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JOHN THOMPSON Minneapolis, 1951

Gli effetti principali dell’imporsi dei nuovi mezzi di comunicazione sono stati:
・La creazione di nuovi tipi di interazione ➜profondamente differenti dal genere di interazione
che ha dominato per buona parte dell’umanità.
・La riorganizzazione delle dimensioni dello spazio e del tempo ➜l’interazione sociale si
emancipa dal vincolo a un particolare luogo fisico, consentendo agli individui di interagire tra
loro anche senza condividere lo stesso ambiente spazio-temporale.
・La nascita di nuove forme di “azioni a distanza” ➜gli individui possono agire o per altri lontani
nello spazio e nel tempo, o in risposta ad azioni ed eventi in corso in luoghi remoti.

Tre tipi di interazione


L’interazione faccia a faccia:
● ha luogo in un contesto di compresenza, ed è per questo che è possibile utilizzare
espressioni deittiche (“qui”, “ora”, “questo”) presumendo di essere capiti.
● è dialogica, in quanto comporta un flusso di informazioni e di comunicazione a due
direzioni;
● chi vi partecipa trasmette i propri messaggi e interpreta quelli altrui utilizzando una
molteplicità di indizi simbolici. Chi ascolta si impegna costantemente nell’analisi di
questi indizi, utilizzandoli per ridurre le ambiguità.
L’interazione mediata:
● coloro che vi partecipano si trovano in ambienti lontani nello spazio e nel tempo
(quindi non possono essere utilizzate espressioni deittiche);
● comprende l’utilizzo di un mezzo tecnico che consenta la trasmissione delle
informazioni nello spazio e nel tempo;
● limita la serie di indizi simbolici a disposizione dei partecipanti, assumendo un
carattere di maggiore indeterminatezza.
La quasi-interazione mediata:
● indica i tipi di relazione sociale stabiliti dai mezzi di comunicazione di massa;
● coloro che vi partecipano di trovano in ambienti lontani nello spazio e nel tempo;
● non è un dialogo ma un monologo: il flusso della comunicazione è unidirezionale,
quindi non è caratterizzata dal grado di reciprocità e specificità interpersonale;
● viene prodotta per un insieme di riceventi potenziali indefinito.
● è caratterizzata dalla separazione dei ruoli di produttori e riceventi.

In realtà, molti dei rapporti che si stabiliscono nella vita quotidiana sono ibridi: consistono in
una combinazione delle diverse forme di interazione.
Le fonti della comunicazione possono essere prossemiche o a distanza (Thompson) a
seconda se c’è o no un immediato feedback
RIBALTA E RETROSCENA NELL’INTERAZIONE MEDIATA: poiché in genere presuppone una
separazione degli ambienti nei quali i partecipanti sono collocati, l’interazione mediata crea
una cornice interattiva costituita da due o più ribalte separate nello spazio e forse anche nel
tempo. Ciascuno di questi spazi ha i propri retroscena, e tutti i partecipanti all’interazione
mediata devono cercare di controllare il confine tra essi.

RIBALTA E RETROSCENA NELLA QUASI-INTERAZIONE MEDIATA: in questo tipo di interazione


le forme simboliche sono prodotte in un contesto (cornice interattiva della produzione) e
ricevute in una molteplicità di altri contesti (cornici interattive della ricezione). Ciascuno di
questi contesti è caratterizzato da sue particolari ribalte e retroscena. Poiché il flusso della
comunicazione è prevalentemente unidirezionale, in genere, la ribalta della cornice di
produzione è accessibile ai riceventi. Ma non vale l’opposto: gli spazi che definiscono la sfera
della ricezione non entrano in contatto in modo diretto con la struttura di produzione.

Spazio e tempo : la quasi-interazione mediata creata dalla televisione


➜La quasi-interazione creata dalla televisione può essere analizzata in quanto intersezione
di coordinate spazio-temporali collocate su piani diversi, che i riceventi devono riuscire a
collegare.

Esistono tre insiemi di coordinate spazio-temporali:

1. quelle del contesto di produzione, nel quale agiscono e interagiscono tra loro i protagonisti
dei programmi;
2. quelle dello stesso messaggio televisivo, che talvolta coincidono con quelle del contesto
di produzione, ma possono essere anche modificate attraverso il montaggio e altre tecniche;
3. quelle dei diversi contesti di ricezione.

