAH ILuce di Gloria, avestica Xvarnah].'t7 Qucl-
stimonia il vcrsetto: "Dio ò l'Aninra di coloro che credono; la cl.re investc i sovrlni, invece: KAyAN KI{oRRAr{ [Xvarnah
Egli li fà uscire dalle tenerbre alla luce" (2,258); che vuol dirc: rcgalc; avestica Kevaem Xvarnah].58
dalle tenebrc dell'ignoranza alla luce dc'lle scienze divine. E, E, fra coloro che la ricevettero, vi fu EgnrvDUN, i' re tau-
in altro versetto: "Dio dirigc quelli che cercano di piacergli matur,lo e di retto consiglio. Con tutte le sue forze si dedicò
sulla via della salvezza, per mtzzo della Legge". Dopo che lc' all'osscrvanza della legge divina e del suo officio;6t'tanto chc
Luci divine han brillato su di loro e la saxtNa sacrosanta [a1- ottenne d'esser I'interlocutore del "Padre Generoso" Ial-Ab
Sakrna al-qodsiyalfl vi ha preso dimora, l'anima, che è sirni- al-Karim, 1o Spirito Santo, Angelo dell'umanità],t' e si unì a
le a ferro infuocato a contatto della fiamma, acquista capaci- lui per la doppia via della percezione irudgùtale [nrithali] c
tà di agire sui corpi e le altre anime. Come ncl ferro son corl- dell'anacoresi spirituale [tajrid, la via immaginativa e intel-
fermate le qualità d'infiammare e illuminare, allo stesso nlo* lettiva, insiemel.6r Conobbe Ia suprenra felicità e si librò così
do l'anima pensante splende della luce di Gloria, tr c dornina in alto come può osar solamente chi intraprerrde il Canrmi-
rì sottomette le consorelle ed ogni altra cosa nraterialc. no... Lanima colnra di luce e di forza per lc Luci suprenre,
82 83
irradiata...6r Regnò sui suoi simili e, grazie alla forza divina grrò pcr grazia di l)io,
sulla superficie dclla Terra. Così, vi-
che 1o assisteva, dorninò il nemico di tutte le virtù, zortrrAK, sioni di Gloria divina, a inviolate altezze, per lui balenavar.r
uomo marchiato da duc cmblemi infami.6a Lo distrusse in scnza sosta. E infine, lo convoca I'araldo dell'arnorc: "Ecco-
nome di Dio, e ai prigionicri concesse il ritorno. Estese la mi" flabbayk] fu la semplice risposta. Quando l'ordine dcl
giustizia a tutti i paesi abitati.o'Ncssnna epoca conobbc uo- magistrato Ardente Desidcrio Ishawq] gli pervenne, l'accol-
mini che possedesscro scienza sirnile alla sua. Divise in trc lc se con docilità. Intese suo padre chiamarlo al rnor-rdo spiri-
tcrre conosciute,"' assicurando un (ìovcrno durevolc: dono tualc,Tt-7u ed egli rispose prorltanrerìte, libcrandosi dclla so-
dcll'Altissimo. E, ai suoi giorni, i mondi vcgetale e animalc vranità di questo mondo,77 pcr andare a L)io. Abbracciò il
crebbcro armonicamentc, fino a raggiungcr picnezza. solo amore spirituale: ogni altro concepì ilh.rsorio. Non si
Nella posterità, 1o seguì «av KHOSrìAw,67 felicissirno re, vide re simile a lui ncl corso dei secoli; o che Forza Divina
cui - pcr lo zelo nel servizio divino e le pratiche di pietà - fu abbia sollccitato a lasciar le propric terre.'8
concesso d'esser interlocutorcu' dcl "Padre sacrosanto" fal- Benedetto sia il giorno in cui re Kay Khosraw abbandonò
Ab al-Qodsi, lo Spirito Santo, Angelo dell'umanitàl;oe unito la patria terrena, per accederc al mondo supcriore.
a lui, meditando, trasse alimento dallc lìcaltà Spirituali.
La sua aninra, raggiunta dalla divina Sapienza [Hikmat al-
Hrqq], s'innalzò fino ai mondi superiori,"r ed ebbe visionc (]APITOLO XII. DELL IMMAGINAZIONE A TIVA:
degli Esseri di Luce: perccpì e conobbe rluel che in antico SIA COME ALBERO SULLA VETTA I)EI, SINAI.
persiano ò «ayaN KHoRRAH [Luce di (]loria, regale Xvar- SIA COME ALBERO MALEDETTO.
nah].7r È una Luce splendcntc nell'anima unrana, Luce vitto-
riale cui ci s'inchina." Con 7a forza divina che gli cra stata Quando 1'lmmaginazionc attiva" è occupata nclle pratichc
impartita, distrussc il malefico, inacccssibile alla pietà, AFRA- spirituali c si applica meditando alle scienze divinc, essa è,
sIyAB il TurcoTr - tiranno e distruttorc - dispregiatorc dci bc- allora, Albero benedetto (Corantt 24,35), ove i rami sono al-
nefici divini, colui che ha negato Dio, alieno da ogni pratica trettante spccic di pensieri c, su questi. rl frutto: h-rcc cli cer-
di culto. 11 Signorc degli eserciti, chc rlcssLlno può prevcde- tczza. Talc, il significato del vcrserto (3(r,8o): "È lui che ha
re, lo schiacciò e distrusse nella regione di Ghaznà. posto, per voi, dcl fuoco nell'albero verdeggiante". Lalbero
Il Segno della Sakrna di Cloria [Sakinat al-MajdlTa domina- è I'Imrnaginazione intellettiva. È verde, per le conosceìnze
va la persona del re, e gli Elenrenti erano a lui sottomessi; che la nreditazionc contemplativa fa sbocciare. Fuoco: il suo
dappertutto comparvero prodigi. Parecchi esseri rnalvagi atto di ritorno al mondo sacrosanto. Conre anche al 56,7o:
furon distrutti in quei conrbattimenti, ove le armate dcl nta- "Considerate il fuoco che voi fate ingiallirc?", cioeì le cono-
ligno contavan milioni di adepti; mai, ir-r nessun'cpoca, oc- scelìzc secondlric. le irrtuizioni sacrosantc crri sietc pcrverìu-
chi umani furon testinroni di simili gcsta. Linfluenza dcl Iìc ti, a partir da quelle printarie c innate. "Sicte voi a far crescc-
Magnanimo si manifcstò con la restaurazione dei costunri re quest'albero, oppLlre nol?" $7,7r).'" E ancora: "Abbiarno
venerabili, il culto reso agli esseri di Lucc; davvero csli rc- fatto nascere Lln albero sulla vetta del Sinai" (z3,zo).8/ Il
84 85
monte sINAI è 1'orizzonte intellettivo [quello delle pure In- raggiunto lo Haqq al-yaqin]; merltre la "notizia" è per colo-
telligenzel.s'L'albero ['olivo] germina olio e sicuro condi- ro che stanno ancora attorrìo a questo Fuoco.el
mento, per coloro che se ne cibano. In altre parolc, ò da que- Che la Parola divina si esprima pcr mezzo di parabole, 1o
st'albero che ci si procura l'olio dell'intelligibilc, chc nrette rivela il versetto r.+,3o: "Dio propone agli uor.nini lc parabo-
l'anima in grado di accogliere la divina folgorazione, I'acce- le, forse ci penseranno". Ne dà ulteriore testimonianza tl,
carrte luce di certezza,sr I'incandescente presenza della saxr- 29,43: "Qrreste parabole, le proponiamo asli uomini; ma in
Na. Poiché le scienze divine son nutrimento de1l'anirrta; pane definitiva non le cornprcndono se non coloro che sanno";e?
degli Angeli,8l cui fanno allusione rITAGoRA trei suoi sirnboli e e, di seguito: "Vi sono... in voi dci Segni, rìor1 sapete scor-
DAVID nei suoi salnri. Lc sacrosante luci fianrmeguianti sono gerli?" (5r,zr). Il versetto +r,35: "Segni faremo balcnare su
il nutrimcnto che li eterna.85 Ed è a quest'albero che allude il tutti gli orizzortti e nelie loro anime", spiega come le nlera-
versctto 24,3Si "lJn albero benedetto, l'olivo, che non è da viglie del macrocosmo abbiano la loro immagine corrispon-
Oricnte, né da Occidcnte". Né orientale - cioe\ puramente der-rte in quel microcosmo che è l'uomo.'3 ll zr,ro: "Abbia-
intellettivo - né occidentale, ovvero puramente lnateriale .86 mo rivelato 1a scrittura che contiene pensieri di monito per
L'albero di Mosè, il Roveto ardente, di cui egli gode il ri- voi: capite dunque?", indica come nella Parola vi siano fre-
chianro nella V:rlle benedetta: "Ho visto un fuoco" (28,3o) quenti allusioni al nricrocosmo umano. Qr.resto versetto è
sul pendio del Sinai. E ancora: "Infiammandosi, senza che affine ai precedenti: "Le storie dei profeti, chc ben conosci,
un fuoco I'abbia toccato" (z+,1).Fuoco è 11 Padrc sacr(rsanto hanno il compito di conferrnarti. E con la Verità di cui sor-r
[al-Ab al-moqaddas], 1o sprRlro sANro IRnh al-Qods],87 depositari; un'esortazionc e ull nronito son giunti ai creden-
che proclanra: "Benedctto colui che ò nel Fuoco" (27,8), ov- ti" (rr,rzr).
vero: benedetti coloro chc si uniscono a lui; e anchc: bene- D'altra parte, quando l'lmmaginazione attiva [qui, la
detti coloro che vi stanrlo intorno, i fedcli d'anrore [mostab- phintasisl,'a si escrcita su quel ch'è oggetto di percezione
sirùn], che lo accudiscono con zelo.'8 Lc nostre anime son sensibile, andando selrza sosta da un capo all'altro dell'illu-
lucerne che infuoca; il versetto che vi si riferisce, dichiara, a sorio, intralcia I'anima nel percepir gli intelligibil e le cagio-
proposito dal Patriarca: "Ecco che Mosè ha scorto un Fuo- na molestie e disordinc. Essa è, allora, "albero maledetto"e5
co." Egli dice alla sua fanriglia [i sensi]: 'Restate qui"' (2o,9). - versctto 17,62, a proposito di certi sogni - che inquina e
Che vuol dir rinunzia; corìe anche a7 zo,tz: "Scàlzati, in Mia confonde quel che di autentico è nelle cose. E anche: "simile
Presenza". E altrove, i versetti: "Ho visto un Fuoco sul pcn- ad albero cattivo, r-nancante di radici c di ogni altro appi-
dio del Sinai", e "Benedetto colui che è nel Fuoco", sono in glio" (I4,3r); da cima a fondo al fantastico, senza fermarsi
corrispondenza con un altro versetto: "Forse ve ne portertì mail L'hnmaginazione [phintasis] che si attiva solamentc al-
urr tizzone acceso" (zo,to);'') mentre 11 27,8: "Benedctti colo- le cose sensibili, è montagna che si pone fra il mondo delle
ro che vi stanno attorno", corrisponde a1 contcnllto dcl vcr- Pure lntelligenze e le nostre aninre. A Mose\, chc richiede la
setto 27,7: "Vi saprò dar qualche notizia". 11 "tizzonc arclcrt- visione di Dio, fu risposto: "TLl non mi vedrai, tuttavia
te" è per quei che son cssi stessi ir.r questo Fuoco Iclrc harr guarda verso la montagna. Se rimanc imnrobile. allora mi
86 87
vcdrai" (l ,tlù." Montlgrìa perpcttlatììelìte ill nloto, che
impedisce all'anima di vedaret Così, quando la Parola sorlle
all'orizzonte del mondo immagìnario, Essa spiana la nrotrta-
gna come si dice alla chiusa del vcrsetto: "Quatrclo il Signorc
si nranifestò sulla nrontagrta, la smirluzzò e appiattì, e Mose\
caddc a terra fulminato"." Il regrlo dclla condizione untana IV. IL LIBRO I)EL RAGGIO DI LUC]F,
s'intcrronÌpc, col trtanifc-starsi clella lìealtà clivirr a. Essctrdosi -
I'anima appressata al Fuoco spirittlale, divicrr a sua volta lu-
minosa brace; sottratta alla vista dci più' immersa trclla luce
dell'etcrna csistenza. I teosofi rnistici Iche han sperilncntato
la théosis, ta'alloh] cotloscollo scgreti - noi vi ebbiarn fatto
allusione nel trostro I'ihro della Tattsttfia orientale , IKitàb,
Hikmat al-lshràq] - per cui 1'anima può asccndere al mondo
divino.
Mio Dio, sostegno di ogrli esistetrza. l)ispcnsatore dcl
flusso dell'essere, chc fai clisccndere bcnèfìci influssi sulle
creature, scopo e fine di ogni movimento, desidcrata Luce
delle Luci, Moderatore dcllc cosc, tu chc dai vita all'ttnivcr-
so, aiutaci con la tua Luce, renclici pcrfc'tti trel ricever la tua
bontà, indica a noi la Tua Via, purificaci dal lezzo dcllc tcne-
bre, libcraci dall'oscurità clella llatura fisica Itabi'al; ad essa
non più aggiogati. poter scorlaere itrfinc lc tue Luci: I'Anqelo
del paradiso [Rezvàn, Ridwàn], il vicinato dei tuoi Prossin-ri,
la cornpagnia di coloro che abitarto 1l fulaldkut. Risuscitacì
con "quei che hai colmato di bcncfici" (r,(i), "i profcti, i ve-
rìdici, i màrtiri, i giusti. C)ttimi cornpagni, irr vcrità" Q1r).
'favc,lettt' dedicdte all'Emirrt 'Itn,idotl-
Qui finisce ll Libro de lle (Partaw-Nameh
t- 9)l )
atil.
cAPrroLÒ r>c Drcti rssÉnr IMMOIìTALI Ogni esscnza immateriale è irnmortale, ché la vita delle
Essenze immateriali non ha luogo per causa estenla (che po-
trebbc anche estinguersi). Poiché nulla hanno a chc far con la
materia, hanno di sé questa cognizione. che è vita loro, e a
loro inerentc per essenza. È 1'anima che dà vita alle cose, di-
chiara pLAroNE - maestro di saggczza - [khwàjch-yc hik-
Sappi che l'anima è immortale [bàqil, come la causa da cui matl. Ma chi ò in grado di donar la vita, la possiede per es-
emana: I'Intelligenza agente; / essa permane, dunquc, per il senza, reé può subire il contrario di ciò che postula la propria
permanere della causa; inconcepibile la sua distruzione. Non essenza. Sappi, pertanto, che la gente conìulìe stilìla non vi
ò qualcosa che sia impresso in un substrato;2 se così fosse, ivi sia altro piacere che nei giochi d'amore, il mangiare e il bere .
sarebbc attualizzata una nuova disposizione a distruggerla; Sfortunati - per loro - Angeli c Cherubini [Fercshtcgan cr
nel senso che nel substrato cessercbbe I'attitudinc ad esserne Karùbiyànl, chc non possono gioirne!
il supporto; proprio comc avviene ncllo scaldare 1'acqua, che Quando a un essere tocchino in sorte Pcrfì:zionc e Anrore,
- a un ccrto grado di riscaldanìcnto - cambia di forma, ed è e ne abbia coscicnza, senza ritardo, o frapporsi di ostacoli,
subito aria. Ora, se I'anima non ha substrato - essendo es- raro Piaccr lo allieta e piìr non si distoglie. Può accadere, in-
senza sostantiva [jawhar], scparabile dal corpo - anche sc fatti, che per Lln ostacolo qualsiasi I'evento piùr fclicc ncn
questi è vòlto a distruzione, non è chc cssa 1o debba seguire. provochi alcun piacere; così come 1o stomaco del malato
Differenza lra morte e vita consiste llella rottLrra del lega- sembra non gradire piatti saporosi. Rimossa la causa, il pala-
me . Ma il legame è un accidente, chc riguarda il rapporto, la to torna ad assaporare. Egualmente, quel che di solito ci fa
cui scomparsa non ha comc conseguellza la sconrparsa dcl- soffiire può nor.r determinare soffercnza, semprc pcr via di
I'essere sostanziale chc è uno dei due termini. Lcssenza per- un ostacolo. Se picchio un ubriaco, non sentirà gran male.
mane, in nome dclla perniancnza della sua causa. Benché lo Svanita la sbornia, insieme ai colpi arrivcrà il dolore.
stato di preparazione del corpo richieda, a un certo punto, il Perfetto colui che riesce , quanto può, a vivere al di là della
conferirnento dell'anima,r alla sua distruzione non scgue aÈ nrateria, farsi similc ai Prìncipi IMabedi, gli esseri che lor-
fatto I'annientamento dell'aninta; quant'ò vero che - alla mano il Pléronia supremo]. E quando le qr"ralità divirre e le
morte del falcgname - la sedia da lui costruita non sconl- alte conoscenzc son confermate in lui, godrà di una dolcezza
pare. indescrivibile, come il Profeta, in un hadrth ispirato da Dio:
Le Intelligenze arcangeliche son pcr sempre indistruttibili, "Ho preparato per i nrici servitori. i giusti, ciò che llessun
ché non hanno un supporto; né legame alcuno vc lc unisce.a occhio ha visto, né orecchio ascoltato; qualcosa chc non è
La loro esistcnza è condizionata solamcntc dalla causa di cui nrai salito a cuore d'uomo".'
sono enÌanazione. LEsserc Necessario (la catrsa) pernranc da Non è difficilc intuire che il piacere ricavato dall'uso dci
semprc. Il mondo delle Intelligcnze, che è immunc cla ogni scnsi dipende dal loro grado di perfczione; allora conlpren-
condizione - se no1.ì l)io stesso - permane in Suo nonlc. derai chc, fra i piaceri dell'intelletto e dei sensi, v'è il nredesi-
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mo rapporto che intercorre fra quel che percepiscc l'intellet- gli correrà inr-ranzi c alla destra" (66,tì). Allcggcriti dcl far-
to e quel chc i sensi percepiscono; fra 1'Essere Necessario, il dello della carne, ad una sola voce, proclamano: "La vita ctcr-
mondo delle Intelligcnze, quello dclle Anir-ne, e il sapore dcl rra è la sola vcra vita. Oh, se soltanto lo sapesscro\." (29,6$.
cibo della terra o di tutto ciò chc è di gcncre inferiore. "(Jn virro mescolato all'acqua del'fasnim, sorgellte cr.ri be-
La pcrcezione intellettuale ['aql] è più elficacc di quella dei vono i vicinissirni a Dio" (83,27-28). Ove anche gli Angeli si
sensi, poiché questi 1lon percepiscono che I'apparcnza dclle dissetano e le animc dei beati ne gioiscono. Ogni aninra che
cose, mcr-ìtre I'intelletto ne avverte talìto le apparcnzc Izàhir, 7'exittrs separa dal corpo, prende la sua parte di lvce dalJaba-
l'essotericol quanto f invisibile Ibàtin, I'esoterico] che vi si rùt. l)i quella lucc, mutuo godimcnto traggon lc animc:
nasconde. Gli oggctti pcrccpibili dall'intelletto son innume- specchi luccnti!'Per converso, i pcccatori si lamentano della
rcvoli; non già quelli dci sensi. E fra il piacere proprio al- reciproca tcnebra; star gli uni agli altri accosto. aver in uggia
f intelletto e quello dci scnsi6 v'ò lo stcsso rapporto che in- d'essere scguiti, o ad altro innanzi...
tercorre, da una parte, fra ciò che percepiscc, chc ò pcrccpito lJna volta conlpreso che il piacere nuoce alla perfezione,
e l'atto di percezione delf intelletto; dall'altra, lra ciò che in piena coscienza si capisce che nulla è più pcrfctto dcll'Es-
percepisce, chc è percepito e I'atto di percezione dei sensi. sere Necessario. Più sublime di tutto ciò che è conosciuto, di
Se non prendianro piacere alle cose dello spirito, e l1or1 quel ch'è conosccllte; I'atto suo di corlosccrc, piùr sublimc di
soffriamo dei vizi e dell'ignoranza, significherà che 1'ebbrez- tutti gli atti dcl conoscere. Piaccrc c gioia sr-roi, piùr sublimi
za insita nel mondo della natura ci sta sopraffacendo, e dive- di tutti i piaceri e le gioie; nesslrna gioia o piacere uguaglia la
nianro insipicnti e indiffcrcnti al nostro vcro rnondo. Quan- nrisura dclla sua gioia e del suo piacere. Amore, è gioia chc
do gli aflanni che ci frastornavano cadranno, chi avrà rag- si prova, a figurarsi [tasawwor] la presenza di una cert:ì per-
€liunto la perfezione, godrà in conten.rplazione di I)io e dcl1c sona. Ardente dcsiderio, è moto dell'aninra, pcr portarc a
Realtà sacrosante - per sempre - "in un soggiorno di Verità, compinlento qucsta gioia. Il nostalgico ò colui chc, ad un
presso un re potente" (54,55). Sarà collvocato nel numcrcr tempo, ha trovato c l1ol1 ha trovato./" Quando l'arnorc ò di-
degli "Angeli più vicini a Dio" [fereshtegàn-e nroqarrab], venllto perfctto, rlon prova più dcsidcrio. Ché I'Esscrc Nc-
essere di pura luce: Intelligenza; e mcmoria di quest'oscuro cessario ò, insieme, sLlo anralrte c anlato, oggetto di suo stcs-
mondo mai più lo assillerà. so amorc, e anche di tutti gli altri esseri. Alla dolcezza che
"Se tu guarderai, tu vcdrai opulcnza e gran regno" I'Esserc Nccessario trova in Sé, la corona quella ctti attingo-
(76,2o). Con le luci della sua Gloria, I'Altissimo prcparerà no le Intelligenze arcangeliche. Esse non hatrno ardente desi-
una bevanda spirituale, così al versetto (76,2t): "ll Signorc li derio - essendo totalmente in atto - nulla resta in loro allo
disseterà con una bcvanda purissima".- Gli cletti, infine, son stato virtuale. Amore e doTcczza le Anirne sperinrentano.
liberati dallc ossessioni, per cui Natura I'animo funesta: vera ciascuna al proprio livello.1/
nlorte; affrancati dalle tenebrc, raggiungon la "Sorgcntc dcl-
la Vita",8 ove oceani di Luce li sovrastano. "Iìiccvcralllro gc-
nerosa ricompensa" (SZ,r8). Altrove è dctto: "ll lorc ltrlsore
92 93
cÀTtrolo x. trsgNSonrr;Ha r Le peIìcEZIoNI premonizionc: nrcglio sarcbbe approfondir la tesi ch'è a fbn-
damento [qà 'ida] di quel chiaro senso.
VISIONARIE. LA LUCE DI C}LORIA (XVARNAH).
Sappi cire le Animae Caelestes [c Aninrc nrotrici dei Cieli,
Nofis-e. aflàkl, han cognizionc dci loro movinrcnti c delle
conselluellze che il Moto Celeste conìporta a qLresto nìor1-
do.lr Han conoscenza, c regSolano ciò chc ncl mondo norr c\
che rtn effetto dei differenti aspetti che rivolsono i Cieli mi-
Grandi profeti come Idris, '' Abramo, Maonretto - la benc- stici futuranrente; ché, ognurla al suo, comunica il Cìran Mo-
dizione divina sia su di loro - ed altri arlcora, ebbcro corlo- to. Via via chc approdano a una tal posizione (col nroto dclla
scenza da entità spirituali, ser.rza I'aiuto di alcr-rn nlaestro." rispettiva Sfera), nc scaturisce un avverìinlento, ed cssc già
Ciò non stllpisca: vcro ò chc ogtruno cliflerisce dall'altro, coll()scono qual ne sarà l'cffctto in qucsto motrdo. I)assato
qualìto a raprdità di pensiero. V'ò chi tlon trarrcbbe alcun conoscono, e fluturo, non mer)o bene di qr-rel che oggi sctuc;
profitto dalla meditazione prolunPata - gli stupidi - che non nonché le cause d'ogni accadimento. Lc nostrc aninre, nou
han capacità d'intendere. Altri, set.rza l'aiuto di alcuno, per sorr divisc dalle Animae Cdelestes: d'ostacolo, i lcganri che ci
rapidità di pensicro, deducorro da ccrti qr-rc'siti urr gran rlu- urriscorro ai nostri rrnrani scnsi.
nrcro di cognizioni. Si arnnlette, dturquc, vi sia chi possiede IJcnché, ncl sonno, i sensi non interferiscano, I'lnrnragi-
capacità speculativa talc da raggiungerc ill brevc conoscenzc nazione attiva tiene ancora I'aninra occllpata. Quando atrchc
che, ad altri, ancora restallo velate. questo cor.rdizionamento si allenta, come accade a ccrtuni
Ben si cor-nprende, allora, chc i profeti csercititro poteri durante il sonno, agli cpilettici, agli ipocondriaci,/'o r chi
straordirrari, quali produrre terremoti, vaticinarc eclissi, possicdc un'anima sì fortc da non subir passivanrente 1'os-
guarìr n-ralati, sottonettcr 1e bestie fcroci, trovar udicnza sessione dei sensi, come nel caso dei proleti e degli Anrici cli
presso gli uccelli; quant'ò vero che i corpi obbediscono alle Dio [Awliyà], chc si apron la via con gli cscrcizi spirituali, sì
arrinre, e la matcria cosmica Inl-rddat-c 'alarn] tllc Animac che la loro aninra si trovi in perfetta corrispondcnza con le
Caelestcs. Non setrti come il corpo s'infian.rnra, quanclo av- Anitnac Caelestes, o di certi preti-proleti,/" la cr.ri dcbolc co-
verte il corruccio dell'aninra? Lc cosc ir-nruagirlarie harlno, stituzionc Iìsica pcrnrcttc l'afficvolir dci scnsi, o c()r1lL- qrìrll-
anch'essc, trna loro ittfluenza, taut'è vero che alcttrri, il.r sc- do si spingono i bambini a contcnrplar la superficie dell'ac-
guito a ciò che rappresenta loro la farltasia' si lascian cadcre qua o Lul oggetto nero-brillante - dontrc e lancitrlli sotro i piùr
da urra grande :.ltezza'. Poiché ò così, non ti stupire se trcl ca- idonei a questa pratica, ché il loro intelletto razionalc c\ n.rcrrcl
so di alcuno. la cui atrima è investit:l dcll:r luce clcll'Esscre di- dominantc chc ncgli uomini - cbburc, in ognuno di questi
vino e I'Alto Pléroma - luce ch'è elisir di sapcre e poterc - la casi si ottiene la liberazione dai leganri con l'organisnro fisi-
nlateria sia a lui sottonlcssa c, per la ltlcc chc ne irradia l'arri- co. Ove le anirne, come in ur-ro spccchio - deserto ornrai
nra, la sua parola udita nel l)léronra suprenlo, l'appello es:ru- d'ogni altra irnrnasinc - da altro spccchio postovi di frontc
dito in tutta la rnisttra del possibile. Ecl ccco, or ora, della accolgono I'irnpronta dcllc Animae Catlcstt,s.
91 9t
Se la pcrcezione Imoshahadat] dclle fornie irnnrateriali è sponde." Quando I'anima riceve l'impronta di una rcaltà so-
loro possibile - conrc bcn sai da altra parte - ò, pcrché' qual- vrascnsibile, può accader chc questa rapidanlente s[unli; op-
siasi forma si nrar-rifcsti nel scttsorluru, vi è vcduta e corltern-
purc, sia come Luce che si lcvi a C)ricnte [ishràq] sull'lmma-
plata direttantente 't (qualunque ne sia la provelrictlza, sellso-
girrrri,rrr. attiva; ed una forma chc lc corrispondc, pcr di 1à si
riale o intcllettiva), c l'imnraginazione rapprcsclltativa nc ri- comunichi al sensorium,rs che ne avrà allora percezionc diret-
cevc f imm.agincls sì come specchio da altro specchio. L)ue ta e visionaria. Può darsi che I'aninra percepisca fonna di
son lc cosc che possono impedire all'lmmaginazione attiva gran bellczza, la cui favella non le sia da meno; o intenda vo-
di proiettare imnragit'ri nel serlsorilrtrt: quando f irltellctto la ie, o l.gg" ul1 testo scritto, sì che l'lm,ragi.razio,e attiva li-
ticne interanretlte occltpata nel corso della nreditaziotle, " e beri tutto crò e lo trasponga in qualcosa di analogo o contra-
quando i sensi estcrni itrgonrbrarlo il srll-soritrlt, con proiezio- rio. Sc accade in sogno, vi sarà bisogno d'intcrpretazione
ni loro (impcdendogli d'accoglicre intmagini dcll'Intelletti- [ta'bir]; duratrtc la vcglia, di un'ernrcneutica dei sinrboli Ita'
\
va/. ll) will.re
La parola "sonno" [Khwàb] dcsigna uno stato in cui lc>
Quando uno dei duc ostacoli rcceclc, come accadc per i
sensi durante il sonno, o nel caso di ccrtc infermità che inde-
spirito Irùh] si ritira dall'esrcriore lzihir,1'essotericol alf in-
boliscono gli organi vitali,rr e I'aninra c\ attratta dalla partc teriore fbàtin, l'csotericol. Sul fcdcle - la cui Immaginazionc
rnalata e le sue er.rcrgie reciprocanretrtc si cotltrrstJllo, trasci-
attiva perscgua assidua nreditazion e del MalakrTr'0 - il quale
nata da un flusso di cnergia, l'atrima ritrutlcia al flusso cotr- ,i ,rt.rg, dal piacere dci scnsi e della tavola, linritandosi al
trario: ov'è inclitrc al dcsidcrio, ritrttncia alla coller:r' e vice- puro bisogno, c assolva al contpito delle .traziotri llotturllL'e
versa; ovc ai sensi estcrni, ai scnsi interr-ri, e vicevcrsa; iu en-
dclla veglia, e legga frequcnten.rcntc il testo della Rivelazio-
ne divina, e si cintcnti a spiritualizzarc [taltrf] l',altima in sot-
tranrbi i casi: sc l'anima, irt scgttito a qualchc infcrrnità, e\ co-
strctta a venirc itt aiuto alla natura, opptlreÌ nel sontro, qual1- tili riflessioni, la curi cot-r musiche e canti, sia ammesso al co-
d'cssa riposa, l'lntnraginazione Attiva dornina i sensi c libc-
spetto del Suprenlo Pléroma, ebbcne, su di lui sorgeran Lu-
ramente fornra immagini t'rcl sertsttriunr'rr Epilettici e ipocon- ci: lampo che estasia [khàtif, ék-stasrs] una all'altra seguell-
driacirj uedono, ad occhi chiusi o apcrti; il che vuol dire che 1a do, per poi scomparire. Evctlto prodigioso che rapisce l'ani-
visione atticlte ad una causa itrtertta. Gcni e dèrnoni solì tra ma, oltre la soglia del Mistero ['à1an-r-e ghaybl'
quelle fornrc che I'Immaginaziotle attiva} ;tttualizza' Conti-
Nel setlsorittru cotrfluisce luce splcndetttc piÙr del sole' cd
puanlepte tyt uiaOgio da ula visiole all'altra, essa è ilstabilc; Lrna gran dolcezza I'accompagna. Luce che diviene poco a
ché, se così trott fosse, non potrenlnìo scguirc il corso dei po.o, p". lc aninrc, un habitus;rl sì da incontrarla quando lo
nostri pcnsieri.rt desiderino, e pcr suo tnezzo clevarsi. Irradiazione santissi-
Essa imitat6 (in inrnragini corrispondenti) 1e caratteristiche
ma, non fornra intellettiva " o conoscenza' Essa giungc dal
pcculiari di ciascutto, e di ciò chc I'atrima perccpiscc' (Jn nrondo sovrascnsibilc, c gli esseri di puro cuorc lle riccvon
tenlpcranrcnto sanguigno, con itnpressioni rossastre; i1 parte secondo il merito. Notr vi e\ assoltttamclìtc liniitc, per
fletnt.natico, colt ltevc, pioggia ed altro ancora chc gli corri- intensità, alle Luci di I)io c dcllc Intcllieenze arcangc:liche.
97
9A
Le auirne sante le contcmplano, nell'altro mondo, pitì mani-
feste ed evidcnti di ciò che ai sensi è dato percepirc.
La luce degli esseri imrnateriali non è cosa che si aggiunga
a loro cssenza Imàhiyat]. Essi son sé stessi, nel loro cssere:
Luci separate dalla materia, conre han detto i tcosofi mistici
Ihakinràn-e nùràni-yc ilàhi], rccando in testimonianza I'e- V. IL LIBRO DEL VERBO DEL SUFISMO
spcrienza visionaria.
A chi conoscc la divina saggczza [hikrnat, la thcosophia],
c persevera ncll'atto di grazia, e accudisce al servizio divino
dclla Lucc dellc Luci, " è dara Lucc di Gloria (Khorrah-ye
kayàni, Xvarnah), conferito splendore lurninoso (Farr-c nh-
rani].'r La divina lolgorazione 1o rivcste cli un nrar-rto regale;
egli divien naturalc guida del mor.rdo; l'Aiuto Celestc 1o con-
durrà alla vittoria. La sua parola, è inresa ncl più alto dei
Cieli; i sogni, ispirati a verità.
Qui finiscc 1l Libro dcl Rag.qio di Luce.
ts
CAPITOLO III. DELL'ANIMA PENSANTE COME VERBO. presso il mio Signorc, egli mi nutrc e mi disseta".a E al mo-
mento della nrorte, due parole appena: "L'amico suprc-
[...]ll soggctto che in tc pensa c conrprendc [al-'àqill, non ò mo".'t S'interrogò un sufi: "Chi è un sufi?", e la risposta fu:
comnìensurabile; di lui, i filosofì dicono "aninra pensante" "Chi sta in compagnia del Signore, al di fuori di ogni luo-
[nafs nàtiqa], c i sufi "spirito" [rùhl, "scgreto" [sirr],, "Ve.- go". I)iJonayd, sulla lìealtà divina: "LJn canto si fece inten-
bo" fkalima], o "cuorc" [qalbl. Lo si spiega conrL- cssenza dcre al mio cuorc, ed io canto all'unisono con lui. Noi siam
[dhàt]; non è un corpo, o di natura corporca; né ha bisogno dovunque egli ò, egli è dovunque noi siamo". Abù Talib
di substrato per sopravviverc; si conosce c dispor-re, in tutto Makki, a proposito di Hasan ibn Sàlim,6 suo nlaeìstro: "Da
e pcr tutto, di ciò che lo incarna. Né csiste anteriornrente al
lui, ogrri fisico doue si cra ritirato". E dcl profeta: "spinse
corpo;r se preesistcsse, avremmo molteplicità di Verbi e l'occhio fuori del dove" .7 Impossibile a Lrn corpo, situato nel-
nulla che li difTcrenzi, poiché non v'ò disccrrrinrcnto - azio- lo spazio, aflrancarsi dal doue, o "ch'cgli spinga l'occhio fuor
ni, impressioni, conoscenzc - prirna chc il corpo sia costitui- del dove". Dice Haltàj: "La nria csserìza si chiarisce doue non
to.i Tutti i verbi formcrebbcro una sola c medcsirna specie. v'è più doye".8 E Abù Yazid Bastami: "Ho cercato la mia cs-
Ora, ciò ch'è inerente ad una cssenza, lo è a tuttc della stessa senza [dhàti, il mio me sresso] nei due mondi
specic; ovc f insieme comporrebbc un'unica e medcsirrra co- fastralc cd clc-
mentarel; ma non I'ho trovata".e E ancora Hallà-j: "ll calcolo
sa irrdifferenziata. Se i Verbi fossero un solo Verbo, che go-
dell'Unico è che I'Unico lo faccia (Jno";/0 dovcndo, poi, il-
vernasse I'insicme dci corpi, ciò costituirebbc un'cgoità [anà
lustrare un sufi: "Egli è di essenza monadica; né recipiens, rté
'iya, Soggetto unicol; tanto che ognun conoscerebbe quel receptus". Ogni corpo è divisibile, con1e, del resto, le sue
chc I'altro idcr-rticamente ha conosciuto. Così conle ogllcìtto modalità. Indivisibile è 1'LJr-ro. Molti ragionamenti di questo
di desiderio sarcbbe Lrno e medesimo pcr tutti. Se rcaltà dcl genere son attribuiti ad Abù Yazrdl/ e ai sufi.
