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PAESE :Italia
TYPE :Web Grand Public
aiutandoti a ripristinare il giusto rapporto tra tecnologia ed essere umano e capendo che è sempre
l’essere umano il programmatore: la tecnologia non è magia ma risponde ai comandi», elabora
Bogliolo. L’altra ragione è che ovviamente «la programmazione, per chi deciderà di farne una
professione,oggetto di studio, è anche e il modo più veloce, più efficiente per fare innovazione,
per realizzare le tue idee: ma anche se non vuoi farne una professione, ti consente di acquisire una
forma di ragionamento algoritmico, cioè di capire come scomporre un procedimento che ti porta
alla soluzione di un problema in passi elementari, e così facendo hai anche la consapevolezza
della difficoltà di quel procedimento che stai per affrontate, in quanti passi arriverai in fondo. Son
tutte cose non banali, che per gli informatici sono oggetto di studio, ma che in realtà divulgati in
modo opportuno riescono ad essere portati a tutti, senza necessità di diventare prima degli
informatici». In sostanza, partire da un pensiero, invece che da un linguaggio, diventa un
vantaggio grosso per tutti, tanto più se questo lo si è fatto da bambini. I riscontri? «Non li ho tanto
diretti quanto indiretti- conclude Bogliolo- in questa sorta di comunità di apprendimento e di
pratica che si è creata in questo primo corso, ci sono migliaia di insegnanti che quotidianamente si
scambiano testimonianze ed esperienze, una cosa estremamente coinvolgente per i bambini e
gratificanti per gli insegnanti, che nel fare queste attività si focalizzano sul procedimento e non
sul risultato».