La quasi-interazione creata dalla televisione presuppone un continuo processo di


congiunzione di questi tre insiemi di coordinate, processo che viene definito interpolazione
spazio-temporale: nel ricevere i messaggi televisivi, i soggetti si adattano a coordinate spazio-
temporali diverse da quelle che caratterizzano i loro contesti di ricezione, e riconducono
l’esperienza di tali coordinate ai contesti della loro vita quotidiana. La quasi-interazione
stabilita dalla televisione crea così quella che potremmo chiamare un’esperienza spazio-
temporale discontinua: gli individui che guardano la televisione devono sospendere le
strutture spazio-temporali della loro vita quotidiana, e orientarsi temporaneamente verso
uno schema di coordinate differente. Per riuscire a compiere questo percorso, i messaggi
televisivi assicurano loro una serie di indizi simbolici (immagini, osservazioni introduttive
ecc.). La buona riuscita di una quasi-interazione creata dalla televisione dipende dalla capacità
dei riceventi di varcare con successo le diverse strutture spazio-temporali in gioco.
➜La comunicazione consentita dalla televisione è di tipo unidirezionale (dai produttori ai
destinatari). Le conseguenze di questo suo carattere sono:
- l’asimmetria strutturale tra produttori e riceventi, dato che i secondi hanno poche
possibilità di contribuire direttamente al corso e ai contenuti della quasi-interazione
- l’impossibilità di potersi servire del controllo riflessivo delle risposte dei destinatari. Questo
aspetto per i produttori può rappresentare fonte di libertà (non sono costretti a prestare
attenzione ai destinatari, a verificare se essi seguano o a rispondere ai loro interventi) ma
anche di incertezza. Per questo anche in televisione a volte si ricorre all’interazione faccia a
faccia (es. talk show); per i riceventi, invece, la mancanza di controllo riflessivo da parte dei
produttori rappresenta una maggiore libertà di decidere liberamente il livello di attenzione
da prestare ai produttori.

Per quanto i produttori siano nelle condizioni di decidere sia il corso sia i contenuti della
rappresentazione, è dai destinatari che dipende la loro sopravvivenza, e allo stesso tempo i
riceventi dipendono dai produttori per il contenuto della rappresentazione alla quale
assistono in televisione.

➜Un altro esempio: l’intervista.


All’interno dell’intervista avviene un’interazione faccia a faccia sulla ribalta della televisione.
Ma con il pubblico a casa avviene una quasi-interazione mediata.

➜Un altro esempio: il talk show.


All’interno del talk show avviene un’interazione faccia a faccia e una quasi-interazione
mediata con il pubblico a casa.
Azione a distanza: agire per altri lontani
Esistono quattro forme di azione a distanza:
1. Il messaggio al ricevente ➜può essere diretto o indiretto.
- Diretto: i produttori si rivolgono agli spettatori senza distogliere gli occhi dalla
telecamera, suscitando l’impressione che il messaggio sia rivolto direttamente a loro;
il discorso del produttore è un monologo indirizzato a un numero indefinito di
destinatari assenti (es. notiziario);
- Indiretto: la ribalta della sfera di produzione viene trasformata nel palcoscenico di
un’interazione faccia a faccia tra produttori che, interagendo fra loro, si rivolgono
indirettamente a un insieme di riceventi non presenti; questo tipo di messaggio
consente di sostituire il dialogo al monologo, permettendo di adottare anche uno stile
più colloquiale sia di controllare riflessivamente le risposte degli altri (es. intervista o
talk show).
2. L’attività quotidiana mediata ➜la ribalta della sfera di produzione è costituita da una
serie di azioni o interazioni che appartengono alla vita quotidiana. Il fatto che tali
azioni o interazioni vengano filmate, può incidere sia sulla natura di tali azioni o
interazioni, sia sui loro successivi sviluppi.
Si può dividere questo tipo di azione in vari sottogruppi:
- senza messaggio al ricevente (es. manifestazione pubblica) ➜anche se non si è
consapevoli di essere filmati in quel momento, si sa che è possibile, consapevolezza
che può indurre a modificare il proprio comportamento.
- che incorpora in sé un messaggio al ricevente ➜gli individui si attengono al loro
comportamento quotidiano pur sapendo che le loro azioni e parole vengono filmate e
trasmesse a riceventi non presenti; le loro azioni, quindi, sono orientate sia verso le
persone che si trovano nelle vicinanza sia verso i riceventi non presenti.
- simulata ➜ gli individui protagonisti fingono di impegnarsi in attività o interazioni
ordinarie al solo scopo di essere filmati. Anche se simulata, tale azione non coincide
con quella di fantasia, per la semplice ragione che ha luogo nel contesto della vita
quotidiana ed è presentata come reale.