Verbo si dividessc, dopo ch'ò stata una, bcn avrebbc a chc
far con la materia.
Fra le testimonianze sulla natura incorporea dcl Vcrbo, i CAPIToI-O IV. DELLO SPIRITO VITALE, COME LEGAME
versetti coranici: "Ma tu, anima del fcdele, ritorna al tuo Si-
}.RA IL VERBO E IL CORPO.
gnorc molto soddisfatta, molto soddisfatta" (89,27); "Sal-
gon vcrso lui gli Angeli e 1o Spirito" (7o,4); "In un soggior- Il Verbo [Anima pensantel cì in rapporto sia col mondo sa-
no di Verità, prcsso un re potenre" (S+,SS); "Il loro saluto sa- crosanto che con il corpo [...1.,,
rà; Paccl" (ro,ro); "Verso di lui il Ritorno" (j,r8; 40,3); Nell'essere vivente vi ò un corpo sottile, di natura calda,
"Verso il Signore suo, quel giorno, sarà spintol" (75,3o); "ln
che proviene dalla parte sottile nclla complessionc dcgli u-
quel giorno tornerai al tuo Signore" (lS,tz); "E poi si av- mori. Il principio che gli dà origine è il cuore. I filosofi lo
vicinò, e poi discesc" (j3,8). Com'è pcnsabilc che un essere chiamano pneitma Irùh, spirito]./j Egli è supporro di tuttc le
materiale incontri il Signorc e gli stia dapprcsso? facoltà, mediatore fra Verbo e corpo. può accader che un
Fra i testimoni della tradizione, il Profeta: "Passo la nottc
membro muoia, e il Verbo continui a disporre del resto del
100
un
corpo: ur1 ostacolo ha impedito allo spirito uitale di fluirvi. Il proccdcre direttarnente da Dio. Sua prinra, nccessaria cnra-
pneiìma è diverso dallo Spirito IRhhl, che si trova al cospetto nazione, è un'Esscnza intellettiva monadica [jawhar 'aqli
dell'Altissinio, di cui'o è dctto: "Quando lo avrò plasmato wahdànr, la Prima Intelligenza, 'Aql awwal], I'lnrperativo
ben bene c gli avrò insufflato il nrio Spirito" (r5,29) e "Il iniziale.r8 LAltissimo, di lei: "Nostro impcrativo c) un (Ver-
Cristo, Gesù figlio di Maria, è profeta di Dio; suo Verbo, aÉ bo) unico, sin-rile a un batter di ciglia" (S+, So)
fidato a Maria" (+,ryt).
102 t0l
(]APIToLO IX: DELLO SPIRITO SANTO,
lei si avesse, un tal sostegno non si addice a cosa che perpe-
e
tuità necessaria avvia: ovvcro il moto della Sfera stessa. I1 fi- crrl È l'RNcELo pARTrcor-ARE DEL cRrsr().
ne che persegue non può cssere un che di parziale; sennò: 1o
afferri oppur se ne disperi, in entrambe le ipotesi si arresta' lJna volta stabilita l'csistenza di cntità scparatc dalla rnateria
(le Intelligenze, i Cherubini), oggetti d'arnore [rna' shrìqat]
È, l, Sfcrr, qualcosa di totalc: ha in sé volontà, conoscenza,
delle Animae Caelestes, non si saprebbe concepire pluralità
vERBo rENSANTE [Kalima natiqa, Anima Caelcstis]r1. Suo
movimento ha pcr finc il simigliare a oggetto di suo amore degli Uni e delle Altre, irr-u'nediatanrente a partir dal Prirncr
Essere.la [Jna sola Intelligenza provierre pcr proccssionc nc-
[ma'shùql.
cessaria dal Primo Esserc. Così purc, lc Animac Cacle-s/c-i non
Ma le Animae Caelestes non possoll essere oggetto di arno-
son necessitate d'essere da un essere unico; ché ciascur.ra ha il
re, le une per le altre; o i loro n-rovimenti sarcbbero uguali.
suo oggctto d'amorc, causa stcssa da cui crÌr:ìna. Bisogna,
Oggetto d'amore non può essere utr solo e medesimo per
dunqr.re, che le Intelligenze procedano u1la pcr una, l'una
tutte; o i Moti Celesti si rassomiglierebbero. Ciascuna ha il
suo - causa prossima da cui emana - e di sua luce estasia.
dall'altra, ir-r serie gerarchica.
Presso ogni Interlligcnza, non vi son altre "dinrensioni"
Amor loro rispettivo, un'essenza it-rteranlente separata dal
del concepirsi che le tre seguenti: essa è fatt.r csistcrc rlcccssa-
mondo corporco: cHERUBINO[Karùbiyùn]" h" nolne. I
riamcnte dal Primo Essere; è in rapporto col1 h.ri; in sc<, nclla
Cherubini, ognuno alla propria Anima, irradiano bagliorc
di una luce che sorge a Oriente [ishràq] di quclla e la colman
propria csscrlza, potrebbc-nor1-csst: re Irrrornkin ]. Illtrìnto
di delizic che più non hanno fine. che comprende il sllo rapporto col Prinro Esscrc, produce
Ma oggetto d'amorc, comune alle Animae Caelestes' è 11 l'esistenza ncccssaria di Altro, ch'è la scconcla hrtelligenza.
Primo Esscre. Per ciò i loro Moti si somiglian: ognuno è cir- Nell'aver cognizione della propria quiddità, r'reccssita l'csi-
stcnza di un'Aninta Caelestis. E nrentrc intende il 5ss'r potcr-
colare. Così, le Sfere Celcsti girano, in un Moto percnne ed
non-essere, dor.ra esistenza a Lrn Cielo (il Prin'ro, o nona Sfe-
estatico. Bisogna, anche, che il loro corpo sia a forma di sfe-
ra, a partir dalla Terra).?5 Nove 1e Sfere Celesti, novc i Prin-
ra; ché se quei Cieli persistesscro in un dctertniuato silus, in
cìpi intcllcttivi dci quali sono cmanazionc. Dalla nona Intcl-
potenza i restanti rimarrcbbero. Ora, non è possibilc a tutti i
ligenza procede un nono Cielo, la Slcra dclla Ltrna; di c1ui, il
silus essere rcaltzzati all'unisono. Anche passando ininterrot-
tamente da un silrzs all'altro, immagine mantcl.lgon di qual-
rnondo degli Elenrcnti. Chc bencficia dci nroti dellc altrc
Sfère; e fan, quei Moti, acquisir agli Elcrncnti attitudiui c
cosa che un rinnovar perpctuo rinttova.
Così, i mondi son in numero di tre : t) Jabarùt, o dell'lntel-
stati di preparazione diversi; sì che ognuuo varianrcntc co-
ligenza ['Aql:Noùs); z) Mdlakut,2s o dell'Anima c del Ver-
glie le altc perfczioni chc elargiscc Clolui che Sublinre L)ona
bo [median ol; I Molk, mondo materialc visibile, che obbe- lc Forrnc.
disce all'Anima, che obbedisce all'Intclligenza, che obbedi-
Egli c\ la dccima Intclligcnza, quella che i fi1osofi chian'ra-
sce al suo Principio [Mobdi].
no rNrEr-r-rcìENZA AGENTE ['Aql 1à" àll, sprRrlo saNro Ilìhl"r
al-Qocls].ro Da Lui erlìanallo le nostre aninre,r'ò lui che le af-
104
10,
fina. Come il Sole è luce pcr gli occhi, così lo Spirito pcr lc dclle Slere cclesti [Kalinràt Allàh, Animae Caelestcsl cìorro-
Aninre.ls Lui, chc annunciò a Maria: "lo sono il mcsso del scorlo le cotrsegucnzc dei loro tnovinrcnti, passati c avveni-
tr-ro Signore per darti un birnbo puro" (r 9, r 8), c\ I'Angelo (o re. Ora, Irott v'c\ altro vclt> fr:r le Aninlc Ll111allLì lKalitlràti-
signorc) particolare del Cristo [Rabb nù' al-Masi]r].r' nàl c le Arrhnat'Caeleslcs, se non il ccppo che unisce le prinrc
all'csserc fisico chc le ir.rcarna. Qualchc volt:r, gf inrpecli-
nrenti risr.rltarrti da qucl leganre s'indcboliscono: durante il
CAPIT()LO XIV. OGNI VEITBO IN QUESTO M()ND() IIA UN IltLlS. sollno, ncl corso di nralattic chc debilitatro i scrrsi. o pcr
rttezz() di esercizi spirituali che liberan le lacoltà intcriori, at-
V'c\ chi ha il potere - e il taunraturgo
attcsta - di raccorciarc tìevolendo la phintasis,r'pcrturbatricc perpctua di clgni f<rrza
l'orbita di un astro, corlrc lar sccndcr castighi dal ciclo, cader spirituale. LAnirna ricevc, allora, I'inrprontr di Ììealtà sa-
a pioggia. Ne sono artefici "i fratelli dcll'anacoresi spiritua- CrOSalltc; sì cla ra11giungerc in ltotftlrlliì iìSCcSiì il nrorlclo clcl-
le".r0 Se è difficilc prcstarvi fcdc, sappi, tuttavia, chc i corpi 1'lma,qinatio L,t'ra,'1 di cui spesso il -scttsoririrr è lo specchio. Ec1
obbediscono al Vcrbo di l)io [Kalinrat Allàhl, auche senza ccco chc in sogrro, o alla veglia, il verbo visiortrrio colìtellì-
un colltatto tnateriale. Così puoi collstatarc, perfin nel gc-lo, pla forme di assoluta bellezza, o intelldc ttr.r parlarc ordirlato,
che il volto tuo cgr-ralnrclltc avvalnpa, pcìr lo sdegno del- in una scansione antnrirevolc, oppure visualtneltlte la forr.rra
l'ar.rinra. C)sscrva, ora, f influenza dcll'irnnraginario ["]- di rtn rtronclo Lontano gli apparc. Sc I'cstcnuazionc dei scnsi
awhàr-nl:1o spavento, può far cadcrc u1l uoll.ro da utr murcr t\ possibilc, 11o11 1o è 1'artttielltanlcllto. Cotnc al versctto
clevato di spessorc strctto. Quando la sagacità dcl Verbo 42,51'. "E che ha n.rai l'essere Llnl:ìl1o da prcterldcre chc il Dio
lAnimal è perfetta, o riceva un aiuto dal nrondo sacrosalìto, con lui conversi? Nort 1o la sc uon per rivclazionc o dictro a
non ti stupire chc 1a tua forza aumeuti,'1 a tal pur-rto chc vada un velo, o coll f inviar un Messaegero". Fitrtarlto chc l'r-to-
per I'irrnarrzi, comc sc fosse l'Anima del Mondo . Lt percczio- n1o resta in questo nrttndo, noll cessall le sugucstioni di Sa-
rre di conoscenzc, al di 1à di ogni itrsegnalìlcìllto inrpartito dal tana; cli cui, pcrò, 1'Altissirno 1'l-ra reso nlaestro. La facoltà
nlaestro, non ha proprio clelf inverosirnilc. Nou fosse altro, cstirr.rativa lu'ahnr] ''' c\ IBLIS chc tton s'ir-rchitllt dirlatlzi al
osserva la diffcrcnza che v'è fra gli individui, per capacità cli Verbo di Dio, nlentrc gli Arrgcli - facoltà dell'Anima - si
pcnsicro. L'inrbecille non trarrà alcun profitto dalla nrcdita- son tutti inginocchiati. "Si prostrarono tutti, traltlle lblis,
zionc; chi pensa, invece, saprà immaginare ogni ipotcsi chc che rifiutò pier-ro d'orgoglio. E divenne irrfcdele" (z'3a). Co-
il problcma invoca. Non v'è limitc, dinanzi al quale occorrc- sicché 1e rcaltà spirituali che l'intclletto arìrnleìttc, Iblis - la
rà Grmarsi. Così è possibilc chc uu Verbo IAnima unranal, lacoltà cstimativa - le nega. Firro al giorno dclla Rcsurrezicl-
di natura potclltc c pcrfetta, per vicinanza al suo Principicr rrc, egli è "nel nulncro di quci rimasti indietro" (l,,+)."'
fl'lntelligenza, Spirito Santo, da cui proccdcl, in brevissil.no Quanclo I'ttomo sortirà dalla tomba, la proroua concessagli
tempo percepisca lìcaltà secrosante, comc al versetto 53,,5-6: scaclrà. l)el Proleta, infinc: "Ncssuuo di voi chc rlorr abbia
"(L'Angelo), il Potcnte, il Forte, gliel'ha iusegnato".rl un clc\ntotrc" Ishaytàrt, un Satana].r'
La premonizione non è irrvcrosinrile, ché i Vcrbi divini Clonrc l'irnmaginazione rapprcsentativari accoglic lc lor-
106 107
mc percepite dal sorsorium, di questa facoltà s'impaclronisccr CAPITOLO XXI. SUI MAZDEI.
I'lnrmagirrazione artiva. Ciò accade quando si attenua I'atti-
vità dei sensi csterni, che ticne occupato il scru-soi,ittm, e l.l- I Mazdei [Majùsiya, discepoli dei Magil si sbagliano, quan-
l'aninta inipcdiscc d'impiegare I'Lnnraginazionc attiva nel do affermano che Dio ha un ugualc [sharikl; ché non posso-
corso della mcditazione. r'Gcni ed altri csseri, allora, clivcn- no esser due, gli Esseri Necessari. Quanto all'opinionc di
gor-r finalnrcnte visibili! Lo stesso, sc il visionario chiude gli
certur-ri, secondo cui in Dio accadde qualcosa che rese neccs-
occhi; ché la visione ha luogo pcr causa inreriore. saria l'esistcnza dcl Male,4a per tLrtto quel che abbiamo prima
enunciato, dovremo ricominciar il ragionameuto da "qllesto
qualcosa che accadde in L)io", poiché il Creatore è inrmnta-
(]APITOLO XIX. SUI CIìISTIANI. bile; né vi possono essere in Lui dur dimensioni - attiva I'u-
ua, passiva 1'altra - tali chc 1a sua csscnza comporti una plu-
[Jna volta sapllto che l'Altissinro non è costituito di un se- ralità interna.
condo esscre, si cupisce cor.nc i Cristiani si sbaglino, ncll'as- Ciò che li indussc in errore, è la "dirnensione" del potcr-
serir chc Dio ha un lìglio. Nei loro libri, il ternrinc ',padre,, non-essere [inrkan], già inercntc al Prirno Iil Protoktisros]a'
Ial-Ab], e\ usato ncl senso di Pnncipio originale IMobcii,], che l)io creò: la nergatività che implica il poter-nolr-csseìre
ovvero! pcr designare I'Esserc Neccssario. Lo Spirito Sant<r (pur essendo), così comc il non-essere tout ctturt f 'adam, l'as-
[Rhh al-Qods], sai bcnissinro cl-ri si:r.r0 euanto al Vcrbo, senza dcll'cssere]:le due origini del Malc, scnza che il Male
cgli ò figlio dello Sprrito Sanro,r/ rrel serrso clcl lignaggio; abbia di per sé I'essere. Il Male è negatività, non-esscrc di una
nolì colrìe lo intcnc'lono i Cristiani.rr perfezior.re, poiché 1'atto d'csscrc di una cosa non annulla
niente di un'altra, né le è nocivo. Ed è tenuto in conto di nra-
le, ciò di cui abbiam or ora dctto (il non-essere immanente al-
C]APII'OLO XX. SUGLI EBIìEI. l'esserc chc non ha I'essere di per sé). Quanto ai corpi, non è
possibile concepirnc l'esistenza, disgiur-rta da un nrale lcggc-
Gli Ebrei si sbagliano, quando ritìutarìo l'abrogazionc fdclla ro, pcraltro inferiore alla loro utilità. I1 fuoco, ad esempio,
Torah] perché, a loro avviso, ciò significhercbbe pentin.ren- che dal proccdere dei Moti Celesti bruccrà, forsc, il vestito di
to da partc di Dio. Sc mutan'rcnti avverlgorr ncllc cose, nolÌ un povero. Ma non è possibilc clic il fuoco sia costituito altri-
presso Dio; ne consegue chc l'()rclinc [amrl suo è imnrutabi- menti, e così la Sfera celeste. Inevitabilmcntc. dal fuoco e dal
lc. Il nrondo carnbia; rna se ciò non conlporta alterazionc al- movimento della Sfera scaturirann o co llse€Juenze;?t' ma corne
cuna ncl Principio IMobdi'], anchc il variare cli Leggi non rinunziarvi, per paura di un malc lcggcro, se a ur1 sirnile ab-
postula rnutanrenro in Dio. Osni niodifica della Legge cor- bandono deve poi seguirc un danno rnaggiore? Ciò ineriscc
risponde a un carnbiamcnto dcgli uonrir-ri.r, alla "dimensione" del potcr-non-csscÌrc, apparsa col Primo
Essere. Ora, non è possibile abolire qucl chc, cssendo ineren-
te, appartiene per cssenza alle quiddità.
108 lris
(IAPI'|OLO XXII. DEL CRANDE PROC;IIT'I() srìtto I3,13;t'ec'l attcora l'Altissinro dice di sé: "E h'ri cl-rc ha
RE AL,IZZ AT O DA I-I-,A UTORE. fatro scerrdcrTa sakum ncgli animi dei fedcli, perché possalro
crescerc semprc pitì nella 1or f'cde" (+8,+) Qr'rancl'ò reelizza-
Presso gli antichi Pc'rsiani, csistevr Llna "colllurtit:ì i cui to7'habitrrs dclla Salerrua, la crcscita c\ agcv<>1c'
membri cran guidati dal Vero, in srazia de1 qualc praticavalr (.. ) 11 -fana, ò 1o stato dell'aninra ove persin 1:r clolcczza
l'equità" 0,rsc)j' Saggi ernincnti, da notr conlotrclere coi ch'ella prova s'cclissa, presa conr'ò dall'esserlza c1i ciò chc la
Magi [Majùs j. Praticavano Llna filosofia della Luce,]'di cui qratifica. Quando, tr.ttto quel chc è illusorio - scilzrt csscr ()g-
testim«>nia Platotte,r' c ancor pitì g1i antichi Mrtr-stri '" citc g"tt., ,1'",-rr.rrc - e\ scolllparso' lo stato nristicc-l che sorgc ha
abbiarrr fatto rivivcrc trel nostro Libro dclla 'I'eoso.fid oritntd- l)onlc car.rcellamclto Irnahw, taprsl. Filché, pcl tct>sofì> t1i-
/e.tlEcl è certo chc non ho predeccssori itr ttll'()pLìrrì c()ntc stico, non sia dcl tutto scornparsa l'attcnziorlc pcr la grrosi
qucsta.
u
f'irfinl stcsslì, nrccliocre il sno avanzanlclìto; clintenticar bi-
solllra colloscenza, nclla Gloria di Colui chc ne c\ l'oggetto'
i...; q.r"rr<.1 o 7a Saktna giunge a conlpir-nclrto. a secotlcla
(]APIToLO XXIII. DEI LAMPI 1)I I-U(]E. dellc attitudini clci mistici, aura di sé intratticne in varia stti-
sa; sì che Shcbli, "' a chi gli chicde come si palesi l'estasi
Se pcrscvcri nclla r.r.rcclitaziorrc dcl Malakttl, c titr pertsiero :rl Iu,,ajd], rispondc: "Luci che risplendon
sugli spiriti" Iar-
Signore piamentc volsi, se di un poco ridtici ci<ì chc scrvc al r,vihl, 1'unrano ternpio (il corpo, hayàkil)'- cli ttn'rttrrì cor()-
nutrinrcr.rto c le notti trascorri vcgliartdo iu conrpa[tlia dcl nano".
tuo Sigrrore,'t' l'tot-t passerà gratt tell.tpo chc clilettcvolc toltttrs (...) Donrarrdo a l)io qualcosa che rcsterà coll tc, pcr selìì-
ti coglierà: lampo che fòlgora e si dilcqua. l'}oi, il lantpo in- pre. Non parlarc prillra di avcr riflcttLlto; notr ti stupirc di
dugia, fir.ralmcntc dura, si dispicga, e itrf'ìnc ricrrtra. ciò chc può accaclerti: infinita è la potenza dello Spirito Sar.r-
to. Lcggi 11 Cttrdtrtt, conle losse scritto solo pcr te'tx S:rppi
chc un sufi riur-risce in sé tutte le fclicità raccoltc ilr questo li-
(]APITOLO XXV. DELLA SAKINA.,+ bro.
111
110
VI. LARCANGELO PURPUREO
('Aql-e Sorkh)
nli stavarlo di frontc
Gloria a Colui che dispone dei due universi. volto girato all'incontrari<>' Qucili che
Uessere di ciò che fu, csisté di sua esistenza. Lesscre c1i ciò - la schiena rivolta l1l'esterno farmi- nri tcnnero così strctto ncl
dim.enticare bcn presto
che è, csiste di sua csistenza. Lcssere di ciò chc sarà, esisterà plJ *.p" rat-nmollimellto' da
c elÌlato' E an-
di sua csistenza. if rrrt" ir.r" ciò che colà avcvo cotrosciuto
" qr-rello fossc da senr-
Egli ò il Primo e I'Ultinro, Rivelato c il Nascosto; il che ch'ero stato diverso; immagirlalrdo
tcmpo' gli occl-ri si
Veggente di tutte le cose. pr. if ,-,rio stato abituale ' Dopo un certo
che le palpebrc erano
Preghicra e Salvezza agli Inviati del Dio viventc e, corr kr- iop.i.orlo di un po" e da quellc fessure
guarclarc illtornQ' Vidi ciò chc
ro, alic altrc creature; I'Angelo discenda su Mar>nrctto, per il riuscitc a schiltdere n''i misi e
già un tempo xvevo visto' cd
Lra clcstava la mia anrurirazio-
qr"rale alla profezia fu posto il sigillo. Salute agli Eletti e ai
non si aprisscro un
Maestri di I)ottrina; che la Divina Compiacenza vegli su di ne. Notr passava glorllo chc gli occhi
trel colrtenrplar le
loro. tantino; c più intensa si faccval'et-l-tozionc
cose chc mi stavano ìntorno'
Finalurente riebbi per intero la
c:ra: io in catene' prigio-
Uno degli arnici piùr cari, nri pose un gionro il sequentc qr-rc- vista, e il mondo nri apparve qual
a nle stesso: A lunrc' di
sito: "È degli uccelli conrprcnderc il linguaggio gli r-rni clcgli niero fra i miei t""t'i"ti' E ilicevo
naso, qttando mai accadrà chc
mi si liberi da clueste q"":',::,
;ìltrli .' sì chc possa aprlr
Di certo, risposi, scnza sfotzo alcuno. pastoii o si allontanino da me i carcericri'
- I)onde ne ricavi conoscenza? insisté I'anrico. Ne trascorsc.di.tenlpo'
lc ali e in un istantc pretnclere il volo?
- Gli è chc all'origine delle Cose, quando Coltii chc do- che i miei carcerlcrl avevà-
ed ecco chc utr giorno nii avvidi
- Notr potrci tro\''ìrc
na 1a Forma vollc rendcre manifèsto il nrio cssere, lo ftce ap- no alletrtato di un poco la sorvegliatrza'o
occasione pirì propizia, pensai
fra rne e nìc' Furtivametltc
parecchiandonri in sernbiar.rzc di falconc. Or:r, nel paesc chc chc, zoppicando- fra le
mi ospitava, c'erano altri falconi; e parlavarno gli uni con gli scivolai in disparte c co,, t"le destrezza
nrie cateue, fìnii p"t gt'd"gnare
la vi:r del deserto'7 E là
altri, ci si scambiava proposte di volo; cd era ur-ur bellczza Cili arrdai ittcor.r-
zufolar risposte a ntezz'aria.2 ,l,rrri qualcuno tht uÀit'" dalla uria piìrte '
Molto bcne, disse I'amico: spiegarrri allora comc le co- troclosalut:ri,ch'crautrpiacerevcderlolcongraziaecleli-
()sservando il cc'.llorc
-
se, oggi, siano giunte a tanto. catezzzperfette, nri rcstituì il sah'rto'
il volto e la capiglia-
Ebbene, sì: un giorno Decreto c Destino, cacciatori, rosso,'il cui splenclore lìe inrpclrporava
- urr adolcscentc''
tesero la rcte della Predestinazione; i vi misero colÌìc esca ur1 tura, pt:nsai d'essere in presenza c1i
chicco di seduzione, e con ciò riuscirono a farmi prigionie- Fanciullo, gli dissi' di clovc vieni?
- Ragazzo, mi fu risposto' sei in e-rrorc se mi chiami co-
ro. Dal pacse ch'cra stato il rnio, mi condusscro in una 1on- - di l)io'/" c ttl ttri chianri
tana contrada. Le rnie palpebre furono cucite; si chiusero str sì. Io sono il Maggiore dci Figli
di me quattro specie di pastoie; a dieci carcerieri furono inca- "fanciullo"?
irrrbiatrcato come s1 c()l'lv1c-
ricati della mia custodia: cinque col volto girato verso di nre Ma allora Perché non
-
ne ai vegliardi?
e la schicna all'esterno;5 cinque, spalle a spalle con me e il
114
L'Arcat1qelo purpureo: _Bianco lo sono, in verit;ì; vcc_ monte Qàf, nostra patria, tua e mia; due: Ia Gcmma chc illu-
-
chissi.ro saggio, la cui esse.za è Luce. Ma chi ti ha preso i, mina la notte; tre; Tùba, l'Albero; qlrattro: le dodici Fabbri-
trappola, quello stcsso che ha gettato su di tc, quartro diver_ che Celesti; cinque: la Cotta in maelia di acciaio di re David;
se specie di pastoie e inviato carcerieri pcr la tua custoclia, cla sei: la Spada; sette: la Sorgcntc della Vita.
tcmpo irnmenrorabile mi ha creato, su su dal gran pozzo Io' Oh! ti prcgo, raccontami la storia di tante meravi-
dell'Oscurità. Ed ccco la ragione di questo color purpureo. -
glie!
sotto il quale haì potuto scorgermi. Ma sennò, creclinri, son IlArcangelo purpureo: E sia! Ma con ordine: il nrontc
tutto bianco, bianco e lun-rirroso. Se una cosa qualurque , di - prccede le altre. Egli s'innalza tutto intorno al mondo,
Qàf/a
colorc bianco, il cui candore- è solidale c<>n la ruce, viene a che cinge da ogni lato; infatti, undici sono le montallne rac-
mescolarsi col ,ero, ecco che appare rossegJuiante. osserva colte sotto questo nome. Ed è là chc andrai, quando ti sarai
il crcpuscolo c 1'alba: son bianchi tutt,c due, perché impa_ sbarazzato delle tue pastoie; cli li, in tempi andati, sei parti-
rentati co'la luce del sole. Ma crepuscolo e alba altri ,o1l so- to, e ognull ritorna, quando c\ tetnpo, alla sua Forma inizialc.
no che un moment<l fra due versanti: un lato vcrso il gior'o, Io: Ma conre farò a volarc così lontano?
che è candida lumi,es cenza, uno verso la ,otte. che è t-itta - L'Arcangel() purpureo: Dil'ficilc è la via. Ecco due rron-
oscurità; da qui la porpora dell'aurora e del crcspuscokr.,, -
tagne chc ti si parano dinanzi; essc fan già parte del nronte
Osserva la Luna quando sta sorgendo. Bcnché sua la luce Qàf. Una a clima caldo, I'altra a clinra freddo; e né calore né
,o, sia, è uguahne'te vestita d'un abito riluce,te, e u.a ciel- gelo conoscono rispettivarnente limite alcuno.
le sue facce è rivolta verso il giorno, nlelltrc l,altra c\ girata 1o: Ma c\ semplice. Notr mi resta chc traversare d'it-r-
alla ,otte. A,che la Luna appare di u, bel corore porpora! VCTIìO la montasua che ha il clinia caldo; l'altra, immcrsa trcl
(Jna sernplice lucer,a nlostra lo stesso ferro,rerro:
i, bass., gelr;, drlrante l'estatc.
Ia fianrrna è bianca, i, alto volge al nero fur,o; art..czz'altez- U Arcangelo purptffeo: 1)isgraziatanrcntc ti sbagli. In
za, appare rosseggiante. E quante altre analogie potrci citarc nessurlrì stagione dell'annc> il ten-rpo di laggiù migliora sia
a sostegno di questa legge! pure di un poco.'5
Io: Mio signore, donde vieni, dunquc? lo: Qual è la distanza di qui a qucllc nrontagtte?
- L'Arcan,gelo purpureo: - l',lv6angelo
Dal di là del monte eàf.,, La mia purpureo: Per quanto lontano e a lungo tu
-
dimora. E anchc il tuo nido, un tempo. Ma I'hai scordato. -
vada, non potrai che tornare al pullto di partenza, come la
* Io: Ma quale la tua missione, qui, lra di noi? sesta di Lr1ì compasso: che impieghi molto o poco a dcscrivc-
L'Aycanselo purpureo: Io sono un etcrno pelleurino. re il circolo, notr farà che girare sui propri p;rssi.
-
Senza requie viaggio intorno al monrJo e ne contcmplo 1c lo'. Forse è possibilc praticare ul1 tlurncl attravcrso lc
meraviglie. Tr -
due nrontagne e splrntar dall'altra partc. /6
Io: Quali specie di rneraviglie hai osscrvaro ,el rrostro L'Arcangelo purpu'eo: Macchél D'altronde chi possiedc
-
rnondo? -
I'Attitudinc, può superarle in un solo istantel Si tratta di vir-
L'Arcangelo purpureo: Sette, in verità; la prinra c\ il tù similc a qr-rella clel Balsamo. Sc esponi al sole il paln-ro derl-
-
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la tua n1ano, così a lungo da esserne scottato, eppoi vcrsi il I'Albero è in piena luce. Al contrario, quando si allontana
Balsamo, goccia a goccia, nel cavo, questi, gr.rzie a Lrllr sua u:ì- dall'albero Tùbà, comincerà a brillare - senrpre sia tu a guar-
turale proprietà, passa per i pori della pelle e raggiurrgc addirit- darla - c via via chc si allontatra estetrderà la sua lucc rispetto
tura il dorso della rtano. Ora, sc attui in te la virtù llatrlralc di a te . Non chc la lucc. in sé, autnenti; è che la Cìenrma l1c trat-
oltrepassarc le montagne, è in un attimo che 1o farai. 1; tiene di più, e la zona d'onrbra dinrinuisce di tanto. E così
Io: Comc rcalizzare in sé una similc virtù? via, fin quando non si trovi in opposizione con I'albero Th-
- L'Arcdnaelo purpureo: Te lo lascio interìderc c non in- ba; (ossia alla rnassinra distanza); allora la Genrtna trattienc
-
tendere; chi ha orecchi, capirà. per sé tutta la luce.r" Un'analogia tc lo larà contprendcre
Io' Quando avrò valicato le due montallne, sarà lacile mcglio. Pcrlbra da parte a parte un.r piccola sfera, lungo il
- superar
o no, le altre? suo dianrctro, e fa' passarc per qllcsto condotto url scgno di
L'Arcangelo purpureo: Facile, certo, nta a condizione di riconoscin.rcnto. Riempi una tazza d'acqua e pot'ri la sft-'ra irl
-
sapere. Alcuni restano prigionir'ri pcr selnpre fra queste duc superficicr, in modo che una tttetà sia itnmcrsa ncl liquido.
nlontagne . Altri giungono alla terza c lì dirnorano, altri alla Ora, supponiamo chc I'acqua abbia coperto a piir riprcse
quarta, altri ancora alla quinta, e così di seguito fino all'un- f intera superficie della sfera. Chi osscrva, al di sotto dclla
dicesima. Piìr il falcone è intelhgente, piìt va lontano./8 tazza, a rà notato che utra n-retà della sfcra è costallte nlelltc
Io: Ora che rni irai spiegato I'enigma del nrontc Qàf , immcrsa. Se I'osscrvatore, situato proprio al di sotto della li-
-
raccontanri, ti prego, la storia della Gemnra che illunrina la rrea mediana della tazza, gùarda progressivanletrte in dire-
notte. zione obliqua - rispctto a questa lir-rea - nor.r potrà piuì vedere
I)Arcdnpelo purpureo: La Gcmnra che illurnina la notte intcramentc l'cmisfero inrtncrso nell'acqua; eì nlall nrarlo che
-
si trova sul montc la direzionc del suo sguardo devìa dalla linca n-rediana, cesse-
Qàl; più precisamente sulla terza nlolìta-
gna, ed è per Lci chc la notte risplendc. Tuttavia, non persi- rà di vedere quclla partc di ernisfero chc uot't è più dirinrpct-
ste nel mcdcsimo stato, senza un cambianlento. La sua lucc to al punto di osscrvazione. Vcdrà invccc la partc ernersa
proviene dall'albcro Thbà. 1' Ogni volta che si trovi "in op- della sfcra. E più guarderà obliquanrentc, risalcndo verso la
posizione" con I'albcro Tùbà, rispetto alla regiorre dove sei supcrficie dell'acqua, minore sarà la parte della sfera chc ap-
situato, la Genrma apparc interamente illuminata. Quando parirà immcrsa, nrentre aumetìterà a vista d'occhio quella
non è più di faccia, ma in un punto più vicino all'albcro Tù- cmcrsa. Ma una volta stabilito a livello dell'acqua il suo pun-
bà, partc del suo disco si oscura, mentre il resto continua a to di osservazione, vedrà un ernisfero immerso c l'altro
brillare. E piìr si avvicina all'Albero, più la zona d'ombra emerso. Se poi guardassc obliquarnentc al di sopra del livcl-
ava,nza su quella luminosa; beninteso, ill rapporto alla posi- lo dell'acqua, vedrebbe una parte della sfcra semprc piir
zione che tu occupi, perché, rispctto all'albero Thbà, un grandc cd emersa; finché, passando vcrticalmente per la li-
cmisfero della Gemma rinrane costiìrltcnlcnte illuminato. nca nrediana, sarebbe in grado di apprczzare la sIòra per intc-
Quando tocca il punto più vicino all'albero Tubà, essa ti ap- ro e conrplctamente cmersa. Qr.lalcutlo obictterà circ guar-
pare cornpletamente in ombra, nlentre il lato rivolto verso darrdo al di sotto dclla tazza non vedrebbc proprio nulla: né
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acqua, né piccola sfìòra. Ma noi saremn-ro pronti a risponder- scorsi alcuni giorni, la madre - dimenticato ornrai ogni ri-
gli che, se si usassc un rccipiente di vetro o matcria ancor pitì sentimento - sentì pietà per il suo figliolino. "Vado nel dc-
trasparente: certo, chc ci si potrebbe vedere ! Ora, quando si serto, affinché sappia se gli ò sllccesso qualcosa". Arrivata
tratti della nostra tazza, e della sfera, sarà I'osservatore a gi- nel dcserto, lo ritrovò che viveva ancora; le ali spalancate
rare intorno al recipiente per guardarle. Ma quando si tratta della Sirnorgh su di lui. Quando lo sguardo di Zal irrcrociò
della Gemma che illumina la notte e dell'albcro Thba. son qr,rcllo della madre, le sorrise; poco dopo poppava prol'onda-
loro a girare intorno a lui.2' mente e in pace. Volcva riportarselo a casa, ma pensò: Fin-
Io: Chi ò, dunquc, l'albero Tubà? tanto non si sappia come Zll abbia potuto sopravviverc, sa-
- LArcangelo purpureo: Tùbà è un albcro inrnrenso. rà bcne lasciar lc cose come stanno. Rimise Zal dove I'aveva
-
Chiunque vada per il Paradiso, se nc dclizia. In seno alle un- trovato - sotto I'ala dclla Simorgh - e si nascose nelle vici-
dici montagnc, vc n'è una che 1o racchiudc. rr nanzc. Quando discese la notte, Simorgh volò via lontano,
Io: E quali frutti porta? nìa una gazzelTa si fece dappresso al giaciglio di Zà1 e av-
- LArcangclo purpurco: Ogni lrutto che vedi in qucstcr vicinò le rnanrmelle allc labbra del bimbo. Quand'egli cbbe
-
mondo pende ugualmente dai suoi rarrri. Senza di lui non succhiato ben bcnc, la bestiola gli si addormentò vicino, irr
esisterebbe né pianta né fiorc. modo che Zal fosse prcscrvato da ogni pericolo. A1 rnattirlo
Io: Frutta, albcri, fiori: che cosa 1i lcga a qr-rcst'albero? la madre si alzò, allontanò 7a gazzella, prese in braccio suo fi-
- llArcangelo purpureo: Sinrorgh, I'LJccello, ha il suo ni- glio e lo ricondusse a casa.
do- in cima all'albcro Thbà. Quand'è l'aurora, abbaudona Io'. Qual è il segreto chc nascor-rde il tuo racconto?
