La cosa giudicata ha, nel tempo costituito oggetto di dibattito dottrinale
piuttosto serrato, cui si sono contrapposte due tesi:
1- NATURA SOSTANZIALE DEL GIUDICATO
2- NATURA ESCLUSIVAMENTE PROCESSUALE.
1- Secondo la tesi sostanziale, il giudicato sarebbe una fonte di
possibile creazione del diritto, quindi per effetto della cosa giudicata il diritto sostanziale verrebbe modificato. La controversia che ha dato origine al processo, alla fine c’è una sentenza che passa in giudicato, per effetto di questo giudicato il rapporto sostanziale tra le parti andrebbe a modificarsi.
-Questa tesi secondo Libman è da respingere: innanzitutto perché
l’accertamento giurisdizionale è relativo ad un diritto già esistente nel mondo sostanziale. (il processo si limita a fotografare una realtà già esistente. Soprattutto nelle sentenze di accertamento e di condanna, ma solo nelle sentenze COSTITUTIVE è proprio la sentenza che è fonte di creazione, modificazione o estinzione del rapporto giuridico sottostante. Questa tesi è POCO LOGICA, qualunque sia la tipologia della sentenza. Se una sentenza è corretta, rispecchia pienamente il diritto sostanziale, sarebbe assurdo che il diritto trovi una stessa fonte nel mondo sostanziale prima, e poi in virtù di una sentenza che lo ricalca, sarebbe inutile duplicazione. Non ha tanto senso. Anche su questo la tesi della natura sostanziale è da respingere.
2- D’altra parte è poco convincente anche la TESI della natura SOLO
PROCESSUALE. Per la quale la sentenza ha il solo effetto di vincolare i futuri giudici al rispetto del programma stabilito dal giudice stesso. La verità sta un po’ nel MEZZO. Il processo ha una sua valenza, ha una sua collocazione infinita. Però ha anche la necessità di incidere nel mondo sostanziale. Quindi si può arrivare alla conclusione che oggi sentenza, e cosi ogni giudicato, ha una rilevanza processuale ma anche un incidenza nel mondo sostanziale. Una sorta di Commistione di entrambe le teorie.
QUAL E’ L’OGGETTO DEL GIUDICATO?
Oggetto della domanda o delle domande se più di una che definiscono l’oggetto del giudizio, tema decidendum. A quel punto il giudice dovrà pronunciarsi sull’oggetto della domanda. C’è coincidenza da sovrapposizione tra: OGGETTO DELLA DOMANDA PROCESSO SENTENZA E GIUDICATO. Ma ci sono casi un cui questa coincidenza può mancare. Alcuni casi fisiologici, al giudice si chiedono più cose ma non necessariamente il giudice deve pronunciarsi su tutto. C’è possibilità per la parte di proporre domande alternative e il giudice può pronunciarsi anche solo su una. Ci sono invece dei casi in cui la mancata corrispondenza è frutto di un vizio. Es. casi di omessa pronuncia, il giudice non si pronuncia su tutte/a la domanda o casi di ULTRA- EXTRA petizione. Qui l’oggetto del giudicato è più ampio rispetto a quello della domanda introduttiva.