1. Gli eventi mediali ➜si tratta di avvenimenti importanti, eccezionali e di rilevanza


generale che vengono trasmessi in diretta interrompendo corso normale della vita. Gli
eventi mediali sono accuratamente programmati e provati più volte prima di essere
ripresi (es. matrimoni reali, incoronazione).

2. L’azione di fantasia ➜quella della televisione si distingue da quella del teatro in quanto
è un’azione per altri lontani, e pertanto priva delle reazioni dei destinatari. Nella
maggioranza dei casi però, anche il materiale delle interviste, dei servizi di cronaca o
dei documentari viene montato e inserito in una costruzione audiovisiva che tradisce
per certi aspetti il reale svolgimento dei fatti.

Azione a distanza: azione di risposta in contesti lontani


L’azione a distanza è caratterizzata dal fatto che il suo contesto spazio-temporale non coincide
con quello di produzione, ma anche i contesti di ricezione stessi non coincidono nello spazio
e nel tempo.
Nel caso della televisione lo spazio della ricezione centrale è, comunemente, l’abitazione
privata. La relazione tra questi due spazi non riproduce quella di ribalta e retroscena: i
riceventi, infatti, non prendono parte alla quasi-interazione televisiva nel modo in cui lo fanno
i produttori, quindi non hanno bisogno di controllare nella stessa misura il loro modo di
apparire. Dato che in genere i riceventi non sono in grado di rispondere ai produttori in modo
diretto, le loro azioni di risposta non fanno parte della quasi-interazione in sé, ma di quell
faccia a faccia se, per esempio, conversano con altre persone nel frattempo. Grazie a queste
risposte, i messaggi dei media subiscono la cosiddetta elaborazione discorsiva: vengono
discussi e commentati dai riceventi che li adottano come temi delle loro discussioni. É anche
possibile che il processo di elaborazione discorsiva coinvolga persone che non hanno preso
parte alla quasi-interazione mediata, estendendosi quindi, al di là dello spazio di ricezione
centrale. Si può costituire cioè un pubblico di destinatari indiretti che ne vengono a
conoscenza attraverso l’interazione faccia a faccia con riceventi diretti.
Può accadere che i messaggi trasmessi da certi mezzi di comunicazione siano ripresi e
incorporati in messaggi nuovi, in questo caso si parla di mediatizzazione estesa. Molti
messaggi trasmessi rimandano a messaggi o eventi già comunicati da altri media.
L’appropriazione dei messaggi dei media da parte degli individui, è un processo socialmente
disuguale in quanto dipende dal loro bagaglio di conoscenze, dalle competenze e dalle loro
inclinazioni. Le differenze sociali tra i ricevitori incidono essenzialmente sui modi in cui si
rapportano ai messaggi che ricevono, li interpretano e ne discutono.

Le azioni di risposta ad altri lontani possono essere:

1. azioni non coordinate ➜prodotte da riceventi che reagiscono in maniera simile anche
se si trovano in contesti diversi, non si comunicano le loro idee e non coordinano le
rispettive azioni;

2. azioni coordinate ➜indotte da particolari meccanismi simbolici per la coordinazione


intenzionale delle risposte dei riceventi, utilizzati dai produttori al preciso scopo di
suscitare risposte simili in tutti i destinatari;
3. azioni collettive ➜stimolate e alimentate dalle immagini, azioni e parole trasmesse dai
media; in questo caso la coordinazione e l’organizzazione delle azioni di risposta è
realizzata all’interno dei contesti di ricezione.

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