I'altissimo ranìo e dispiega le ali sLrlla Terra. E i frutti ap- - LArcangelo purpuret): Io stesso ho itrterrogato la Si-
paiono sugli alberi e la Terra non è avara di senrenti,r'pcr lo
-
morgh, ed ccco quale nc fu la risposta. "Zi| è venuto al
stormire benefico delle suc ali. mondo sotto 1o sguardo di Tùbà. E non abbiamo pern.ìcsso
Io: Ho inteso narrare che fu la Simorgh a elevare Zll; c che morisse. Chi abbandonò il cerbiatto nclle n.rani dcl cac-
-
con l'aiuto di lei, Rostam uccisc Esfandyàr.?a ciatore, nrise pure pietà per 211 nel cuorc della gtzzella sua
L'Arcan,gelo purpureo: È così. madre, ché si prendesse cura di lui e 1o allattassc. Durante il
- Io'. I)àil racconta conle avvenne. giorno, io stesso lo tcncvo sotto I'ala,r't bcn riparato".
- L'Arcdn,gelo purpurco:
Quando dal scno matcrno Zal I()' E le avventure di Rostam ed Esfandyàr?
-
venne al mondo, il colore dei suoi capclli era bianchissimo;
- L'Arcdngelo purpureo: Presto dctto. Rostam non
era
come anche il volto. Suo padrc, Sàm, ordinò chc lo si ab-
-
stato abbastanza forte per vincere Esfandyar, e la stanchczza
bandonasse nel deserto. La rnadrc, uguahnettte afflitta d'a- s'cra inrpossessata di lui. Suo padre, Zal, proruppe in sup-
ver generato un figlio dall'aspctto così repellente, dicdc con- pliche dinanzi alla Simorgh. Ora devi saperc che la Simorgh
senso a quell'ordine. Zil fu nlesso a giacere ncl dcscrto. Era possicde una virtù particolarc; sc le si para dinanzi ur-ra spera,
inverno e faceva un gran freddo. Nessuno loutananretrte o una superficie tirata a lucido, chiunque vi si specchi è colto
s'immaginava che il fanciullo potesse sopravvivcre. Tra- da capogiro . Zal fece costruire ùna corf,,zza di ft:rro, la cui
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supcrficie, strofirl.ìta ., ristrofinata, nlandava la,rpi
cra acce- in nrodo chc al di sotto delle prime dodici Fabbriche nc ap-
care; e'e rivcstì Rostarrr. GIi nrise in c-apo u, clrrr.
parinrcrr- parisse una nuova, e qui il nostro rc pose uu Maestro
ti rilucentc, e sr'rl cavalro seila e gtrardrappa fur.no or,ate da
piccoli frar,merti di specchro i.casto,ati. hivitò ailora Iostadl. Egli fu nrcsso a capo di un'opera, che consisteva nel
R.- far sorgcre sotto questa printa fabbrica un'altra attcorl. Ivi
stanr a prenderc posizionc in ntezzo ell'arcna, proprio
di pose in attività un secondo Maestro, in rlodo che sotto la se-
fronte alla Sinrorgh. Esfandyàr, per incrociare lc arnri.
clo_ conda Fabbrica ne sorgesse un'altra, giusto affidata a Lur ter-
ve'a i,evitabilmeritc v,rir di fro,te a Rostam.
etra.clo i zo Maestro; e così di secuito, tino al rìLlnrero di Sctte. Fu al-
due furo, vici,i, i raggi della Sirnorgh colpiro,o l,
c,,..r2. lora che a ciascuno degli Alunni, ripartiti nellc dodici Case,
di Roscanr e i piccoli specchi della seila, per poi ritl*te'rsi
,c- diedc una vestc d'onorc. Anche il prinro Maestro ebbe dal
gli occhi di Esfandyàr; chc' ne fu tal,rentc abbacirarc>, da
Rc una veste d'onr)re. e a lui furono aftidate due Fabbriche
.o, vedcr prir-ì nessu,o a u. palnro cli ,aso. Inrnragirò c crc-
celesti tra le dodici superiori. Al secondo Macstro diede
dctte d'esscre staro ferito aglr occhi, che< aveva ,pp"r.,^
i,tr:r_ rugualnrcnte Lllìa vcstc d'onorc e due dclle doclici Fabbriche .
visto due punte .ìcurninate cclissargli la vista. Cadcjc
da ca_ Al terzo Maestro lo stesso. Al quarto Maestro fu confcrita
vallo e perì prcr le armi di lìostanr. Vien c.la perìsarc
chc le urìa veste d'onore: la pitì bella di tuttc; lìla Iìon ebbe che unl
due punte della frcccia, in legno d'Elio, di cui parra
ra lcg- sola Fabbrica, e gli fu ordir-rato di vigilarc sulle restanti. Al
genda, altro non l.ossero chc le ali della Sinrorgh.-,,
quirlto e scsto Maestro fèce il nrcdesinto dono del Secotrcict c
Io Credi tu chc ,effu,iverso intcro sia esistita rìrìa so-
-
la Srnrorgh?
del Terzo. Quando vcnne la volta del Settinro, de1lc dodici
Fabbriche Celesti norl Iìc restava che utta. E fu sua; Ina al-
- _L'Arcan.qelo purpureo: No, è colui che non sa a pensarlrr
così.r; sc u,a Sirnorgh non scendessc in co,tir,azioue
lorché Egli si avvidc che rrorr avrebbe avuto la vcste d'onore ,
clal- cominciò a dare in escandesccnzc: "Ogrti maestro ha riccvr.r-
I'albcro T,bà sulla Terra, merìtrc simurtarcarìc,tc
-sc ,c ar- to due Fabbriche e io una sola, a loro hai dato una vestc cl'o-
loata,a l'altra che la prccccleva, sc,o, verrisse.llàì lluova
sr- llore e a rne l'hai rregata". Il Rc gli dissc chc sotto la sua Fab-
rnorgh dopo che I'altra è sc.nrparsa all'orizzo.tc, ,ulla
c.li brica ne sarebbcro sorte altrc due, su cui avrebbe escrcitato po-
ciò che csiste potrcbbc sopravviverc. E conre la Sinrorgh
teri di governo. E sotto lc'dodici Fabbrichc Cclesti presc fcrrma
'ie,c sulla Terra, così discende dail'arbero Tùbi. verso le
dodici Fabbriche Cclesti.
un podcre da seminarc, che tu alfidato alle cure di qucsto sctti-
nro Macstro. Inoltre si stabilì clre clalla bella veste dcl quarto
1o; Oh! ti pre[Jo, raccontanri ora la storia clellc
- c]oclici Maestro si facesse per il Scttirrlo ulla vcste più dimessa; e così,
Fabbricl-re Cclesti.
* L'Arcangelo ltttrpureo: Lr prinro luogo, sappi in ogni nlomer)to, la veste dcll'uno sarebbe stata la vestc del-
che quall_ l'altro; ruotalldo ler cosc come per la Simorgh.r'
do il nostro Rc vollc orsanizzarc il suo regncr, fècc
per prinra lo: Che cosa si tesse in questc Fabbriche?
la nostra contracla. In scguito, mise noi stcssi all,opera.
Isti_ - L'Arungelo
tuì dodici Fabbricl-rc,* e i, ciascr.a «Ji essc inscciiò,r1 lturpureo: Soprattutto broccato, ma anche
cerro -
ogni sorta di tranre che non sono ancora vcnute itr trtetttc .t
nunlero di Alunni, poi mise anchc quc,sri Ahrnni all,opcra,
nessuno. Qui vien tesslrta la cotta di nraglia di rc David.
t2- oi
l()'Dimrni, o Saggio, che cos'è la cotta di maglia di re trascorso tutta la vita a meditare sull:r l1atrlra della soffcrcn-
-
David?ro za, fosse purc la più intollerabile o, addirittura, ciò chc I'inr-
IlArrattgelo purpureo: Sono i ceppi cl-re si son chiusi sn nraginazior.re riuscisse a rappreselltarc di più orrcndo, nrai la
di -tc. loro mcntc potrebbe arrivare a concepire 1a victlenza del col-
Io: E come vien tcssuta? po che la Spada infligge. Altri, invece, sopportan la stoccata
- [-'1v6a11qelo purpureo: In ciascutra dellc guattro triadi piùr agevolnrentc.
-
che compongono le dodici Fabbriche superiori, si fa un anel- lo: E allora, Angelo mio, che debbo farc, perché nri sia
lo; quattro son quindi gli anelli, torgiati nelle dodici Fabbrj-
-
nritigata qLlesta sofferenza?
che. Ma la cosa non finisce qui. Gli anelli vcngon preserìtati L'ArcanQelo purpureo: Cerca la Sorgente della Vita' Dal-
al settimo Maestro, perchet operi su ciascutro, c poi li spcdi-
-
la Sorgente fa' colare i'acqua, a tìotti, sulla trta testa, fiIro a
sc:r nel campo da seminare. Qui rimarranrro un ccrto tempo che la cotta - invece cli rinserrarti strettanìente - divenga un
allo stato incompiuto. Trascorso il quale, i quattro anelli son scrnplice vestito chc fluttui con leggerezze sulla tua persolla'
congiunti l'uno all'altro, e il loro insicme fornra una solida e solo così sarai invulnerabilc alla Spada. Perché 1'acqua dclla
inflessibile catena. Si fa allora prigioniero un ialcone cor-r'rc Sorgente ammorbidisce la cotta lc{t- Corano 34, Io], e qllall-
tc, si gctta su di lui la cotta, in nrodo ch'cssa finisca per inr- do le rnaglie solt rcsc perfcttatlerlte docili, I'urto norr fa pitì
mobilizzarlo conrpletanlente. soffrire.
lo'. Quanti anelli conta ogni cotta di maglia? Io: Dove si trova, nrio Signore, la Sorgcntc dclla Vita?
- L'Arcatt.qelo purpureo'. Se si potessc sapere quarìtc gocce - L'Arcangelo ptffpur(o: Nelle Tcncbre' Se vuoi partirc
- -
alla Riccrca della Sorgcnte, calza gli stessi sandali di Khadir
d'acqua vi sono nel nrare di 'Omàn, si potrcbbero colltarc
anche gli anclli di ogni cotta. rl profcta, e àvanza sulla via dcll'abbandono fiducioso; fino a
Io: Ma vi è un mezzo per sbarazzarsi di qllesto cilizio? qrrr.,do arriverai Irella Regione delle Tcncbre'rr
- LAr«ngelo purpureo: Con la Sprada. Io: Da qualc Parte è ii camn-rino?
- Io: E dove ci si può impadronire di"questa Spada? - L'Arcangclo purpurco: Da qualurlque parte tu vada, sc
- IlArcangelo purpureo: Nel nostro paese vi ò un giusti- -
sei un vero pellegrino, compirai il viaggio'
-
ziere; la Spada è in mano sua. Si è fissata una reuola, che Io'. Chi nri dirà che sotr gittnto nella Resione dcllc Tc-
quando una cotta di maglia, per un certo tenlpo, ha reso i
-
nebre?
scrvigi che le furono richiesti e il numero degli anni sia giulr- L'Arcatryelo prrrputctL: L'oscurìtà di cui si prende co-
to a compimento, il giustiziere la colpisce con la Spada, e il
-
scienza. Poiché tu stesso -sei nelle Tcnebre' Ma notr lo sai'
colpo è tale che tutti gli anelli si spezzano c sparpagliano. Quando colui che irtrbocca questa stradr vcde -rl -§rc-§-§o
inl-
Io: Per chi è rivcstito della cotta, v'è differenza nel nro- nÌerso rrell'Oscurità, già h:r conrpreso d'csser da gran tcnìpo
-
do di ricevere il colpo? nella Notte, e che mai Luce Diunla ha raggiunto ancora il
L'Arcangelo purprrreo: Oh, sìl non v'è dubbio. Per alcu- suo sguardo. Pritno passo dci vcri pellegrini, e anche sola
ni,- I'urto è tale chc, se fossero vissuti un secolo e avessero partenza, donde divicne possibilc ogni proceclcre piir in là.
121 125
Chi ricerca la Sorgcnte della Vita passa per ogni sorta di stu-
pori e di angosce. Ma se ò degno di trovarc la Sorgentc, vc-
drà anche la Luce. Allora nou si metta a scappare, ch'è Lucc
d'uno splcndore senza pari a discendere dal Cielo sulla Sor-
gente della Vita. Se ha compiuto il viaggio e si bagna in
quelle Acque, e\ orrnai invulnerabile alla Spada. Come i versi VII. IL FRUSCÌO DELLE ALI
di Sanà'r:
DI GABRIELE
126
Conviene celebrare senza fine la santità dell'Etcmo, c di nes- che della plrzienza e mi accomodai sul ginocchio della saga-
sun altro. La sua sublimità - quella e basta - sia glorificata. cia. Volendo provocarlo, lo trattai per quello stupido che
Ringraziamo il Santissimo, ché dalla Sua ipsità a Lui vicne il era: "Attento,;' gl'intir,ai "se hai dignità d'uomo c un bri-
s1 di ognuno chc sia in grado di dcsignarlo conre "Lui". E ciolo d'ingegno, è tuo compito ascoltare: adesso ti narrerò la
l'cssere di tutto ciò che, essendo, potrebbc-non-essere, esiste vera sroria de1 fruscìo dellc ali dell'Arcangclo Gabrielc".
per i1 Suo essere, che non può non-essere. Ber-redizionc e lo- E questo, è anche il titolo dcl mio libro'a
de all'anima del Profeta, la cui pLrrezza irradia luce che ri-
spler-rde ai due orizzonti; la sua Legge, da Orientc a Occiden-
te, sfavilla. Benedetti i compagni e gli alleati di dottrina. QUI C]OMINCIA II, RACCONTO
129
128
dcl turbrnte der Maghreb, che
i sufi- usan per coprirsi.ra
ro, no1'r ml mossi. Tornò il coraggio, poi, e vcntri avalìtl. 'i
Fatti coraggio, e accada qucl che potrà, dissi a rnc stcsso, r: QLtanto alla prima:
r""t"l" fibbia; nondirrleno' ''']""t1l {r"--
appariva tcssura alcutra' c ttr
mi apprestai a salutare il Saggio che stava più in basso. Mi bo aveva rotorrdità di sfcra, né
interstizio o itrcritratttra'
preccdette: un sorriso così picno di grazia che i suoi denti ap- ,.,perfi.i., di ogni corona non v'era
in ragion di stto sta-
parvc-'ro nella mia pupilla.' i'lirr..,r, pirr-,à, di colore proprio: ovc' Inrpossibile
z. Ma non fu suftìciente a far sì che diminuissc il timore rcvc- to sottile, nulla all'interno restava nascosto' corone superiori'
le nove
renzirle chc rn'ispirava. aprirsi un passaggio, ,tt traversare
Io' Dimmi, sepplrre in due parolc,l0 donclc vcngorlo Lc due inicriori, cran praticabili'
-
qucsti rrobili signori. lo: Cos'è ch'io vedo' o Saggloi
- 1l Sa.gaio: Sappi chc la prinra corona'
il cui volume ec-
Il Sagqio: Noi sianr confraternita d'esseri spiritnali - ai Saggr
- celle quell,o dell. è dcl Saggio chc' assiso sopra
[rnojarradàn], da Na-ko-iA-nbari, pacse del non-do'nc.1' "lttt, Così' la sccor.rda al sc-
Io: A quale latitudine appartierlc la città? struttura e ordine suo a Loro i'-"po""'
- ll Sagqio: Lindice della[aqlim] c via via fiuo a tle' Sot'r
mano non può indicame la rot- conclo Saggio' La terza al Terzo'
- guesti Amici, i" 'lt*t"'o di
novc' ci-rc halr prodotto ttrtt'e
ta.12
sacrosa.ti' Quanto ai
Compresi, finalmente, d'aver a che fare con url Saggio. la ,ove clieli: clelt"Artc 1or, Gert.,ogli al
clue piani inferioti - qt"'l
sorso d:"tqt'" e qr'rclla sabbia
cui sapienza scandagliava il fondo d'ogni questione. Sicconre l'arte dei Nove è
Io'. Istruiscimi, allora, te ne prego. Comc ricnrpitc il centro - son opera nria' clltrarnbi'
producono uon putì
-
tempo? pìo'por*r" e solida tltll' "-ti"' qucl che pelletrare
llìa qucl ch'io produco 1o pclsso
'
ll Saglio: Sappi che il nostro è lavoro di cucito. In pitì, csscr laccrato;
hlnrro cor-r te?
-
siamo - tutti - guardiani clel Verbo di Dio; in viaggio [Ka- I()' E gli altri'S"*g;' qtt"l ltg^'-'-'cr
- Il SaSgio' il S;;gì;the ha il ptoptio tappeto di preghie-
làm-e Khodà] da un capo all'altro del mondo. - ed educr c istruisce il se-
lo' E quei Saggi, assisi più in alto, pcrché osserr,:rnr> il ra itnprcsso ,"t ttrJ'i' è lo -'iea/klr'
nel rcgistro dei suoi al-
-
silenzio? contlo, chc vietr i"p" a' lui' iscritto
Saggio col terzo' e il terzo col
ii Sapcio: Tu e
ituoi sirrrili. per questa vit.t. rrorr sicte irr licvi.15 Lo stesso tà il sccondo
Saggio ha dato il
-
grado di parlar con loro./'t Io son lingua d'cntr:rnrbi, otrde quarto,/"..orì "i" fi'lo ^ '''-t"' tt'ì il Norro
e confcrita f inìziazione '
possi.rtc convcrsare irrsicme. tnatrtello dell'invcstitura [Khirqa]
beni' o cose di qucsto n-rondo?
3. Vidi un globo cadere sulla superficie terrestrc. Nella sua 4. - Io: Avete fot'" Cgti' ciascun di noi ha
concavità, undici piani o corone, I'uno nell'altro incastrati. -- 1/ Saggio: Non ci sposianro; cppure' ad ogni 1ìglio' ri-
Al centro, l'acqua, in mezzo all'acqua ur-r mncchictto cli sab- urr fiqlio, .
""tnt fo"itdt ut-'a "'o1e;" e
ttna' Quanto alle nrole
bia irnrnobile. Anirnali vi grrovagavallo. A ciascuna delle spcttivamcrltc, ne tbbi""o afficlata
loro alcuno sguardo;
nove corone superiori - l'intero globo ne conteneva undici - che abbiam costruito' non rivolgianro
ché i nostri ngri ì-giiano c
att;dono a loro l)isciplina c'd
cra fissata una fibbia lunrinosa; eccezion fatta per la secclncla,
Alimerrto. Ogrrun di Loro con
un occhio sorveglirr la pro-
ove gran moltitudine di fibbie eran disposte a mo' di cordo-
1J1
130
pria mola, e I'altro perpetuamente tiene fisso al padrc suo, 5. Io: E la discesa tua in questa Khangah; quando per te espli-
-citamente rivendichi assenza di movimento?
più in alto. Quanto alla mia, comporta quattro piani, c i figli
miei son così nunrerosi che arduo ne sarebbe il censinrcr.rto. ll Sag4io: Cuore semplice! Il sole brilla in perpetuo nel
Ad ogni istante, vcdon per me la luce quei fanciulli; sì che
-
cielo; eppure, se un cieco non ne ha perceziotre' cosciellza'
ciascuno alla sua mola giunge, ove v'è un tcnlpo in cui ne sentimento, il solo fatto ch'egli non 1o veda può davvero
avrà la cura. Quando questo tcmpo si compic, vr-rìg()no a abolirne 1'esistenza? A guarigione avvenuta' converrà forsc
mc e più non si dipartono. Nuovi nati si recano alla rnola, e che domandi al sole: Dov'eri, prima ch'io vcdessi? perché
del
tutto accade ncllo stesso modo. Ma strctta è la ntola. c nei non ti curavi del tuo moto circolare? È nella condizione
cieco, non già in quella del sole, che si è prodotto un
cam-
paraggi numerosi i tagliagola e trappolc stese ovurìquc; cli
biamento. Anche noi [i dieci Saggi] formiamo una gerarchia
tutti i miei figli, non v'è alcuno chc abbia desidcrio di tor-
la
narvi. Quanto ai Saggi chc rni prccedono, ciascuno di loro ben presentc; che tu non ci veda, non prova minimamente
ha un unico figlio. Egli risponde all'itinerario della rnola c nostra non-esistcnza; così pllre, se arrivi a vederci' questo
pcrsevera instancabile al compito. Un di quei figli cclcsti, da non implica in noi un mutamento' Chc' al contrario' av-
solo, è più forte e potente dci miei tutti insieme. Infatti, a ciò viene in te.
chc scrve a nutrinrento dei figli umani e dellc loro rnole, Io: Dite preghicre, ed elevate canti?
provvedono i Celesti con le Loro.
- Il Saggio: No. Il fatto d'esser tcstimoni oculari' immer-
Io: Come avviene, secondo te, quel moltiplicarsi, da
-
si nella Presenza divina, non ci dà agio di praticare un
culto'
-
generazione a gcnerazionc, in via di perpctuo rinnoverucn- D'altronde, se esiste un servizio divino, non con la lingua o
133
132
ter comprenderc ogni sura dcl Corano, scnza sforzo. i' (:z,q) I)i Maria, si leggc: "Noi le abbiamo irrviato il nostro
Il Saggio: A chi non conosce qLresto alfabcto, non sa- Spirito" (rq,rZ).Questo Vcrbo, qlresto Spirito, è Cìebriclc'
-
rarlno rivelati i segreti del Verbo di Dio, tali e quali essi fu- Anche Gcsùr è chianraro Spirito di l)io IRuh Allàhl, c :rttcora
rono ispirati. "Vcrbo" c "Spiritct", al versctto +.t7t: "lrl vcrità, il (-ristcl
In seguito appresi l'abiad [scic:nza del valorc numerico del- figlio di Maria è l'Lrviato di Dio, suo Vcrbo laIrci:rto in Ma-
le lettere]. Dopo essernri accomiatato da questa disciplina, ria, Spirito chc cnrau:t da lui".r7 Quanto aeli esscri unlatli
nredcsitna spccie.
nella misura propria all'intelletto e per quarìto la mente po- [àclantiyltnl, gli adamitici sorro una sola c
teva elevarsi fra le cose cclesti,r0 coprii di segni la nria tavo- Colui che ha lo Spirito Ilìùhl, co rp-§d è Vcrbo [Kalinral' o
letta; ed ecco, allor nri fu mostrato il scnso del l)ivino Ver- mcglio: questi duc nonri clcsignano utra e trrcdesinta realtà cd
bo, sì da esser confuso ogni cornnìcnto. Non sorgeva diffi- csserlza. I)a Gabriele ll'Angelo Spirito santol, ultirrro dci
coltà chc il Saggio non risolvessc. Anche lo spirito vitale [il vcrbi rnaegiori, Aninre unìalre IKalinràt- e soghra] h:ur luo-
pneùma],r' secondo Lui, aveva originc nello Spirito Santo. go ir.rnumercvoli. ciò che indica 11 corano, al vcrsetto 7t.26'.
lo' Ma qual è la tra i due? "l Vcrtri di l)io soncl itlnunlerevoli".r'e E ancora: "Si esauri-
- Il Sagqio: Tutto corrispondenza
quel che discendc nelle quattro parti rebbcro le acqtte del mare, prima che si csattrisscro i Verbi
-
del mondo proviene dallc "ali di Gabriele". del Signore " (r tì,1o9). Trrtto ft-r crc:rtore dalf irrrrdiar.netrto di
7. Io: E, quale, dunque, la spiegazionc? Iuce cli quesro Verbo maggiore, che è I'ultinro dclla gcllr-
- Il Sagqio: Sappi ch'è dell'Altissimo disporre di un cc:rto chia dei Verbi nraggiori, ") conte è dctto aDcl-rc nell:r f
'or,lli:
-
rlunero di Verbi maggiori [Kalirrràt-e kobrà]: emanazione ,,Dalla rnia Lucc ho crearo gli Spiriti, che I'ardentc dc-siclcrio
di magnificenza dell'augusto suo volto. Essi formano un or- infianrrla". Lucc ch'è Spirito Sattto. " Tale il serrso di un
dine gerarchico. Prima Luce posta in esscre. ò Verbo supre- provcrbio di Salornone.'r Qualcuno lo h:r chirrn.rato "Ma-
mo; sì che nessun Altro gli c\ superiore.z2 Quanto a splendor g,r"; che, lui: "Nott sono lllaqo; l1oll s()l1o chc tur Vcrbo
"l
di sua epifania; tale il Sole, cui fan corona gli astri. Di Lui, il tra i Vcrbi di Dio"' Dcll'Altissitno, anci-te i Vcrbi trrcdiani
Profeta: "Se il Volto del Sole manifcstato fosse, adorerem- lKalinràt-e wosrà]. Quanto ai Maggiori, il Libro
li nrcnzio-
nro Questi e non Dio":rr Da sì Gran Luce, altro Verbo pro- na: "E per quclli che vautro innanzi per prirrli" (Zq'+)'Ma
cede; e ancora, sinché il numero si compia, dei Dieci Verbi il verscttc'r scgucnte: "E per quclli clie lc cosc dirigono"
[Kalimàt tàmmàt]ia chiamati perfetti. L'ultimo è casnrr- (29,,s)" dcsiqtra uli Angcli che muovono le Sfère cclesti (gli
Lr,,25 e gli Spiriti umani procedono da Lui; così il Profeta, in Angdi caclc-src-s):" i Verbi rlrcdiarli. Closì, il vcrsetto: "E rroi
un lungo hadrth sulla natura originaria dell'uonro [fitrat-e siauro gli artgcli schicrati secoudo gerarchià" (37. r65) desi-
àdamil: "Dio invia un Angelo che soffia in lui lo Spirito".16 gna i Verbi Maggiori;'j cui la seguito: "Noi sianro i g1orifi-
E nel Coran o, dopo le parole: "Ha iniziato la creazione del- canti" (11,fi6), che clcsigna i Vcrbi Mcdiani' Perché' nel
I'uomo a partire dal fango; poi, da un miscuglio di sperma, Coratro, i "gcr:rrctrici" sclt't rrletrziotrati sclììpre pcr priltri; urt
gli ha costituito discendenza" (32,1-8), il testo prosegue: esempio (ai versctti 37,t-z): "E per coloro che sotro ordin:rti
"Poi lo ha ancora ritoccato e gli ha insuf flato del suo Spirito" in gracli sertrchicil E per cluelli chc respingollo con violcn-
1s+ t1)
abissale ch'cì hanno un'anima; ovvero sola eco, un gran pasticcio. E dal-
zi'. Ma la profondità di tutto ciò è talmente l'ala intenebrata dell'Angelo discende un'ombra, e il mondo
rrreglio rron parlarne! La parola "verbo", nel corantt,l-ra atl-
,'relativo a un segreto" dcl miraggio quivi ha origine; al che il Profeta: "Dio ha crea-
chc senso di: fsirri], comer al versetto
to I'uomo nelle tenebre; di poi le ha invcstite con la luce".a2
2,I I8: "Quando il suo Signorc provò Abramo con certi Vcr-
Le parole: "Ha creato l'uomo nelle tenebre", rispondono alla
bi". La spiegaziorrc ti verrà più oltre' metafora dell'ala sinistra; "di poi le ha investite con la Luce",
8. io: Parlami, ora, delle ali di Gabriele'
- alludono allo Splcndore che l'ala destra irradia. Nel Corano
Il Saggio: Sappi che Gabriele ha due ali' una - la destra glorioso, si legge: "Egli ha instaurato le Tenebre e la Luce"
-è pura lucc. Tramitc questa, Egli è semprc in rapporto cou
- (6,r)." Quelle tenebre, a Lui attribuite da: "egli ha instaura-
Di;. V'è poi la sinistra, che rivela certa impronta di tenebra to", sono il mondo dell'illusione (l'ombra dell'ala sinistra di
rossastra; color di luna, che sorge, diresti, o di zanrpe di pa-
Gabriele); la Luce, cui si riferisce i1 medcsimo versetto, c\
vone.'o Lala intcnebrata, è il suo poter-essere [shayad-
qurclla che irradia gloriosa dall'ala destra di Gabriele, poiché
bùdl,17 chc ha un lato rivolto verso il noll-essere (poiché egli
ouni raggio di luce che cada nel mondo dell'illusione scaturi-
è, eo ipso, poter-non-cssere). Quando consideri Gabriele ri-
scc dalla sua Luce.aa Nello st(]sso spirito dclle parole del Pro-
spetto al suo csscre per I'essere di Dio, neccssario ò la qualifi-
[cta: "di poi 1e ha investite con la Lucc", il vcrsetto 35,rI:
ca del suo essere [bàyad-bùd, ché sotto questo aspetto, llol1
"Verso di lui sale il Verbo eccellente". Questi non può che
può non-esserc|. se invcce lo considcri quanto al cliritto clcl-
provcnire dal divino Splendor dell'Ala Dcstra. Al t4,29:
1" p.opri" essettza, questo è anche diritto lÌ lloll-csserc' poi-
"Non sapete, a che Dio compara un Verbo eccellentc?",4't si
.ne l"g"to all'cssere che in lui non è chc poter-esscre (ed eo
tratta ancora dell'anima unlana: Vcrbo minore, nobile e lu-
rpso poter-r.ron-essere) ." Ognuno dei duc sigrlificati corri-
ccnte. Diversamentc, comc potrcbbe salire fitlo a Dio? Lin-
spondc rispettivamente a un'ala dcll'Angelo' Suo rapporto
dizio che "Verbo" [Kalimal e "Spirito" [Ruh], non sian che
con l'Essere Supremo, l'ala destra [yamanil' Il diritto ine-
un medesimo contesto, sta nel fatto che da una parte si dica:
rente a propria csscnza, l'a1a sinistra Iyasral'" E l'Altissinro
"Verso di lui sale il Verbo eccellente" (: S, I I), e dall'altra: "A
dichiara: "Egli prcnde pcr messaggcri gli Angcli, dotati di
Iui salgono gli Angeli e lo Spirito" (lo,+).ou Entran-rbi torna-
due, tre e anche di quattro ali" (35,r)'"'l1 duc è 1'ccccllenza;
llo "a Lui"; gloria alla Sua potenzal Ed è areche il senso di
di tutti i numeri essendo il pitì vicino all'unità. Scsuol1o il "anima appagata", di cui al versetto 89,2tì: "Ma tu, anima
trc, il quattro. Così, l'Angclo che ha due ali è supcriore a chi
dcl fedele, ritorna al tuo Signore molto soddisfatta, molto
ne abbia tre o quattro. Numerosi dettagli cotrtetrgotro' lc
soddisfatta". 11 mondo dclf illusione è dunque eco, ombra
scicnze metafisiche e teosofiche,a' e al profano accedcrvi è
dell'ala sinistra di Gabrielc; così come lc animc son palpiti
precluso. Quando dallo Spirito Santo discende un raggio di
dell'ala dcstra. Dispensatrice di rcaltà spirituali lhaqà' iq] che
1.r.", q.r.r,i ò Verbo chiamato rniuore IKalirl-ra-yc soghra'
in custodia saranno alle coscienre. È detto, "Il Dio ha scolpi-
l'anima umana]. Lo stcsso di cui I'Altissimo, al vcrsctto
to nei loro cuori le fcde e li ha resi lorti pcr mezzo di uno
9,4o,dicc:"LAnimadcgliinfedclie\Verbochestair.rbasso: Spirito che da lui proviene" (58,22). Così, l'appello sacro-
Divino Verbo è più in alto di tutti"' Anch'essi [i peccatoril
l1/
136
santo, cui fanno allusione il versetto 37,to1: "Allora gli gri- alui
Qui finisce il racconto de Il;fruscìo delle ali di Cabriele;
danrmo: Abranro, Abramo", e altri ancora, provicnc dall'ala il saluto.
destra di Cìabriele. Mcntrc tr-rtto ciò chc urla nriseria, discor-
dia, ira, nel nrondo delf illusione ha luogo dalla sinistra del-
l'Angelo; a lui bcncdizionc e saluto. POST SCRIPTUM5''
Io: Che lorma hanno, le ali di Gabriclc?
- Il Saggio: Spirito sottilcl *' Non comprcndi, dunquc,
- Chi rivelerà all'indegno e al profano i segreti di quel Saggio
chc son figure siniboliche Ironrhz]? Secondo apparenza [za- eminente, sia d'infamia agli uomini; e la sua anima, estirpata
h1r, l'essotericol, non sono che forme vuotcì di scnso; non dal corpo. Gloria a L)io, benedizione su Maometto c la sua
conducono a niente.rl lamiglia.
Io' Nessuno di questi Verbi è in qualche rclazione col
-
giorno e la notte?
ll §a,q,qio; Spirito sottilcl" Non sai che rnèta delle Ani-
-
mc c\ la Prcsenza divina [Hazrat-e Hrqq], comc dice il ver-
setto: "Verso di lui salc il Vcrbo ccceller-rte" (:S,, t)? "Prcsso
il vostro Signore non v'ò scra né nrattina" (+,ll), e il tenrpo
r-ron ò più.ir)
(). Io'. LAltissinro ha detto: "Facci uscire dalla città i cr-ri abi-
-tanti sono degli oppressori" (+,lZ).t'l)ove csse sia, nessuno
lo sa.
ll Sagqio: È il nrondo dcll'illusione: sosta di cui al prc-
-
sente dispone il Verbo nrinore. pLrre, una citt:ì; ovc
Questa,
si legge: "Ti narrianro la storia dellc città: alcune stanlro all-
cora in piedi, altrc furono falciatc" (7,roo). "Ancora in pic-
di" e\ il Verbo; "falciato" è il tempio materiale del Verbo.'r
Ma tutto ciò chc non è nel tenrpo non è nepprlrc nello spa-
zio. i' E i Verbi Divini - nrir.rori e nraggiori - son fuori da en-
trambi.
IO. Quarrdo un barlume del giorno schiarì la khailsah del padre
mro, la porta chc dava sull'altro rnondo si richiuse tr c fr-r
aperta quella della città. Vi cntrarono i rncrcanti pei loro aÈ
fari, c la loggia dei Saggi ridiventò invisibilc. Piansi, nri la-
rnentai: avevo perduto la loro compagnia e non mi davo pace.
118 139
VIII. IL RACCONTO DELLESILIO
IN OCCIDENTE
142 113
a mettervi in strada. Vi facciamo dei segni, e non capite"./4 tudine" (zt,l+) "sarebbe stata rovesciata da capo a fondo",
rz. "Se volete tornare liberi, dovrete intraprendere un e sarebbero piovuti "su di lei mattoni di terra infuocata"
lungo viaggio. Prendete la cìma che vi abbiamo lanciato - (rr,84).21
altri non è che la coda del Dragone del Cielo della Luna - e r9. Giunto a uno stretto, che i flutti battevano e ribatteva-
unitevi per questa al mondo spirituale, che domina la regio- no, presi la nutrice che mi aveva allattato e la gettai in marc,
ne dell'eclisse. " 15
ove le acque facevan mulinello.22
r3. Quando sarai arrivato nella "valle delle formiche" zo. Ma noi viaggiavamo su una nave "costruira con assi e
(27,18), scuoti la falda del tuo mantello e di': "Gloria a Dio chiodi" (S+,r:). Così la danneggiammo scientcmentc. per
che mi ha fatto vivente, dopo che Sua Morte mi ha avuto" paura che "un re, dopo di noi, se ne impadronisse con la for-
(cfr. 2,244 e z6r). "A Lui, nostra resurrezione" (67;5). za" (r8,79).23
Poi, fa' perire la tua gente./6 2t. E "la nave a pieno carico" ['arca, z6,tryf ci lece pas-
r4. "Falla finita con la tua donna, che è di quelle che resta- sare I'isola di Gòg e Màgòg (r8,q:), dal versante sinistro
no indietro" (r5,6o e 29,3t). "Avanza fin dove ti ò stato or- della montagna al-Jldi (cfr. r r,46)."
dinato" (cfr. r5,65), "intanto, tutto questo popolo sarà già zz. Dei geni lavoravano per me, alla sorgente del rame in
morto, quando verrà il mattino" (r5,66). LJna volta sulla nave, fusione. Dissi loro: "Soffiate, soffiate sul ferro incandescen-
di': "In nome di Dio, va' e conducimi in porto" (rr,$).'' te, fìnché non diventi come fuoco" [e io lo mescoli al rame,
I8,q5]. Innalzai, poi, un bastione, in modo d'esser diviso da
Gòg e MàgÒg (cfr. 18,94).25
LA NAVIGAZIONÉ SUL VASCELLO DI NOE 23. E veramente si realizzò per me: "La promessa del tuo
Signore è veritiera" (r8,98).26
r5. Nella lettera si spiegava tutto quel che sarebbc accaduto 24. Sulla strada scorsi i pozzi di 'Ad e di Thamoud; "la re-
durante i1 percorso. L'upupa ci precedette c il sole riluceva gione era colma di rovine e voragini immense" (2,26 e
su di noi all'esatta posizione, quando giungemrno agli estre- 22,4+).27
mi confini della tenebra. Si prese posto sul vasccllo, e questi 25. Presi allora i due fardelli e le Sfere, e li rinchiusi coi ge-
ci portò "in mezzo a onde simili a montagne" (rr,44). No- ni in un'ampolla fatta da me; la cui superficie, tutt'intorno,
stro intendimento era scalare il monte Sinai, per visitare 1'o- si fregiava di linee chc, volgendo in voluta, prendevan for-
ratorio di nostro padre.18 ma di cerchio.z8
16. Allora tra me e mio figlio "si alzarono flutti minaccio- 26. Interruppi il flusso di acqua viva, a partir dal medio
si", "ed egli fu tra coloro che scomparvero" (rr,45)." cielo.
17. Compresi così che quanto minacciava il mio popolo 27. Quando l'acqua cessò di scorrere al mulino, l'edificio
avrebbe dovuto compiersi alle prime luci dell'alba. Dicono i sprofondo, e l'aria si riunì all'aria.2n
Libri divini: "Il mattino non è ormai prossimo?" (rr,83).20 28. Lanciai la Sfera delle Sfere contro i cieli, in modo
I8. Seppi che "la città che si abbandonava ad ogni turpi- ch'essa frantumò il sole, la luna e le stelle.r0
u4 145
29. Allora scampai ai quattordici ferctri e alle dieci tombe, che provavo. E ancora, ancora; finquando la bianca truvola
donde l'ombra Divina risorge, ed è "attirata a poco a poco" non si dissipasse, la sua rnembrana non fosse stracciata'17
(zS,+8) verso il mondo icrarico, dopo chc "il solc le è stato
di guida" (r5,47).t'
3o. Trovai la Via, e comprcsi. La diritta via è il mio cam- AL SINAI MISTICO
mino (6,r54).
3I. Quanto a mia sorella, ecco che durante la notte "in- 37. Uscito infìne da grotte e caverne, mi diressi di filato alla
corse nel castigo divino" (rz,to7); le tenebrc la rinscrra- Sorgente della Vita. Vidi pesci raccolti in dolcissimc acquc,
rono, dopo che fcbbre c incubi ne ebbcro picgata la tcn- all'ombra della Cima sublime. Chicsi dunque: "E quest'alta
pra." nrontagna? E questa Gran Roccia, che ne è ornamento?"'r8
32. Vidi una lampada che contcneva olio; ne scaturiva una 38. Un pesce - "egli f,bce d'una certa corrente marina il
luce che si propagava nelle diversc stanze. E la nicchia che la suo itinerario" (r8,6o) - così rispose: "Quel che desidcri ar-
custodiva si accese, gli abitanti divennero di brace, pcr effet- dentemente, ti è di fronte: questa montagna è Sinai, e la
to del sole che l'illuminava.ir Roccia è l'oratorio del padre tuo". E i pesci? chicsi ancora'
33. Misi la lampada nellc fauci di un Dragone, ospite al "Ecco: tuoi fratelli,re tuoi simili; una prova - quasi la stessa
castello della Ruota idraulica; sotto, v'cra il Mar Rosso; so- cui hai dovuto soggiacere - vi ha uniti."
pra: astri, la cui luce nessuno conosce, salvo il loro Crcatore lg. Udito ciò e provatane la fondatezza,li abbracciai tene-
e "chi ha ben salda esperienza di sapcre" (:,-s+)." ramente. Ancor più mi rallcgrai, nel vedere com'essi gioiva-
34. Constatai la scomparsa di Leone e Toro. Sagittario e no ch'io fossi 1ì. Presi a scalare la montagna. E vidi nostro
Cancro s'eran avvolti, ormai, nclla piegatura opcrata dalla padre, come un Saggio, sì glorioso che Cicli e Terra stavan
rotazione delle Sfere. La Bilancia rcsrò in equilibrio, quando per aprirsi mentre manifestava la sua luce. Mi feci avanti, c
la Stella dello Yemcn sorse al di là di certc nuvolc sottili, la Lui cbbe a salutarmi per primo. Mi genuflessi, allora, fino a
cui sostanza è ciò che usano per tcssere i ragni dcl Mondo terra; ovc annientato in quel chiaror restai.a0
elementare, nel Mondo della generazione e corruzionc.r-t 4o. Piansi, né fecero difetto le ragioni: gittsto quelle dcl
35. Avevamo ancora una pecora, e l'abbandonarnmo nel mio esilio in Occidente. Egli disse: "Coraggio! ora, sei s:rl-
deserto; il terremoto la inghiottì, il fulmine la folgorò. j6 vo. Tuttavia è necessario che ritorni alla prigione di Qayra-
36. Quando il tragitto ebbe fine, ogni distanza percorsa, wàn, perché, dei legami che ancora ti serrano, non ti sei sba-
"resa la fornace incandesccnte" [al-tannùr, l'athanor, rr,42 ràzzato del tutto". Fu corne rcpentino uscir di senno; gemet-
e 23,27), nella forma conica del cuore vidi i corpi celesti; nri ti, gridai - fa così chi muore - lo supplicai.ar
unii a loro ed ebbi percezione di quella musica. Intesi ancor 4r. Ma Egli ritenne ineluttabile ch'io dovessi tornare, e
meglio, e i suoni percLlotevano l'udito al pari di catene tra- aggiunse: "Ecco, infine, due buone notizie. [Jna volta a
scinate a lungo sulla roccia. I miei muscoli erano sul punto Qayrawàn, ti sarà facile far ritorno e ttnirti a noi, in paradi-
di lacerarsi, come pure ogni fibra; tanto vivo era il piacerc so. La seconda, è che solo così avrai conrpitltc> intcrltltcntc
146 147
la tua liberazione, né dovrai più recarti nell'esilio, al di 1à dcl
fiume.12
42. Le sue parole mi colmarono di gioia, ed Egli, ancora:
"Sappi che questa Inontagna è il Sinai lz3,3o, Tùr Saynàl;
ma più in alto v'è un altro monte: il Sinai [Tur Sinina, 95,21
di Colui che è mio padre e tuo antenato; ed io sto a Lui come
IX. IL VADEMECUM DEI FEDELI D'AMORE
tu stai a Me.ar
43. Altri Avi ci precedono, fino a incontrare un re, che è
I'Avo Supremo; assoluto da ogni più remota ascendenza. E
noi: suoi servitori, da Lui illuminati; il nostro fuoco parteci-
pa del Suo. Non v'è bellezza che Gli si possa conrparare, né
maestà più sublirne, o più viva luce. Egli è al di sopra dell'Al
di sopra, Luce della Luce e anche oltre la Luce; Signore del-
I'eternità e per l'eternità, che si maniGsta in ogni cosa "e tut-
te le cose periranno, ma non il suo Volto" (28,88).
aa
CONCLUSIONI
1tg
I
A Dio Misericordioso, l'assai Misericordioso. pir a lui. E da questo abbraccio presero a nascerc il Cielo e la
"Ncl rivclarti questo Libro, ti vogliamo raccolrtarc la più '
I i: rra.
bella dellc storie" (Corano rz,3). Ascolta i vcrsi:
150 151
fronte ornata da un magnifico diadema. Avrcbbe voluto, licddanrcnte rcplicò Bellezza "Oh Amore, trascorso è il
Amore, trovar posto su quel trono, ma fu tanto 1o stupore tcnrpo in cui facevi la mia gioia; non ho ricordo alcuno di
di ciò che vide da andare a sbattere la testa contro un nluro; e tc".
brancolò a lungo, nel buio, come cieco. Nostalgia gli strinsc Amore, perduta ogni speranza, prcse per mallo Nostalgia
subito la mano; non appena ebbe recuperata la vista, ciascun c trascinò i suoi passi pei deserti immensi dclla perplcssità' E
di Sua Corte più mesto gli parve. So1 quando rivolse loro sirrghiozzava.ta fra sé e sé, questi versi:
uno sguardo, gli resero omaggio, e insieme ad Amore So-
vrano si diressero alla reggia diBellezza. Giunti a un dipres- Ch'egli non abbia potere alcuno di coglierti;
so, Nostalgia, ricevuta delega da Amore, che era il coman- L anima mia sia la sola a bruciare di afflizione;
dante [sepahsaler], ordinò a tutti di baciare tcrra da lontano, Venne per me il giorno di languire nell'attesa,
ché non si aveva più 1a forza di proccdere oltre. E quando 1o Mi allontano, e nessulr altro usurpi questo giortro. ''
sguardo degli abitanti del Malal<ùt cadde su Bellezza, ognu-
no in ginocchio baciò terra, come dice il versetto: "Tutti gli Avvenuta la separazione, Nostalgia disse ad Amorc: "Era-
Angeli l'adoreranno" (r 5, 3o). varrro al scrvizio di l)cllezza; da Lei abbiam ricevuto il no-
stro Kirqal6 [il mantello delf iniziazionel; Ella è, dunquc, no-
stro Maestro [pùrl. Or che si è fatto di noi degli esiliati, ecco
CAPITOLO III. IL GIOVANE GIUSEPPE IN TRONO. ciò che dovremo fare: ognuno vada per la sua strada, e irr vi-
sta di trascinarsi chissà dove, s'intraprenda r'tt-r lungo viag-
Vi fu un tempo chc tsellezza abbandonò la cittadella di Ada- gio. Impegniamoci, per un certo tempo e cotr fcrnro cuorc,
mo e si mise in cammino. Tornata ncl suo mondo, attcndc- nclle tribolazioni e gli assalti del mondo. Chc è con-re dire
va che un Segno 1e indicasse ove erigere il seggio della sua passar la testa ncl collare della rassegnazione. Preghiamo ge-
magnificenza. Vcnne la volta di Giuseppe, e quando Bcllez- nuflessi fcompiarno qualche rak'a] 17 sul tappeto screziato
za ne ebbe notizia non pose tcmpo in mezzo. Amore prese a F.cr ciò ch'è dovuto al Decreto e al Destino. Forse, con
l'aiu-
braccetto Nostalgia e si misc a seguirla. Giunto che fu nelle to dei Sette Macstri Solitari " che son tutori deÌ nrondo della
vicinanze, si avvide che Bellezza già era tutt'uno col giovane generazione e della corruzione, arriveremo di nuovo in pre-
Giuseppe, e che mai si sarcbbero lasciati. Prcgò Nostalgia di senza di BeTlezza" . Presa questa decisionc, Nostalgia si di-
bussare alla porta con l'anello dell'umiltà. "Chi è?" risposc resse verso il paese di Canaan, e Amore prese la via del-
una voce da parte di Bellezza. E Amore lasciò parlarc l'elo- l'Egitto.
quenza del suo stato:12 "Un Apprendista dal cuore dolente,
ahimè, senza speranza alcuna ai tuoi occhi". Ma Bellezza
non se ne curava,lr mentre Amore querulo recitava questi
versi: "Poiché nessuno può sostituirti, / Non esser così dura,
ché non ho forza per la tua duezza". Ma a qucsta salmodia
152 lss
C]APITOI-O IV. NOS'I'AI,GIA È A(]COLTA DA GIA(]OI]BE. A chc giova f intelletto? Ecco Anrorc, graziosa atrdatura.
A chc giova la pazicnza.T Ecco, è apparsa l'Anlata
Il canrntino di Nost:rlgia conduceva lì vicino. In una sola E, il nome del mio cuorc, da tanto canccllato,
teppì. giunsc al pacsc di Clanaan, ovc s'infrrrnrò sc vi fossc È riapparso pcr qucsti riccioli chc odorano di muschio.
tulì nìrìcstro spriritualc Ipir] cotr cui scanrbiar opinioni e dot-
trirre. Lc vcrìrìc all'orccchio di un ccrto Giacobbc di Canaan. I genriti dcl dio ricnrpivano 1a città di Misr e 1a gcnte si radu-
c in trr.r anrcn varcò la soglia dcl suo oratorio. Lo sguardo di rrava ai crocicchi. Scnza pudore alcut'ro, conle ull qalandar,"
Giacobbc cadclc su Nostalgia: viaggiatore dal volto a lui nc>- trascorrendo di volto in volto, contcmplava ogui giovanc
to, c irtrprutntato d'amore [Mihr]." "Tu sia il benvcnuto," bellezza e ovllnque chiedeva di riposare il suo cuorc." Ma
disse Cìiacobbe "nrille gioie salr-rtino il ruo arrivo. I)r dove rìessurlo rispondeva al suo anclito. Mentre ccrcava lc insegtre
vicni, pcr onorare ia nria casa?". "Vcngo dal clima [aqlinrl di dcl palazzo di Misr, gli vctrne di passarc trei prcssi dell'orato-
NA-KoJA-ABRo, " risposc Nostalsia "la città dei puri csseri rio di Zolaykhà. Non appcna Zolaykha 1o cbbe visto, si nri-
spirituali IShahr-c lrakànl".r" sc subito all'opera: "Cento, rnillc volte caro, fossi io il tu<r
Cìiacobbe distese il tappeto della preghicra c invitò il corn- riscatto! Di dove vieni? E il rronte che ti hat'rno dato? Saprai
pagrÌo a prcndervi posto. Gli si rnisc a fianco. Trascorscro pure dove sei dirctto!". "Vengo dal Tcmpitt," } risposc
così alcuni giorni. Fra i duc nacque nna tale conrunione che Arnore "Vengo dalla regiorte chc ha nome Rtlh-àbad, Pacse
Ciacobbc non poteva più vivere un solo istantc senza No- clello Spirito, pcr gli ardui scntieri dclla Bellczza' La mia di-
stalgia. I)i tutto ciò chc posscdcva, gli fece dono. E riconob- nrora non ò distantc dal pacsc di Nostalgia. E viaggio viag-
be il lampo dci suoi occhi ncri; tallto e\ vcro chc è scrittr-r: "I gio: sono un suf setrza lcganri.rt Che io parta pcr LlIl posto o
suoi occhi inrbianchcranno di dolorc" (tz,lla). Chianrò il pcr I'altro, ogni istante è qucllo giusto. E la notte, cli r-rn rilì-
suo oratorio "casa delle lacrimc"r/ c glienc affìdò la cura. gio qualsiasi faccio casa di sogni. Mi dicono 'Ishq g1ì Arabi,
I)istico: "Perché tenlcrc I'avvcrsario se ttr r.r.ri sci vicirro / e Mihr i Persiani. Nei cieli, son colui che inrprinre nrovirnen-
nella separazionc non nri abbandoni?". to;16 in terra, ho fanra di render vallo nluovcrsi. Bcnché vec-
chissirno, son arìcora e scntpre urt adolcscente, e se povcro,
alto di lignaggio. Lunga è la storia; ma il nrio dire si trascina
CAPITOLO V. AMOIìE È ACC<IIr<I IIA ZOLRVTTIA oltre misura, e tu affoghi nella noia".
Eravamo trc fratelli, tirati su tra infinite grazie, llé cono-
Disperato, Arnore, si dircsse in Egitto. Per lar più alla svel- sccvamo ilrdigerrza. Se appena acccrtnassi alle condizioni chc
ta, di due tappe ne lcce una c si trovò, con.re d'incanto, al rcgnano nclla nostra contrada, o ne descrivessi le meraviglic:
gran bazar. macchél non capiresti... E un lontano reanlc, ai confini dei
reami più lontani. Nove pcrcorsi 1o separano da qucsta con-
Anrorc, un bcl giorno, fecc apparizionc: trada. Solo chi conosce il cammino, può tetltarc di raggiun-
Idolo bcllo, turbanrento e tuntulto sLlo c()rrL-o gcrlo. Ma ò ora che ti narri la sua storia.?7
151 1r5
CAPITOLO VI. LA CITTADELLA DELL,ANIMA. ('crca non vi prcsti alcuna attenzione. Iìcsti padronc dclla sua
t':rv:rlcatura, ora che il secondo piano lo attcndc.
t. Sappi, dunque, che al di sopra della volta celeste - lrove cu- 3. E anche qui dtrc loggc. Nclla prima è posto un trono cl'a-
pole sovrapposte la compongono - v'ò un Tempio chc ha no- ri,t sul quale siede un pcrsonaggio l:r cui natura c\ inclinc al licd-
me Shahrestan-e Jan,la Cittadella dell'anirna. È circondata da r/tr.Egli anra mcntirc, calunniare, chiacchierar follernente, tor-
potenti bastioni e opcre di difesa grandiose. LJn giovatre mae- rììentare, snrarrirsi; seirza riposo giudica di ciò chc 11orì colro-
stro spiritualer8 custodisce f ingresso della Cittadella; il suo no- scc. Non distantc, nclla scconda loggia, si erge u1l trono di va-
me èJàvidàn Kharad, Madonna Sofia.re Benche< sia sempre in pore; v'e\ assiso un personaggio la cui natura c\ incline al cdldo.
viaggio, non abbandona mai il suo posto. ',,È dohto di perfetta Egli osserva e sperirrenta, sia ncl bcnc chc ncl rnalc; ora in vc-
memoria17 e sa leggere il Libro Divino [Kitàb-e Ilàhi]. Immcn- stc d'angclo, ora nclla pcllc di un dcmonio. Racchiude irr sé tc-
sa la sua eloquenza, eppure è nruto. Indicibile il numero dcgli sori incalcolabrli. Corosce ogni incantcsinro, c da lui s'impara
anni, eppure non ne porta il pcso, e acciacco alcur-ro l'ha mai la nragia. " Nor.r appcna scorgc chi arriva, eccelle rrell'arte di lu-
offeso. Chi vuol raggiungere la Cittadella, deve infrar-rgere sinqarlo; il braccio che gli passa intorno al collo c\ per farlo pe-
I'arco dalle sei corde,Jl" di amore intrecciare un laccio, mctter il rire. Ilranclisca il cavaliere la sua spada, ché quegli la ten.re; e in
morso della castità al destriero della concupiscenza, stcndere fuga allor si gctta.
sugli occhi il benefico collirio della vigilanza. Impugni, allora, .1. Ecco raggir.urto il terzo, ove si estende una loggia radiosa.
la spada della conoscenza: al Microcosmo [jahan-c kùtchak] Srr urr trono di tcrra, siedc un pcrsonaggio la cui natura c\ pros-
una caccia spietata; penetri nel reamc del Nord c la qlrarta parte sinra al pcrletto equilibrio. La nrcditazione [fikrl eì in h-ri pcr cc-
abitata della terra conquisti in tlltta fretta. Giunto nei pressi clel ccllcnza; gli appartiene u1r grall nllnlcro di scgrcti, anchc se
Microcosmo, vedrà sorgcre una città posta su trc piani. non rivcia nulla di ciò chc gli c\ stato confidato. Ogni tesoro di
z. A1 primo piano sono postc due logge. Nella prir-na, c'è un csperienza, nìaturato nelle logee inferiori, tien ben riposto; per
trono d'acqua, sul quale è assiso un pcrsonaggio la cui natura è tramc profitto, a tcnìp() dcbito.
incline all'umido. La sua facoltà di penetrazione è imnrerlsa, n1a
lo domina I'oblio. Qualunque formaJr gli si preser-rti, subito f)opo vagato a h.rngo a qllesto piano.
I'accoglie; nìa un attinto dopo non ha pirì ricordo. A ur-r cli- Il cavalier ritorni sulla via,
presso, nella scconda loggia, è posto un trollo diJitoco; appar- Perché da cinque porte il suo can.tt.t.tinrr
tiene a un personaggio la cui natura è incline al secctt. È irrge- È tr.r.rrrto, ec1 ora sorqc la pria.
gnoso, ma impuro. Può comprendere solo con lcntezza - dcci-
frato il simbolo [KashÈe romùz] - ecco ne afferra il senso e lo La prinra porta ha due battenti, in ci:rscun dei quali è al-
,5.
rinchiude pcr sempre nclla sua memoria. Quando scorge chi loggiato un trollo a forma di mandorla. Due terrcle soll sospesc
arriva, si mette subito a lusingarlo, tenta di sedurlo con ogni davanti al trono; I'una è ner:ì e I'altra bianca; anche nunrerosi
fantasmagoria; non contento, in nuova forma appare ad ogni lcsarlrenti pendon dinanzi alla porta. LJn pcrsonaggio sicdc sui
istante, che non sai più chi sia. È necessario chc il cavalierc alla duc troni. Lcsserc chc gli sta vicino veglia pererìrìc-nrelìte, c
1t- l17
pLÌò osscrvare il canrnrino a distanza di parccchì anrri. La nrag- t;ucsti è contcnuto, anche la porta 1o conrprcndc. Un tappcto
gior partc dcl tcmpo ò in viaggro, senzrì nruoversi cli una sola circonda il Microcosnro. Sul tappeto sicde trn personaggio chc
paras:ìllga. Dovunquc voglia andare, fosse pnrc a grarrde cli- nc occupa I'intera superficic. A lui l'irrcarico di giudic:rre qli ot-
strìnza, vi giungc con 1:r rapidità dcl fulnrinc. A chi voglia in- to contrari, e rcnder rnaniÈsta la dift.;rellza. Ncppure pcr tlll
trodursi, rìo1ì pernlette d'entrarc ir.rosscrvato. Faccia giorno lì ;rttinro vien nrcuo a qtrcsto conÌpito. Il stttl tlot.ttc c\ "1)ifftrell-
o là, in un battibaler-ro l'ha già saputo. zi;rtorc".r't Talvolta dà I'ordilrc di arrotolarc il tappcto c cirittclc-
6. Poi il cavaliere arriva alla scconda porta. Anchc qr-rclla ha rc qucst'ultirììa portJ.
dr-rcbattcnti, ciascun dci quali introchrce a utra galleria dal per- to. Quando ha superato le cinque porte, il cevalicrc rìs-
corso magico. hr fondo a ogrù vcstibolo si ergc un tron() circo- qir-rnee il ccntro della Cittadclla - che ò conrc dirc i1 Microco-
1arc. (Jn personaggio sicdc sui duc troni. Si chianra "lnforrna- srìlo - per dirigersi, poi, r-rclla forcsta. LJn:r volta dcrltri). scor-
torc", cd ha al suo scrvizitl un nlcssrgqer«r chc ò sen.rprc in qc urr fuoco bel attizzato. un pcrsotlaggio c\ scclttttl vicirro ll
canrnrino, con I'ordine di captarc c trasnlcttcrgli otni fìrnrra firoco ed ò intetrtct a cuoccr qualcosa; ttu secotrclo ha cura chc llt
che si va generanclo, sì da avernc all'istantc conosccnza. Suo fìantma ben risplcnda; un terzo, infinc, ticn ferl-rl:r ll cosa lt clrtc
contpito c\ rif,brirc anche cli cicì che ascolta. Ttrttavia llorl acco- nrani, fit-r quattdo tron sia cotta a plultillo. (Jn altro allcorll sc-
glic indifferclltcnlclltc qualsiasi fc>rnra, né 1.11'511 rtttcnziouc t para la schiun-ra dall'elcrnertto sottilc, e rlctte c1a partc ciò chc
qr-ralunquc suorìo. rcsta in fondo alla marmitta. Vi è poi chi lo leva c lo clistribui-
7. l)i là, il cavaiicrc giurrge all;ì tcrza port:ì. Anchc cltrcst:r ha sce fra gli abitanti dclla Cittaclella. Egli clà al sottilc citì chc c\
duc battcnti; :r cntranrbi scguc una lurrsrt gallcria, disposta in pitì sottile; al dcnso, ciò che e\ piùt denso. LJtr pcrsouaggio cli al-
rrroclo talc chc le clue vie sboccano in un'unica loggia, c clui ap- ta statura pone attctlzione a chi ha glà adcnlpittto al trlttrituctr-
paiorr clue troni. Sr.ri clne troni sicclc trn pcrsona[eio. circ ha tur to, c 1o attira vcrso l'alto. A1 cclltro dclla fbresta vivc'rt.to tltt
scrvitore di nonre "Vcnto" Ibad]. ()gni giorno costr-ri f,r il girc> lcone e r,ur cinghialc. '6 I1 pritttct ò occtrpato llotte c giorrlo rr ttc-
dcl nrorrclo. e di tutto ciò che ir.rcontra, bcllo o brr-rtto chc sia, cidcre e a sbran;ìrc; il sccottclo, azzalllllì, divor:r c prosciug:r
{Ìlicne collsegnlì una partc, cc1 cgli la lu sua. pc)zze e torrenti. Il cavalicre libcri ora il laccio dallc cinghic cicl-
,S. I)a qui, :rlla qtrarta porta, pir-ì vasta clcllc prinre trc. Ecl cc- le sella c, presa la tnira. lo tiri al collo dei due, chc - tttra vcllt,l
co unrì sorgcllte d'acqua frcsc:r. c trltt'ilìtorl1o rln r1ìLlro cli pcr- in strcttoie - sarall gctt:tti irtsienrc dovc cel'itlt.
lc. Al ccntrr> dclla s()rgclltc, v'e\ Lur trono cnliato daile ac--que, e r t. È terrlpc, che il cavalierc sprotri il suo clestricro; alla vc>cc
su qllesto trono ruì persou:rgeio che ha llonle "[)cgust:rt<:lrc".
r+
lo pungoli, che< di un sol balzo - lc trove golc ricacci:rtc itr b:lsstr
Eeli cliscenre fra le quattro qualità cotrtraric, c sr-ra fircoltà c\ cli- - cmerga c poi, librando, al gran portoncì dcll'A1nu Clittaclclle
viderlc c orclinarle. Notte e qionro attencle a questa firnzionc. abbia a bussarc. Ora ttt't Saggio lo accoqlie, " c cor', gcsto c()rtc-
Ma ha 1'ordiue cli adenrpierc al stro colrlpito ncll:r nristrra clcl sc lo invita ad avvicittarsi. V'ò lrtla Sorgctrtc cla ctri sg()rgl
i8
bisoqno. L Acqua dclla Vita IAb-c zerrdcganr l. Chc il cavalicrc vi f lct'irr
9. Il cavalierc, infinc, rageiungc 1a quinta porta. Chc sr cL- le abluzioni. Solo allora compretrdcrà il Libro l)ivino.
spicga intonro alla Cittaclclla clcl Micrc)cosnìo. Tr-rtto ciir chc in rz. Al cli sopra di qucsta Cittaclella, vi sotro altrc Cittac'lclÌe , "'
I1l
e il Saggio mostra al cavalicrc la via che conduce a tlrtte; e, per tutto qucl che potevamo imr.nagitrarr:. Ma non pernrise chc ac-
ognurla, 1o inizia a slla scicrlza. Ma sc raccontassi la storiarlrdi .. cdessinro a quei Cieli, c pianti e lamenti notr I'eccro chc accrc-
qtrei Cicli, vi srnarrircstc; pcrciò ha fine qui il nrio raccollto; sccrc la sua indif-fì:renza.r' l)itrarlzi al latto colllpillto, oglltlll()
pace a voi, sc avctc comprcìso. prcsc la slla strada: Nostalgia vcrso la tcrra di Canaan; icl,
Anrore, in Egitto".
Zolaykha - gli occhi gonfi di pianto - quando Amorc ebbe
(]APIToLO VII. AMORE GUIDA ZOLAYKfIA tinrto di raccolltare gli fecc dono della casa e di ogni altro stto
VEIìSO IL CIOVANE GIUSEPPT]. rrvcre; ché anlava il dio assai piùr della vita. Così fu, fitr quarrdcr
Gir-rseppe non andò in Egitto. Dovttnque si parlò dcll'avveni-
Zolaykhà, visto che Anrore aveva ternlinato il suo raccorlto, nìento. La notizia giunse a Zolaykhà, che la raccolrtò ad Atlro-
insisté di nuovo: "Perché sci verlLrto fin qui, clal tuo lontano rc. Qucsti pose un braccio illtorno al collo c1i Zolaykhà, c in-
reanre?". Egli, dunquc, costretto a ripretrder la storia, sospirò: sier.nc partirono alla volta di Giuseppc. Appena la lanciulla vi-
"Eravanro trc fratclli: il nraggiorc cbbe nor.r-re Bellezza - è lui rie il giovanc Gitrseppc, si fèce avallti; nra fu conle avcr visto la
che ci ha educati - c il piùr giovanc cbbc non-rc Nostalgia. Gra- (ll"rimera, ché smise d'esscr tclììperallte, sfidò ccnsura e buona
dito a noi più di ogni altro bcnc, csscrc Un da Tre. Ma ecco, condotta, c di punto in bianco divenne addirittur:r malitrconi-
alf inrprovviso, la vocc che sulla Tcrra un lllrovo csscrcì ha fatto ca. La gcntc si nrise a calunrtiarla, cd ella, fuori di sé, car-rtcrel-
apparizione. Costui, o meraviglial, è insiemc celcstc c tcìrrcì- lava qucsti versi:
stre, corporeo t: spiritLralc. Egli ha riccvuto in credità i confini
dclla Terra; ch'è conre dire aver già r-rn piede ncl rìostro lìcamc. Nulla più fcriscc chi rivelò il suo scsreto.
Figtrrarsi il dcsidcrio di potcrlo contenrplare. Lintero Pléronn [Jtr caso sin-rilc al mio tlorl rintallc llasc()sto.
si rivolse a Me , ed io csposi la situazionc a f)ellezza, nostra gui- Si presume che io ti ami;
da. La mia passionc supcra qtlel che si preslillle'
'Pazientatc' mi dissc. 'Il tcnrpo di rccarnri laggitì, il tenrpo di
vederlo: se mi piacc, statc pur ccrti, vi chianrcrò'. E noi tutti a
dire: 'Sia così'. CAPITOLo VIII. NOSTALGIA GUII)A GIACOBBE
Corrre il larnpo, lJcllczza raggiunsc la cittadclla di Adarno VEIìS() IL GI()VANE GIUSITPPE'
lÀo 161
dcl cuorc'' Al suo
averi - si mise in viaggio. una volta in Egrtto, bussò alla porta ,kr I'ttmana diurora, scencla gitì rlclla cellula
vivranno gloriose; c st
del palazzo del primo ministro. Quando vi fu anrnresso, vide p.rssaggio, certc cose morirantro' lltre
riscrva' h-r capo a
Giuseppe e Zolaykha sedrrti sul trono reale. Appena Nostalgia ,klvrà passar pcr o!5nuna ctre il dio di afi1orc
l'asscdio e recarsi alla
vide Amore riunito aBellezza, cadde in ginocchio, c Giecobbe ,1,,.1.h. ,.*io, egli dccide di toglierc
solo - può
fece lo stesso, insieme ai suoi figli. Disse allora Giuseppe: "Pa- ( irrte di Bellczza. Conre ben si sa' è Amorc che -
cd e\ utile
dre, fratelli miei, questa è la spicgazione [ta'wil]"'dcl nrio so- tortclurre 1'aspirantc all'oggc:tto di sua,aspiraz-iorrc;
ad anrorc;r7 seguirc cclt'toscetlza di
gno: ecco le undici stelle, comc pure il Sole e la Luna; e le ho 1,., q.r"aro ,lar totalc ""t'i'-o
viste inginocchiarsi tLltte quante dinanzi a me" (Corano tz,q)- .ltrci gracli pcr cui passano i Fcdeli d'Amore" '
E' T)F'LL,AMORE'
CAPITOLO IX. DEL RAPPORTO FRA L'ELLEZZA, CAPITOLo X. DELLA CONOS(]ENZA
AMORE E NOSTALGIA.
L'attrore, [niahabbat] qttando raggiungc
il suo apogco' c\ dctto
prerché ogni passionc
Devi sapere che, fra i nomi che designano BelTezza, vc ne sono passione i'irt q1. q.r.,ìi supere l'anrore'
,l',,r-t or. sempre è amore; lna ul1
qtlalsiasi an1()re può tlotl csse-
due che le stanno a penncllo; "Pcrfezione" [kaniàll e "Grazia"
clclla cotloscellza; e sc
[jamàl]. Dice la tradizione: "Dio AÌtissimo è bello c arna la re passionc. Lamorc ò piùr particolarc.
collosccnza e\ Anrorc'
bellezza," . Tutti gli esseri spirituali e corporei ricercano ugual- ,rgni Anrore e\ Cotrosc"rl'"," tron ogtri
anìore e odio' co-
mente la perfczione, e non sc ne vede uno chc trascuri la bcl- I)alla cor-rosccrìza sbocciano cluc opposti:
rìoscere, qtlando si rifèrisce a Lln oggctto
irl perfett:t corrispcltl-
lezza. Elevarsi a lei è iÌ massimo sforzo che è lccito compierc
che spirituale' ha tlonre
per aver accesso al bene. denza e concordanza, sia materialc
Ma affannosa c\ la ricerca, senza la mediazione di Amorc.+a "Pttro lJet.rc" fKhayr-e nrahzl o "Perfeziot.rc Assoh'tta" IK"-
si ri'ferisce'
Tuttavia, amore non apre a chiunque la via che conduce a lui; ;i; nroir"ql. È ciò chc I'anirna rsosna' Qua,do
che n.raterialc' né itr cor-
egli non ha fissa dimora, né si n.rostra a qualsiasi ssuardo. Se itrvcce, ad altro oggctto, sia spirituale
norr è che "Puro Male"
riesce a scovar l'esserc adatto, gf invia il proprio Messaggero, rispondetrza né in concordanza' rrltri
"Carenza Assoluta" [Neqs-e -«l'l"q1 A]::11-
ché purifichi la casa e non permetta ad alcuno di entrarvi. Ed è ISharr-e mahz]o
trrle tlggctto provrì s11ì-
Nostalgia che amunzia I'arrivo del Salonrone dell'anrorc,l't c a mo dcll',orrore l',anima fugg., e contr()
qenerc di coltoscetrza llasce Altro-
gralì vocc proclama: "Formiche, fornriche!, rientrate nclle vo- ccra avvcrsione' l)al pti'-'io
stre dimore; che Salornone e i suoi armati non abbiano a di- re, dal secondo si senera C)clio'
clell'Anrore c
struggervi" (Corano 27,t8). Tre, i gradi di perfèzione: della ConoscetTza'
acccdcre al più clevato
Le formiche, che nella favola altro non sono che i cinquc della pasJione d'Amore' Notr si può
se non scalando
(]<lnosccttza e Atnorc'
sensi, sc sapralì tel)ere il loro posto colì fernrezza, usciraruro sa- IAmorc appassionatol
E tale è il ,.]r-tro dclla nrassinra:
"l)ue passi e sei giunto"' Comc
ne e salve dagli Assalti di Amorc, e nessurl disordine insidierà
e Arllorc' così
il ccrvello.a6 In seguito, bisogna che Amorc, ispezionata a fon- Appassiorrato Amore c\ vcrtice a Conoscetrza
l())
162
chi vi giunge è vertice lui stesso di mistici e
sapienti. +e Da qui i si;rrro quelle acque e leggerissimabrczza,lo dicc il Profcta: "In-
versi: "Non è di chiunque, l'Amore appassionato.
Solo I uo_ ( ()ntro il Respiro del Miscricordioso, che soffìa laggitì dallo
mo compiuto è un Fedcle d'Amorc,,.
Yctttctt". ii
"Verbo Eccellcntc" [Kalima tayyiba]n han nonle le fonda-
nrcnta, e anche "Albero Eccellente", poiché Dio fa dell'Albero
CAPITOLO XI. DELLE FONDAMENTA DEL CUORÌT
rl sinrbolo stesso del Verbo (Corano t+,29).Di Lui v'è un palli-
E DELL,AMORE APPASSIONATO.
rlo riflesso nel mondo della generazione e della corruzione:
ornbra, corpo, o albero dal tronco snello. Quando l'Alberc>
La parola 'ishq, chc sta per passione d'Amorc,
proviore da Ucccllente comincia a cresccre c in alto tcndc i suoi rarni. ccccr
'ashaqa - edera
- pianta che attecchisce ara base àegli alberi. clrc Amore appare e 1o avvolgc; di sua esistcnza dissecca la lin-
Essa comincia col nletter salcle radici nel
suolo e si arrlnrpica, e lìr, sì che stretta di Amorc rlon acccnlli e placarsi di un poco.
gira intorno al tronco: ben presto costringc t,_rtto
l,"lb".o. Allora il riflcsso di qucst'Albero addirittura impallidisce e, in
Questi prova un tale tornle,to che ra sua rinfa stessa si dissec-
trn sol colpo, il lcgame fra I'Archetipo Celeste e il suo riflesso
ca. ogni nutrimento destinato a lui, umido
o asciutto che sia, trnalmcnte si spezza. t' f Albcro divicnc "anima assoluta" [ra-
I'edera se lo prende, ed esso languisce fino
a morir del tutto. vin-e nrotlaql, ormai degna di stare nel Mdlakit A lei si dice:
Anche nel mondo umano, o Microcosmo, v,è
un albero di "Entra nel paradiso, siedi tra i miei fcdcli" (tì9,3o-3r).
figura slanciata, che affonda le radici nelle fondamenta
del cuo_ Ed è I'Arnore appassionato chc infondc all'anima una simile:
re. Esse traggono alimcnto dall,humus del Mdlakùt 50 .,Tlltto
clignità [shàyestagil. Amore è opera degna di condurla a tanto,
ciò che vi si trova, ha un,anima e vivc: sia durissima
pietra che poiché "sale a Lui il Verbo Ecccilcntc, cd Egli trac a si:l'opcra
senrplice zo71a."
clegna" (:S,rr).Dignità ò I'attitudine necessaria a questo rarì-
Le fondamenta del cuore sono un senrc che
dal granaio della uo. Quando si dicc che qualcuno è degno, s'intende che egli ha
dimora degli Spiriti - ,.gli Spiriti sono arruolatc
schiere,, _ il I'attitudinc. Ancorché l'Amorc appassionato conduca l'aninra
giardiniere che precede e segucì ogpi eternità
ha trapiantato nel al Mondo Invisibilc. deve pdma dissiparne il corpo. poiché nel
giardino dcl Malakùt; com,ò scrirto: .,Lo Spirito
procede dal_ nrondo della generazione e della corruzione non v'ò nulla che
l'imperativo del mio Signore,,
GZ,gl). Su questo scme, il giar_ sopporti il peso di un tale Arnorc. Così i vcrsi dcl pocta:
diniere veglia con cura gelosa, perché "i cuori
degli uon-rinlso,
tenuti fra due dita dal Misericordioso; che se li
gira e rigira co_ Ho io un nemico che di unirsi a tc agogna?
me a I ui piace".rl fAcqua della co,osce.za
ò il suo ,utrimen_ Possa non conosccrne la gioia un solo istante!
"E per l'acqua, che ogni cosa vive,, (zr,3r).
::,
ltevebrezza, a cui allude qucsta tradizione: "Dio
E c,è poi una No, non ho altra imprccazionc pcr lui,
soffia un arito Pcrché, anchc fosse di fe'rro,
di vento per ogni giorno della tua vita,,.52
euando quelle acque Per sua pena il tlro amore è sufficiente.
e questa brezza arrivano alle fondamenta del
..r.r.., mille e
mille leggerissime ali s'alza, di qui frusciando.
eua,to dolci
164
165
CAPITOLO XII. DEL SACRIFICIO NECESSAIìIO. rì()sccnza. in vista cli svelar qucl ch'è velato, per mczzo di ciò
cltc si conosce. Tonra c ritorua, rotto oglìi ficno, r.rel deserto
LAmore appassionato ['ishq] ò servo nato in larniglia e nutrito ..lci propri deliri. "Essa non scrve acl arare, tlé a irrorarc i cam-
1ai 167
EPISTOLA I)ELLE ALTE TORRI
(Risalat al-Abrai)
t. I ragionamcnti che scguono han l'inrpronta dell'ardcntc , dei successi, per i fratelli dell'anacoresi mistica, il
,.'sso
dcsiderio; le parolc, nn nristico saporc. Lc abbiamo scrittc rrrrico scopo è raggiungerc la luce del tau,hld.
perché i nostri fratelli, anacoreti spirituali, 1 cc lo hanno ri- 5. I bagliori del sole della deità [lahutl sorgono sulle tcr-
chicsto. t
r.rzzc dell'esseìre, che in sé non ha I'essere. Fino a quatrdo irr-
rlrrgercte nel rccesso tenebroso della vostra fisicità? Firro a
,;uando accudirete al tempio corporale, come fbste degli
rdoli? Beato colui che, uscito dalle proprie miseric e rag-
siturto il Tempio [Ka'ba] della fede, s'ò liberato infine della
z. Sappiate , lratelli anacoreti - possa Iddio aiutarvi con la lu- schiavitù delle tcnebre. A voi, dunque, tenervi sulla Soglia,
ce del tawhtd - il bencficio che si otticne con l'anacoresi rrr>n perdere di vista il vicinato! Non si smarrisce chi cerca la
[ta.lrrd]: ò rapidità di ritorno in patria, riunione al mondo Soglia, non è frustrato chi ne ha fatto scopo.
superiore. Il signifìcato dclle parolc del Profèta: "L'amore 6. Salutiamo l'anirna che ha lasciato il nido ed è volata al
per la patria fa parte della fcde", allude a qucsto, così come suo Signorc; si rallcgra d'aver la medesima leggerezza degli
il Corano dell'Altissinro: "Aninra del fcdelc, rirorna al tucr Spiriti! Ella ha percorso le vie dell'un1arlo Karma [nas[rt, la
Sigrrorc nrolto soddisfatt:r, nrolto soddisfìtta" (89,27). ln t'ondizione unlanal pcr raggiunger la dinrora divina [àhùt].
effetti, ritorno inrplica anteriorità della presenza. Si dicc, S'è liberata dai ceppi dci Dieci [i sensi esterni e interni]; or-
I-orsc, a qualcuno che non ha visto rnai I'Egitto: "Torna in rnai prova diletto in conrpagnia degli Arcangcli.u Dal basso
Egitto"?r Guàrdati, durrque, dal prenderc per 'patria' Da- raggiunge altezze sacros:ìnte. A lei cicì che tressun occhio ha
nrasco o Bagdag; ché questc son città tel'rcr)e. Ora, il Profr-'ta visto, alcun orccchio udito, quel che non è salito al cuore di
dichiara: "L'anrore di questo mondo è il principio di ogni rìcssun uonto.'
peccato".
7. Felicissimi quclli che hanno per stazione di sosta l'ttnra-
3. Quando hai ben conrpreso ciò chc significa "tua pa- na condizione, e per luogo ove spiccare il volo il libero spa-
tria", csci dalla "città i cui abitarrti sor.ro dcgli oppressori"r
zio dell'eternità. Signore nostrol Includici nel numero dì
@,lZ). A che pro, I'anacoresi, se il risultato non è di "ricon- quei che sono perfetti comc il "padre"' loro, chc han rotto
giungersi"? Chi separasse la propria fornra spirituale dai le- clgni lcgame di urnana parentcla, e not.t si aftìdano per nulla
gan-ri della natura fisica, incapace di riunirsi al mondo della al mondo degli Elerncnti, né si adattauo alla società degii
Vera Realtà, sonrigliercbbe a qualcuno chc, avcndo prcpara- abitatori dello spazio e del tenrpo, affinché trotr sianto tratte-
to una medicina per guarire, illuso aspcttasse alÌcora I'esito nuti, in vincoli, nell'inferno del divenirel
del trattarnento. tl. E sappi che "l'amore per la patria fa parte della fedc".
4. Cavalcatura è anacoresi spirituale. Se si conrincia col Sc sci ncl nuntero dei veri uomini Irijàll, rìolì ti contelltare
praticare un passaggio pcr uscire dai Sei, se si rinuncia ai dei "si dice", non dissipare gli afflati preziosi dclla vita nei
I)ieci e si tagliano fuori i Quattroa - nosrro C)rielrtc il mon- godinrenti inferiori. Fin quando t'itrsozzerai nel sudiciunrc
do del Solo e lJnico - eccc'rci dcgrri di "ricongiungerci"; suc- della tonrba, dove i raggi del sole non ti possorlo raggiungerc?
t70
9. Ecco, le Luci sorgono sui ricettacoli, c han restaurato la rrrrgratrice, custode dei prodigi dell'amantissimo Signore'
complessione dei "templi".e Che il cieco lo ncghi, non im- t 4. Essenziale, per l'amante infelice, volgersi
alla maestà
pedisce loro l'effusione. È deil'ambra profumata, esalare il ,lt.ll'amato, coglierlo! Ecco perché la Lur1a si affretta si aÈ
proprio aroma nei convegni d'amore e alle torri di guardia lrctta, e appena due giorni sosta nella stessa casa, finché dal
ove si apposta colui che aspira al mondo sacrosanto. Che il pcrigeo del novilunio speditamente a luna giunge'
raffrcddato non lo percepisca, toglie un granché al profumo r 5. Quando i due astri si oppongono, c minore è la
distan-
dell'ambra? t:., i raggt del Sole si riflettono sul suo e ssere' Che presto av-
ro. Se di colpo si dissipasse la nube dclle calan-rità, c la vlrnpa, e come brace di sua Luce brilla, dopo che in tanta te-
mortifera nuvola del vento traesse in alto la sabbia, vedresti rrcbra ha trascorso. La Luna si contempla: ò Sole ovunque! e
infine ciò che ti è nascosto. Posa una scala a sedici pioli,t0 sali il Solc in lei si piace. "Io sono il Sole!" esclama'
su su alla tcrrazza del cielo, ovc hanno sede le realtà ieratiche r6. Abù Yaztd Bastamr, Hallàj - e altri ancora - furono
[qodsiyàt], per giunger tramite lo spirituale Irtrhaniyàtl a rDacstri dell'anacoresi mistica: Lune nel cic10 del tdluhtd.
quella delle purc Intclligenze ['aqliyat]. (]uando la rossa terra del cuore fu tutta illuminata dalla luce
r r. Poi entra nel Tempio [Ka'ba] dclla preeternità e rccita: tlel loro Signore, rivelarono il segreto, un tcmpo nascosto
a
"Ho rivolto il mio viso a colui che ha crcato i Cieli e la Ter- . r,-,anifesto. È pio, che diede loro la parola: "Dio, che rende
ra" (6,79). E ancora: "La coppa si affini mentrc si affina il vi- rrgni cosa eloquente" (4t'zt): Egli parla per bocca degli
no / Tutt'e due si rassomiglino fino all'ornogcncità / Si di- Arnici.
rebbe vino e non già una coppa / Si direbbc coppa e non già
del vino".
I2. Sii certo: chi risolve questo enigma s'impadronisce del III
tesoro: Intimo piacere, Ardcnte desiderio, Appassionato
nascosti i tesori
amore, poi Annullamento, poi Sovrcsistenza. Non v'ò città r7. A te risolver I'umana teurgte,,lz che ticn
oltre 'Abbadàn, e 'Abbadàn non ha limiti. rlel mondo sacrosanto. Chi ne ha il potere, a lui I'oggetto
dclla Grande Cerca Imaqsùdl, compimento di sua adorazio-
rre[ma'bùd].Eglisielevadall,abissodeicorpiallesublimi
II Spiriti; dal perigeo della depressione all'apice di
^ltir*degli
ogni sommità ['Illiyun]. La bellezza dell'lJno contempla'
13. E sappi - Dio ti conceda una visionc interiore che lui l'.te.ro raggiunge; e I'insidia dell'occulto [shirk]tj non 1o
stesso ha suscitato- che la Luna è amante sincera della rcgi- tocca.
na77 degli astri, sovrana dei luminari vaganti nel suo traver- t8. Ecco: prendi una fune a due capi, cui tigre e icna/a a
sare le pianure celesti, per luce vittoriosa di tcncbre, custo- ognun dei due aggiogare. In seguito, guadagni trecentoses-
de dei secoli e dei tempi, dispensatrice di grazie alla terra, santa mari, poi duecentoquarantotto montagne' congiunte a
colei che conduce le nascite dalla potenza all'atto, grande quattro altissime, disposte nelle sei direzioni' Così, pervieni
172 1zt
::. Sci giLulto tlla qttitùa lorrc' che riur.riscc
ttttto' luogtr
ad una cittadella di dieci torri, rnunita e alloggiata sulle vet-
te; cui tocca muoversi in ragione del moto, dell'ombra della ovc si pe...pirco,ro i contrari: il duro e il nolle'
"at-
suprema cima. " :4. l)inanzi a te, la scs/a, prinra dellc torri interuc Io
dallc prinre cin-
i9. Nella prima torre (la prima esterna o "continentale"), rrrosfcriche"l. Vedrai una loggia' illtrminata
un personaggio eloquente. Presso di lui, trovcrai i sapori c i (luc torri, che come l-ricchia v'è raccolta'
-:,5. La settimd ò lo scrigno
delle altre'
più svariati oggetti del gusto. Quando lo vedi, non ti lasciar
dellc logge cster-
sedurre da sue delizie; quando lo contcmpli, non prestar at- 26. Ecco l'ottaua torre, ttella qualc I'averc
rrc c intcrue è raccolto; e pcr sua opera
si riconoscc l'anliccr
tenzione alla dolcezza. Ché afflizione è consegnenza a deli-
zie; veleno, ciò che resta di dolcezza. Il piacere di r,rn'ora e\ rlrrl r.rcmico.
a ritlettervisi
spesso causa di lungo affanno.16 27. L-a trotm: discttminatrice' il ctli r-rorne' ove
zo. Superata la prima torrc, si parerà dinanzi lt, seconda. È. riutro Luna/; o lc stelle' varia'
stanza del
provvista di duc porticine, dispostc in senso longitudinale, 28. Dt'cirnrt /crrrc, itlfiue, di certe logge internc
rispetto alla cittadella. Il cammino per salirvi è irnpervio; a t cs()ro .
meno chc non si usi a mo' di scala l'aria stessa. Appena 1à,
vedrai due personaggi sedere sulle cupole di quclla. Prcsso
IV
di loro, i profumi piùr rari: dell'ambra grigia e dcl nruschicr
odoroso. Sta' in guardia dai profumi materiali; che non ti
-:,9. Oltrcpassate ie clicci <1imore,
cccoti al pacse della sta-bili-
vietirro di percepire aliti e brezze ancora piir sottili.
t;. '' ll p.irr-r., che incot.rtri - un Saggio - c\
tltl tlolllo bcllo e
zr. Appena oltrc' la scconda torre, ecco la terzd, disposta sia nello spazio
nel scnso della larghezza della cittadella. Essa è provvista di l'",,rrinoso più clel plenilunio, '' per.rsa! Renché
clcll'esscrc che c1i per sé tlon ha essere'
ttoll c'L\ luogo alcltnt:r
un [doppio] belvedcre, diviso fra due rrrandorlc, ovc attorno
chc possa contencrlo' Svelto a rientrare
in sé' scnza operar
son tese cordicelle di seta, mentre una collina giace fra le
inrnrobile' I
duc. In ciascuno dei bclvedere è un trono d'ebano c avorio. movimento; lerrto a subire un chc' senza esserc
suoi dcnti schiariscono il sorriso; eppure
t]on ha dcnti'r0 Egli
Su ogni trono siede un personaggio di taglia sottile, guancia
è l'interpretc eloclucnte;2' tna not-r ha lingr-ra'
Egli rivcla ai
d'agata, delicato carattere, maniere gentili; egli osscrva e
di lui' assicluc>;
gitrdica labellezza delle luci; conosce bene ciò che spcrirncn- Profeti lrpiru gli Amici di Dio' Sii presso
" Noverr che forma-
ta. Non val la pena fernrarsi: va' oltre! conre colr-ri chc, l1- metti a p.otì,,oìa bcr'evc'lenza sua e dei
I'Unica Bellezza, è fedelc d'antore. no il Gran Pléroma'
e clicci - la confraternita che
zz. La Etarta si profila sui due lati del fortilizio, che ivi esi- 3o. Sappi che essi sotlo - tLltti
volqe e loro'
bisce due bastioni possenti. Difese di cartilagini attorno. E mai lascia Lln coIllPagno in indigenza' Chi si
clell'csserc:
questa torre attira a sé da tutti gli orizzonti clilettcvoli suoni, notr rischia abbanclorxr' Essi sotlo la quirrtcsserrza
vi son riunite melodic e accordi fra i più sublinri, e non te nc i Vicinissinli a Coltli ch'c\ oggetto di adtrrlziotrc'
assai Benòfici Si-
incantare. 3I. Quando, colìrpasllo t q'"tti Dicci'
175
tit
gnori, ispirerai il tuo costume ai loro, s, di te sorgeran,o le:
Luci etcrne, e l'impronta divina nel tuo spirito si conrpiace_
rà. Eccoti, allora, liberato dal ,odo scorsoio del dive,ire.
volgerai all'Eter,o, al Be.efico. per ntezzo clclla visione.
superfluo sarà og,i spiegare; nella Realtà della parola, dirai:
"A lui ritornano tutte le cose" (42, j3), e: .,Nel tuo Signore c\ XI. UN GIOIìNO,
il loro fine" (79,44). U,ica espressione: la sile.ziosa li,gua CON UN GRUPPO DI SUFI...
del tuo vissuto.
176
r. [Jn giorno, con un gruppo di sufi, nr,cro ferrnato _ per loro distanza dal centro: più una ò
.rllc altre, dipcnderà dalla
una breve sosta - sotto una loggia, che in arabo è klnrryih:, lontana, più lentamcnte tornerà laddove cì partita. A condi-
luogo mistico dove risiedc I'Argelo. Ciascu,o cii .oi s,era zionc che tutte le sfcre siano uguali; se una è pitì piccola delle
fatto un dovcre di raccontar qualcosa degli insegnantenti del .rltre, compirà il suo percorso in maggior tcmpo. In cffctti,
suo shaykh. :rlla piccola sfera, per girar dieci voltc, occorre 1o stcsso tenr-
Ricordo chc trrra volta, trovandonri irr srrr
Frcsclrza. co_ 1,o che a una sfcra dieci volte più grande per girare una volta
minciai a intrattcnerlo così: sola.
lo: Che arte meravigliosa, quclla dei lapidari!
Io: Oggi sono andaro per il quartierc, dovc i lapidari - Lo shaykh: V'è una celebrc storia'chc dà lustro alla lo-
-
t,ìgono bottcga. vc n'era uno che avcva di,a,zi a sé u. di- -
r() artc. Ma nessuno la racconta per intcro, o ne conosce il
sco, e in nrano una pietra prcziosa. La passava c ripassava al sclìso nascosto.
disco; in breve, r-re sarcbbe venuta fuori u,a piccola sfcra I()' Quale storia?
pcrfettanre,te rotonda. Mi posi, allora, la qucstio,c: se il di- - Lo shaykh: C'era una volta un lapidario, che possede-
3.-
sco, che gira dall'alto in basso, vcnisse a sirare in piano, al va una pietra preziosa. Non vcdcva l'ora di metterci nlano,
suolo, comc la macira di ur-r molino,r c il lapiclari. vi ,ret_ pcr esercitare il proprio talento. Da questa pictra cavò un
tesse sopra una sfcra, questa avrebbc o non avrcbbc _ pcr
il globo: 6 chc ò come dirc una sfera. Di ciò chc ritnase - taglia-
movimento ir,presso al disco - u, sllo .rovimcnto? Non to il primo * ne lecc un altro, al suo intcrno; di ciò chc rima-
riuscivo a districarmi da qr_rcl dilemrna.r sc da questi, un tcrzo, e così via fino al nlllnero di nove. Coi
Lo shaykh: A,chc la sfera girercbbc, r.ra all,i.cortra_ trucioli dclla lavorazione fece un gioiello, che rnise fra due
-
rio, rispetto al ntovir,crto dcl disco; i, ,rodo chc, sc questi vcstiti. Della stoffà di quci vt'stiti. un taglio era privo di co-
si muovcsse da si,istra a destra, quella sircrebbe i, serso i,-
lore, 1'altro propendeva al bianco. Fissò qucsto gioiello al
verso. Suppo,i di avere u,'assc, ove porre all'cstrc.rità ura ccntro,r e diede splendore di lurne al prinro globo. Sul se-
sfera; se tiri a te bruscarn,rtc I'assc, ra sfcra caclrà clal lato op-
condo, dipinsc un gran numero di arance e le cosparse d'o-
posto a quello dello strappo, nel purlro più lontar.ro da tc. ro. Sul terzo c quarto - c così di scguito firto al ltono - nc di-
z. Io: Mettian-ro, ora, chc sull,asse vi siano uua o piir pinse una sola.8 Misc, poi, il globo bcn ortrato al tornio;
-
sferc. osscrvcrall.o, qLleste, u,a medcsinra traiettoria di ca-
questi girava da sinistra a destra, nìentre lc arance ch'erau su
duta? r
ogni globo, alf incontrario; ché se alcuno avesse guardato
Lo shaykh: Traccia dicci li,ce concentriche s,lla sllper- dal centro del nono, al finc di scorqcrvi il primo, avrebbe
-
ficie del disco, in ,rodo che ogni rinea corrisponda ail'itlne- avuto lena di pensar trattarsi di uno solo, e chc tutte 1e aratl-
rario di ciascura sfera. (Jna volta posta la sfcra sulla rinea, cc su quello stesso lossero dipinte. E pcr utoviltlcnto estre-
essa non devierà dal tracciato. Metti, dunquc, una slcra
su mo dei globi, avrebbe pensato che il giorello appuntato fra lc
ogri li,ea e fa' girare il disco. euella pitì vicira al cc.rro, pieghe del bcl vestito, al centro dcl notro, fosse là sospcso, a
raggiungerà piir rapidanlente il punto di partenza. ugual distanza. da ogni punto del globo che I'inch-rdcva.e
euanto
17,
Sc consi-
Io Senza dubbio, pensi che io pure sia al centro di que- - Lo shayklt: Per via della posizionc mcdiana'
- ,l, r'i tlltestc settc stelle, il solc si trova nel
rnezzo'ir Volendo
sto slobo. Ma non comprendo ciò che vuoi dirnri. Spiega
sopra c due al di
ancora, ti prego; ch'io possa trarne qualche insegnanrento. r('ncr colrto di tuttc le Sfèrc, clttc son al di
Da clualun-
4. Lo shaykh: Quando il Creatore - grande la sua gloria ',trtto clcllc Sette:rr trna ò Athtr, I'altra Zaml'tarlr'
- Egli si com-
rluC parte tu voglia ritàrti, il Sole ò. al ccntro'i1
- creò le Sfere celcsti, a loro decoro, e mise una Luce in favo- viva' quando corrc per la
re della Prima. Qucsta Sfèra (la norla a partire dalla Terra), a l)()rtt conle un rusccllo d'acqua troppo
causa della sua rìatllra estrellranrente sottilc, non pote< esser ,.,,,,p.grr. Se a causa dcl pictranre' o di un suolo
( ()rìtpatto, l'acqua noll ptlò tleborclarc'
le due rive si restritl-
di supporto a quella Luce, perché internrcdiaria fra cssere
al centro si scava in profondità; ché al
cetrtro
[hasti] e non-essere [nisti].1" Da una partcì, cssa è vicina al- ',.,,.,,.r,,rr"rr,re propria superiorità'
I'esscre; dall'altra, al non essere; qualcosa, dunque, fra i due: l';rcclua svilupplt potenza ccl esercita la
( .«rsì è chc il Sole ò' più grarlde c lttmiltoso dclle altre
stclle'
prossinra all'irrcale Ina-tchiz] per sua fornra csteriore; pitì
delle Fis-
rcale [tchiz-tar] di tutte le categorie dcl rcalc, riguardo a qua- 6, ]plPcrcl.ré 1.,te11. della seconda Slera [ciclo
- splenclenti? La 1rrce vi pervier-rc in ab-
lifìcazione Isifat].1/Allo stesso nrodo, non si tien conto dcl- 'cl notr son poi così planetari] son tratte
l'elcrnento Aria, dichiarando chc è men che nulla; col prcte- 1,.,,r.1at-,zl: c tLlttc 1e altrc Iquclle cJei cicli
sto che, quando in esso non si generi rrrovimento, non può ,llll'cccedcnza di lucc di Qucste'
Prinra' e
sostenere il peso d'un atomo. Lo shaykh: Lr Seconde Sfcra ò' vicina della
-
rron of-frc alla h'rce un grxn sostegno'1t L
inrrlraginc dellc Sfe-
E ciò attienc al suo esser sottilc. Ora, sc la prinra Slera c\
prossima a quel non-esserc che è il nrondo, è anchc pitì sotti- rc cclesti e\ similc c"io clel pittorc chc si proponga di dipin-
"1
qcre t1n tenrpio Ihaykal]' Prin-ra' disegna un
pullto: blu' ros-
le di alcunché vi si trovi. Pcrciò, non può captarc o ritcncr la
blu' Poi tira una
luce. Quando Qucsta pervennc alla Seconda, cssa la sostcn- .,',, ,r..d., l',r, .olo.. qualsiasi' Suppor-riatr-ro:
proscguendo
ne. La luce si riparrì su tLrtta la scconda Sfèra (l'ott:lv.r, a linea, l1 blu mcscola,idt' dtl bianco' e un'altra'
selrlpre più cam-
principiare dalla 'I'crra); e ogni parte 1re divenne ttna stella. cluella. E. linea dopo linea, il bianco prcnde
b1u irriziale' Ora
Leccedenzir di luce di qucste stelle raegiunse la terza SÈra (la pu, ,"n,o che alla fine non rcsta traccia dcl
l'irrsiemc è bianco; ché, gracl'lalnrente'
l':lrtista ha vòlto a
settima, a partirc dalla Terra). Dall'eccedcnza, si rnanifestò
bianchczza il blu. Ot", chc la Terra sia uu punto di
la massa astrale [jism] di Satunro. E ancora: ciò chc esorbitò "'pponi assLlnla vra
da Saturno giunse alla qu:rrta Sfera (la sesta, a partire dalla blu, e che oqni Sfera che al di sopra si dispieghi
via del bianco, fino ad arrivarc alla Prirna' "'
Ovc il tcrrestre
Terra). E si manifestò la massa astrale di Giove. Allo stcsso
qui' ha significa-
modo, dal sovrappiu di luce da cui fu tratto Giove, si mani- blrr dell'esordio è sconlparso." Ma biarrco,
url colorc' La
festò Marte. Dal sovrappiìr di Martc, il Sole. Dal sovrappitì to di sottile, diafano; non già cetettcristica di
Seconda Sfera, per srra vicitratrza colì
la Prima' l.ìa ullo st:ìto
del Sole, Venere nacque. Dal sovrappiù di Venere si originò
Mercurio, e dal sovrappiu di Mercurio venne la Luna. Sottile,diafano.Elastellacheirrleisinrallifcstariser-rtcc1el
-I'uttcl accacle colne per 1'acqua: in qualurr-
5. lo: Perché la massa astralc dcl Sole è più grande c lu- mc<lesinro stato.
-
nrinosa di quclla delle :rltre stellc? quc vaso trasparente la versi, nc asstllllc il colore' Se la Se-
1sl
150
conda Sfera è fragilc, anche le steile chc vi appartcnuono rc> lo Ma la Luna non è sede di lucc, t: pllre la luce del So-
so110. -
lc vi si manifesta!
Io: Perchei sulla
7.
- nlentrc lc altrc scco.da Sfcra v'c\,ra moltitudirc cli
stellc, -
Lo shaykh: Se i raggi dcl sole cadono slr uno specchio,
non lle possicdon chc un:r? rrn globo di cristallo, oppure sulla superficic dcll'acqua, la
Lo shaykh: Inrrnasina un grande vassoio, in cui versi Irrcc vi si manifcsta c si riflette altrove; così accade quancl'es-
-
Llna certa qua,tità di mercurio. prendi ir certro cicl
vass.io, s:r si diparte dalla massa astrale dcl Solc.2r Se i tre luoghi no-
e sorro disponivi un pcrrrio. Fallo dtrnquc uirlre. Sc vi rrrinati sono scde e ricettacolo di lucc, così e\- afortiori - della
è pe_
recchio nrercurio, questi, i. seguito ar movinre,to circorare, lìrassa astrale della Lr.ura.rr
si disporrà sulf i,tera superfìcic. Se usi, irvecc, ur.r piartcr 9. A questo punto, quel gcncrc di donrande e rispostc
piccolo e gli imprinti Io stesso movinlento, le particellc di -
lpparve esaurito.
mercurio si aggreghcranno. La Seconda Sfcra Lo shayl<h: Questioni rnarginali! Non è d'uopo ad al-
Il,ottavo Cie_ -
lol' riccve lucc dall:r prima. Il canrpo ch'cssa offrc c\ inrnre,- cuno donrandare se ulla tal stclla è lumitrosa c I'altra nol Per-
so' E su questo la lucc si ripartisce i, r,iriadi c1i particcrle. ché vi sia qui parccchia lucc, e 1ì pocal O lc Sfcre celesti non
Qr-rando dalla Seco.da disce.de allc altre Sfcre, il c,rrp., che sian quindici, o undici, c si dispieghino in circoli conccntri-
l'accoglie si restringe, ed essa p.re di,ri,uiscc. ()ra. la l.cc ci, c ncl loro nroto non vi sia errorc. Si potrà solo risponde-
tende ad agglontcrarsi in un'unica rnassa astralc. rc: ò così! A nessuno c\ lecito divulgarne il segreto. Lo cono-
8. 1o: Perché la Lurra non ha luce propria? sce colui che 1o conosce.
-Lo shaykh:
C)gnr stclla c\ fra duc Sferc, c dalla Sfèra ri_ Io. 1o: Allora, corne si può conoscere?
-
ccve luce. [Jra stella s,lla propria Srcra è parago,abile -
alla Lo shaykh: Coloro chc scrutauo i Cieli, appartcrlgono
vita nel corpo unlallo; pcrché la vita trae alime,to dall,e.er_ -
a tre gruppi:?a
gia del corpo, c - reciprociìrìrelìte il corpo dall'enereia a) Chi osserva con occhi di carne, vede - dci Cieli - Llna
- vita_
le. Nel caso della Luna, il lato che rivolge verso la Terra c\ distesa blu, e piccoli punti d'argento; è questo, il gruppo più
vuoto: ncssuna lrLlov:ì Sfcral, vi cor,pare. purc, ,c csistoro numeroso tra gli uomini. Anche gli aninrali hauno la nrede-
duc, /' nla erltra,ìbe i, rapp.rto cor nrorclo degli Elcme,ti. sima capacità.
Sc nclla Prima e Seconda Sfera (nono e otravo Cielo, à) Vi è poi il gruppo di coloro chc osservano il Cielo coi
a parti_
rc dalla Tcrra) è lo stato sottilc che predonrira, ,cllc due mcdesimi occhi del cielo [bedideh-yc asman]. Son questi,
al di
sotto dclla Luna prevalc lo spessore. Seco,do l'i,'rmasi,c astronorni e astrologi. Gli occhi dcl cielo son le stelle, cd cssi
della pittura poc'arzi dcscritta, le dnc che soro sotto la Lura guardano il cielo attraverso quellc. "Ecco, tale stclla, oggi, ò
hanno a che fare pitì col blu crre cor bia,co,r/)nre.tre la pri- in tal segno, non potrà rnancarnc I'influenza", dicono. È in
nra e la Seconda partecipano dcl bianco irr gran nrisura. congiunzione coll tal'altra, in quel nredesimo scgno dcllo
Con
ciò vogliam dire che il bl, è deilo stato spesso, co.re il biar- Zodiaco. Segno d'Aria, di Terra, o di Fuoco. La congiun-
co dcl sottile. E la Sfcra del Soler/c\ ar certrc>: raro equilibrio zionc ò primaria. Prcdominante, 1'elemcnto Acqua o Aria.
fra sottile e spcsso. Tale anno, il Solc transitava nell'Ariete, ulr ccrto segno sali-
t8a t 8-J
va, e I'asccndente [tali',] dcll,anro era questo
o qucllo; l,a,_ .rr','va prodotto I'elfètto, ed era stato espulso, insorsc, ahi-
no sarà piovoso. Oppurc: quand,cgli è venuto
al nrondo, tal rrri. la ricaduta: una nllova nralattia si rivcla. che ncssun nrc-
scqno era in asccsa, sLla nÌacstra di casa
[kaclkhocl:ì1,?' talc ,lrt'o, onrtai, sarà in grado di suarirc.
stella; la nracstra di casa dcll,asce,clente è attiva,
q.rirrdi p.,r_ 1o: Quando l'occhio s'è aperto, cosa può osservare?
cura benedizioni. E a.cora: ìl .ocki clella coda
.l.lb.^go,r"ro Lo shaypls' Quando l'occhio dclla visionc interiore
si trova di,anzi al Solc o alla Luna. Solc o Lura
,.,bìr.o,r,, -
r,rn'eclissc. I loro calcoli risuarclano le stclle. l,lr.lch-ye andarùni] è aperto, chiudi quello chc ti scrvc per
C)sservano, verlcre ldidch-yc zàhirl, e sigilla le labbra, sì dr escludcre i
dunque, il cielo con gli occhi del ciclo.
t inclue scnsi csterni. D'altro canto, :rttiverai qucgli intemi,
c) Del terzo grulpf-)o fan parte coloro
che non corrter.nplano irr rrrodo che, sc qucl mal:rto tocca qualcos:r, ciò avvellga pcr
il segreto dei cicÌi né c., gri occhi di carnc ,(, c..r gri
occhi rrrano irrrcriore; e ch'egli veda e oda, annusi c gusti; lrguale
del cielo. ma coll lo sgrarclo i,tcri()re: sorìo r
ccrcatori che ,e tmrnite interiore anlmetta. Raggiunto, infìne, codcsto livcl-
traggorlo il senso nascosto Mohaqqiq"r].r,
[i lo, il segreto dei Cieli spirituah [sirr-e asruhn-hàlr8 di conti-
I r. fti: Signorc, non possicdo qucsto sguarclol
* Lo - shaykh: rrtro potrà contemplare. Ma tu domandi; cosa vede? Vedc
Ripienczza ti affligee! diciuÀa per quararlra
ciir che vedc, che eli accadc di vedere. f)clle cose che si oÈ
gio'ri, prercli la ,redicìra c aspctta di evac,arc. Forse la vi_
f rono al suo sguardo, non fa parola} se non a chi può com-
sta torncrà.
Io: E la ricetta di codesta rrrcdicina? l,retrdere, per sua propria esperienza. L'accesso al nrondo
- fat slruypll.Gl'ingredienri sovrasensibilc è pcr un nunìcro esiguo di persone, ché ri-
- Io: son Ià, a portar:r di nrano. nunciare al mondo sensibile ò arduo al profano [nà-ahl|; so-
Quali, dunque?
- Lo shdykh: rro pochi quelli che riescono a divenir dcgli iniziati. Il bevr-
Tutto cicì cui annetti valore: ricchezze, pos_
-
sedimcnti, beni di ogni sorta; piaceri scnsuali .
torc si sveglia al rnattino in preda a snrarrinrento, col rrrales-
dcl p"lato: serc chc segue al troppo bcrer0 della sera innanzi. Indebolito
ccco gf ingreclienti. Va,, e per qrlaranta giorni
contèntati cit ò il suo cervello, insidiato da r-nille paure. Ora c'iisapprova l:r
poco, e su qucl poco ncssun vi ponua I'occhio.
Metti gl,in_ propria condotta. Dice a sé stesso: bisogna che rirrunci al li-
gredie,ti ,cl .rortaio dcl conficle,te abba,clorro
1t"*,.kkol1, bcrtinaguio, per far ritorno a Dio; poiché questo mondo, e
fia,tumali ber-r be,c cor pesteilo clcil'ardente <Jesidcrio;
della I'altro, rischian d'esserne inghiottiti. Fin qui, tutto bcne. Ma
nlirìuta polverc, co,feziorra nn làrnraco, che clovrai
tr.rrg,,_ quando torna la scra. la sua incoscicnza lo attira cli rluovo per
giarc in una volta. Sc lo stirnolo è di cvacuare,
vuol dir chc le taverne. e si rimette a bcre. Ebbro, rimugina chc le rifles-
ha funzionato, c torlle il lumc dcgli <lcchi;
scnnò, sarà st:rto sioni di poc'anzi rlon crano giuste: quello dell'cbbrczza e\ il
inopcrante. E allora, per altri quarallta giorni
f;r, astinenza. solo mondo. Rinunciarvi, altro non sarcbbe che un r1r.1ov()
bevi la nrcdicira, e cr,este volta clovrebbc ,ra,car i,cÈ
'orr gerlere di ubriachezza. L'incoscienza prende il sopravvcnto,
fetto. Se ciò accadesse ar.ìcora, tron ri,tarrcbbe che ripeterc il mantienc coloro che han scclto questo rnondo [jahànivan]
trattamerìto. Ma se ulto, comc il cane, tt>rna al
p.cri.io ,r.r_ cbbri dcl nettarc dell'illusione. D'altror-rde, se qualcuno spe-
nrito, e si lasci:r tcnrar dag|i,grccrie,ti der farr,aio,
.-i-," p,r.. rimenta la dolcezza clella vita segrcta. c sostituisce csserc J
l
1tìl i
i,l
,l
lt
n()n-essere, clivicn cavalier in sclla al destriercl clcll'inrnragi-
nazionc rncclitantc c corrc, corre nella vasta piarrura c-ii
'alam-t, ghayb Inrondo dcl rÌristero].'1 poiché dallc realtà so-
vrasensibili sli vicn clucsta dolcezza, ptrò darsi chc sia inca-
pace a descriverla; .ìa rìor1 v'c\ li.guagsio clcll'unrara co,di-
zionc chc le si approssinri. I f-olli dicon che è fòl1e. Oqr.ri cosa
XII. EPISTOLA SULLO STATO
che fa, ti va di travcrso. Pe,sa.e ciò chc vu.i: sli e\ irclifle- DELL INFANZIA
rellteì; non si prcoccupa, ccrto, di tc.
r3. ebbi rilcrito a quelÌ'asscnrblca i suoi insc_
- Quando
gnanrenti, di cr.ri solo in parte ho narrato, disscro: tu h:ri un
Maestro, i, verità, c*i,crte c picno di s.llecitucli.c; che
non ti nasconde alcunchc< di segrctcl.
Io'. Egli nulla nri nasconde: lrla conle p()sso ridire tutto
-
quel che mi dicc? "Sc parlo, v'e\ la forca o la spada. / Ma se
non parlo, capitolo cli fiontc a ull gr.ìve con.rpito".,l
lllb
J J
r. Quand'ero piccolo, mi piaceva giocare appcna fuori del l,rr rinrc c il riso. "Nessun uonto di senno terrebbe questo
villaggio. lJn giorno, vidi dei rugazzi marciare in silenzio. rì( r)crc di discorsi." Lintimo piacere di quel primo sLlccesso
Mi stupì il loro raccoglimento, e non potei trattenernri dal ',r tlilcguò in un attimo, e al suo posto sorse piuttosto un bri-
chiedere ove fossero diretti. "A scuola di Cor-roscenza", mi vrtkr di vergogna. Piantai in asso il profano e ripresi il cam-
fu risposto. "Conoscenza?" ripetei incuriosito. "E cos'è rrrino:1o shaykh era scomparso. Dovetti fronteggiare dolore
mai?". "Noi non sappiamo rispondere, ma il nostro maestro , r:rbbia; ncssuno sapeva chi fosse, di lui non era rimasta al-
te lo dirà". Così dicendo, passarono oltre. t tura traccia. Allora, dccisi di andare per il mondo. Ma, per
z. Trascorse qualche tempo, e io rimuginavo ancora cosa (luanto facessi, non ritrovai il maestro.
fosse Conoscenza. Finalmente, decisi di mcttermi in cammi- 4. lJn giorno, entrai in una khangah [loggia dei sufi]. Il
no. Cerca di 1à, cerca di qua: dei ragazzi, neppure 1'ombra. liorltone aveva per insegna il mantello dei sufi fkhirqal, di
Quand'ecco apparire un uomo tutto solo, nella campagna tluc colori: per metà bianco e per mctà nero.r Vidi un Sag-
deserta.l A1 mio saluto, rispose con garbo. Gli feci la storia, r{io, che salutai in fretta e furia, preso com'cro dalla voglia di
e: "Ti prego: mettimi sulle loro tracce, o dimmi almeno chi t'sporgli il mio caso.
è il loro maestro!". Il Saggio [pir]: Bene ha fatto lo shaykh. [Jn segreto, il
Lo shaykh: Sono io il loro maestro. -
t'tri sapore fa trasalire in cielo le grandi anime, 1o vai a dire a
- Io' Istruiscimi, allora, senza
metter tempo tn rnezzol. uno che a malapena sa distinguere il giorno dalla notte?a E
-Lo shaykh prese una tavoletta,
ov'eran scritte le prime tre pcr giunta ti prendi delle botte, e lo shaykh si rende inacces-
lettere dell'alfabeto Ialif, bà, tà] e cominciò a istruirnri.2 sibile.
-
Lo shaykh: Per oggi basta. Ogni giorno un po', finché -- Io: Ma oggi è diverso! Quel che ho dctto, l'ho detto
non aprirai gli occhi. ch'ero pazzo; col tuo aiuto potrei ritrovare il mio shaykh;
A casa, non feci altro che ripetere: a, b, c... Nei giorni se- fallo, te ne prego!
guenti, tornai dallo shaykh per imparare altre cose. Finii con Alla fine, il Saggio mi ricondusse da Lui. E questi, non
I'andarvi dieci volte al giorno, e ogni volta imparavo qual- eppena mi vide:
cosa di nuovo. Infine, non mi staccai più da lui un solo mo- Lo shaykh: Saprai di quella salamandra che chiese ospi-
mento, e acquisii un'abbondante conoscenza. -
talità a un'anatra. Era autunno. La salamandra aveva freddo,
3. Ma una volta che stavo andando da lui, un profano vol- rna all'uccello non passava neppure per la testa quallto patis-
le per forze accompagnarmi e, per quanto facessi, non riuscii se la poveretta. Anzi, tessé l'elogio dei piaceri chc l'acqua
a sbarazzarrnene. Giorni prima, avevo decifrato il segrcto di gelida gli riservava. La salamandra, pcr nulla a suo agio, co-
alcune parole, scritte dal maestro sulla mia tavoletta, ed ero nrinciava a indignarsi. "Se non fossi ospite nclla tua casa, col
ancora talmente euforico che non potei trattenermi dal rive- timore d'esser presa a beccate, non ti lascerei davvero inlpu-
larne il segreto al primo venuto. Questi, non appena ebbe nita." E lasciò la casa dell'anitra. Non sai chc a parlar coi
udito, si piegò in due dalle risate, arrivando perfino ad al- profani si pigliano solo ceffoni? Quel che non capiscono,
lungarmi qualche scappellotto. "Roba da pazzi" dissc, lra le ascrivono a empietà; di lì prcnde avvio ogni genere di mali.
158 189
lo: Ma, se son saldo nella fede, che ho da temcre dal rr. '['isana d'orzo, e poi ntincstrina; infine, dclla carlìe. Co-
-
profano? ',r l,rocede il medico fin quando 1'anlmalato non sa da sé cosa
Lo shaykh: Tener qualsiasi ragionanrento, llon inrporta nr,rrrsiare. Quanto a colui ch'è afflitto nel profondo, gli dirà:
-
dove, è un errorc. Porrc una questione qualsiasi, a chiunque, r',r' ncl deserto, a cercare solitudine; dov'ò urra lucciola chc
ò un errore. Non bisogna conversar con gli stupidi, perché n()rr cscc nrai, di €Jiorno, dal suo buco. Quatrdo respira, essa
hanno in uggia ascoltare il pcnsiero dei "vcri uomini". t I1 ( rììcttc un sofEo che appare di purissima luce; sì come scin-
cuore del profano, e di colui che è straniero" alla Vcra Rcaltà trlll chc scocca per 1o sfrcgar della pietra fbcaia. Sola soletta,
[haqiqat], ò simile allo stoppino della lucerna in cui fu vcìrsa- l,rt'nclc piacere a quclla luce, suo nutrimcnto. Se le dornandi:
ta acqua al posto dell'olio; hai voglia di metterlo a contatto "l'crché non circoli per il deserto, durante il giorno?", lci' di
col fuoco! 11 cuore dell'iniziato è candela che cli lontano attira rirrratrdo: "Possicdo in proprio la 1ucc, pcr mezzo della rrlia
il fuoco e s'infiarnnra. E si collsuma, arde; quando di lei piùr ,rrrinra; dovrci forse sottostare al Sole c per stla lucc contcnr-
1,llrc il mondo?". La povcretta non sa che dal Sole provien
nulla rimane, allora cessa. Così ò dclla candela. nra non di la
quei chc guardano allo spirito [ahl-e ma'nà]; essi fondono il Irrcc di sua stessa anima. Quando il malato spirituale s'è pro-
proprio corpo nel rogo del cr-rore, c quando tutto ò collsu- ('urato la lucciola, vede a quel lunle l'erba di curi ella si nutre.
mato, la luce brilla di piùr. lìcco, si nutra della stessa erba, e così a lurlgo che rnaturi ir.r
Io'. È assolutarncnte inrpossibile che il cuore di un pro- Iui idcntica proprictà: uel suo rcspiro ò manifesta lucc. E
-
fano s'illumini? (plesta è la prima tappa.T Vada poi in riva al mare,'e osscrvi
Lo shaykh: Se egli prendc coscicnza dclla cccità dcl trn bovc che di nottc dallc acque sorte e guadagna la sponda,
-
proprio cuore, può darsi di sì. Il caso appare sinrile a quellcr ()ve pastura, sotto la Gcntnra che illumina la rlottc fGòhar-e
di un malato in preda al dclirio. Fintanto chc è prigioniero shab-afrùzl. e
della rnalattia, ignora perfino quel chc lo affligge: il delirio Per la Gcmma che illunrina la notte, il bovc ò in lite col
s'irnpadronisce dcl suo ccrvcllo, lo fiacca. C)ra, la facoltà di Solc, cui rimprovcra di catturar di giorno il lliarlco Lume. e
conrprendcrc ha scdc nella parte anteriorc del cervcllo. ii suo distruggerc del tutto. Egli non sa chc ntltrin.rento d'o-
Quando il ccrvello è altcrato, il malato ò incoscierrte; quandcr qni luce ò il solc. Che il nlalato cerchi allcora' qui sotto la
rientra in sé, sta già guarcndo: risanata la nrentc, o 11o11 sa- Luna, I'erba chc appetiscc al bove. Gli è d'obbligo nutrirscne
prebbe ancora nulla. E così del profano; nel momento in cui finché sbocci ncl suo cuore l'arnore della Cìer.nma chc illunii-
si riconosce cuorc cieco, c\ già un po' veggcllte. Ora, bisogn:r na la notte. Questa è la seconda tappa. Ed ecco, parta pcr il
che i due malati - il fisico e lo spirituale - rrovino il nredico n.ìonte Qàf. Sullc pendici v'è un albcro [Tùbà1, ove la Sr-
adatto. A chi cì rnalato ncl corpo, il nredico prcscrive certe ti- morgh ha posto il suo nido.r('Che lo riccrchi, e rre mangi i
sane che agiscon sugli urnori. Se un tarlo affliggc l'anima, frutti. Qucsta è la terza tappa. Dopodiché uon avrà piìr biso-
sarà 1o spirito ad esscrc crlrato. LJna volta risanati, s'irtrporrà gno di mcdico, poiché 1o è divenuto.
un regirne alimcntare. Entranrbi i rnalati affravcrserallno trc 7. /o: Possiede dunquc il sole tallta encrgia che 1a Ltttra ne
stadi: corrisponderrti ognuno al diverso grado di nutrizione. sia tutta illuminata?
190 191
L() shaykh: Immensa forza; egli stende la mano sull'iri- ( rrcolo lurrare) fino alla Terra (al centro), le prolupghi alla
-
tcro universo. Ma llon tutti gli son riconoscenti. Supponia- Slc'ra -,el pu.to esatto ove si trova il Sole (ce,trato sr-t n, i,
mo chc uno abbia I'orto, e dia della bell'uva a un rnendican- ,rlto) - fra queste corre una distanza di due cubiti. Pcr il ccr-
te. Questi gli sarà obbligato pcr scmpre. Ma è il sole cl.rc ne , hio chc significa il Sole, abbianr supposto utt dianrctro di
ricmpie i filaril Non si e\ mai così in basso da non riceverne (lr.riìttro cubiti. Qr.rindi, restln fuori dalle.dtte linec due cubiti
l'arnpio flavore. Si allevi pure un fanciullo nclla pcnonrbra; e ,li massa astrale: uno a destra' uno a slnlstra' Sc, irrvcce che
quando sarà cresciuto, veda I'Astro: la potcnza di questa Lu- urì cubito, diciamo un atomo (riduccndo Ia Tcrra a quelle di-
ce, subito. disccrnerà... rrrcnsioni), così chc al punto A - conre dir Luna - la Lucc sia
IJ. 1o: Quand'è Lunapicna, e Sole e Luna sono faccia a ( ()lltirìue cla un lato all'altro; e 1'on-rbra della Terra, itlvece:
-
faccia, si sa che la terra ò nel mczzo. Ma la luce fra i Due non (rrcl cono for[rato cìallc due linee tracciate inizialrnente), sia
è vclata; sì come quando il nodo dclla coda//Dragon 1o ponc l.r notte, accade che al proseguir di queste linec dopo la Tcr-
innanziaSoleoLuna. r.. {ìr-ro a R che fiqura il Sole, tutto sia illuminato di quell'a-
l1t shaykh: Sei in errorc. Traccia, durrque, un grande stro.l'Ma qucsta ò solo uu'analogia' Notr pellsare che il rap-
-
cerchio, sì cl're dal centro alla perifcria intcrcorrlrro cinquan- porto della terra col cielo, o coi due luminari (Solc e Luna),
ta cubiti c nlczzo. E un altro - cerìtro di questi 1o stesso dcl ,i,, dalle cifre qui supposte; per rendere appena appe-
"rr".ru
ne credibilc l'cscnrpio, dovrcnrtno imnraginar quelle nrisure
prirno - ma il cui raggio nristrri girrsto lÌrezzo cubito. h.r se-
guito, tira una linea che attraversi il centro; ovc quei cerchi rnoltiplicate almeno per centotnila'
una superficie di novantasei-
sian divisi in due. Sulla bisettrice appaion quattro punti; due 9. Lintcro globo terrcstrc ha
sulla circonferenza del cerchio nraggiore: il punto a, dovc nrila parasanghe Itàrsaug]. Un quarto, Nvtto vcìlìtiquattro-
nasce l:r bisettricc, e il punto B, ove ha tcrnrine; duc sulla cir- nrila parasanghe (ogni parasanlla son mille piedi o iìltrettalìti
conferenza del ccrchio minore: i punti c t: D, l'uno a tronte cubiti;, ò abitato. La Terra è r-rient'altro che qucsto' Cotrside-
ra, ora, quella parte che costituisce il
"quarto abitato". Alcu-
dell'altro. Traccia, adcsso, altri duc cercl-ri, rttorno ad a e r -
cntrambi eccentrici aì srande ccrchio - sì che ognuno abbia ni sovrani la possiedono: chi utra provincia, chi una rcgione,
utr raggio di due cubiti. Considcra il rrraggiorc csscr la Sfcra; o addirittura Lll) contillente [aqlirr-rl' Ma tutti tendono all'e-
il nrinore, al centro, la Tcrra; gli altri clue, tracciati di poi, fi- gcrnonia. Se fossero ct-rscienti della Vera Iìealtà [haqiqlt]'
gurirro irrvccc il Solc c la Luna.'' Tira, adcsso, una lirrcir, a proverebbero vergoElna delle loro pretese' Aììu YAZu) BASTA-
parrire cla a, in basso (il cclÌtro dclla Luna), firrc> a raguiunee- Mr1r trassc dalla proprta saggczza ben altra sovranità. Ab-
rc il lato r/cslro rlel ccrchio piccolo - ovvcro la Terr:r - così da bandonò tutto quel che possedeva e lle fu pervaso. Piaceri,
csscrrìc strlla tarrggrtc. lìiparti poi dallo stcsso punt(), ora a orori, fortu'a, non soll chc l/elo sulla via dci "veri uonri-
sfi ora re el ucl lo sit i s t ro,-iirì rrr pctto. Queste clue Iincc (tanucnti
r ni".r't Fintanto chc il cuorc pcna per il nlondo, irnpossibile
alla 'fcrra) lr:rrrn<l origilrc in un pt-rnto; a fiuc c()rsr, invece, le progredire. Ma chi possiedc l'anima-dcl pellcgrino [qalan-
scpara l'irrtcrvallo tli rru ctrbitr> (dianrctro chc abbiartro clato, àr.Ì, '' con lierezza ronrpe i legarni del lusso, ed è strbito-firo-
per ipotcsi, :rlll -Il'rr.r). Sc lc lirrcc che hai tracciato (da a: il rl. Ecco, il rnondo gli si presenta allora in tuttà la sua purezza'
()2 19.)
I
Io: Chi, fieramentc, si libera di ciò che possicdc? lor rruì estcriore che si dà a vcdere, alla prcghiera chc si for-
Lo shaykh: Colui al quale e\ dato farlo. rrrtrllt.
- lo: I
- Quarrdo non ha più nulla, coll cosa provvecle alla r :. Icr: Irr che consiste buorta disposizionc, lssni vicirrl
propria vita? -
x'rfi'tta attitudine?
I
Lo shaykh: Chi opera codcsta riflessione, sii cert<>, non Lo shaykh: Ti narrcrò un'altra storia. C'era una volta
-
compirà mai il gran passo. I)a' tutto c non riflertcre! Abban- -
rrrr rttercante che possedeva ricchezzc immenser. Per ragioni
donarsi è dolce, e non è dato a tntti gustante il fìne aronla. ,lr corttntercio, decise d'imbarcare beni e tlltto, c sistenrarsi
tr. Si racconta qucsta storia. C'era una volta un uonlo ,rltnrve. Prcsosi cura del suo nclla stiva, salì a bordo del va-
virtuoso e ricco. Gli venne in nrente di costruire un tal palaz- sr'cllo. Che misc prua al largo, betl matrovrato dai rnarinai.
zo che, al confronto, una rcggia sarebbc stata poco più di Irr rrlto mare li colse la buGra, e pcr Llna lcgge che vige a bor-
una stalla. Fece venire dai dintorni abili artigiani, che sedus- l.kr i nrarinai imposero ai mcrcanti di gcìttare ai flutti gran
se con ogni gencre di prornessc. E al salario, bcn presto, cor- p:rrte dcl carico. Impotenza c dispcraziclne colsero il nostro
rispose un lavoro finissimo. Gcttarono lc fondarnenta c fecc- rììcrcante, ammtttolito dal tinlore, irlcapacc di far fronte a
ro apparir le prinre pietre. La costruzione lìon era ancora a turìta angoscia, che andava c veniva rosolar-rdo1o pcr benino.
nretà che già accorrevano dallc città vicinc, per curiosarvi at- Nct giovava rcsistervi o tentar di fuggirle' Fino al punto di
tonlo. Le mura, onìatc di rnagnifichc pitture, si slanciavan scntirsi morire, apparendogli l'esistcnza insopportabile, la
vcrso l'alto. I solfitti affrescati rivalcggiavano corl le opere vita nient'altro che anTarezza,, dimentico d'ogni piaccre che i
del profeta Mani. 17 Il portico: più acreo dcll'arco di Kcsra.lt trcni di qucsto nrondo gli avcvan procurato. Finalmcrtte i
Ancora un po', e l'opcra avrebbc visto la luce; nra il cc>r.n- vcnti si acquietarono; la navc poté proseguirc la sua rotta,
nrittcnte caddc improvvisanÌcnte antnralato. L'Angclo dclla giungendo in vista dclla terraferma. Stll pllllto di sbarcarc,
morte gli apparve al capezzale. Egli comprcsc, e disse: .,È radunò in fretta e furia qucl che arlcora posscdeva c lo gcttò
davvero impcnsabile nri sia corìccssa Lula proroga per p()rta- in marc. La gcute, a dire: "Sei pazzo, ché un gesto simile
re a tcrmine il mio bel palazzo?". Rispose l'Angelo; '.Ogni rìon trova spicgazionc. Per il tenìpo dclla paura, quando ler
Lromo ha la sua ora, che non saprebbe anticiparc o erretrarc, onde ti nrinacciavano. non hai latto nulla di ciò; ora cl-rc sei
sia purc di un attimo (Corano 7,34).Ma supponi di ottcnerla, in porto, ccco, getti I nlare ogr.ri cosa, scnza un barlume di
in modo da compicr I'opera tua c rcndere I'anirna solo in sc- ragione". Iìispose il mercante: "Se lo avessi fatto allora, r'ron
gtrito. Non proveresti, allora, un'anrarezza ancor più gran- cogliendo difÈrenza tra lc due cventualità - che la navc filas-
de, a esser sorpreso dalla malattia nel palazzo, ovc gli altri, sc senza intoppi, o i flutti la ingoiassero - naufragio cl salvcz-
invece, proseguirebbcro a vivcr gaian.rentc? Ma ò incornpiu- za si sarebbe equivalsi. Ora che sorto itl porto, sto scoprenclo
to, e non puoi conrpicrlo tu". Non avendo ottcnllto pro- che soffcrenza c nriscria trott hantto nrai del tutto strcmato il
roga, I'uomo resc l'anima. ll palazzlt, ormai, è ultinrato; nrio cuore. E sc ho raggiunto salvczza, da r.t-rc I'ho raggiun-
il progetto dell'uorno virtuoso e ricco, inconrpiuto, e così ta. Ma, ecco, il ricordo dclla sotTcrerrza impallidisce; in bre-
rimarrà: ché lo stato ir-rteriore in cui si è corrisponde alla ve, I'intera prova non sarà che tln sogllo. C)ve piìr nulla re-
rit t9.t
stasse cvidente alla coscienza, mi rivedrei a godere dcl pro- t 4. 1o: Rendimi, con la parola,r5 lo stato di gruia di cui
fitto, pcr quella stessa avidità di prinra. Eh, no! mai più ab- -
\(rlto partecipi i "vcri uonìini".'o
bia a correre il mare, ad affrontare ulla similc pro\ra, sc no Lo shaykh: Nessun idioma unlano somiglia a ciò chc eì
197
irr
chc gli srrumcllti acconlpagnano più in basso, e sale un car_ ''1o. "'Ma chi ha gettato il stro nrarrtello. 1o inclosse di rrnovo.
nre di tcrsa poesia. Lo stato cui alludi c\ qucllo che tocca in
I'roprio cclnre chi clistenclc le rrr:rnichc Llr-r clanzarc, c vi ripo-
sorte all'estatico, quando incontra il mondo sovrase,sibile.r,) rr. itt sr'gttit«.r. i:uoi .rv,.'ri.
c,ìe,trc ode vocc farsi sc,rpre più triste, e per qucsto ascol- t,\. 1o: Se un sufi stranrazza al suolo. al centro di un cir-
to contempla la fòrma apparsagli ir.r estasi. Corne ntcnziona_ -
rol«r. si er in dcrbitcl con lui. All.t conrr,rnità decicicre: ora s'in-
re l'elefànte: eìvoca l'India, così menzio,arc l'arirrr:r è evocare \'()(-lt rlrì c()rìccrto spirituale, or:ì Lula qlrcstua. Qtral c\ il scgre-
lo stato ,ristico. EIla sottrac all'orecchio tal piacere: "Tu n., to cii ttrtto cicì?
sei dcgno di ascoltare", mormora. Ed esonera l,orgaro clclla Lo slruykh: Quando trn strfi caclc al ccntro di r.rn circo-
furziorre auditiva per ascoltare direttamente. -
Ir,.': norì si risollcva pitì. Luccello c\ divoruto vigoroso, ha
eucr chc' essa
ode è nell'altro rnordo, c a udirlo no, può csscre l,clrec_ irrfilnto le sblrrc ed è fuqgito. Alla pietì dclh gcnte, il cor-
chio.'r po. Esso pu<) esscr lavato alf istantc. oppLlrc dopo; rivcstito
t6. 1o: Qualc il profìtto, a praticar la clanza nristica? tli un lenzuolo bianco o blu, scpolto in un cinritcro o rrcll'al-
-Lo shaykh: L'aninra tende in alto; pure l,uccello vuol tro: tì()lr ir ditTererrza.
-
slarciarsi fuori dalla gabbia, nÌa questa il corpo ghelo inr-
- - t9. 1o'Pu' accaclerc che alctrno si rialzi ed ecco, intoni
pcdisce. Luccello-arinrr co,rpic st-orzi e solrcva c1i colpo h -
:rccordcl con Lln rrltro cstltico, cl-re gli c\ corrrpuquo nella dan-
gabbia. Quando I'uccello è vigoroso, rompe la gabbia c fug_ z.r. Clhc vuol dirc?
ge. Sc non ha iorze sufEcicnti, è in precla a stupol.e e ango_ Lo sha1,pfi' Egli chranra Llll colnpaqno di stracla, un
scia, c gira irìtor,o, e insierrre a lui Ia gabbia. Il se,so r.istlccr -
lrrnic'o lnirnaro clal nrcdesirno sof 6o.'8
di questa viol,rza è manifesto. Luccelro-ani.ra branra rc Io' L)opo l'estasi, il visi<>nario tace.
grarrdi aTtezze n1a, noll potendo uscir di gabbia, vuol tirarse_ - lq1 shaykh: Sc non parla, ò' pcrché di sua pcrsorìa fì lin-
la seco; qualunquc sforzo faccia, è sol cli un palrno che la sol_ -
uuageio. Sol così, con un nlrlto linllrlagtio,'e 1-lnò csprinrcre
leva. Ma ricade al suolo un attinro dopo. il suo stato, ché nessul-r racconto può nìinì:ìr'ne il serrso,+r'
17. /o: In che,
-Lo shaykh: allora, consiste*L)anzo la danza?,r p:rrlatrdo l:r linetra clel discorso logico. Linrportaute è chc
Ccrtuni dicono: fuori da tutto ciò l'cstatico sappia clucl ch'egli dicc surza firvcllare.
-
che possiedo", r' ovvero: avenclo rir.runciato a quel chc ave_ 20. 1o: All:r finc dcl concerto spirittralc, si beve c1t'l-
vanto, nostro ò diverruto qualcosa che non ò clì quaggiù: ii -
I'acqua. Qualc rrc è'il senso?
a,acoresi, n la via chc seguiamo. Ed cccorc il serso ,"r.,r- Lo slruykh: I sufi afflcrnr.ìno che il fuoco dell'anrore
sto: ì'anima non può clevarsi più di un palrno, e alla rnano. -
produce i suoi effètri r.rel cuore. Coi nrovirrrcnti dclla darrza,
librata nella da,za, dice: "Tu, alnrcno, solle\vati di r_r'cubito, il recipicnte dello stornaco Idrk-e rnà'idal si vuota. Sc 1'acclrra
e fbrse un poco sarenìo avanzati". non lo placa, prcnde luoco. Essi norr conoscorlo il piacere cli
- Lo shaypfi' lontano il rnantcllo da sufi [khirqal?
Itt: E gettar aver ltanre; nlase avcsscro coscicnza di rron csscr prc()ccr,lF.ìti
Significa chc si son ricevute notizie dal pcr la rottLlra dcl diqiun(), 11or-r sarebbero rìrìcora dei sufi.r'
-
nro,do sacrosallto; ta,to che buttiamo vi:r qualcosa <Ji q.e_
Quarrti protesi cavalieri,rr avcndo cstcrioritrì di sufi, han cle-
1ek 199
ciso di galoppare ncll'arena dei "veri uomini"l Al prinro col-
po inferto loro dai canrpioni irnpegnati nclla Ccrca, han la_
sciato la vita. Mettersi a danzarc, no, c\ raeeiu,ger l,estasil
La danza ò il prodotto dello stato irrtcriore dcll'a,irlrì; rìorl
vicevcrsa. La danza ò, pcr i sr_rfi, lo cltctc ca,sato dal nrordc>
sovrascnsibile.r'Vale forsc vestirsi cli blu, pcr avcre qualifica XIII. LA LIN(ìUA DELLE FORMIC]HE
di sufi? Conre L\ staro detto: "Gli abiti blurr sovr:rbbondano /
Ci son tra loro sufi qualificati / Coloro chc 1.ran solo appa_
renza di corpi,rt cssendo nicnt':rltro chc anime / E quei chc
son corpi, e d'anirna sprovvisti".
( l,o.qlrat t trttrr.ttt )
200
Grazie sian rcse al Pri,cipi- che ,e ò cicg,o; sicco,rc lc crea-
',,rlirc, salire più in alto. Le formiche conlpresero, allora, che
turc confessano, ,cl medcsimo loro att. d'essere. E la bcre-
It piccole goccc d'argcnto norl eran dclla terra, o dcl nrare:
dizio,c divina disccrrcla sopra lc arinrc clci puri; si volga al
,lrc - andando a raggiunger I'aria - fosse qucsta 1'origine
nrigliorc dccli uo,rirri, Maor.rctto, sr,r cui ò app.sto il sigillo
lrrro.
dclla profezia. Qualcuno, fra coloro che venncro, c di cui "Luce su luce il l)io. Egli guida verso la sua luce coloro ai
godo ampia benevolcnza, mi ha chiesto di redigere cosa uti_
,;trrli vuole bene; agli uomini parla in parabola" (z+,ZS).
le a i,traprcndcrc la via mistica; che serva a co,fòrnrarlo "Non è il tuo Signorc, il fine ultimo?" (S:,+:). "A Lui salc il
e
lo difenda dallc i,sidie clei profani. Ir titolo cli queste pari,e
vcrbo cccellente; l'opera degna attira a té" (35,rr).'
è La lin.qua dclle T
-fonniche. Non verlga mcrìo I'aiuto cjel Si_
gnorel
)tt)
m:
'llsufi ò al di 1à dei due nrodi d'csserc e al di sopra dei due
Salc a n-ìe un calìto, dal cuorc iniziato,
r:nivcrsi (matcrialc e spiritualc) '. Finché il vclo non è lacera-
E io canto all'unisono con lui.
to, non ha luogo la visior.rc. Quanto all'Esscnza che entra ncÌ
Ero dovunquc cgli fosse; dacché,
canrpo dcl percepirc visionario, ò cosa creata e l'inizio su<r
Ovunque fosse, io ugualnrente lossi.
giace nell'csserc". 7
Le tartarughe diedcro in clarnori: "Possibile chc nn'Esscn-
za, sitllata it.r un 1uogo, p()sst s()ttrxrsi a questi c r.rscirnc?,,.
CAPIT'OLO IV. KAY KIIOSRAW POSSEì)EVA
"Così ò, ma non volcte udire" risposc il giudicc. /rl
IL GRAAL. spECCHIo DELL'uNIVERS()...
Presero dcl fango e glielo gettarono addosso: "Sci c-lesti-
tuitol". 'l'utto ciò chc poteva clesiderare,
cgli lo conternplava in que-
sto Graal, ovc scrutava gli esscri tutti, c I'insierne dci rnondi
irrvisibili. Era, talc Graal, racchiuso in un lbdero di cuoio, la
CAPII'OLO III. L,USI(ìNOLO ASSENTE
ctri lìrrnra, nrodcllata al tornio, comportava dieci giunturc.//
AI-LA (]OIìTE I)I SAI-OMONE (]uando l'estatico re voleva contemplarvi un n.ristero, disfa-
ccva il fodero. Libcro da ogni leganre, il Cìraal scompariva.
futti gli uccclli si prcscntarono alla corte di Salonro,e, tutti l)i nuovo rinserrato, tornava ad apparire. All'cquinozio di
nrerìo l'usiqnolo.E 11 gran Rc desienò uno di loro, qual nrcs-
primavera, '' K"y Khosraw tencva il. Cìraal esposto al Sole, e
sairgcro prcsso qucll'asscnte. "Neccssita vcnir 1'uno dall'al-
Irorì appcna un raggio lo sfiorava, ecco; linee c impronte di
tro", vi si lcgeeva. rrrondi vi si manifestavano.
Non era alrc()r;ì uscito dal suo niclo, quando gli giunsc il "Quando sarà livellato, pari pari, l'orbc terracqueol'- vo-
I.ncssageio del Sire. Lo lcsse c rilessc con gli anrici, e dissc:
rrritato i1 suo contcnllto e diventato vuoto - presterà attcll-
"salo,'ro,c non llrcllte ,cl pronrettcre cire u, clì saremi:l ri,-
zione al Signorc e conrpirà il suo dovcrc, c allora tLr, umana
rriti. Ma sc lui rcsta-fìrori c ,oi dt,ntro,,o, ò c.sì lacile chc ac-
creatura, che vai a fatica vcrso il tuo Signorc, tu 1o incontrc-
cada. Potrcbbe fbrse star ncl nostro niclo? C)ra. non v'ò alrro
rai" (84,3--i). "Nessuno dci vostri segreti rimarrà nascosto"
ntezzo".
(69,r8). "Ogni aninra capirà da cosa s'è fatta preccdcre, e ciò
Un vccchio usigrrolo fecc uclir la propria vocc: "Sc la pro-
che ha lasciato indietro" (82,S).
nlessa dcl vcrsettr.' l\,lel ,gittnto in cui s'ittrttntr('rann.o (::,+:), .t
vcr.ì; sc ttrtti saran riuniti innanzi a trci Q,6,32); sc a noi sarà il
rilonro (8ll,z-5), in ttn sLtQ.qiorntt di ut,rità, prc-§-ro un r( potcnt(, Quando del Graal di Jarn udii parlare,
Io stcsso fui specchio all'univcrso;
(-S+,SS), sctutto qucsto c\ vero, ecco la via chc bisogna sc-
Graal di Jam, il Nascosto: ardc la Fian.rrna
guire. Poiché salomone,o, ricsce .Ì c,trare,cl rrostro ,icro.
Di cui si nutre nostra nlorte lenta.ll
rechiarnoci noi da lui, cl l'incolìtro non sarà possibilc".
Fu chicsto aJonayd,'cosa fossc il sufisnro. Ed cgli:
201
205
E i versi dr Jonayd: rf,ul().ì far partc clella nostra alleanza: cssi sotr«r lc nrie acclLlc
,krlci, luogo ovc soffìa il nrio vcl1to dcl Norcl'"
Arqcntca f(>lcorc al cielo 1ìotturll()
Quand'ella lla Sakinal appare. Epitìnia Nascosta,
Si spcrinrcnta st:rnc'lole clapprcsso. /t CAPITOLO VI. I PIPISTIìELI-I E IL (]AMALEoNTE.
Una ber.rcla <1i pipistrelli cntrò irr litc colt tllì catrt:rlcot'ttc.r/ La
(-APIToLO V. AVENI)O STRE,'I'TO AMI(-IZIÀ tlis;lttta clivetttrc sì r'iolenta c1a oltrepassrrrc, itl brcvc' ogtri li-
C()N UN IIE l)EI (lÌrNll.., ,,r,t.. I pipistrelli nreditarotlo ttrl piatro: celata chc fbsse l'o-
sctrrirà - prirrcipc delle srcllc penl.tcttLÌrc-lo Iil Solc. rrr'is-c sc-
Avendo strctto anricizia coll Llrl re cici Jitrtts. qli clonrarrd<i: tercqan]- sc la sarcbbero r.ista col calualcontc; e. ttua vcllta
"Clonrr- posso veclerti?". E 1l .Jiutr: "Sc vut>i chc lrrivi il nro- (ìttolo prigioniero, l'avrebbcro scviziato c poi tolto di nrez-
llìento opportLur(), nlctti rul po' cf inccnso sul fluclco, gctt;r zr>. Al lìlonìcnto propizio, aiutaDdr>si 1'rrn I'rltro e sostcllcll-
vili tutto qucllo chc in caslr tra a che larc- col fcrru>, o chc clai tìosi, si getterono sul can.raleontc, cl.re tr:ìsscro rlella loro si-
scttc nlctalli prr:clucc suon() e rulnore. L)ct(sttl l'idokfiia lristra din-rora. Quivi 1o tcnnero tutta 1a notte . Il r-rlattirio sc-
0+,5) Allorrtrna chi usr la parola vananìentc- L,vitdli, dirett- quclltc, si dclnrandarono quale fbsse il pcggior castigo cla in-
dtt: Pacc (+:.8q) Ti sci assiso a1 celrtro rli trn circolo; quarcla, fìiggere al nralcapitrlto. D'accortlo pcr farlo t-norirc' disctltc-
vlì1-ìo lìrìcora sr1l gLì1lCre di nrorte. conclr-rscro chc trcssttt'r
pa-
or:r, fuori clllla fincstra; appcll"r bruciato f ir.rccrrso, nri vc-
drri. Qtrrnto rrgli .tltri Incorrtarto il rrralc (r6,62)".t'' tinrcuto potcva eguagliare qucllo cli fissar'-: il Solc' Natur:rl-
E,)onavd disse, clci sufì: "Essi sorr rr.rcrrrbri d'una lìuriglia rìlentc, giudicavano sccolldo la propria condiziorle' Ma il
in cui noll entra altri chc loro". ci»rdanrrato nort dcsidcrlìvlì, ill vcrità, morirt irl altro tnodo'
E Abù Sa'icl Kharrazi 'clissc: "I)itì:rcuti si t.rce'u'.rnt, i rnici Hoslyn Mansur Hall:ri clisse: "Uccidetenli, dtrnquc. an'rici
scttsi, ltppartcrrcuclo al loro posscss()re; c sLìolìlparvcro al- tniei. ché nri farcte vivcrc, ucciclcndot'ni. [)oic]ré pe-r rlrc vi-
lorché mi asscntai clella prigiolle: '^ c si asscnt<) anchc cicì pcr vcre e morire si cquivalgollo".ll
cui i«r rni asscntai. 1" Talc, il rnio_làrra. Cìonrprcnclcte. rniei si- Quando il solc si lcvir in cielo, gcttarolìo
il carrraleontc
fuori dalla tana, pcr godcrsi i suoi spasinri' Ma qtrcsto tor-
nrilil". r''
E, in risposta, qualcuno clissc: "Sorro srurrrito, c llL)u s() lììcnto ltt ll stra rcstt rrt'ziot tc.
chi sia; salvo qucÌ che c1i rrte dice la gentc".
Un nristico ha dctto: "Rccicli i lciÌarni, allont;rna cla tc rluel Quei chc han percltrto la vita pcr cìatlsl
ch'c\ d'itrci:rn'rpro, solo così tcstinronicrai il SiqrìorL:". E anco- Di l)io, llolt solro lllorti. I)al Stgnorc
ra: "Splenderà la Terra perr la lucc clcl nrio Siqnorc... c la scn- Riccv,rtr tìr.ltrilìtcllto. c gioiscotrcr
rcnza sarà pronunciat.r su tutti corr giustizia" (ro,6l) .
Di clucl chc l)io
accorda lorcr
"Cìlona a [)io. Siqnorc dci rtroncli, c prìcc a coloro che cn- per surì qr:rzia.r' (r rr, r63-164)
206 207
Se i pìpistrelli avcsscro i,r.ìto che bc,cf'ìcav.,o
ir canralcor- occhi dcll'upupa: "Ecco quella che vcde di giorno" stridettcro;
rc t()r.rcrìt;rrrcl.l.. c qtr:rrc pcrriita subisscr..
l stìorarc s.lt:rrr- rhé prcsso i gufi non anrar la luce c\ gran virttì. E aguiur.rscrcl:
t. lu s.:r qioirr, urr lr('ccss() cii r:rbbia li avrcbbc s.ffòc:rti. co- "Se nor] cambi rdea, vi sarà d:r tenìcre pcr la tua vita".
sì' I)'irrrrri: r' "lqrr.r,rrrti c irrcrs. icrti. rrt>rircbbcro
c-ri tristcz- L'upupa pcnsò: "Se norr rirratto, nri r.rccideranno; avere gli
z'r' sc s.lr irr,raqir;tsscr- c1r-rcr che lr;rrrrr-
pcrcìrto a dctcstar r»cchi accccati e nrorirc van di pari passo".18 Ebbc, allora, que-
l.r (ìrrosi".
sta ispirazione: "Parla alla gentc secondo capacità di loro irttcl-
liqcnza". Così, disse: "Ci sonol ancl.r'io non vcclo di {Ìionro".
A questo punto, i suoi assalitori snrisero di ferirla.
CAptToLO vilt L'trpLlt,A CAI)LIt.A tN Mtzzo
AI (;LlI.l.
Quando sci in nrczzo ai gufi, una reqola noll tollcra eccc-
zioni. l)ivulgarc il scgreto della propria fedc,r' e sbandierare
LJrr giorrr, I'upup., crrrrrrilr rrr-crr.lc>, .si
rr.vìl irr rrrczzo ai :ti quattro vcnti il proprio fato, equivalc ad errrpietà e ribel-
gtrfì-' c tccc teppr. Essrr ha ura vista talrto pclìctr:ì,tc,
'i
cltllllto iguf-ì
lione. Fino al momento dclla parter-rza, I'upupa finse fàtico-
h.ìrr tìrrra r.li sc()rqcrc rrulla clurarrtc il gi,rrno.
sarlrcrìte la cecit:ì. Si cliceva: "Talvolta. io nri dico: sto per
Nc sa, clualc.s;r eli Arlìbir Ebbcrrc. I'rrptrpa trascorsc
ra ,c-lt- divulgare quel chc al prescnte v'c\ di pirì segreto; nra per la
tc'rtr'l loro rri.l«r. t'rìor1 1.j lìr tlrrt.stitlrrt.t.l.ti t,s:.ì
rrorr rlit.tlt, ri_ spada che il proirrno :rgita, cetrto chiocli nri scrrauo lc lab-
sp()sta. Al ,rlrttir.. ruc.lr.rì lc src c()sc c si ;rccirrsc:r partire.
"Qrr.rl..tì()\'it.r L'llt.ìi (ìuc\t.t j" bnì". "'
cs,..llrrr.rrotro iqtrtì. ..N..sstrrrtl.
Sospirava profondanrcnte: "Certo, innanzi .r nle c'c\ collo-
dnrarrte il qiortro, si nrcttc irr c.rrrrrrrino.,, .,(Jn:r
striìnt usan_ sccnza in abbondanza; ll1a, se ne lrrccssi qcncrtlso rlono. rlri
za," reprlicir I'uptrpu "i r..i.rqgi si conrpiono cli
sionr(:r,,. M.r condannerei a Morte". " E ancora: "Mia ccrtezza llolt sarebbe
loro: "Sci yttzz:tl. (lonrc vc(.lcrc irr prjL.pl r>si.rrritì.
allorché rl più grandc,'r se I'ultinro vclo fosse tolto". Rictrrdò, intìrrc. i
solc s.r..rasta, .ri,rrcci.r lc rcrcbrc?,;. E 1,,,1.,,,p,r: ..Mrr
c\ prrcci_ vcrsetti dcl Libro: "Ha fatto in n'roclo che non adorino il l)io
sarlclrtc il corrrrrrrir>l ()qri lrrcc ò parrrssir;r rìi cluclll
sr>llrc, il chc ntanifcsta ciò chc è rìascosto nci cieli c sulla tcrra"
Sole rre c\. app-rurrto, la sc>rgcDtc"- I grrfì ()5tinitti
scuotendc> i] bccco: "l)erclrt_1, allora, cli gior-no
lìcr-J:ìrono, (zl,z9."Non c'c\ cosa di cui rron ci sia presso di noi un dcptl-
norr .si vcr.lc sito, dal qttalc stacchilurro razioni in nrisura convenier.ttc" "
nierrte?".r" "Voi,risurrìtc t,ttc lc cosc ll v.stro,lctro,,,
ri_ (r 5,zr).
prcsc I'uprlpe "n.ru chiunqrrc vcda cli giorno,
clir:ì; ccco. icl
sotr testinronc oculare, gictisco clclla visionc
cliretta. Cllcluti i
lc supcrfìci srr cri si revr ir s,rc "o,crrr.rrc..dcilc
'cli. lir lato (JAPIToLO VIII. STOIìIA DEI, PAVONE.
io lc ilrrrisco [kashf]; né son, per qucsro, accecaro
:o::lr clal
c'lubbio. "
LJn rc aveva un giardino che in tutto e per tutto rassorrrigliava
Al chc, i eÌ-rtì elcvarolr() ,, cranrr>re la,rert.so: "eucst,trc-
all'Eden; non v'era stagionc ir: cui rnanc;ìssero basilico e rtipr-
ccllo prctcncic cli vedcrc in pieno *iornc.l, nìclltrc
tr_rtto ci:ì luo_ tclla, i fiori più rari, lc acque pitì dolci. Luoghi incantevoli cratr
qo a pe,sarc il co,trario". Detto ratt.,
si av\.e,trror() Jgri disscnrinati ovunque, r-rccelli rarissimi e rnelocliosi'r jntratte-
)its 209
nevano il visitatore, cui tutto doveva apparire
ben al di tà di Ah! se La1'la irr basso volgesse il salttto,
ogni immaginazione. Un gruppo
di pavoni _ pcr grazia c Or chc si stenclc fra di lroi la tomba,
un jio _ sc l,eran presccìto a
bellezza, di certo, sogtlo di
mora. di_ Gaia risposta nìia le giungerc-bbe,
Un giorno, il re. prese ir pavore priù Nel mentre udrà del gufb il grido
belìo c ordirò chc ro si
cucisse in una pelle; in _odo Violar la tencbra del rnio sepolcro.r'
chc nulla più rcstasse del suo
piunraggio, e, anche, volendo,
l,.ri,.,rrì. non potcssc rir,irar_
si. poi, chc Ibsse calato ,u .li lui ,n La sua ignoranza cra dovuta all'oblio di sé. "Essi han dinren-
-Disposc, carestro. co, ticato Dio, ed è perché Dio ha fatto sì cl-re si dinrenticassero"
urr'unica fessura pcr il nriglio. passò
a"f ,"_f".';;:;;j; (Sg,rg). A un soffio, a rlna v()cc, sorqsva nostalgia inestin-
e compagni scornparvero dalla
sua nleìn1oria, insielne alla
bellezza che gli era stata vanto. guibilc: nra chi ]a sttscitlssc. nolì sapcva.
Contenrplava disperato la
sua pelle inrrnonda e, intorn<1,
urr.irrdcgna oscrlra dinrora.
Ma, col tempo, maturò convinzione Saettò il lanrpo di Ma'arra a nlczzanotte;
che non esistcsse con_
trada più vasta dcl fondo del Allorché in Ràma si flermò. ttarrattdo
canestro, ,. q.,rl.uno avL_sse
Della propria fatica, e bcn comrnossc
o luogo di "rìposo p.rf"ri"rr.,
preteso di cercare oltre gioia,
costui sarebbe stato da ascrivcre Cavalieri, cavalli, cammelli;
,fli ._pi. " Fin le selle dei camnrelli. '6
Ogni volra .h. ,o.f.," di brila gli portava moltcplicì
odori, dalla rosa, al:,1òasilico,
..a.o] provava .,,r,, ,r.rr,l Ilpavone rcstò a lungo in quell'otttlso stupore; finché il re,
piacere. E anche turbarne,to;"t
acìuto desiclerio di vorarsene
via. Ma non sapeva donde gli nn giorno, dccise di restituirgli libertà e bellezza: "Prcndetc
venisse; ,ror, ,,r"r", ad imrna_ j7
gine di sé, se non la pelle .À. quest'uccello, c liberatelo dal cesto e dalla pcllc". "Sarà suf-
lo .irr.,rtiu". Né conosceva al_
tro mondo all'infuori del canestro, ficiente un grido" (ll ,tr)). "E usciranno dalle loro tombe,
altro becchime che non
flosse il nriglio. Aveva dinrenricato. aftrettandosi vcrso il Sigrrorc" (:6,Sr). "Allorquando sarà
Sebbcne, udendo i pa_
voni e gli altri uccelli, fosse preso buttato all'aria il contenuto dei scpolcri, e si farà piena luce
da acuta nostalgia, no,
sc,pre prestava atterrzio,e ai nrorteprici sui segreti del cuore, il Signore saprà tLrtto di loro, in cluel
ca,tì dell,aria e allcr giorno" (roo,9-rl).
zefro che spirava da orie,te. u'
gio.,ro, fu còlto da i,te_
riore struggimenro: ..Su di me Caduti gli ultinri veli, poté contcnrplarsi; e vide il giardi-
si èferrri., .r, filo di brezza:
ccco, mi dice, io son presso no, i fiori, le forme, l'immcnsità del n-rotrdo, e udì lc voci e i
di te un inviato dell,Amico,,.
Restò lì a r,cditar., .h. e\ qnesta canti. Era attonito, e colmo di rirnpianto: "Mc tlisero, ch'e-
brrlrri,'richiedeva; e cluesti
suoni? "O lanrpo che sfaviiiilA ro caduto in oblio, davanti al Signorc" (l9,Sl). "Abbianr
quali corrfi,ri d.llr ro,.,"
bita sei sorro a fulgore?',. f..ri tolto il velo; adesso, la tua vista ò penctrante" (,5o,zr). "Ma
Non ne sapeva nulla; eppure, irr quando I'anima risale alla gola di ull rlìorente, c in qttel trtc'r-
quegli istarrti, un,allegria
incontenibiìe lo prese. nlento voi 1o guardate... Noi siarno pirì vicirri a lui di tutti
voi che lo circondate, voi ciechi..." (56,8:-tìS). "Apprcrrde-
210
211
rete. ancora una volta, apprendcrete', (roz,3_4). resta degno, lo specchio, del re. Conviene però che non cada
nei meandri del mondo visibile. Se qualcuno abita una casa -
ed è compreso egli stesso nelle dimensioni dello spazio -
(]APIT0I,o LE QUESTIoNI PoSTE ALLA LUNA hanno entrambi un eguale destino. Non così colui che di-
DAL PROI-ETA T»NTS mora in umano abitacolo, e tuttavia nellc dimensioni dello
spazio non è compreso. "O Davidl Finito ho con le case. Io
Stclle e piancti erano tutti a colloquio
col profeta ldris,,E che abito presso coloro che soffrono." Dio Altissimo trascendc
lo bencdica, e qucsti pose alla Luna le scgucnti luogo e dimensioni spaziali. L'opinione che si formano gli
-Dio
nl: Qucstio_
agnostici [mo'attilàn], è falsa. Nella casa, tutti abitano col
Idrts: Come r.nai, lucc in tc crcscc e maestro di casa [kadkhoda], ma "nulla gli rassomiglia. Egli
- La Lund: dccresce?
Sappi chc il nrio corpo c\ senza ìuce, è colui che intende, colui che vede" (+z,q.Casa e nlaestro
-
e puro. Quando il Solc nri si oppone,
nra liscio
io lo riflctto, così c«.r_ non divengono uno.''
mc uno specchio accoglie lc fornrc di altri
corpi. euandi>
l'opposizi.,c si fa perfctta, io mi sono elevata
dal ,adir del
novilunio allo zenith clel nrassinro splcndore
Ibaclariiyat, il CAPITOLO XI. MASSIME SPIRITUALI.
pleniluniol.ìe
Idrrs: L'anrorc fra voi due, ha un linritc?
- Male: tutto ciò che è di ostacolo al Bene. Empietà: velo in-
La Luna: euand'io rni corrtelrplo, è
_- il Sole chc veclo, a terposto sulla via dello spirito. Se all'anima va a genio quel
tal pu,to da riempirrtri totalr,en,., .
,.rr,,, quel che vedo i, che le riesce, e si soddisfa, è negata ogni mistica ascesi. Esser
mc nri parc Sole. Non ò così, quan<Jo si
tierrc specchio in fac_ contenti di sé, è smarrirsi; sia pure in vista di Dio. Volgersi
cia al Sole. c il Solc si riflettc? Anrmcrti
che lo spccchio abbia del tutto a Lui, infine, è liberarsi.
occhi, e possa corìtelnplarsi al nronturto
che I,Astro gli sta di
fro,te; pari a Lui si vcclrebbc, dimerticarclo
cl,essere nìctal_
lo. "Io sono il Solc IAna,l-Shams],,, e non
alrro, direbbc. E CAPITOLO XII. UNA LAMPADA ESPOSTA IN PIENO SOLE...
se giungcsse a dirc: .,lo sono Dio,,[Anà,I-Haqql,
o .,Gloria a
me, così sublime", si dovrebbe _ anche
altora _ perdonarlo. L'inetto espose una lampada in picno sole. "Madre, " gridò
"Mi eri così vicino chc ho crccluto tu fossi "il sole ha reso invisibile la nostra lampada".a'E la madre:
nìe,,.r,,
"Fuori casa, soprattutto in pieno giorno, di sua luce non ri-
mane nulla; non che il sole I'annienti; ma quando l'occhio
(]APITOLO X. LA CASA
E IL MAESTRO DI (JASA. percepisce un che d'immenso, I'inezia gli appare trascurabi-
le".
Ilre del morrdo [malik-c keyhàn] ha
uno specchio, in cui la "Effimero quel che è sulla terral Intatto in gloria e poten*
sua apparenza si fa manifcsta; seppure
non abbia gran lucc, za il volto del Signorc ..." (55,26-27). Tutto, fuorché Dio, è
21, 213
vano. "Egli è alfa e onìcga, visibile c ascoso, c di ogni cosa
onniscicnte egli è" $1,i.
Questo è quanto si è ritrovato del Messa,qgio ddld litryua
delle-formiche. Gloria a Dio, Sig,ore dei mo,di. Ilc,edizioni
a Maontetto, la migliore delle creature.
XIV. LINCANTO DELLA SIMORGH
(Sqfir-e Srmorgh)
ir+
PRELUDIO. L APPELLO I)ELLA Sr,rAONCrr.
cante la sede. Tutti se ne preoccupano; lei non Ia tr-rrba alcun-
ché. Ognuno ne è colmo; lei, vuota di tutti. Dal sr-ro incanto
Lode a Colui che dona la vita, e al principio di ogni creatura.
si avvia la Conoscenza. Ineffabili strumenti, quali organo e
Benediziorri ai maesrri dcl Messaggio profctic <.t; e agli
Imam cembalo: eco e risonanza.u
della profczia, specialmente al Mc-ssaggero d.ella shart,at
nraggiore [a rivelazionc coranica], Maometto, eletta guicia
Fino a che non hai visto in una
al tarrqat supremo [la via nristica esernpl:trc]; a lui il saluto
di Certa notte Salomone, come puoi
Dio.
Conoscere la lingua degli uccelli? 7
Ecco: i ragionamenti qui raccolti vogliono ricreare
gli sta_
ti mistici dcgli anacoreti spirituali./ Tumo csposro in due
Nutrimento della Simorgh, il fuoco. Chiunque applichi al
parti: vi s'inconrrano i princìpi e gli scopi proposti.
fianco destro una piuma delle sue ali, fiamma neppure lo
L'epistola ha per titolo: L'inrttttto tlella Srmorgiz.r Non sara
lambirà.8 Suo respiro,labrezza del mattino: Ella ode i segre-
male palesare subito gli aspetti carattcristìci cii qucsto
LIC- ti di chi ama. Le parole messe qui per iscritto, le ha ispirate:
cello sublirne e clire ove risieda. Ascoltiamo da coloro che
j riepilogo di un appello.
sartno.
Ogni upupa che a primavcra4 lascia il ni<Jo, col propricr
becco rassetta il piumaggio e spicca il volo vcrso
t il ,-,r.,,.,," pARTE pRrMA. sur pnrNcipr.
Qàf. Per mille an,i l'ombra deìla n.,o,rtagna si stcrcle su di
lei; ecco: "un giorno presso il tuo Sig,orc è pari a
nrille arni Questa parte comprenderà tre capitoli: il primo, sulla pre-
secondo il calcol. vostro" (zz,+l).Millc a.'i che
[ra'rro la minenza della teologia mistica; il secondo, su ciò che è mani-
durata di un'aurora, a oriente ciel Dio suprerno.
[mashriql festato agli aspiranti; il terzo, sulla Sakrna.
I)urante questo tclì1po, l'upupa divienc una Sinrorgh,
il cui La seconda, riguarderà gli scopi proposri. Tre i capitoli:
canto risvcglia gl'insonnoliti. Da clirnora,
eàf, sua qu.,l .rcr_ il primo, il secondo, ove si dinrostra che I'uomo,
sul fana;
so che a tutti pervicne arnrorrioso, viene accolto da
pochi. più è saggio ['àrifl più è perfetto [kàmil]; ll terzo, ove si
Ognuno lc ò dappresso, ma i pirì ne son selìzrì:
prova che neil'amore per Dio è insita dolcezza incompara-
bile.
Tu sei con noi, non esscndo con noi:
Anima, e qrlesto ti rcnde invisibilc.
Capitolo r. Silla preminenza della teologia mistica sullc altre
scienze.
Ad ogni malc ponc rimcdio: Saltrte ne è I'onrbra. prcnclc il
volo stando inrmobilc, si avvicina, cppure non ha pcrcorso
A chi possieda cuore risvegliato,e è noto che una scienza può
alcu. itirerario. l)alla Sinrorgh cleriv:r,o i colori: rci, serz:r
prevalere sull'altra per molti versi.
un colorc. A Oricntcil nido; rna, a Occiclcrìtc, llorl rcsta v;ì_
In primo luogo, l'oggetro di una scienza è più nobile di
216 -217
l
qucllo di un'altra: così come l'oreficeria preccde il fabbricarc tutto quel che di ragione ò dato saperc. La gnosi rr.ristica
busti e selle; giacché la prima opera sull'oro, c quella ir-rvecc
Ima'rifat] ò la via suprema. Di Jonayd, i versi:
col legno e il tessuto. In secondo luogo, una scienza possie<le
argomenti più solidi di un'alrra. In terzo luogo, è più utile Se fossi a conoscenza di utto scibile
occuparsi di una scienza piuttosto clic di un'altra. Chc ben più in alto della gnosi rnistica
Soppesandolc ad una ad una, si vedrà che quclla di cui Vanificasse ogni unrana dottrina,
iì
trattiamo qui riuniscc in sé tutto ciò ch'c\ emincnte. Io là sarei ad inrparartrc i nessi
ii
Quanto al primo aspetto, eì noto che cssa ha pcr oggerto
tr
t,
I)io stesso. Ora, com'è possibile stabilire un r:rpporro lra Capitolo rr. Ciò che si manifestd a.qli aspiranti-
[:
l'Essere sublime c le altre creature?
Secondo: prova più solida dclla visionc diretta, non esistc. I primi nressaggi, chc dalla Signoria divinalr raggiutrgoncr
ti I teologi del Kaldru, [i Motakallinrtlnl/.)danno per anrrnissi- colui chc ricerca, son chiarori aurorali c lan'rpi che sorgotlo ir
ti bile f idea che l)io accordi all'uomo una conosccnza di Sé, a Oriente del mondo sacrostnto, e irtrporporano I'anima clel
tL
priori. Se ciò è possibile, quanto più agcvole, quanto nrerìo mistico. Luci dilettevoli e lampr abbaglianti, inrprovvisi ad
incerta e dubitosa, sarà la visiore direttal Fu chicst. a .ll slr- apparire e scorrrparire: "Egli è colui che dirranzi a voi tì bril-
li fi: "Qual è la prova che Dio csiste?". Ed cgli: "L'anrora e\ da larc il lampo che ispira timorc e desiderio" (r:,,3). Tirnorc
poco nel cielo; si può spegnere ornrai la luccnra". A cui fà che passi, desiderio che pcrsista. " Ovc si legga in chiave
t
cco: "Cercare Dio nei ragir>nanrcnti, c\ conre ccrcarc il Scllc a esoterica, si alludc agli istanti chc colgono i Fratelli dell'ana-
l. lume di candela". coresi spirituale [Ikhwàn al-tajridl. I3agliori, chc i sufi chia-
i
I tcologi ricercarori delle origini IMohaqqiqin-e ostll] si mano istanti fwaqt]. Uno di loro ha dctto: "Listante c\ più
accordano nel dire che, in futuro, Dio perrnettcrà alla vista taglicnte della spada"; c un altro: "Listatltc ò una spada ta-
di vederlo, senza bisogno d'indizi o di provc. pcr gli gnosti- glientc". In nunrcrosi passi del C)orant, è scrittcl: "Il balcno
ci, Morte non è condizione da cui dipenderebtre quel vcderc. delle folgori quasi ti toglie 1a vista" (z+,+Z).Si donrandò a
In virtù della medesima tesi, e\ da anrmctrere che Dio nella Wàsiti: r't "I)onde provicne qucllo scttotilttctrto cire coglie al-
-
vita futura - faccia esistere in cuor loro qualcosa di simile a cuni durante I'ascolto della nrusica [il sanrà'l?"./" Ed cgli:
talc vista; in modo che possar.ro vcderlo t1a qui, scnza biso- "Vi sono luci che appaiono c sconrpeiotlo cclermcl1tc"; c al1-
gno di ragione o provc./1 Così, 'Onrar,r ha potuto dire: ..ll cora: "Di colpo salì al cnorc ispiraziorre; / Corlrc lanrpo si
mio cuore ha visto il mio Signorc"" E 'Ali- chc Dio onori il rnostra c poi scompare"; E anchc: "Riccveranno il loro ntt-
suo volto - "Fossc pure caduto ogni vclo, non sarebbc più trimcnto mattina e sera" (tS,6:).
grande mia certezza". Ma qui son celati segrcti esoterici a
Queste folgorazioni nou han luogo ad ogni istantc. Via
cui, per ora, non convicn guardarc. via che la pratica spiritualc progrediscc, si fin più frequenti;
Riguardo al tcrzo aspctto - qualc sia la più irnportarlte rra fin quando in tutto ciò che si cotrtcrnpla appaia traccia dcl
le scienze - non v'è dubbio che la suprelna beatitucline superi sovrasensibile. Può accadcrc che in seguito le mctlrbra sian
;in 21,
colte da rremito. Llnviato di Dio, in
attesa dell'estasi, dice_
va: "Il Signore ha per il corso della vostra Capitolo ru. Della Saktna.
vita un alito di mi_
sericordia. Accoglietelo',.
Addestrato alla meditazione sottile
e alla prcghiera inte_ Quando le luci del mondo ch'è in alto toccano 1'apice, e più
riore [dhikr], purificato ormai da ogni non tendono a sparir precocemente, e persistono a lungo e
p..rri..o".orrenr;,77
nei vari intervalli l,uomo di Dio pr.g", deliziano, SakrnaTe ha nome 1o stato che emerge. Ma la dol-
ritorni q.r.tto
stato mistico. può accadcre che alcuno. "ffirr.hé cezza chc fa provarc ò più pcrfctta di quclla che prima un
itìteramente sprov_
visto dì doti spirituali, provi in certi istanti lampo dischiudeva alla coscienza. Quando decàdi da Sdkrna,
qualcosa di ana_
Iogo; ma assai di .ado ,. prenderà ed ora umana condizione incombe, grave rimpianto seguc a
coscienza. Se l,animo è al_
I'erta, durante la fe sta qur.r.lo la gente, quel distacco.
- al Tempio, prega
ed acclama [takblr], ra musica ,r1.,
h rumurto aumenra _ se
si ha il dono della chiarovegg cnza, O brezza di prossirnità,20 e quanto dolce!
e sano c perfetto il tem_
peramento, da ciò scaturirà un piacere
intenso. Sol chi abita con te ne prova il gusto.
Lo stesso che in combattim"rìo, ,rr.rr,re
gli uomini si af_ Nutrimento a chi ti ha avvicinato,
frontano: clamori guerrieri si mescolano Alla coppa della fonte si è abbeverato.
ai nitriti dei cavalli;
tamburi, ferraglie, risuonano in strepito
grande; ci si slancia
brandendo la spada. Se alcuno ha
coraggio di accoglierc ciò Sono frequcnti le allusioni alla Sdkrna nel santo Corano: "L)io
che gli viene ispirato. e. non vacillare, fece scender la sua Sakrna sul suo Inviato, e sopra i credenti"
p".,. ,.rrr,r,rere pratica_
to, risentirà qualcosa di questo rtato _irti.o;
sclnpre.he.i._ 0,z6). E altrove: "E Dio chc fa discencier la Saktnd nel cuore
sca a evocare immagini del mondo
sublime, ed dei credenti affinché crescano nella fede, con scmpre mag-
irrt._
riormente presenti le anime di color
che sono andati, "bbi" gior fcde" (+8,+).
la vi_
sione dì Gloria divina, le Gerarchie
Celesti [Matà_ye a,là, il Colui ncl qualc la Saktna ò in atto, colloscc in sé ciò che il
Pléroma Supremo]. cuore nasconde. sa di fisiognonria e le segrete cosc discerne
Oppure: la tua cavalcatura sfreccia al
galoppo, t,immagini
per divinazione. "Temete l'intuizior-re del credente, poiché
di sfilarti dal corpo, d,esser al cospemo egli guarda alla luce di Dio", ammoniscc il Profeta e, a pro-
i.ll Et..rr" grr.Jr",
insieme a corri di ieratici: brivido
intenso [haybati sakhtJ tì posito di 'Omar: "La Saklna parla per bocca di 'Omar"; infi-
percorre: e ti giungono i lampi di ne: "Vi sono uomini, nella mia comunità, cui gli esseri spiri-
cui s,è narrato; anche se
non hai sì bene addestrato il tuo spirito. pure tuali comunicano, e 'Omar è di questi".2/
il ccrvello ne
.]:"rrl", o una spalla, o il dorso; l.l.t..i. pulsano In effetti, chi è investito dalla Saktnd coglie dal Paradiso
più forte.
Oh, intensità dilettevole! Se ascolti .rr,
.".rto,,, ,r.à. _._r; sottilissinri segni. Entità celesti Irùhàniyàt] lo interpellano;
sperimenti. egli prova un confidente abbandono. È ciò di cui fa menzio-
E non siamo che alla prima delle stazioni ne 1l Corano: "Non sono forsc felici i cuori che si ricordano
mistiche.
di Dio Idhikr Allàhl?". Ora contempla forme dclicate e sot-
tili. Cogliendone la somiglianza, si congiunge alle Dirnore
220
221
ncl saperc' la sua in-
superiori. Stazione, questa, ancora interrrredia fra quelle cui di sua corloscellza, e provl arrcor clilctto
dtrelità ldivienc un
tendono i Fedeli d'Amore [ahl-e mahabbatl. Ncllo stato di ,"rrrio,'," apparirà sdoppiata' Abbandola
,roj..r"dl);rol,, q"r'io riemcrge dall'atto di conoscerc'
ecl
mezzo tra veglia c sonrlo, il mistico intende vcrci terrificanti,
11 rclitto dclla condizior-rc
chiamate fuor della ragione. Pcr la Sakum, contenrpla luci .. t.itt'.,ro a ciò che ha conosciuto.
è il l1onle dcllo sta-
prodigiose. E allora può accadere che cgli venga nìel1o, per ulllalìa è ormai distatrte: "cancelhzionc"
"Tutto quel ch'è
il piacere eccessivo che prova. to nristico che affiora rll versetto 55'26-27"
tlra intatto rirnane il
irr tcrra è fatalmentc destinato a sparirc'
Questi, gli avveninrenti sulla via di coloro chc hanno re-
un'esperienza reale [i Mohaqqiqànl, non sulla via di quelli volto clel Sigrrore' circonftlso di nracstà e di nlunitìcenza
che chiudono gli occhi e si ritirano a giocar con dclle onrbre. gale".
..Non v,è altro l)io cl-rc qltlst() I)io,,, professa fe.
Sc soltanto scoprissero una traccia dei lunri spcrimentati dai Chi dica:
de conrunc a ttrtti i crcclenti:
"Di ltli trtln v'è che Lui [ho-
Veridici, quale amaro rirrpianto provcrcbbcrol "Così pcri- trt
scono quegli chc tutto riducono a flrivolczza" (+o,2,3). rvà]", eì invecc proputllrrìr la tèdc tra rniziati Ikhawassl'
realtà. cirrqtrc sono i gradi del tau'htd"'
a ogt-ti aitro che
r) ll prirno' .,,,"i'tf ne1 ricusar la divinità
non sia clrzcslo f)i<'r. E tl tau'hrd dell'tlomo
collltlllc'
PARTE SECONDA. SUGI,I SCOPI. conrtltrc' hatl
z) Poi vi sotr qtlei chc' itr rapporto all'uonlo
rtllgo spiritualc pii' tlt'ato' anche sc il grado "Di
d'iniziazione è
Capitolo r. Dello stattt di "-tàna". dìre: lui ,o,
basso. ìl luto tawlrttl cotrsistc rrel
1
))?
tit
sto Libro, è colui chc couosce
il Segreto [sirr] nei cieli e strlla
sé, conierisce realtà positiva alla dualità. E dualità è distante
della predestinaziole,-:1:-:^
dal mondo dell'Uno. Essi si occultano, allora, si canccllano terra". Essa contiene il segreto
"La predestitrazrone e
rrell'epifania divina; questo 11 tau,hrd: "Di me non v'è che le deve rimanere: parola del Profc'ta:
Gli gnostici
Me".29 ulr segreto di Dio' No" dit'ulgatelo"' tl|:.i:e 1n-
xtto enìp1o
5) All'apice, infine, i più evoluti [i Mohaqqiq-tarin], i qtqr,iro,, d'accordo: clivulgarlo e\ compiere cssl an-
quali affermano: "Egoità, tuità, ipsità: punti di vista che si f"i"f. [kofrl' E tutto ciò che abbraccia col1oscellza'
al primo venu-
pernlettere
sonìnìano all'essenza cterna dell'Unico". Parolc solnnìerse .o.a t(}r.t"n di quel tanto da nol1
La Bellezza dell'tJno è troppo
nel mare dell'annullanrentol Lc spiegazioni si pcrdono, i to di poternc così profittare'
si presenti' o dissetarc urr pe1-
punti di riGrimento svaniscono. "Ogni cosa perirà, tranne il in alto, per esser guado a chi le
è il dei rniei servi
suo volto" (28,88).'0 A loro, il rarrgo piùr elevato. Finché si lcgrin qualunquc' "Assai scarso 'lt"'l"to
.É. *rr-rif.stano riconoscenza" (:+'
t:)'
conservi un solo legame col nrondo dell'umana condizionc, tn origine'i+ di tutte lc
impossibile accedervi: stazione nristica sorza lirnitc o fine. Ncila natura ulllana' quale fu creata
membra . gli o'g"nl a"i
"t"-pio" [haykall corporeo' solo
Fu chicsto a Lln Lromo di preghicra: "Cos'c\ il sufisn-ro?" E lui: sacrosanto
"Dio: punto di partenza; non v'è, pero, un pulìto di arrivo". .r, f,,ru,o liroqt"j tende ,, elcvarsi all'orizzonte
"Non abbianro incontrato che una sola famiglia
I
[ofq qodsi].
di devoti" (Sr, :6)' Se, per ulì
tlomo' solo una partc è ido-
Capitolo u. Più si collostc, pirì si è perf'ctti.
nca ad elevarsi, to'ì,"ftt""a1ogia' ò di un'intera con-runità'r'i
È rroto I'hadrth del Profeta: "L)io non sccglie nrai cotnc ani-
co un ignorarìte".r/ Nonostante la sua perfczioue, il Messag- Nei cantucci dclle taverne'
gero della sLlprema Legge ricevc l'ordine di progrcdirc nella Numerosi coloro che sar-r leggcre
conoscenza. Dio Altissimo gli ordina: "Dì: Signore, aunrcrl-
Segreti sulle tavolc dcll'esserc;
rré coda:r"
Nor-r discorrono scnza capo
ta la mie conoscenza" (zo,rr3). Fra i pensieri chc gli si attri-
btriscono, ve n'cì uno chc sllona così: "Ogni giorrro chc- notr Colgon le fioriturc' e son- Portati
progredisco nclla conoscenzr, è un qiorno il cui rnattino lroll Di trequente all'allegria' "
[u benedetto". si applichi senz'a g:sa
La conoscenza che lo gnostico acquisisce pe:r rivclaziotrc Chi ha il dono della chiaroveggenza'
L dalle.realtà nrctairsichc [ha-
interiore [kashfl, non ha conìe oggctto questiotri giuridiche, ello studio a"i Atti 'tt"otdi"tl
urerita ispireziotre' Diceva
irnposte o transazioni; ché tutto ciò er nrateria di discipline qà'iqì; t-ron faccia torto a ciò che
notr è tale' se li divide au-
csotericirc. Essa consiste nclla rivclaziouc interiore [irrkish:rfl Hosayn llallàj: "Lamore fia due
amor raggir'rnge perfcz'iorrc'
c1i ciò chc atticne all'etcma Essenza, la sublinrità, la rclazionc che utr solo scgrcto"' Quanclo
cadouo i veli che
l'occulto' gli angoli più riposti
col divino, '' le gerarchic dell'esscrc, i rnotrdi clel l.lal,tkitt "ao-ù'"no allo grrostico' Pcrtètto chi vi-
dcgli esseri appaiotlo itr chiaro
['universo angelicol, I'arcano cl-re cielo e tcrra Itascondo- qLrclle scietrza ch'e\ nell'or-
no,t'corÌre attcsta il versetto 25,7: "Dio, che ha rivclato qttc- va a inritaziu"t ai-òio'r' perietta
))<
tt I
dine dclle qualificazi.,i divinc, igrorarc,
costituiscc u, di_
fctto radicalc. Ne consegue che una conoscenza Quando piacer si afferma, significa che pcrlezionc è rea-
clcllc alte lizzata, e sc ne ha coscicnza. Vista, udito e tutti gli altri sensi,
rcaltà accorda un rango più clevato all'esserrc.
godono di ciò che lor convienc; purché sia inrprorrtato I per-
Cdpitolo ur. Doue si tlimostra clte fczione. Ma, per l'anima pensattte,l2 perfi:zione cotlsiste ncl
dolcezza
ncll'amore dell,uomo t,erso l)io. conosccr Dio c le rcaltà spirituali. Quando ncll'aninra ò at-
tualizzata conoscenza - Oriente cui I'anima si volge [ish-
La dottrina dei Motakallimun,,, c della maggior ràq-e nùr-e H"qq] - cd è irnpressa I'immagine divina, il pia-
parte dei teo_ cerc ch'ella prova c\ superiore Ia quello degli altri sensi]; I'at-
logi delle origini, consiste nel non conccpire chc l,uonro
provi anrore verso Dio; tcrnrine, qucsto _ il provar to di percezione, di rango più elevato.
anlore _ L'anima unlana ò prinra fra gli esseri dotati di percczione;
di chi propendc ad altro non clissirnile cial
Altissimo
[.op.io sé. Dio così conre Dio è il sublin-re tra i conoscibili. Perfctto, dun-
c\troppo elcvato pcrchcr si abbia .,rr" t"l" coltìu_
nartza;'') amorc non può esscr che obbedicnza que, il piacere che ci ò riservato. L'inlpotente, nulla nc sa;
cli crcatura al eppllrc, ha intcso dire in qual misura sia concesso ai r,'cri r-ro-
proprio fattore.
Ma i ,ristici [ahl-c nra'rifàtr ,o. sor] di qucsto mini. Affernra il Saggio: "Chiunque norl provi, rlorì conl-
avvis.: tale prendc".
se,tinrc,to esiste, e,c conseìglle pcrfi,o u, piaccrc
s.trilc. Es- Ora, un escnrpio che nrostri il potere di amore. Al tcnrpo
sere o .o di u,a stessa specic, chc vlrol
dirc per l,an.rorc? No, diJonayd, fu pronrossa un'inchiesta sui sufi. Gholanr Khahl,
si anrano, forse, colori o fornre che rron
appartenqono al regnr>
umaro? L'amorc verso I)io ,o, ha a chc fare e arrche un gruppo di teologi rnotakdllimùl e scribi Ifoqahà1,
.oi-r.rrri .rrrpi.i_ diffusero calunr-ric contro i fratclli dcll'anacorcsi nlisticl, ;rc-
ci, cppur lo si prova. Entro di noi v,ò utra zona
clivina [rab_ cusati di cresia c infedcltà [kofr], traendoli in giudizio.+'Jo-
bàniyatl, ove si accoglie og,i alro segrcto: cli lì
mo Iddio; per inrinra espcricnza
si an_ra l,Altissi_ nayd, in quella circostatrza, fuggì. Abù'l Hos:ryn Nùri, il
Idhawq] ci si accosta. "principc dei cuori n.ristici", Kattàni Zaqqaq, e un grr-rppo di
Amorc Inrahabbatl c\ gioia .lr. pror" ,n esseìre
a figurarsi uonrir-ri cminelrti, conìparvcro dinanzi al Consiglio di Stato
l'essere di u, altro; appartencìre a un u,ico
rango, allor ,o,
vale. I.'Amorc appassiorlato [Majlis-e siyàsat]. Già eran nellc tr.rani del camefice, clual'rdo
['ishq] e\ olrrc i lirrìiti;r, prcsup_
po,c chc l'esscrc su() oggeìtt. no, sia stato allc()ra - ò storia risaputa - Abh'l-Hosayn Nùrr chiesc di esscr gir-r-
desiderio ardentc Ishawqf non può sussistere
ra!{grLrrìto; stiziato per prinro. Gli fu chicsto perché: "Di questo istantc
ciopo cprell,im_ che nri rcsta, vorrei farne profittarc i fratclli". Lc parole, ri-
patto. Chi nutre branra
[nroshtàql, ha c non ha I,oggetto di portate al Califfo, furon causa dcl perdono. Prececletrtcnlerl-
sua ccrca, ché, se lìe avesse scoperto tutta
la L.:ellezia-, sconl_ te, era stato inquisito Dhù'l-Nùn [Zu'l-Nhn] Misri - uguale
parirebbc fino il desiderio. E se nulla avcsse
scopcrto, sarcb_ inrputazione - nla Dio Altissinlo ls sverva libcrato.
be il dcsiderio inconccpib,e. Arcle il trovatorc
c--hc,o, trova
Iyàbendch-ye nà-yàbendeh]l Desiderio irnplica carenza, chc(
gli è non trovare.
necessario
22à
izi
SIGILLO DEL I-IBRO
izx
I. S'TROFE I)ELL'OSSERVANZA VIGII,AN'fE. 1
:io )11
del Signore; trafto a re, il mio essere si dilati nello splendore
to, poiché egli non si cura di ciò ch'è secondario, se non vi è
della chiarezza divina.
forzato.
_ 3. Mi son spogliato della pelle tenebrosa, e I'ho gettata 9. Affanrato, ò rnenestrello dal pcrpetuo canto; i pitì co-
lontano. Eccomi - in forza del Nome divino _ ,orp.rJ
tr_ muni degli uomini - satolli - soccombono invecc agli affàn-
bernacolo dell'Esaltazione e della Gloria. Ché, messo "l
piede ni. Cammina nella notte in picna luce; ove di giorno l'uottto
al Gran Giorno, fui sradicato.
euando l,Eterno si rivela a un ordinario incespica ncl buio.r8
essere, 1o sradica.
ro. Magnificato sia Dio nei cieli e sulla tcrra, nel fàltsto
4. Liberato, infine, dalla stretta delle tenebre,r, emergen_ giorno dell'Esaltazionc [yawm al-'olà1. Gli e\ latto elogio, da
do nel libero spazio della Magnificenza, vi contemplai
cose quei che sono amici," nelle antichc scritture.
sconosciute e il 10ro autore. Ebbi in dono sapien za
e bellez- rr. Ai pcllegrini della Luce d'C)ricnte [i nrostashriqhn], ò
za, vincente aiuto e potere regale. Gioie che sparsi
sul popo_ ingiunto d'esscrc spirituali [ruhàntyhn, plleLlnlatikoi]; diÈ
lo della sorgente Luce,2a i cui nomi |Angero ha sc.itio rrel
fidino dci figli delle Tenebre, sì chc Amore infinito li illu-
Libro.
mini.
5. Dio interdice lo spirito della saggezza[rihal_hikmat] a rz. Quando un di loro giunge al verticc dclla Liturgia,r0 si
chiunque riponga fiducia nel mondo e si appassioni a
tutto pone accanto agli "ieratici", liturgi della sorgcnte Luce [ish-
ciò ch'è materia dei sensi. Né rascia coesistere, in una mecle-
ràq]. Templi fatti persona, " onde ricever f istruziotre al su-
sima anima, arnore di saggezza e chiarore d,aurora nascen_
premo grado di saggezza.
te2'con l'attaccamento ai beni materiali e alle passioni dclla
r3. E quando lanrpi schiariscor.ro gli alti luoghi della sua
carne.
asccsi, gl'icratici lo sacralizzano e lo fan salire per gradi alla
6. Vigili la divina previdenza, acché un qualsiasi dormien_ j?
Città di Dio. Egli ne visita i Templi Ihayàkill e sale ancora:
te, immerso nella propria spessezza, non abbia a premerc
la ecco il luogoir ove Luce si mostra, e il lucifèro C)ricntc.'r
cinta del mondo sacrosanto; e solo vi si accosti l,cremita
in_ I4. Tale ò l'ordine ricevuto da L)io lArnr Allàh], e la Ta-
teramente devoto, umile il cuore dinanzi ai misteri
dell,Es_ vola d'Ermeter't è incisa secondo quell'ordine. Qui si con-
sere, nelle notturne tenebre invocante la Luce, con
preghierc clude ogni impegr-ro:16 Angcli vi presenziano, c tcstinroni irr
eloquenti e meditar sottile.
favore di coloro chc abitano Lln corpo Iashàb al-ajsànr].
7. Quando il devoto ha scorto il lampo brillare all,orjz_
zonte della Potenza, e ne ha penetrato tutto il manifesto
splendore,?6 nulla potrà più distrarlo. E se affronta
e risolvc 3. SIROI,E LTTURGICIIE PEII OC;NI STAZIONE.rT
le prove, nel consentire a Dio pur se talvolta gli sfugge
-
gioia dell'assenso - sempre gli è dolce il contemflrr.
,ri"gi_ L Sii benvenuta, Lucc chc ti levi ad Oricntc [ishràq], e g1o-
lante.
ria a l)io, Lucc dcllc Luci. ,Buona accoglicnza a te, o Araldol
S. È facile al Fedele d'Amore - circonfuso di un,aura divi_ Ti vcdo districar le nrie catelle: ccssatc, dunque, ogr-ri soffc-
na" - sollevar ciò che appare pesante al gaudente effemina_
rcnza, sccrnato il fardello, alleviato il dorso.
232 111
z. Si affrctti il cavalicre di Diol che la porta si aprar Irrfàt- u. Bahman-luce, Prima IntclliQenza.aJ
titemo che I'app*ito dci dc\rnoni ribelli più non inclugi. Ho
visto tremarc la terra, fre,rcre il ciclo. Senza dubbio. l,ordi_ Io celebro la liturgia dcl servitorc di Dio, Velo sublinrc, Lu-
ne di l)io è disccso su di lei. ce nraggiore, Sua crcaziotre sllprcnÌa, Itnmaginc primordia-
3. So che sei tu che nti avvicini a [)io, rnetìtre salgo al ,l,Ic_ le, il Santissimo, il Prossimo, re degli Angeli,rr principe del-
lakut e contcmplo stupefacenti nrcraviglic, liberi sp:rzi c la lc Luci vittoriali, padrone di casa" dcl Paradiso: ITAHMAN-
Luce. Io preso gf influssi celesti di scenderc sr.rl nostro pia_ rucr Illahman-Nùr].
neta. Stcndo I'atto di consacrazione Iraqdis] all,Acqua e al_
l'argilla.'8
ru. ll cielo Atlas e la sua anima.ao
2.14 ,i
v. Le Anime delle sfere (An.qeli caelestes). vilr. Ld Quarta lntelli.quzd (cielo di Cioue).
Celcbro la liturgia in onorc del Dio Luce vittorialc,-tr rl For- tx. La Quinta Intelligenza (cielo di Marte ).
tc, il Bellissimo, il Grandissimo, invesrito di potenza c do-
minio, arcangelo signorc di Saturno, che è la sua tcurgia..tj Ceiebro la liturgia in onore del Dio Lucc vittoriale, il Forte,
E celebro la liturgia dcl purissimo servitore di Dio, Satur-
investito di potenza, di supretnazia ir-rdiscussa, dcl larnpo
no [Kayvàn],56 Padre venerato,'t signorc luminoso, dal Tenr- che trapassa, arcangclo signore di Martc, chc ò la sua teur-
pio eccelso, il rango superbo, la funzione grandiosa, l,attcn- gi^.u'
ta riflessione, lo sguardo alle lontananze, dispensatore dcl E celebro la liturgia del fcdcìe servitore di Dio, Marte, il
freddo e della siccità,i8 maesrro in glorificazione, solitudinc, Padrc crnincntc, il Valoroso, il Trionlatore, il Conquistante,
comprensione, esperienza, autorità, provvidenza, potenza investito di dominazionc vittoriale, di slancio impctuoso, di
dominatrice, costanza.ie rigorc violento, dcl Fuoco che imbracia, della chiarezza che
Ne glorifico la persona luminosa, l'Anima venerabile. ispira il tinrore, dispcnsatore del caldo c dcl sccco, della for-
Celebro la liturgia del suo alto e nobile Tempio.60 za c del donrirrio inrpcriosi.
Ne glorifico la persolra lumiuosa, 1'Anirna venerabilc.
Celebro la liturgia del suo alto e nobile Tcmpio.
Tà -ii
x. La Sesta Intelli,qenza (cielo del Sole). Celebro la liturgia del suo alto e nobilc Tempio.
xr. La Settima Intelliseilza (citlo di Venerc). Celebro la liturgia in onorc dcl Dio Lucc vittoriale, il Forte,
il Luminoso, Colui che sorgc ad Oricntc e brilla, lo Splendi-
Cclcbro la liturgia in onore del Dio Luce vittorialc, il Forte, do, dotato di bellezza c di tutte le pcrfezior-ri, arcatrgclo teur-
il lìilucente, il Bellissimo, il Glorioso, investiro cli bcllezza c go della Luna, che ò la slta ombra.
amore, il cui arnore santo ['ishq qodsi] è pcrfètto, C)ricnte E celebro la liturgia del fedclc servitore di Dio, la Luna,
che illumina, arcangelo signore di Vcnere, chc è 1a sLra telìr- cnrinente signore, Lurninarc dclle stellc, cavaliere della Sfcra
gia.6-t E cclcbro la liturgia del fcdcle servitore cti Dio, Vcnere Celeste, n.rinistro e calilfo di Hurakhsh,t"' dispcnsatorc di
la splcndida, la graziosa, I'orienteradiosa Ial-nrashriqa al-ba- umori e di linfe, ProcLlratore dcll'abbondanza dclle acqlle,
hiyal, irrvcstita di bontà, pLtrczza, generosità, bcllczza, soave Donatore dei colori, cianrbellano dci cieli, prolrto ad adetn-
profumo, dclicata sottigliezza, equilibrio d'anrorc c nobilc piere ai doveri del proprio ufficio.
éthos. Nc glorifico la pcrsona lunrinosa, L Anima venerabile.
Nc glorifico la persona luminosa, I'Anima vcncrabile. Celebro la liturgia del suo alto e nobile Ternpio.
2.18 2.19
xlv. La Decima Intelligenza (Intelligenza agente). Xvarnahl,T/ somiglianti ai Princìpi originali [le Intelligenze
arcangelichel di cui Dio ascolta 1'Appello a rimcttere a posto
Celebro la liturgia dclla Luce vittoriale, il Fortc, l'arcar-rgelo le cose, dando ordine agli Angeli affinché sia fatto.
dell'umana teurgia, lo sprnlro sANTo,1,7 chc dona vita c per-
fezione; governatore, per licenza divir-ra,6s del mondo degli
Elementi, TNTELLTcENZA AGENTE ('Aql la"àl), da cui ernana* xvu. Le Anime degli Anacoreti spirinali.t)
no le nostre Animc, investito diforza conqr_ristantc c suprL.-
mazia trionfale, sERosH-LUCr,6e afhrché sia consacrata at- Celebro la liturgia delle Anime dei giusti, dei pellcgrini del-
travcrso lui la rrobilc spccie umana. I'Oriente mistico [i nrostashriqùn], di coloro chc aspirano al
solo Bene.
E in tutte le celebrazioni, al principio e alla fine: che piac-
xv. C/i Angeli teurgici degli elementi. cia a Dio! f'ermine fisso di desiderio, Ordinatore dell'cssere.
240 u1
5. Vici,i rni sor-r gli Esseri di Luce. C]li altri: scintille cl-re rz. Poiché sietc nutriti del frumento della Luce,7'risorge-
sprizzatt,ellc tencbre, per essc, vivono solo fartasmi: ha, rete al libero spazio, rcstatc itt attcsa, spiando tin segtlcl't'
dato luce a chi s'è preso ul1 corpo. Ho creato Luci inrnratc_
riali - sig,orie di corpi celesti e terrcstri - clallo sprcrdor di
tl.
Quelle più vicine, che mia Gloria distoglie dal volgerc lcr
sg,ardo alle appare.zc. Esse soro Esiste,za eccellerìtc, au- 5. STIIOFE l)ELLA RIMEMBIìANZA.d/
gusto Luliverso iniziale [..1.
ti. Magnificate Hrlrakhsh il Forte,:r dissipatore di tencbrc, r. Cclebro la liturgia dcl tuo Siqnorc, Anir-na csule.''" Forse,
rc degli astri, principe del cielo, autore del gior.o per r.,i. qlleste parolc al servizio dcll'anirna ti ricondr.trranno. Taslia
ordine, poiché cgli ò Imnragine della mia Gloria, irraggia_ la furre che ancora t'impriuiona: vieni a nle.
nle,to di Shahrivar-Luce arcangelo, ra, e Shahrivar_Lucc nri z. Il tuo Signore, il ctti csscre è pcrpetuo, per il suo Signo-
è caro, e lo onoro [...1. re, il cui cssere ò cterno, questo ha rivclato: " nott è fedclc chi
7. C)noratc i Sublinri Scte, prìncipi dei corpi cclesti, tra_ sceglie di compiacerc questo ntondo, irlvccc che il suo Crea-
nritc per voi alla mia Gloria. E fra Questi: col.i chc reca ir- tore, anima che il biasimo dei ccnsori ricsce a fuorviare.
flussi be,èfici, Colui che ir,prime dominio d'anrore, Coh-ri 3. Al nrorncnto chc la Sakrna disccrtde ,8' cessa il dubbio.
che, celerc, ader.pie al suo ufEcio. Ricordàteli ,ella vostra Luce chc si lcva ad Orientc, attcsta il nrondo dclla Magnifi-
dossologia, pcr esscrlre be,cficati. Mag,ificare la crcazi.,c, cenza; pcr Lei raggiungi il Soglio, rivcsti 1'arnl:rtura dclla
è nragnificarc colui che le dà originc lmobdi'l certezza.
[...]
[ì. Nientc mi può vincere. Ho aggiogato lc- tcnebre alla 4. Dio nott sccglie per interl()ctltorc ull fiacco o r-trl inrpo-
Lucc. convinto le l-rrci con la mia Luce. Non nri pento di ciò storc. Né ispira saggczza a un'à,t'tinra depravata. Chr pellsa
che ho fàtto. Non mi son destato dopo un sogrìo. Non sono senza sosta al tnalc, è ttn demonc ribcllc fshaytàn nràrid].
di quelli che cambiano. Ncl nrondo spiritualc ['alam al-ghayb], l)io rivestirà il con-
9. Nulla è più vcnerabile per me di BATTMAN-LUt:r. Egli ò cttpiscente con la pclle del porco. I calri infcrnali: arlinle cli
il primo cui dicdi origine. Allora ho posto in esserc gli Ar_ coloro chc dispr-itano fttttri di ognr verità. Le nlosche, irlfinc:
cangeli suprerni [al-A'launl,t'in un ordine fisso c dcternri_ chi graffia con spirit<> v:ìr1o c tìlso [... ].
rrato. Ciascuno di Loro ò pura Intelligenza, pura Lr.rcc, e gi_ 5. Popolo ostilc! Voi, che nlacchirratc scaltrczze pcr rc-
rotondo i raggi si riflctto,o su Quei chc son composti i' alti spingere il ministro dclla Parola.Ea strctti in ccppi' sarcte. e
ranghi Ial-'awali].7u Closì si n-roltiplicano gli csseri c-li Luce, dispersi con-re polvere. La
'fcrra di Dio cr ercdìtà dcgli Eletti.
sdoppiandotit' [... I. 6. Voi voletc la morte dcl srtr', Ittvi:rttl. Egli è la vostra r<l-
ro. Celebrate irr lunghe preghiere la dinasti:r di B:rhnran- vina, ché quar-rdo sale a.li'irsscre dtvtno e si cotrgiunge allo
Lucc:7;" i re che popolano I'inviolabilc recinto dcl Spirito Santo, giudica il mondo alla luc:e dcl I)io invincibilc.
Jabarùt.
rr. Cclebrate vostro padre, magnifico principc dcl Mala- Non vi crediate al sicuro dalla rninaccia: estirpcrà lc vostrc
Èuf, SPIlrtr«) SANTO, arcangclo Scròsh.:s radici c piantcrà sulla Terra I'albero dclla rettittrclinc.
212 243
7. O rneraviglia! Conrc può, ciò che non nrerita d'esistere, Voi, nati da noi, non ci ascoltate' Vi colmiamo delle nostre
distoglierli dalla nraggior Questione?s" Se la Luce di I)io si grazice ci evitate. Se distogliessimo da voi Ia trostra ntiseri-
nranifestassc ai corpi celesti, il mondo dcgli Elcmenti spro- Iordia, sarcste finiti. Vi abbianro dato Vita e Viatico' e ci av-
fonderebbe. versatc.
8. Grande cì il Primo Servitorc,s'sostegrlo di Sua Lucc Sa- t4. O anitna! tu, I'ocLidentale ,e'di elevato lignaggio' figli;r
<iello spirito Sanro.e6 come rirorr-rerai al padre ttlo, sc laida
c
crosanta! Lc generazioni dell'lgnoranza adorirrono ll ltadrc
Ioro come il più piccr-rlo clei Se-rvi Emincrìti.86 Dio approva abonrinevole? Chi oserà gltardarti? Hai l:rccrato la ttta vestc
chi dicc: Signor nostro! Spirito Santo, Angelo dcll'unranitàl bianca, eppLlrc dovrai prcsctrtarti' Piangi e lanrctrtati in ttlttl
Se tu apparissi Itajalli] ai virtuosi, saprcbbero che nesslrna unriltà. io splendore clel tuo viso lttccicava, dinanzi al tuo
dclle qualifiche attribuitc all'oggetto clel loro culto Irrra'bùdl Signore. Belia com'eri, ti sei sfigurata' Pretendi di vedcre il
è usurpata: Arcangclo sei, fòrza arcatrgclica, Luce enlaneta padre: tron può più accoglierti, disonorata'
da Chi scrvendo lddio ti sopravanza!37 r5. Forsc ti clirà: "O tu, intèdclc, tornàtcne dov'cri! rrorr
38
9. E se si avvicinassero alla luce di HUIìAKHSH - un Ful- amiarno ribclli e traditori. sei venuta a noi, dopo aver dispe-
gore. la sua luce" - Io adorerebbcro; nel profondo, pensarl- rato dei ntaestri in oqni infamia. Sci irlsozzata dallc turpitu-
do di professare il tau'htd Ila religione dell'Unicol.") clini degli strallieri. Comc potrai avvicitrar la Luce? Ora norl
ro. Chi parla in rìon1e di I)ìo,"/questo dice: Serrvi del Si- piu dei r.rostri, straniera al n-rorldo sacrosànto' ti sei f:rtta
grlor vostrol ranrrncntatemi, ccrcatc asilo prcsso di me, edo- schiava dcl tuo scÌ.riavo, dirner.rticando il Sigrlore' Prcciprita
ratenli. [o sono l'immensanrente longaninrc, nra anchc il piùr ncl baratro delle disperaziotrc".
violcnto c tcrrifìco, osscrvando c giuilicando da tcrrribitri al- r6. Dio p-rurifica lhrrirr-,a che rintlova l'inrpcgrlo al padrenl
tczze. O servil se conosceste rnia Dolcezza, allora protcrvia sLlo nlisericordioso; ella ha preso coscienza dcll'Elenrcnto
cl-rc 1r sovrasta. Chi, più n.risericordioso di tc' o padrc
sallto'
v()stra si disgreghcrcbbe, e conre nuvole i corpi si dissolvc-
rcbbero. nostra guicla all'unico vcro Dio? Sc rlorl ci dirigessi' conre
t r. l)isgraziati coloro che le tencbre avvolgono nei tre- potrcìnlnlo conoscerlo? Non in nostro poterc - pri*ionicri
nrurdi. opachi internrondi! 't- Sordi c cicchi, ché son frarrati i àcl nrondo illusorio - ricorclarsi cli Lui, csscrlìt'i scrvi; o ttl'
scnsil Li osscssiona su loro il vclo di un iutermorrdo Ibar- che ci fài intendcre I'ordinc!
zakhl chc Lucc, ahirnè, non lascia passare. Li domina arìgo- r7. Chi sotto gl'infèrnti dc:l lJaratro, a paragoÌlc del l)io
scia, timore, tristezza: rcttili tenebrosi che son speccl-rio del ciegli Dèi, sigr-rore clei Signori [llàh al-iliha]? Se tron fosse la
loro modo d'agire. Ncssun conÌpagl1o: nessuno dei Santi li Luce sì forte, e troppo deboli i sensi, ciò ch'è vclato si rnani-
visita, e nr:ri si unisce a loro io Spirito Santo del Alalokùt. festercbbe.
tz. [Jomol Conosci te stesso, c parinrer-rti rl patlrc tttct,eì e t8. Paclre nostrol Siamo noi che rechiam danno a tloi stes-
sii I'orgoglio del tuo Signore, ché ti conduca al l)io dcl- si. Tu notr csiti a spandere i tuoi doni. coloro chc stan ritti
I'essere nella sua totalità [ah al-wojùd kolli-hil. nelle tetrebre, attelldolìo pianuenti conrpassioue ' Tua esscll-
r3. Ecco. il padrc llostro, Spirito Santo,er ci parla così: za, il Bene, c il lanrpo dclla tua Luce incendia crrori' e i difct-
1+t
244
ti cancella. Quanti e poi quanti i boschida bruciare; chc la nostalgia dclla sua patria. Dillc: "Quando udr:ri l'appello
ftinrata si erqa abbondantel Tua Gloria esige rtti gcnt--rosi; della guardia chc dà il cambio,/r)r qioisci di colui chc aprc i
mcrìtrc i figli degli tronrirri non s.uìrìo rìepprrrc rrrcrit.rrc ttr.r battetrti. l)erché, allora, il tlrattino è prossinto".
vendettal
r9. Che ne è degli assctati nel deserto, allorchti - prcsi e1a
abbagliamento - più lror1 connettono, pcrduta llcll:ì sabbia
I'acqr-ra viva e strerìlatc le cavalcature-? La gtrida lì chianra,
rììJ r)orì hrnrro piit coscicrrz;r.
20. O mediatorc del Mondo Sacrosanto, ispira l'anirna in-
sorrnolit:r. Ncln è qLlesto il nromento di occuparsi r-li lci con
cTolcezza? [Jna parentcla nurncrosa - uditi i suoi gcnriti - la
chilma. Chi, sc norì tu, a rir.r'retterla in c.rnrnrino?
zr. Dille: "l Fratelli tuoier attendono il tuo ritorno". Op-
purc: "(ìolei chc ha dinrora più in alto, si conterìtcrà di una
dinrora in rc>vina, dci resti di un accampanrctrto? O colontb:r
del Monclo clcl Mistero! Che il tuo canto slorificlu il Signo-
rc. Non accettar oltre cl'esscr disprczzatal".
22. Sc ella ha prcso rifueio in un rudcre su cr,ri i eionri harr
scesi tal frustl, o i cattivi cornpapni, c'lillc ancora: "C) tìqlia
dei Nr.rnri Santissirrri, 1l ltadre tuo ti rivolge un saluto; ti chia-
ma per iDtrattcnersi con te , in scgreto, c far gioire il tuct cuo-
re".
23. Sc ella ti chicdc la via, dille: "È rlotte, e lc ornbrc si al-
lurrqano: cercà pcr isolarti il posto più oscurr>. "" Scntir:ri
qualcosa scìgrLìtanìcnte chiamarti, e sarai colmo di sacra Ve-
lleraziorìc".
2.1. Lei rcciti, allora: "Nostro nragnifico padrtt Sotnmcl
stratega del A,lalakit, conlandante del nrondo del Mistcro,r""
Spirito Santo! Insegna e qucst'alrirìllì r.ur volo lcqgcro' scc-
vro d'ogni tinrore. Io, da solo, rni son fatto torto!". Non ci
vorrà nìolto, prinra che t\ ptdre lc invii inrnrcnsa Luce , c vi
sia lìitorno, a onor dclla Parola appene udit:r.
25. Fa' che si leghi al discorso sottile rr lci rivolto, pcr darle
246 :+/